L'Ufficio, immerso nel silenzio, offriva ad Aiden Weiss un'opportunità irripetibile: sbirciare là dove nessuno dei colleghi di Murtagh Rose aveva mai osato arrivare. Era strano che l'anziano Auror lasciasse incustoditi i propri averi, compreso il baule che teneva costantemente chiuso a chiave accanto alla scrivania, permettendo ad un estraneo di toccare le piccole suppellettili o, più semplicemente, allungare lo sguardo su effetti personali legati ai suoi affetti.
Il libro aperto, un volume di magia difensiva, recava la definizione di un incantesimo assai complesso, mentre il segnalibro intessuto in una trama verde smeraldo con decori argentei avrebbe facilmente suggerito ad Aiden la provenienza di quel particolare accostamento. Il tessuto sembrava averne viste parecchie, i bordi sfilacciati ed il colore appena ingrigito. Si sarebbe potuto facilmente dedurre che si trattasse di un ricordo dei tempi scolastici, magari dei tempi in cui Murtagh aveva studiato ad Hogwarts. Diceva di conoscere i suoi genitori, quindi - forse - Annabelle avrebbe saputo fornirgli maggiori indicazioni sul buon vecchio Auror, su quali fossero le sue intenzioni, di che cosa si occupasse al di fuori dell'orario di lavoro e se, questa volta davvero, avrebbe dovuto fidarsi delle sue parole, mentre il giovane neo-assunto apriva il proprio cuore alle confidenze di un mago che aveva avuto l'onore ed il privilegio di conoscere Charles. La sua ricerca di informazioni, certo, gli avrebbe fornito qualche dettaglio in più.
Quella cornice bianca, ad esempio, ricavata dal legno di un faggio e successivamente intarsiato da una mano esperta, costituiva uno dei ricordi più cari che il mago scozzese possedesse.
Ivi ritratti quattro giovani uomini erano rappresentati da copie in movimento.
Il più grande, sulla destra, era proprio il proprietario di quell'Ufficio: Murtagh Rose era in piedi, i capelli scuri - sempre più radi vicino alla fronte - e gli occhi azzurri, vispi ed attenti; all'altro lato, un altro giovane mago, dai capelli castani e folti, il viso butterato e gli occhi marroni, il sorriso sghembo e l'aria di chi, in quel preciso momento, sta pensando a come giocare un tiro mancino ai compagni presenti. Il terzo uomo, dai capelli neri e gli occhi verdi, aveva la stessa espressione di Murtagh, la stessa aria superba; al centro, infine, un volto noto: capelli rossi, lineamenti più dolci del giovane Weiss, ma la stessa espressività nello sguardo.
Charles Weiss sedeva accanto ai suoi colleghi, tutti con il Distintivo in bella vista - chi appuntato sul petto o sulla cintura di un paio di vecchi jeans - e sembravano tutti a proprio agio in quella che sembrava la sala principale di un pub qualunque, intorno ad un vecchio tavolo consunto dal tempo e dagli avventori, con quattro pinte di birra lasciate a metà.
Suo padre non doveva avere più di trent'anni, così come Murtagh. Sembravano tutti così allegri, ignari di ciò che il futuro avrebbe riservato loro. C'era da chiedersi se, all'epoca, suo padre avesse la minima idea di quanto le cose sarebbero cambiate tredici anni dopo.
Lo stupore di trovare quel cimelio, uno spaccato di vita passata, avrebbe causato uno stravolgimento emotivo nel giovane Auror? Era chiaro che non si aspettasse di trovarsi a tu per tu con il proprio padre, che proprio in quel momento salutava inconsapevolmente il figlio con un cenno del capo, come a riconoscere un amico che non si vede da tempo, la gioia nello sguardo ed un sorriso appena accennato.
Una volta ripresosi dallo stupore e, forse, dalla malinconia, Aiden avrebbe potuto lasciar perdere la fotografia, degnando di uno sguardo più attento i tre cassetti della scrivania, alla sua destra. Murtagh aveva aperto l'ultimo cassetto per recuperare un maglioncino pulito, tuttavia il contenuto degli altri due restava un mistero.
Aveva acquisito abbastanza informazioni?
La voce tonante di Murtagh si era rifatta viva, per un solo istante, in procinto di salutare - probabilmente - un collega incrociato nel corridoio a pochi metri da lui. Sembrava più quieto e, forse, Mrs McFloo gli aveva restituito il suo catino e la sua caraffa d'acqua. Sarebbe stato saggio tornare al proprio posto, evitando così una reazione negativa da parte del vecchio mago. Tutto dipendeva da lui.