Irrefrenabile attrazione

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Tristan von Kraus
view post Posted on 9/6/2017, 17:13




Il gusto per l'arredamento dei nobiluomini di epoca Vittoriana, faceva parte di uno dei tanti vezzi che Tristan von Kraus aveva. Tutto ciò che poteva tranquillamente essere definito lussuoso; la sua famiglia, in tal senso, non aveva mai posto limiti al suo desiderare, ne tanto meno Tristan si era dato dei limiti.
E probabilmente, era questa una delle cause per cui aveva cominciato a desiderare tutto ciò che il danaro da solo non poteva garantire. Come la vita delle persone.
Che costo ha la vita di un uomo? Nessuno. E' l'unica vera proprietà che appartiene ad un essere umano, che se pure schiavo o padrone, ricco o povero, ha sempre qualcosa di invendibile. Per certi versi, inutilizzabile dagli altri.
Uno schiavo viene comandato da un Re, ma la sua vita è solo sua e le scelte che fa lo porteranno ad una sorte o ad un altra. Ma questo è solo un altro modo di vedere le cose.
Tristan von Kraus era stato rapito dall'eccitazione di avere il potere, il controllo di poter o meno decidere della vita altrui, mozzandola in un secondo o regalando un continuo a questa. E nell'ora di quel crepuscolo, si era spinto a piedi, fino alla vecchia chiesa di San Pancrazio.
No, non certamente per assistere una mera funzione babbana. Di loro, aveva apprezzato soltanto gli studi in materia scientifica ed anatomica, per certi qual versi, comuni con quelli del mondo magico.
Aveva adocchiato una mendicante e l'aveva seguita fin li, dove la donna si era spinta, proprio all'interno dell'edificio dallo stile Vittoriano.
Non si era preso l'adito di seguirla fino all'interno, poiché conscio che avrebbe sicuramente destato l'attenzione, non solo per il suo aspetto fisico -che in gran parte contribuiva chiaramente- ma anche dal numero di babbani presenti all'interno che di tanto in tanto avevano mormorato qualcosa dall'interno, in coro.
Lui si era adagiato su una panchina al di fuori della chiesa, abbastanza lontano da non essere notato, ma sufficientemente vicino da poter osservare l'entrata principale della chiesa ed il lato sinistro dell'edificio. Non sapeva se dietro ivi fossero uscite secondarie, ma dubitava che in qualche modo, una persona fosse uscita dal retro. A meno che non fosse uno di quei babbani con le divise scure ed il colletto della camicia unito da un affare bianco; gli ospiti avrebbero pascolato all'esterno dal portone principale. Non v'era fretta, anzi: la notte avrebbe aiutato i suoi intenti.
Avrebbe portato quella donna nei pressi del suo Ufficio, vicino al San Mungo, dove poteva rapidamente tornare a prendere la borsa di cuoio contenente tutti gli attrezzi del caso. Qualcosa aveva colpito Tristan nella malcapitata, tuttavia: la chioma rossa, evidentemente consumata dalla povertà ed i suoi occhi verdi. Una donna adulta, malandata nell'aspetto e nelle fattezze.
Il mondo, non avrebbe perso nessuna pedina importante, per quanto un essere umano potesse essere ritenuto importante.
Appoggiò la schiena allo schienale composto da due tavole di legno della panchina, sbottonando la giacca del gessato blu che indossava, lasciando libera la camicia bianca di aderire meglio sui pettorali e sul resto del tronco. Portò gli occhi al cielo, cercando Venere, in quella che doveva essere l'ora ed il periodo migliore per scrutare nel cielo l'astro lucente.
Fallì tuttavia nell'impresa.
Così, riportò gli occhi sull'edificio e di tanto in tanto intorno a se, per verificare che non avesse effettivamente attratto l'attenzione di nessuno. Aveva portato la bacchetta, compagna fondamentale quando si trattava di dover spostare rapidamente un corpo da un punto all'altro.
Era solo.
Portò il braccio sinistro sullo schienale della panchina, tenendo il destro sulle gambe a loro volta incrociate; si sistemò con la sinistra ancora una volta la chioma smeraldo e si mise lì fermo, come la vipera che immobile, aspetta il passaggio del ratto per afferrarlo con i denti intrisi di veleno. Ed il veleno che gli scorreva nelle vene, quella sera, era maledettamente tossico.

Edited by Tristan von Kraus - 15/6/2017, 19:43
 
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view post Posted on 14/7/2017, 09:26
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Aiden, parlato.
Samuel (PNG), parlato.
Richard (PNG), parlato.





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Aiden Weiss
26 anni ☘ Auror ☘ scheda [x]


I
l pub stabilito per la serata soli uomini della famiglia Weiss era il Capitan Morgan, poco lontano da una chiesa che quella sera avrebbe tenuto una funzione in onore di un ormai defunto frequentatore di quella parrocchia.
Ad Aiden non interessava granché, lui era fedele alla religione celtica come lo era stato per i suoi avi, perciò il paganesimo della famiglia Weiss poteva dirsi nota da ormai svariate generazioni.
Era arrivato per primo e aveva già preso posto al tavolo che avevano prontamente prenotato. Non era sicuro che Richard ci fosse stato, era certo che fosse ancora occupato in Cina per conto della Gringott, quindi in tal caso sarebbero stati ancora lui e Sam.
Aspettò mezz’ora quando finalmente vide entrambi i fratelli arrivare con dei cappelli da mandarino cinese in testa. Sam appena lo vide allargò le braccia e sorrise giovale. «Fratellino! Ne abbiamo uno anche per te!» esclamò, strappando dalle mani di Richard il cappello che aveva per Aiden e andando a metterglielo in testa. «Ringrazia Rich! Direttamente dalla Cina!»
Aiden fece per non farsi mettere quel ridicolo cappello in testa ma Sam fu più svelto e glielo incastrò per bene in testa, impedendogli di toglierselo e gettarlo nel fuoco del camino come avrebbe fatto se fosse riuscito ad evitare una simile vergogna.
«Oh sì, grazie tante, Richard. Un cappello così bello potevi trovarlo solo tu...» borbottò in tono annoiato e scocciato al tempo stesso.
In tutta risposta, Richard rise da sotto i baffi e si sedette senza dire nulla in merito. Aveva sempre dei modi tutti suoi per dare fastidio ad Aiden, fin da quando erano piccoli, e colpiva sempre quando meno te lo aspettavi.
La causa di tale dissidio tra loro è principalmente l’attenzione che loro padre riservava per lo più ad Aiden che - da sempre - era stato il suo preferito. Richard era sempre stato geloso di lui per questo, non riuscendo mai ad ottenere la stessa dose di attenzioni dal genitore come invece accadeva al fratello minore.
Aiden non gli aveva mai dato alcuna colpa a riguardo, era suo fratello e gli aveva sempre voluto bene fino a quando non oltrepassò il limite. Richard fu la causa della sua unica fobia, un trauma infantile, che implicava nell’avere un’irrefrenabile paura verso i clown.
Di ritorno dal circo, dove Aiden aveva espresso quanto i clown fossero inquietanti con quel trucco e decisamente poco comici, Richard ne aveva approfittato per travestirsi da uno di loro ma con il trucco sbavato per dare un effetto ancora più spaventoso e durante la notte lo aveva aggredito, traumatizzandolo. Aveva otto anni quando accadde…
«Ma non dovevi restare in Cina per altri due mesi?» domandò a Richard, che si era seduto esattamente di fronte ad Aiden con un sorriso beffardo.
Il fratello fece una scrollata di spalle. «Sono indietro con gli scavi e poi non potevo perdermi una piccola festicciola per la tua assunzione come Auror. Straordinario come - tra tutti - tu sia l’unico che ha insistito con questa buffonata dell’Auror. Nonostante tutto, vuoi come tuo solito apparire identico a papà. Peccato che tu non sia affatto come lui.» Era stato detto duramente, con puro astio.
Aiden riconobbe che infine suo fratello aveva trovato il modo di entrare all’attacco, sfruttando il movente dell’assunzione del rosso.
Samuel si alzò di scatto, i palmi sul tavolo. «Vado ad ordinare tre birre! Cercate di non azzuffarvi!» disse frettolosamente, per poi andare a gran velocità verso il bancone per ordinare. Era tipico di Samuel andarsene quando la situazione era sul punto di degenerare, per poi ricomparire alla fine per poterli dividere e curarli da escoriazioni e pesti.
Aiden guardò suo fratello con un sopracciglio inarcato. «Papà è morto ormai, non hai più bisogno di fare il geloso.» mormorò in tutta calma. «Dovremmo essere tutti uniti, avrebbe voluto questo.»
«Parla quello che è scappato di casa ed è stato via per sette anni!» sputò con rabbia quella serpe di Richard. Ogni scusa per il fratello era buona per litigare ma Aiden ne aveva le tasche piene di quelle sceneggiate.
«Stai dicendo che hai sentito la mia mancanza?» buttò lì, tanto per stuzzicarlo. E un sorriso furbo gli affiorò sulle labbra.
«Vai a farti-----!!!» Ma la frase venne interrotta da Sam che tornò con le tre birre. Giusto in tempo per impedire che la situazione degenerasse.
Da quando iniziarono a bere come dei cammelli, i due fratelli non sembrarono più inclini ad attaccarsi verbalmente ma presero a ridere tutti quanti insieme in preda all'alcool.

Uscirono dal pub tre ore dopo, abbastanza ubriachi, reggendosi a vicenda e con Samuel nel mezzo. Anche se era un Medimago ci dava parecchio con il bere ed era sempre il primo a crollare con la faccia sul tavolo.
«Pesi quanto un Erumpent, Sam!» borbottò Aiden, con il braccio del fratello maggiore attorno alle spalle.
«Sono una piccola teiera, non sono una bomboniera che ti porta la cameriera!» fu la canzoncina ubriaca di Sam.
Richard optò per tagliare dalla zona della chiesa di San Pancrazio e arrivare prima all’appartamento di Sam. La Smaterializzazione era impraticabile da ubriachi, rischiavano di spaccarsi e Sam era impossibilitato a svolgere il suo lavoro a mente lucida. Quindi sarebbero andati a piedi.
Quella loro processione verso casa si arrestò nel momento esatto in cui Sam notò uno strano uomo seduto sulla panchina ed esclamò: «Von Kraus! Se sapevo che non eri di turno stasera ti avrei invitato volentieri a bere un goccio assieme ai miei fratelli!» Sam sorrise giovale, da ubriaco era normale, ma sulla sua faccia sembrava un vero idiota.
Perfino Richard diede segno di conoscerlo. «Non lo avrei mai detto che un mio ex compagno di Casata lavorasse con mio fratello!»
Aiden fissò la scena confuso. Era l’unico lì a non conoscere quell'individuo dall'aspetto stravagante e che sembrava appena uscito da… Oh merda! Il circo no! pensò. Fu una fortuna che stesse ancora sorreggendo Sam o sarebbe scappato a gambe levate. Quel capelli verdi gli ricordavano i Clown e lui odiava i Clown perché lo spaventavano, ma odiava ancora di più farlo notare. Perciò rimase impassibile e salutò con un cenno del capo.

PS: 174 ☘ PC: 121 ☘ PM: 120 ☘ EXP: 26.5




Spero che apprezzerai la risposta ;)

 
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Tristan von Kraus
view post Posted on 14/7/2017, 15:36




Dall'interno della struttura non arrivava nessun altro tipo di segnale della donna. Non v'era silenzio, di tanto in tanto riusciva ancora a sentire qualche lamento dall'interno, come una cantilena.
Quei dannati babbani se l'erano inventate tutte.
Tuttavia, non passò troppo tempo prima che poco lontano sentì delle voci ed un terzetto di persone che si avvicinava alla sua posizione con movenze troppo poco elastiche e richiamando anche una certa attenzione. Nessun problema, se ne sarebbero andati presto e Tristan avrebbe potuto tranquillamente continuare la sua osservazione.
Quando gli furono abbastanza vicini, il Medimago non li degnò nemmeno di uno sguardo, mostrandosi assolutamente indifferente, per non destare la loro attenzione; tuttavia, come nel peggiore degli incubi, il suo cognome fu pronunciato con una esclamazione che gli raggelò il cuore. Lentamente, Tristan voltò la testa e si trovò davanti un terzetto che definirlo imbarazzante sarebbe stato poco. Probabilmente, col senno di poi ne avrebbe salvato solo uno. Probabilmente.
Gli occhi azzurri del von Kraus si fermarono sulla figura che per prima lo aveva chiamato, mettendolo a fuoco: Sam Weiss, suo collega al San Mungo e chiaro esempio di come la bontà porti alla stupidità, gli parlò con la solita cordialità che riservava anche ai ratti; che diamine avesse per la testa quell'uomo, non riusciva a capirlo. Tuttavia, lo stato delle loro facce e dei loro occhi non lasciava sospetti, insieme all'appena accennato odore di alcol che si propagò nell'aria non appena gli furono vicino.
-Amareggiato di essermi perso il suo invito, Signor Weiss.-
Disse con fare di circostanza. Non avrebbe in alcun caso accettato, odiava i suoi colleghi e quei maledetti galoppini dell'ospedale.
V'era poi nell'allegro terzetto un'altra figura, che pure gli evocò ricordi di troppi anni prima ad Hogwarts: negli ultimi tempi sembrava che il suo passato scolastico avesse deciso di dargli uno schiaffo bello buono con la moltitudine di incontri che aveva fatto, segno inequivocabile che Londra e l'Inghilterra più nello specifico, era ancora una meta indispensabile per chi aveva studiato ad Hogwarts. Come dire che ormai, una volta che ti sei abituato alla puzza, non senti più nemmeno l'esigenza di togliertela di dosso.
In realtà, nel totale menefreghismo e apatia della sua vita, non aveva mai considerato quel dettaglio: Sam Weiss, fratello di Richard Weiss, ex concasato a Serpeverde e persona tanto discutibile già dall'epoca, da poter essere paragonato ad un Tassorosso. Non era uno specifico disprezzo nei confronti di Richard, il cappello tante volte aveva fatto cilecca nelle valutazioni -almeno secondo la misera considerazione di Tristan von Kraus- in quel caso invece, non sembrava aver sbagliato qualcosa. Richard Weiss era semplicemente un Serpeverde tra i tanti a cui Tristan non aveva mai prestato attenzione, semplice.
Certo, il rispetto per un concasato veniva prima di tutto e dunque non si potesse dire chi vi fosse inamiciza o amicizia tra i due; una sorta di limbo relazionale al quale von Kraus non aveva mai voluto dare evoluzione.
Si alzò dalla panchina, mantenendo ancora in volto il suo sorriso beffardo sui tre e porgendo una mano verso Richard:
-Il mondo è tanto piccolo come può vedere, Signor Weiss.-
Sarebbe stato abbastanza complicato rivolgersi con un unico Signor Weiss a tutti e tre, dunque Tristan decise di nominarli uno ad uno, in modo da non fare confusione. Conosceva i nomi dei primi due, ma l'ultimo, un fiammante rossiccio dal viso troppo gentile per non ispirare sangue, con i lineamenti evidentemente nordici e con un'espressione contenuta, che non aveva aperto bocca ma si era palesato con un semplice movimento della testa.
Era sicuro di non averlo mai visto. Gli occhi di Tristan si fermarono su di lui, aggrappandosi a quelli del rosso fiammante...un colore splendido; aveva fatto enplein dunque quella sera. La donna nella chiesa e quel rosso vivo che si trovava davanti...si era sempre chiesto perché quel rosso non fosse genoma comune a tutti gli individui che a loro volta rossi, mettevano al mondo colori differenti.
Aveva letto libri di genetica babbana, biologia e tutto quello che praticamente dava una risposta alle sue domande; tuttavia una di queste rimaneva sospesa su un filo di cotone nel vuoto della sua testa: perché non trovare un modo alla base, per far si che che una determinata caratteristica potesse essere cambiata in qualunque momento e non grazie a un incantesimo o una pozione...in modo del tutto...pratico.
Lo squadrò qualche secondo di troppo probabilmente, ma poco importava, aveva richiamato la sua attenzione più di quelli che quindi, si rivelarono i suoi fratelli.
Le labbra cremisi e pesantemente truccate di Tristan si contorsero in un sorriso ancora più largo, gli occhi si strinsero in quella che doveva essere un'espressione rassicurante a tutti gli effetti.
-Chi è costui, Richard?-
Domandò all'unico individuo a cui Tristan avrebbe rivolto mezza parola di più. L'unico, grazie al suo passato, che avrebbe meritato la sua considerazione...e nemmeno la più totale.
Rapidamente spostò gli occhi al portone della chiesa dietro di loro. Ancora nulla, fortunatamente, ma doveva dileguarsi il prima possibile se voleva rimanere libero e tranquillo per il prosieguo della caccia.
 
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view post Posted on 18/7/2017, 15:29
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Aiden Weiss
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L
a sensazione di profondo disagio che Aiden stava provando in quello stesso istante, fu ben mascherata dietro la famosissima faccia da bronzo.
Samuel non era particolarmente stabile sulle sue gambe, giacché Aiden dovette passare una mano tra le sue gambe e issarselo in spalla, tenendolo per un braccio e per una gamba, esattamente come un sacco di patate. Ma non scostò mai lo sguardo da quel losco figuro di nome Von Kraus.
Memorizzò bene quel nome, il volto e il fatto che lavorava con suo fratello maggiore. Ancor di più dovette imprimersi nella mente quel sorriso, così poco rassicurante e altrettanto ambiguo. Se fosse stato un Legillimens avrebbe certamente capito cosa stesse frullando in quella testa piena di capelli schifosamente - a detta sua - verdi! Ma purtroppo era la madre ad avere quel dono.
Nel frattempo, Richard ebbe modo di stringere la mano al suo ex Concasato.
«Fin troppo piccolo se si conoscono e incontrano due Weiss nello stesso momento!» esordì Richard, per poi voltarsi a guardare Aiden con un sguardo che diceva tutto: Devi sempre essere al centro dell’attenzione. «Oh beh, lui è Aiden, il terzo Weiss in scala di nascita oltre che gerarchica. Anche se in quest’ultima metterei Lena e Ophelia prima di lui.» Fece una smorfia e tornò a guardare Tristan. «Non badare a lui, Von Kraus, non è speciale come si pensi.»
Samuel biascicò qualcosa, dapprima in una lingua incomprensibile, tra un grugnito e uno che stava affogando, per poi farfugliare: «Ti rode solo perché è diventato un Auror...»
Aiden trattenne il respiro. Non era solito dire a chiunque incontrasse che era un Auror, preferiva agire in incognito, senza rendere noto a tutto il mondo che era un Cacciatore di Maghi Oscuri. E Sam questo lo sapeva, ma quando beveva la lingua gli si scioglieva come se fosse fatta di burro.
Grazie Sam. Infondo non mi sforzo abbastanza a restare nell'ombra, a conservare l’anonimato. No, vado in giro ad urlare a squarciagola “Ehi, sono un Auror, ti va di venire ad Azkaban con me? Dai che ci divertiamo con quei pervertiti dei Dissennatori!”. Grazie, Sam. Davvero molte grazie! pensò, avendolo quasi voluto dirlo a gran voce, ma non lo disse e preferì studiare le espressioni del nuovo individuo lì presente.
C’era sempre un campanello d’allarme pronto a suonare nella sua mente nel caso in cui si fosse dimostrato degno dei suoi sospetti.
«Deve aver bevuto troppo stasera...» disse con voce ferma, pacata e di una tranquillità sovrannaturale. Doveva riparare al danno causato da Sam. «Io? Un Auror? Domani mattina dirà di aver danzato in mezzo agli Unicorni!»
Era sempre stato bravo a raccontare cavolate, a celare la verità con delle semplici frasi ben costruite, probabilmente quel Von Kraus avrebbe pensato che ubriaco com'era Sam avrebbe certamente parlato di Unicorni il mattino seguente.
PS: 174 ☘ PC: 129 ☘ PM: 124 ☘ EXP: 26.5


 
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Tristan von Kraus
view post Posted on 2/10/2017, 18:59




Il terzetto di fratelli davanti a Tristan von Kraus sembrava più uscito da una commedia che da una locanda. Si concentrò sulla 'distanza' che Richard Weiss voleva dare a vedere rispetto agli altri due del branco, sebbene stargli vicino e bere con loro, non lo identificava proprio come fratello cattivo del gruppo; non erano affari suoi comunque, Tristan era il primo che nonostante le avversità con la famiglia, avrebbe ucciso per difendere tutti loro...uccidendo loro stessi, naturalmente.
Lanciò un'occhiata veloce alla chiesa, la porta non si era aperta e sembrava che la funzione babbana stesse continuando: doveva trovare un modo per liquidarli in fretta per non lasciarsi sfuggire carne fresca per i suoi esperimenti, d'altronde un senza tetto, non manca mai a nessuno quando scompare.
Riportò i pezzi di ghiaccio che natura gli aveva impresso a forza negli occhi sul Weiss rosso, quello che -a sentire le parole di Sam- era diventato un Auror. Ci mancava solo quella. Osservò il suo tentativo di sviare l'argomento, cosa che fece naturalmente rimanere Tristan von Kraus con un senso di fastidio addosso, peggio di quando quell'idiota di Sam se lo era lasciato scappare.
-Non penso assolutamente che sia speciale, mio caro.-
Affermò il Medimago rivolto a Richard, ma tenendo gli occhi sempre su Aiden. Gli lanciò un sorriso ammiccante, voleva tranquillizzarlo, mentre dentro di se desiderava solo strappargli i capelli a ciocche con le mani.
Comunque, nonostante tutto, avevano evidentemente -sopratutto Sam- l'aria di chi ha esagerato con l'alcol, cosa che riusciva a scorgere perfettamente dato che si trattava di una sua enorme debolezza: riconosceva il fetore e l'espressione alticcia in un uomo, quasi come si stesse specchiando la mattina di un post-sbornia al Testa di Porco.
-Mi sorprende tuttavia trovarvi da questo lato della città. I luoghi di soli purosangue non sono di vostro gradimento?-
Li punzecchiò, cercando di portare comunque la conversazione verso una fine breve; distolse lo sguardo dai fratelli, Aiden in particolare, riportandolo sulla chiesa di lato. Probabilmente avrebbe dimostrato un po' troppo interesse verso l'edificio, ma non importava: seguire una preda era molto più importante che disquisire di cazzate con i fratelli Weiss. E poi una preda come quella, raramente gli sarebbe ricapitata.
Infilò le mani nella tasca dei pantaloni, tenendo gli occhi attenti e con quel fare cupo e rabbioso che lo accompagnava praticamente da quando era nato. Il sorriso era scomparso tutto d'un tratto come soltanto la più finta delle espressioni facciali può fare. Naturalmente non rideva o sorrideva perché provava davvero euforia: era diventato un impulso incontrollato del suo cervello ormai, perennemente allegro e perennemente fuori di testa da ridere anche di una disgrazia.
Il buon senso, lo aveva abbandonato da parecchio tempo ormai.
 
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4 replies since 9/6/2017, 17:13   154 views
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