| Esattamente in che punto della conversazione aveva deciso che fosse buona cosa parlare di John Hydra? Se lo chiese mentre quel che rimaneva del Vino Elfico le scivolava pericolosamente in gola. Il bicchiere ormai vuoto venne poi posato davanti al piatto. Doveva essere impazzita, non v'erano troppe spiegazioni... eppure il modo in cui Thalia reagì non la sconvolse, ma la convinse quasi a rispondere perfino alle domande che le pose in seguito. In qualche modo, la sua prima impressione sull'irlandese si era rivelata corretta, le due erano simili sotto molti aspetti, tanto quanto differivano su altri, ma quel che più contava era che Amber non si sentiva giudicata. A dispetto di come si era immaginata quella cena, la Tassa ebbe modo di notare come Thalia non fosse per nulla incline ai giudizi affrettati o immune ai segnali della stessa bionda. Era invece riuscita a capire i punti da non toccare e ridimensionare i discorsi nei giusti punti, rendendo infine quella serata più piacevole del previsto. Nel suo immaginario si sentiva spesso un fenomeno da baraccone, nel peggiore delle accezioni. L'amore per il silenzio, per la tranquillità ed il carattere totalmente introverso, non avevano mai giocato a suo favore negli anni, eppure in quel momento comprese che non tutto poteva proprio dirsi "perduto", perché chi aveva di fronte era infine in grado di capirla. Per troppo tempo aveva sminuito l'idea di stringere solide amicizie all'interno delle mura di Hogwarts, convinta più che mai di non aver bisogno di nessuno, ma consapevole di quanto quell'idea fosse fondamentalmente sbagliata. Doveva esserci un motivo per cui Thalia aveva proposto quella cena, e stranamente Amber non volle più sapere con precisione quale fosse, convinta invece che davvero potesse nascere qualcosa di buono, un'intesa nuova. Però, per permettere a quel germoglio di crescere, avrebbe dovuto curarlo a dovere, che tradotto voleva dire: rispondere alle domande. Era stata lei ad introdurre il padre in quella conversazione, non poteva davvero sperare che bastasse un solo intervento per chiudere quel capitolo, ma avrebbe comunque potuto condurre il discorso laddove lo riteneva più idoneo. L'affetto di John, benché spesso messo in discussione dalla stessa figlia, era un qualcosa su cui avrebbe sempre potuto contare. Diverso invece era il modo in cui l'uomo lo palesava, mostrandosi spesso più possessivo del "normale". La morte di Eveline l'aveva distrutto, Amber lo aveva visto in prima persona, benché piccina, aveva sempre mostrato una certa empatia con John, tanto che spesso se lui era giù di morale, lei assorbiva quello stato d'animo, e di riflesso si sentiva in egual modo triste. Funzionava anche per i momenti di gioia, anche se molto rari nei primi anni dopo l'omicidio. In cuor suo Amber non avrebbe davvero voluto parlarne, per non appesantire la conversazione, inoltre la cena era quasi finita ed alle due spettava una ronda notturna non da poco, eppure le parole fluirono da sole, pilotate dal Vino Elfico. «Si, dopo la morte di Eveli.. di mia madre, è diventato sempre più apprensivo.» verità pura e semplice, ed in parte anche liberatoria. Non c'era voluto nemmeno troppo, era bastata una buona dose di vino per scioglierle la lingua, ma in parte il merito era anche di Thalia che si era mostrata degna di ricevere un po' di quanto racchiuso in Amber. Inconsapevolmente, contro ogni aspettativa, era stata la bionda a testare la rossa in quell'uscita, desiderosa forse di trovare qualcuno con cui parlare che fosse più simile a lei, per capire anche se quella speranza fosse ben riposta. E, beh, i fatti avrebbero parlato da soli: era indubbiamente ben riposta. Sforzandosi di rimanere inespressiva, come spesso capitava quando parlava di Eveline con i parenti in villa, proseguì. «Non lo so, molte volte non capisco cosa voglia. Ma sono certa che se vivessi in una teca trasparente, al centro del nostro appartamento, sarebbe l'uomo più felice della Terra. Oppure dovrei vivere ad Hogwarts per sempre, ma non farei mai l'insegnante!» Un sorriso sarcastico e rassegnato fece capolino. Oh si, poteva anche sembrare un'esagerazione, ma lei sapeva che John avrebbe apprezzato l'ironia e condiviso quell'idea. Ogni volta che tentava di parlare con lui del futuro dopo Hogwarts, il padre s'irrigidiva, sopportava la conversazione per qualche minuto e dopo cambiava argomento... o stanza. Sembrava non volesse nemmeno concepire la crescita della figlia e l'imminente bisogno di sentirsi guidata o supportata. «Ad ogni modo penso dovrà farsene una ragione» Concluse quasi freddamente, ma tentando al contempo di rivolgere un mezzo sorriso a Thalia. Anni prima non avrebbe avuto il coraggio di compiere gesti che avrebbero potuto far soffrire John, ma nel tempo aveva imparato a dare il giusto peso agli atteggiamenti dell'uomo. Aveva imparato a dare un valore enorme ai rari abbracci che concedeva dopo qualche discussione, assorbendo più calore ed affetto possibile da quei momenti, ma aveva anche imparato a non assecondare le paranoie del padre, già consapevole di dover convivere con le proprie. Diversi pesi, diverse misure, diverse situazioni. In alcun modo, però, si sarebbe lasciata condizionare da quelli che sembravano timori esagerati dell'uomo. Una vaga idea sulla strada da percorrere l'aveva, ma lui ne era totalmente all'oscuro. «Tuo padre, invece? Com'è?» Mai. Amber non faceva mai domande sulla famiglia di qualcuno. Un po' perché temeva di trovarsi ad affrontare qualcun altro con un lutto in famiglia, magari proprio riguardante il familiare tirato in ballo, ed in parte perché non voleva che poi la stessa conversazione le si ritorcesse contro. E dunque, *Ti prego, dimmi che non è morto* fu esattamente quello che si ritrovò a pensare mentre indagava lo sguardo della tassina. “I prefer to remain unenlightened, to better appreciate the dark”
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