Essere serpenti significa sempre essere almeno un po' egoisti, role contesta di scrittura: la grande guerra, Maggio 2017.

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view post Posted on 10/5/2017, 23:32




Ario Noct seguì la coda della sua casa che seguiva Lumacorno in fila compatta.
La tensione era palpabile in tutti gli studenti dallo stemma verde-argento, che tutti i giorni non facevano che coprirsi di Boria.
Ora,mentre i piani sopra di loro rimbombavano di botti e maledizioni, tutti, da quelli del primo anno fino al settimo, tremavano e correvano come i codardi che in realtà erano.
Ario Noct, studente del 5 anno, prefetto serpeverde, stava in fondo alla sua fila per controllare che non si disperdessero e per proteggere i suoi concasati più giovani da possibili minacce che arrivassero da dietro.
Osservava disgustato e profondamente deluso, lo spirito di casata.
Lui aveva passato cinque anni a istruirsi e ad allenarsi senza quartiere per acquisire il potere e la forza per diventare invincibile.
Aveva imparato incantesimi di ogni tipo, e fra questi, con suo sommo piacere: quelli oscuri.
Serpeverde non era casa per chi non aveva nulla di meglio da fare che chiamarsi un dio, quando invece non sapeva battersi neanche col suo sedere, ma solo per coloro che ambivano al meglio.
Si disse che non avrebbe avuto tutto il suo zelo nel proteggere tutti gli studenti della sua casata.
Quindi che non si sparpagliassero a casaccio e non si allontanassero dalla sua visuale, se no gli av rebbe lasciati morire.
Arrivarono dal ritratto che celava il passaggio segreto verso il pub testa di porco.
Attraversarono il tunnel a gruppi e sbucarono nel pub in questione, a Hogsmead.
La cascina stretta bastava malapena a contenere tutti loro.
In un angolo in ombra c'era Abeforth silente, che però Ario non conosceva.
Esso fu stupito di vedere l'improvviso affollamento serpentesco e fu informato immediatamente da Lumacorno dell'accaduto al castello.
Inoltre il comandante della loro casa chiese ad Abeforth di prendersi cura dei suoi studenti e di proteggerli lì dentro, finchè non gli avesse mandato dei rinforzi per farli evacuare.
Quest'ultimo acconsentì sempre nel suo tipico modo burbero, ma ciò non significava che non lo prendesse a cuore.
In fondo era pur sempre la casa in cui era stato quando era ad Hogwarts.
Horace Lumacorno parlò ad Ario e a ognuno dei prefetti per dargli il compito di stare appostati dentro quel locale in punti strategici, per circondare e proteggere gli studenti dai mangiamorte che avrebbero battuto alla porta, rinforzata da Abeforth, ma pur comunque non sufficiente contro un attacco in massa dei discepoli del signore oscuro.


-Mi raccomando ragazzi. Lain, Rodrius, Rebecca, Noct – terminò chiamandolo – Io tornerò indietro per combattere al fianco di coloro che sono ancora la dentro. Fate il vostro dovere, proteggete la nostra casa e non prendete nessuna iniziativa per vostro conto. Manderò presto dei rinforzi per aiutarvi a uscire da questo locale in sicurezza, MA!!! Fino ad allora non affrontate i mangiamorte che affollano numerosi le strade di Hogsmead -
-Sì signore!!! -
rispose Ario insieme agli altri prefetti.

Lumacorno contento tornò indietro nel ritratto, per diventare uno dei maghi più valorosi che avrebbero affrontato la battaglia di Hogwarts. Avrebbe tenuto testa al signore oscuro, perfino!!!
Loro dovevano essere fieri del loro capocasa, insieme a Piton.

I prefetti si sparpagliarono intorno al locale, mentre Abeforth li consigliava e li guidava su quali punti dovessero occupare per maggiori vantaggi tattici.
Ario guardò Abeforth cominciare a incantare la porta per renderla più resistente.
Non aveva molto tempo.
Doveva andarsene di lì, non voleva rischiare la vita per quella battaglia che non aveva mai chiesto.
Desiderava acquisire ancora più potere e conoscenza, riunirsi ai suoi genitori, diventare un grande mago... ancora più del signore oscuro.
Scelse di pensare solo a se stesso, come era solito per il suo carattere egoista e freddo come il ghiaccio.
Andò verso la prefetta di nome Rebecca: una ragazza del quinto anno, alta poco meno di lui, coi capelli biondi e lunghi, gli occhi verdi, le labbra sottili e sensuali che erano capaci di stendersi in un sorriso che rendeva suoi adoratori tutti i maschi.
Ario Noct la baciò con tutta la propria passione, abbracciandola di conseguenza.
Lei ricambiò con altrattanta passione.
Una ragazza dolce, sensibile, immaginativa e pacifista, Ario l'adorava per questo suo carattere.
Un pattufolo che desiderava amare con tutto se stesso.

- Ario Noct, mio serpente adorato che benedico il mondo per avergli dato la vita e averlo condotto a Hogwarts, che ha morso il mio cuore iniettandogli il suo veleno che si chiama amore – gli disse lei con sussurri adorati.
-Mi sono attaccato alla tua ombra non appena ti vidi, mia perla verde argento, che ho tanto temuto fossi graffiata da quei luridi mangiamorte mentre io troppo orgoglioso per piegarmi a diventare un autorità al servizio dei loro viscidi intenti, mi sono unito alla società segreta dell'esercito di Silente., unico Serpeverde fra tre. Trattato con fiducia dalle altre case che altrimenti avrebbero visto con sospetto il mio stemma verde argento, per colpa dei loro dannati pregiudizi. Io non chiedo che il bene di questa scuola. Come loro. Tu invece sei voluta rimanere nel tuo ruolo di prefetta per continuare ad aiutare gli studenti, e io ho tanto temuto per te ad ogni momento che tu non eri con me dentro la sicura stanza delle neccessità – le disse Ario posando le bocca nell'orecchio.
-Tu sei un seduttore, Ario. Lo sei sempre stato. Hai sedotto molte ragazze, ma nonostante io sappia che tu hai scelto di studiare degli incanti oscuri, non hoi smesso di credere in te, perchè nonostante il tuo carattere freddo, orgoglioso, disposto a tutto per se stesso e manipolatore, hai un calore che tu fai fatica ad accettare in tutte le sue sfumature – Ario sorrise goffamente, non riuscendo a pensare se doveva ammetterlo o no – ci hai sempre portato all'avventura. E io sono contenta di averti incontrato -

Ario sorrise.

-Ascolta voglio andarmene di qui – disse all'improvviso facendosi serio – prenderò con me Daphne Grengass, ti chiedo di venire con me -
- Ami anche lei non è così? -
chiese Rebecca sorridendo – eppure sai già qual'è la mia risposta -
- Hai ragione amo anche lei, perchè mi ci sono affezionato in quanto è stata mia amica fin dai primi anni di Hogwarts, ma non so se sono capace di amare una sola ragazza soltanto. Io in realtà penso di avere troppo fuoco dentro per non amarvi tutte, voi ragazze -
-Allora proteggila sempre –
disse sorridendo piena di benevolenza per lui, Rebecca – Ma sopravvivi, non privarmi del dono della tua presenza. Quanto a me, io voglio rimanere qui per proteggere fino all'ultimo gli studenti della nostra casa -
- Allora proteggili –
disse Ario in un sussurro appassionato - proteggili sempre, i nostri “bambini” - aggiunse scherzoso, rivelando il suo carattere freddo e affezionato alla sua casa insieme – appena confonderò Abeforth tu distrai tutti i prefetti -

Rebecca annuì e con un ultimo bacio si separarono, a malincuore.
* e promettimi che quando tornerai ti fidenzerai con me* avrebbe voluto aggiungere in uno slancio struggente di malinconia. Invece avrebbe dovuto accontentarsi di veder allontanarsi Ario.
Lui andò in mezzo alla calca di serpeverde pert trovare colei che stava cercando.
Quando la trovò: una ragazza bionda e alta come lui la prese per le spalle e la costrinse a guardarlo negli occhi.
Spostò un attimo lo sguardo su Abeforth per vedere che stava cominciando a sigillare la porta del testa di porco con un incantesimo.
Doveva muoversi.


-Ti voglio portare fuori con me, non vedo Eustache da nessuna parte, sei assolutamente sicura che sia scappato poco dopo che Potter ha spinto Hogwarts alla rivolta, come mi hai detto prima? -
-Sì –
rispose Daphne – me l'ha detto personalmente a me sola, prima di scappare sotto gli occhi di tutti con la scopa, da una finestra -

Ario annuì contento, in pensiero per la salute dell'amico. Era felice che lui fosse stato quello con più iniziativa di tutti.: si era dileguato alla svelta molto prima di loro.
Aveva creduto a Daphne quando glielo aveva detto, ma lo aveva chiesto una seconda volta per calmare l'ansia.

- Ora stammi appresso, dobbiamo fare ricorso a ogni nostra più rcondita abilità per uscirne vivi -

Daphne annuì decisa. Gli disse che era con lui costasse quel che costasse.
Fu così che il prefetto prese sottobraccio la studentessa del 5 anno.
Insieme camminarono fino allo scontroso fratello di silente che stava facendo delle giravolte con la bacchetta mentre la puntava verso la porta, mormorando delle litanie sottovoce.
Ario strinse una spalla all'amica per dirle di stare pronta.

-Mi scusi – disse Ario.

Abeforth girò lo sguardo verso di lui, burbero, come per chiedergli il perchè di quel disturbo.

-Confundus!!! - gridò Ario puntandogli la bacchetta contro.

Abeforth perse la concentrazione e prese a tentennare sul posto.

- Ehi che state facendo ?!! - disse uno fra i due prefetti che li avevano avvistati, nello stupore generale.

Rebecca fece uscire dei fuochi d'artificio rossi fumosi, dalla bacchetta per accecare la folla e distrarre i presenti, come promesso.
Ario e Daphne uscirono alla svelta dalla porta, richiudendosela alla spalle.
Tutto prima che Abeforth si riprendesse.

-Protego!!! - urlò Ario.
- Protego!!! -

Urlarono tutti e due, bloccando una maledizione verde diretta contro di loro non appena uscirono dal pub.
Come gli era stato detto, le strade erano affollate di mangiamorte.
E due di essi non persero tempo ad avvistarli.

- Avada Kedavra!!! - urlò Ario uccidendo in pieno uno dei due mangiamorte.
-Stupeficium!!! - attaccò Daphne aiutando Ario a mettere alle strette quel mangiamorte.

Esso scattò da parte evitandolo.
Immediatamente lanciò un sectusempra che passò a un soffio nel mezzo della coppia, un attimo prima che loro due si separassero per mancare il fendente.

- Expelliarmus – Ario tentò. Lo mancò ma lo fece andare in un punto strategico a loro vantaggioso, come voleva.
-Cruciatus – ne approfittò Daphne.

Lo colpì in pieno, e lui cadde a terra sulla schiena in agonia.
Ario aggiunse il suo cruciatus e si divertirono con lui per molti molti minuti.
Dopo una lunga e profonda agonia, Daphne lanciò un sectusempra e entrambi al buio videro il corpo di quell'uomo lanciare uno schizzo di sangue sulla parete dietro di lui, smettendo di muoversi.
Tirarono un sospiro di sollievo.
Hogsmead era veramente un luogo spaventoso a quell'ora e quello era stato un assaggio.
C'è un impedimento alla smaterializzazione qui, mi sento come se il mio slancio a proiettarmi fosse sgonfiato come un palloncino – disse Ario.

Rendendosi conto che avrebbero dovuto superare tutta Hogsmead e parte delle montagne al di là di essa, per riuscire a smaterializzarsi, si fecero coraggio e e si incamminarono di fretta nelle strade di quel posto.
Erano rimasti pochi abitanti e quelli che fra pochi, non si erano dileguati combattevano senza quartiere contro quei mangiamorte con la faccia coperta dalla maschera.
Riuscirono a evitare molte battaglie correndo senza essere notati.
Ma prima di riuscire a trovare un apartamento per riposarsi, dato l'incipiente sopraggiungere della stanchezza, incontrarono un altro gruppo di mangiamorte fatto di quattro membri.
Immediatamente si misero in posizione, mentre quelli giungevano agitando le bacchette.
Ario lanciò un muffliato per infastidire tutti i loro nemici e svantaggiarli.
Daphne lanciò prontamente un protego su Ario per proteggerlo da un cruciatus.
Approffitandone, Ario lanciò un expulso su un sezione di muro a sinistra dei mangiamorte per spingerli a piegarsi in due, per proteggersi contro i frammenti che volavano verso di loro.
Daphne con tutta la sua rabbia lanciò un bombarda maxima facendo esplodere l'asfalto sotto i piedi dei loro nemici.
Due rimasero uccisi con testa e gambe compresse come un patè di sangue.
Coloro che rimasero, i due serpi li ammazzarono a colpi di sectusempra e Avada Kedavra, Accanendosici con tutta la propria voglia.
Una magica e affiatata coppia che sembrava ballare talmente erano sintonizzati sui movimenti che performavano in contemporanea.
Una coppia che alla fine di ogni movimento portava a un corpo che crepava venendo investito da una luce verde.
Una volta terminato il loro combattimento e saziata la loro voglia di uccidere, cercarono un riparo fra le tante abitazioni di Hogsmead, per riposarsi.

Trovarono un appartamento e sfondarono la porta.
Dopodichè si sistemarono in una delle stanze abbandonate.
Dopo aver piazzato gli incantesimi di protezione, si adagiarono stremati su due letti separati in una stessa stanza.


- Di sicuro con te non ci si annoia mai Ario – disse Daphne.
- Eppure non eri tu colei che al primo anno si lamentava di quel ragazzo con i capelli neri e corti, che non faceva altro che stare in silenzio e fare il secchione senza degnarsi di aiutare i suoi compagni di casata?- la punzecchiò con una punta di divertimento.

Daphne rise godendosi quei ricordi – Di sicuro tu non hai mai fatto parlare molto di te in giro, finchè tu non mi hai convinta per esasperazione a unirmi a te e al nostro gruppo -
- Per esasperazione?!! -
scattò Ario – Se non sbaglio chiedevo solo ad ogni lezione di pozioni una porzione del tuo corno di bricorno solo perchè io mi scordavo sempre il mio, E allora non volevo far sentire sola quella bambina musona che stava sempre sola ad ogni banco, corridoio e viale di giardino di Hogwarts – e poi rimembrando le belle scene nella sua mente – sopratutto se a quella ragazza io non piacevo e non perdeva occasione di arrabbiarsi con me -

Daphne sorrise malinconicamente, ripensando a quegli spensierati anni – Giravi sempre con Eustache, che si dicesse avere fratelli potenti. Si diceva in giro che tu praticassi la magia nera, e io non potevo che odiarti. Perchè io ero prigioniera di quei fanatici dei miei genitori, che più ne stavo lontano, al sicuro a Hogwarts, ad ogni anno e ad ogni natale, più ero contenta. La magia oscura non poteva che ricordarmi il loro fetore -
-E non era vero –
rispose Ario, sentendo la sua voce rotta – non ancora. Solo dal terzo anno i fratelli di Eustache mi insegnarono la magia oscura e io feci bene, a farmeli amici attraverso di lui. Ma fu quando tu eri già diventata mia amica, E ti dissi perchè nella mia famiglia, la magia nera si passa di generazione in generazione. Essa è l'altro lato della magia -
- Sì, ed è strano questo –
disse lei facendo un risolino – ma ci ho creduto -
- E tu ti sei avvicinata a me e a Eustache dopo che, chiedendoti l'ennesimo ingrediente di pozioni, tu ti sbagliasti col tuo esperimento e io ti aiutai a completare la pozione restringente, evitando che il professor Piton ti desse un bel troll, E perdesti la famosa appellazione di “regina del ghiaccio” -
- Sì, per una volta mi sentì circondata da ottimi amici e abbassai le difese., eravamo proprio un bel trio noi tre -
Sì, che meraviglia vivere a hogwarts giorno per giorno, facendo i compiti e le lezioni. Che meraviglia incamminarci con una studentessa di due anni più vecchia di noi, cresciuta in contemporanea con il “grande” Harry Potter. La sua barriera di ghiaccio scongelata da me che ero molto più in basso di lei. Dopo ci incontrammo sempre ogni giorno sul divano nero della nostra sala comune, insieme a Eustache per pianificare le nostre scorribande di notte nel castello, per gioco. Non c'era un passaggio segreto che non conoscessimo. -
- Poi quando ci spiegasti la tua filosofia, a 13 anni, mi convincesti a imparare la magia nera insieme a te, grazie ai fratelli di Eustache. Finalmente mi mostrasti una concezione delle tenebre che non apparteneva ai mangiamorte. Una volta che noi tre ebbimo imparato fondammo una nostra associazione segreta dove raccogliemmo tutti coloro che a Hogwarts avevano il desiderio recondito di imparare le arti oscure, per insegnargli la tua filosofia. Quanto ci divertimmo nella stanza delle neccessità coi manichini, e quanto ci divertimmo ad andare tutti nella foresta proibita di notte per mettere alla prova la nostra forza. Poi quando al mio quinto anno la umbridge prese le redini di hogwarts, nessuno dei nostri membri si sognò mai di spifferarle la nostra postazione, per paura che gli spellassimo la pelle –
disse divertita Daphne. Il tempo passato insieme ad Ario e a Eustache riuscì a rallegrare la sua vita, dandogli la forza di tornare a casa ogni estate dai suoi genitori mangiamorte. Una lacrima le scese dall'occhio – Al quinto anno inoltre, fu il momento in cui Potter ammonì che Tu sai chi era tornato. Allora a casa i miei genitori erano in subbuglio e divennero insostenibili. Fu la metà dell'estate di quell'anno che io arrivai a uno scontro magico contro di loro, con tanto di maledizioni. Mi smaterializzai prima che qualcuno morisse, tu e la tua famiglia d'ora in poi mi avete sempre ospitata a casa tua -

Ario si sedette accanto a lei e le asciugò la lacrima con un dito.
- Poi, questo settimo anno, io, insieme a molti degli studenti di Hogwarts non ebbi il coraggio di ribellarmi ai mangiamorte. Rimasi insieme a Eustache, incapace di fare alcunchè, chiusi nella nostra sala comune, sperando sempre che non ci ordinassero di esercitarci con le maledizioni sugli studenti in punizione. Tu invece non hai smesso di lottare, ti sei unito all'ES. Sei stato molto più coraggioso di me Ario, io non sono nulla in confronto a te.
- Tu sei perfettamente mia pari –
ribattè con severità, Ario – Ma non importa, tu sei mia amica e io pretendo solo che tu stia bene -
Ario stette con la mano posata sulla sua spalla per molto molto tempo, vedendo il nero della notte mutare di fronte ai raggi del sole nascente.
Daphne si era ranicchiata sul fianco opposto al suo, dandogli la schiena. Addormentandosi lentamente.
Ma non passò molto prima che Ario la sentisse respirare pesante.
E al suo quarto anno aveva conosciuto Rebecca, instaurando un rapporto di vera adorazione.
Si sfidarono sempre a essere i migliori nello studio, si promisero che il migliore sarebbe diventato prefetto.
E sempre in quell'anno entrò insieme a Rebecca e Daphne nel lumaclub. Onorarono la loro casa a stare sotto l'ala del professor Lumacorno, insieme ad altri di serpeverde e di tutte le altre case di Hogwarts, Dimostrando la loro eccellenza e bravura come migliori studenti.
E non finiva qui: Ario aveva altri eventi da aggiungere al narcisistico ripasso mentale della sua vita a Hogwarts.
Sempre quell'anno litigò con uno studente due anni più vecchio di lui che pretendeva di provarci con Daphne, dimenticando l'educazione.
Ario lo sfidò a un duello per salvare l'onore di Daphne: Gli propose di portare altri due suoi alleati, e lui li avrebbe battuti uno alla volta.
La sfida si svolse nell'arena in sala grande.
Ario ricordò con intenso piacere di averli eccome battuti, anzi... sopraffatti, umiliati, distrutti.
Gli schiantesimi, i confundus, i gambemolli, i mangialumache e i levicorpus volarono numerosi e loro si ritrovarono con le schiene per terra, ancora incapaci di dire “ah”.
Fu allora che baciò Daphne per la prima volta.
Coronando il cammino di seduzione che da qualche mese a quella parte aveva preso corpo inarrestabilmente.
Infine quest' anno, come si era già detto, Ario si unì all'esercito di Silente per non unirsi ai mangiamorte.
Non che però avessero fatto autentiche iniziative di disturbo.
Solamente offrirono riparo a coloro che ne bisognavano.
*Se fosse stato lui al comando*, pensò Ario, avrebbero fatto molto di più.
Non potè intrattenersi purtroppo a ripassare le sue conoscenze di magia oscura, quello fu un periodo di autentica noia.
L'arrivo di Potter arrivò a dargli la possibilità di uscire da quella situazione.

Terminate le sue riflessioni, si stese affiancò a Daphne, nello stretto letto singolo e si addormentò. Anche solo tre ore di sonno sarebbero state ottime per lui.
 
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