"Hey ma - la birra!"
Su sorde orecchie cadde il lamento dell'oste, che già teneva tra le mani un boccale schiumante di ambrato liquido. Pagare e dirigersi verso l'uscita fu un tutt'uno, ma la donna sembrava aver calzato i proverbiali sandali di Mercurio. La porta sbatté alle sue spalle mentre la luce (artificiale) di Downbridge Alley lo investiva, col suo carico di suoni e rumori, stimoli e sensazioni di una giornata finalmente diversa dalle altre in quel ricco sobborgo magico; della donna nessuna traccia. Eppure quel quartiere magico si sviluppava perlopiù su una via - quella principale - che per quanto affollata non sarebbe bastata a nascondere una donna di quell'aspetto, né la sua lunga veste color Melograno. Dalla porta dell' "Antro del Troll" poteva ancora vedere la graziosa casupola dei signori Mustagh (situata a una ventina di metri alla sua destra), davanti alla quale la folla si era perlopiù disgregata: rimaneva solo un gruppetto di streghe, di età piuttosto avanzata, che si era radunato attorno a madama Mustagh come formiche alla mollica di pane, ansiose di ottenere un resoconto di prima mano sullo scandalo. Cercò di ignorarle, aguzzando la vista per cercare di individuare di nuovo quel vestito vermiglio tra i passanti, ma venne nuovamente distratto quando d'improvviso quel fitto cincischiare di voci femminili tacque, come ammutolito da un incantesimo silenziante. No, non c'era magia di mezzo: solo, la porta della casa immediatamente precedente a quella dei Mustagh si era aperta, rivelando la vera fonte di quel silenzio; si trattava di una vecchietta dall'aspetto decisamente insolito, persino per un'anziana strega.
Ciò che avrebbe forse colpito di più Maurizio era la straordinaria somiglianza tra la megera e il bastone al quale si appoggiava: entrambi erano tozzi e bitorzoluti, e le modeste vesti da lei portate sembravano in qualche modo mimare il colore del legno, che dal canto suo aveva nella parte più alta una sorta di nodo tumoroso assai simile al turbante che raccoglieva i capelli di lei. Ma le stranezze della vecchia non potevano essere interamente apportate al suo presunto status di divinatrice, no, i suoi tratti parlavano di una terra lontana, così come gli strani segni che portava sul volto e i medaglioni grandi come galeoni che pendevano dalle sue orecchie. Forse, come sosteneva la signora Mustagh, quella Selma non era veramente una divinatrice, ma sicuramente non si trattava di una strega ordinaria; da lì l'evidente silenzio che aveva seguito la sua apparizione, e le occhiatacce da parte di quella congrega di oche, ma l'anziana sembrò non curarsi di quelle indesiderate attenzioni: chiuse invece con forza inaspettata l'uscio di casa e si diresse lemme lemme alla sinistra di Maurizio, seguita dal riprendere del chiacchiericcio.
Le piste si moltiplicavano, intrecciandosi tra di loro, mescolandosi come un turbinio di foglie al vento: gli indizi apparivano, scomparivano, mutavano. Ma era un turbinio che non avrebbe smosso la Volontà determinata, si trattava solo di saper cogliere l'occasione, seguire la traccia. La signora Mustagh era ancora lì e pronta a fornire chiarimenti, per quanto circondata da quella nuvola di pettegole, ma forse Maurizio non ne avrebbe avuto bisogno. In fondo alla via, alla sua destra, poteva quasi scorgere un gruppo di case visibilmente più povere delle altre, tra le quali avrebbe sicuramente trovato quella dell'iconico Manolesta; alla sua sinistra l'anziana Selma procedeva tranquilla, diretta verso le sue faccende. Della signora in rosso nessuna traccia, si era volatilizzata, come scomparsa nel nulla, ma era poi davvero così? Se davvero era impigliata in quella storia l'avrebbe ritrovata, su questo non c'era dubbio alcuno. Ora però doveva seguire la pista più calda. Di quale si trattava?
Molto bene, riprendiamo!
Ti scrivo qua sotto qualche precisazione sull'ambiente nel quale ti trovi, a pro della tua immaginazione: Downbridge si mostra come un felice quartiere residenziale della Londra magica. Curiosamente abitato da persone piuttosto benestanti - si tratta però di una borghesia magica, non di ricchi di nascita - appare come una singola via piuttosto larga, dalla pavimentazione in pietra, contornata da entrambi i lati da abitazioni e costruzioni di vario genere. Malgrado l'ambiente sia illuminato da una luce assai simile a quella del giorno, è evidente che si tratti di Magia: dietro alle case di ciascun lato della via sono ancora visibili i vecchi mattoni grigi che compongono la struttura del ponte, che però all'altezza di circa tre metri da terra vanno a sbiadire in un irrealistico cielo azzurrino, con i suoi greggi di nuvole e un sole ridente. Un incantesimo non dissimile da quello che nei livelli più bassi del Ministero simula il cielo aldilà delle finestre.
Mandami un mp per qualsiasi dubbio.
Prossima scadenza: 2/02, ore 13:00.