Un'eterna alleanza o un'infinita guerra

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 1/3/2017, 13:50
Avatar

Semper Fidelis

Group:
Mago
Posts:
7,899
Location:
Luce di stelle

Status:


× Off-Game ×


× Legenda
Narrazione
°Pensieri°
«Dialoghi»


Quanto era trascorso da quel periodo? Quanto tempo era passato quando aveva visto quel posto? Ormai aveva cercato di dimenticarlo. Aveva cercato di privare i suoi ricordi, di eliminarli. L'umanità non era ammessa in colui che su ogni altra cosa desiderava sacrificare. Perché solo attraverso il sacrificio avrebbe potuto raggiungere delle vette più alte; soltanto ergendosi su corpi massacrati nella rugiada mattutina avrebbe potuto percepire la vita vera, la vita da guerriero e da combattente. Gli mancavano i tempi dei duelli e del Quidditch, della coppa delle case e di tutto il resto, ma cos'erano quei giochi da bambini? Prima o poi tutti dovevano abbandonare la loro spada di legno, lasciare i trucchetti da ragazzi alle spalle e prendere la spada vera, quella di metallo. Eppure, la via del guerriero non era per tutti, a quanto sembrava. A quanto gli aveva detto Sirius. Molti preferivano la strada della bugia. L'indossare una maschera finché solo la vecchia e la morte non l'avrebbe distolta. Pochi preferivano la spada. Ancor meno ne avevano una.
Lui una ce l'aveva, ed era spezzata. Frantumata a metà sull'asse orizzontale, in diagonale, lasciando macchie incrostate su un lato e l'estremità tagliente sull'altro. Aveva promesso di ricostruire quella katana e di usarla per uccidere tanti nemici, quanti solo ne avrebbe potuti cogliere. Aveva giurato di frantumare, tagliare, recidere arti, strappare cuori e tagliare teste. E verso la realizzazione di quel giuramento si stava avvicinando largo balzo, metà spada al proprio fianco.
Eppure sentiva di non essere completa. Sentiva di non poter abbandonare completamente la sua umanità, i suoi ricordi, le sue emozioni. I sentimenti. I dannati sentimenti! Laddove avrebbe voluto usare il ferro e il fuoco per uccidere gli ultimi sentimenti verso una, - una sola! - persona, non ci riusciva. Era un perdente. Era solo qualcuno che non poteva cambiare sé stesso, e allora come avrebbe mai potuto cambiare il mondo?
La tempesta era vicino, l'urgano era in arrivo. In un modo o nell'altro avrebbe agito. In un modo o nell'altro avrebbe combattuto, fino allo strenuo delle sue forze, finché la morte non lo avrebbe preso lasciandolo riposare.
Ma non poteva farlo senza di lei.
Non sapeva dove fosse, non sapeva con chi fosse. Non sapeva se era da solo o con qualcuno. Sapevo, però, a proposito di quest'ultimo punto una cosa certa: se era con quel qualcuno, quel qualcuno sarebbe morto e la sua testa sarebbe stata impalata dinnanzi al cancello di casa sua. Non sapeva quale fosse stata la sua strada. E non sapeva se si ricordava ancora di lui.
Perché sentì un tremito nel cuore?..
Cercò d'ignorarlo e si ricordò del suo Grande Sogno: una guerra senza confini di sorta. Sì, voleva vederla insieme a lui ovunque. La voleva con sé, pur sapendo che sarebbe stato pericoloso per lei. E per lui. Sapeva che l'amore era pericoloso, eppure voleva Aquileia in quella guerra. Voleva che cavalcasse i suo draghi in mezzo alle nuvole. Voleva vederla portare un attacco dall'alto e dal basso, voleva vedere combattere in mezzo ai prati e nelle paludi.
Amava la guerra e amava Aquileia, e per tanto tempo non poteva dire quale fosse la cosa che amava di più. Voleva vedere quel volto angelico in mezzo al campo di battaglia, con gli studenti appena massacrati e pezzi di fegato sparpagliati qua e la lungo il manto erboso. Voleva vedere i suoi occhi bicolore durante l'assedio a Hogwarts e la resistenza del Ministero. Voleva vedere il suo volto a Londra, quando sarebbe stata risucchiata da draghi di fuoco nero. Avrebbe impiccato chiunque perché quella donna fosse con lui, perché assistesse alla sua Vendetta, perché non ignorasse il profondo dolore che portava nel cuore e perché lo capisse. Genocidio o pulizia etnica, cosa avrebbe importato, allora? Dal momento che con lei lo avrebbe finalmente completato, di nuovo, distogliendolo dai pensieri su di ei, avrebbe avuto le mani completamente libere. Brughiere e paludi, deserti e oceani... Ovunque il mondo avrebbe visto il vero Sogno del suo cuore. Il suo Grande Sogno.
"Perché ogni cosa ha bisogno di cadere in rovine..."
Eppure... non era abbastanza forte da agire da solo? Non era abbastanza egoista da mettersi in gioco?
"Fate la guerra e l'amore," - si ricordò uno slogan che gli piacque in un modo particolare. Il rosso e il nero trovavano una perfetta. Si mischiavano. Ed entrambi fornivano quelle emozioni per sentirsi vivi per davvero.
«Aquileia...» - bisbigliò, preso dalla nostalgia dinnanzi a una delle tante porte di quel posto. Non si erano conosciuti... lì? Sì, era proprio lì, - si ricordò. A quel tempo non pensava ancora che sarebbero diventati così... vicini. Non pensava che avrebbe voluto che lei ci fosse al suo fianco durante le offensive e le ritirare, durante i rastrellamenti e gli assassini. Eppure amava ogni suo aspetto, quei sorrisetti maliziosi, e quel fare tranquillo. Quelle luci e ombre le amava come le luci e ombre delle guerre nel mondo.
"Spazzeremo via insieme i nostri nemici," - pensò restando fermo, mani fuori dal mantello, maschera con la sua nota sul volto. - "Gioieremo insieme quando i nostri avversari salteranno in pezzi o verranno bruciati dai tuoi draghi. Brinderemo sui loro cadaveri e danzeremo sulle loro tombe, quando il mio Grande Sogno infuocherà in ogni parte di questo maledetto globo. Perché alla fine, volente o nolente, solo coloro che avranno risposto alla chiamata della Provvidenza, potranno costruire un mondo migliore."
Sentì di nuovo qualcosa nel suo cuore. Era un'emozione? Non lo sapeva dire. Il suo Grande Sogno sarebbe stato incompleto senza di lei, eppure non riusciva a spiegarsi tutto quello. Perché l'Amore, - sempre che tale fosse, - gli aveva dato così tanto alla testa? Perché non poteva privarsi del pensiero di lei anche dopo aver cercato di gettarla fuori dal suo cervello?
Sospirò.
"Ho dei problemi," - pensò poi, - "se non posso semplicemente rilassarmi e dare fuoco a tutto quello che vedo".
Non si riusciva a staccare da quel pensiero, e anche dopo aver pensato che ci sarebbe riuscito, aveva perso. Ora non aveva scelta: doveva o tornare indietro, o tagliare il legame del tutto. E non tornarci più. Non tornarci più per nessun motivo.
«Voglio essere triste e felice di nuovo,» - bisbigliò di nuovo. - «Insieme a te.» - Strinse il pugno. Sarebbe arrivata... anche lei? Sarebbe arrivata a stringere quell'alleanza? A iniziare quel gioco?
Sarebbe arrivata lì e da allora avrebbe scoperto un mondo nuovo?
Avrebbe risposto alla sua chiamata?



~ Punti Salute: 318
~ Punti Corpo: 345
~ Punti Mana: 498
~ Punti Esperienza: 70,5
 
Top
0 replies since 1/3/2017, 13:50   43 views
  Share