What remains?, Missione Squadra Antimago.

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view post Posted on 13/4/2018, 23:26
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Aver vomitato tutto gli aveva lasciato una strana sensazione, era contento del suo operato dopotutto, sbagliare gli stava insegnando come dare meno le cose per scontato, con il lavoro che avrebbe fatto da quel giorno in poi i dettagli erano forse la cosa più importante. Proprio questo pensiero carico di tensione lo portò a pensare che da quel giorno in poi avrebbe portato con se qualche pezzo di carta dove prendere appunti, magari lo avrebbe anche aiutato a scrivere meglio i rapporti.
Ma quel momento carico di tensione non era ancora svanito, aveva sì vomitato tutto all'uomo, ma come avrebbe reagito alla nuda verità? Sul momento non bene, l'uomo gli voltò le spalle e fece per andarsene, forse aveva ottenuto una mezza vittoria? Magari così non avrebbe ottenuto l'indirizzo ma almeno non si sarebbe dovuto ritrovare a parlare con un suo collega dicendo d'aver fatto una cavolata immensa e che mandarlo da solo durante il suo primo lavoro non era proprio una bellissima idea.
Eppure una voce ruppe il silenzio dei passi dell'uomo, alla quale Maurizio non aveva osato rispondere, aveva sul serio ottenuto quello che voleva? Quasi non riusciva a crederci! Scaricata la tensione si mise le mani ai capelli abbozzando un:

"Grazie."
Alla quale non aveva più senso aggiungere altro. Passato il momento decise di prendersi una piccola pausa per accendersi un altra sigaretta, di solito non alzava mai troppo l'asticella, eppure quello era uno di quei momenti in cui era l'unica cosa che riusciva a calmarlo. Faceva respiri profondi a pieni polmoni, come se riempiendo i polmoni di tabacco gli avrebbe dato anche la nuova soluzione al problema. Perché si, di fondo v'era un enorme problema, sapeva esattamente dove si trovava la casa, ma rimaneva un enorme problema di fondo, come approcciarsi ad essa?
Decise di non rimuginarci troppo e, sigaretta alla mano, decise di andare dritto per dritto verso quella casa dalle finestre oscurate, e bussare tre volte prima di dare il secondo tiro alla sigaretta. Era un posto anonimo, delle blande asse di legno messe insieme per formare una porta, un posto anonimo ma funzionale, aveva forse fatto bingo?

 
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view post Posted on 19/4/2018, 20:22
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Il Fato

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Maurizio non era certo il tipico Antimago. I suoi ideali circa l'ordine e l'etica erano certamente forti, ma il suo passato da mezzo fuorilegge parlava altrimenti;ciò, unito al suo aspetto trasandato, i modi di fare spicci e un certo residuo d'accento italiano - un'etnia non necessariamente piacevole ad un buon numero di inglesi - facevano di lui un pessimo candidato per quel ruolo: e non era forse il motivo per cui Rhaegar non aveva visto le "giuste qualità" in lui? Eppure quello che in un primo momento poteva essere sembrato un punto di debolezza - tanto da fargli rischiare l'intero caso, quando quell'uomo lo aveva scambiato davvero per un criminale da quattro soldi - poteva anche diventare la sua punta di diamante. Già, ciò che caratterizzava lui sembrava essere proprio il contrario rispetto a ciò di cui gli Auror facevano vanto: orgoglio, testa alta, bacchetta pronta, atteggiamento da "spara prima e fai domande poi"; ma all'arrivo del Grifone i topi scappano, spaventati ma salvi, al sicuro nelle loro tane. Rimanevano gli umili Antimago come lui a fare il lavoro sporco, a cercare i colpevoli non con la forza di un distintivo e qualche maledizione, ma con intuito, sagacia, opportunismo. Non Grifoni nel cielo, ma gatti che passeggiano quieti tra le fogne di questo mondo, facendo il proprio lavoro in un modo o nell'altro.

Così tutte le sue scelte, tutti i fili lo avevano inesorabilmente spinto di fronte a quella porta. La piangente derubata, l'evanescente donna dall'abito rosso, quel gigantesco ma gentile padre di famiglia, tutto puntava alla seconda porta sulla sinistra di quello strettissimo vialino laterale di Downbridge. Il suono delle sue nocche contro il legno fu duro e sordo, e tuttavia perfettamente udibile nel silenzio generale: tutta la confusione, tutta la gente più rumorosa doveva ancora essere radunata verso la parte più settentrionale della via, forse intenta a farsi raccontare per l'ennesima volta la storia del furto, di quel dramma d'alto borgo.
Passò qualche secondo - un altro tiro di sigaretta, magari - prima che dei passi leggeri s'udissero dall'altra parte della porta, che tuttavia non s'aprì. Maurizio poté solo udire una voce, acuta ma chiaramente d'uomo, lievemente roca, chiedere un sonoro "Chi è?" dall'altra parte del legno. Un tono giustamente sospettoso, in quel ghetto poco raccomandato, o qualcosa da nascondere? Se era stato il famoso Smith Manolesta a parlare, allora tra i due uomini non correvano più di un paio di metri. Ora doveva giocare le sue carte con cautela, scegliere il più corretto approccio, nel rispetto del ruolo che copriva: poteva anche non avere con sé il distintivo, ma impersonava in ogni caso la Legge.

Sarebbe stata ancora una volta la sincerità ad aprirgli la porta? O era il caso di cambiare approccio?



Prossima Scadenza: 26/03, ore 23:59

 
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view post Posted on 23/4/2018, 22:07
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In attesa di risposta l'Italiano stava meditando su come approcciarsi questa volta senza causare l'effetto opposto, potendo avrebbe decisamente evitato un confronto acceso questa volta e magari riuscire a cavarsela a parole. Era un modo di fare decisamente poco da lui, scegliere, meditare, trovare il giusto modo, poi gettato così in un mondo di cui conosceva così poco, una cosa che causava in lui una particolare tensione che così poco riusciva a sopportare.
Eppure si mise lì, un tiro dopo l'altro scartava ogni cosa che gli passava per la testa, un estenuante ricerca di travestimenti più o meno affidabili. Poi accadde.
Da dietro la porta Maurizio poté udire una voce dargli una risposta, ma forse era arrivata troppo presto, non aveva pensato a niente di plausibile da poter utilizzare come scusa, eppure un tarlo continuava a risuonargli nella testa, come una zanzara fastidiosa a cui non vuoi dare ascolto per chissà quale motivo. Eppure alla fine optò per una risposta semplice e concreta, ricordando anche quanto accaduto qualche istante prima. Adottò per l'occasione un tono ben più fermo e autoritario del solito.

"Polizia Antimago, vorrei farle alcune domande!"
Quasi come se si fosse liberato di un mantello pesantissimo, Maurizio risollevò il mento con fare autoritario, non aveva il distintivo con se, ma a differenza di quando lavorava in Italia, qua lui rappresentava un istituzione, il Ministero doveva incutere timore e lui non stava facendo altro che aggiungere del ridicolo ad una situazione già precaria di suo, avrebbe fatto il suo lavoro con fermezza, aveva forse capito come comportarsi?

 
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view post Posted on 27/4/2018, 14:27
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Di certi membri della polizia babbana si usa dire - impossibile sapere se Maurizio fosse o meno al corrente di questa informazione - che sono "tutti chiacchiere e distintivo". E ancora una volta il nostro protagonista si provava atipico: pochi discorsi, nessun trucco (quelli usati in precedenza non avevano fruttato) e in questo caso nemmeno il proverbiale distintivo! Tuttavia, sembrò che l'individuo dall'altra parte della porta non avesse fatto fatica a credergli: a seguire le sue parole avrebbe potuto udire, tendendo l'orecchio, qualche istante di incerto silenzio, poi una serie di passi sconclusionati, alcuni ad allontanarsi, altri a ritornare verso la porta, infine una voce: "N-non sono stato io! Lo giuro!" Sembrava che infine Manolesta - difficile che fosse quello il suo vero nome - avesse deciso di rispondere, vagliate le altre possibilità (una fuga sarebbe stata impensabile, dato che per i cittadini ancor prima dell'Antimago era lui il principale sospettato), ma di aprir la porta per il momento non se ne parlava. "Non so chi l'abbia messa qui... so che è difficile credermi ma le giuro... non sono stato io!" Impossibile, con quell'ostacolo tra di loro, capire esattamente se l'uomo si stesse riferendo a qualcosa in particolare o se stesse semplicemente delirando, ma dal tono della sua voce sembrava molto più probabile la seconda: suonava estremamente ansioso e agitato, quasi facesse fatica a respirare, la voce stridula ben udibile anche aldilà della porta, malgrado dovesse trovarsi a qualche passo da essa.

Non era quella, dopotutto, una mezza ammissione di colpevolezza? E tuttavia c'erano molte cose che non tornavano. Ma sarebbe stato difficile appurarle senza fare una chiacchierata faccia a faccia con quell'uomo: doveva convincerlo a fidarsi, in qualche modo, ad aprire. Non che avesse altra scelta, dopotutto, ma se non gli avesse dato qualche incentivo rischiava di perdere davanti a quella porta l'intera giornata.
Per Merlino, quello era un lavoro da psicologo, non certo da Antimago! Toccava poi a lui rassicurare quel ladro patentato?


Prossima Scadenza: 4/04, ore 23:59

 
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view post Posted on 16/5/2018, 21:42
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

Non ci volle molto prima che la stessa voce, ora evidentemente sulla difensiva, tornasse a parlare. Forse Maurizio aveva iniziato a capire come funzionava il meccanismo perché in un modo o nell'altro era riuscito a iniziare una discussione con Smith Manolesta, era sicuramente un ottimo punto di partenza ma le parole dell'uomo instillarono un dubbio nell'Italiano che, per correttezza, doveva almeno valutare quanto potesse essere possibile l'ipotesi che incastrassero il ladro più famoso del quartiere. Così prima di parlare diede un tiro di sigaretta per schiarirsi le idee prima di dare fiato alla bocca, forse non doveva aspettare dieci secondi prima di parlare, ma aveva capito che quell'istante in più serviva quantomeno a non fare cavolate.
"Stia calmo. Non sono qui per arrestare nessuno. Come le ho detto sono qua solo per fare delle domande, se ci sia stato qualcuno che l'ha incastrato le assicuro che lo troveremo, ha la mia parola."
Erano le giuste parole, erano tutte mezze bugie e mezze verità, forse eticamente non aveva parlato al meglio ma il risultato che aveva ottenuto era ancora una volta impressionante, era forse questo che intendeva Rhaegar?
Ringalluzzito dal momento propositivo della discussione decise di osare qualcosa in più, del resto che motivo aveva di dubitare di Maurizio? In effetti la reazione a quella frase sarebbe potuta benissimo essere una prova, Smith che apre la porta mostra innocenza o furbizia, Smith che scappa è praticamente un' ammissione di colpevolezza. Così, quasi come un intercalare per riuscire a parlare al meglio, diede l'ennesimo spasmodico tiro alla sigaretta e tornò ad interrompere il silenzio.

"Ora, mi lascia entrare?"
*O la va o la spacca* Disse nella sua testa, prontissimo ad estrarre la bacchetta ed iniziare ad inseguire Smith, ma anche a rimanere calmo e discutere con l'uomo, era forse la resa dei conti?

PS: 192 ◆ PC: 135 ◆ PM: 139





Come ho detto nel topic delle partenze e dei ritorni avevo un esame l'11 e poi ci stava della gente troppo bella in casa per stare al PC :sbrill: *sviolinata intensifies*
 
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view post Posted on 24/5/2018, 22:12
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Il Fato

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Attimi di silenzio seguirono le parole di Maurizio, un silenzio incerto ma non vuoto, carico di preoccupazioni e aspettative, da ambo i lati della porta. Avvicinandosi al legno avrebbe potuto persino sentire i passi leggeri del sospettato, spasmodici e confusi, davanti l'ingresso e poco oltre, dapprima allontanarsi, poi all'improvviso di nuovo vicini, attimi prima che la sua voce parlasse di nuovo. "Va bene, sto... sto aprendo." C'era incertezza in quella voce, e forse qualcosa di più: timore? Certo aveva tentato di mascherarlo, ma invano. Infine, però, sembrava che gli sforzi di Maurizio avessero avuto successo: udì uno scricchiolare di chiavistelli e serrature, il masticare di una chiave che veniva girata, infine l'uscio si aprì su un ingresso piccolo e buio, rivelando il volto del famigerato Smith.

Smith_Manolesta

Era un uomo minuto - non arrivava che al collo dell'agente - e vestito di abiti straordinariamente consunti, di foggia non magica, il che contribuiva sicuramente al suo aspetto da ladro patentato; ma anche la natura - e la vita - non erano state gentili col disgraziato: se il suo occhio destro era puntato sulla figura di Maurizio, e lo scrutava in ogni dettaglio, quello sinistro era più chiaro e velato, opaco, strabico. Un difetto di nascita? O un "incidente"? Magari lo stesso che aveva lasciato quella cicatrice mal rimarginata che solcava l'ampia fronte, qualche centimetro più sopra. L'uomo abbassò il capo in un accenno di saluto rispettoso, quindi alzò le mani bene in vista schiacciandosi contro una delle pareti del corridoietto, accanto all'unico mobilio dell'ambiente: una cassapanca di piccole dimensioni davanti alla quale giacevano due paia di scarpe. Era evidente dal suo ultimo gesto, e da come stesse attento a tenere lo sguardo ben fisso davanti a sé e il corpo rigido, che non era la prima volta che aveva a che fare con la polizia magica; quante volte la sua abitazione era stata perquisita, quante volte era stato trascinato via da quel posto con le mani legate? Le uniche fonti di illuminazione sembravano provenire dalla porta d'ingresso ancora aperta e da quella che doveva essere la sala principale, alla quale si accedeva sulla destra.

Svoltando, si sarebbe ritrovato in un ambiente piccolo, male illuminato dalla luce di poche candele piazzate strategicamente. Alla sua destra, un paio di colorite piante che non fu in grado di riconoscere, una piccola scatola contenente quella che sembrava terra, un ampio camino di pietra, abitante quella che sarebbe altrimenti stata una parete assolutamente spoglia. Alla sua destra, un tavolo in legno decisamente troppo grande per quella casa, disordinatissimo e colmo dei più svariati oggetti: ingredienti pozionistici, piatti sporchi, fiale vuote, un paio di scatolette di dubbia natura, ortaggi. Poco oltre, un baule malandato, una mensola soprastante un vecchio calderone, e un piano cucina dotato persino di quello che sembrava un fornello a gas. Dall'altra parte della stanza, sul muro che Maurizio trovò di fronte, due porte chiuse e una botola portavano ad altri ambienti della casa.
Dietro di lui, l'ospite non azzardava una mossa, ma girandosi l'avrebbe sorpreso ad adocchiare la porta ancora aperta. Forse perché voleva chiuderla ma non poteva, fermo in quella posizione? O forse pensava ad un tentativo di fuga? La seconda opzione sembrava, dopotutto, strana: perché non l'aveva già fatto, approfittando dell'entrata del Ministeriale? Perché non lo aveva colpito con un qualsiasi incantesimo prima di darsela a gambe? Un comportamento sicuramente ambivalente, ma non costituiva da solo una prova della sua colpevolezza, né innocenza. Cosa fare ora che si era guadagnato l'ingresso? Esplorare la casa? Fare domande al suo unico ospite? Dopotutto, era lui l'Antimago.





Se qualcosa non è chiaro, nella mappa o in altro, un mp porterà luce. E ricordati di rispettare la scadenza, se vuoi un masteraggio repentino!
Ti faccio inoltre presente che l'immagine, pur rappresentando accuratamente le fattezze di Smith, non ne riproduce l'espressione: quella vera è decisamente meno strafottente, molto più centrata sul timore e il rispetto.

Scadenza: 31/05, ore 23:59
 
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view post Posted on 29/5/2018, 21:31
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

Forse ancora più stupito di quanto avrebbe dovuto essere, Maurizio si ritrovò a sentire poco dopo l'uomo arrendersi alla sua sincerità e poco dopo aprì la porta. Maurizio poté dunque essere finalmente un passo avanti alla verità ed entrare nella casa. Di fronte gli si parò una casa spoglia e poco illuminata, uno di quei posti poveri, evidentemente l'uomo era un ladruncolo che riusciva a malapena a guadagnarsi quanto bastava per vivere quotidianamente, vi erano alcune porte chiuse ma per il momento non era importante girovagare per casa ma parlare col proprietario. Voltandosi per vederlo meglio vide un uomo decisamente più basso di lui, provato dalla vita, aveva un occhio malandato , una cicatrice sulla fronte e abiti logori. Maurizio provò un po' di pena per la persona che aveva di fronte, era sicuramente interessato a quali storie si celassero dietro l'occhio o la cicatrice dell'uomo, ma quello rimase solamente nella sua testa, l'Italiano si limitò a porgergli la mano e abbozzare un sorriso, voleva mettere l'uomo quanto più a suo agio possibile prima di proseguire con la delicata questione che gli si era parata davanti.
"Come ho già detto sono Maurizio Pisciottu, membro della Polizia Antimago"
Non sapeva per bene cosa avrebbe dovuto o potuto dire, forse era il caso di partire dal problema che aveva esposto Smith, o forse dell'altro, ma decise di ponderare ogni sua parola, del resto questo nuovo modo di agire stava ben rendendo e forse avrebbe risolto il caso in meno tempo di quanto avesse pensato.
"Allora, le va di spiegarmi cosa è successo? Immagino sappia già cosa sto cercando."
Perché non dargli una chance, del resto un qualunque ladro in possesso di un oggetto prezioso se ne sarebbe subito liberato per lasciar perdere le sue tracce o almeno non avrebbe subito cantato ad un Antimago qualunque che gli aveva solo chiesto di aprire la porta. Aveva forse scoperto qualcosa di più grosso? Il dubbio non smetteva di fargli tremare lo stomaco per l'ansia di arrivare a farsi qualche idea.

PS: 168 ◆ PC: 115 ◆ PM: 115





si, come ho già detto pardon per non avere avvisato, ero convinto di averlo fatto, da adesso in poi non dovrei avere problemi fino ad Agosto (probabilmente sarò senza PC per il mese intero, ma è un problema futuro)
 
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view post Posted on 2/6/2018, 19:48
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Il Fato

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Abbiamo già detto e ripetuto come Maurizio non fosse un ordinario Antimago, di come questo potesse costituire per lui un vantaggio come uno svantaggio, ma dobbiamo notare ancora una volta in quanti e quali incredibili modi la sua originale personalità andasse a influire su quello che era un lavoro abbastanza inquadrato, presupposto, stereotipato. Possibile che fosse stata finalmente scoperta una terza specie, oltre ai già noti "Poliziotto Buono" e "Poliziotto Cattivo"? Il povero Smith, di fronte a quella mano tesa e a quella presentazione così cortese, rimase sorpreso almeno quanto noi spettatori di questa bizzarra vicenda. Il suo volto si stirò in un'espressione di contenuta incredulità mentre esitava, la mano destra che lentamente andava ad abbassarsi per stringere quella di Maurizio, quasi avesse paura che senza preavviso quel gesto di saluto si tramutasse in un cazzotto diretto alla sua testa. Ma non sarebbe bastato certo quello a far passare la naturale diffidenza, né a sciogliere la tensione chiaramente percettibile nell'aria; la prima domanda di Maurizio, decisa e pragmatica quanto bastava, riportò quel momento di incontro tra quelle realtà così terribilmente separate ad una fine. Ora erano di nuovo Antimago ed indagato: le mani di Smith si rialzarono a continuare il segno di resa, ora però al livello delle spalle, un'ombra pallida del gesto estremo e necessario espresso poco prima. "Agente, non c'è alcuna possibilità che lei mi creda." Iniziò l'uomo, lo sguardo basso, la voce ora priva di urgenza, ma non di timore; nella sua espressione si poteva già leggere il dichiarato senso di sconfitta. Gli occhi saettarono ancora una volta alla porta, giusto un attimo: preoccupazione? Forse non voleva raccontare quella storia a tutto il vicinato? O ancora, valutava la possibilità di una fuga? "Troverà la refurtiva sul tavolo, dietro di lei." Il mento venne sollevato appena a indicare la direzione della superficie lignea, già notata da Maurizio per l'incredibile disordine che su essa regnava. "Ma non ho rubato niente. Che ci creda o meno, l'ho trovata nel seminterrato quando mi sono svegliato... poco fa." Doveva forse questo giustificare l'aspetto trasandato, il disordine dilagante? Ma no, era ormai mattina inoltrata, ancora qualche minuto e sarebbero stati in ritardo per il pranzo. Era plausibile? Doveva essere lui a deciderlo.

Girandosi, tuttavia, avrebbe perlomeno individuato ciò a cui Smith si riferiva, seppure a fatica in mezzo a tutto quel disordine. Delineati da due pile di piatti sporchi e sbeccati, diversi sacchetti e barattoli, dai contenuti più strani: gli ingredienti che erano stati sottratti dalla casa dei signori Mustagh. Riconobbe dei frutti di Anice Stellato, dei Fichi Avvizziti, alcune fiale contenenti sangue, delle strane ossa, più varie polveri di dubbia origine. Del manufatto Atzeco, tuttavia, nessuna traccia. "Sono stato ad Azkaban, mi è stata spezzata la bacchetta... Ho smesso con i furti. Anche se tutti a Downbridge sono pronti a parlare male di me. Non ho rubato io quella roba." E dunque perché ne era in possesso? Voleva forse dire che qualcuno stava cercando di incastrarlo? Ma di chi poteva trattarsi, nel caso? Maurizio sembrava essere giunto a un capo del filo, solo per trovare un grappolo di domande ad esso attaccate. E nessuna soluzione. Ma ancora una volta, stava a lui scegliere come proseguire. La porta era sempre aperta, Manolesta sempre con la schiena al muro, la refurtiva sul tavolo. E il Destino nelle sue mani.


La mappa non cambia granché, ma verrà aggiornata qualora uno dei due si dovesse spostare. Sei libero di porre quante domande vuoi a Smith, così come di arrestarlo preventivamente per interrogarlo al Ministero, o andare in cerca di un'altra traccia.
In altre parole, l'indagine si conclude quando lo decidi tu, tornando a fare rapporto, ma questo non vuol dire che il caso sia risolto! Gli spunti scoperti in questa quest potranno essere proseguiti, se lo vorrai, in quest successive.

Scadenza: 9/06, ore 23:59
 
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view post Posted on 3/6/2018, 15:51
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

In Smith l'Italiano rivedeva molta rassegnazione,verso un mondo che gli aveva voltato le spalle, verso i vicini che gli puntavano il dito contro. L'Italiano si rivide molto in quegli atteggiamenti, lui era stato costretto a lasciare il paese e non voleva vedere un' altra persona lasciare il proprio paese convinta di esserne stata costretta. Maurizio rappresentava un istituzione che in questo momento non godeva di molta popolarità, quindi cercare di ispirare fiducia nella popolazione di Downbridge sarebbe stato utile, eppure credeva nella sincerità di Smith, quindi come fare? Maurizio ascoltò il disperato discorso dell'uomo concentrato più su cosa fare nel futuro immediato. Notò con felicità che almeno gli ingredienti erano in quella casa, mancava ancora il manufatto, forse la cosa più importante che avevano sottratto da quella casa, la prima parte del caso era risolta, ma forse aveva solo scoperto una piccolissima parte della verità dietro quel caso. Maurizio si avvicinò agli ingredienti per constatare in che stato fossero, senza proferir parola, con la mano sul mento era pienamente confuso.
"Senta, io non so perché ma voglio credere che tu stia dicendo la verità."
Disse prendendosi una piccola pausa, stava ancora una volta proponendo qualcosa di arduo all'uomo che si trovava alle sue spalle, ma voleva guardarlo negli occhi, cercando di essere il più rassicurante possibile.
"Volendo posso portarti al Ministero come "Testimone dei fatti", così da esporre il problema ai miei superiori e vedere come procedere."
La mente di Maurizio andò verso la donna sospetta che era scomparsa nel nulla, verso la vicina che ancora non aveva sentito, non poteva già dare il caso per chiuso senza prima avere sentito più pareri, poi era ancora inesperto e i suoi superiori dovevano decisamente saperne di più.
"Non ha per caso visto un manufatto Azteco assieme agli ingredienti?"
Chiese curioso, probabilmente non avrebbe avuto nessun esito, ma tentare era meglio che aspettare al Ministero, del resto quella non era una domanda che avrebbe potuto fargli al Ministero. Era soddisfatto della sua idea, in questo modo avrebbe portato via Smith da Downbridge e il popolo avrebbe iniziato a credere nel Ministero, così come Smith stesso avrebbe creduto di non essere lasciato da solo.

PS: 192 ◆ PC: 135 ◆ PM: 139



 
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view post Posted on 6/6/2018, 14:51
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"If you chase two rabbits, you will lose them both"


L'Antimago tentava di procedere tirando un colpo al cerchio e uno alla botte, cercando di rassicurare quel povero relitto della Società e al tempo stesso assicurandosi che il suo personale compito fosse adempito. Ma come dice un altro detto, non poteva sperare nella botte piena e... Insomma, molteplici perle di saggezza popolare ci invitano a scegliere una determinata strada - fosse anche la dorata via di mezzo - piuttosto che tentennare nell'indecisione, proverbi da tutto il mondo e in tutti gli idiomi preferiscono la testardaggine del deciso all'ignavia del dubbioso. Ed è anche vero che qualsiasi strada, per quanto ardua e dissestata, porti infine da qualche parte.
Smith stesso sembrò percepire questo contrasto - la legge civile da una parte, quella morale dall'altra - e sotto lo sguardo attento e critico di un Kant spirituale, aleggiante interessato sulla scena, abbandonò infine la posizione a braccia alzate per andare in contro - seppur con cautela - a quell'Antimago, anzi, a quell'uomo che per una fortuita combinazione d'Eventi si trovava ad avere il potere di decidere delle sue sorti. "No!" esordì fermandosi a distanza di sicurezza, così da non allarmarlo, le mani congiunte in preghiera e sul volto un misto di disperazione e speranza. "La prego. Le dirò tutto quello che vuole, può prendere le mie memorie delle ultime ore, degli ultimi giorni! Se mi porta al Ministero... sono spacciato. Nessuno mi crederà, io... sono una soluzione facile, lo capisce?"
Forse sì, lo capiva. Ma, anche guardandolo nell'occhio sano (l'altro era rivolto verso il muro, opaco) quante erano le probabilità che si stesse semplicemente facendo ingannare? Poteva concedere che una buona pantomima interferisse nel corso della Legge, che lui stesso rappresentava, incarnava? Da un lato l'uomo, il cuore, dall'altra la legge, la spada. Quel medesimo dilemma si era presentato migliaia - miliardi! - di volte nella storia, e ciascun uomo aveva scelto l'una o l'altra parte, spesso pentendosi. Ora quella stessa scelta spettava a lui, e il volto supplicante di "Manolesta" Smith pretendeva una risposta. "La scongiuro. N-non so niente del manufatto Arzeco, ma potrebbe essere rimasto nello scantinato, quando ho scoperto quella roba l'ho portata su per... per sbarazzarmene, non volevo averci niente a che fare..." Parlava rapidamente, in maniera febbrile, sputacchiando, come rovistando nel tentativo di trovare la scusa che l'avrebbe scagionato, l'informazione che avrebbe pagato la sua libertà. La mano destra andò a indicare la botola sul pavimento a una decina di metri da loro, mentre la sinistra - alzata - rassicurava Maurizio sull'assenza di intenzioni ostili. "Può controllare, potrei non essermene accorto, non conosco... non so! Io..." Stava cominciando a perdere il controllo, le parole si facevano confuse, il respiro si strozzava mentre l'iperventilazione gli dava alla testa. Tremava, senza probabilmente rendersene conto. Il terrore dapprima mascherato era ora perfettamente leggibile sul suo volto, un abisso che si affacciava direttamente nella dimensione dell'Incubo: forse, se Maurizio avesse scrutato attentamente nella sua pupilla, avrebbe scorto il riflesso di un mantello buio sospeso a mezz'aria, di fauci che si spalancavano sulla sua stessa anima.



Per rendere le cose più veloci, se decidi di andare a controllare la botola scrivimi un mp. Ti darò indicazioni su come aprirla e cosa ci troverai, così da includerle nel tuo prossimo post. Ovviamente non ti devi sentire costretto solo per questo, potrebbe trattarsi di cose assolutamente triviali: procedi come ti suggerisce l'intuito.

Ti ricordo, in tutto questo, che la porta di casa rimane aperta.

Scadenza: 13/06, ore 23:59
 
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

In effetti non poteva dargli tutti i torti, le motivazioni di Manolesta erano evidentemente plausibili, ma Maurizio aveva poche informazioni per sapere per bene come agire per ora si era affidato all'istinto e non l'aveva mai tradito, ma adesso si ritrovava forse a dover fare la scelta più difficile tra le tante, il manufatto era ancora disperso. Gran parte del lavoro era stato fatto e in quella confusione l'Italiano aveva solo una gran voglia di concludere in fretta quella spiacevole situazione, ma la riluttanza del ladruncolo stava diventando un problema.
"Mi è difficile crederti, sai? Non godi di grande reputazione nemmeno tra questi vicoli."
Disse più come un suggerimento che non come minaccia, dopo aver detto quello tirò fuori la bacchetta e la puntò contro chi gli stava di fronte, facendo poi un gesto verso la botola.
"Almeno va avanti, dimostrami che la fiducia che ripongo in te non è infondata."
Questa volta si stava fidando di lui più che mai, scendere in una botola con uno sconosciuto era pur sempre un azzardo. Smith eseguì gli ordini e si mosse verso la botola per poi aprirla e mostrare parte del suo contenuto. Maurizio riuscì ad individuare un piccolo buco che più che un sotterraneo ricordava un rifugio antisismico, talmente piccolo che forse due persone ci sarebbero state a malapena. Prima di parlare ancora con Smith puntò la bacchetta verso la scala urlando:
"Accio Manufatto!"
Nel caso in cui l'incantesimo non fosse andato a termine Maurizio avrebbe poi intimato a Manolesta di scendere le scale per primo.

PS: 192 ◆ PC: 135 ◆ PM: 139



 
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view post Posted on 15/6/2018, 19:22
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"Mi è difficile crederti, sai? Non godi di grande reputazione nemmeno tra questi vicoli."
"Ma..." cercò di protestare il ladruncolo, inteso a far notare come giusto pochi attimi prima il medesimo Antimago avesse dichiarato di volersi fidare. Come poteva aver cambiato idea così rapidamente? La successiva richiesta - e la repentina fuoriuscita della bacchetta - lo zittì, probabilmente per il meglio, convincendolo a camminare lentamente e con le mani bene in vista verso la botola, seguito a ruota da Maurizio. Il pesante coperchio in legno venne sollevato a fatica dal gracile uomo e appoggiato alla parete retrostante, rivelando una solida scala appoggiata diagonalmente per i due metri d'altezza che separavano dal pavimento del sotterraneo. Sempre sotto il vigile controllo dell'italiano il povero Smith scese le scale, lanciando di tanto in tanto occhiate nervose al legno di Fico che gli veniva puntato contro, prima di liberare la strada all'eventuale discesa dell'Antimago; il quale tuttavia, determinato ad essere prudente, decise prima di tentare un incantesimo di appello. Senza molto successo: le sue parole risuonarono nella casa polverosa come una dichiarazione minacciosa, ma nulla si mosse ad eccezione del padrone di casa, voltatosi con espressione ansiosa verso le mensole che "adornavano" i muri in spoglia muratura dello stanzino.
Era in effetti un'esagerazione definirlo un "sotterraneo": si trattava di una piccola cantina, due metri per sei, alta appena quanto bastava per non doversi chinare standoci in piedi; ai muri, sulle sopramenzionate mensole, decine di oggettucoli dall'aspetto che variava dal bizzarro all'inutile, inclusi diversi barattoli contenenti quelli che parevano sottaceti e altri generi alimentari. Il resto del disordine - la moltitudine e varietà di oggetti sparsi per terra e le botti polverose incastrate contro il muro sul fondo - avrebbe potuto notarlo soltanto entrando. E in tutto quel casino, nemmeno l'ombra dell'artefatto esagonale. O forse aveva sbagliato a castare l'incantesimo? Certo le giuste parole erano importanti, ma l'aspetto mentale lo era ancora di più, cosa che aveva completamente trascurato. Doveva perlomeno visualizzare l'obbiettivo della sua magia (difficile farlo, non avendolo mai realmente visto), o il suo incantesimo d'appello non sarebbe mai funzionato. O forse l'insuccesso voleva semplicemente dire che l'oggetto che cercava non si trovava in quella casa? Così sembrava pensarla Manolesta, il quale con espressione contrita riprendeva proprio in quel momento a supplicare, così da interrompere il pesante silenzio che aveva seguito l'incantesimo: "La prego, non ho idea di cosa stia cercando, io... io non c'entro niente in tutto questo... sto solo provando a reinserirmi, non... non mi merito tutto questo..."
Piagnucolava quasi, il volto chino e le mani alzate di nuovo in quel segno di resa - ora più metaforica che letterale. Stava forse dicendo la verità? O era un ottimo attore? Anche volendo sospettarlo, le piste da seguire erano poche: difficile pensare che si fosse sbarazzato del manufatto tanto in fretta, e i posti dove cercarlo scarseggiavano. Guardandosi attorno Maurizio poteva comunque notare le due porte inesplorate - una delle quali giusto alle sue spalle - e un calderone mezzo pieno di una sostanza dal colore perlaceo. Qualche indizio, qualche capo di filo da raccogliere e cominciare a seguire? O il rocchetto era già finito, lasciandolo sperso?



Alla mappa è stata aggiunta la stanza sotterranea - che puoi esplorare interamente soltanto scendendo le scale. Il simbolo sopra la botola indica che essa è aperta, mentre puoi trovare il calderone menzionato poco sopra accanto alla cucina, sotto una mensola.

Ti raccomando due cose: prima di postare leggi bene non solo il masteraggio, ma anche il tuo precedente post (ti aiuta a non perdere il filo emotivo e a capire cosa stavi facendo), così da non fare "errori" come quello che ti ho evidenziato all'inizio del masteraggio. E due, ricordati sempre che la magia non è un mero agitare di bacchetta, ma si fonda sull'immaginazione e sulla visualizzazione mentale. Tienilo presente se vuoi che i tuoi incantesimi abbiano successo!

Scadenza: 22/06, ore 23:59
 
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view post Posted on 20/6/2018, 22:49
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

Con sua grande delusione alla fine non ottenne nulla di che, se non un buco nell'acqua ed estrema confusione negli occhi del ladruncolo che si vedeva data e tolta la fiducia manco fosse una caramella. Continuava ad essere sempre più confuso che persuaso dalla situazione e le sue azioni ne erano un chiaro esempio, forse si era convinto troppo presto di aver chiuso il caso. Abbassò nuovamente la bacchetta, quasi in cenno di resa. Era chiaro che la confusione lo stesse distruggendo, voleva credere all'uomo, ma come poteva lasciarlo andare quando era l'unico su cui aveva delle prove?
Scese le scale dando qualche informazione all'uomo, prima avrebbe trovato il manufatto, prima sarebbe finita quella giornata infernale.

"Ci dovrebbe essere un manufatto...hmmm, com'era? Aveva delle incisioni antiche, azteche credo. Senza di quello non posso lasciarti andare, mi capisci?"
Disse ancora una volta a cuore aperto, sicuramente il giorno dopo si sarebbe informato meglio su quelli che erano i suoi compiti e su come doveva agire, era sempre stato il braccio, era molto bravo ad infiltrarsi, ma le ricerche non erano mai state il suo forte.
Detto ciò l'Italiano avrebbe iniziato a rovistare in giro per la cantina, stando ben attento a qualunque cosa potesse ricordargli gli aztechi, non ne sapeva molto ma ricordava quegli strani simboli geometrici accompagnate dalle facce con la lingua di fuori. Non era molto ma continuava ad essere l'ennesimo, forse l'ultimo punto di partenza

PS: 193 ◆ PC: 135 ◆ PM: 139





Devo ricordarmi che correggere e modificare son due cose diverse, ogni volta che rileggo anziché sistemare modifico...il che aggiunge casini, mea culpissima, cercherò di stare ben attento le prossime volte.

Ma più o meno che ora s'è fatta? Maurizio oramai cerca da un bel pezzo.
 
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view post Posted on 26/6/2018, 16:59
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Il Fato

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Ma per quanto lo si cercasse, il manufatto atzeco non ne voleva sapere di uscir fuori. Certo in quella cantinetta, nella quale Maurizio era disceso sotto lo sguardo ansioso di Smith, si potevano trovare le più curiose bizzarrie, ma nulla di esagonale o dall'aria anche solo lontanamente preziosa: il ciarpame regnava invece sovrano, insieme a quelli che dovevano essere ingredienti pozionistici. E in effetti, come aveva già avuto modo di constatare dalla stanza superiore, la preparazione di Pozioni sembrava essere uno dei pochi hobby del suo "ospite", il quale si era nel frattempo schiacciato contro i barili nella parte più remota della stanza, come a voler dimostrare che non aveva intenzione di scappare. Guardava ansioso i movimenti e le ricerche dell'Antimago, con attenzione quasi febbrile, lanciando di tanto in tanto occhiate all'entrata della botola (probabilmente ancora preoccupato per l'uscio di casa, lasciato aperto). Infine sbottò, le mani che si torcevano l'una nell'altra, sollevandosi di colpo dal suo appoggio per fare un passo in direzione dell'italiano. "E-e va bene, le dirò tutto, ma deve farmi una promessa..." Guardava ora in basso alla sua destra, ora azzardava a sollevarsi sugli occhi del suo aguzzino. Aveva ceduto, in fondo? Era dunque vero che nascondeva qualcosa? L'unico occhio sano dell'uomo si spostò per l'ennesima volta sull'entrata della botola, l'orecchio si tese a controllare che nessuno fosse entrato nella casa mentre loro erano lì sotto, infine la sua voce proseguì in un sibilo appena udibile: "Mi deve promettere che non mi porterà al Ministero. Sarei spacciato, lo capisce? La prego, me lo dica." Avrebbe atteso, implorante, che l'uomo rispondesse alla sua richiesta. E solo allora avrebbe proseguito, facendosi più vicino, tremante.

"Le ho detto che ho trovato gli ingredienti nella cantinetta, ma c'è una cosa che non le ho detto..." Già, da come aveva parlato sembrava quasi che quegli oggetti si fossero materializzati in casa da sua da soli. Non impossibile, ma di certo improbabile; nondimeno, il loro furto diventava improvvisamente giustificato alla luce delle attività pozionistiche di Smith, che probabilmente si rifugiava dalla perdita della bacchetta - un trauma troppo spesso sottovalutato nella società magica - cercando l'affinità col calderone. Dunque, se non aveva rubato quegli ingredienti, come potevano essere arrivati in quella cantina piena di ciarpame nella quale ministeriale ed ex-criminale stavano respirando polvere, l'uno davanti all'altro? "So chi ce li ha lasciati: Ivan Arstotzka, è un contrabbandiere specializzato in beni non commerciabili; abbiamo... lavorato insieme. In passato." Ma quanto stava dicendo certo non scagionava Smith, anzi al massimo lo riduceva a un complice, pur sempre passibile d'arresto visti i suoi precedenti. Certo gli aveva fatto quella promessa, ma essa non era nemmeno minimamente confrontabile all'impegni del suo incarico. O forse c'era dell'altro? Una scusa? Una ragione? "Ha bussato alla mia porta stanotte, era visibilmente di fretta, io ho provato a non farlo entrare - non voglio più avere niente a che fare con le sue losche trattative - ma si è messo a gridare e... non volevo altri guai." Se tutti in quel quartiere la pensavano come l'energumeno che Maurizio aveva incontrato una decina di minuti prima, era più che comprensibile che Smith non volesse farsi notare. C'era chi gli avrebbe tirato un pugno in faccia per molto meno di qualche schiamazzo notturno. "Mi ha detto che voleva solo lasciarmi della roba, che dovevo tenerla al sicuro e che sarebbe tornato a riprendersela, che sarei stato ricompensato. Si trattava proprio di quegli ingredienti, ci avrei scommesso che erano rubati... Io gli ho spiegato che avevo chiuso con il crimine, dopo Azkaban, che non potevo assecondarlo, ma non ha voluto sentir ragioni. Sa come imporsi, Ivan, mi creda. Lui ce l'ha, una bacchetta." Un brivido lo percorse, forse per l'umidità del luogo, forse per un ricordo passeggero. Distolse lo sguardo, e continuò a parlare. "Non avevo idea di cosa fare. Mi ha detto di infilarli qui, in cantina, e io... l'ho fatto, ma solo perché se ne andasse! Quando lei è entrato li avevo da poco riportati in cucina, volevo... volevo sbarazzarmene." E tirò rumorosamente su col naso prima di riportare l'occhio in quelli di Maurizio. Era visibilmente terrorizzato. "Preferisco vedermela con qualche farabutto che tornare ad Azkaban. Preferirei morire che..." E si interruppe, abbassando infine la testa. E in quella posizione sarebbe rimasto, in attesa del suo verdetto. Certo era una storia convincente, e per di più apriva una nuova pista, ma poteva trattarsi della verità? Ancora una volta, stava a Maurizio decidere se fidarsi o meno. Era lui, in quel momento, giudice e giuria di quell'avanzo di galera, un corpo che si trascinava malamente avanti con quanto i Dissennatori avevano lasciato della sua mente. Cosa gli diceva l'istinto?





E' passata un'oretta dall'inizio della tua indagine, che benché non specificato all'inizio è molto probabilmente partita verso le 11 di mattina. Vuoi invitare Smith a pranzo?
Ti ricordo che sta a te decidere quando la tua indagine è conclusa, puoi in qualsiasi momento abbandonare la quest e affermare di fare ritorno al Ministero, dove farai rapporto circa il caso. Non è necessario che tu lo concluda tutto in una volta, e otterrai in ogni caso i compensi della quest.

Scadenza: 03/07, ore 23:59
 
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view post Posted on 28/6/2018, 22:21
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

Era riuscito con quell'ultima frase ad ottenere finalmente tutta la verità sul caso, Smith finalmente aveva cantato ogni singola parte di verità e sin da subito Maurizio abbassò la bacchetta definitivamente per ascoltare quella che non poteva che essere l'ultima verità dell'uomo.
"Promesso."
Si limitò a dire, la situazione gli era favorevole, era ancora in tempo per rompere quella promessa, ma prima avrebbe ascoltato Smith.
Ivan Arstotzka, era un nome nuovo, ma probabilmente al Ministero ne avrebbero saputo di più, avrebbe incluso quel nome nel rapporto in qualche modo.
In fondo voleva comunque credergli, rivedeva parte di se in lui e non poteva lasciare che le cose rimanessero così. Si iniziò a muovere verso il piano terra per andare a recuperare gli ingredienti mentre parlava con Smith.
"Bene! Primo, se mai questo Ivan si farà di nuovo sentire recati ai Tre Manici di Scopa e dì semplicemente che hai chiesto di me, niente messaggi o altro, il mio nome basterà. Per il resto, come ti ho già detto, mi ispiri fiducia, ma spero che questa possa essere ripagata, sai che sto correndo i tuoi stessi rischi per non farti finire ad Azkaban, vero? Detto questo mi porto gli ingredienti con me, ovviamente."
Iniziò a raccogliere gli oggetti e si recò verso la porta.
È stato un piacere, spero vivamente che la nostra "collaborazione" possa durare a lungo, ovviamente il tuo nome non apparirà nemmeno per sogno nel mio rapporto.
A quel punto l'Italiano si sarebbe fiondato al Ministero in tutta fretta, aveva compiuto parte del lavoro, ma adesso almeno avevano un nome e, forse, scoperto qualcosa di più grande.

PS: 193 ◆ PC: 135 ◆ PM: 139



 
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