|
|
| Sulla morte di Charles e Dougal erano molte le storie circolate, alcune più vicine alla verità di quanto in realtà si potesse immaginare ed altre, al contrario, inverosimili sino all'eccesso. Nemmeno Murtagh Rose avrebbe potuto conoscere i dettagli più infimi dell'intera vicenda ed egli stesso dubitava dell'eventualità che Annabelle Weiss fosse qualche passo avanti a loro in quella spasmodica ricerca della verità. «Annabelle non sa nulla.» - disse, il tono piatto e lo sguardo vuoto fisso di fronte a sé. «Tuo padre non è morto a Manchester. Non lo so per certo, ma ne sono convinto. Diciamo che... è una sensazione.» - ammise, sollevando le iridi cerulee sul ragazzo. Si scostò appena quando il giovane Auror volle dimostrare la propria vicinanza emotiva, evidentemente disturbato dall'idea di essersi dimostrato tanto debole di fronte ad un uomo con la metà dei suoi anni. «La verità richiede pazienza.» - concordò, annuendo lentamente ed avviandosi all'uscio ancora spalancato - «Ti farò avere quella lista, ma non nel tuo ufficio.» Una breve pausa sancì la riflessione dell'anziano scozzese che, con una mano sulla nuca, cercava chiaramente una soluzione a quella necessità impellente di segretezza. «Un mese. Ho bisogno di un mese per capire chi potrebbe essere coinvolto. Torna qui, tra un mese.» Non comprese, almeno inizialmente, le parole del ragazzo. Gli rivolgeva delle scuse, giustificando delle azioni che - chiaramente - l'Auror aveva previsto. Aiden non sarebbe stato il vero figlio di Charles, specie dopo quanto accaduto, se non avesse cercato di saperne di più sul suo conto. Sarebbe stato sciocco, da parte sua, affidarsi ad uno sconosciuto e farsi condurre proprio nella tana del lupo senza alcuna cognizione di causa. Si finse sorpreso, dunque, inarcando visibilmente le folte sopracciglie grigie e socchiudendo appena le labbra. «Lo capisco. Mi sembra... naturale.» - replicò, dando l'impressione di riflettere maggiormente sulle parole del ragazzo. Aiden Weiss aveva messo piede al Quartier Generale così come Charles aveva previsto dieci anni prima, eppure - diversamente da lui - il ragazzo dai capelli fulvi e lo sguardo furbo aveva agito con circospezione, come se nulla dovesse essere davvero scontato. Aveva agito con coscienza, consapevole dei rischi che avrebbe potuto incontrare sul proprio cammino. Non aveva molto da insegnargli, ma annuì a quella richiesta, celando al giovane la commozione che giunse inevitabilmente. «D'accordo. Accetto le tue scuse...e cercherò di fare del mio meglio.» Sorrise imbarazzato e gli fece cenno di seguirlo nel corridoio. «Dovresti andare, adesso. Devo tornare al Ministero e il povero Archie starà impazzendo con quel resoconto per Wilde.» - emise una risata, simile ad un latrato, e si avviò nel salotto. Agguantò un vasetto di terracotta, prendendo una manciata di Polvere Volante e spargendone una minima quantità sul pavimento e sul tappeto. Fece cenno ad Aiden di fare lo stesso, lasciandogli l'onore di dirigersi altrove, ovunque egli desiderasse. «Non una parola su questa conversazione, chiaro?» Quelle sarebbero state le ultime parole di Murtagh, mentre Aiden spariva in un brillio verdastro.
E siamo giunti alla fine! Mi complimento per la costanza nelle risposte (che velocità!) e per il modo in cui hai saputo gestire la situazione, tanto che desidero premiarti con 2 Punti Mana. Questa è soltanto la "prima base", i prossimi step saranno decisamente più intensi. Effettua il post di chiusura e... alla prossima!
|
| |