| Aveva sperato fino in ultima che quello nascosto dietro la statua del cavaliere impavido non fosse altri che Pix. Ed invece si era rivelato l'ennesimo studente del primo anno che, in barba alle regole, aveva deciso di sgattaiolare verso la torre di Astronomia, oltre il coprifuoco. Sospirando si passò una mano sulla fronte, «Avanti, esci da lì. Ti vedo.» Il tono apatico non permise alcuna replica. L'iter lo conosceva, sapeva cosa doveva fare. L'unica nota curiosa era data dal volantino che il bimbo stringeva in mano. Amber se lo fece consegnare per pura curiosità, con l'intenzione poi di ridarglielo. Su una carta grezza lampeggiava il simbolo di un noto locale di Hogsmeade; la Testa di Porco. Difficilmente qualcuno spendeva parola positive su quella bettola, ma il menù le era sempre sembrato.. invitante. Dopo avergli dato una breve letta, lo porse al suo legittimo proprietario, che però aveva approfittato di quella distrazione per svignarsela sotto il suo naso. *Perfetto!* Difficilmente la Tassa dimenticava un volto, lo avrebbe ritrovato prima o poi, motivo per cui decise di non rincorrerlo, era ormai alla fine del suo turno di ronda e l'unica cosa di cui sentiva davvero bisogno era il proprio letto in dormitorio. Si sarebbe infilata sotto le lenzuola e non ne sarebbe uscita fino al mattino successivo, godendosi una sveglia appena più tarda. D'altronde, il giorno dopo sarebbe stato un Sabato. *Lode al Sabato..*△△△ Quando giunse in Sala Comune, la mattina di quel meraviglioso "Finalmente-Sabato", la trovò tranquilla e silenziosa. L'episodio della sera precedente sembrava ormai il sogno di un'immaginazione troppo fervida. Era mai esistito quel ragazzino, o la stanchezza aveva fatto tutto da sé? L'unica prova della sua - apparente - non follia, era il volantino che per motivi ignoti aveva ancora tra le mani. Spiegazzato e ruvido, era riuscito a guadagnarsi un passaggio fino alla Tana. «Thalia?» La concasata dai capelli rossi, la cui voce ormai era registrata nella memoria di Amber, la richiamò, ricordandole che la ronda di quella notte sarebbe stata particolarmente pesante. Non sarebbe però stata sola, perché proprio il nome di Thalia era apparso sul tabellone accanto al suo.«Si, dalle ventidue a... non farmici pensare.. le tre, credo.» Rispose lasciando che un sospiro descrivesse al meglio il pensiero mal celato. Le ronde notturne non le dispiacevano più da quando aveva appreso come vedere al buio, ma non mancava di sobbalzare quando i vecchi signorotti dei quadri alzavano il volume del loro russare, d'improvviso. In genere con la rossa non aveva mai scambiato più di qualche parola di circostanza, escludendo lo strano approccio richiesto dall'ultima lezione di Barrow, rimase quindi colpita dall'evolversi successivo degli eventi. Tra una chiacchiera sul turno di lavoro ed una sugli impegno scolastici, Thalia le propose di cenare assieme, proprio alla Testa di Porco. Inizialmente la Tassa aveva creduto di dover aiutarle la compagna con i compiti di Erbologia, ma fu lieta di ricevere un invito di tutt'altra natura. «Non ci sono mai stata, in effetti, conosco il Villaggio come le mie tasche ma quel posto.. no.» Le voci che circolavano non erano delle più lusinghiere, si raccontava che accogliesse personaggi delle peggiori specie, ma si trattava pur sempre di un locale al centro di un villaggio, cosa sarebbe potuto accadere loro? E poi, doveva anche ammettere che i piatti elencati in quel menù sgualcito sembravano particolarmente invitanti. «Penso che tu abbia ragione...» asserì con un mezzo sorriso, anche se ormai poteva dirsi abituata alle ronde, accumulare la giusta energia non poteva essere un male. «Probabilmente andrò in Villaggio un po' prima, ci troviamo direttamente lì, ok?» Avrebbe solo atteso di vedere confermato quell'ultimo punto, prima di salutarla ed avviarsi verso la Sala Comune.△△△ Non si sarebbe mai aspettata una serata simile, una cena fuori con una ragazza che non poteva nemmeno dire di conoscere troppo bene. Non erano amiche, ed Amber sapeva benissimo che in parte era colpa sua e della sua straordinaria capacità di allontanare ogni essere dell'universo. Non che le dispiacesse, aveva sempre fatto della sua riservatezza un vanto, ma approfondire qualche conoscenza non le avrebbe fatto male, le sarebbe bastato effettuare la giusta selezione. Tra la missione in Messico ed il Gargòllo, Thalia si era indubbiamente guadagnata l'interesse della Tassa e la possibilità di farle compagnia in quella serata di primavera. Con tutta l'intenzione di non attirare eccessivamente l'attenzione, Amber aveva indossato abiti prettamente scuri, e la cappa nera era tirata quasi fino alla fronte. Era curiosa, voleva mettere alla prova i suoi nervi e se stessa, entrando nel locale più controverso di Hogsmeade, con la speranza di uscirne illesa. Un tempo non avrebbe nemmeno mosso un passo in quella direzione, ma ora, dopo aver maturato una certa esperienza, era quasi sicura di poter riuscire nell'impresa. E poi non era sola, c'era Thalia che le aveva sempre dato l'idea di essere una combattente eccellente. Mentre gli stivaletti calpestavano silenziosamente le pietre che componevano la via principale, la bionda si vide riflessa nella vetrina del negozio più vicino. Si fermò appena un secondo, il tempo necessario per immaginare riflesso lo sguardo quasi contrariato di Killian, lo stesso che le aveva riservato all' Edgar Wallace Pub. " Lo frequenti spesso questo posto?" Le sue parole risuonarono nella giovane mente come un ammonimento, ma prima che la sua immaginazione decidesse di esagerare, Amber sorrise di rimando e l'immagine svanì lasciando riflessi solo due paia di occhi verde acqua. Sapeva cosa stava facendo, almeno quella volta. Riprese il percorso, ed in meno di un minuto si trovò di nuovo ad incrociare lo sguardo di Thalia. «Entriamo» Confermò, senza che ce ne fosse davvero bisogno. Orgogliosa, come sempre, non si sarebbe più tirata indietro, anche se l'olezzo generale del posto non poteva dirsi dei migliori. Sapeva perché si trovava lì, in parte voleva dismettere l'aura di "nobiltà" che spesso in molti le attribuivano. Si, aveva una Villa, ma non viveva lì, viveva a casa con John ed era ben diverso, poteva sopportare un posto pittoresco e strambo come quello. «Oh, certo.. se ti piacciono i Troll.» Rispose all'ironia con l'ironia, mentre entrambe si facevano largo nel locale, ancora non troppo affollato. Decise, per istinto di sopravvivenza, di non ispezionare gli avventori del momento, per evitare di dover tornare rapidamente sui suoi passi. Alzò appena il sopracciglio in direzione di Thalia, quando questa le assegnò l'ingrato compito di scegliere un tavolo "decente", poi, con un mezzo sorriso, osservò i tavolini in legno, alcuni erano decisamente troppo lunghi, non aveva la minima intenzione di lasciar spazio ad eventuali seccatori. Impiegò un buon minuto prima di scovare un tavolo abbastanza distante dall'ingresso, «Quello!» esclamò prima di lanciare un fugace sguardo all'altra Tassa ed incamminarsi per raggiungerlo. Passò in mezzo tra quello che aveva tutto l'aspetto di un mezzogigante ed una sottospecie di Elfo, tenendo il cappuccio ben abbassato in fronte. Il quadrato in legno, sorretto miracolosamente da quattro gambe, era spoglio... eccezion fatta per una candela molto consumata. La cosa che poteva apprezzare di quel locale era il buio. Niente strane luci babbane e niente luminosità. L'atmosfera cupa che dava la possibilità a chiunque di vivere in quella penombra di anonimato era la indubbiamente la caratteristica più apprezzabile di quel postaccio. Si sedette, abbassando il cappuccio solo alla fine. Il finestrone che aveva alla sua destra era talmente abbandonato a se stesso, da rendere impossibile guardarvi attraverso. «Come mai hai scelto questo posto?» chiese infine, certo era lei che aveva il volantino in mano, ma in effetti nulla avrebbe vietato che da uno spunto si optasse poi per muoversi verso un locale differente. “I prefer to remain unenlightened, to better appreciate the dark” Edited by ˜Serenitÿ - 11/5/2017, 10:37
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