Elephant & Cas(s)tle, Missione C.R.E.P.A.

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view post Posted on 23/9/2017, 11:28
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Il Fato

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«Chiamatemi Elizabeth, Cassle è il cognome di mio marito.» Poche parole, uno sguardo malizioso a fare da contorno. Era forse una spiegazione più che chiara all'affermazione del giovane Auror? La differenza di stile fra signora e signorina non aveva di certo colpito in modo offensivo la Strega in questione, al contrario quasi le aveva concesso un pizzico di vanesia niente affatto indifferente. Teneva particolarmente al suo aspetto esteriore, la bellezza e la cura dei dettagli erano emblemi portanti per un'ottima impressione e lei non avrebbe potuto farne a meno per nessun motivo al mondo. Ignorò l'abbaiare del suo Crup, spingendolo ad allontanarsi dagli ospiti con un'occhiataccia ben decisa e un leggero movimento della mano destra. Le unghie colorate di rosso, la pelle liscia come velluto, la signora Cassle evocava fascino vero e proprio, a tal punto da giustificare il velato complimento di Aiden. Fu a lui che Elizabeth rivolse inizialmente l'attenzione, inclinando il capo verso il basso per concedere all'aitante Mago un bacio soltanto sulla guancia destra. Ancora in posizione sopraelevata per il gradino del pianerottolo di casa, la Strega si lasciò andare ad un altro sorriso malizioso, l'espressione del tutto divertita sul proprio volto. «Ma siamo divorziati.»
Una precisazione forse non propriamente raffinata, non nel contesto in corso. Tuttavia Elizabeth ammiccò, scendendo velocemente verso Olivia per stringerle la mano con empatia. «Fairbloom, dici? Tua zia Ophelia lavora al San Mungo, cara? Lei è mia amica e porta il tuo stesso cognome. Mentre lei, signor?» Concluse la domanda girandosi verso Aiden, il tono di voce sempre del tutto cortese. Avrebbe espresso poche altre forme cordiali, per poi passare direttamente al motivo dell'incontro. Elizabeth Cassle non era donna da perdere tempo, non più del dovuto in effetti. Tra le mani apparve una fotografia recuperata da una tasca interna del vivace abito che indossava quella mattina. Non la mostrò ancora ai presenti, concedendo loro un piccolo sentito apprezzamento per la causa di cui si mostravano rappresentanti. «Oh cara, conosco già il C.R.E.P.A., mia nipote era membro dell'associazione a suo tempo, quando frequentava Hogwarts. Me ne parlava in continuazione, avevamo anche un Elfo Domestico, si chiamava Bubble. Ma per Katy era troppo averne uno in casa, alla fine quel poveretto voleva soltanto servire la nostra famiglia, noi lo rispettavamo come di consueto, sia chiaro. Ma Katy voleva che stesse con lei e alla fine...» - sollevò le mani come in gesto esasperato, un altro sorriso subito dopo - «...vive con lei in pace e amore. Forse più per Katy, perché Bubble temo si stia annoiando.» Annuì, avvicinandosi ai due ospiti e mostrando loro la fotografia.
«Ho intenzione di donare qualcosa al vostro Comitato. Sono una donna ricca e generosa, senza girarci attorno. In cambio, vorrei che ritrovaste mio nipote per riportarlo qui. Diciamo... per ora di pranzo, massimo le dodici. Avete un'ora abbondante, non si allontana dalla zona di Elephant&Castle. Ama gli animali, soprattutto i cani, e adora il circo. Dovrebbero esserci gazebo proprio al centro della città, si tratta di un circo babbano, ma mio nipote sarà di sicuro lì.»
La foto rivelatrice passò dalle mani di Elizabeth a quelle della giovane Olivia. Non fu difficile collegare quel volto con un altro familiare, forse anche troppo. Guance paffute, capelli biondi, occhi chiari e di uno splendente azzurro. «Mio nipote si chiama Caleb. Se riuscite a trovarlo e riportarlo qui, vi offrirò una ricompensa per il vostro Comitato. Non credete che sia facile, però. Mio nipote è un Metamorfomagus, qualche dettaglio del suo aspetto potrà cambiare, ma basatevi sulla passione per circo e animali e riuscirete, forse, nel vostro intento. A dopo, miei cari, a dopo!»
E così dicendo, la Strega avrebbe salutato con gentilezza i due ospiti, tornando con il proprio Crup in casa. La parete dell'elefante raffigurato avrebbe condotto Aiden e Olivia verso la Londra Babbana e da lì, la ricerca sarebbe dunque cominciata. Complicata o meno che fosse, la posta in gioco era molto alta e i due rappresentanti avrebbero potuto far fronte alla situazione con una certa furbizia, le carte erano pronte per essere scoperte ormai.

calebcasslecomitato


Ci siamo, la missione finalmente può partire per davvero. Siamo andati a rilento fino ad ora, non inserisco scadenze ma cerchiamo tutti di essere più veloci, discorso che vale anche per me. Per Olivia: se non conosci cosa sia un Metamorfomagus (e parlo di conoscenza del tuo personaggio), puoi chiedere tranquillamente ad Aiden. Una volta usciti attraverso il muro con l'elefante, potete andare ovunque, anche dire di essere al centro del quartiere dove compare il circo, poi vi seguirò io con un'ambientazione dettagliata per la vostra ricerca. Buona fortuna!
 
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view post Posted on 24/9/2017, 12:22
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Aiden Weiss
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Aiden nascose la sua incredulità di fronte all’affermazione della signora Cassle, ora presentatasi come Elizabeth, dato che Cassle - come la donna si prodigò a puntualizzare - era il nome di suo marito. Non avrebbe mai pensato che fosse sposata, ma forse non c’era nemmeno da stupirsi dato lo stile di vita che però era in netto contrasto con lo sguardo malizioso che lanciò proprio al rosso, con tanto di bacio sulla guancia.
E quel «Ma siamo divorziati.» gli fece decisamente comprendere dove volesse andare a parare. Era la ciliegina sulla torta, eppure Aiden non si scompose ma si limitò ad inarcare un sopracciglio. Non era il caso di dare alla signora Cassle un motivo in più per mostrare il suo interessamento per l’Auror di fronte ad una ragazzina di undici anni. Rimase, dunque, con espressione neutra, evitando di proposito di arrossire per quelle provocazioni.
Osservò il remoto silenzio lo scambio di convenevoli tra la signora e Olivia, in un certo senso ne fu contento, così non si sarebbe dovuto sentire in imbarazzo davanti alla signora che non lo lasciò poi così del tutto indifferente.
Scrollò le spalle quando si rivolse a lui. «Signor Volpe può bastare.» mormorò. Non ci voleva un genio per capire che voleva restare anonimo, ma era il motivo di tale scelta che avrebbe potuto spingere la signora a voler chiedere una spiegazione; cosa che purtroppo non l’avrebbe soddisfatta di fronte alla remissività di Aiden nel fornirgliela. «Ma anche Houdinì va bene o Casanova… Quello che preferisce.» Abbozzò quindi un sorriso provocatorio, tanto per ricambiare la maliziosità della signora. Era stato più forte di lui, gli era uscito di getto senza nemmeno pensarci troppo su. Eppure si era prefissato di non farlo. Dannato me! Mi è uscita troppo spontanea e non va' affatto bene, speriamo che Liv non capisca...
Infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e ascoltò il dialogo tra Olivia e la signora, la quale spiegò ai due membri del Comitato di come conosceva il C.R.E.P.A. grazie alla nipote Katy. Non poté che annuire con soddisfazione al fatto che la nipote della signora Cassle volesse l'Elfo libero, ma poteva anche comprendere che se la piccola creatura era felice di lavorare per quella famiglia non capiva come non gli si potesse dare l’occasione di farlo, magari premiandone i servigi con un dovuto compenso, uno stipendio come era solito fare con qualsiasi lavoratore.
Non espresse però questo suo pensiero, lasciò che la signora spiegasse che avrebbe fatto qualcosa per il Comitato, facendo apparire una foto e chiedendo ai due di fare una cosa per lei in cambio. Era una cosa equa e giusta, perciò Aiden si limitò ad annuire in silenzio.
Dovevano ritrovare il nipote che si aggirava per Elephant&Castle, presubilmente nella zona dove vi era attualmente un circo Babbano. Ciò per poco non scatenò l’ilarità di Aiden nel ricordarsi di quanto era avvenuto con quel ragazzino incontrato per caso in seguito alla Smaterializzazione Congiunta, andata non poi così tanto bene, in cui aveva proprio detto di lavorare per il circo come Mago.
Si mise una mano sulla faccia per nascondere il riso sempre più prossimo a lasciare le sue labbra, specialmente dopo che si era affacciato oltre la spalla di Olivia per guardare la foto che la signora le aveva passato. Strabuzzò gli occhi riconoscendo il ragazzino della foto come quello che avevano incontrato poco prima di arrivare dalla signora Cassle.
E pensare che volevo Obliviarlo! pensò, lanciando uno sguardo d’intensa con Olivia. Anche lei si era accorta di aver incontrato lo stesso identico ragazzino - con lo stesso nome per di più - al loro ingresso nel quartiere?
«Mi creda signora se le dico che probabilmente sarà lui a venire da noi, Metamorfomagus o no.» Stavolta un sorriso furbo increspò le sue labbra mentre tornò a fissare la signora Cassle. Le sue capacità da Auror alla fine sarebbero tornate utili perfino per quella missione a nome del C.R.E.P.A. sebbene nessuno ne fosse al corrente, eccetto Brior.
«Vieni Liv, ho già una mezza idea di come possiamo fare per trovarlo.» disse ad Olivia, salutando la signora Cassle con un piccolo sorriso, per poi avviarsi verso il murales con l’elefante.
L’idea di addentrarsi in un circo lo terrorizzava a morte, odiava i clown dopo la sua giovane esperienza al circo, ritrovandosi brutalmente traumatizzato con l’aiuto di suo fratello Richard. Ma - forse - pur di aiutare la nobile causa del C.R.E.P.A., avrebbe certamente tentato di sforzarsi nel mantenere i nervi saldi di fronte a quelle diaboliche creature truccate e con il naso rosso; altrimenti avrebbe quasi certamente alzato le mani, come era successo molte volte proprio per via del trauma.
Non lo disse a Olivia, non sarebbe servito a niente allarmarla, dovevano portare a termine quel compito e forse non avrebbero dovuto nemmeno entrare dentro il circo.
Quando furono davanti al murales e vennero afferrati nuovamente dalle proboscidi, si ritrovarono nella via in cui si erano trovati in principio. Mentre camminavano verso la zona del circo, Aiden fissò Olivia con un sorrisino. «Spero ti piaccia recitare, perché ora avremo un bello spettacolo da portare in scena. Ovvero quello del Mago e della sua giovane Aiutante. All'inizio limitiamoci a restare in bella vista davanti al tendone, se ci vedrà e si avvicinerà per chiederci di quei biglietti omaggio allora dovremo giocare d'astuzia. Dobbiamo convincerlo che il Direttore del circo ha annullato il nostro numero per i prossimi giorni e che, pur di non deludere le aspettative del caro Caleb, gli garantiremo uno spettacolo privato a casa sua.» Prese a spiegare mentre continuavano a camminare fianco a fianco. «Se avremo fortuna il mio piano funzionerà, ma dovremo mantenere i nervi saldi, Liv, è importante. I Metamorfomagus sono abili nel nascondersi, cambiano tratti del loro aspetto in modo da non essere riconosciuti, ma è oltretutto vero che è un bambino, quindi gli sarà presubilmente difficile mantenere attivo il cambiamento a lungo, specialmente se si alterano i suoi stati emotivi. Perciò cerchiamo di metterlo a proprio agio, un po’ come quando lo abbiamo incontrato.» Si grattò distrattamente la barba sul mento. «Ricordati che non puoi fare magie, perciò se ti viene in mente un’idea che implichi l’uso della magia dovrai fare appello a me. Lungi da me ricordarti ciò che già sai, ma sono responsabile di quanto fai e la Bennet mi spellerebbe vivo se la privassi di una così carismatica studentessa.» E regalò alla ragazzina un occhiolino.
Ormai erano vicini alla zona del circo.

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view post Posted on 10/10/2017, 10:52
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Se i due avvenenti adulti, dopo uno scambio di battute di certo non privo di malizia, si chiederanno se la più giovane biondina abbia potuto intendere qualcosa, a questi risponderemo che il folletto dagli occhi azzurri non aveva avuto occhi, allora, che per il Crup, dal quale avrebbe levato l'attenzione soltanto una volta interpellata dalla Signora Cassle, come le era stato saggiamente insegnato dai suoi - per fortuna vostra, malandrini!
"Sì può dire così, per quanto la nostra parentela non sia poi così prossima. Anche mio padre, Conrad Fairbloom, lavora al San Mungo, ha mai avuto occasione di incontrarlo?"
Probabilmente no, non avendo il suo cognome richiamato alla mente della strega nessun'altra persona eccetto Ophelia, ma mostrare interesse anche per quel tipo di convenevoli era un atto più che dovuto, con o senza una missione in atto.
Olivia ascoltò con attenzione quanto la donna ebbe da dir loro e la sua sorpresa fu grande quando riconobbe, osservando il primo piano immortalato nella foto che stringeva tra le mani, il ragazzino che aveva assistito alla Materializzazione del loro insolito duo. Ironia del destino! Se prima liberarsi di lui e dei suoi sospetti si era figurata come massima priorità, adesso lo era convincerlo a rincasare in loro compagnia.
Cercando di nascondere il proprio stupore, concentrò tutte le proprie energie e pensieri nello sguardo d'intesa scambiato con il Signor Volpe, assieme al quale si sarebbe congedato dalla bella ereditiera nel più elegante dei modi, infiocchettato con un grande e caloroso sorriso.
L'elefante rispedì la strana coppia lì dove la loro ricerca aveva subito la seconda ed ultima battuta d'arresto, lasciandola alle proprie speculazioni, necessarie al fine di stabilire come procedere. Combinazione volle, vantaggiosamente - il tempo era loro nemico -, che la soluzione fu presto nella mente e sulle labbra di entrambi: occorreva raggiungere il circo e vestire nuovamente i panni del mago e della sua grintosa assistente.

"Terrò i nervi saldi! E giuro solennemente di non ricorrere a nessuna magia di mia iniziativa, parola di Fairbloom! "
Quanta determinazione in quei due piccoli occhi e nell'indice ed il medio sinistri stretti tenacemente l'uno all'altro!
Sarebbe andato tutto per il meglio, si disse, camminando al fianco dell'Auror: più nobile è la causa per la quale si combatte, più strenua è la lotta, e...come si suol dire, la fortuna aiuta gli audaci.
 
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Il Fato

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Interesse o meno, la signorina Cassle parve osservare con più attenzione del dovuto il giovane Auror appena incontrato. Abbozzò un sorriso che quasi sposava perfettamente l'aria sfacciata di Aiden e per poco, nulla ebbe valore, perfino l'innocente curiosa domanda di Olivia si perse nel dimenticatoio. Non era il momento di pensare ai legami di parentela, non per l'incantevole donna. Inconsapevole di aver appena peccato di gentilezza, la Strega si era infine ritirata in casa, salutando i due rappresentanti del Comitato che lei stessa aveva contattato pochi giorni prima. Quando il piano poté dirsi sufficientemente concordato da essere perlomeno prossimo al suo inizio, la coppia stravagante fece la strada a ritroso, giungendo senza difficoltà nella zona del circo. Ampi tendoni, colorati e vivaci, descrivevano quel luogo altrimenti anonimo di un quartiere residenziale della Londra Babbana. Non c'era tanto movimento né chissà quale frenesia per essere un circo vero e proprio, segno del fatto che gli spettacoli in programma non fossero ancora cominciati. Per la sera, tuttavia, più di un giocoliere avrebbe danzato con l'arte e la musica, più di un illusionista avrebbe giocato con la ragione dei vari spettatori. Se fossero stati abbastanza fortunati da ritrovare il piccolo Caleb, senza troppe complicazioni, magari anche per Aiden ed Olivia sarebbe stato possibile prendere parte alla visione del Circo. Anche se privo di effetti magici reali, c'erano tanti altri modi per attingere all'Incanto. «Uuh lì, guarda lì, Babbi!» Una voce squillante, quella di un bambino dai ricci biondi, attirò l'attenzione dei due Maghi poco lontani, giunti in prossimità di una staccionata che delimitava una ruota panoramica ferma. A pochi metri sulla destra, tre bambini erano aggrappati al ferro di fronte per sporgersi in alto per ammirare meglio l'attrazione colorata. Il piccoletto dai capelli ricci si spinse ancor più sopra del dovuto, cercando di fare leva su alcuni punti del cancello; ma il piede destro mancò un appoggio e il ragazzino cadde all'indietro, graffiandosi i palmi delle mani per aver tentato di attutire il colpo contro la terra. «Ahi!» Non disse altro, se non quella breve imprecazione, ma fu il corpo a reagire all'impatto. I capelli si tramutarono improvvisamente dal biondo al rosso, per una ciocca soltanto sulla fronte: tanto repentino quanto stravagante, però, il colore dell'oro si ripristinò immediatamente, senza che gli altri due bambini, aggrappati a loro volta alla staccionata di ferro, potessero accorgersi di qualcosa. Aiden ed Olivia, invece, avevano visto bene. Era lui, Caleb, oppure qualcun altro? Non era uguale al bambino visto in precedenza, lo stesso raffigurato sulla fotografia che la signora Cassle aveva affidato ad Olivia. Gli occhi erano di forma più allungata e di un verde vivo, mentre i capelli sì biondi, ma ricci. Il naso più aquilino e pronunciato, infine, aveva qualcosa di familiare ma non troppo. Forse quel cambiamento tra rosso e biondo, improvviso per davvero, era stato soltanto un gioco di luce? La ruota panoramica al di là del cancello, in effetti, accoglieva e rifletteva tanti scintillii colorati.
 
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Aiden Weiss
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Più si avvicinavano al tendone colorato, più l’Auror percepiva l’antica paura stringergli le viscere in una morsa ferrea da mozzargli il fiato. Consapevole di non dover cadere vittima della sua stessa paura, Aiden tentò di mantenere i nervi saldi e tenere la mente occupata ricordandosi le varie dinamiche del piano appena abbozzato; pensò ad eventuali alternative, carte jolly da sfruttare in caso di necessità, tutto pur di non mettere piede dentro al tendone.
Giunti ormai lungo il perimetro circostante del tendone colorato, Aiden notò con sua sommo sollievo che nemmeno un clown pareva essere in circolazione, solo qualche giocoliere o illusionista. Questo permise all’Auror di godersi una sana bocca d’aria fresca e scrutarsi attorno senza alcun timore, nella speranza di notare la figura di Caleb.
Gli occhi blu intensi dell’irlandese andarono verso la ruota panoramica, ora ferma, in cui vi erano tre bambini aggrappati alla ringhiera. Uno di loro, quello con dei ricci biondi, sembrò attirare maggiormente la sua attenzione, specialmente quando cadde e all’impatto una sua ciocca cambiò di colore per pochi secondi, sufficienti per lui ed Olivia per sospettare della natura del bambino.
Aguzzò maggiormente la vista: il ragazzino aveva sì qualcosa di familiare, i capelli biondi erano la prima cosa che saltò all’occhio, ma fu il cambiamento di colore ad accendere il segnale d’allarme nell’Auror. Abituato con il suo lavoro, ipotizzò che doveva quasi sicuramente trattarsi di Caleb, l’aspetto alterato dalle sue doti da Metamorfomagus.
Lanciò uno sguardo d’intesa ad Olivia, come per chiederle una tacita risposta se era pronta o meno per un’improvvisazione e constatare se i sospetti fossero fondati. Mosse quindi un passo verso i tre bambini e con tutta la calma del mondo, li raggiunse, le mani nelle tasche dei jeans.
«Ehilà giovanotti!» esclamò con voce giovale. «Vi andrebbe di guadagnarvi una settimana di ingressi gratis? Gli accompagnatori avranno lo sconto, ma il divertimento è assicurato!» Un sorriso convincente si disegnò sul suo volto, come per cercare di ottenere la loro più totale attenzione, per poi azzardare al più teatrale degli inchini. «Il Meraviglioso Mago Volpe per servirvi! E il primo di voi che indovina a quale grande Mago ci siamo ispirati io e la mia giovane Assistente potrà vantarsi di poter assistere ad uno mio spettacolo direttamente a casa!»
Eccola lì, la trappolina. Il pesciolino avrebbe abboccato?
Se era Caleb il ragazzino biondo, doveva senza dubbio ricordarsi di lui e Liv, oltre al fatto che - si sperava - conoscesse la risposta al quesito: Houdini.
«Allora, ci state? Chi conosce la risposta?»
Dovevano riuscirci, dovevano riportarlo a casa il prima possibile così Liv avrebbe avuto modo di interagire meglio con la signora Cassle e ottenere il tanto sospirato aiuto.

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Ho dovuto rileggere i primi post
 
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La voce di Aiden fu piuttosto squillante alle orecchie del bambino ruzzolato a terra; si sollevò goffamente, prima con l'aiuto delle mani e poi spingendosi sulle gambe in un saltello, fin quando lo sguardo soppesò quello dell'uomo appena arrivato. Non c'era alcuna nota di sorpresa nella sua espressione, non un cenno di meraviglia, non uno di paura né, tantomeno, di preoccupazione. Quel piccoletto poteva o non poteva essere la persona che Aiden e Olivia cercavano, ma da sua parte non diede alcun indizio. Era così bravo da nascondersi anche con la mimica facciale oppure era semplicemente distratto? Poteva aver dimenticato i volti dei due attivisti del Comitato poco prima o, perché no, magari c'era un altro motivo dietro tutta quella stravagante situazione. Prima ancora che potesse parlare, fu il turno degli altri due bambini, che si staccarono dal cancello di ferro, entrambi molto più attratti dall'ingresso trionfale dell'adulto rispetto al loro amico poco distante. Trotterellarono esattamente verso Aiden, girandogli attorno, fin quando presero le mani di Olivia, uno quella destra e l'altro quella sinistra, spingendola da un lato e dall'altro come a volerla dividere. «Mia!»
«No, mia!»
«Mia, mia, solo mia!»
«Ho detto MIA!»
Nessuno si era interessato più di tanto al quesito di Aiden: limpido o meno che fosse, non suscitò la stessa reazione di fascino e curiosità rispetto al volto angelico di Olivia; d'altronde, non era sempre la bellezza la nota vincente di ogni contesto? Nervoso a sua volta per quel momento tanto fuori dall'ordinario, il bambino dai capelli nuovamente d'oro - senza più alcun ciuffo d'altro colore - spostò il peso da una gamba all'altra, fin quando decise di attirare a sua volta l'attenzione. Essere isolati e indifferenti non rientrava tra le cose che preferiva. Batté i piedi con forza, lasciando che qualche zolla di terra si smuovesse attorno al confine di una parte del circo, mentre il naso assumeva una strana forma, passando da quello aquilino ad uno a patata, molto cicciottello e rotondo. Quando i due amici si bloccarono, evitando di strattonare Olivia più di quanto già non avessero fatto, non parvero sorpresi della novità del loro compagno di giochi. Anzi, uno di loro puntò un dito contro il piccoletto e scoppiò a ridere. «AAh naso a patata, sacco di patate!» Cantilenò quella frase più e più volte, facendo arrabbiare di gran lunga il ragazzo. Non più il naso soltanto, ma anche i capelli vorticarono per via di una magia che Aiden, senza dubbio, aveva già considerato come quella innata dei Metamorfomagus. Biondo, poi rosso, infine color carota, aumentando di volume con una chioma riccia e particolare, mentre il bimbo avvampava per l'imbarazzo. Ammutolì, mentre il terzo dei presenti, ancora taciturno, faceva un passo avanti verso Aiden, tirando una manica dell'uomo. «Dinì è il Mago che dicevi, è vero?» Tutto sommato era stato attento, la risposta poteva essere accettata. Ma se nessuno dei tre bambini sembrava sorpreso della magia in corso, del cambiamento fisico del giovane imbarazzato poco lontano, qualcosa di ancor più particolare prese vita in quel momento. Il piccolo che aveva stretto la mano di Aiden arricciò il naso e un attimo dopo, sullo scroscio di risate da parte di tutti, rendendo la situazione meno in tensione, i suoi capelli si allungarono e divennero rosa chewing-gum. La situazione continuava a complicarsi.
Aiden, procedi da solo, se Olivia dovesse rientrare nel prossimo turno, sarà perfetto, altrimenti mi occuperò di gestire io il suo personaggio in questo contesto.
 
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view post Posted on 18/1/2018, 15:05
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Gli occhi dell’Auror si fissarono in quelli del ragazzino che si era appena rialzato a terra dopo il capitombolo che aveva avuto. Per un attimo provò un senso di infondatezza su ciò che aveva sperato in un primo momento, forse non era lui Caleb oppure il ragazzino stava fingendo di non riconoscerlo. Doveva essere davvero bravo a nascondersi, ma infondo la signora Cassle l’aveva detto che era molto abile, ma Aiden contava più sulle sue doti in quanto Auror e di certo non si sarebbe fatto fregare da un ragazzino.
Tuttavia riuscì a catturare l’attenzione dei ragazzini e quello fu un primo traguardo, doveva quindi continuare a girare la frittata finché poteva ricavarne un vantaggio. Sorrise sornione quando due di loro si contesero Olivia, quasi come se fosse un giocattolo, ma tutto sarebbe durato poco e confidò che la giovane studentessa potesse sopravvivere a tutta quella brutalità ancora per un poco.
Il ragazzino che prima era caduto palesò ancora le sue doti da Metamorfomagus, ma questa volta non soltanto lui se ne accorse, ma perfino uno dei suoi amichetti. L’unica nota positiva è che sembrava consapevole delle doti del proprio compagno di giochi, non sarebbe corso via spaventato o a dirlo ai quattro venti; tuttavia - e questo Aiden lo sapeva - presto o tardi avrebbe dovuto cancellare la memoria ai presenti una volta individuato Caleb in maniera ufficiale.
La situazione parve complicarsi nel notare quei cambiamenti repentini nell’aspetto del bambino, troppo imbarazzato, ma che comunque stava provocando risate incessanti nel suo compagno. Quando Aiden si girò per controllare chi gli avesse strattonato la manica, si ritrovò davanti il terzo di quel gruppetto di bambini, uno di quelli che si era conteso Olivia ma che fino a quel punto era stato in silenzio. Udendo la risposta, Aiden dedusse che fosse lui Caleb, non tanto per il nome che disse, ma per come impostò la frase: E’ il Mago che dicevi.
Eppure il dubbio era ancora vivo in Aiden. Quale dei due bambini era veramente Caleb? A questo non era certo di potersi attenere totalmente alla risposta corretta ottenuta, doveva ancora effettuare una seconda prova e in fretta anche.
Si sporse verso il bambino che aveva risposto in modo corretto, con quel rosa chewing-gum, le mani sulle ginocchia per poterlo guardare meglio, mentre prese a sussurrare in modo tale che solo lui lo sentisse: «Deduco che tu mi abbia già incontrato. In quale occasione, se posso? Incontro spesso ragazzini svegli come te. E’ stato dopo un mio spettacolo? O in una passeggiata con la mia Apprendista? O forse… sì, forse… forse hai avuto la fortuna di assistere ad uno dei nostri trucchi ancora in fase di sperimentazione? Sai, apparire qui e riapparire altrove. Ci stiamo lavorando da mesi, ma forse ci siamo!» Aggiunse un occhiolino. Voleva metterlo a proprio agio, se fosse stato messo troppo sotto pressione avrebbe potuto dare il peggio di sé come il suo amico. «Ti piacerebbe se trasformassi il tuo pallone in un grandissimo cane? Diciamo... un San Bernardo?»
Ricordava perfettamente di aver promesso a Caleb di trasfigurargli il pallone in un cane, un San Bernardo per l'appunto, perciò ne approfittò per verificare se si ricordava di quanto si erano detti al loro primo e casuale incontro.

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view post Posted on 19/1/2018, 12:36
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Tre bambini, un adulto, una giovane studentessa: in un gioco di incastri e di ruoli, la pièce teatrale stava prendendo sempre più forma nel migliore dei modi. Per Aiden la confusione parve la soluzione più evidente, a conti fatti, per la descrizione del presente; cosa stava accadendo e, ancor più, perché stava accadendo? Le domande divennero maggiori ed intense, le risposte non del tutto chiare. Si stava per affrontare una conclusione, nel più roseo dei casi perfino una spiegazione, ma non subito. Come un giocatore di grande professionalità, l'aitante Auror sfruttò una carta a suo favore con attenta furbizia. Mossa ottima, avrebbe sussurrato il Fato al suo udito, perché trarre conclusioni affrettate non sarebbe stato vantaggioso per nessuno, men che meno per la coppia di attivisti del Comitato. Ed il signor Weiss, d'altronde, non era inesperto in quell'incontro di segreti e misteri, il suo operato al Ministero della Magia e ancor più al Quartier Generale rendeva la situazione esattamente pane per i suoi denti. Che si aggiungesse o meno un pizzico di divertimento, invece, era un altro paio di maniche. Nell'esatto momento in cui, dunque, Aiden parlò di trasformare un pallone in un cane, di una razza tanto precisa quanto esemplare per la sua prova considerata, il bambino dai capelli color carota, fiammeggiante per la chioma riccia e per l'imbarazzo ancora dipinto sul volto al seguito delle risate degli altri compagni per via del suo naso a patata, fece un passo avanti con una certa tensione nei movimenti. Lo sguardo divenne ombroso e gli occhi si assottigliarono, osservando di malo modo l'Auror che aveva posto quella domanda. Piegò le braccia al petto, chiudendo le mani a pugni. Inconsapevolmente, i capelli stavano tramutando ancora, tornando ad una forma più leggera, meno voluminosa, di un luminoso color dell'oro. Il naso si strinse e si allungò, mostrandosi aquilino e non più rotondo, mentre gli occhi ancora restavano identici. I dettagli furono necessari ed evidenti, la somiglianza con Caleb era ormai prossima alla sicurezza. «Hai promesso a me il cane, però! Non è giusto!» Si trattava pur sempre di un bambino, non avrebbe retto alcun confronto con le sue emozioni in subbuglio e di sicuro non si sarebbe privato del premio che l'uomo aveva promesso. L'altro bambino, cui Aiden si era rivolto, si rivelò dunque come un altro piccoletto, non quello ricercato dal Mago e dalla sua compagna. Consapevole di essere alle strette, perché da un momento al successivo sarebbe stato privato di quanto gli era stato appena proposto, strattonò maggiormente la manica dell'Auror, spalancando gli occhi. «A me, a me! L'hai detto a me!» E il terzo? Non sembrava aver alcun potere magico né risultava interessato alla situazione del momento. Non voleva anche lui un cane? A conti fatti, era più attratto da Olivia, che ancora teneva per mano, senza lasciarla andare. Parlò solo per spezzare l'immediato attimo di silenzio carico di imbarazzo fra i due compagni.«Ma la zia di Leb può fare tutti i cani del mondo. Babbi non ha nessuno che fa magie, è solo lui.» Si era rivolto inizialmente al bambino dai rinnovati capelli biondi, parlando di sua zia come se la conoscesse, mentre subito dopo si era rivolto al piccoletto che stringeva ancora la manica di Aiden. Più di una conclusione poteva essere fatta, la prima delle quali era che alla presenza dei due attivisti si stagliavano non uno, ma due Metamorfomagus.
Aggiungo una mappa per indicare le posizioni dei personaggi presenti.

Caleb: si è rivelato ormai, riacquistando quasi tutte le caratteristiche fisiche originali. Capelli ricci e biondi, naso aquilino.
Babbi: si è rivelato a sua volta come Metamorfomafus, ti stringe la manica destra; capelli color rosa, voluminosi.
3B: Bambino numero tre, non ha ancora rivelato alcun potere magico, tuttavia...
Aiden & Olivia


 
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Aiden Weiss
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La situazione si fece tesa, ma non per questo impedì ad Aiden di piantare dei semi che poi avevano germogliato e dato determinati frutti.
La domanda che porse al bambino davanti a sé fu la goccia che fece traboccare il vaso: l’altro bambino, quello con capelli color carota e il naso a patata, sembrò aver udito tutto e si avvicinò con sguardo ombroso, offeso per aver promesso la stessa cosa ad un’altra persona. Ciò permise ad Aiden di fare i dovuti calcoli e quindi trarre le rispettive conclusioni: c’erano due Metamorfomagus, ma non era Caleb quello a cui si era rivolto nello specifico; tuttavia, riuscì a smascherarlo comunque e questo lo fece sorridere, colmo di divertimento.
Fece scivolare lo sguardo su ogni bambino, mentre ascoltava quanto avevano da dire. A quanto pare, questo specialmente a seguito delle parole del bambino ancora attaccato ad Olivia, tutti e tre parevano essere dei Maghi, benché l’unico non palesatosi come Metamorfomagus o altro, non avesse dimostrato alcun segno di magia; eppure, dalle sue stesse parole, poté intuire che sapesse dei suoi compagni di giochi e che conoscesse la signora Cassle. Forse non era Babbano, ma doveva averne le prove certe, cosa che avrebbe ottenuto, presto o tardi.
«Buoni, buoni, buoni!» disse, tentando di calmare i bambini, alzando le mani per richiamare l’ordine. «Penso di potervi accontentare tutti. Dunque...» Fece una pausa e sondò ogni bambino, in cerca di un’idea che lo portasse verso la propria destinazione: portare Caleb a casa. «Avrete un premio ciascuno!» decretò, infine. «Babbi avrà il suo cane, ma… tu, Leb, avrai il tuo spettacolo personale a casa. Se il tuo amico ha ragione e tua zia può farti avere tutti i cani che vuoi, beh, non c’è ragione per negare a Babbi il suo premio. In caso contrario… potrei rimediare!» Fissò infine il terzo bambino. «E tu, invece, potrai aiutare Olivia ad allestire la zona dello spettacolo. Che ne dici? Ti va’?» Riportò lo sguardo su tutti e tre. «Tutti premiati e nessun litigio. Intesi?»
Fissò Caleb per ultimo, per poi fargli segno di avvicinarsi. Doveva assicurarsi che il loro amico fosse magico, altrimenti l’unico premio che avrebbe ricevuto sarebbe stato un Oblivion da fargli dimenticare quel giorno.

PS: 173 ☘ PC: 121 ☘ PM: 120 ☘ EXP: 26.5
 
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Occhi attenti, occhi indiscreti, occhi curiosi.
Ogni presente spostò la sua totale attenzione verso il Mago, autore indiscusso di uno spettacolo che a tratti diveniva reale, a tratti risultava ancor più enigmatico di quanto già non fosse. La promessa di un premio, anche se di diversa misura, fece sorridere tutti e tre i bambini: forse per conoscenza personale, forse per furbizia, forse per un colpo di scena degno di essere definito tale, Aiden Weiss aveva colto nel segno e con ogni probabilità, se avesse mantenuto quell'ordine appena creatosi, avrebbe ottenuto il suo obiettivo nel più repentino dei modi. Il primo dei tre piccolini, Caleb, arricciò il naso un'ultima volta: la forma allungata, sinuosa, perfino in estrema misura, si rimpicciolì fino a ripristinare le misure originali, quel naso sì aquilino ma non in modo eccessivo, lo stesso che sul volto paffuto, incorniciato dai riccioli color dell'oro, confermava la figura presente sulla fotografia che la signora Cassle aveva consegnato ai due attivisti del C.R.E.P.A.
A quanto pareva, finalmente, il fuggitivo era stato acciuffato, ma Aiden più di tutti, vuoi per esperienza e vuoi per partecipazione su più fronti, era ben consapevole di come un Metamorfomagus potesse spiccare via da un momento all'altro, difficilmente identificabile se vinto dalle emozioni. Annuì, tuttavia, con un leggero cenno di capo, lasciatosi convincere all'idea di uno spettacolo tutto per sé. L'innocenza che lo contraddistingueva, in effetti, permise al piccolo Caleb di esprimere a parola ciò che da tempo, fin dall'inizio, fondamentalmente aveva desiderato. «Possiamo andare ora da zia? Così vengono anche i miei amici, è più bello uno spettacolo tutti insieme.» Un'espressione felice, lo sguardo illuminato, Caleb aveva posto una richiesta che, a conti fatti, si sposava perfettamente con l'interesse dei due attivisti; Olivia d'altra parte sembrava essersi isolata dalla scena in corso, impegnata a rassicurare l'ultimo dei tre bambini circa un premio anche per lui.
«Dai dai, signor Dinì, possiamo?»
Caleb: Capelli ricci e biondi, naso aquilino, Metamorfomagus.
Babbi: stringe ancora la tua mano; capelli color rosa, voluminosi, Mtamorfomagus.
3B: Bambino accanto ad Olivia, ancora non identificato.
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Poteva concedersi un sospiro di sollievo?
Aiden attese con trepidazione una reazione da parte dei tre bambini che lo stavano scrutando attentamente, meditando se accettare o meno l’offerta del Mago adulto. Non poteva lasciarsi sfuggire nessuno di loro, in particolare i due Metamorfomagus, troppo giovani e troppo propensi a lasciarsi trascinare dalle proprie emozioni per mantenere il controllo del loro innato potere, tanto che sarebbe bastato un nulla a spingerli dal fuggire via a gambe levate e a muoversi indisturbati tra le persone. No, non poteva permetterlo, per questo rimase immobile e calmo dov’era ad attendere una risposta.
Caleb sembrò infine ritornare al suo aspetto originale, tale e quale a quello impresso nella foto che la signora Cassle aveva mostrato loro così che potessero riconoscere le vere fattezze del nipote. Solo quando lo vide annuire, Aiden si sentì più sollevato e sospirò. Ci era riuscito!
«Sì, direi di sì. Direi dunque di muoverci.» Allungò una mano sia a Caleb che a Babbi, lasciando a Olivia il bambino che si era dimostrato il più tranquillo. Forse proprio quell’ultimo bambino alla fine era davvero un Mago, ma la veridicità della cosa avrebbe avuto luogo davanti all’Elefantino Murales: se fosse riuscito a passare dall’altra parte allora non avrebbe dovuto Obliviarlo. Sarebbe una magra consolazione in tal caso, altrimenti non si sarebbe potuto sottrarre ai suoi doveri poiché i Babbani non potevano sapere nulla sulla Comunità Magica.
«Sei tu il Capitano, Leb. Fai strada?» Finse di non conoscere la strada e ciò avrebbe sicuramente messo più entusiasmo nel ragazzino, senza dover sprecare ulteriori energie.

PS: 173 ☘ PC: 121 ☘ PM: 120 ☘ EXP: 26.5

Chiedo scusa per il post striminzito, non volevo rischiare di peccare in autoconclusività o peggio ancora. Recupero al prossimo giro.
 
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view post Posted on 5/2/2018, 21:39
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Seguì un attimo di silenzio, così carico di tensione e di aspettative da risultare perfino snervante. Olivia parve aprire bocca per dire qualcosa, ma si premurò di non aggiungere altro, non aveva compreso ancora del tutto il piano di Aiden e si sarebbe fidata. Il signor Volpe, epiteto peculiare che l'Auror aveva scelto di rivestire per quella giornata misteriosa, sapeva il fatto suo e tanto sarebbe bastato per tutti. Con un ultimo cenno del capo, in segno affermativo, la Tassina si fece largo, stringendo la mano del bambino al suo fianco; ovunque fossero diretti, la coppia sarebbe stata pronta per partire a sua volta. Fu a quel punto che Caleb, stagliatosi un sorriso luminoso in volto, strinse la mano di Aiden. Potevano andare, avrebbe condotto tutti loro a casa di zia Casse, era quello che ognuno desiderava per davvero, a quanto pareva. Il secondo bambino arricciò il naso in modo buffo, strappando una risatina giocosa all'amico di fronte, Caleb, fin quando anche i suoi capelli passarono dal rosa chewing-gum, finalmente, al più classico dei castani, lasciando tuttavia ancora intatta la caratteristica del volume. Con un'acconciatura quasi afroamericana, il piccoletto si disse pronto anche da parte sua, non restava allora che procedere., I primi passi furono percorsi in modo taciturno, chi emozionato per una cosa, chi per un'altra, ma fu subito dopo aver superato la staccionata del Circo che il terzo bambino, ancora dall'identità forse del tutto anonima, tirò maggiormente la manica della mano destra di Olivia, attirando l'attenzione anche degli altri presenti. Con cipiglio confuso e scuotendo il capo, si rivolse ad Aiden, lo sguardo così sorpreso da risultare bizzarro. «Ma perché non andiamo direttamente lì in volo?» Caleb osservò l'amico con altrettanta confusione, sicuramente poco convinto da quelle parole. Cosa intendeva dire il compagno di giochi? Era forse impazzito alla vista di tutti quei cambiamenti di Metamorfomagia? Anche il piccoletto, tuttavia, sembrava conoscere le arti magiche, perché durante quelle fuorvianti trasformazioni non si era dimostrato troppo su di giri come avrebbe fatto un perfetto Babbano comunqe. Era forse il caso di indagare sul suo conto, Aiden se l'era ripromesso, ma forse in ritardo rispetto ai suoi stessi pensieri? La scoperta divenne più chiara l'attimo immediatamente dopo. «Il signor Dinì conosce la signorina Cassle, ha pensato a lei tutto il tempo. Io lo so. Quindi perché non andiamo in volo? Prendi la mano di tutti e andiamo in volo, signor Dinì. Facciamo prima, non è vero?» In volo: era forse un sinonimo, un'espressione qualsiasi, per indicare un sistema di viaggio molto più rapido? Aiden avrebbe capito, senza dubbio, eppure c'era un altro segreto appena svelato. Come faceva il piccoletto a sapere cosa vorticasse nella mente del giovane Auror? Un potenziale magico si stava forse rivelando, all'Auror e alla sua compagna d'avventura l'ardua sentenza.
Caleb: Capelli ricci e biondi, naso aquilino, Metamorfomagus.
Babbi: stringe ancora la tua mano; capelli color rosa, voluminosi, Mtamorfomagus.
3B: Bambino accanto ad Olivia, ancora non identificato.
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view post Posted on 7/2/2018, 14:22
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Qualcuno avrebbe potuto pensare che Loki, il Dio degli Inganni, avesse preso possesso del corpo dell’Auror, quando invece l’artefice di tutta quella serie di marchingegni e sotterfugi era Aiden stesso. Riuscire ad ottenere un simile successo, una vittoria, era stata tutta farina del suo sacco, per questo - mentre camminavano con Caleb che faceva da guida - il fulvo procedette con un sorriso soddisfatto per tutto il tempo. Basandosi su sue esperienze prettamente personali, l’Auror aveva saputo sfruttare le giuste leve per ottenere ciò che voleva da quel gruppo di bambini, dato che - infondo - anche lui era stato un bambino molto tempo addietro.
Notando come i due bambini Metamorfomagus si stessero divertendo nel cambiare con entusiasmo il loro aspetto, il rosso si promise di dispensare qualche raccomandazione in merito alla sicurezza del Mondo Magico e dell’uso della magia al di fuori di esso, specialmente in zone Babbane, una volta giunti a destinazione. Dovevano essere più prudenti se non volevano finire nei guai, oltre che a causarne ai loro rispettivi genitori o tutori.
I suoi pensieri vennero interrotti quando tutti si girarono a fissare il bambino in compagnia di Olivia, alzando appena un sopracciglio quando venne proposto di arrivare a casa della signora Cassle in volo.
I dubbi fecero capolino nelle mente di Aiden, rendendolo guardingo, confuso riguardo la natura del bambino a cui non era ancora riuscito a dare l’identità di Mago o Babbano. Nemmeno fece in tempo di elaborare una possibile prova per trovare una risposta a tale enigma prima di giungere davanti al murales, che la frase seguente del ragazzino gli fece rizzare i peli sulla nuca e lo lasciò spiazzato.
Conosce la signorina Cassle, ha pensato a lei tutto il tempo. Io lo so. Una frase chiara come il sole, intuibile per uno come lui. Il bambino lo sapeva perché lo aveva sentito, aveva intercettato i pensieri di Aiden e questo lo rese, senza alcun indugio o ulteriore dubbio, un Legillimens. Un Legillimens come sua madre, una Strega davvero talentuosa e con un dono che aveva perfezionato negli anni, e che di certo non si risparmiava di usare con i suoi figli quando decidevano di nasconderle qualcosa. Un’arma potente che ti permetteva di carpire informazioni utili da chi non sapeva come contrastarlo, da chi non sapeva proteggersi con l’Occlumanzia.
Per quanto Aiden odiasse quel genere di intrusioni nel suo Tempio personale, nelle sua mente, dovette ammettere che il Legillimens in questione altri non era se non un bambino, inesperto ed incapace di controllare un’abilità del genere. Non gliene fece quindi una colpa, ma per lo meno fu una prova più che sufficente per catalogarlo come Mago.
«Non è molto educato spiare i pensieri altrui, lo sai?» Lo disse in tono calmo, accompagnato da un sorriso gentile. Non voleva metterlo a disagio, nè farlo scappare. Tuttavia doveva fargli capire la potenza della sua abilità. E se stai ancora ascoltando, potesti non dire a nessuno quanto hai sentito, per favore? Quella frase la pensò, non volendo rischiare di compromettere quella collaborazione di Caleb nel tornare a casa. Se Caleb avesse scoperto dal suo amico altre cose, come il fatto di essere stato giocato in quel modo così astuto e macchinoso.
Rifletté in merito al volo, riuscendo ad intuire che doveva riferirsi alla Smaterializzazione. Era un mezzo veloce e funzionava con più persone contemporaneamente, anche se ciò aumentava il rischio di incidenti a causa dell’elevato tasso di concentrazione che richiedeva una simile procedura.
Si torturò la barba del mento, pensoso, per poi sospirare. «E va bene. Ma togliamoci dalla strada, non è buona cosa farsi vedere mentre scompariamo dal nulla.» Condusse quindi i bambini nella prima via laterale che riuscirono a trovare, assicurandosi inoltre di essere soli.
Soltanto quando fu totalmente certo di avere il via libera, fece in modo che Olivia si aggrappasse alle sue spalle, mentre si assicurava che uno dei bambini gli cingesse la vita e gli altri due le braccia. «Adesso non muovetevi, non fiatate e soprattutto non mollate la presa per nessun motivo al mondo. Sono stato chiaro? Spostarsi in questo modo è veloce ma è anche pericoloso, perciò fate come vi dico e andrà tutto bene. Ora silenzio, devo concentrarmi al massimo.» disse in tono autoritario, dando le dovuto istruzioni, per poi chiudere gli occhi e concentrarsi.
Destinazione. Aiden focalizzò il punto poco prima del cancello dell’abitazione della signora Cassle in modo nitido e preciso. Voleva giungere lì, nell’esatto punto stabilito, non appena prima o appena dopo. Proprio lì.
Determinazione. Spremette ogni fibra del proprio corpo per ottenere tutta la volontà possibile per compiere il passo, così da giungere a destinazione in tutta sicurezza, se non per lui, almeno per i propri passeggeri.
Decisione. Voleva a tutti i costi giungere nel punto designato e nient’altro, dopotutto la mente era sgombra da qualsiasi altro impiccio. Perciò, appena fu certo di aver rispettato la regola delle tre D, Aiden si decise e avviò la Smaterializzazione, sicuro di farcela e che non ci sarebbero stati intoppi.
Era davvero così?

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view post Posted on 16/2/2018, 12:52
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Capacità di analisi, di giudizio, di concentrazione. Caratteristiche, quelle, che avrebbero reso un Mago di gran lunga un ottimo Auror. Il signor Weiss aveva tutte le carte in regole per ottenere quel ruolo, tutte le carte in regola per fare del suo meglio nella lotta del Bene contro il Male. La sua comprensione del momento, del contesto, della situazione sempre più stravagante che lo circondava, a conti fatti, era un pregio che non lasciava indifferente alcuno dei presenti. Un punto a favore dell'uomo, un punto a favore della sua stessa carriera, anche se inconsapevolmente e con vantaggi che, in quella cornice, non sembravano tanto immediati quanto di vitale importanza. Non appena lo scambio di battute, pensieri e parole unite in un solo confine, prese forma tra Aiden e il bambino ancora aggrappato alla manica della taciturna Olivia, per un attimo calò un imbarazzo leggero, quasi frizzante, che si manifestò ancor più sulle gote del piccoletto, arrossendo all'improvviso. D'altro canto, se la mente di Aiden era stata parzialmente letta fino a quel momento, allo stesso modo il dono dell'ultimo dei tre furfanti era stato rivelato e Allison - quello il nome del monello - doveva ammettere di non aver preso in considerazione anche quell'eventualità. Abbozzò un sorriso e annuì, permettendo ad Aiden di afferrare al volo la sua conferma. In silenzio e carichi di un'emozione senza eguali, tutti e tre i piccoletti si avvicinarono al Mago, gli strinsero il braccio libero dalla bacchetta magica e la stessa Olivia seguì l'esempio, mormorando qualche battuta di rassicurazione per i vari presenti. Ma c'era adrenalina nell'aria e non occorreva alcun monito, alcun commento di circostanza per rilassare, temprare gli animi o calmare in qualche modo, perché i bambini apparivano più rilassati ed esaltati del solito. In un ultimo pop e un soffio di vento, in segreto alle spalle del circo in preparazione, il gruppetto stravagante sparì nel nulla e apparve poco dopo, in un vortice di colori e bruschi movimenti, esattamente nel punto immaginato da Aiden. Il cancello della signora Cassle cigolò di scatto, come se avesse percepito la presenza di nuovi arrivati, di altri ospiti. Prima ancora che qualcuno potesse dire anche solo una parola, la porta dell'abitazione colorata si spalancò e l'allegro Crup e la preoccupata padrona uscirono rapidamente. «Caleb, disgraziato che non sei altro, prova a sparire di nuovo senza dirmi nulla e ti trasfiguro in un criceto!» Corse verso il nipote e gli diede uno schiaffo leggero sulla testa, più una carezza agli occhi degli altri che qualcosa di serio, qualcosa di forte. La donna era più sollevata che arrabbiata, a ben vedere. Mentre i tre bambini, ridendo tra loro, correvano dentro, seguiti dal Crup, la Strega si rivolse finalmente ad Aiden ed Olivia.
«Vi ringrazio. Non credevo di rivedervi così presto, siete... siete puntuali. E vi ringrazio di cuore, non ho la minima idea di come siate riusciti a scovare quella peste di mio nipote.» Sospirò, l'espressione sul volto leggermente accigliata. «E ad essere sincera non desidero saperlo, mi basta ringraziarvi. Posso... posso offrirvi qualcosa da bere? Posso invitarti-invitarla... invitarvi a pranzo?»
Si corresse rapidamente in conclusione al suo invito: prima alla forma personale del tu, poi a quella più cortese del lei, entrambe rivolte in un modo o nell'altro - curiosamente - all'aitante Auror verso cui la signora Cassle non poteva nascondere un certo interesse; cambiò verbo al plurale più per gentilezza nei riguardi anche di Olivia che per altro, ma il tempo stringeva ed era ora di rientrare ad Hogsmeade e di lì ad Hogwarts per la piccola Tassorosso. L'Auror l'avrebbe capito oppure era disponibile per un tête-à-tête con l'incantevole donna? Forse imbarazzata a sua volta, rossa in viso, la Strega girò sui tacchi ed entrò in casa senza aggiungere una parola né aspettare una risposta. Così si concludeva tutto, quale il vantaggio per i rappresentanti del Comitato? E infine apparve all'esterno e offrì la ricompensa che aveva promesso ai presenti. «Apprezzo il vostro lavoro, sul serio. E non parlo soltanto della cattura di mio nipote, anche se... Bene, dicevo, apprezzo il vostro lavoro per gli Elfi Domestici, sono creature così speciali, così poco considerate. Vi ho contattati perché sono interessata, per qualsiasi cosa, contate sul mio aiuto. Ho contatti con persone importanti, non così importanti ma utili, in qual1che modo. Vi informerò per bene, spedirò un Gufo al Comitato questa sera stessa. E ci terrei a regalarvi queste cose. Sono piccoli doni che Rabbi creò per me, era-era il mio Elfo Domestico, gli volevo bene, molto bene.» Lo sguardo fu oscurato per un attimo da un velo di tristezza, ma ancora una volta la signora Cassle diede prova del suo autocontrollo e riprese il discorso, consegnando ad Aiden tre scatole chiuse, l'una sull'altra, non troppo pesanti. «Grazie ancora, allora.» Infine, le mani più tremanti del previsto, le gote arrossate, la donna mormorò un ultimo ringraziamento e senza più contenersi, si sporse leggermente in avanti e stampò un bacio sulla guancia destra di Aiden. Senza voltarsi più indietro, scappò via in casa mentre suo nipote gridava di aver conosciuto il più grande Mago di tutti i secoli, un certo signor Dinì.
Ho dato per scontato che Aiden stia stringendo la bacchetta magica, altrimenti la Materializzazione non avrebbe possibilità di realizzazione; in futuro rendilo comunque specifico a sanso di equivoci. La missione è ufficialmente conclusa con i miei personali complimenti. Il C.R.E.P.A. guadagna tre unicum di cui la missione era portatrice, che vi saranno inviati per mp da uno degli amministratori per poi essere consegnati come da iniziativa del Comitato. Per il buon role e l'ottima strategia, Aiden guadagna +2 Punti Mana, Olivia + 1 Punto Mana. Un ultimo post in cui effettui un'altra Materializzazione ad Hogsmeade, accompagnando Olivia ai cancelli di Hogwarts ed è fatta. Complimenti!
 
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La sensazione della Smaterializzazione lo avvolse, subito dopo quel sonoro pop, mentre sparivano nel nulla. Aiden mise a fuoco l’ambiente circostante quando il vortice di colori e bruschi movimenti cessò, sorridendo con soddisfazione nell’essere riuscito nell’impresa, senza danni collaterali né a lui né a nessuno dei suoi passeggeri, raggiungendo il punto esatto che si era prefissato.
Sorrise ai bambini che si staccarono da lui nel medesimo istante in cui la porta dell’abitazione della signora Cassle si spalancò così che la Strega potesse uscire seguita dal Crup. Aiden si chinò per accarezzare l’animale, regalandogli gradevoli grattini dietro le orecchie. Era sempre stato bravo con gli animali, oltre che appassionato, per questo sua zia lo aveva preso come suo garzone durante l’adolescenza nei periodi estivi. Lasciò però che il Crup andasse dietro ai bambini mentre poté rivolgersi alla signora Cassle.
«Si figuri.» sentenziò con un sorriso a trentadue denti. «Mi è bastato applicare le mie doti, oltre che a sfruttare le mie esperienze passate. Siamo stati tutti bambini, perciò per noi adulti è più facile sfruttare le giuste carte da giocare.» Un pizzico di modestia mischiata all’umiltà, accompagnata da una piccola scrollata di spalle. «Credo che invece lo troverebbe avvincente...» aggiunse dopo le parole della Strega in cui disse di non volerlo sapere. Infine, il rosso si grattò la barba con fare pensoso, volgendo lo sguardo verso Olivia. Se fosse voluta rimanere per pranzo non avrebbe avuto nulla da dire, perciò si limitò a dire: «Temo che dovrò riportare Olivia ad Hogwarts, il Caposcuola Brior è stato cristallino in merito al rientro immediato una volta conclusa la nostra missione per conto del Comitato. Sarà per un’altra volta, magari quando il Comitato avrà bisogno del suo aiuto, milady.» Ovviamente si era accorto delle repentine correzioni della signora Cassle in quell’invito in particolar modo rivolto a lui, al quale l’Auror dovette concedere un delicato quanto cordiale baciamano. Una cortesia che riservava alle donne, forgiato da anni e anni da un’educazione serrata e dalle sfumature cavalleresche.
La fissò rientrare in casa rossa in viso, mentre lui ridacchiava sotto i baffi. Non era la prima volta che provocava simili reazioni al gentilsesso ma non aveva davvero mai osato approcciarsi più del dovuto. Era un brav’uomo, con certi ideali e moralità, ma non di certo un donnaiolo.
Quano la signora Cassle tornò da loro, Aiden prese tra le proprie mani le tre scatole che ella le porse. «Il Comitato apprezzerà questi doni, così come il suo aiuto.» disse soltanto.
Rimase sorpreso di quel bacio improvviso sulla sua guancia, arrossendo a sua volta. Nemmeno si accorse che era corsa via dentro casa, Aiden rimase impalato come uno stoccafisso a toccarsi la guancia con un sorriso idiota stampato in faccia, mentre una risatina nervosa lo scosse da capo a piede. Solo quando udì le urla di Caleb si destò e si diede un contegno, sistemandosi meglio la giacca di pelle e riavviandosi i capelli all’indietro. Con la coda dell’occhio, il rosso guardò Olivia. «Non hai visto niente di tutto ciò...» mormorò con calma, senza durezza o severità. Le offrì il proprio, sebbene vagamente impegnato dalle scatole, mentre fece roteare la bacchetta tra le dita prima di potersi dedicare alla concentrazione necessaria per eseguire nuovamente la Smaterializzazione, stavolta con Hogsmeade come meta.
Un respiro profondo e si appellò alla regola delle tre D. Focalizzò come punto d’arrivo la facciata di Madama Piediburro, poi con decisione e determinazione, volendo raggiungere quel punto a tutti i costi, Aiden lasciò che la Smaterilizzazione prendesse forma. Ancora un pop, ancora un vortice di colori, per poi apparire nel punto esatto che si era prefissato di raggiungere.
Reggendo ancora le tre scatole da bravo gentiluomo, Aiden accompagnò Olivia fino ai cancelli della scuola, il limite concesso agli adulti di raggiungere, poi consegnarle alla studentessa. «Consegnale pure tu ad Oliver e portagli i miei più sentiti saluti. Alla prossima, Olivia, stammi bene.» La salutò con un sorriso raggiante, per poi allontanarsi con le mani in tasca e fischiando un motivetto allegro.
L’Auror irlandese aveva lasciato il segno, stavolta a nome degli Elfi Domestici.

PS: 173 ☘ PC: 121 ☘ PM: 120 ☘ EXP: 26.5

Grazie Master *^* Alla prossima!
 
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