| Alice Lastrange «Tutte le cose hanno origine nella mente, la mente le produce, di mente sono fatte» La fredda e umida sabbia spense le fiammelle che ancora ardevano il suo vestito, fermando il loro cammino, ma il suo errore aveva fermato anche il suo di cammino. Una sola dimenticanza, un solo piccolo errore, aveva creato una baraonda di eventi, e adesso, quel fumo, nero e denso, si propagava nell'aria. La soluzione era ovvia, andava solo eseguita con cautela e attenzione, cosa che spesso non le riusciva affatto bene. Come suo solito, si era lasciata prendere dall'agitazione, cercando di fare tutto e in fretta, e questo era il risultato. L'incantesimo non aveva avuto nessun effetto sul fumo, che, beffardo, continuava a salire vistoso. Non doveva abbattersi, doveva pensare ad un modo per risolvere la situazione velocemente. Ora che il suo vestito non ardeva più, era libera di concentrarsi sul pastrocchio che aveva combinato, risolvere la situazione e tornare a quello per cui era arrivata fin li. Cercò nuovamente di dissipare il fumo, avvicinandosi ad esso. Non fece in tempo a puntare la sua bacchetta su di esso che una voce giunse al suo orecchio, ormai il danno era fatto, se fosse sparito, avrebbe attirato ancor più l'attenzione. Il vento soffiava, il fumo si muoveva agitato, e per quanto si sforzasse, non riuscì a riconoscere, ne a vedere, chi fosse il proprietario di quella domanda. Era uno dei domestici preoccupati, o era colui che aveva creato quella fessura nella roccia? Il timbro arrivò alle sue orecchie distorto, incapace di capirne anche il sesso, doveva decidere come agire. Poteva fronteggiare la persona che stava procedendo nella sua direzione, in fondo, se fosse stato uno dei domestici, avrebbe potuto tranquillizzarlo. Ma se non fosse stato così? A prescindere dall'identità dello sconosciuto, ogni secondo che passava era un secondo che la allontanava da quei sospiri, da quella voce che l'aveva spinta fin lassù. No, non era tempo di perdersi in chiacchiere. Tornò ad osservare la fessura nella roccia, dove prima c'erano grosse tavole di legno, ora vi era il ricordo carbonizzato di esse. Piccole fiammelle ardevano ancora la superficie del legno. Per poterci passare ci sarebbe voluto molto altro tempo. *Pensa, pensa Alice, pensa!* si diceva la ragazza mentre cercava nella sua memoria qualche incanto che le sarebbe stato utile. Doveva far sparire quelle tavole, ma non era sicura che l'incanto Evanesco avrebbe rimosso delle tavole così, e se poi l'avessero seguita? No, doveva passarci attraverso, nella sua memoria vi era un incanto, un incanto che rendeva gli oggetti inconsistenti. Doveva ricordare, ricordare ed essere precisa. La fretta doveva smettere di incidere su i suoi pensieri, doveva calmarsi e compiere al meglio la sua magia. Puntò la bacchetta per la terza volta, questa volta verso le tavole. Nella sua mente il suo piano era preciso, ma i ricordi su quell'incanto erano sfocati. Chiuse gli occhi, focalizzando la sua attenzione interamente su quell'ostacolo, che doveva essere interamente incantato, immaginandolo inconsistente, attraversabile. Li riaprì poco dopo: «Verto tenuis» Se la sua memoria non aveva deciso di ingannarla, per la seconda volta, quell'incanto avrebbe reso l'ostacolo oltrepassabile, inconsistente, lasciando però il suo aspetto invariato. Un punto in più, dato l'imminente arrivo del secondo estraneo. Subito dopo si sarebbe avvicinata alle tavole, con cautela avrebbe cercato il punto meno pericoloso, dove le fiamme erano ormai spente. Non poteva sapere se l'incanto ero andato a buon fine o meno, l'incanto muta la consistenza, non l'aspetto. Proprio per questa ragione doveva star attenta a non bruciarsi ulteriormente o, nel caso avesse funzionato, doveva essere pronta ad oltrepassarlo il più velocemente possibile.
● Scheda ● Corvonero ● 17 Anni ● Mezzosangue ● » Punti Salute: 197 » Punti Corpo: 103 » Punti Mana: 127 » Punti Esperienza: 16 » Oggettistica: | Bacchetta | | Corpetto di Morgana | | Amuleto Dorato |
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