Un posto senza nome, Quest di apprendimento

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Tristan von Kraus
view post Posted on 17/6/2017, 12:39




Per Tristan von Kraus, quella era stata l'ennesima giornata storta. L'ennesimo fallimento per la sua fame di conoscenza e potere; la volontà di soggiogare e poi cercare di sottomettere la morte, era viva dentro di lui. Ardeva come un fuoco inestinguibile, era diventato il suo obbiettivo, il tarlo che lo spingeva contro il muro perennemente fissato davanti a se dell'insuccesso continuo delle sue azioni.
Aveva tentato e ritentato, ma l'utilizzo della corrente elettrica per cerca di dare vita al cervello di un cadavere gli aveva dato come unico risultato quello di vedere la testa dell'uomo senza vita, ustionata gravemente in più punti e compromettendo definitivamente la possibilità di utilizzare ancora quel corpo.
Affranto, sconfitto e stanco dall'ennesima delusione impartitagli dal fato, Tristan conosceva un solo modo per dimenticare una delusione così grande; la soluzione per consolare le sue delusioni risiedeva nel Testa di Porco, amico più fidato di un essere umano.
Vi era giunto in serata, quando già le luci del cielo si era eclissate, lasciando spazio ai primi puntini luminosi in cielo. Solo i più luminosi: Giove, la stella polare, Venere.
Aveva lasciato la giacca nel suo studio al San Mungo, la camicia di seta era piene di pieghe e malconcia; nelle zone più basse del pantalone nero era rimasta qualche traccia di sangue. C'era stato uno schizzo di sangue raggrumato per tutta la stanza, uno spettacolo squallido.
La chioma smeralda non era curata come al solito, ma la parte centrale dei capelli, dove questi erano più lunghi, gli ricadeva tutta d'un lato della faccia, evidenziando maggiormente la l'aspetto non propriamente curato che Tristan von Kraus, non si sarebbe mai permesso.
Aprì dunque la porta della locanda, evitando di guardarsi e torno e avvicinandosi direttamente ad uno sgabello vicino al bancone si sedette, poggiando le braccia sul legno mal ridotto e che aveva visto fin troppi giorni ormai.
-Assenzio. Lascia la bottiglia.-
Si limitò a dire, senza nemmeno guardare in direzione di chi doveva servirlo. Non avrebbe bevuto whisky quella sera, no. Ormai ne beveva così tanto da esserne diventato quasi immune.
Aveva le labbra impastate e gli occhi azzurri, caddero sulla mano destra: tremava. Ancora.
La osservò per qualche secondo, assorto in una moltitudine di pensieri a cui ormai non riusciva a rinominare nella sua testa; troppo beffardi e sanguinari per cercare di metterli in ordine. Sentiva inoltre la testa pulsargli, le meningi sul punto di esplodere...quanto aveva lavorato quella sera? Troppo era la risposta giusta.
 
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view post Posted on 4/7/2017, 18:02
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Il Fato

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Il Destino era cosa assai strana. Qualcuno ci credeva, qualcuno no. Sempre nascosto nell’ombra a muovere i fili del suo spettacolo di marionette, che altro non era che la vita. Sempre presente, pronto a indicare la via che più gli piaceva, a volte luminosa, sicura e dritta, ma spesso insidiosa, misteriosa e piena di ostacoli, paure e ricordi. Chi non credeva a tali baggianate come il Fato forse non aveva tutti i torti, dopotutto ognuno è artefice del proprio destino, ma è anche vero che a quest’ultimo piace molto provare a prendere il controllo. Anche quella sera pareva che quella forza misteriosa si fosse divertita a prendersi nuovamente gioco dei folli, o forse grandiosi (dipende dai punti di vista), obbiettivi di un altrettanto folle medimago, che cercava di sotterrare il suo insuccesso sotto litri e litri di alcol. Ma il Fato, quella sera, aveva altri progetti per lui, a quanto pare aveva trovato la sua nuova preda. Proprio in quel momento un altro mago fece la sua entrata nel locale, qualcuno che Tristan conosceva, una persona del suo passato che probabilmente non aveva ancora notato, visto la distraente compagnia dell’Assenzio e dei suoi stessi pensieri. Ma l’altro parve notare, ma soprattutto riconoscere, l’uomo dai capelli verdi e subito prese posto al suo fianco. L'abbigliamento elegante, composto dall'ordinario stile "giacca e cravatta" bianco e nero era molto simile a quello dell'altro mago, eppure in netto contrasto. Il primo abito era immacolato mentre il secondo, oltre ad essere incompleto, presentava disordine e sciattezza, quasi a voler rispecchiare i pensieri e lo stato d'animo di colui che lo portava. «Guarda, guarda chi si rivede, la mantide sorridente». Da quanto tempo ormai non sentiva più chiamarsi con quell'appellativo? Quest'ultimo avrebbe sicuramente portato con sé molti ricordi che ormai erano legati al suo passato. Anche in questo caso il Destino era spietato, non avrebbe mai permesso facilmente a qualcuno di sfuggire dal suo passato, specialmente se tenebroso, il "trucchetto" era quindi saperci convivere altrimenti si rischiava di venirne schiacciati. «Non ti hanno mai detto che bere in compagnia è più divertente che farlo da soli?» L’uomo prese la bottiglia d’assenzio portandola alla bocca e la alzò sentendo il liquido caldo provocargli quella leggera sensazione di bruciore alla gola che ormai conosceva a memoria e di cui non poteva fare a meno. Ma in tutto ciò Tristan avrebbe riconosciuto l’uomo al suo fianco come il suo vecchio compagno di casata Seamour Williams?

Perdona la lunga attesa.
Tutto abbastanza chiaro no? Un tuo ex-concasato, Seamour Williams, ti ha riconosciuto e si è seduto al tuo fianco con l’intento di parlare e “scroccare” qualcosa da bere. Hai libera scelta riguardo al rapporto che Tristian ha avuto con Seamour e sul tipo di cose che i due hanno o non hanno condiviso. Per qualsiasi tipo di chiarimento o domanda contattami per MP.

 
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Tristan von Kraus
view post Posted on 4/7/2017, 20:58




Tutto chiarissimo! Post meraviglioso, se posso permettermi.

Il totale disfattismo di Tristan venne velocemente 'ricomposto' in una seduta leggermente più energica, non appena la bottiglia di assenzio ed un bicchiere gli vennero posati davanti con fare non esattamente gentile. Non gliene fregava nulla, non andava certo al Testa di Porco per cercare modi gentili e raffinatezza; andava lì per esaltare il suo spirito autolesionsita, conscio che se ogni visita in quel tugurio gli sarebbe costato la moralità e la fermezza che normalmente esibiva al San Mungo o per strada, oppure una rissa con qualcuno.
Cercava in un certo senso quel senso di distruzione che a sua volta amava arrecare agli altri.
Riuscì appena in tempo a versarsi un bicchiere mezzo pieno di assenzio, prima che qualcosa catturasse la sua attenzione; qualcuno aveva usato quel nomignolo. Non si sentiva chiamare in quel modo da parecchi anni, quando ad Hogwarts aveva pestato a sangue un suo coetaneo per il semplice gusto di farlo. O c'era stato qualche motivo in particolare?
I ricordi erano offuscati dallo sconforto e dalla rabbia.
Lasciò passare qualche secondo, non si mosse e con naturalezza portò il bicchiere alle labbra, bevendo avidamente e versandosi l'intero bicchiere nello stomaco; forse in quel modo avrebbe calmato il tremore e ristabilito in parte le idee. La gola gli bruciò considerevolmente, tanto che dovette socchiudere gli occhi e battere il bicchiere sul bancone non appena svuotato. Di fianco a lui, una voce maschile, meschina ed irritante esclamò qualcosa sullo bere in compagnia dopo averlo chiamato con quel nomignolo. Poi si portò la bottiglia d'assenzio alle labbra e bevve. Tristan von Kraus si voltò, pronto come non mai a reclamare quella mano che tanto aveva osato: ma la faccia che si trovò davanti frenò quel brivido omicida. Forse, in memoria di un passato che seppur sottile e a tratti trascurabile, era pur sempre un passato.
Seamour Williams era vestito con eleganza, con un taglio e delle stoffe -Tristan riuscì ad addochiarle- degne soltanto di chi ha parecchi galeoni da poter spendere. In un certo senso, fu quasi come guardarsi allo specchio.
Gli occhi di Tristan non si mossero dall'ex comapgno di casa: per qualche strana ragione lo riconobbe subito, forse perché era uno di quelli che aveva usato quel nomignolo ai tempi di Hogwarts con fare che Tristan non aveva mai colto. Non aveva mai capito dove fosse la presa in giro e dove il semplice rivolgersi a lui per via del suo carattere brillante, pomposo ed egocentrico.
Non v'era stata mai simpatia nei confronti di quell'individuo, Tristan aveva riservato a tutti una sorta di indifferenza più o meno composta a seconda che si trattasse di un compagno di casata o un totale estraneo. In generale comunque, Seamour Williams non gli aveva mai dato motivo per odiarlo.
Fino a quel momento.
-Williams...-
Cominciò il Medimago, per salutarlo, mantenendo tuttavia un tono piuttosto distante. Nulla insomma che evidenziasse gioia o felicità nel vederlo, semplicemente non gliene fregava nulla. Era una coincidenza.
-...bel vestito.-
Completò la frase, distogliendo lo sguardo dall'ex concasato, alzando il bicchiere e facendolo ondeggiare con il pollice ed il medio, cercò di richiamare l'attenzione dell'individuo che gli aveva portato poco prima la bottiglia, chiedendo formalmente che il bicchiere gli fosse riempito nuovamente. E non con la bottiglia ormai inquinata da Seamour Williams.
Almeno per il momento, il suo vecchio amico, quella se la poteva tenere. Insieme alla mano.
-Non sentivo quel nomignolo da anni.-
Concluse in un certo senso, parlando più a se stesso che all'uomo al suo fianco.
 
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view post Posted on 10/7/2017, 08:06
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Il Fato

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«Grazie, il tuo invece non mi sembra in perfette condizioni» rispose Seamour facendo una leggera smorfia. Per lui apparire era abbastanza importante, dopotutto la gente giudicava in base all’aspetto esteriore e per i suoi "lavoretti" era importante che apparisse dignitoso e rispettabile. Sarebbe stato inutile dire che all'interno fosse più sporco di un branco di suini e quel tipo di sporcizia non l’avrebbe potuta celare per sempre, si sarebbe accumulata e a quel punto nasconderla gli sarebbe stato difficile, se non impossibile. Non aveva idea che per quanto potesse apparire pulito e immacolato non sarebbe mai riuscito a lavar via le macchie che ormai gli avevano corrotto l'anima. «E come scordarselo?» Era vero, erano passati anni dall'ultima volta che Tristan era stato chiamato in quel modo, eppure certe cose erano difficili da dimenticare, rimanevano lì sotto la superficie pronte ad uscire quando meno le si aspettava. Seamour versò un po' del liquido che aveva tra le mani nel bicchiere del suo ex compagno, fraintendendo il gesto rivolto all'ignaro batista impegnato a servire qualche altro cliente. L'ex Verde-argento fece un altro sorso avido di Assenzio mandandolo giù come fosse acqua, appoggiando infine la bottiglia sul bancone. Sapeva che se avesse continuato così non sarebbe uscito sobrio dal locale. «Ti devo confessare che durante i primi due anni non mi andavi proprio a genio, mi sembravi un rammollito, ma poi sei cambiato, mi hai fatto ricredere» disse portando la mente a più di dieci anni fa. A volte provava nostalgia del ragazzino che era stato, quello che picchiava chi gli dava fastidio e che pochi avevano il coraggio di affrontare, che temuto da tutti, veniva rispettato. «Ricordi quando quell'idiota di Josh disse qualcosa su tuo nonno e tu lo combinasti per le feste?» Le ultime parole furono accompagnate da una risata di gusto. «Nemmeno sua madre lo avrebbe riconosciuto per quello che gli avevi fatto. Era questo che mi piaceva di te, il fatto che non te ne fregassi delle regole e che non ti facessi mettere i piedi in testa da nessuno. In questo siamo simili» Seamour sembrava ricordarsi tutto alla perfezione, come se fosse successo solo ieri eppure, se Tristan avesse provato a rammentare quei particolari, egli si sarebbe solamente imbattuto nel vuoto. Aveva pestato molti ragazzi e addirittura ragazze a quel tempo, ma lo aveva sempre fatto per puro piacere personale... cosa c'entrava suo nonno? Non aveva mai avuto chissà quale buon rapporto con la sua famiglia, cosa che lo aveva infatti portato ad allontanarsi da questa dopo gli studi. Per quel che ricordava il suo avo era scomparso molto tempo fa, quando Tristan aveva all'incirca dodici o tredici anni. Un giorno aveva semplicemente preso le sue cose e se n'era andato. Perché arrabbiarsi per un uomo che aveva abbandonato lui e la sua famiglia? Possibile che quei due sorsi di Assenzio avevano già fatto effetto su Seamour? Quest’ultimo però sembrava fermamente convinto delle sue parole.

Allora, Seamour comincia a ricordare vecchie "avventure", tirando in ballo un particolare avvenimento del primo periodo del loro terzo anno ad Hogwarts, ma Tristan non ricorda che le cose siano andate come dice lui.

P.S. Grazie ^_^

 
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Tristan von Kraus
view post Posted on 11/7/2017, 11:43




Improvvisamente, Williams gli riempì il bicchiere. Tristan osservò con gli occhi il collo della bottiglia che veniva inclinata davanti ai suoi occhi ed il liquido color menta che velocemente entrava nel suo bicchiere, schizzando qualche gocciolina di troppo sul bancone.
Quanto meno non rimaneva a bocca asciutta.
Senza pensarci troppo, il bicchiere venne avvicinato alle labbra cremisi e tutti d'un fiato, l'assenzio andò a dar fuoco nuovamente alla gola di Tristan che però questa volta attutì meglio il colpo, riuscendo a tenere gli occhi aperti e tenendo un secondo di più la bocca chiusa per fare in modo che il sapore dell'alcolico si diffondesse per tutto il cavo orale.
Un sorriso, piccolo e sporgente da un solo lato delle sue labbra, si disegnò sul volto del Medimago quando Seamour gli domandò con fare retorico come si potesse dimenticare il suo soprannome; in effetti, il vago di ricordo dei suoi anni a scuola era contornato più da 'Mantide' che da Von Kraus. Per lo meno negli ambienti non formali.
Teneva ancora il bicchiere in una mano, quando Seamour Williams, in puro stile nostalgico, decise di lasciare andare i freni inibitori -come se dal suo arrivo questi fossero stati tenuti a bada- e cominciò a sulla scia dei ricordi.
"Sapessi quello che ho sempre pensato di te, maledetto idiota..."
Pensò di riflesso Tristan, voltando la testa verso il vecchio compagno di casa e cominciando a sorridergli affabile.
Lo ascoltò attentamente, come si poteva fare con un pazzo che stava evidentemente delirando o come quando durante il suo trascorso, gli era capitato di improvvisarsi psicologo. Era talmente preso dalla delusione di quella giornata infame, dalla voglia di ubriacarsi e dal fatto che fosse rimasto nuovamente a secco, che Tristan quasi sorvolò le parole dell'uomo.
Erano passati troppi anni per ricordare i fatti, ma in effetti, probabile che ci fosse stato un Josh di Grifondoro o Tassorosso, che se ne era tornato a casa per le vacanze invernali con un occhio nero e qualche squarcio qua e là; ad ogni modo, fu interessante quando Seamour Williams fece quel riferimento a suo nonno. E come diamine faceva a ricordarsi così nei minimi particolari un evento di 10 anni prima? Ormai Tristan era stato così assorbito dal suo lavoro e dai suoi obbiettivi che aveva pure dimenticato di avere avuto un nonno.
Troppo sbattuto da quella marea di informazioni che il suo cervello aveva ricevuto, che Tristan esplose: si voltò completamente verso Seamour, continuando a sorridergli e posando il bicchiere sul bancone di legno, lo osservava bere ancora una volta dalla sua bottiglia e raccontare storie che probabilmente la sua mente annebbiata da fumi psichedelici e dall'alcol, gli faceva ricordare come realmente successe.
Tristan sbatté violentemente la mano sul bancone, scompigliandosi ulteriormente i capelli e rimanendo fermo seduto sullo sgabello, rivolto verso Seamour, urlò con decisione per richiamare l'attenzione del barista:
-ASSENZIO!-
Poi stette in silenzio, il sorriso largo e affabile che si era affacciato sul suo volto era diventata una smorfia irritata e sebbene gli occhi fossero puntati sull'ex compagno di casata, quello sguardo indagava sulla persona di fianco a lui, più che rimproverarlo. In un certo senso, aveva sempre amato ricordare concetti ed episodi passati e Williams aveva sollevato qualcosa che il cervello del buon Von Kraus aveva rimosso.
-Mio nonno ha soltanto sparso nel modo giusto il suo seme nel ventre di quella psicopatica di mia nonna...-
Cominciò lentamente Tristan, con tono ora più basso e formale, ma non per questo esente da una isterica forma di rancore che si affacciò in quel torrente di parole.
-...non me ne frega un cazzo di lui. Come di quegli altri figli di puttana che non hanno fatto altro per tutta la mia vita che dirmi di non perderci troppo tempo a capire come e perché un uomo potesse urinare.-
Si interruppe, riprendendo fiato e respirando lentamente. Nonostante ciò che desse a vedere, non era totalmente arrabbiato con la sua famiglia: erano stati i loro galeoni a farlo diventare ciò che era. Che il risultato finale fosse un mostro o un genio, non si era mai posto quella domanda.
Ecco però che, nuovamente, un enorme sorriso sbucava sul suo volto:
-Dunque eri presente quando ho fatto ciò che racconti?-
Domandò curioso, spostando fulmineo gli occhi sul barista, nella speranza che avesse compreso la gravità di quello che aveva fatto ignorandolo nella sua richiesta.
La mano destra affondò nella chioma verde, riavviandola e cercando di sistemarla quel tanto che basta per non dargli l'aria di un poveraccio.
 
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view post Posted on 24/7/2017, 09:51
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Il Fato

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Stavolta al barista fu impossibile non notare il pazzo dai capelli verdi chiedere che il suo bicchiere venisse riempito dal liquido dello stesso colore, anzi quella non era di certo una richiesta, la si poteva definire una vera e propria pretesa. Il barista prese una bottiglia di assenzio e la versò nel bicchiere di Tristan fino a riempirlo. Da cosa era causato tutto quel malumore? Era una conseguenza a tutta la sfortuna che quel giorno sembrava perseguitarlo o era dovuto alla riapertura di vecchie cicatrici che il mago aveva preferito dimenticare? Era evidente che tra lui e la sua famiglia non scorresse buon sangue, e lo si poteva notare anche dalle successive parole del medimago. Quest'ultime erano accompagnate da un sentimento avverso che gli si poteva vedere anche negli occhi. Se a Tristan non importava niente della sua famiglia allora perché per qualche istante la sua espressione era sembrata quella di un fanciullo ferito? Era ovvio che per quanto si sforzasse non poteva nascondere il rancore, e probabilmente anche il dolore, che provava ogni qual volta veniva nominata la sua famiglia. Il nonno lo aveva abbandonato, il padre e la madre non si erano mai comportati come tali e la nonna ormai era andata con la testa, probabilmente anche più di lui. L'unica cosa buona che avevano fatto era permettergli di usare tutti i soldi di cui aveva avuto bisogno per diventare ciò che era ora: un chirurgo e medimago psicopatico. Ma d'altronde cosa ci si poteva aspettare da qualcuno cresciuto in una famiglia del genere? Tristan però era felice di essere chi era; forse pazzo, psicopatico, ma dopotutto geniale. «Ovviamente» rispose Seamour come se l'amico gli avesse rivolto la domanda più stupida del mondo e ignorando gli scatti di quest'ultimo. «Come fai a non ricordati? Se non fosse stato per me probabilmente quella volta saresti stato espulso» La bottiglia d'assenzio andò nuovamente a toccare le labbra del mago e allo stesso modo il liquido verde tornò a bruciargli piacevolmente la gola. «Eri talmente furioso che stavi per ucciderlo. Era quasi esilarante vedere quell'idiota implorarti di smettere» E ancora una volta, per quanto si potesse sforzare, Tristan non sarebbe riuscito a ricordare tutti quei particolari e poi non poteva essere stato così folle da quasi uccidere un ragazzino nel castello o si? A quel punto era impossibile non pensare che Seamour stesse delirando. «Spero che tu non ti sia rammollito col tempo» un ghigno si formò sul volto del mago in giacca e cravatta prima che quest'ultimo tornasse a prendere un altro sorso del liquido verde. Seamour lo aveva appena sfidato o cosa?
 
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Tristan von Kraus
view post Posted on 30/9/2017, 13:58




Non appena il bicchiere gli fu riempito nuovamente, Tristan lo mandò giù come acqua. Il cervello era in una sorta di lotta contro se stesso: da una parte l'alcol, da un'altra Seamour Williams che cercava di farsi spazio nella sua testa con cose che il Medimago non ricordava e da un'altra parte ancora del suo cervello, proprio il vuoto.
Era già stata una giornata pesante e per quanto rivedere vecchi compagni di casata potesse portarlo virtualmente indietro col tempo, Tristan non avrebbe sopportato una parola di più. Sopratutto, non un affronto di più.
Rammollito...no...Tristan von Kraus non si era rammollito col tempo, aveva semplicemente preso come orientamento un modo di vivere e di agire più oscuro, lontano dai giudizi e dagli occhi di chi non avrebbe saputo dare giusto merito al suo lavoro, alle sue idee, alla sua follia; aveva capito che vivere nell'ombra e nel silenzio, poteva dargli infinite più gratificazioni di quanto la vita alla luce potesse fare.
Il forte sentore di alcol e la gradazione particolarmente elevata cominciarono a farsi sentire, sopratutto data la velocità con cui Tristan lo stava mandando giù: di quel passo si sarebbe ritrovato a svegliarsi il mattino dopo, probabilmente semi nudo e sotto un albero nei pressi della radura che costeggiava la Stamberga Strillante.
Teneva ancora il bicchiere in mano, lo contemplava in silenzio, come se osservandolo fisso potesse automaticamente riempirsi ancora, ma nei secondi a venire, nulla accadde; poco male, avrebbe utilizzato quel bicchiere subito per un'altra buona causa, ovvero quella di aprire la testa di Seamour Williams. E così fu.
-Dovevi farti gli affari tuoi, allora.-
Disse soltanto Tristan, con tono basso e contemplativo.
Senza pensarci troppo, tenne stretto il bicchiere nella mano sinistra e con uno scatto improvviso si voltò verso l'ex compagno di casata, tentato di spaccarglielo dritto sulla testa. Difficilmente era stato il primo a cominciare una rissa, sebbene avesse sempre avuto piacere nel parteciparvi, ma in quel momento i fiumi di assenzio, andarono a sostituire i fiumi della ragione e cominciarono a scorrere impetuosi nelle arterie del Medimago.
Sul viso si disegnò una smorfia rabbiosa, irata ed irritata. Non essendo un sentimentale, non ce l'aveva davvero con l'uomo, ma sentire di se la parola rammollito nonché poter sentire il tono pungente con cui era stata detta quella frase, gli aveva provocato la rottura di qualche nervo di troppo.
Magari, dopo aver dato una sonora lezione a Seamour, gli avrebbe offerto anche da bere.
 
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6 replies since 17/6/2017, 12:39   189 views
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