Crepa il C.R.E.P.A.

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view post Posted on 23/4/2017, 19:54
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LA MANGIAMORTE

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Era una giornata dall’aspetto primaverile e la strega, che per tutto il rigido inverno aveva indossata gonne lunghe e pesanti, quel giorno sfoggiava una tunica lunga fino al ginocchio, di un cupo verde smeraldo, un poncho gettato sulle spalle color panna la riparava da possibili folate di vento, mentre ai piedi, indossava stivali in pelle di drago usurati e poco ben tenuti, mentre la cintura, che le segnava la vita, aveva la fondina per la bacchetta ben visibile agganciata al lato sinistro. Le gambe erano nude, come nude erano anche le braccia, se non per quel polsino in pelle incantato che le copriva in modo magistrale il marchio scuro che le segnava la pelle nell’avambraccio sinistro.
Se ne stava appoggiata ad un basso muretto in muratura, la mano sinistra reggeva un sacchetto con lo stemma di mielanda e la destra, ogni tanto scompariva all’interno di esso per poi riemergere con un qualche dolciume da affossare tra le fauci. Era li per osservare il banchetto del C.R.E.P.A., aveva intenzione di tornare a lavorare per la gazzetta del profeta e il suo articolo di prova prevedeva una descrizione dettagliata della giornata anche se la cosa, non l’entusiasmava particolarmente: non le piacevano gli elfi domestici o per meglio dire, le piacevano quando facevano i domestici, purtroppo per lei non era mai stata ricca abbastanza per possederne uno ma quando era insegnante, apprezzava il fatto di non dover preoccuparsi di nulla, tutti i giorni trovava il letto rifatto, le sue cose in ordine, la polvere lontana dai mobili e il bucato pronto, erano cose che non facevano per lei, usava gli incantesimi per aiutare nelle faccende domestiche con svogliatezza, certa del fatto che la magia avesse ben altri scopi e la sua abitazione a Spinner End ne risentiva particolarmente. Era proprio in memoria di quel ricordo che non capiva come un gruppo di studenti potesse volere la libertà degli elfi. Non avevano ancora capito che cosi facendo nessuno avrebbe più cucinato per loro e rammendato i loro calzini? Scosse il capo a quel pensiero, infilando tra le labbra un ape frizzola, levitando qualche centimetro da terra mentre masticava la caramella e perdendo lo sguardo sui passanti. Tra di loro vi era una giovane donna che attiro il suo sguardo, era pallida, la lunga chioma rossa ondeggiava ad ogni passo e la trovava particolarmente bella nonostante il crine ambrato. A Rowena erano sempre piaciuto le cose belle, anche se a volte non se le poteva permettere, fu cosi che gli occhi nocciola, si soffermarono su quella presenza a lungo, incurante che la cosa potesse recare disturbo alla malcapitata.
 
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Maarla
view post Posted on 24/4/2017, 16:09




Maarla Hellström. ( ) « Primo Victoria. » Una calda giornata primaverile, cielo ceruleo senza nuvole, un'enorme palla infuocata che splendeva indisturbata e fine settimana, sinonimo di "studenti a zonzo": non poteva scegliere giornata peggiore per recarsi al Villaggio di Hogsmeade.
Quella mattina indossava un abito color petrolio lungo fino alle caviglie, con una scollatura che le lasciava scoperte le spalle diafane e maniche che le ricadevano morbide sulle braccia.
Ai piedi un paio di stivaletti neri con circa dieci centimetri di tacco largo, semplicissimi.
Molti degli abitanti di Hogsmeade si erano rintanati nella penombra delle loro case fresche, con le finestre aperte a metà, nella speranza di indurre la leggera brezza primaverile a entrare.
Le strade erano affollate per lo più da -come immaginava- studenti, streghe e maghi intenti a fare acquisti e negozianti. Questi ultimi, approfittando della bella giornata, avevano allestito delle bancarelle fuori da ogni bottega.
Maarla vi passò accanto, guardando con disinteresse gli oggetti esposti.
Non era al villaggio per acquistare cianfrusaglie o fagottini ripieni di Burrobirra. La sua meta era un negozietto nascosto alla vista dei più, in cima ad una piccola scalinata in un isolato e poco frequentato viale di Hogsmeade.
Per raggiungerlo, però, avrebbe dovuto prima imbattersi nella frenesia della High Street.
Iniziò a percorrerla a grandi passi, voleva lasciarsi alle spalle il più in fretta possibile tutto quell'allegro vociare così fastidioso, ma fu rallentata da una fiumana di gente che occupava gran parte della strada.
In mezzo alla via c'era un banchetto; pochi lo evitavano, in molti si fermavano.
Un gruppo di studenti stava in piedi lì davanti, alle loro spalle un cartello con la scritta 'C.R.E.P.A.' a grandi lettere e la foto di un elfo domestico.
La piccola creatura aveva enormi orecchie da pipistrello e due occhi verdi sporgenti, grandi più di un boccino. Indossava un sudicio cencio annodato alla spalla, interamente macchiato, ma meglio non sapere di cosa.
In quel momento non era in grado di decidere cosa fosse più ridicolo tra l'assciazione in sè e le persone che vi facevano delle donazioni, tutte così fortemente coinvolte dalla causa. Per loro poteva anche essere giusta, ma per lei era inutile, così come sarebbero inutili gli elfi una volta liberati.
Si strinse nelle spalle, non le interessava trovare una risposta a quel quesito.
Lasciò che gli studenti continuassero a manifestare, con fervore, per la liberazione degli elfi domestici e proseguì, scansando alla bell'e meglio quella marmaglia. Voltandosi non potè fare a meno di incrociare lo sguardo di una donna che si teneva ben lontana da quel baccano, appoggiata ad un muretto. Aveva lunghi capelli, scuri e indomabili, e occhi nocciola che la squadravano da cima a fondo.
Infastidita ricambiò lo sguardo, con occhi ridotti ormai a due fessure per la molesta luce del sole.
La conosceva?

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Edited by Maarla - 4/6/2017, 23:06
 
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view post Posted on 1/5/2017, 10:44
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LA MANGIAMORTE

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Il banchetto fatto a forma di uovo di pasqua era un qualcosa che reputava sciocco, eppure sortiva un discreto successo e un nugolo di persone, come se fossero piccioni pronti ad avventarsi su un tozzo di pane, si stava radunando attorno ad esso, mentre il piccolo elfo domestico, vestito di un lurido straccio e con quell’espressione tra lo spaventato e il servizievole, veniva circondato da estranei che lo adulavano con commenti da far accapponare la pelle di qualsiasi persona dotata di un minimo di buon senso: lo trattavano alla stregua di un cagnolino carino e coccoloso, qualcosa di veramente vomitevole per la mangiamorte, ma le sue attenzioni, non era certo per il siparietto che si stava tenendo, erano per la giovane e bella donna che le stava ricambiando lo sguardo.

L’ape frizzola venne ingoiata, il suo effetto terminò nel medesimo istante in cui il dolciume scese in gola e la levitazione da terra cessò, tornando con il gomito destro appoggiato al muretto e un espressione tra il rilassato e il divertito stampata sul volto. Il sacchetto, che reggeva nella sinistra venne sollevato in direzione della donna e agitato dolcemente, le labbra si stirarono in un sorriso cortese e le sopracciglia leggermente sollevate, in quello che sembrava un invito ad unirsi a lei. Non poteva offrire molto, aveva solo dolciumi con cui poterla attirare a se ma in caso lei avrebbe rifiutato l’invito, avrebbe trovato un altro modo per avvicinarla: voleva conoscerla, l’incuriosivano le sue movenze, il camminare spedito e i capelli ramati, come lo sguardo, fiero e imperturbabile che ora si era posato sulla sua presenza. Era qualcosa di cui Rowena si sarebbe voluta circondare, non aveva intenzione di bramirla e sedurla come se fosse stata un uomo, ma era intenzionata a prenderla nella sua cerchia, di sfruttare quella sua bellezza in qualche modo. Inoltre si chiedeva cosa c’era dietro quel bel involucro. Rimase in attesa, il sacchetto di dolciumi proteso verso di lei.
 
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Maarla
view post Posted on 2/6/2017, 05:50




Maarla Hellström. ( ) « Primo Victoria. » Non aveva incrociato lo sguardo della donna per sbaglio. Lei la stava fissando.
Le sue intenzioni non tardarono a palesarsi: cercava di attirare la sua attenzione e lo stava facendo agitando davanti a sè quello che -a prima vista- sembrava un sacchetto di Mielandia , con movimento lieve e ripetuto.
Maarla continuò a scrutarla per qualche istante, sotto il cielo limpido di quel pomeriggio a Hogsmeade.
Il sole accentuava le sfumature dei suoi capelli bruni e conferiva ai suoi occhi un innaturale sfolgorio.
Ciocche scure e ribelli le circondavano il volto, rilucente sotto i raggi di quella sfera infuocata.
Era una donna affascinante, dai lineamenti particolari, ma certamente gradevoli.
In quel momento la giovane strega decise che i suoi acquisti potevano aspettare, almeno per un po'. Senza un apparente motivo aveva solleticato la curiosità di quell'estranea ed ora era intenzionata a capirne la ragione.
Mosse qualche passo avanti, badando a fermarsi appena prima del punto in cui la mano tesa della sconosciuta agitava a mezz'aria il sacchetto di dolciumi.
- Spero siano Bacchette di liquirizia. -
La donna stava sorridendo; un sorriso sincero e autentico che Maarla ricambiò con uno appena accennato, quasi impercettibile e fugace.
Ne osservò il viso per qualche secondo e dopo aver constatato che sì, aveva decisamente fascino, abbassò gli occhi color smeraldo in direzione degli zuccheri.
Non era mai stata un'amante dei dolci; avrebbe fatto una piccola eccezione solo per della liquirizia, ma questa non fu necessaria. Il sacchetto era colmo esclusivamente di Api Frizzole.
- Direi di no. Peccato. -
La giovane strega si strinse nelle spalle. Fece un passo alla volta del muretto e vi si appoggiò. Le braccia incrociate al petto, il gomito destro a pochi centimetri dal braccio sinistro della donna. Guardò con noncuranza quel penoso corteo di manifestanti prima di riprendere la parola.
- Patetico, non è vero? Un'associazione per la liberazione degli elfi domestici, che sciocchezza! Ne sentiranno la mancanza quando dovranno lavarsi le mutande da soli. -
Una risata sardonica, che durò più del previsto, accompagnò la fine della frase.

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Edited by Maarla - 4/6/2017, 23:05
 
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