Ultima staccionata, 15:30, Privata

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view post Posted on 1/7/2017, 12:10
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Auror
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L'aveva vista affrontare le ombre del suo passato già molte volte, sicuramente più di quanto un normale ragazzo avrebbe fatto con una normale ragazza in dei normali incontri. Ma loro non erano nulla di tutto ciò e il ribadirlo, nel bene e nel male, era diventato una specie di mantra. Killian era stato certo uno dei pochi eletti a poter penetrare così a fondo nelle disgrazie di Amber e ancora di più nelle sue emozioni al riguardo, eppure riuscì ancora una volta a mancare il bersaglio nel dare una spiegazione alla strana reazione sulla faccenda del Legilimens. Il tono pensieroso e il viso quasi sconfortato alle parole di piombo dell'Auror lanciavano già qualche segnale di anomalia alla quale Killian avrebbe dovuto prestare più attenzione. Continuava ad osservarla di sottecchi, intimamente sorpreso che l'argomento la toccasse ancora in maniera così forte dopo anni ed anni. Ma doveva essere normale: gente estranea che con la forza entrava nella tua mente per farti rivivere l'incubo di una vita. Non poteva biasimarla se solo l'accenno tiepido a quei ricordi provocava ancora delle reazioni cupe. Tornava quasi tutto, nelle spiegazioni che il ventiquattrenne si era dato, se non per un piccolo dettaglio. Prima, quando Amber aveva rivelato il segreto del parente, la voce sottile aveva vibrato di qualcosa di diverso dal timore o dal disprezzo. Un altro campanello di allarme a cui aprire le orecchie, forse. Ma la mente di Killian era stata così impegnata quel pomeriggio a dividersi tra volere e dovere e ad ordinarsi di essere attento alla storia piuttosto che a chi la raccontava che non poteva permettersi davvero dei sospetti simili. Non ce l'avrebbe fatta. E fu per questo che, in maniera totalmente inconsapevole, registrò quelle piccole crepe nella logica della sua spiegazione nel punto più remoto della sua coscienza. Erano state immagazzinate, ma non analizzate a pieno. Ed era decisamente meglio così.

Archiviare quella piccola e strana deviazione però non sembrava così semplice come entrambi provavano a far sembrare. Infatti, la giovane strega trovò dopo una pausa durata qualche attimo di troppo le parole per rispondere all'ennesima domanda sorta dagli appunti che Killian teneva ancora in mano. Durò pochissimo: prima ancora che qualche informazione uscisse dalle sue labbra sottili , la domanda di abbandonare quel masso e la proposta di fare qualche passo sembrò fuoriuscire incontrollata come se fosse una necessità di cui non riusciva più a privarsi. Istintivamente, il sopracciglio sinistro si sollevò sopra all'occhio grigio che insieme al gemello si puntarono sulla biondina già in piedi.


"Certo"
, rispose semplicemente spostando il peso del corpo dal bacino appoggiato alla pietra e rimettendosi eretto.

Capì che il problema non era certo il Signor Jones, ma non aveva bisogno di scoprire qual'era il motivo di quel bisogno per seguirla in qualsiasi cosa lei avesse voluto. Notò che un brivido di freddo attraversò il corpo esile e aggraziato della piccola e l'impulso di togliersi il giaccone ancora slacciato che le aveva prestato prima fu soffocato con non poco impegno. Era stata lei a restituirglielo, quasi come lui le aveva restituito la lettera rimandata a lungo termine. Sperò soltanto che il mantello fosse caldo e morbido come prometteva dall'aspetto: la probabilità di prendersi un malanno era salita alle stelle.
Visto che le ombre iniziavano ad allungarsi e la giornata non poteva essere ancora clemente con il suo sole pallido, era decisamente ora di rincasare, anche se con mete diverse. Non era proprio convinto che la proposta della ragazza era stato un innocente espediente per far capire che l'ora dei saluti era arrivata, ma nella minima possibilità che si trattasse davvero di questo sentì di doversi scusare a modo suo:


"Prometto che non ti ruberò altro tempo se non quello che ci vuole da qui ad Hogsmeade"

Poco. Davvero troppo poco tempo. Ma così doveva essere e lo sapeva anche Killian, poco importava quello che ne pensava lui al riguardo. Con una mano si sistemò il semplice copricapo nero, sempre più incapace di trattenere tutti i ciuffi scuri mossi per l'umidità; poi si abbassò a prendere i pattini per i lacci così come li aveva trasportati fin lì una vita fa, trascorsa in un paio di ore.

Attese che fosse Amber a muovere il primo passo: mentre all'arrivo era stato lui a guidarla per una strada a lei sconosciuta, ora i ruoli si sarebbero invertititi.
Tutto era cambiato da quando avevano messo piede nella neve fresca di quel boschetto, loro in primis.
 
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view post Posted on 6/7/2017, 10:24
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... Secrets and a Rose.
TYCH85g
Pazza. Probabilmente Killian l'avrebbe creduta pazza. Il ragionamento del ragazzo non era stato totalmente sbagliato, ed alcuni mesi prima Amber stessa avrebbe classificato Elko come "potenzialmente minaccioso" a causa della presunta abilità, ma dopo l'avventura con il Circo della Notte, qualcosa in lei era cambiato. In principio aveva provato a negare, a convincersi che fosse solo un sogno - o un incubo, dal suo punto di vista - ma non era servito molto per capre quanto fosse stato reale. La confusione che ne era seguita, poi, aveva reso tutto ancora più sbagliato. Il non poterne parlare con Killian, di certo non migliorava la situazione, ma da dove avrebbe potuto iniziare? In pochi mesi era successo di tutto e molto era ancora in fase di elaborazione. E poi, a che scopo proseguire in una direzione così pericolosa? Si erano detti di dover aspettare, per quanto le parole avessero messo tutto su un piano troppo semplice rispetto al reale, dunque lei avrebbe aspettato. Abbassò il capo subito dopo aver proposto di alzarsi, ma solo per sfuggire ad uno sguardo che conosceva fin troppo bene. Una nuova muraglia di pensieri venne eretta ad una velocità impressionante, mentre la mano stringeva la fascia della tracolla. Una parte di lei avrebbe volentieri intrapreso una corsa verso il Dormitorio, ma l'altra, quella che ancora governava il corpo della ragazza, rimase ferma in attesa. Lentamente, non appena Killian confermò ed approvò l'idea di smuoversi da quelle posizioni fisse, un sorriso le incorniciò il volto. Un ringraziamento riservato a pochi. Il fatto poi, che lei fosse già in piedi e che di per sé non gli avesse dato molto scampo, passò in secondo piano. Ancora una volta, l'incontro con quello strano ragazzo aveva creato in lei conflitti profondi, eppure, benché sapesse di non poterlo ancora fare o pensare, il solo avvicinarsi a lui l'agitava. Era facile, in inverno, coprire il tremolio d'agitazione con quello dettato dalla temperatura rigida, ma l'inverno non aveva la capacità di durare per sempre, come avrebbe fatto Amber a cavarsela in estate? Una rapida occhiata al lago ghiacciato le diede modo di constatare come il Sole fosse un ingrato tiranno ed un salvatore al tempo stesso. La sua discesa oltre l'orizzonte avrebbe impedito ogni interazione all'esterno, eppure staccare la spina a quel proiettore d'immagini - che altro non era stato che il gelido laghetto stesso - era una cosa che la bionda sentiva di dover fare, il prima possibile. Non appena Killian si mosse, Amber istintivamente indietreggiò, trovandosi a fissare involontariamente una manica dell giacchetto che prima l'aveva scaldata. Più il tempo scorreva e meno riusciva ad imporsi sul suo istinto, riuscì solo a sperare con tutta se stessa che lui non prendesse quel passo indietro letterale, come un passo indietro figurato. Spazio, alla fine la figura esile e bionda aveva bisogno di spazio fisco per non concentrarsi su quanto entrambi avevano momentaneamente deciso di rendere proibito. Doveva essere lo stesso anche per lui. La promessa di non rubarle tempo, gli fece guadagnare una nuova occhiata a metà tra l'ironico e il rassegnato. Lui non aveva la minima idea di quanto realmente le avesse rubato. Un ballo, alla fine il primo furto dichiarato era stato proprio quello, ma nessuno si era messo a contare i respiri o i battiti che lentamente ma metodicamente Killian le aveva sottratto. Se solo non fosse stata Amber, avrebbe osato, gli avrebbe detto che, si, lui le aveva già rubato molto. Ma, se non fosse stata Amber, probabilmente non sarebbero nemmeno arrivati fin lì. Valeva la pena essere se stessa, se alla fine della guerra i vivi raggiungevano un numero maggiore rispetto ai morti. Ma, per ingenua che fosse, nemmeno lei poteva affermare che quella guerra fosse finita, e dunque ogni passo in una o nell'altra direzione, avrebbe visto il compiersi del suo completo movimento, solo più in là nel tempo. Il "quando", in quell'equazione, sarebbe rimasto ignoto ancora un po'. Infine, non disse nulla, annuì e si incamminò, ormai certa della presenza dell'altro al suo fianco.

Non avrebbero impiegato molto a tornare sui loro passi e raggiungere la staccionata da cui poche ore prima erano partiti. Dopo aver avvolto il braccio libero nel mantello, gettò un ultimo sguardo al lago. Era un bel posto, si disse, mentre cercava di non ripensare al motivo per cui avevano dovuto abbandonare tanto preso quella superficie instabile. La figura di Killian si frappose come a fermare i pensieri prima che volassero ben oltre il consentito, convincendola così a camminare guardando avanti, verso il sentiero che ancora mostrava il segno del loro passaggio. Attese di superare la curva naturale della pista, prima di proseguire il discorso. «Jones è un uomo semplice, ma non propriamente intelligente, mio padre ha sempre avuto il sospetto che...» Riprese con voce cauta, indicando implicitamente di non voler parlare d'altro, né del tempo che avrebbero trascorso ancora insieme - poco, per quella serata - né del sentiero da seguire, che difficilmente avrebbe dimenticato. Non avrebbe nemmeno escluso di tornare in quel poso, più avanti, magari da sola. E mentre entrambi con un passo lento ma stabile, si rimettevano in piedi, pronti ad affrontare un nuovo capitolo, il boschetto vibrò. Era tempo di lasciarli da soli in quell'ultimo momento sereno, tra un uragano ed una tempesta. La voce di Amber divenne sempre meno udibile, mentre si allontanava con Killian, rispondendo via via ad altre domande, dando vita allo schema che entrambi avrebbero conservato.

Sul tronco mozzato, ormai abbandonato, unico punto messo a fuoco in quel momento, mentre le figure dei due sfocavano in lontananza, giaceva però un segno del loro passaggio: una rosa. Era una piccola rosellina bianca, con uno stelo argentato, sapientemente ricavata da una perla. Opera di un vecchio artigiano.
Un orecchino.


Sometimes darkness can show you the light

 
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