~ I really need a Unicorn, Privata.

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view post Posted on 10/5/2017, 14:30
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Scheda Thalia J. Moran Prefetto Tassorosso
La piuma scorreva veloce sulla pergamena, lo scricchiolio costante era l'unico rumore che la sua mente non era riuscita ad isolare. Il sabato era praticamente il giorno della settimana che preferiva di più; la Sala Comune immersa nel silenzio più religioso che si potesse desiderare e poche anime di passaggio dirette chissà dove, là dove il suo sguardo non avrebbe potuto seguirle.
Cercare di trovare argomenti convincenti per far sapere ai suoi genitori che tutto proseguisse nel migliore dei modi non era più così facile come un tempo: Fiona avrebbe potuto semplicemente confutare la sua versione con una parola e, conoscendola, non sarebbe stata in grado di mantenere un segreto.

*Scrivi di ciò che sai.*
Sembrava scontato, ma quella regola le avrebbe salvato la vita, prima o poi. Smise di scrivere, giusto il tempo di intingere la piuma nella boccetta d'inchiostro nero come la pece, scorgendo un profilo noto di passaggio. A differenza di altri, quei capelli biondi le erano familiari.
Amber non era esattamente un'amica, non nel senso stretto del termine, ma avevano vissuto insieme alcune esperienze tra le più significative - almeno per la strega irlandese - fino a quel momento. Il Messico aveva provato entrambe, il corso di Trasfigurazione Animata le aveva viste insieme alla ricerca di risposte e la diciassettenne si era dimostrata un'insegnante paziente nei suoi confronti. Accadeva di rado che qualcuno le spiegasse qualcosa, così come raramente accadeva che la Tassina mettesse da parte l'orgoglio di riuscire a cavarsela con le sue sole forze.
Per qualche ragione sconosciuta sentì di dover entrare in contatto con lei, percependo l'impellenza di mettere le basi per una conversazione sebbene non fosse prettamente necessario.

«Amber?» - il tono incerto, preoccupata di poterla disturbare in qualche assurdo modo, squarciò il silenzio apparente del momento, mentre lentamente posava la piuma sul tavolo.
«Stasera siamo di ronda insieme, giusto?» - chiese, prima ancora che la bionda potesse rispondere al richiamo precedente. C'era sempre un velo d'imbarazzo nell'interpellarla, come se qualsiasi agente esterno che entrasse in contatto con la Prefetta scalfisse a malapena la corazza che sembrava indossare ad ogni ora del giorno. Sorrideva di rado, lo aveva notato in qualche occasione, qualcosa che differiva sostanzialmente dalla sua attitudine quotidiana.
«Nel pomeriggio dovrei essere di ritorno da Zarathustra e, forse, potrei anche finire quel compito di Erbologia.» - commentò, indicando con l'indice un libro ed un foglio di pergamena racchiuso all'interno, per spostare poi lo sguardo sugli occhi verde-acqua della ragazza. Il programma poteva risultare noioso, forse, ma quel compito attendeva da troppo e le ronde, di certo, non potevano essere saltate.
Si accorse solamente ad un secondo sguardo di che cosa la Tassina reggesse tra le mani: sembrava un volantino, ripescato da chissà quale angolo remoto di un baule. Riconobbe l'insegna solamente in un momento successivo, quando una smorfia divertita le dipinse il volto, iniziando a chiudere la boccetta d'inchiostro.

«Ci sei mai stata? Io vorrei pranzare lì almeno una volta. Mio cugino ci passava i fine settimana quando studiava qui.»Desmond era famoso per le sue scorrerie durante il sesto ed il settimo anno, ma tutto ciò era accaduto quasi cinque anni prima. Probabilmente Amber non aveva idea di chi stesse parlando.
«Credo che per superare la ronda di stasera...» - e qui abbassò la voce, sporgendosi appena verso la compagna - «...una cena fuori di qui serva. Altrimenti impazzisco.»
Era Prefetto solo da poche settimane ed Amber, in confronto, poteva dirsi una veterana sul campo. Non credeva avrebbe rifiutato la sua idea, ma onde evitare spiacevoli risposte, la precedette un'ultima volta.
«...sempre se non hai nulla di meglio da fare.»

*


Avevano stabilito di incontrarsi all'ora di cena, fuori dal locale più controverso di Hogsmeade.
Non era mai stata alla Testa di Porco e se suo nonno l'avesse saputo l'avrebbe riportata di corsa ad Hogwarts, intimandole di tornare al proprio dormitorio senza passare per la Sala Grande.
Connor amava l'eleganza, aggettivo che non si poteva dire andasse esattamente a braccetto con il concetto alla base della gestione del locale. Sapeva che Violet lavorava lì come cameriera; il fatto di potersi ancorare a lei come ad un salvagente in caso di necessità la rincuorò solamente per cinque secondi, il tempo di spostarsi dall'ingresso per fare spazio a due maghi sconosciuti che dovevano di certo aver dato fondo alla bottiglia.

*Se Desmond veniva qui davvero forse non lo conosco così bene.*
Le mani nelle tasche della giacca a vento, lo sguardo rivolto all'orizzonte alla ricerca della Prefetta e il pensiero alla ronda che si sarebbe svolta di lì a poco. Si augurò di non trovare nessun Tassorosso fuori posto, sarebbe stata una pessima conclusione per quella settimana apparentemente tranquilla.
Iniziò a giocherellare con un ciottolo a lato della stradina, spostandolo a destra o a sinistra prima con un piede e poi con l'altro.
Una volta che Amber fosse arrivata, l'avrebbe accolta con un sorriso.

«Entriamo?»
Una proposta poco allettante forse, l'idea che si era fatta di Amber in quegli anni era di una ragazza dalle rigide preferenze, fissa nei propri concetti. Se fosse sopravvissuta alla Testa di Porco, allora, sarebbero sicuramente state ben più che semplici colleghe.
All'irlandese sperimentare piaceva fin troppo e, varcando la soglia, si convinse di aver scelto il luogo giusto per mettere a nudo la propria intenzione.

«Carino, no?» - commentò maliziosamente, guardandosi attorno incuriosita. Alla vista di tanta polvere Shyneid si sarebbe strappata i corti capelli biondi, mentre suo nonno avrebbe rivolto al tutto l'aria schifata di cui avrebbe degnato uno Schiopodo, le creature che meno sopportava al mondo. In parte capiva la ragione di tanto clamore nelle parole di Desmond e, se non altro, il bancone era rimasto più o meno lo stesso dell'ultima festa di Halloween. Quella sera le finestre erano state addobbate pesantemente e, a confronto, il tutto sembrava decisamente spoglio.
«Ti lascio l'onore di scegliere il posto che preferisci... Se riesci a trovare un tavolino decente.»
Rivolse uno sguardo divertito alla Tassina, incrociando le braccia al petto ed attendendo la sua scelta definitiva.
 
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view post Posted on 11/5/2017, 09:14
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Aveva sperato fino in ultima che quello nascosto dietro la statua del cavaliere impavido non fosse altri che Pix. Ed invece si era rivelato l'ennesimo studente del primo anno che, in barba alle regole, aveva deciso di sgattaiolare verso la torre di Astronomia, oltre il coprifuoco. Sospirando si passò una mano sulla fronte, «Avanti, esci da lì. Ti vedo.» Il tono apatico non permise alcuna replica. L'iter lo conosceva, sapeva cosa doveva fare. L'unica nota curiosa era data dal volantino che il bimbo stringeva in mano. Amber se lo fece consegnare per pura curiosità, con l'intenzione poi di ridarglielo. Su una carta grezza lampeggiava il simbolo di un noto locale di Hogsmeade; la Testa di Porco. Difficilmente qualcuno spendeva parola positive su quella bettola, ma il menù le era sempre sembrato.. invitante. Dopo avergli dato una breve letta, lo porse al suo legittimo proprietario, che però aveva approfittato di quella distrazione per svignarsela sotto il suo naso. *Perfetto!* Difficilmente la Tassa dimenticava un volto, lo avrebbe ritrovato prima o poi, motivo per cui decise di non rincorrerlo, era ormai alla fine del suo turno di ronda e l'unica cosa di cui sentiva davvero bisogno era il proprio letto in dormitorio. Si sarebbe infilata sotto le lenzuola e non ne sarebbe uscita fino al mattino successivo, godendosi una sveglia appena più tarda. D'altronde, il giorno dopo sarebbe stato un Sabato. *Lode al Sabato..*

△△△

Quando giunse in Sala Comune, la mattina di quel meraviglioso "Finalmente-Sabato", la trovò tranquilla e silenziosa. L'episodio della sera precedente sembrava ormai il sogno di un'immaginazione troppo fervida. Era mai esistito quel ragazzino, o la stanchezza aveva fatto tutto da sé? L'unica prova della sua - apparente - non follia, era il volantino che per motivi ignoti aveva ancora tra le mani. Spiegazzato e ruvido, era riuscito a guadagnarsi un passaggio fino alla Tana. «Thalia?» La concasata dai capelli rossi, la cui voce ormai era registrata nella memoria di Amber, la richiamò, ricordandole che la ronda di quella notte sarebbe stata particolarmente pesante. Non sarebbe però stata sola, perché proprio il nome di Thalia era apparso sul tabellone accanto al suo.«Si, dalle ventidue a... non farmici pensare.. le tre, credo.» Rispose lasciando che un sospiro descrivesse al meglio il pensiero mal celato. Le ronde notturne non le dispiacevano più da quando aveva appreso come vedere al buio, ma non mancava di sobbalzare quando i vecchi signorotti dei quadri alzavano il volume del loro russare, d'improvviso. In genere con la rossa non aveva mai scambiato più di qualche parola di circostanza, escludendo lo strano approccio richiesto dall'ultima lezione di Barrow, rimase quindi colpita dall'evolversi successivo degli eventi. Tra una chiacchiera sul turno di lavoro ed una sugli impegno scolastici, Thalia le propose di cenare assieme, proprio alla Testa di Porco. Inizialmente la Tassa aveva creduto di dover aiutarle la compagna con i compiti di Erbologia, ma fu lieta di ricevere un invito di tutt'altra natura. «Non ci sono mai stata, in effetti, conosco il Villaggio come le mie tasche ma quel posto.. no Le voci che circolavano non erano delle più lusinghiere, si raccontava che accogliesse personaggi delle peggiori specie, ma si trattava pur sempre di un locale al centro di un villaggio, cosa sarebbe potuto accadere loro? E poi, doveva anche ammettere che i piatti elencati in quel menù sgualcito sembravano particolarmente invitanti. «Penso che tu abbia ragione...» asserì con un mezzo sorriso, anche se ormai poteva dirsi abituata alle ronde, accumulare la giusta energia non poteva essere un male. «Probabilmente andrò in Villaggio un po' prima, ci troviamo direttamente lì, ok?» Avrebbe solo atteso di vedere confermato quell'ultimo punto, prima di salutarla ed avviarsi verso la Sala Comune.

△△△

Non si sarebbe mai aspettata una serata simile, una cena fuori con una ragazza che non poteva nemmeno dire di conoscere troppo bene. Non erano amiche, ed Amber sapeva benissimo che in parte era colpa sua e della sua straordinaria capacità di allontanare ogni essere dell'universo. Non che le dispiacesse, aveva sempre fatto della sua riservatezza un vanto, ma approfondire qualche conoscenza non le avrebbe fatto male, le sarebbe bastato effettuare la giusta selezione. Tra la missione in Messico ed il Gargòllo, Thalia si era indubbiamente guadagnata l'interesse della Tassa e la possibilità di farle compagnia in quella serata di primavera. Con tutta l'intenzione di non attirare eccessivamente l'attenzione, Amber aveva indossato abiti prettamente scuri, e la cappa nera era tirata quasi fino alla fronte. Era curiosa, voleva mettere alla prova i suoi nervi e se stessa, entrando nel locale più controverso di Hogsmeade, con la speranza di uscirne illesa. Un tempo non avrebbe nemmeno mosso un passo in quella direzione, ma ora, dopo aver maturato una certa esperienza, era quasi sicura di poter riuscire nell'impresa. E poi non era sola, c'era Thalia che le aveva sempre dato l'idea di essere una combattente eccellente. Mentre gli stivaletti calpestavano silenziosamente le pietre che componevano la via principale, la bionda si vide riflessa nella vetrina del negozio più vicino. Si fermò appena un secondo, il tempo necessario per immaginare riflesso lo sguardo quasi contrariato di Killian, lo stesso che le aveva riservato all' Edgar Wallace Pub. " Lo frequenti spesso questo posto?" Le sue parole risuonarono nella giovane mente come un ammonimento, ma prima che la sua immaginazione decidesse di esagerare, Amber sorrise di rimando e l'immagine svanì lasciando riflessi solo due paia di occhi verde acqua. Sapeva cosa stava facendo, almeno quella volta. Riprese il percorso, ed in meno di un minuto si trovò di nuovo ad incrociare lo sguardo di Thalia. «Entriamo» Confermò, senza che ce ne fosse davvero bisogno. Orgogliosa, come sempre, non si sarebbe più tirata indietro, anche se l'olezzo generale del posto non poteva dirsi dei migliori. Sapeva perché si trovava lì, in parte voleva dismettere l'aura di "nobiltà" che spesso in molti le attribuivano. Si, aveva una Villa, ma non viveva lì, viveva a casa con John ed era ben diverso, poteva sopportare un posto pittoresco e strambo come quello. «Oh, certo.. se ti piacciono i Troll.» Rispose all'ironia con l'ironia, mentre entrambe si facevano largo nel locale, ancora non troppo affollato. Decise, per istinto di sopravvivenza, di non ispezionare gli avventori del momento, per evitare di dover tornare rapidamente sui suoi passi. Alzò appena il sopracciglio in direzione di Thalia, quando questa le assegnò l'ingrato compito di scegliere un tavolo "decente", poi, con un mezzo sorriso, osservò i tavolini in legno, alcuni erano decisamente troppo lunghi, non aveva la minima intenzione di lasciar spazio ad eventuali seccatori. Impiegò un buon minuto prima di scovare un tavolo abbastanza distante dall'ingresso, «Quello!» esclamò prima di lanciare un fugace sguardo all'altra Tassa ed incamminarsi per raggiungerlo. Passò in mezzo tra quello che aveva tutto l'aspetto di un mezzogigante ed una sottospecie di Elfo, tenendo il cappuccio ben abbassato in fronte. Il quadrato in legno, sorretto miracolosamente da quattro gambe, era spoglio... eccezion fatta per una candela molto consumata. La cosa che poteva apprezzare di quel locale era il buio. Niente strane luci babbane e niente luminosità. L'atmosfera cupa che dava la possibilità a chiunque di vivere in quella penombra di anonimato era la indubbiamente la caratteristica più apprezzabile di quel postaccio. Si sedette, abbassando il cappuccio solo alla fine. Il finestrone che aveva alla sua destra era talmente abbandonato a se stesso, da rendere impossibile guardarvi attraverso. «Come mai hai scelto questo posto?» chiese infine, certo era lei che aveva il volantino in mano, ma in effetti nulla avrebbe vietato che da uno spunto si optasse poi per muoversi verso un locale differente.


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Edited by ˜Serenitÿ - 11/5/2017, 10:37
 
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Scheda Thalia J. Moran Prefetto Tassorosso
L'ambiente circostante non poteva certo essere definito il migliore del piccolo Villaggio e, tuttavia, conservava una sorta di autenticità difficilmente reperibile altrove. Durante l'ultima festa di Halloween non aveva avuto modo di sondare il terreno con attenzione, ammirando i dettagli di quel locale che sembrava decisamente una bisca clandestina più che un locale vero e proprio.
Il mantello scuro le copriva il corpo, nascondendo gli abiti babbani indossati per la serata. Nulla di troppo eccentrico: un paio di jeans chiari ed un maglioncino blu dai bordi lievemente sdruciti.

«Direi che è perfetto. Hai buon occhio signorina Hydra.» - commentò ridacchiando, spostando una ciocca dei capelli ramati dal viso. Seguì la compagna al tavolo prescelto, ammirando la candela quasi del tutto esaurita posta al centro del tavolo stesso. Il legno grezzo, le sedie malmesse e un odore piuttosto penetrante che non riusciva ad identificare le diedero l'occasione di rispondere alla provocazione di Amber, assumendo un tono divertito e, naturalmente, sarcastico.
«E comunque... io adoro i Troll.» - mormorò, togliendosi il mantello con un gesto veloce ed adagiandolo sullo schienale del proprio posto - «Se non ami i Troll quanto li amo io... beh. Non posso cenare con te se abbiamo gusti diversi.»
Non aveva idea di come avrebbe reagito a quella frecciatina, la prima di una lunga serie. Amber per lei era un mistero, una maschera di impenetrabile rigidità che, prima o poi, sarebbe riuscita ad eliminare scrutando la vera natura della Prefetta.
Con quel proposito, una volta seduta, si prese un momento per studiare i suoi comportamenti.
Di certo era una strega in gamba e, nel corso degli anni ad Hogwarts, erano state poche le persone ad attirarla in quel modo. La precisione era un tratto distintivo della ragazza, si notava nel suo modo di vestire e nel modo di porsi, attraverso il quale traspariva un'educazione rigorosa, ma non troppo rigida. Studiosa e diligente, era Prefetto sin dal suo arrivo ad Hogwarts. Eppure, sotto quella coltre di rigidità e compostezza, doveva celarsi un animo buono, nascosto per chissà quali ragioni al resto del mondo.
Tutti avevano una storia, era convinta che anche la Tassina seduta di fronte a lei ne avesse una e, per giunta, piuttosto interessante.

«Come? Non apprezzi anche tu la sobrietà del posto? E l'aura di mistero? Le storie più interessanti si ascoltano qui.» - così dicendo si sporse verso di lei, ridacchiando prima ancora di finire la frase - «...e poi sono curiosa di assaggiare i piatti tipici
Riprendendo una posa composta e guardandosi attorno, si sentì in diritto di porre la stessa domanda ad Amber. Fare domande ed ottenere risposte era praticamente il suo pane quotidiano.
«Vederti seduta qui è praticamente un miracolo. Perché hai accettato di venire con me?» - nessun sorriso incorniciò quella semplice domanda, eppure l'espressione serafica dell'irlandese avrebbe potuto mettere Amber a proprio agio o così almeno si augurava.
 
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view post Posted on 12/5/2017, 23:04
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Sarebbe stato inutile prendersi in giro, dal momento in cui aveva messo piede lì dentro, Amber aveva iniziato a rimpiangere la sua decisione. Ma, come sempre, lontano da occhi indiscreti, nella profondità della sua frastagliata anima, la Tassa aveva assistito alla discussione tra due diverse metà, ed alla fine era stata la curiosità a spuntarla, unita al desiderio di poggiare ancora una volta la maschera sul tavolo. L'incognita maggiore, però, si rivelò proprio la compagnia scelta, più che il posto. Dalla Testa di Porco sapeva cosa aspettarsi, dalla rossa... decisamente meno. Non si era fatta una precisa opinione su di lei, non era una mina vagante come Eloise, ma non possedeva il livello di totale riservatezza della Alistine. Era diversa, e forse era lei la giusta via di mezzo tra due caratteri agli antipodi. Quel che però non le mancava, contrariamente a quanto Amber aveva immaginato, era la parlantina. La battuta sui Troll venne ripresa e perfino portata su un nuovo livello, e quello fu un toccasana perché le consentì di distrarsi e non iniziare fin da subito ad ispezionare davvero quel locale. Perfino un sorriso ironico smosse le sue labbra, «Ah, caspita.. se la metti così dovrò lasciare il posto ad uno degli avventori.» proseguì sulla scia dell'ironia, che sembrava una valida alternativa a conversazioni per le quali lei non si sentiva minimamente portata, ma che il resto del mondo definiva: normali. «Sai, sono più una da.. » Pirati «Licantropi» Incredibilmente portò a termine la frase, nonostante la défaillance dall'incipit possibilmente catastrofico. Essere in grado di affrontare temi semplici era un'abilità con cui non era nata, o che sicuramente si era assopita negli anni, salvo poi ripresentarsi in piena adolescenza, spinta dalla spilla del Prefetto. Non aveva smesso di preferire i luoghi silenziosi e tranquilli, o le conversazioni caute e ragionate, ma aveva imparato ad usare anche quella nuova arma per difendersi da occhi indiscreti in modo più "socialmente accettabile". O almeno quello era quanto si era raccontata. Piegò il mantello con cura, per evitare che scendendo arrivasse a toccare il suolo. Alcune ciocche, sfuggite alla particolare treccia usata per raccogliere la cascata bionda, le sfiorarono la spalla, mentre tornava a guardare davanti a sé. Al collo portava un ciondolo particolare, un dono ricevuto a Natale, un amuleto che raffigurava la figura mitologica di Persefone. Tristemente ironico, era esattamente la metafora di quanto recentemente le era accaduto, e di quanto ancora stava accadendo. Ancora si chiedeva perché, tra le tante persone socievoli che affollavano la loro Tana, Thalia avesse scelto proprio lei per quella cena. Poteva trattarsi solo di una questione di ronde? «Al contrario, quest'aura di mistero è affascinante.. »per quanto immaginasse che la rossa stesse continuando a scherzare, il tono di Amber divenne più serio, c'era un fondo di verità, ed altro non era che la curiosità che l'aveva spinta a varcare la soglia del locale. Chiedersi quali fossero le storie altrui le permetteva di non pensare alla sua, di storia. Prima di finire la frase e descrivere quanto quel menù avesse effettivamente giocato un gran ruolo nella sua decisione, una frase di troppo la zittì all'improvviso. Non poteva sapere con quale intenzione Thalia l'avesse espressa, ma in cuor suo Amber si sentì in colpa verso l'intero genere umano in un solo secondo. La rossa aveva ragione, era un miracolo vederla lì, con lei, in quel posto, ed in parte sarebbe sempre sembrata una nota discordante in una sinfonia quasi armoniosa, ma era necessario sottolinearlo? Si, si era resa inavvicinabile - o quasi - ma aveva le sue ragioni. Lo sguardo chiaro si spense un attimo, mentre veniva smosso in cerca di qualunque altra cosa potesse attirare l'attenzione. Erano una di fronte all'altra, fuggire sarebbe stato impossibile, ma ad una domanda così diretta, difficilmente sarebbe riuscita a rispondere. «Suppongo ci sia una prima volta per tutto. Anche per la.. »in suo aiuto intervenne il menù descritto sul volantino che ora giaceva in qualche cestino del Castello, «.. bistecca di Unicorno? »* non penso sia legale..* Sperò che quel primo tentativo di deviare l'attenzione servisse allo scopo. La verità era che non c'era una riposta alla domanda che la concasata le aveva posto, e quella più sincera non le sarebbe sicuramente piaciuta. «Hai già trovato qualcosa di interessante?»


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Scheda Thalia J. Moran Prefetto Tassorosso
Alla parola "Licantropi" non poté fare a meno di sussultare appena, dissimulando il momento di spiacevole imbarazzo schiarendosi appena la voce. Una parte di lei si augurò che Amber non avesse fatto caso al suo comportamento e si maledì per essersi lasciata andare tanto facilmente a pensieri poco piacevoli.
Aveva sempre pensato ai Licantropi come esseri umani, vittime di una maledizione che non avevano potuto rifiutare. Questo era vero, finché non ne aveva visto uno - in carne ed ossa - pronto a sbranarla. Sembrava che la sua vita fosse legata a doppio filo con una di quelle minacciose figure, esseri che comparivano nei suoi sogni e che sembravano essere collegati al suo destino.
Non disse nulla, evitando così di iniziare una conversazione che le avrebbe portate a percorrere sentieri tortuosi e dedali di pensieri inespressi prima di allora.
Fu per quell'imbarazzo generale, forse, che si permise di rispondere alla domanda successiva con molta - forse troppa - enfasi.
Sembrava che tutto fosse tornato alla normalità quando, per una frazione di secondo, ebbe l'impressione di avere osato troppo.
Forse la sua non era stata una domanda intelligente - lo sguardo della Tassina si rivelò fondamentale per quella riflessione immediata -, ma di certo era stata generata dalle più rosee intenzioni. Sicuramente non si sarebbe permessa di rivolgere una domanda tanto scomoda ad un interlocutore diverso, più restio alla compagnia dei coetanei; nei loro precedenti e sfuggevoli incontri, Amber aveva dimostrato di essere differente e, benché probabilmente la bionda ci credesse poco, sapeva essere malleabile, adattandosi alle situazioni che la vedevano coinvolta.
Non avrebbe facilmente dimenticato il loro primo contatto in Messico, contro quell'esiguo gruppetto di Ashwinder. Quel giorno erano riuscite a collaborare, fidandosi ciecamente l'una dell'altra, più per necessità che per reale amicizia. Eppure quel primo episodio aveva dato vita ad una serie di saluti distratti in Sala Comune, a qualche sporadica chiacchiera durante le feste di Natale e - soprattutto - ad un'alleanza nata per gioco nel corso delle lezioni facoltative di Barrow.
Non se la prese troppo per quel tentativo di sviare l'attenzione dal focus principale ed un timido sorriso si delineò sul suo volto.

«Credo non sia esattamente legale, ma se nessuno si è mai lamentato, direi che sarebbe il caso di provare.» *Anche se gli unicorni ti piacciono da quando hai sei anni* «Mio cugino dice che servono anche le bistecche di Ippogrifo... ma che non sono esattamente... tenere
Il fatto che Desmond avesse avuto l'ardire di cenare lì dentro dava l'esatta idea del perché, quasi dieci anni prima, fosse stato smistato a Grifondoro. Il coraggio era la sua virtù, la sua forza e - probabilmente - sarebbe divenuta la sua debolezza.
«Non credo sia possibile ordinare qualcosa di più... leggero. Anche perché non renderemmo giustizia alla cucina, non credi?»
Concluse in fretta, prima di poter dire qualcosa che potesse turbarla ulteriormente. Si erano entrambe dimostrate capaci di toccare i rispettivi tasti dolenti: non era il caso di proseguire su quella scia.


Violet, siamo pronte ad ordinare :fru: intervieni quando vuoi!
 
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view post Posted on 17/5/2017, 20:21
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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I really need a Unicorn - Una faticosa giornata di lavoro -
Cameriera_Testa_di_Porco
Quella non era per niente la giornata giusta per lavorare, sentiva il suo stomaco he si contorceva fra le sue budella, minacciandola quasi di far esplodere l’intero contenuto sporcando ancora di più quel locale che decisamente di pulito aveva ben poco eppure ei ci provava in tutti i modi. Quel giorno non aveva voglia di fare riflessioni su quante lei e il Testa di Porco fossero simili, pensava solo a correre per cercare di pulire al meglio i tavoli che avevano davanti e per andare dai clienti anche se iniziava a non vedere più nulla e spesso veniva guidata dalla voce di Henry che se ne stava dietro al bancone per servire i cocktail e, tutto divertito, continuava ad indicare tavoli e persone che si avvicinavano e che chiedevano di essere servite.
Aveva bisogno di una pausa, non ce la faceva più.

«Henry…sto morendo di mal di pancia…ho bisogno di cinque minuti…»


Provò a dire avvicinandosi al bancone dove il cameriere stava per completare l’ennesimo cocktail, meraviglioso ovviamente, solo lui li sapeva fare così bene.

«Violet servi quel gruppo di ragazze e poi ti do il cambio per dieci minuti, promesso!»


Sghignazzo indicando il tavolo occupato da Thalia e Amber. La prima era una ragazza a lei nota, in fondo avevano anche avuto modo di affrontare un’avventura mica male grazie al C.R.E.P.A. ma per quanto riguardava la seconda non era esattamente una sua conoscente però aveva un viso famigliare, era sicura di averla già vista da qualche parte.
Persa nei suoi pensieri si avvicinò alle due con il suo blocchetto in mano cercando di sorridere nonostante il forte mal di pancia che stava tentando di ucciderla.

«Ciao ragazze, benvenute alla Testa di Porco….cosa vi posso servire?»


Chiese con allegria facendo anche un occhiolino in direzione di Thalia.


code by Misato Kojima ♥ don't copy


-GdrOff-

CITAZIONE
Chiedo scusa per il terribile ritardo ç_ç spesso mi perdo le discussioni in mezzo alle altre ç_ç

-GdrOn-
 
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view post Posted on 18/5/2017, 09:36
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Nonostante la sua proverbiale attenzione ai dettagli, per poco non le sfuggì la reazione della sua collega. Nominare i Licantropi era stato puramente casuale, ma Thalia non aveva reagito altrettanto casualmente. Non volendo infierire, Amber tornò a guardare il Menù, prendendo solo mentalmente appunti a riguardo. Qualche mese prima, con Nieve, era quasi certa di averne visto uno, in sembianze umane.. vicino alla Stamberga e la sensazione che le aveva dato non era stata per niente piacevole. Quel genere di maledizioni doveva rappresentare una vera croce per chi ne veniva contagiato, anche se forse non per tutti era davvero così. Non era affar suo, ma non riuscì a non chiedersi se nella famiglia Moran fosse presente uno di loro, e se la stessa rossa fosse a conoscenza della cosa. E se invece quella con il Licantropo in famiglia fosse stata Amber? Come avrebbe reagito la biondina ad un'informazione simile? Non volle indagare in quel preciso momento, convinta più che mai che una maledizione simile avrebbe contribuito a separare ancora di più la sua famiglia, come se già lo stato attuale non fosse abbastanza compromesso. Niente drammi, si era ripromessa di non pensare troppo a quanto attualmente stava accadendo, ma limitarsi ad affrontare un bivio alla volta. Unicorno o Ippogrifo? Quella era la prima domanda che esigeva una risposta. Il dubbio sulla legalità di quella scelta venne anche a Thalia, che però non sembrò davvero preoccuparsi della possibilità di finire nei guai per un'ordinazione simile. D'altro canto, non erano state loro a cacciare quelle creature, no?
«Ho il sospetto che qui non sia proprio permesso lamentarsi.» aggiunse con tono più sereno ed un pizzico di ironia, di nuovo quell'ancora pronta a palesarsi al bisogno. Forse avrebbe potuto puntare su quello, anche Thalia sembrava avere una certa dote ironica, bastava solo capire se il registro di entrambe era impostato allo stesso modo. «Ippogrifo..» soppesò quella parola, ripensando al piumaggio scuro dell'esemplare che aveva visto anni prima allo Zoo di Londra. Era un animale magnifico, ma quegli occhioni languidi ed il becco aguzzo che si apriva appena il domatore entrava nel recinto, non influirono sulla sua decisione. Il livello di sensibilità della Tassa su quelle cose era particolarmente basso e si limitava solo a certe rare eccezioni, se si fosse trattato di un Gufo, ad esempio, sarebbe stato differente. «Hai ragione, non vorrei mai che il cuoco avesse da ridire sulle nostre scelte!» continuò, sollevando lo sguardo con decisione dal Menù e lasciando che ancora una volta fosse l'ironia a farla da padrona.«E poi, vorrei evitare che una parte della mia cena, magi l'altra.» aggiunse, riferendosi ai piselli cannibali come contorno della grigliata di Unicorno. Proprio mentre quell'ultimo pensiero lasciava le sue labbra, arrivò puntualmente la cameriera di turno. Non la conosceva con precisione, ma ricordava di averla vista in giro parecchie volte, forse faceva anche parte del Club di musica, ma non era certa. Sicuramente conosceva Thalia, l'occhiolino non passò inosservato. «Ciao, per me una Bistecca di Ippogrifo, ed un bicchiere di .. » ricordandosi di aver raggiunto la maggiore età, tentò un azzardo maggiore del precedente.«.. Vino Elfico. Grazie» Non aggiunse altro, si limitò a rivolgere lo sguardo verso Thalia, lasciandole modo di interagire con la cameriera. William Hydra era un grande estimatore del Vino Elfico, ne aveva alcune bottiglie pregiate in una cantina tutta sua, ed era stato proprio il desiderio di capire cosa avesse di tanto speciale quella bevanda, a spingerla ad ordinarla. Lui le aveva insegnato ad apprezzare il Tè, ed era stato il primo a gioire - anni prima - per la sua assunzione da Florian. Se il vino le fosse piaciuto, avrebbe dovuto ringraziarlo ancora una volta.

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|| OT: Da brave bimbe (?) abbiamo scelto di fare conti separati. :*-*: ||
 
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view post Posted on 21/5/2017, 17:37
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Scheda Thalia J. Moran Prefetto Tassorosso
Sarebbe stato saggio migliorare, con un minimo di lungimiranza, la sua reazione agli eventi in rapida successione. Ammutolirsi, lasciando che il proprio sguardo trasmettesse ad Amber tutto il suo sconvolgimento per quella semplice parola, non le avrebbe permesso di proseguire la serata a cuor leggero. Mostrare le proprie intenzioni e punti deboli non era mai rientrato nei piani dell'irlandese, eppure accadeva spesso che la sua razionale lucidità l'abbandonasse proprio nel momento del bisogno. Le emozioni la obbligavano spesso a rettificare, a cambiare strada o semplicemente a inventarsi nuovi modi per uscire dai problemi che proprio i suoi sentimenti, in continua eruzione come lava di un vulcano, causavano.
«Lo credo anch'io...» - rispose prontamente, cercando in tutti i modi di acquisire nuovamente un tono ironico che non causasse altri incidenti di sorta. Erano sedute da meno di cinque minuti e già si erano messe i bastoni tra le ruote reciprocamente senza volerlo davvero.
Quel mattino, invitandola, non aveva pensato all'eventualità che scomode domande potessero portare a simili conseguenze.
Si dedicò finalmente al menù, cercando di cogliere in ogni piatto la particolarità e provando a capire quale delle tante pietanze si sarebbe adattata meglio ai suoi gusti.
In quel momento Violet le raggiunse, blocchetto alla mano e l'aria di chi, dopo intere ore di servizio, non vede l'ora di riposare per le successive ventiquattro ore. Si stupì del saluto della Corvonero: si conoscevano da anni, sin dalle prime avventure vissute attraverso il C.R.E.P.A., eppure in tutte le occasioni di incontro si erano limitate a semplici cenni di intesa, senza mai soffermarsi a discorrere di questo o quell'argomento. Nonostante un primo momento di perplessità, si limitò a sorridere, lasciando ad Amber l'onore di iniziare l'ordinazione.

«Per me... avrei ordinato la grigliata di Unicorno, ma non ho le forze per lottare contro il contorno cannibale.» - ammise, abbozzando un sorriso rivolgendosi a Violet - «Quindi temo che emulerò Amber, con l'arrosto di Ippogrifo. E scommetto che in onore della nostra amicizia, mi concederai una Burrobirra.»
Questa volta fu lei a fare l'occhiolino a Violet, sperando che la ragazza cogliesse al volo il significato di quella frase.
*In onore delle nostre allegre scampagnate a Dunblane, insomma, forse potrebbe chiudere un occhio.*
Si augurò che fosse così, in caso contrario si sarebbe limitata a bere della comunissima acqua che - vista la location - tanto comune non sarebbe stata. I suoi sedici anni, mai come in quel momento, pesavano come macigni.
 
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view post Posted on 29/5/2017, 09:18
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Cameriera_Testa_di_Porco
Con un bel sorriso dipinto sul volto alzò il suo blocchetto ascoltando con grande attenzione e segnando con cura sia e cose da mangiare che le cose da bere, opportunatamente divisi in maniera tale da poterne mandare uno in cucina e uno ad Henry.

«Ricapitoliamo. Due bistecche di Ippogrifo, un bicchiere di Vino Elfico e una…Burrobirra.»


Abbassò quindi il blocchetto per lasciar scivolare il proprio sguardo sulle due e, alla fine, soffermarsi su Thalia ridacchiando.

«Qui a Testa di Porco è concesso questo ed altro…»


Annuì con un sorriso poco rassicurante. Con un ultimo cenno del capo si allontanò per portare le ordinazioni dove di dovere. Ci vollero parecchi minuti prima di poter vedere quei piatti venire alla luce e, su un vassoio che traballava sulla mano di Violet, portarli al tavolo per servirlo davanti alle due clienti.

«Beh, buon appettito! In tutto sono 7 Falci per Thali e 7 Falci per la tua amica. Passate alla cassa da Henry prima di uscire. Se avete ancora bisogno di me chiamatemi pure!»


Disse loro con gentilezza prima di lasciare il conto al tavolo e tornare quindi alle sue mansioni.


code by Misato Kojima ♥ don't copy


-GdrOff-

CITAZIONE
Aggiornato.

-GdrOn-
 
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view post Posted on 30/5/2017, 13:59
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Si, non serviva un ordine di Merlino per capire che le due si conoscevano. Amber, dal canto suo, cercò il più possibile di non essere invadente e concedere loro la giusta privacy, nonostante la vicinanza obbligata. Ne approfittò per mettere un punto sulle reazioni appena intraviste in Thalia.. c'era qualcosa che non le tornava, in poco più che qualche parola le due erano riuscite a toccare rispettivamente dei punti dolenti? Probabilmente si e difficilmente la bionda avrebbe attribuito la cosa al caso. In parte era lì proprio per riempire i buchi nella scheda mentale che si era fatta sulla Moran, e dall'altro capo forse c'era qualcuno intento a fare lo stesso con lei. Un tempo, se davvero si fosse sentita sotto esame, sarebbe tornata direttamente al Castello, ma nel corso degli anni, aveva capito che più veniva posta sotto esame, e più imparava a gestire la stessa situazione, facendo sfoggio della solita cautela avrebbe trovato la giusta risposta a tutto. Quello era proprio l'insegnamento, appreso pochi mesi prima, che aveva via via preso il posto di una delle sue regole personali, dismettendone più della metà. Rimase in silenzio, appurando con un certo interesse la propensione di Thalia per ordinare una Burrobirra, nonostante non fosse propriamente consentito ai minorenni. Forse Amber avrebbe dovuto dire qualcosa, ma non lo fece, si limitò ad annotare l'ennesimo comportamento interessante e lasciò correre. In fondo, non era un Auror e nemmeno un membro della Squadra Speciale, ed in quel posto lì era quasi certa che nemmeno loro vi avrebbero messo piede. * Forse Killian?* Forse lui avrebbe potuto immaginarlo lì in mezzo a Mezzigiganti e maghi dall'indubbia legalità. Ma non si concesse di rifletterci troppo ed invece riportò le iridi verdi verso Thalia, prima che la cameriera tornasse. «Speriamo che tuo cugino non abbia ragione, sulla bistecca. » Rievocò proprio una frase della rossa, mentre con sguardo appena più attendo prese ad osservare i "vicini". Era tutti più o meno bizzarri, alcuni sembravano usciti da un bestiario.. ma c'era ancora qualcuno che sembra apparentemente salvarsi. Era solita immaginare le possibili vite altrui, nei momenti in cui più si annoiava o che riservava alla pura osservazione, concedendosi di fantasticare su chiunque non fosse Amber Hydra. Senza nemmeno saperlo, di lì a poco, proprio l'altro Prefetto si sarebbe guadagnata la possibilità di giocare al suo stesso gioco. «Ehi Thalia.. » richiamò la sua attenzione con un tono di voce appena più basso. Attese di incontrare gli occhi chiari della compagna prima di indicare con il capo in direzione del tavolo più a sinistra e più visibile. «Secondo te, qual è la loro storia?» Poteva essere un azzardo, anzi sicuramente lo era, non era per nulla certa che la rossa potesse comprendere ciò che stava nel mezzo di quel volo pindarico e forse avrebbe dovuto perfino evitare, ma visto che si trattava della serata degli esperimenti, osò, sperando vivamente che Thalia capisse a cosa avrebbe voluto dare il via. Forse sarebbe anche stata la fuga perfetta dalle domande dirette che avrebbero potuto continuare a lanciarsi e schivare all'infinito. Il tavolo indicato era più piccolo del loro. Su un lato era seduta una donnona dall'aspetto trascurato, con una pelliccia pesantissima addosso ed un boccale di qualcosa di simile a plasma davanti, che non esitava a trangugiare con avidità, davanti a "lei" stava invece un omino che indubbiamente non sarebbe riuscito nemmeno ad arrivarle all'altezza della vita. Era vestito di tutto punto, come un piccolo funzionario bancario, ma il volto rugoso dava l'idea che di giovane non ci fosse niente. Il capello nero era tanto unto da restare in posa come con il gel. Ma quel che più l'aveva stupita era lo sguardo rapito con cui osservava la donnona cenare e bere, mentre lui non aveva niente davanti. Prima di poter udire la risposta di Thalia, la cameriera servì loro le bistecche ed il tutto venne messo momentaneamente in pausa. «Grazie.» rispose educatamente, osservando con attenzione il bicchiere di vino. Che fosse anche il caso di fare un brindisi?


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view post Posted on 7/6/2017, 13:35
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Scheda Thalia J. Moran Prefetto Tassorosso
Non appena Violet ebbe terminato il suo dovere e si fu allontanata con le ordinazioni, l'Irlandese ebbe modo di riflettere maggiormente sulle proprie scelte. Una Burrobirra non avrebbe ucciso nessuno e, d'altro canto, mancava così poco al raggiungimento della maggiore età che impedirsi di provare i cosiddetti "piaceri della vita" non avrebbe nuociuto a nessuno. Specialmente ad Amber.
Il suo pensiero finale, tuttavia, fu rivolto proprio alla sua ospite: se davvero quel genere di ordinazione, per lei, non aveva valore, che cos'avrebbe pensato di lei la signorina Hydra? Non si conoscevano affatto ed il fatto di essere concasate e colleghe di ronda non l'avrebbe certo risparmiata del dovere di frenarla. Eppure, la bionda Tassina era rimasta in silenzio, lasciandole la libertà di scelta. Un atteggiamento che non molti avrebbero messo in pratica, pensando - probabilmente - di fare del bene a se stessi più che agli altri. Un simile gesto sarebbe passato in sordina nel suo ruolo di comune studentessa, senza onori ed oneri a carico, ma giacché la spilla da Prefetto svettava sul bavero della sua uniforme da ormai qualche settimana, la percezione che gli altri avevano di lei era cambiata drasticamente e decisamente in un esiguo margine di tempo.
Era da poco entrata nella schiera di Prefetti Tassorosso e di rado aveva avuto occasione di interagire con i compagni preposti a quell'oneroso compito. Era chiaro - e quanto meno lecito - che volessero avere una visione più approfondita di chi, da qualche settimana a quella parte, avesse sostituito Niahndra Alistine nel suo ruolo. L'arrivo della Spilla si era rivelato inaspettato e, per certi versi, atteso con ansia; d'altra parte, sostituire una figura come quella della Alistine di certo richiedeva un rigore non indifferente, una precisione ed una dedizione alla Casa che la Tassina non aveva mai lasciato venir meno nel corso di quegli anni. Si chiese se anche la Lynch, nei mesi precedenti, avesse affrontato quel difficile resoconto mentale, consapevole di aver sostituito un'altra delle colonne portanti della casata giallo-nera. In qualche modo era consapevole di essersi posta al centro di una silenziosa osservazione da parte della compagna, una studentessa eccezionale oltre che Prefetto in gamba. Mentalmente si rassegnò all'idea di immolarsi ad un terzo grado piuttosto probabile, conscia che prima o poi avrebbe potuto vantare lo stesso diritto di rimando.

«Mi auguro che abbia torto marcio.» - commentò sorridendo, sperando davvero che Desmond avesse cercato solamente di incuterle del sano terrore - «ad ogni modo...So che non sarei dovuta cadere in tentazione...» - aggiunse in fretta, accennando col capo al bancone, dove le bevande venivano servite all'ennesimo avventore di passaggio - «...ma vista la location non ho potuto farne a meno.»
Sarebbe bastata la sua scusa a placare i probabili commenti della bionda? E soprattutto, avrebbe modificato appena l'opinione che quest'ultima si sarebbe fatta, presto o tardi, di lei?

Il silenzio che calò poco dopo, le diede il tempo di pentirsi amaramente di aver scelto quel locale per quella cena improvvisata, ammettendo a se stessa che crescere negli agi e nei comfort, dopotutto, l'avesse abituata ad un ben diverso tenore di vita. A Cork la vita procedeva senza l'ausilio di servitù, un fattore determinante per la sua crescita: chiunque albergasse sotto il tetto di Connor Moran avrebbe dovuto dare il proprio apporto alla vita domestica, senza eccezioni. Questo le aveva garantito di non acquisire un certo snobismo e, per lo meno, non aveva mai avuto modo di ritenersi superiore rispetto ai coetanei.
Fortunatamente, Amber trovò il modo di strapparla ai propri pensieri, colmando quel silenzio che tanta parte aveva preso in quella cena occasionale. Sollevò lo sguardo dal mozzicone di candela, la cui fiamma danzava debolmente ed illuminando appena la porzione di tavolo occupata dalle due Tassorosso, per posarle in quelle tanto particolari della sua interlocutrice. Accennò ad un assenso, dopodiché si voltò lievemente per sondare con le iridi chiare gli ospiti seduti poco lontano.
Che il tavolo fosse davvero più piccolo del loro non vi erano dubbi e, ciò nonostante, la presenza della donna - una figura piuttosto alta e massiccia - ad un lato dello stesso, rendeva il mobilio circostante ancor più minuscolo, compreso il suo compagno di bevute in quella circostanza.
Sorrise maliziosa, intrecciando le dita e poggiando le mani sul tavolo, chinandosi appena verso Amber e portando lo sguardo nuovamente su di lei.

«Sicuramente siamo in presenza di una storia interessante - commentò - non appena la cameriera tornò nuovamente al bancone -, inarcando il sopracciglio sinistro e curvando lievemente l'angolo opposto della bocca in un sorrisetto ben poco rassicurante. Quel gioco era ben noto alla strega irlandese, memore di storie stravaganti ideate con la collaborazione della simpatica zia Sheila.
«Secondo me, lui è un mezzo Folletto. Gli mancano solo quelle simpatiche orecchie lunghe.» - così dicendo, districò le dita, sfiorandosi appena il lobo destro e, continuando a sussurrare la propria idea, aggiunse - «Lei è una Mezzogigante. Senza dubbio. Magari smercia beni di dubbia provenienza. Magari uova di drago.»
Il solo pensiero che quelli fossero davvero contrabbandieri di uova di drago, magari nascoste nelle tasche interne di quel pesante cappotto di pelliccia così che rimanessero al caldo, si unì all'immagine del volto di Desmond, in completo disappunto. Aveva visto di persona quanto il suo viso si illuminasse alla nascita di un nuovo drago, di come fosse difficile prendersene cura e proteggerli.
Prendendo possesso del boccale di Burrobirra e sollevandolo appena, mormorò
«Direi che potremmo brindare agli incontri anomali, ma decisamente interessanti
Certo, lei non era un Mezzo-Folletto ed Amber non commerciava uova di drago o di Schiopodo illegalmente, ma in fondo nemmeno il loro poteva essere considerato un incontro "normale".
Sorrise alla compagna, incitandola ad emularla e sperando di aver posto, finalmente, le basi per una serena conversazione.


 
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view post Posted on 8/6/2017, 10:26
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La lentezza di Amber nel comprendere il dilemma interiore di Thalia, fu quasi normale. Non era passata inosservata la richiesta di una burrobirra e sapeva per certo che la rossa non aveva raggiunto l'età giusta per bere, ma un anno in più o in meno avrebbero davvero fatto la differenza? Giudicare non era mai stato parte del suo essere, eccezion fatta per le infrazioni alle regole del Castello, e se la sua compagna voleva dimenticarsi per un drink di non avere ancora diciassette anni, lei non l'avrebbe fermata. Con un primino sarebbe stato diverso, undici anni erano davvero pochi per darsi all'alcool, benché non ce ne fosse così tanto in quelle birre, ma sedici.. sedici non sarebbe stato un grande problema. Dando già per assunto che non avrebbe fermato l'ordinazione, Amber considerò il capitoletto mentalmente chiuso, ma così non fu per l'altra tassa che si sentì evidentemente in dovere di dare la propria spiegazione. Temeva che la bionda denunciasse l'accaduto? Forse si, e questo le fece apprezzare la ragazza e la diffidenza con cui si approcciava a lei, che le dava così modo di mostrare quanto in quella situazione potesse essere degna di fiducia. In quanto Prefetto più anziano dello staff di casata, forse avrebbe dovuto almeno instillare il dubbio in Thalia, ma non volle farlo per coerenza, e perché la ragazza sembrava sufficientemente in grado di badare da sola a se stessa. «Oh.. non ti preoccupare.» Disse scuotendo il capo e mostrando un'espressione gentile anche se per nulla compassionevole, non voleva certo che l'altra si sentisse trattata come una bimba, era qualcosa che lei stessa odiava. «Non ho intenzione di fermarti.. inoltre credo che ci serva qualcosa di più forte per la ronda di stanotte. Basta che la tentazione non diventi un'abitudine, no?» proseguì osservando il liquido rosso che, calmo come il lago nero, riempiva a metà il calice rotondo. Le sarebbe piaciuto? Avrebbe atteso il brindisi per scoprirlo, mentre con attenzione ascoltava la "storia" improbabile della coppia a qualche tavolo di distanza da loro due. Dovette sforzarsi a reprimere un brivido di disprezzo all'idea dei Folletti della Gringotts, li odiava ed un po' perfino li temeva, non avrebbe mai associato il termine "simpatiche orecchie lunghe" riferito a quei mostriciattoli crudeli e grinzosi. Il commercio di uova di drago, invece, fece sorgere un sorriso un po' più spontaneo che le incurvò le labbra prima che anche il resto del cibo giungesse a destinazione. «Commercio di uova illegali, questo è interessante!» I suoi due incontri con esemplari di quella specie non erano andati a finire bene, cuccioli o adulti che fossero erano decisamente temibili. Ma nonostante tutto non avevano perso il fascino che da sempre avevano esercitato su di lei. «Secondo me, lui le paga la cena perché spera di poter avere una chance con lei, non sta nemmeno mangiando, colpa del nervosismo?» Aggiunse del suo a quello strano quadretto, prima che il momento del temuto brindisi arrivasse a spezzare per un attimo il loro divertimento. Fu lieta di vedere Thalia fare la prima mossa, ed afferrando con cura il calice, lo portò all'altezza del boccale e diede un lievissimo colpetto, evitando così che il fragile bicchiere perdesse la guerra contro il solido boccale. Sorrise alla motivazione del brindisi, e volle aggiungere del suo, come solitamente è d'obbligo.«.. ed alla location che fa il monaco.» Se Thalia avesse osservato con attenzione, avrebbe persino potuto vedere un accenno di occhiolino da parte di Amber, prima che i due liquidi venissero ancora distanziati. D'istinto, la bionda portò alle labbra il liquido bordeaux e le dischiuse appena per lasciare che una piccola parte dello stesso entrasse a contatto con le sue papille. Si era aspettata un gusto più aspro, ed invece venne piacevolmente stupita dalla fermezza di quel vino, non troppo amaro e non troppo dolce e con un sentore alcolico accennato con cui sicuramente avrebbe fatto i conti più avanti. Non era in grado di definire da quel breve sorso se le piaceva o meno ma la prima percezione era stata più positiva che negativa, quello si. La bistecca avrebbe legato il tutto? C'era da solo da scoprirlo e .. sperarlo. Posò il bicchiere al tavolo e si decise a concentrarsi sulla cena, il suo stomaco che reclamava cibo almeno da due ore, era giunto il momento di accontentarlo. «Beh, buon appetito!» aggiunse, ricordandosi le buone maniere, prima di affondare il coltello in quella bistecca. * fa che non sia di marmo..*


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view post Posted on 15/6/2017, 13:54
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Sorrise, grata di aver trovato in Amber un giudice più permissivo di quanto si aspettasse. Per la prima volta, l'ombra di una sottile ironia aveva oscurato il volto serio della ragazza, donando ai lineamenti dolci della bionda una sfumatura più gioiosa, libera dal peso delle responsabilità e da quella facciata di austerità che, volente o nolente, la rampolla di casa Hydra aveva creato a propria difesa.
Quel bagliore nello sguardo, improvviso ed inaspettato, riuscì a farle comprendere quanto, nel profondo, le due avessero in comune. Spesso si era sentita a disagio nel richiamare l'attenzione della Prefetta - ad esempio durante il corso facoltativo tenuto dal Prof. Barrow - scoprendo, poi, quanta disponibilità fosse in grado di manifestare. Forse credeva di non essere portata all'altruismo, eppure riusciva a mettere a proprio agio chiunque si approcciasse a lei con un briciolo di umiltà.

«Prometto che fino al mio diciassettesimo compleanno non sfiorerò più una sola goccia di alcol. Lo giuro.» - il giuramento fu soffocato in una risatina sommessa, mentre percorreva la superficie del boccale di Burrobirra con le dita affusolate.
«Magari è nervoso perché le deve dei soldi.» - ipotizzò, inarcando il sopracciglio destro e aggiungendo alla sua espressione un sorriso sghembo, divertito dall'immagine che, nella sua mente, aveva preso facilmente il posto di quella precedente. Non accadeva di rado che i commercianti di beni illegali s'indebitassero fino al collo e la Testa di Porco raramente ospitava incontri ufficiali tra individui per bene.
All'interno di quel locale si sentiva vagamente a disagio, come se di fatto nessuna delle due avesse molto da spartire con la clientela abituale del luogo. Di sicuro la rossa irlandese non nascondeva Beni Non Commerciabili e di certo Amber non era la proprietaria di un allevamento di Neri delle Ebridi nel cortile di casa propria.

«Non so se hai notato cosa stia bevendo lei - aggiunse, iniziando a tamburellare con le dita sul tavolo, mentre il palmo sinistro sosteneva il mento. All'apparenza il liquido poteva sembrare sangue e nulla, in quel locale, sarebbe potuto apparire per qualcosa che, in realtà, non era. Se sembrava plasma, probabilmente, lo era.
«Magari è nervoso, il mezzo-Folletto intendo, perché pensa che dopo aver finito il suo Bloody-qualcosa magari si possa servire direttamente dalla fonte.»
I pensieri macabri non erano mai stati il suo forte, conscia che simili racconti avrebbero spaventato le sue sorelle ed i cugini più piccoli. Tuttavia, Desmond sembrava la sua ancora di salvezza in precise circostanze e, fortunatamente, il suo estro creativo aveva libero sfogo in presenza del ventenne.
Al momento del brindisi, avvicinò il boccale alle labbra, immaginando quale gusto avrebbe invaso e sopraffatto le sue papille gustative. Desmond aveva cercato di avvisarla più volte riguardo al gusto di quella bevanda, dal sapore dolciastro e rinfrescante, ma provarla in prima persona era un'esperienza totalmente diversa: lo strato di schiuma biancastra le inumidì immediatamente il labbro superiore, mentre sorseggiava la bevanda di color giallastro. Ne bevve un sorso, giusto il tempo del brindisi, e posò delicatamente il boccale sul tavolo.
Passò il tovagliolo sulle labbra, eliminando completamente il lieve strato di schiuma, dopodiché si dedicò ad ammirare la pietanza giunta in quel momento alla loro tavola.

«Se mio cugino ha mentito sull'Ippogrifo, la prossima volta lo farò arrivare direttamente dal Galles e la cena la offrirà lui come pegno.» - commentò, prima di ricambiare l'augurio ed affondare forchetta e coltello nella carne rossastra. All'apparenza non sembrava troppo nervosa, la consistenza ricordava una qualunque bistecca ed il colore quasi invitava all'assaggio.
Non si prese la briga di osservare Amber alle prese con la propria porzione e si dedicò al primo boccone di quella cena in completa solitudine ed isolamento.
Dopo qualche istante di silenzio, il commento sorse spontaneo sulle sue labbra, mentre lo sguardo si sollevava a cercare quello di Amber.

«...sembra pollo.»
Lasciò cadere la forchetta sul piatto in un fastidioso tintinnio e si coprì la bocca con la mano, mantenendo la presa salda sul coltello, al solo scopo di trattenere una risata. Attese la sua reazione, immaginando un Ippogrifo, vivo e vegeto, adornato di piume di gallina: un'immagine a dir poco lusinghiera per una Creatura tanto fiera e possente.
 
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view post Posted on 22/6/2017, 13:58
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Sorrise quasi istintivamente alla promessa di Thalia di bere di nuovo solo dopo i diciotto anni. Che fosse già colpa del vino elfico? Quanto gradi aveva quella bevanda? Non si era premurata di chiederlo, ma per una non avvezza all'alcool erano comunque parecchi, la leggerezza che sentiva prendere possesso della sua mente ne era l'inconfutabile prova. Posò di conseguenza il bicchiere, ripromettendo invece a se stessa di non proseguire fino all'arrivo della bistecca. «Mmh.. un debito rispose, pronta a farsi trasportare in altre congetture. In fin dei conti non era nemmeno male, la serata era iniziata con il sondare i limiti dell'altra, ma entrambe erano riuscite abbastanza in fretta a capire quali argomenti non toccare. Era bastato poco, piccole scosse di assestamento avvertite in tempo, prima che il terremoto scuotesse le fondamenta. Recepito il modo migliore per comunicare, l'irlandese e l'inglese avevano preso gusto nel fingersi detective per una sera, un modo carino per farsi gli affari altrui e continuare a tastare il terreno. Amber iniziava ad apprezzare il fatto che Thalia l'avesse assecondata con tanto trasporto, indice che almeno qualcosa in comune c'era, oltre alla scelta del secondo piatto. Se prima aveva temuto che la rossa si presentasse meno matura di lei, un pensiero sciocco, in seguito aveva compreso come potesse senza dubbio considerarla una sua pari. Non peccava altezzosità, ma aveva avuto a che fare con talmente tanti primini negli ultimi tempi da aver quasi dimenticato di poter avere una conversazione un pochino più adulta con qualcuno. Oh, non che il giochino in atto segnasse un gran livello di maturità, ma era ben diverso dal dare indicazioni a bimbi spaesati alle prese con le prime esplorazioni del castello. Era bello sapere di poter parlare con qualcuno in grado di comprendere tematiche più... complesse. «Non vorrei mai essere in debito con una come lei.» asserì, prima di focalizzarsi su quanto la donna stava bevendo. Thalia aveva ragione, sembrava sangue! Un brivido le percorse la schiena, mentre una scena ben più macabra danzava davanti ai suoi occhi. Una via isolata e buia, una leggera coltre di nebbia a coprire il suolo e, più in là, il cadavere di una giovane donna riversa a terra, pallida. Due fori all'altezza della giugulare. Dovette concentrarsi sulle parole della collega per non proseguire in quel film mentale senza fondamenta. Le capitava, a volte, di immaginare scene simili nel bel mezzo di una conversazione, quando si toccavano certe tematiche. «Se cercasse sangue altrui, sappi che non esiterò a lasciare il conto in sospeso e prendere la porta alla velocità della luce.» disse poi, rivolgendole uno sguardo fintamente serio, doveva capire se se la sarebbe presa o se avrebbe invece compreso la battuta sarcastica per quel che era: una recita volta ad impressionare l'altra. Se davvero si fosse palesata l'eventualità, correre non sarebbe bastato. Fu la bistecca, giunta fumante al tavolo, a deviare il discorso, con sordo ringraziamento del suo stomaco affamato. Osservò il pezzo di carne, rossa, prima di affondare forchetta e coltello e tagliarne un pezzo. Impossibile non avere aspettative, s'immaginò il gusto della tagliata di cavallo che aveva assaggiato tempo addietro in un altro locale, immaginando che fosse quella la parte più importante di un ippogrifo. Un errore. Non appena il boccone sfiorò le sue papille gustative, la totale incoerenza di quel piatto venne fuori, stupendola! E Thalia fece da condimento a quella strana sensazione, rischiando di farle andare di traverso perfino il respiro! «Un pollo troppo cresciuto!» commentò, contenendo a sua volta un sorriso, nella speranza di poter cancellare l'immagine che inevitabilmente aveva invaso la sua mente. Quando riuscì a deglutire, si rese conto che, in fondo, non era nemmeno tanto male, se si sorvolava sul fatto che avesse l'aspetto di una bistecca di manzo ma sapesse da pollo alla brace. «Mi aspettavo un cavallo, ad essere sincera... però non è male, no? Forse tuo cugino potrà risparmiarsi un viaggio dal Galles.» Continuò, svelando involontariamente un altro lato di sé. Amber non dimenticava facilmente qualcosa, ed il dettaglio su Desmond non le era sfuggito, benché non avesse ritenuto necessario rispondere prima, ma dopo divenne quasi obbligatorio citarlo.«Sei gallese anche tu?» colse quindi la palla al balzo, mentre s'apprestava a ritagliarsi un altro boccone. Contrariamente a molti altri, se la rossa non avesse voluto rispondere a domanda così "private", lei l'avrebbe capita senza bisogno di fargliene una colpa.


“I prefer to remain unenlightened, to better appreciate the dark


 
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view post Posted on 28/6/2017, 13:23
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Scheda Thalia J. Moran Prefetto Tassorosso
«Lo credo bene!» - asserì, fingendo un moto di disgusto senza degnare di un ulteriore sguardo la donna alle loro spalle. Si trattava di una figura austera nella sua imponenza e, benché non l'avesse udita pronunciare una sola parola, era certa che la sua voce non fosse paragonabile al tono leggero e piacevole d'un usignolo. Chiaramente avere a che fare con un elemento simile poteva portare solamente a loschi affari e, probabilmente, ad una fine poco dignitosa.
Sorrise divertita alla successiva affermazione di Amber, una constatazione che la lasciò stupita di fronte all'audacia della compagna.

«Carino da parte tua. Magari la prossima volta lascerei a te l'onore di scegliere il posto adatto per la cena.»
In effetti, la Testa di Porco non si configurava come il luogo adatto a due diligenti studentesse, entrambe investite dell'onore ed onere di indossare la Spilla da Prefetto; avrebbero dovuto essere d'esempio per gli studenti, indicando loro la giusta condotta da seguire, quali luoghi frequentare e, persino, insegnando loro a circondarsi di una compagnia di individui affidabili.
Lo sguardo cadde inevitabilmente sul calice di vino elfico della bionda, per spostarsi in seguito al boccale di Burrobirra.
Sì, stavano decisamente dando il buon esempio, pensò ironica, sorseggiando nuovamente la bevanda tiepida. L'unica spettatrice che conoscesse davvero le due giovani streghe era Violet, anch'essa Prefetto e decisamente impegnata in altri affari.
Proseguì nell'esaminare la sua cena, cercando di non far caso all'estraniamento improvviso di Amber; nominare il sangue e la sua correlazione con la donna alle loro spalle forse non era stata una buona idea. Forse la bionda non gradiva l'immagine cruda di un vampiro pronto a scegliere una nuova preda in quello stesso locale. In fondo, si sarebbe sentita particolarmente a disagio se, al posto di un "succhia-sangue" - come soleva chiamarli Desmond - ci fosse stato un licantropo.
Sospirò e, dopo aver inghiottito il primo boccone, si lasciò andare a quel commento infelice sulla pietanza, soffocando una risatina, quando Amber replicò con inaspettata prontezza di spirito. Con il senno di poi, pensando all'Ippogrifo visto in un'immagine di uno dei suoi tanti libri in materia, le crisi d'identità si sarebbero sprecate in quel contesto: fiere creature con il corpo equino ed il capo simile a quello di un'aquila, il becco arcigno e tagliente. Desmond diceva che fossero animali orgogliosi ed automaticamente ringraziò il cielo di non aver ancora avuto modo di approcciarsi a simili creature: trattenere le risate, rischiando di urtare la loro indole e sensibilità, sarebbe stato l'equivalente di una condanna a morte.
Bevve una generosa quantità di Burrobirra per mandar giù il boccone incriminato, deglutendo a fatica e rischiando appena il soffocamento; dopodiché annuì, concordando circa il gusto della carne.

«Quello sciocco mi ha sempre presa in giro e credo non smetterà mai.» - commentò, lasciando che un insieme di ricordi, mescolati gli uni agli altri, riaffiorasse alla sua mente. In svariate occasioni il cugino aveva approfittato della sua ingenuità, raccontandole storie di dubbia veridicità. Scoprendo quanto potesse essere facile raggirarla, Desmond si era garantito la completa fiducia della cuginetta, usufruendo del suo innato carisma - ereditato da chissà chi - per raccontarle qualunque assurda storiella gli venisse in mente.
Poggiò le posate sul piatto alla domanda della bionda, pulendosi gli angoli della bocca in un movimento lento e garbato con il tovagliolo di tessuto, sulla cui nettezza aveva dubitato sin dal principio ed evitando di farvi caso ulteriormente.

«Assolutamente no.» - rispose poi, abbozzando un sorriso, compiaciuta di aver mascherato adeguatamente il proprio accento - «Irlandese fino al midollo, oserei dire.»
Immaginò la ragione di quella domanda e si apprestò a spiegare brevemente perché il Galles fosse stato nominato frequentemente.
«Desmond vive lì per lavoro. Alleva draghi, in particolare il Gallese Comune Verde.»
Ricordando la sua breve, seppur significativa, esperienza a Mynydd Twr il sorriso si allargò ulteriormente e gli occhi brillarono per un fugace istante di una luce simile ad una fiammella crepitante.
«Non avevo mai visto un drago e Desmond mi ha portata in quell'allevamento, credo infrangendo un'infinità di regole! Ma è stata l'esperienza più bella ed emozionante di tutta la mia vita.»
Sperò di riuscire a trasmettere ad Amber l'emozione provata nel vedere la schiusa dell'uovo di drago, lo stupore nello scorgere prima una zampa, con piccoli artigli e morbide scaglie luccicanti, ed in seguito il muso sottile e la bocca, simile ad un becco.
«Hai mai visto un drago, Amber?» - chiese, tornando a dedicarsi alla bistecca di Ippogrifo.
Erano tornate alle domande personali, questa volta più misurate e sicuramente più attente nel cogliere le rispettive avvisaglie di fastidio. In caso di necessità, la donna-vampiro ed il Mezzo-Folletto sarebbero stati a disposizione per una nuova indagine clandestina, proprio lì, in quel luogo dove tutto era lecito... o quasi.

 
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