| ... Secrets and a Rose.Pazza. Probabilmente Killian l'avrebbe creduta pazza. Il ragionamento del ragazzo non era stato totalmente sbagliato, ed alcuni mesi prima Amber stessa avrebbe classificato Elko come "potenzialmente minaccioso" a causa della presunta abilità, ma dopo l'avventura con il Circo della Notte, qualcosa in lei era cambiato. In principio aveva provato a negare, a convincersi che fosse solo un sogno - o un incubo, dal suo punto di vista - ma non era servito molto per capre quanto fosse stato reale. La confusione che ne era seguita, poi, aveva reso tutto ancora più sbagliato. Il non poterne parlare con Killian, di certo non migliorava la situazione, ma da dove avrebbe potuto iniziare? In pochi mesi era successo di tutto e molto era ancora in fase di elaborazione. E poi, a che scopo proseguire in una direzione così pericolosa? Si erano detti di dover aspettare, per quanto le parole avessero messo tutto su un piano troppo semplice rispetto al reale, dunque lei avrebbe aspettato. Abbassò il capo subito dopo aver proposto di alzarsi, ma solo per sfuggire ad uno sguardo che conosceva fin troppo bene. Una nuova muraglia di pensieri venne eretta ad una velocità impressionante, mentre la mano stringeva la fascia della tracolla. Una parte di lei avrebbe volentieri intrapreso una corsa verso il Dormitorio, ma l'altra, quella che ancora governava il corpo della ragazza, rimase ferma in attesa. Lentamente, non appena Killian confermò ed approvò l'idea di smuoversi da quelle posizioni fisse, un sorriso le incorniciò il volto. Un ringraziamento riservato a pochi. Il fatto poi, che lei fosse già in piedi e che di per sé non gli avesse dato molto scampo, passò in secondo piano. Ancora una volta, l'incontro con quello strano ragazzo aveva creato in lei conflitti profondi, eppure, benché sapesse di non poterlo ancora fare o pensare, il solo avvicinarsi a lui l'agitava. Era facile, in inverno, coprire il tremolio d'agitazione con quello dettato dalla temperatura rigida, ma l'inverno non aveva la capacità di durare per sempre, come avrebbe fatto Amber a cavarsela in estate? Una rapida occhiata al lago ghiacciato le diede modo di constatare come il Sole fosse un ingrato tiranno ed un salvatore al tempo stesso. La sua discesa oltre l'orizzonte avrebbe impedito ogni interazione all'esterno, eppure staccare la spina a quel proiettore d'immagini - che altro non era stato che il gelido laghetto stesso - era una cosa che la bionda sentiva di dover fare, il prima possibile. Non appena Killian si mosse, Amber istintivamente indietreggiò, trovandosi a fissare involontariamente una manica dell giacchetto che prima l'aveva scaldata. Più il tempo scorreva e meno riusciva ad imporsi sul suo istinto, riuscì solo a sperare con tutta se stessa che lui non prendesse quel passo indietro letterale, come un passo indietro figurato. Spazio, alla fine la figura esile e bionda aveva bisogno di spazio fisco per non concentrarsi su quanto entrambi avevano momentaneamente deciso di rendere proibito. Doveva essere lo stesso anche per lui. La promessa di non rubarle tempo, gli fece guadagnare una nuova occhiata a metà tra l'ironico e il rassegnato. Lui non aveva la minima idea di quanto realmente le avesse rubato. Un ballo, alla fine il primo furto dichiarato era stato proprio quello, ma nessuno si era messo a contare i respiri o i battiti che lentamente ma metodicamente Killian le aveva sottratto. Se solo non fosse stata Amber, avrebbe osato, gli avrebbe detto che, si, lui le aveva già rubato molto. Ma, se non fosse stata Amber, probabilmente non sarebbero nemmeno arrivati fin lì. Valeva la pena essere se stessa, se alla fine della guerra i vivi raggiungevano un numero maggiore rispetto ai morti. Ma, per ingenua che fosse, nemmeno lei poteva affermare che quella guerra fosse finita, e dunque ogni passo in una o nell'altra direzione, avrebbe visto il compiersi del suo completo movimento, solo più in là nel tempo. Il "quando", in quell'equazione, sarebbe rimasto ignoto ancora un po'. Infine, non disse nulla, annuì e si incamminò, ormai certa della presenza dell'altro al suo fianco. Non avrebbero impiegato molto a tornare sui loro passi e raggiungere la staccionata da cui poche ore prima erano partiti. Dopo aver avvolto il braccio libero nel mantello, gettò un ultimo sguardo al lago. Era un bel posto, si disse, mentre cercava di non ripensare al motivo per cui avevano dovuto abbandonare tanto preso quella superficie instabile. La figura di Killian si frappose come a fermare i pensieri prima che volassero ben oltre il consentito, convincendola così a camminare guardando avanti, verso il sentiero che ancora mostrava il segno del loro passaggio. Attese di superare la curva naturale della pista, prima di proseguire il discorso. «Jones è un uomo semplice, ma non propriamente intelligente, mio padre ha sempre avuto il sospetto che...» Riprese con voce cauta, indicando implicitamente di non voler parlare d'altro, né del tempo che avrebbero trascorso ancora insieme - poco, per quella serata - né del sentiero da seguire, che difficilmente avrebbe dimenticato. Non avrebbe nemmeno escluso di tornare in quel poso, più avanti, magari da sola. E mentre entrambi con un passo lento ma stabile, si rimettevano in piedi, pronti ad affrontare un nuovo capitolo, il boschetto vibrò. Era tempo di lasciarli da soli in quell'ultimo momento sereno, tra un uragano ed una tempesta. La voce di Amber divenne sempre meno udibile, mentre si allontanava con Killian, rispondendo via via ad altre domande, dando vita allo schema che entrambi avrebbero conservato.
Sul tronco mozzato, ormai abbandonato, unico punto messo a fuoco in quel momento, mentre le figure dei due sfocavano in lontananza, giaceva però un segno del loro passaggio: una rosa. Era una piccola rosellina bianca, con uno stelo argentato, sapientemente ricavata da una perla. Opera di un vecchio artigiano. Un orecchino. Sometimes darkness can show you the light
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