Oink oink!, Privata

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view post Posted on 19/6/2017, 17:20
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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Il primo scontro del campionato si era concluso con una sconfitta, nonostante questo, Camillo aveva riconosciuto in quella battaglia un’enorme occasione per crescere come giocatore. Trattandosi della sua prima - primissima - partita, l’olandese si era reso conto di non aver saldato un forte legame sul campo con i suoi compagni, o almeno non forte come quello nella vita quotidiana. Aveva capito che l’intesa doveva ancora essere costruita, che era questione di tempo, che il processo si sarebbe affinato in modo del tutto naturale con la pratica e con l’esperienza. Ci aveva riflettuto. Sebbene ciò avesse portato a galla un forte dolore emotivo, la determinazione nel portare a termine il suo obiettivo lo aveva aiutato a sopportare il pesante carico. Sbalzato da un’implacabile tempesta di pensieri, era comunque riuscito ad individuare il suo sentiero.
Quella prima esperienza non si era però conclusa al termine della partita. Il Battitore aveva ripercorso mentalmente i suoi errori, analizzandoli singolarmente uno alla volta. Non era stato difficile individuare quelli nati e morti nel giro di un’azione, tanti - troppi - per essere elencati; la vera sfida per lui era stata comprendere cosa avesse lasciato in sospeso. Un’unica battuta, fine a se stessa, aveva inclinato il suo già precario equilibrio mentale.
Breendbergh non era solito provare rimorso, specialmente per crimini legittimati dal gioco, ma quella volta era diverso. Se con quel colpo aveva portato avanti una strategia, era stata la sua squadra a non approfittarne. In quanto materiale esecutore dell’aggressione, ricadeva però su di lui il dovere di incontrare fuori dal campo la sua vittima per rimediare a quanto accaduto.
Jenifer McLoen. Questo era il nome della cacciatrice colpita dal suo attacco. Di lei sapeva poco, solo casata e ruolo sul campo, per forza di cose, ma anche il suo anno scolastico: la vedeva spesso durante le lezioni, doveva avere la sua stessa età. Facendosi coraggio era riuscito a comunicarle che avrebbe avuto piacere di rivederla in un contesto più tranquillo, fuori dalla competizione, ed insapettatamente lei aveva accettato. Camillo non aveva mai avuto fortuna con le ragazze, il pronostico aveva stabilito un netto rifiuto e già lui aveva iniziato ad abituarsi al quell’idea, ma fu ben lieto di uscire dagli schemi della sua sfiga, almeno una volta.
Il luogo e l’orario dell’incontro vedevano Testa di Porco come meta alcolica per un piacevole sabato pomeriggio. L’olandese era abbastanza teso, non aveva mai bevuto, se non occasionalmente, prima di quel momento. Non ne aveva mai avuto bisogno. Non disdegnava certo gli alcolici, ma non gli piaceva la sensazione che una copiosa assunzione degli stessi gli procurava, per alterarsi preferiva rimedi differenti. Allo stesso modo era fiducioso, in quanto come attività sociale poteva risultare più divertente di una bevuta solitaria.
Con quella speranza nel cuore si fece trovare al pub leggermente in anticipo. Vestiva una t-shirt bianca, con qualche scarabocchio geometrico e colorato, che rendeva facile intuire non fosse un capo d’abbigliamento tipico della società magica; jeans al ginocchio e scarpe sportive confermavano questa teoria.
Breendbergh si mise in attesa nei pressi dell’ingresso del locale, guardandosi intorno con curiosità, domandandosi se la ragazza avesse deciso di presentarsi davvero o la sua conferma fosse solo stata un espediente per liberarsi di lui alla svelta. Lui, nei suoi panni, avrebbe scelto la seconda opzione.

 
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view post Posted on 7/1/2018, 15:05
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La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo.

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Jenifer
McLoen
« Winning is not everything,
but sometimes drinking could be it..
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► Mood:Smilingツ ► Età: 17 ► Ruolo: Prefetto corvonero

I
nizialmente la sorpresa la colse alla sprovvista. Si trattava di quidditch. Si stava rivelando quanto di più diverso dall'immagine che si era fatta nella sua prima partita. Per amore del karma anche quell'anno nella prima partita di campionato corvonero aveva affrontato tassorosso, esattamente come l'amichevole di qualche anno prima, e anche sta volta l'amico bolide si era presentato puntuale. Ricordava solo il cognome del battitore che aveva messo fine alla sua prima partita: Grindelblack. Forse un ex-prefetto, e oltre la sua casata il resto della sua esistenza le era sconosciuto, d'altra parte il ragazzo non si era ripresentato sul campo per quel campionato. Altro bolide, altra corsa: non sapeva se attribuirne i meriti agli allenamenti, al muro psicologico che aveva fatto crollare in gioco e probabilmente anche alla fortuna, ma l'esito di questa partita era stato completamente diverso. Tornata la voglia e la determinazione di giocare, corvonero aveva vinto. Certo il campionato non era ancora terminato, però era stata una prima rivalsa. Per quanto già quello bastava a rallegrarla, il riscontro in campo non fu l'unica distinzione positiva: tra una lezione e l'altra le fu recapitata una proposta curiosa. Sembrava che quel bolide fosse tornato dal battitore sotto forma d'invito da Testa di Porco. Sul campo ognuno attua le tattiche di gioco necessarie per la squadra. Nonostante ricordasse ancora il cognome che aveva firmato la ferrosa che le era arrivato al fianco non vi portava rancore, né tanto meno lo avrebbe portato verso il coetaneo Breendbergh. Grazie alla sua inerzia il colpo arrivò assettato nello sterno prendendola in pieno. Per quanto non le facesse più male non lo avrebbe dimenticato. I cacciatori paradossalmente erano prede dei bolidi, e come per i goal subiti ai portieri, restavano piccoli trofei della galleria nascosta delle sconfitte ed errori personali. Quell'invito la colpì piacevolmente. Certo non si aspettava delle scuse o che il ragazzo rivelasse strategie di gioco, né che lei facesse altrettanto; no, sperava invece in quell'effetto collaterale degli sport che prevedeva socializzazione. Forse doveva ammettere che la tensione tra le casate doveva essere cambiata e proprio in virtù di ciò non avrebbe rifiutato. I tassini avevano rubato la coppa che corvonero credeva sua per diritto, e allora? erano stati bravi. Spesso riscopriva nei suoi concasati un individualismo talmente spiccato che la cosa non la stupiva. Avrebbero fatto meglio il prossimo anno. Con leggerezza la ragazza si era preparata per raggiungere Hogsmeade. Era sabato, l'estate alle porte e nulla che la preoccupasse davvero. I dubbi e i pensieri gravosi li aveva silenziati, lasciati in dormitorio come la divisa per avere qualche ora di pace. Non aveva abiti da maghi esclusi quelli scolastici, perciò optò per una magliettina smanicata dai tribali anonimi e dei pantaloni strappati, nella borsa aveva una camicia in jeans nel caso di vento che risultò inutile. Il pomeriggio si era rivelato meraviglioso e le stradine assolate piacevoli. Era stranamente in orario quando giunse nei pressi del locale, che avesse battuto la testa prendendosi addirittura in anticipo? Non era un incontro da particolari aspettative, anzi, in quel momento che l'insegna si presentava davanti a lei un po' d'incertezza si pose tra i suoi passi. Aveva incrociato il volto del ragazzo di sfuggita durante le lezioni e prima della partita non immaginava neanche fosse in squadra. L'invito era stato accettato e adesso qualche passo prima di aprire la porta della taverna. Un sorriso di circostanza contro l'imbarazzo e il resto delle indecisioni dell'ultimo minuto le avrebbe lasciate scivolare via. Stava per entrare quando si accorse che in realtà il ragazzo era già là fuori. Doveva aver scollegato gli occhi con il cervello perché era proprio nel suo campo visivo. *Che corva sbadata* «Eccomi qui» si palesò. Non che prima fosse così nascosta ma magari un cenno di voce avrebbe riportato il suo cervello presente in quella situazione. In quel preciso momento l'imbarazzo sarebbe potuto dilagare e rompere il ghiaccio diventava una necessità. Che fare? bacini e bacetti erano fuori da ogni grazia divina e soprattutto dal suo modo di essere, mentre una stretta di mano sarebbe potuta sembrare troppo formale, inoltre presentarsi quando entrambi conoscevano i nomi dell'altro (almeno quello) sembrava stupido. Così, per togliersi da tutti gli impicci continuò abbastanza spedita «Vogliamo entrare?» avrebbe proposto rinnovando il sorriso.



Scusami per il ritardone Milloo >.<
(sta diventando la mia migliore amica questa frase sono incorreggibile :s )
 
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1 replies since 19/6/2017, 17:20   51 views
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