The Truth will set you Free, Quest di Background

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 18/5/2017, 20:26
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,919

Status:


Quest_Dragon

Quanti anni ancora avrebbe dovuto trascorrere dando la caccia ai criminali del mondo magico? A cinquant'anni, trenta dei quali di onorato servizio, il suo unico desiderio era quello di ritirarsi nella sua modesta dimora ad Inverness, il luogo in cui era nato e cresciuto, e dedicarsi alla pesca nei finesettimana. Era un passatempo babbano, ma suo padre ne andava matto - povero vecchio svitato - e lui, il più grande di cinque fratelli, aveva preso in simpatia quell'abitudine bizzarra per un mago.
Ripensava proprio ai giochi di luce sulla superficie dell'acqua, mentre ripercorreva per la terza volta, quel giorno, il corridoio che l'avrebbe condotto al Quartier Generale. Aveva completato l'ennesima cattura, la venticinquesima per l'esattezza, vincendo la scommessa con il suo giovane collega subentrato da poco al suo fianco. Un tipetto dall'aria malaticcia, con la cosiddetta "vocazione" e, tuttavia, una paura folle di cadere sul campo.

«Archie, figliolo, devi imparare a vincere la paura!» - l'accorato appello non avrebbe sortito l'effetto desiderato, lo sapeva bene, eppure un tentativo doveva essere fatto - «Il vecchio Murtagh non sarà sempre lì a coprirti il sederino!»
Rise di cuore, un verso più simile ad un latrato che ad una vera risata umana, ma fu sufficiente a far sentire in imbarazzo il povero Archie che, silenzioso, camminava al suo fianco tamponando una ferita al braccio con un pezzo di stoffa raccattato velocemente sul campo di battaglia. A differenza del novizio, Murtagh Rose non si premurava affatto di coprire o disinfettare il taglio alla guancia destra, che sanguinava copiosamente e sporcava la candida barba bianca.
Le cicatrici simboleggiavano il valore degli uomini, di questo era convinto, dunque perché nascondere il sangue? Era vivo e tanto doveva bastare alla sua felicità.
La camicia a quadri era strappata in corrispondenza del pettorale sinistro, la manica destra era intrisa del sangue di Archie dopo averlo trascinato lontano dal fuoco incrociato. Quella mattina era stata proficua, Wilde ne sarebbe stato senz'altro fiero. Avrebbe fatto rapporto in seguito, prima si sarebbe dato una ripulita nel suo ufficio, dove teneva sempre un ricambio per le emergenze.
Il passo fiero lo portò ben presto nei pressi dell'Ufficio del Capo Auror, un luogo in cui il suo coetaneo aveva trovato il modo di insediarsi comodamente, assoldando ogni giorni nuovi aspiranti protettori del Bene.
Il suo arruolamento era avvenuto in circostanze diverse, una conseguenza scontata dopo i MAGO e che aveva creato non pochi problemi al debole cuore di sua madre. All'epoca si era sentito in colpa: aveva rinunciato alla sua famiglia di origine, aveva rifiutato l'idea di crearsene una propria quando fosse stato il momento opportuno. Gli affetti lo avrebbero solamente limitato. Anche di questo era certo.
L'unico che, temerariamente, avesse cercato di fargli cambiare idea era stato quel pazzo di Weiss, suo amico e collega, scomparso quasi dieci anni prima. Pensava spesso a Charles, alle loro missioni e al fatto che, prematuramente, fosse scomparso. Annabelle Weiss era ancora lì, lei ed i suoi cinque figli. Quella donna era una forza della natura, aveva sempre invidiato il vecchio Charles per averla sposata, ma non avrebbe sopportato di perire tragicamente lasciandola sola con i suoi cinque ragazzi.
La porta dello studio di Wilde si aprì: ne uscì un ragazzo - troppo giovane per i suoi gusti - poco preparato probabilmente, come tutta la schiera di giovani maghi e streghe che si presentava alla porta del Capo Auror.
Capelli rossi, un fisico ben delineato certo... ma sarebbe sopravvissuto alla sua prima missione?
Non appena si fosse voltato nella sua direzione, quella per raggiungere l'uscita, Murtagh Rose sarebbe stato colto da quello che avrebbe creduto un principio d'infarto: la vista dei lineamenti duri del volto, più squadrati di quanto si sarebbe aspettato, e degli occhi verdi e brillanti gli mozzò il fiato.
Non poteva essere Charles. Charles era morto. Il passo fiero, cadenzato e compassato, si mutò ben presto in una corsa, un'incedere ansioso ed affrettato che si sarebbe arrestatao solamente a pochi metri dal giovane.
Mettendo a fuoco ciò che la sua mente si rifiutava di vedere, sospirò.
Rimase così, immobile e basito, ammirando colui che - era certo di non sbagliarsi - doveva essere uno dei figli di Annabelle e la personificazione di Charles Weiss.
Pensava ogni giorno al suo compagno ed amico, ma mai avrebbe immaginato di commuoversi all'idea, più simile ad un'utopia, di poterlo abbracciare di nuovo, dandogli una poderosa pacca sulla spalla tanto forte da mozzargli il respiro.





Benvenuto alla tua Quest di Background.
Per qualsiasi dubbio o necessità non esitare a contattarmi tramite mp.
 
Web  Top
view post Posted on 18/5/2017, 21:04
Avatar

When the snow falls, the fox tries to survive.

Group:
Auror
Posts:
3,876

Status:



#Scheda #Auror #26 anni
Aveva ancora il Distintivo in mano quando uscì dall'ufficio di Mr Wilde.
Aiden ancora faticava a crederci, ci era riuscito, sebbene avesse fatto un pericoloso scivolone. Ma tutto sommato era riuscito a fare colpo sul Capo Auror. Sorrise e infilò il lucido distintivo d'argento dentro il taschino segreto della giacca di pelle. Si passò infine una mano tra i capelli rossi, riavviandoli all'indietro, per poi dirigersi a passo deciso e fiero nell'area di competenza di Madama McFloo, ovvero nella zona in cui risiedeva lo sgabuzzino con tutti gli utensili per le pulizie.
Se l'anziana signora si fosse opposta a rivelargli dov'era finita la scrivania di suo padre - quella con le figurine dei Maghi e delle Streghe Famosi attaccate nella zona sottostante - le avrebbe causato certamente un gran numero di noie. Voleva quella benedetta scrivania, a tutti i costi, perfino scendere a patti con uno dei colleghi per riaverla, nel caso uno di loro ne fosse in possesso.
Tuttavia, non trovò l'anziana signora nella sua zona di dominio e dovette attenderla appostato contro uno dei muri, la schiena appoggiata.
Con aria del tutto pensierosa, tirò fuori il distintivo e se lo rigirò tra le dita. Ora che era Auror, che aveva onorato la promessa e la professione di famiglia, come avrebbe dovuto dirlo a sua madre? Lei ora era in missione e non sapeva quando sarebbe rientrata, ma era certo che se lo avesse trovato al Quartier Generale all'improvviso... beh, lo avrebbe senza dubbio castigato fino all'ultimo dei suoi giorni. Questo e altro per aver fatto le cose sotto al naso della cara madre....
Mi farà diventare una fisarmonica per gatti e mi spedirà a Galway con una pedata nel fondoschiena! pensò con una smorfia. Ma glielo devo dire o non mi rivolgerà più la parola... Diamine! Non voleva perdere sua madre, era l'unica che gli restava, sia come genitore che come guida ed era già stato abbastanza in collera con lei in tutti quegli anni, ma ora che si erano riavvicinati dal suo ritorno non voleva assolutamente perderla.
I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti da dei passi in avvicinamento, nella sua direzione, finché non si bloccarono a pochi passi da lui. Aiden fissò l'uomo, con una barba bianca e sporca di sangue, come buona parte del suo corpo, cercando di ricordarsi perché gli sembrasse così stranamente famigliare. Socchiuse appena gli occhi blu come l'oceano e dovette spremere bene le meningi per ricordarsi bene di quell'uomo.
«La posso aiutare? Ovviamente non sono un Medimago, sono stato appena assunto e... beh, devo farmi dare da Madama McFloo le chiavi dell'ufficio e la scrivania di---» Si avvicinò di qualche passo, studiando l'uomo, sempre più confuso e ben lontano dal ricordarsi dove lo avesse visto. «Signore? Sta bene? Sembra abbia appena visto un fantasma...»
Aiden Weiss
“And I started to hear it again, but this time it wasn't the end.”
CODE MADE BY SAMMAEL



Equipment&Stats:
PS: 172
PC: 121
PM: 120

Bacchetta: Legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile.
Distintivo Auror.
 
Top
view post Posted on 20/5/2017, 12:47
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,919

Status:


Quest_Dragon

Sarebbe stato saggio visitare il San Mungo prima di dedicarsi al rapporto dettagliato da lasciare a quella svitata della McFloo o direttamente tra le mani del Capo. Dopotutto, aveva subito uno shock poco meno di trenta minuti prima, proteggendosi da una fattura e schermando col proprio corpo quello del povero Archie, un giovanotto affatto tagliato per quel lavoro secondo la sua opinione, già ferito dopo pochi istanti.
Eppure, per quanto si rendesse necessario ricevere una medicazione, Murtagh Rose non avrebbe potuto riflettere su un dettaglio tanto diverso: giunto a pochi passi dal giovane dai capelli rossi, l'immagine del volto di Charles svanì davanti ai suoi occhi.
Lo sguardo incredulo studiava i dettagli del volto dello sconosciuto, cercando somiglianze in ogni angolo. Non aveva sbagliato, ne era sicuro.
Charles Weiss riviveva in quel giovane uomo.
I capelli di fuoco, lo sguardo vivo e una certa predisposizione all'ironia, non erano altro che i caratteri che più accostavano Charles a quell'individuo.
Si tastò la guancia, tingendo i polpastrelli di vivido rosso, il colore del sangue versato in duello. Strofinò indice e pollice insieme, ignorando la sostanza appiccicosa tra le dita e concentrandosi nuovamente su quei lineamenti che tanto lo avevano sconvolto.
Ricordava l'entusiasmo dell'amico scomparso, il giorno in cui arrivò al Quartier Generale. Sembrava un bambino, deliziato all'idea di cominciare la propria vita adulta perseguendo un obiettivo tanto nobile. Fu proprio l'allora giovane scozzese a smorzare i toni enfatici di Charles. La tentazione di giudicare il criminale di turno sarebbe arrivata presto, gli disse, e si sarebbe trovato a dover scegliere se agire come giudice o giustiziere. Il loro compito non rientrava in nessuna delle due categorie. Il loro ruolo si trovava esattamente al centro: l'equilibrio sarebbe stato fondamentale. Charles parve non capire, ma si impegnò sempre a rispettare quel piccolo dictat: agire con coscienza, mai secondo avventatezza.
Se quello era davvero uno dei cinque ragazzi di Charles, doveva accertarsi di non ripetere il medesimo errore compiuto con il suo collega scomparso. Glielo doveva.

«Il tuo nome, ragazzo.» - l'ordine giunse imperioso, ora che Murtagh aveva riassunto una posizione degna di un uomo di quell'età. Le spalle larghe, il torace ampio e i pugni stretti per l'ansia di scoprire l'identità del mago che, incredulo, attendeva solamente una sua reazione. Ebbene, ignorò completamente le sue domande ed i suoi suggerimenti, certo che da essi non avrebbe ricavato nulla di cui avesse realmente bisogno.
Archie li superò, il capo chino, lasciando intendere che avrebbe redatto lui stesso il rapporto finale, permettendo al vecchio mentore il tempo di riappacificarsi con i fantasmi del proprio passato.


 
Web  Top
view post Posted on 21/5/2017, 09:32
Avatar

When the snow falls, the fox tries to survive.

Group:
Auror
Posts:
3,876

Status:



#Scheda #Auror #26 anni
Rivolgere quelle poche parole all'uomo sembrò animarlo e renderlo assai risoluto e autoritario. Non gli era sembrato di essere parso maleducato, eppure quel cambio di posizione dall'Auror veterano non lo sorprese più di tanto, dato che spesso perfino sua madre si comportava in modo analogo a casa con il resto della famiglia.
Diede una rapida occhiata al giovane, messo male quanto l'Auror anziano, sorpassarli e dirigersi altrove. Ma poi i suoi occhi di un blu profondo come l'oceano, ritornarono a fissare il suo interlocutore. «Aiden... Aiden Weiss, signore!» disse pacatamente.
Aveva quella strana sensazione che l'Auror ne avesse il sospetto, doveva senza dubbio conoscere i suoi genitori, infondo sembrava lavorare lì dentro da molto tempo. E oltre a questo iniziò a ricordarsi dei momenti in cui da bambino suo padre lo portava di nascosto dal Capo Auror in ufficio e di come alcuni dei colleghi gli dessero sempre qualche dolcetto o figurine dei Maghi e Streghe Famosi. Ricordò che qualcuno gli dava sempre degli strani dolcetti al Whiskey Incendiario di nascosto e di come essi lo avevano sempre ubriacato, nonostante gli avesse trovati disgustosi ma mai rifiutati per non offendere chi glieli dava.
La cosa più strana era che ora quel dolcetti li mangiava senza troppi problemi, anche una ventina senza che lo ubriacassero di brutto, trovandoli un po' più gradevoli. Dopotutto lui era irlandese, era normale che bevesse tanto e fosse difficile farlo ubriacare facilmente.
Interruppe il flusso dei ricordi per concentrarsi sui movimenti della mascella squadrata dell'Auror. Quelle sopracciglia inarcate con fare duro gli ricordavano qualcuno che era stato molto vicino a suo padre. Ma la barba bianca era senza dubbio l'elemento che lo stava confondendo di più, forse anni fa erano di un colore diverso.
Si grattò la sua, distrattamente, sforzandosi di ricordarsi. L'unica cosa che gli tornò alla mente fu che l'uomo che gli aveva sempre dato quegli strani dolcetti che lo avevano lasciato ubriaco sotto la scrivania di suo padre era la spalla, il partner del defunto genitore. Ma non riusciva a ricordarsene il nome...
Aiden Weiss
“And I started to hear it again, but this time it wasn't the end.”
CODE MADE BY SAMMAEL

 
Top
view post Posted on 22/5/2017, 20:19
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,919

Status:


Quest_Dragon

Una stilettata in pieno petto sarebbe stata più piacevole di quello che, in quel frangente, Murtagh Rose percepì all'altezza del cuore. Una fitta, un dolore lancinante che si tramutò prima in sorpresa e poi in smarrimento. Presto la sua percezione sarebbe cambiata ancora, mutando in consapevolezza e divenendo un peso troppo grande da sostenere.
Il respiro del vecchio Auror smise di animare il suo corpo per un istante che gli sembrò interminabile, dandogli la sensazione di annaspare in acque troppo fredde e profonde. Aveva perso un Weiss in passato, non aveva intenzione di perderne un altro; Annabelle, per giunta, non gliel'avrebbe perdonato.

«Seguimi.»
La voce roca ruppe il silenzio, il corridoio ormai vuoto era divenuto il palcoscenico di una riunione "quasi" famigliare. Lo superò, facendogli strada e non permettendogli di affiancarsi mantenendo un passo sicuro e veloce, rumoroso a causa delle pesanti suole degli stivali di cuoio marrone scamosciato. Quelle calzature lo avevano accompagnato in quasi tutte le sue missioni dell'ultimo anno, avevano seguito tracce, preso parte ad appostamenti e duelli all'ultimo sangue.
«Tu sai chi sono io?» - il tono piatto dell'uomo non avrebbe lasciato spazio al dubbio che, in quell'incontro e per il momento, l'interrogatorio sarebbe stato condotto da lui. Se il giovanotto si fosse dimostrato degno, forse, avrebbe ricevuto in dono ben più di quanto non sperasse.
Percorsero gran parte del Quartier Generale in silenzio, dopo quella breve domanda, finché non raggiunsero l'Ufficio del vecchio scozzese, una stanza di circa tre metri quadrati.
Murtagh Rose spalancò la porta con un colpo di bacchetta, un legno nodoso e scuro stretto nel polso sinistro. Sulla porta una targhetta avrebbe confermato o meno l'idea del giovane Weiss. Avrebbe scoperto finalmente il nome del suo interlocutore, riuscendo finalmente ad unire i puntini del suo passato e ricordando con precisione chi Murtagh Rose fosse stato in realtà.
Gli fece cenno di accomodarsi sulla poltroncina posta di fronte alla sua scrivania, un mobile colmo di scartoffie ed oggetti di varia natura, magica e non. Sulla parete destra uno scaffale raccoglieva i suoi cimeli, tra cui qualche libro di incantesimi avanzati. Nell'angolo, un carrello da vivande forniva agli avventori di quell'ufficio l'unico ristoro che lo scozzese conoscesse ed amasse davvero: una bottiglia di cristallo colma di Scotch babbano, invecchiato e dal tipico colore ambrato. Due bicchieri capovolti completavano il quadretto.

«Annabelle sa che sei qui?» - chiese, certo che la risposta fosse negativa, mentre rovistava in un cassetto della scrivania ed estraendo un maglione a quadri molto simile a quello indossato in quel momento.
Dalla morte di Charles, Annabelle aveva vissuto un periodo difficile: chiusa nel suo dolore, con cinque figli a cui avrebbe dovuto raccontare qualcosa che, in cuor proprio, sapeva di non voler rivivere.



Dunque, l'Auror ti fa cenno di seguirlo nel suo Ufficio.
Piccola nota di servizio: non dare per scontato che Aiden ricordi di aver visto Murtagh, né che fosse lui a dare i dolcetti al tuo pg quando era bambino. Per quanto ne sappiamo potrebbe avere un'avversione per i bambini... o per il Whiskey :fru:
Detto questo, cerca di attenerti a quanto ti comunicherò di volta in volta. Ogni tassello andrà al suo posto, te lo assicuro. Stai andando bene.
 
Web  Top
view post Posted on 22/5/2017, 20:43
Avatar

When the snow falls, the fox tries to survive.

Group:
Auror
Posts:
3,876

Status:



#Scheda #Auror #26 anni
Aiden rimase semplicemente interdetto, confuso di come con il solo dire il suo nome, avesse scatenato una simile reazione all'Auror veterano. Non si era di certo aspettato un invito così autoritario a seguirlo senza neanche spiegarli il motivo.
Lo seguì, comunque, senza fare obbiezioni. Qualunque cosa avesse voluto quell'uomo dal cranio calvo e la barba bianca, lo avrebbe senza dubbio scoperto il prima possibile. Si sorprese nel trovarlo agile e scattante, sebbene con un passo fin troppo pesante. Aiden invece, al contrario, era sì agile e scattante, ma più silenzioso.
«Non saprei, Signore. Avete qualcosa di familiare, ma non ricordo con assoluta precisione. Ma potrei quasi supporre che conosciate la mia famiglia.» Famiglia. Non aveva specificato se sua madre o suo padre, ma entrambi.
Quando vide l'uomo aprire la porta con un colpo di bacchetta, Aiden arrestò il passo nel notare la targhetta sull'ufficio "M. Rose." Deglutì a vuoto. Rose... Murtagh?
Ancora confuso e intontito nel varcare la soglia e richiudendosi alle spalle la porta, Aiden fissò l'Auror e rimase qualche secondo in silenzio, prima che potesse rispondere. Studiò attentamente i lineamenti dell'uomo ed emise un profondo sospiro, simile ad un grugnito. «Se lo sapesse sarebbe qui a tirarmi le orecchie e a farmi ingoiare il Distintivo.» disse asciutto. Incrociò le braccia al petto e fissò Mr Rose negli occhi. «Mia sorella Lena lavora all'Ufficio Misteri e sapeva della missione di mamma. Ho avuto il via libera per questo.»
Aiden Weiss
“And I started to hear it again, but this time it wasn't the end.”
CODE MADE BY SAMMAEL



Scusa Master, cercherò non andare oltre le descrizioni/narrazioni che fornisci.
 
Top
view post Posted on 25/5/2017, 18:10
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,919

Status:


Quest_Dragon

Nella sua vita Murtagh Rose aveva condiviso raramente i propri spazi ed i propri sentimenti con qualcuno, perciò non si fece troppi scrupoli nel togliersi di dosso quel maglione strappato in vari punti e intonso del sangue del giovane collega. Era certo, inoltre, che il giovane Weiss avesse visto di peggio che un vecchio a torso nudo, qualche cicatrice e graffio recente, il tutto immerso nel completo silenzio.
Il ragazzo avrebbe fatto bene a prepararsi ad un'invettiva da parte della madre, non appena quest'ultima fosse tornata dalla propria missione.

«Tua sorella è complice, quindi.» - commentò, sorridendo maliziosamente, avvicinandosi al carrello porta-vivande e stappando la bottiglia di Scotch con uno schiocco sonoro. Dava le spalle al giovane Aiden, ignorando quale fosse la sua espressione, se fosse divertito da quell'opinione non richiesta - «Anch'io e mio fratello Dougal ci siamo sempre coperti le spalle. La famiglia è importante, ragazzo.»
Versò il liquido ambrato nei due bicchieri di cristallo, dal fondo spesso e perfettamente trasparente, beandosi all'idea di assaporarlo. Quello era il suo vezzo: tornare da una missione, meglio se in seguito ad una cattura particolarmente emozionante, e sedersi alla scrivania con un buon bicchiere di Scotch ad attenderlo.
Non si sprecò di chiedere al suo ospite se ne desiderasse un sorso, preferendo porgergli la propria offerta direttamente.

«Tua madre non sarebbe contenta se lo rifiutassi.» - aggiunse, inarcando le folte sopracciglia grigie e suggerendogli tacitamente di accettare il suo dono di benvenuto.
«Su una cosa hai ragione, balach - aggiunse frettolosamente quella premessa, al solo scopo di poter gustare la sua perfetta ricompensa per una mattinata tanto impegnativa - «Tua madre il Distintivo te lo farebbe ingoiare seduta stante... e sì. Conosco la tua famiglia. La conosco... bene.»
Quella rivelazione non avrebbe dovuto stupirlo, la reazione del vecchio Murtagh alla vista del figlio di Charles Weiss doveva essere stata eloquente, ben più di mille parole. Si era illuso che, dopo la morte del padre, nessuno dei Weiss avrebbe seguito le sue orme, indipendentemente dagli insegnamenti ricevuti. E invece, contro ogni aspettativa, lo Scozzese si ritrovò a provare un misto di orgoglio ed agitazione, osservando i lineamenti di Aiden Weiss e all'idea di avere una seconda possibilità.
«Gli somigli molto.» - ammise, bevendo tutto d'un fiato ciò che restava del suo ambito premio, posando il bicchiere sulla scrivania ed adagiandosi meglio allo schienale della propria poltrona - «E dimmi... pensi di essere in grado di sostenere il peso di questo lavoro?»
Una provocazione, una delle tante, che gli avrebbe permesso di testare i nervi saldi del ragazzo. Charles giaceva nella nuda e fredda terra irlandese da quasi dieci anni, ma se si fosse trovato lì - dove lui sedeva ora - gli avrebbe posto le stesse domande. Certo, Wilde doveva aver sondato le sue idee ed intenzioni nel colloquio avvenuto poco prima, ma la ragione alla base di quel breve interrogatorio era ben diversa. Aveva fatto una promessa e Murtagh Rose non sarebbe mai e poi mai venuto meno ad un impegno tanto importante.


 
Web  Top
view post Posted on 25/5/2017, 18:55
Avatar

When the snow falls, the fox tries to survive.

Group:
Auror
Posts:
3,876

Status:



#Scheda #Auror #26 anni
Non c'era niente che potesse dire o fare di propria iniziativa, in quel momento, dato che si trovava nell'ufficio di un Auror che molto probabilmente lo aveva voluto lì per metterlo alla prova, interrogarlo e chissà che altro, forse addirittura spaventarlo della pericolosità di quel mestiere.
Perciò Aiden non fiatò finché non gli fosse concesso di parlare, rispondendo alle domande del suo anziano interlocutore. «Sono testardo come un mulo, mia sorella poteva farmi da complice o starsene zitta.» mormorò con un sorriso divertito, nel vedere il ghigno malizioso nelle labbra dell'Auror che si era appena cambiato d'abiti. Lui invece si tolse la giacca di pelle e la tenne con un braccio, mentre lasciò che Mr Rose valutasse quanto il corpo del rosso fosse ben allenato.
Le spalle erano larghe e robuste e le braccia muscolose, con un petto scolpito come si poteva chiaramente intendere dai lineamenti attraverso la maglietta della Guinness che aveva indosso.
Annuì alle parole di Rose, la famiglia era importante eccome ed era fortunato ad avere una famiglia perfetta, anche se Richard... Richard era l'unico che si faceva odiare, in ogni aspetto.
«Sono d'accordo, Mr Rose.» mormorò, osservando l'Auror mentre riempiva due bicchieri con dell'alcol color ambra. Si umettò le labbra, avvertiva di avere effettivamente bisogno di qualcosa di forte per scaricare tutta l'emozione accumulata dal colloquio, sebbene sembrasse già piuttosto calmo a prima vista. Sobbalzò appena alla battuta su sua madre e si avvicinò per accettare con gratitudine quanto gli veniva offerto.
Non era sicuro che sarebbe stata a favore o contraria al consumo di alcolici, non che l'avesse vista spesso bere, ma era sicuro che riguardo ai suoi figli avrebbe sicuramente voluto dire qualcosa a riguardo. Alzò il bicchiere verso Murtagh, con un cenno di ringraziamento e tracannò il liquido in uno sorso solo. Scotch, bello forte ed invecchiato, assolutamente sublime.
«Ottimo Scotch!» commentò, posando il bicchiere e tornando a fissare Murtagh. «E' sempre stata così e la carriera Auror l'ha certamente temprata!»
Quel Murtagh Rose sapeva perfettamente di cos'era capace la signora Weiss, erano colleghi da chissà quanto tempo, come poteva essere diversamente?
Aiden si avvicinò alla sedia posta davanti alla scrivania di Mr Rose e vi adagiò la giacca, ma lui non si sedette, piuttosto appoggiò le mani sullo schienale e fissò negli occhi l'anziano Auror, con la stessa determinazione con cui aveva risposto alle domande di Rhaegar. A quanto pare il mio colloquio non è finito affatto, ci mancava solo la continuazione con chi conosce bene la mia famiglia...
Prese un lungo respiro prima di rispondere. Murtagh forse si aspettava una risposta sincera ma altrettanto misurata, perciò lo avrebbe accontentato. «Il peso di questo lavoro ricade sulle mie spalle da ormai tanto tempo, signor Rose. Sono stato educato per sopportarlo e per accettarlo. Probabilmente lo avrà sentito un miliardo di volte da miliardi di giovani Maghi e magari non è stato così per nemmeno la metà di loro. Ma per quanto mi riguarda, io so - in cuor mio - di non avere ulteriori prospettive per una carriera differente. Presto o tardi, signor Rose, vedrà a che livelli di sopportazione potrò contenere il fardello di questo compito e come affrontarlo.» Era stato calmo, pacato e conciso. Ogni parola era stata calibrata e sincera, sarebbe stato difficile credere nel contrario.
Aiden Weiss
“And I started to hear it again, but this time it wasn't the end.”
CODE MADE BY SAMMAEL

 
Top
view post Posted on 27/5/2017, 20:06
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,919

Status:


Quest_Dragon

«Essere testardi è un vostro marchio di fabbrica.» - commentò, inclinando la testa all'indietro ridacchiando divertito - «...mi chiedo proprio da chi tu abbia preso.»
La caparbietà di Annabelle Weiss era leggendaria, una caratteristica che la rendeva attraente agli occhi di molti uomini, e tuttavia si trattava di una maschera indossata a regola d'arte. D'altro canto, Murtagh la conosceva fin troppo bene - sin dai tempi di Hogwarts - e, per lui, la strega di Limerick non aveva segreti. Ciò nonostante, l'attitudine di Aiden, neo-Auror dall'aria di saperne ben più di quanto non volesse dare a vedere, gli ricordava il temperamento di Charles, votato alla causa per la quale tutti in quel Quartier Generale avevano scelto di schierarsi.
Si schiarì la voce, ascoltando con attenzione la successiva risposta del ragazzo, studiandone ancora una volta i lineamenti e provando una certa incredulità nel constatare quanto del padre rivivesse nel figlio. Non era solo l'intensità dello sguardo a farla da padrone o le ciocche vermiglie tanto simili; l'anima di Charles Weiss sembrava essersi insediata nel corpo di quel giovane uomo, parlando in sua vece.

«Gli somigli molto.» - ripeté, quasi mosso a commozione - «A tuo padre, intendo.»
Non doveva essere la prima volta che qualcuno gli rivolgeva quel paragone ed aveva l'impressione che il ragazzo avrebbe apprezzato quell'ennesimo commento.
«Sarebbe fiero di vederti qui, ne sono certo.»
Sorrise amaramente all'idea di che cosa avrebbe potuto dire il suo amico scomparso: sette lunghi anni erano trascorsi da quel maledetto giorno e mai, per un solo istante, aveva smesso di chiedersi come sarebbero andate le cose se solo avesse cercato di fermarlo.
Si passò una mano sul viso, coprendo gli occhi ed infine accarezzandosi la barba. Era ancora sporca di sangue, se ne rese conto solo in quel momento. Era stato così distratto all'idea di discorrere con quel ragazzo da dimenticarsi di essere reduce da una missione e di dover adempiere ancora a qualche compito prima di tornare a casa.
Il suo sguardo vagò per l'intera stanza, cercando il catino di ceramica bianca e la caraffa che, solitamente, si trovava sull'ultimo ripiano dello scaffale alla sua sinistra. Sbuffò irato, visibilmente infastidito da qualcosa, e - sempre in religioso silenzio - si alzò di scatto, pronto ad aggredire chiunque avesse osato infiltrarsi nel suo ufficio.

«Se trovo la McFloo...» - e così dicendo strinse i pugni, avviandosi verso la porta - «Non muoverti da qui. Non abbiamo ancora finito.» - questa volta il tono si addolcì appena, dopodiché uscì sbattendo la porta.
Senza Murtagh Rose, quell'Ufficio appariva spoglio della propria quintessenza: il vecchio Auror era diventato parte di quella stanza, trovandosi a suo agio solamente in quel luogo.
Ad uno sguardo più attento, sarebbero balzati all'occhio più dettagli di quanti Aiden non avesse potuto scorgere all'inizio di quel colloquio fuori programma.
Chi era davvero quell'uomo?
Sulla scrivania sostavano placidamente un plico di fogli di pergamena intonsi, impilati sulla sinistra, accanto ai quali si trovavano piuma e calamaio. L'inchiostro scuro sembrava secco ed invecchiato, sintomo che al vecchio Auror non piacesse troppo l'idea di comunicare attraverso carteggi di varia natura. Sul lato destro, un libro aperto - dalla copertina di cuoio verde scuro, consunta dal tempo - con un segnalibro di seta verde, probabilmente preso dalla libreria che troneggiava sulla parete opposta e che ospitava una serie di volumi sugli Incantesimi di Difesa. Qualche soprammobile di fattura artigianale, prettamente in legno, poteva suggerire la passione di Mr. Rose per lo sport babbano della pesca.
Nessun quadro adornava la stanza, eppure sulla scrivania una cornice di legno chiaro, diversa dal resto del mobilio scuro, aveva trovato posto vicino al tomo lasciato a metà. Dal punto in cui Aiden si trovava, non sarebbe stato possibile scorgerne il soggetto, ma facendo attenzione ad aggirare un piccolo baule lasciato ai piedi della scrivania sul lato destro, il giovane mago avrebbe potuto avere una visione più chiara di quella fotografia.
Murtagh Rose non aveva segreti, questo secondo l'opinione comune, eppure di tanto in tanto il sospetto che il vecchio Auror sapesse ben più di quanto non volesse ammettere aveva solleticato l'attenzione di molti. Sarebbe stato il caso di dare una sbirciatina qua e là per comprendere al meglio la natura di quell'uomo prima di affidarsi ad occhi chiusi alle sue quasi paterne attenzioni?





Bene, siamo al primo punto di svolta.
Murtagh è uscito, sei solo nel suo ufficio. Sembra che conosca piuttosto bene i genitori di Aiden e che sia ben informato in generale sulla famiglia Weiss. Puoi cercare di reperire informazioni dall'ambiente che ti circonda, al puro scopo di capire se puoi davvero fidarti di lui. La scelta che compirai, nel bene e nel male, porterà a delle conseguenze. Rifletti attentamente sul da farsi ed agisci come meglio credi, prima che il vecchio Auror torni indietro.
 
Web  Top
view post Posted on 28/5/2017, 07:50
Avatar

When the snow falls, the fox tries to survive.

Group:
Auror
Posts:
3,876

Status:



#Scheda #Auror #26 anni
Il novello Auror picchiettò un dito contro la sedia con fare pensoso. Certo, in molti avevano detto che era la copia sputata di suo padre, non solo nell'aspetto ma anche nel carattere; eppure, Aiden sapeva perfettamente che la verità si trovava esattamente nel mezzo, di avere perfino certe caratteristiche di sua madre e quando rimproverava qualcuno sembrava appunto il gemello maschile della genitrice.
Non disse questo suo pensiero a Murtagh Rose, non ancora almeno. Quanto poteva realmente fidarsi di quell'uomo anche se conosceva la sua famiglia come sosteneva?
Si limitò a sorridere, con una certa amarezza, a causa di quanto disse Murtagh. Le parole di Richard lo avevano sempre tormentato, dal giorno del funerale, fino ad oggi, come uno stiletto conficcato nel cuore che a tradimento veniva girato in ambo in versi per infierire un dolore maggiore. «Mio fratello Richard mi fa sempre presente che non sono papà... Eppure ora sono un Auror... Credo che scoprirò chi sono veramente molto presto.» Una frase criptica, che poteva lasciar intendere molte cose.
Murtagh Rose avrebbe di certo imparato che, a differenza di suo padre, lui era notevolmente furbo e quindi capace di ottenere tutto ciò che voleva tramite macchinazioni e tranelli. E le trappole di Aiden Weiss arrivavano sempre improvvise, come un serpente che attaccava. Ma Aiden non era un serpente, era una dannata volpe. Presto o tardi tutti lo avrebbe capito.
«Lo spero. Ho sempre voluto renderlo fiero, diventando l'uomo che avrebbe sempre voluto che fossi.» mormorò con un sorriso grato per le parole del vecchio Auror.
Batté le palpebre spaesato per qualche secondo quando gli venne detto di attenderlo, mentre si affrettava a uscire dall'ufficio con il passo di un giaguaro pronto all'attacco.
Sospirò profondamente e si guardò attorno. Quel Murtagh Rose non aveva nemmeno un quadro appeso alle pareti, un particolare che poteva infondere sospetto per qualcuno che per la prima volta metteva piede nella tana di un leone. Diversi documenti erano impilati l'uno sopra l'altro su un lato della scrivania, un libro aperto sembrò catturare la sua attenzione iniziale,
ma notò perfino quei dettagli che palesavano l'amore del vecchio Auror per la pesca e quella cornice in netto contrasto con il resto dell'arredamento.
Velocemente, con il passo silenzioso e lesto, Aiden si ritrovò a vagare per l'ufficio ad cogliere indizi sulla personalità dell'anziano Auror. Sfiorò con un dito il segnalibro verde che era posato sopra il libro aperto e lesse le prime due righe, tentando di capire che tipo di lettura preferisse il vecchio Murtagh. Ma poi l'occhio ebbe la meglio e andò a posarsi sull'unica foto presente in quell'ufficio spoglio di tali dettagli.
Cosa avrebbe scoperto di Murtagh Rose?
Sapeva solo che avrebbe dovuto fare in fretta, prima che tornasse....
Aiden Weiss
“And I started to hear it again, but this time it wasn't the end.”
CODE MADE BY SAMMAEL

 
Top
view post Posted on 31/5/2017, 17:59
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,919

Status:


Quest_Dragon

L'Ufficio, immerso nel silenzio, offriva ad Aiden Weiss un'opportunità irripetibile: sbirciare là dove nessuno dei colleghi di Murtagh Rose aveva mai osato arrivare. Era strano che l'anziano Auror lasciasse incustoditi i propri averi, compreso il baule che teneva costantemente chiuso a chiave accanto alla scrivania, permettendo ad un estraneo di toccare le piccole suppellettili o, più semplicemente, allungare lo sguardo su effetti personali legati ai suoi affetti.
Il libro aperto, un volume di magia difensiva, recava la definizione di un incantesimo assai complesso, mentre il segnalibro intessuto in una trama verde smeraldo con decori argentei avrebbe facilmente suggerito ad Aiden la provenienza di quel particolare accostamento. Il tessuto sembrava averne viste parecchie, i bordi sfilacciati ed il colore appena ingrigito. Si sarebbe potuto facilmente dedurre che si trattasse di un ricordo dei tempi scolastici, magari dei tempi in cui Murtagh aveva studiato ad Hogwarts. Diceva di conoscere i suoi genitori, quindi - forse - Annabelle avrebbe saputo fornirgli maggiori indicazioni sul buon vecchio Auror, su quali fossero le sue intenzioni, di che cosa si occupasse al di fuori dell'orario di lavoro e se, questa volta davvero, avrebbe dovuto fidarsi delle sue parole, mentre il giovane neo-assunto apriva il proprio cuore alle confidenze di un mago che aveva avuto l'onore ed il privilegio di conoscere Charles. La sua ricerca di informazioni, certo, gli avrebbe fornito qualche dettaglio in più.
Quella cornice bianca, ad esempio, ricavata dal legno di un faggio e successivamente intarsiato da una mano esperta, costituiva uno dei ricordi più cari che il mago scozzese possedesse.
Ivi ritratti quattro giovani uomini erano rappresentati da copie in movimento.
Il più grande, sulla destra, era proprio il proprietario di quell'Ufficio: Murtagh Rose era in piedi, i capelli scuri - sempre più radi vicino alla fronte - e gli occhi azzurri, vispi ed attenti; all'altro lato, un altro giovane mago, dai capelli castani e folti, il viso butterato e gli occhi marroni, il sorriso sghembo e l'aria di chi, in quel preciso momento, sta pensando a come giocare un tiro mancino ai compagni presenti. Il terzo uomo, dai capelli neri e gli occhi verdi, aveva la stessa espressione di Murtagh, la stessa aria superba; al centro, infine, un volto noto: capelli rossi, lineamenti più dolci del giovane Weiss, ma la stessa espressività nello sguardo.
Charles Weiss sedeva accanto ai suoi colleghi, tutti con il Distintivo in bella vista - chi appuntato sul petto o sulla cintura di un paio di vecchi jeans - e sembravano tutti a proprio agio in quella che sembrava la sala principale di un pub qualunque, intorno ad un vecchio tavolo consunto dal tempo e dagli avventori, con quattro pinte di birra lasciate a metà.
Suo padre non doveva avere più di trent'anni, così come Murtagh. Sembravano tutti così allegri, ignari di ciò che il futuro avrebbe riservato loro. C'era da chiedersi se, all'epoca, suo padre avesse la minima idea di quanto le cose sarebbero cambiate tredici anni dopo.
Lo stupore di trovare quel cimelio, uno spaccato di vita passata, avrebbe causato uno stravolgimento emotivo nel giovane Auror? Era chiaro che non si aspettasse di trovarsi a tu per tu con il proprio padre, che proprio in quel momento salutava inconsapevolmente il figlio con un cenno del capo, come a riconoscere un amico che non si vede da tempo, la gioia nello sguardo ed un sorriso appena accennato.
Una volta ripresosi dallo stupore e, forse, dalla malinconia, Aiden avrebbe potuto lasciar perdere la fotografia, degnando di uno sguardo più attento i tre cassetti della scrivania, alla sua destra. Murtagh aveva aperto l'ultimo cassetto per recuperare un maglioncino pulito, tuttavia il contenuto degli altri due restava un mistero.
Aveva acquisito abbastanza informazioni?
La voce tonante di Murtagh si era rifatta viva, per un solo istante, in procinto di salutare - probabilmente - un collega incrociato nel corridoio a pochi metri da lui. Sembrava più quieto e, forse, Mrs McFloo gli aveva restituito il suo catino e la sua caraffa d'acqua. Sarebbe stato saggio tornare al proprio posto, evitando così una reazione negativa da parte del vecchio mago. Tutto dipendeva da lui.



 
Web  Top
view post Posted on 31/5/2017, 19:15
Avatar

When the snow falls, the fox tries to survive.

Group:
Auror
Posts:
3,876

Status:



#Scheda #Auror #26 anni
Gli occhi del blu più profondo dell'oceano di Aiden per una frazione di secondi restarono increduli nel studiare attentamente quella foto, riconoscendo suo padre nella foto assieme all'odierno anziano Auror, Murtagh Rose, e assieme ad altri due Auror di cui non ricordava di aver mai visto o sentito parlare.
Per un attimo ebbe voglia di piangere nel rivedere finalmente il volto di suo padre, sebbene più giovane e decisamente felice, in mezzo ai colleghi, oltre che quella specie di saluto nella sua direzione. Ma frenò ogni emozione che avrebbe potuto tradirlo di fronte a Murtagh, una volta che fosse tornato.
Una foto non significava niente, Aiden voleva approfittarne per dare una rapida occhiata ai cassetti rimasti chiusi nella scrivania.
Non avrebbe smosso niente, per non destare sospetti, si sarebbe accontentato di controllare che non vi fossero prove consistenti nel dubitare completamente a quell'uomo.
La voce di Murtagh risuonò nel corridoio e il cuore di Aiden prese a battere all'impazzata. Non voleva farsi scoprire e inimicarsi l'Auror, fomentando il sospetto delle sue azioni e per quell'improvvisa infrazione della privacy. Perciò Aiden aprì i cassetti, il tempo di cinque secondi a ciascuno, il tempo di vedere cosa ci fosse dentro.
Quando decretò che fosse scaduto il tempo utile per tornare al posto di prima, ovvero intorno ai quindici secondi da quando aveva udito la voce, Aiden chiuse tutto in un lampo e scattò dall'altra parte della scrivania, gettandosi sulla sedia con braccioli, con una posizione svacata, una gamba su uno dei braccioli, mentre fingeva di rigirarsi il Distintivo tra le dita, accarezzandolo come se fosse prezioso.
Le mie più sentite scuse, Mr Rose, ma mio padre mi ha insegnato bene ed intendo accertarmi se fidarmi o meno. Non prendertela se ho dato una controllata veloce. pensò nella sua mente, come se avessero davvero voluto dirlo all'Auror, sentendosi in un certo senso in colpa per aver violato la privacy di una persona.
Ora il dubbio maggiore ricadeva sugli altri due individui presenti nella foto e il ghigno di uno di loro non gli era piaciuto per niente. Senza contare che - a quanto pareva - Murtagh Rose doveva essere stato un Serpeverde ai tempi della scuola mentre suo padre era stato un Grifondoro. Un'insolita amicizia ma non per questo impossibile, sebbene la famosa rivalità tra le due Casate di Hogwarts.
Rivalità. E se tra lui e suo padre ci fosse stata una sorta di odio-amore? Muragh a primo sguardo sembrava nutrire un profondo rispetto e affetto verso sua madre, ma non era certo che fosse perché era una brava donna e Auror, oltre che moglie di un suo amico. Se ci fosse qualcosa di più sotto? Se Murtagh si fosse ritrovato ad amare la stessa donna amata da suo padre? Se invece la cosa fosse capitata ad uno degli altri due Auror presenti nelle foto?
Doveva vederci più chiaro e decidere se giocare a carte aperte con Murtagh Rose o tentare di fargli uno scacco matto come solo Aiden Weiss, Fox, era in grado di fare.
Se mi attirerà in una trappola, allora Mr Rose farà bene a sperare che io non lo attiri in una peggiore... pensò, grattandosi la barba mentre attendeva che facesse rientro l'Auror e sfiorava le scritte del Distintivo. Io non sono completamente uguale a mio padre... Presto o tardi, chiunque lo conosceva, se ne renderà conto.
Aiden Weiss
“And I started to hear it again, but this time it wasn't the end.”
CODE MADE BY SAMMAEL



Spero vada bene, ho evitato di dilungarmi troppo a lungo sui cassetti proprio per ricevere un resoconto di quanto vedo a prima vista.
 
Top
view post Posted on 2/6/2017, 20:58
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,919

Status:


Quest_Dragon

La visione di quei volti, uno più degli altri, destabilizzò il giovane Aiden: rivedere il viso del proprio genitore scomparso, dopo anni trascorsi in solitudine al fine di elaborare il lutto, lo aveva messo in difficoltà; non si sarebbe permesso, tuttavia, di piangere, lasciando che il nodo alla gola si sciogliesse facilmente ed allontanando lo spettro delle proprie emozioni, relegandole là dove nulla le avrebbe risvegliate.
Murtagh Rose sembrava affidabile, sebbene l'ovvia appartenenza a Serpeverde avesse destabilizzato appena l'Auror rimasto solo per le proprie ricerche, mentre un altro mago aveva attirato la sua attenzione. Seduto sul vecchio tavolo in legno, un piede a terra e l'altro appoggiato alla panca, l'Auror dallo sguardo poco rassicurante - ora - guardava con intensità lo spettatore inatteso. Era una fortuna che le fotografie del mondo magico non potessero comunicare con i loro proprietari: che cos'avrebbe mai potuto rivelare quel giovane uomo dai folti capelli castani ed il viso rovinato? Senz'altro avrebbe avvisato Murtagh delle brevi indagini messe in atto dal suo ospite che tanti onori aveva ricevuto sin dal primo momento e che, ora, si era arrogato il diritto di ficcare il naso dove non doveva.
L'attenzione del mago fu poi rivolta ai cassetti: quali segreti si celavano al loro interno? Che cosa poteva conservare sul posto di lavoro?
Il primo cassetto a partire dall'alto si aprì non appena le dita di Aiden si chiusero attorno alla maniglia di ottone, trascinando il contenitore verso di sé. All'interno, una Piuma Ricaribile e alcune boccette d'inchiostro di riserva, una specie di bussola - senz'altro un artefatto magico - che poteva essere facilmente confuso con un orologio da taschino e un paio di comuni biglie babbane. Aiden non poteva saperlo, ma rigirare tra le dita quelle piccole sferette di vetro non solo aveva un effetto rilassante per il vecchio scozzese, ma si trattava anche di una sorta di cimelio a cui il mago teneva particolarmente.
Chiuso quel vano, si sarebbe dunque approcciato al secondo: questo, però, oppose resistenza sin dal primo momento. Sembrava che fosse stato chiuso a chiave o attraverso un incantesimo; l'altra alternativa era che qualcosa, all'interno, ne bloccasse lo scorrimento. Avrebbe dovuto darsi per vinto, poiché forzare le proprietà altrui non sarebbe stato certamente un buon biglietto da visita proprio nel suo primo giorno da Auror.
Così, tornò ad accomodarsi in fretta e furia, complice il ritorno di Murtagh che - in un baleno - spalancò la porta e la lasciò sbattere sonoramente nel richiuderla.

«Quella donna mi farà diventare matto!» - sbraitò, portando con sé il catino di ceramica bianca e la caraffa trasparente piena d'acqua fresca riposta all'interno del recipiente più grande. Posò tutto sulla scrivania, facendosi spazio e munendosi di una pezza recuperata dall'ultimo cassetto, l'unico a non esser stato sbirciato.
«Le donne non fanno altro che sistemare, riordinare... sembra si divertano a dare fastidio!» - borbottò, versando l'acqua nel catino ed immergendovi la pezza umida. La ferita alla guancia ormai aveva smesso di sanguinare, complice un veloce incanto della McFloo, dunque restava solamente da pulire la bella barba bianca.
Concentrato com'era ad insultare la donna in questione, Murtagh non si rese immediatamente conto della posa assunta dal giovanotto suo ospite.

«Ehi, ragazzo. Non sei al pub. Un po' di contegno.» - parlava seriamente, sebbene il sorriso divertito tradisse i suoi buoni intenti. Era certo che Charles non gli avesse insegnato a comportarsi in quel modo, ma il fatto che Aiden fosse rimasto orfano in giovane età, di certo, non gli aveva giovato troppo.
In pochi istanti il suo viso fu pulito e lindo, come se nulla fosse accaduto. Ripose il catino ed il resto delle suppellettili, là dove dovevano restare, dopodiché si rivolse al nostro giovane Auror, facendogli il cenno d'alzarsi e seguirlo.

«Vediamo come se la sta cavando Archie con il suo primo rapporto.» - e così dicendo gli rivolse un occhiolino, l'aria complice di chi, dopotutto, si sente già in confidenza con qualcuno. Attraversarono il corridoio, percorrendo un paio di metri; trovarono il suddetto Archie alle prese con la dettatura ad una Piuma Auto - scrivente: la pergamena che sarebbe stata consegnata a Wilde si compilava da sola, in bella vista, mentre la voce timida di Archie faticava ad uscire dalle sue labbra. Murtagh lasciò Aiden sulla porta, andando a sincerarsi delle condizioni del novello Auror: il suo atteggiamento paterno, nel tastare con cura e a modo la ferita solamente fasciata del collega ferito, avrebbe dovuto far intendere a Weiss quanto in realtà si fosse sbagliato nelle sue precedenti elucubrazioni.
Borbottò qualcosa al collega, dopodiché si rivolse ad Aiden.

«Ho chiesto ad Archie di occuparsi della burocrazia per me.» - spiegò brevemente - «Ti spiacerebbe accompagnarmi a casa? Credo di meritare un po' di riposo e, di sicuro, non vorrai che tua madre sappia che sei qui. Te lo si legge in faccia.»
Così dicendo prese un vasetto di terracotta, chiuso da un coperchio di ceramica marrone e riposto sulla mensola di legno del piccolo focolare in pietra. Si sarebbero spostati attraverso la Metropolvere, confidava che il giovane Weiss avesse esperienza in tal senso.
«Ci vediamo al 35 di Bishop Fox Way. Non sbagliare.»
Con queste parole si congedò, entrando all'interno del caminetto e gettando la Polvere Volante ai propri piedi: l'enunciazione della destinazione si sarebbe manifestata al medesimo tempo, lasciando che fiammelle verdastre avvolgessero il corpo dell'Auror senza ustionarlo. Avrebbe atteso Aiden in casa propria, mostrandogli ciò che il buon Murtagh Rose poteva offrire alla sua legittima curiosità.



Mi sembra che tutto sia piuttosto chiaro: sei all'ennesimo punto di svolta, se vorrai delle risposte dovrai seguire Murtagh all'indirizzo indicato.
Attenzione: ho chiuso un occhio circa l'apertura dei cassetti con estrema facilità; solitamente le azioni si tentano (da qui l'uso del condizionale) e la riuscita non va data per scontata. Lo scenario in cui Aiden apparirà sarà descritto esaustivamente nel prossimo turno.
 
Web  Top
view post Posted on 3/6/2017, 09:00
Avatar

When the snow falls, the fox tries to survive.

Group:
Auror
Posts:
3,876

Status:



#Scheda #Auror #26 anni
Aiden rimuginò riguardo Murtagh, se fidarsi o meno. Al momento non aveva trovato nulla che gli impedisse di fidarsi dell'anziano Auror e questo alimentò il senso di colpa nell'aver ficcato il naso in cose che non riguardavano affatto, eppure quell'iniziale senso di diffidenza gli aveva permesso di apprendere qualcosa in più riguardo Murtagh. Ma ancora non si fidava del tutto, avrebbe dovuto parlargli con discrezione, scoprire quanto poteva sul legame che lo univa alla sua famiglia.
Lo sguardo andò proprio su Murtagh nel momento in cui lo vide entrare con un catino e caraffa per potersi lavare da tutto quel sangue. Notò però che la ferita che aveva in volto non sanguinava più, a quanto pare aveva provveduto a sistemarla, per il suo bene. Non poté fare a meno di sorridere nel vederlo borbottare contro il sesso femminile.
Ebbe uno scatto improvviso quando Murtagh lo rimproverò, con un particolare sorriso divertito, per la posizione in cui si era piazzato. Abbassò i piedi e si mise composto sulla sedia. «Non sono un ragazzo!» farfugliò, senza arroganza o prepotenza, ma solo tono morbido e schietto, all'ennesima volta in cui Murtagh lo aveva chiamato ragazzo. Non era offeso, ma solo lievemente infastidito. Come poteva ancora essere definito un ragazzo? Quando sarebbe stato un uomo agli occhi degli altri?
Aiden desiderava solo essere ammesso nella cerchia degli uomini, quelli ormai responsabili e indipendenti, che sapevano quello che facevano. Eppure aveva come l'impressione che per alcuni sarebbe rimasto solo un ragazzo che doveva ancora crescere, maturare.
Al cenno di Murtagh si alzò e prese la propria giacca di pelle, seguendolo nell'ufficio del giovane Auror a cui stava facendo da mentore. In un certo senso invidiò quel ragazzo, aveva qualcuno che gli insegnasse il mestiere, su come sopravvivere e compiere i propri doveri al meglio. Lui invece cosa aveva?
Un Spettro... pensò, con rammarico, mentre rimase sulla soglia a fissare Murtagh controllare che il giovane Archie non avesse problemi con il rapporto.
Avrebbe avuto suo padre come mentore se fosse ancora vivo, sebbene fosse stato già educato adeguatamente, ma non sul campo. Sua madre non sarebbe mai riuscita ad addestrarlo a dovere per via del suo amore materno, che l'avrebbe senza dubbio limitata negli insegnamenti. Avrebbe dovuto imparare da solo, sulla propria pelle...
L'anziano Auror si era dimostrato assai paterno con Archie, dunque dubitò sul voler continuare a restare diffidente nei suoi confronti, ma ciò che accadde lo mise ancora in allerta. Murtagh gli chiese di accompagnarlo a casa e, senza dubbio, entrare nella tana del leone vera e propria era rischioso. Al Dipartimento poteva anche essersi dimostrato un angelo in terra, ma era nella propria abitazione che l'uomo tirava fuori la sua vera indole.
Se Murtagh Rose si fosse rivelato ostile e volesse tendergli una trappola, Aiden avrebbe fatto meglio a prepararsi.
Annuì semplicemente, impassibile in volto, mentre il cuore prese a battere all'impazzata. Osservò il vecchio Auror sparire con la Metropolvere e ciò fece trassalire Aiden. Odiava da morire la Metropolvere, a dodici anni l'aveva usata per recarsi a casa della zia con il resto della famiglia e invece di dire la via giusta, era finito nella casa accanto con il sedere incastrato nella canna fumaria della stufa, dato che il camino era stato chiuso. Aveva passato un mese da inferno, impossibilitato a sedersi.
Dovette però farsi forza e non mostrarsi codardo proprio ora. Rimise la giacca e posizionò la bacchetta all'interno della manica, sperando vivamente che il rapporto avesse la totale attenzione di Archie. Non si sarebbe fatto prendere alla sprovvista una volta arrivato dall'altra parte...
Prese una manciata di polvere una volta entrato dentro al camino e prese un bel respiro. «Buona giornata!» salutò Archie cordialmente, per poi concentrarsi e scandire bene «Bishop Fox Way 35!», per poi gettare la polvere e sparire nel medesimo modo in cui aveva visto sparire Murtagh.
Sperò solamente che non si trattasse di una trappola...
Aiden Weiss
“And I started to hear it again, but this time it wasn't the end.”
CODE MADE BY SAMMAEL



Ti chiedo scusa, Master. Seguirò il consiglio per le volte a venire.
 
Top
view post Posted on 6/6/2017, 12:50
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,919

Status:


Quest_Dragon

Il buon Archie si limitò ad uno sguardo distratto nel momento in cui il nuovo arrivato si prese la briga di congedarsi. Non aveva tempo per i convenevoli: Murtagh gli aveva lasciato una bella gatta da pelare e un giretto al San Mungo sarebbe stata la tappa successiva.
Non era questo, però, il caso del giovane irlandese: entrato nel focolare di pietra e gettata la Polvere Volante ai propri piedi, pronunciò l'indirizzo indicatogli dal vecchio Rose, pregando di non incappare in un altro camino chiuso; se la prima esperienza era stata imbarazzante, quella sarebbe stata di certo più problematica. Bishop Fox Way era una zona abitata da Babbani, densamente popolata di famigliole medio-borghesi in grado di conoscere tutto dei propri vicini in base allo stato di salute del rispettivo giardino. Non c'erano dubbi che, per quanto poco conoscesse l'anziano Auror, Murtagh non si trovasse propriamente a suo agio in quella zona residenziale di Londra. Rose era uno spirito libero, uno di quelli che non s'ingabbia facilmente nelle dinamiche del buon vicinato babbano. I ragazzini del quartiere ricordavano ancora la notte di Halloween dell'anno precedente, quando furono terrorizzati da un vecchio deforme - per mezzo di incanti e pozioni, s'intende - e tornarono a casa strillando e piangendo.
Murtagh poteva essere tranquillamente paragonato ad un bambinone di cinquant'anni, con una rara parvenza di maturità in casi straordinariamente eccezionali.

Si diceva che la dimora rispecchiasse il padrone, ma se all'esterno il piccolo cottage pareva abbandonato da decenni, con un giardino incolto e rampicanti sull'intera superficie esterna dell'abitazione, l'interno risultava caldo ed accogliente.
Aiden si sarebbe trovato catapultato in un salottino piuttosto elegante, seppur lasciato al disordine che solo uno scapolo attempato poteva provocare. Un divano all'apparenza comodo sostava a pochi passi dal caminetto, mentre le due poltrone, con morbidi cuscini rivestiti in tartan rosso e verde - i colori dell'antico clan Rose - si trovavano ai lati del focolare; al centro un tavolino ricavato dal ceppo di un salice, sul quale avevano trovato posto libri di varia natura, una cartellina per documenti ed una serie di fogli - forse una decina - nascosti al di sotto. Sulla parete di sinistra una libreria in mogano, sul lato destro un mobile basso lungo - dello stesso materiale - fungeva da credenza. Su di esso troneggiava un dipinto ritraente una scena di pesca. Voltandosi ad ammirare il caminetto, Aiden avrebbe potuto notare - appeso alla cappa del focolare - un oggetto più unico che raro, ma che facilmente avrebbe attratto la sua attenzione.
L'emblema della famiglia Rose campeggiava sull'intera stanza, piccola ed accogliente, ammonendo i visitatori ad assumere un atteggiamento degno di quell'antico clan.

«Onesti e leali.» - la voce di Murtagh avrebbe risvegliato Aiden dal torpore iniziale e dalla curiosità del momento. Citando il motto della propria famiglia, sperava di potersi guadagnare completamente la fiducia del ragazzo o, per lo meno, di garantirgli la totale trasparenza in quell'incontro fortuito.
«Immagino che tu sia curioso di sapere per quale ragione ti abbia invitato qui.» - continuò prendendo posto sulla poltrona di destra, indicando ad Aiden di accomodarsi dove volesse - «Credo tu sappia che alcuni argomenti delicati debbano essere discussi fuori dal Ministero. Troppi occhi ed orecchie, per i miei gusti. Lo pensava anche tuo padre.»
Così dicendo, avrebbe recuperato una pipa dalla mensola del camino, rigirandola tra le dita ed aspettando una qualsiasi reazione da parte del proprio ospite. Aveva atteso per sette lunghi anni quel momento, non avrebbe rischiato tutto per la smania di riferire ciò che aveva tenuto nascosto per tanto tempo.

 
Web  Top
31 replies since 18/5/2017, 20:26   408 views
  Share