»Muffins today, muffins everyday., Per Emma.

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view post Posted on 11/5/2017, 21:51
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Hunger.
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Esami.
Esami e tristezza.
Due parole che, l’una accanto all’altra, sono perfette, come una coppia di innamorati inseparabili. Fu proprio quello il primo pensiero di Mary che, prima ancora che la giornata potesse ufficialmente iniziare, si era trovata stesa sul letto in uno stato catatonico, lo sguardo in alto verso il soffitto, e le braccia distese lungo i fianchi a pensare quanto la sua vita sarebbe stata difficile nei mesi a venire. Chiuse gli occhi e prese un bel respiro poi, con l’intenzione di tornare a dormire, si girò su di un fianco con le gambe quasi al petto e le mani sotto la guancia, ma era certa che ritrovare il sonno sarebbe stata un’impresa difficile. Il suo sguardo si spostò sul letto vicino, quello occupato da Emma che, inerme, probabilmente stava dormendo, come avrebbe dovuto e voluto anche Mary stessa. Il suo sguardo restò sulla concasata ancora un po’, sui suoi capelli biondi che sembravano estremamente soffici: la parte non razionale della grifondoro voleva alzarsi dal letto e toccarli ma, soltanto il pensiero le risultò estremamente disturbante. Scosse la testa e si girò dal lato opposto e, chiudendo gli occhi e provando a pensare solo alle cose belle, tentò nuovamente a dormire per le poche ore restanti. Avrebbe sognato una dolce risata e dei capelli biondi, la mattina seguente non avrebbe avuto alcun memoria di ciò.

La biblioteca quel pomeriggio era affollatissima, difficile era trovare un tavolo vuoto dove potersi accomodare e passare quelle due o tre più brutte della propria vita. Erano probabilmente lei sei e il cielo era coperto da grossi nuvoloni che per certo non promettevano nulla di buono; nel tavolo forse più nascosto c’era Mary: la si riconosceva dalla testa appoggiata sulle mani, dai capelli legati in modo frettoloso e scomposto, dagli occhiali che le penzolavano sul naso, dai libri sparsi sul tavolo che aveva ormai occupato da sola, ma soprattutto dal piattino con i muffin: sì, ci aveva davvero provato a mantenere una certa linea, a correre ogni mattina, gli allenamenti, poi le scale di Hogwarts di certo erano d’aiuto, ma quel giorno la ragazza si era svegliata con una voglia di dolci che superava i confini dell’universo. Per tale motivo aveva chiesto agli elfi se ne potevano preparare alcuni come merenda per lo studio: si era ritrovata un piatto con sei muffin, ognuno di un gusto differente.
Ne erano rimasti due, ovviamente. Lo stress! Lo stress ti fa mangiare quattro muffin nel giro di due minuti, non ci sono altre spiegazioni.
Un altro bel respiro e Mary alzò nuovamente la testa, spinse gli occhiali nuovamente al sicuro sul suo naso e con entrambe le mani allargò la cravatta che quel giorno sembrava volesse soffocarla. Sbuffò ancora un paio di volte, un altro sguardo ai muffin per essere sicura non si muovessero ed infine prese nuovamente la sua piuma, la intinse nell’inchiostro, e tornò ad occuparsi dell’infinito saggio che stava scrivendo per la lezione di storia della magia, una delle poche materie che non poteva assolutamente sopportare, non voleva studiarla, non sapeva perché si dovesse studiare e presto avrebbe sicuramente iniziato una petizione per far si che la eliminassero dalla scuola. Era quasi riuscita a scrivere l’ultima parola del cinquantasettesimo rigo quando un lampo arrivò quasi nei pressi della finestra dove Mary stava, con scarsi risultati, studiando. Come previsto, la grifondoro si distrasse subito e il suo sguardo si posò sul finestrone e sulle gocce d’acqua che battevano forte su questo, producendo un ticchettio che non era mai stato, per Mary, così affascinante. Lo sapeva di non potersi distrarre, sapeva che i voti alti erano importanti per il futuro, ma poteva davvero ignorare quelle perfette gocce d’acqua contro quel perfetto vetro? Certo che no. La testa fu appoggiata quindi sulla mano sinistra chiusa a pugno sotto il mento, la destra aveva ancora in mano la piuma che sgocciolava inchiostro sul foglio, mentre lo sguardo era fisso verso l’esterno del vetro, in direzione del cielo.
“La ragazza che verrà bocciata”, muffin su tavolo, 167x56, Hogwarts, Londra.
 
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Emma Woodhouse
view post Posted on 30/5/2017, 18:23




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All'ennesimo tuono, Emma gonfiò le guance, impaurita. Fin da bambina non le erano mai piaciuti i temporali, specie se terrificanti come quello che imperversava su Hogwarts quel giorno. L'unico aspetto positivo era che, grazie ad esso, Oliver aveva dato tregua all'intera squadra di Quidditch, concedendo un giorno di relax, considerato che le condizioni meteorologiche non permettevano nessun allenamento all'aperto.
Approfittando del pomeriggio libero, era corsa in dormitorio a raccattare libri e pergamene e aveva raggiunto la biblioteca, con la promessa di recuperare i compiti che, inevitabilmente, si era arretrata. Non era mai spiccata per senso dell'organizzazione: era disordinata, spesso in ritardo, dimenticava appuntamenti e oggetti. E non riusciva a reggere una grande mole di impegni. Motivo per cui, in quel periodo, vagava come un'anima in pena, con il viso segnato dalla stanchezza e l'espressione imbronciata, in contrapposizione alla Emma esplosiva e piena di energia che tutti conoscevano.
Intenta a portare a termine il saggio di Erbologia, non aveva notato che, giusto un paio di passi lontana da lei, era seduta una delle sue compagne di stanza, nonché amica. Mary Granger, con i suoi anni in più, la fidata mazza da battitrice e gli occhioni grandi, si era conquistata ben presto il titolo di mamma chioccia. Dispensatrice di consigli e di segreti, Emma aveva imparato ad apprezzarla lentamente, abbandonando l'imbarazzo iniziale, fino al punto di adorarla. Si era trovata spesso a condividere la sua personale scorta di dolci insieme a lei, seduta ai piedi del letto, mentre Mary le raccontava le avventure che, negli anni precedenti, aveva vissuto all'interno del castello.
Soltanto quando sollevò il viso, con le mani impiastricciate di inchiostro, notò la chioma bionda della ragazza e le si illuminarono gli occhi. Abbandonò le cose di poco valore sul tavolo, correndo in direzione dell'amica che, dalla posizione in cui era seduta, non poteva notarla. Con uno slancio le passò le braccia intorno alle spalle, improvvisando uno dei suoi teneri abbracci. Certo, il fatto che fosse decisamente più bassa di Mary la rendeva piuttosto goffa agli occhi altrui, ma poco importava.

"Indovina chi ti salverà da questo noioso pomeriggio di studi..." Esclamò con voce allegra, mentre osservava i compiti di Mary sparsi in giro. E in quella perlustrazione, notò perfino un piattino con due muffin. Oh, lei adorava i muffin! Ne avrebbe mangiati a quintali, almeno fino a rotolare giù dalla Torre di Astronomia. Il suo braccio scattò avanti, pronto a rubare uno dei dolcetti della compagna. Afferrato questo, si staccò dall'abbraccio stile panda in cui aveva involontariamente incastrato l'amica,
raggiungendo la sedia di fronte alla ragazza.
"Gnf... S-scusa, ma... gnf... Io adoro i muffin!" Lanciò un'occhiata angelica all'altra Grifondoro, scusandosi per averle rubato il delizioso dolcetto senza alcun permesso. Oh, ma beh, sapeva che Mary l'avrebbe perdonata. E mentre pensò quelle cose, diede un altro morso. Avrebbe perfino ucciso un elfo per ottenere dei dolci.





Giusto per rimanere in tema con la role, sai che i giorni precedenti sono stati un caos, ma.. da adesso in poi procedo velocemente, promesso. Ti ho già fatto aspettare abbastanza, mama Mary ❤ :fru
 
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