Quando lo vide entrare dalla porta, l'unico pensiero di Tristan fu:
"In perfetto orario".Il ghigno già presente sul suo volto si allargò e così gli occhi del Medimago, che si stringevano di conseguenza; li portò sul cugino, seguendolo per tutto il percorso che lo portò poi a sedersi di fronte.
Se avesse potuto descriverlo con un aggettivo, il primo che gli veniva in mente, sarebbe stato
Bello. Un misto di eleganza e signorilità, caratteristiche della loro famiglia, con quella giusta punta di sadismo e cattiveria. Capisaldi di pochi elementi d'elite.
Ricambiò lo sguardo con magnetismo, rimpicciolendo leggermente il sorriso e tenendo gli occhi ben spalancati ed immobili su di lui; ormai era passato troppo tempo dall'ultima volta che avevano passato momenti di
svago libertino ed immorale insieme. Non v'era nulla di malsano tra di loro, che non vi fosse già tra due comuni cugini.
Ma c'era qualcosa che li accomunava più del sangue che gli scorreva nelle vene. Ed era desiderare quello altrui. Qualcosa che non si poteva spiegare, qualcosa che si desiderava e basta.
Sorrise un'ultima volta a Vagnard, prima di spostare leggermente la testa verso un lato indefinito del bancone, alzando la mano e facendo segno di avvicinarsi -chiunque esso fosse a doverli servire-:
-Portaci due bottiglie di incendiario. Il migliore. E quando le vedi vuote, portacene altre due.-L'intento era principalmente lasciarsi andare ai piaceri della perdita di coscienza causata dal whisky. Di conseguenza, gioire delle meraviglie che sarebbero scaturite dopo.
Tristan si tolse la giacca e la appoggiò sul tavolo di legno, unica barriera tra lui ed il cugino; si piegò le maniche della camicia e la sbottonò leggermente, lasciando che quelle figure di follia e perversione tatuate sul suo corpo, si affacciassero sull'oscurità generale del Testa di Porco.
Gli occhi dai contorni leggermente anneriti e scavati di Tristan, si portarono nuovamente su Vagnard:
-Prima di cominciare a ringraziarti per il meraviglioso spettacolo che mi hai regalato, trattando quella sgualdrinella Grifondoro alla partita come giusto che meritasse...-Si interruppe un secondo, portando gli occhi alla zona tumefatta. Per lo meno, si era portato un souvenir degno di nota.
-...Volevo complimentarmi con te e la tua squadra per l'ottima prestazione. E' palese che senza il loro capitano, sarebbero nulla.-Ghignò ancora.
Quei ragazzini, per quanto indossassero i colori giusti, avevano parecchio da imparare dal loro capitano, non soltanto su come lanciare una stupida palla per centrare un anello, ma su come vivere.Tuttavia, Tristan era convinto che il magnanimo cugino, facesse continuamente di tutto per educarli in tal senso...se avesse avuto dieci anni di meno e si fosse trovato a vivere Hogwarts con un soggetto uguale a quello di Vagnard, era sicuro che ci sarebbe andato più che d'accordo. Forse era stata in gran parte quella mancanza a fargli detestare quella scuola e portandolo ad un rancore perpetuo verso suo padre e sua madre per non avergli fatto godere della grandezza di Durmstrang.
Anni dopo, aveva capito. La sua famiglia non faceva nulla di insensato e -per quanto al Medimago fosse sembrato strano- Londra ed Hogwarts gli servivano per familiarizzare con l'ambiente inglese...stop.
In ogni caso, era felice del percorso che la sua vita aveva intrapreso: il San Mungo gli avrebbe offerto tante possibilità di successo.
-Ma parlami di te, cugino. Alla tua età si è più adulti di quanto possano credere gli altri. Hai già trovato una donna che meriti di essere definita tale? Oppure hai soltanto fatto si che tutte le altre conoscessero la virilità di un von Kraus?-
Sorrise, seppur non avesse avuto dubbi sulla risposta.
OT// Si richiede intervento del garzone //