| Alice Lastrange «Tutte le cose hanno origine nella mente, la mente le produce, di mente sono fatte» Nemmeno lo stretto passaggio da cui era appena giunta era riuscita a toglierle il fiato quanto quello che si palesava davanti agli occhi. Tutte le sue certezze e il suo coraggio era ormai solo un vago ricordo, seppur recente, mentre la sua pelle olivastra sbianchiva dinanzi all'orrenda visione che mai avrebbe potuto immaginare. Di tutti gli scenari, di tutte le persone o creature, che Alice aveva ipotizzato, la figura di quella ragazza, non le era nemmeno minimamente passata per la testa, neanche per un breve e fugace momento di turbamento psicologico. La sua mente parve perdersi per qualche secondo, che alla corvonero sembrarono anni, in un oblio da cui era impossibile uscire, impossibile come la stessa immagine che i suoi occhi erano costretti a riflettere. Immobile, la ragazza sentiva il peso di quella scoperta giungere sul suo corpo, mosso da incontrollabili tremori, circondata dal silenzio, sentiva l'accelerare crescente del suo cuore, fino a quando, specchiandosi nei suoi occhi, sentì il peso farsi sempre più grande, fino a che le gambe non furono più abbastanza forti da reggerla. Il contatto umido con il pavimento roccioso passò inosservato, poiché null'altro poteva surclassare ciò che era costretta a guardare. Davanti a sé vi era una ragazza, la sua situazione e il modo in cui era stata costretta a stare li era già di per se fonte di turbamento per la corvetta, ma, per quanto credesse di aver visto cose assai incredibili, non avrebbe mai creduto di trovarsi di fronte a sé stessa. Ricoperta da un logoro vestito bianco, vi era una ragazza totalmente e inquietantemente identica a lei: lineamenti, aspetto fisico, persino il suo così estraneo colore della pelle era uguale. Alice però non aveva sorelle, ne zie o zii o cugini, niente! Eppure quella persona eri li, era reale, o forse non lo era? Il suo sguardo vuoto tornò a farsi attento, scrutandosi attorno al fine di trovare un senso a tutto, ma ciò che vide fu solo la ragazza e delle bambole, diverse l'una all'altra, adagiate al pavimento. Per la miseria da quanto tempo quella ragazza era stata incatenata li, e soprattutto per quale motivo? Mai nella sua vita si era ritrovata a dubitare della sua famiglia, era cresciuta circondata dall'arte, dalla cultura, dall'amore per la bellezza e su una profonda e sincera bontà nei suoi confronti e verso il prossimo, ed era inutile, per quanto si sforzasse, non riusciva a crederci, non poteva assolutamente pensare che la sua famiglia fosse in grado di compiere un tale abominio, doveva esserci per forza un altra spiegazione logica per quello che stava succedendo in quella grotta. Cosa mai poteva aver commesso quella ragazza per essere trattata in questo modo, cosa faceva lei stessa migliore? Ma soprattutto, da dove era uscita? Dall'uovo di pasqua? Una gemella in offerta al supermercato dev'essere difficile da trovare! Le sue dita si intrecciarono nei suoi capelli, coprendole momentaneamente il volto, che a quel tocco, riscoprì essere bollente. I suoi battiti non davano segno di voler rallentare il loro ritmo, mentre sentiva ancora su di sé gli occhi della sua sosia.« Tu..» la sua voce uscì distorta dalle sue labbra, il che fu quasi un piacere, ora persino qualcosa di "diverso" le sembrava ad un tratto appetibile « ... sapresti esattamente spiegarmi chi *diamine* sei? » una nota di rabbia si disperse in quella melodia di dubbi sotto forma di parole, perché se c'era una cosa che Alice non sopportava erano le incertezze e fino a quel momento ci stava navigando, anzi, stava affondando in quel mare di domande a cui non era ancora riuscita a dare una risposta. Quindi fece quello che le riusciva meglio, sfoderò il suo sorriso migliore, e, cercando di rialzarsi, si rivolse nuovamente alla giovane: « Io e te, adesso, dobbiamo assolutamente parlare »Perché Alice era fatta così, per quanto gli ostacoli fossero alti, lei li avrebbe superati, sorridendo loro, e a prescindere dal fatto che la sua copia carbone fosse buona, cattiva o solo una vittima, sbatterla al muro non avrebbe risolto nulla, e non era da lei. Sarebbe partita con la diplomazia, e la gentilezza; un po' di luce in quella tenebrosa storia che, da inguaribile ottimista qual era, sapeva non avrebbe mai fatto del male a nessuno, tanto meno alla ragazza, incatenata a pochi passi di distanza da lei. ● Scheda ● Corvonero ● 17 Anni ● Mezzosangue ● » Punti Salute: 191 » Punti Corpo: 100 » Punti Mana: 127 » Punti Esperienza: 16 » Oggettistica: | Bacchetta | | Corpetto di Morgana | | Amuleto Dorato |
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