A tutta musica, Gita per i "The Wizard Voice"

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view post Posted on 12/7/2017, 21:08
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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A tutta musica - Punto di ritrovo -
Vestito_6
Finalmente il giorno della gita era giunto e tutti i preparativi del caso conclusi con successo. Anche la sua borsa era super preparata e la sua gatta continuava a miagolare come in preda agli spasmi: mancavano solo gli studenti.
Violet era emozionata e non aveva chiuso occhio per tutta la notte, scegliendo il suo vestito più bello e aggiungendoci un sacco di accessori che raramente sfoggiava per la scuola, non che si sentisse ridicola, al contrario, era un modo per rimanere ancorata a quella che era stata la sua vita fino a quel momento. Era arrabbiata per tutte le cattiverie che sua nonna le aveva sempre fatto ma era anche vero che se era diventata così era merito di quel passato che ogni tanto odiava con tutta sé stessa.

”Possiamo partire direi!”


Annuì soddisfatta prima di controllare un attimo nella borsa per assicurarsi che anche il suo specchio fosse al posto giusto.
Quindi prese il violino e scese percorrendo le scale e salutando la sua gatta che l’avrebbe attesa proprio nel castello. Il cuore le batteva forte e non stava più nella pelle. L’incontro davanti la sala grande era prevista per le otto.

”oh no, siamo arrivate con quasi un’ora di anticipo…”


Pensò la ragazzina sbuffando e guardando il suo orologio da taschino che ripose accuratamente nella borsa.

"Te l’avevo detto di riposare ma tu? No…tu devi farti prendere dall’ansia per ogni minima cavolata!"


Peccato che quella per lei non era una cavolata ma qualcosa di estremamente importante e che doveva prevedere una riuscita perfetta.
Fece scivolare il suo sguardo sulle scale che cambiavano pigramente, quasi come se si fossero appena svegliate, in attesa di veder comparire in primis il professore che li avrebbe accompagnati e poi anche tutti gli studenti con i loro strumenti e tutta la voglia di scoprire qualcosa di nuovo.


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-GdrOff-

CITAZIONE
Bentornati  bene, fate il vostro arrivo e c’è Violet ad aspettarvi e poi partiremo  dovremo però mettere delle scadenze altrimenti non ce la faremo mai a finire dato che siamo parecchi 
Di seguito la lista dei partecipanti:
    - Maximillian Barrow
    - Violet Wilson
    - Mary Owen
    - Leah Elliott
    - Oliver Brior
    - Laowyn Hawk
    - Spencer Hastings
    - Elizabeth Silverman
    - Fred Zoungla

La scadenza sarà prevista per il 22/07/2017

-GdrOn-
 
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view post Posted on 18/7/2017, 07:46
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Secondo Anno

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Wolfgang - violoncello in spalla - si sentiva un po' a disagio, mentre si recava al punto di ritrovo indicatogli da Violet: dopotutto, aveva saltato la lezione necessaria per iscriversi a quella gita - tutta colpa di una stupida influenza. Tuttavia la ragazza di Corvonero aveva preso in mano la situazione e, dopo averlo placcato al termine di una lezione di incantesimi, aveva insistito che non ci sarebbero stati problemi se avesse comunque presenziato alla gita: salvo, poi, consegnargli un plico di appunti su ciò spiegato durante la fantomatica lezione. Adesso, nozioni sulla musica Barocca e su Handel giravano confusamente nella testa del ragazzino che, nonostante il suddetto imbarazzo, era contento di poter tornare nella sua amata Londra - lontano da casa - ma comunque a contatto con la magia. Sembrava essere uno dei primi arrivati, Violet già lì in attesa: non credeva di essere in ritardo - non c'era ancora nessun altro a parte lui - ma la ragazza dava l'impressione di essere lì da parecchio tempo.

Spero che tu non sia qui da troppo tempo.

Wolf aveva cercato di attirare la sua attenzione, sperando di non spaventare la ragazza che, sovrappensiero, pareva osservare il movimento delle scale.

Volevo ringraziarti ancora per l'opportunità: prometto che cercherò di non saltare più altre lezioni.

Attivo:
Bacchetta (Legno di Abete, Crine di Unicorno, 9 pollici e tre quarti, sufficientemente elastica)
Violoncello in ebano e il puntale in carbonio con rispettivo zaino
Coppia di Falci in Tugsteno - Capaci di resistere a qualsiasi temperatura, si dice siano state forgiate con il sangue di un Licantropo, edizione limitatissima. In caso di smarrimento esse tornano dal proprietario grazie a un Incantesimo di Richiamo, permettendogli di non trovarsi mai privi di difesa e prendono l’aspetto di due semplici spille, forma che viene meno quando si decide di usarle come armi, per nasconderle a occhi indiscreti - (+4 punti Corpo e +2 punti Mana)
Cuspide Scarlatta - Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale - (+8 punti Salute)
Guanti di Prometeo - Creatore della razza umana secondo la mitologia dell'Antica Grecia, Prometeo ha plasmato con la sua ideologia leggendaria questi guanti in ferro battuto, non troppo leggero, ma di grande utilità. Esistono varianti sia maschili sia femminili. Indossandoli, il possessore potrà battere le mani ed evocare cinque burattini di creta - zombie, in questo caso - al suo controllo, non più grandi di 40 cm, quasi quanto i classici gnomi da giardino, che potrà controllare come loro creatore per massimo due turni in Quest o in Role semplici, dopodiché spariranno nel nulla. Gli ominidi-zombie di creta potranno attaccare e infastidire l'avversario. Un solo utilizzo di durata due turni in Quest - (+3 punti Corpo e +3 punti Salute)
Mantello della Disillusione - Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mi mitizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità - (+ 8 punti Corpo e + 5 punti Mana)


Violet ed io ci siamo accordati in privato sulla mia presenza alla gita, nonostante abbia saltato la lezione introduttiva


Edited by Wolfgang Bogdanow - 20/7/2017, 07:54
 
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view post Posted on 19/7/2017, 14:38
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Mary Owen - 14 anni - I annoOrmai tutto era pronto, la borsa con tutto ciò che sarebbe potuto tornarle utile in quella particolare giornata, la chitarra, ben racchiusa nella sua custodia di pelle e lei, ormai pronta da diversi minuti, indecisa se recarsi al punto d’incontro o controllare per l’ennesima volta di aver preso tutto.
Ormai le lezioni erano terminate e finalmente era giunto il giorno in cui, insieme al gruppo del The Wizard Voice, si sarebbe recata a Londra per una gita sicuramente non convenzionale.
Non sapeva bene cosa avrebbero fatto quel giorno, Violet aveva accennato a qualche dettaglio durante l’incontro ma lo svolgersi della giornata era a lei ignoto. Proprio per questo motivo era impaziente di partire ma, allo stesso tempo, sentiva di aver dimenticato qualcosa eppure, non riusciva a capire cosa.
Alle fine, dopo diversi minuti, decise di sopprimere quella sensazione e, dopo essersi arrotolata le maniche della maglia nera, in modo da avere gli avambracci liberi, si mise in spalla la chitarra, afferrò la borsa e uscì dal dormitorio quasi deserto.
Aveva appena sorpassato la soglia quando ciò che aveva dimenticato le tornò in mente, facendola correre indietro verso il suo letto. *La bacchetta!! Come posso dimenticarmi della bacchetta!?* Diede un'ultima carezza a Maya, che per quel giorno sarebbe stata sola, in attesa del suo ritorno, e sparì oltre la porta di legno, chiudendola alle sue spalle.
Scese le scale che portavano all’ingresso del castello rimuginando su quanto a volte potesse essere sbadata, con la chitarra che picchiettava sulla schiena a ritmo dei suoi passi.
Quando giunse nel luogo dell’incontro, notò che due persone stavano già attendendo il resto della combriccola. Da una parte Violet, organizzatrice e responsabile del corso, che teneva con sé la custodia che racchiudeva il suo violino, e dall'altra parte un ragazzo dai capelli biondi che Mary non riuscì a riconoscere.
Si avvicinò allegra e salutò Violet con un caloroso sorriso

-Ciao Violet! Come stai?-
Poi, voltandosi verso il ragazzo, senza perdere il suo sorriso aggiunse osservandolo negli occhi
-Noi probabilmente non ci conosciamo… Sono Mary, piacere-
Aveva da poco ripreso a far parte del gruppo quindi era normale che qualche viso le risultasse sconosciuto ma avrebbe cercato di porre rimedio durante quella giornata.
In fondo la gita non era solo un’occasione per incrementare le loro conoscenze ma anche per rendere il gruppo più affiatato.

 
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view post Posted on 22/7/2017, 19:59
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Svegliarsi presto non era mai stato così spiacevole. Non che Oliver potesse dirsi un amante del riposo, il disturbo del sonno che governava la sua routine era quanto di più fastidioso potesse esserci in tutta la sua vita. Alle prime luci dell'alba, dunque, il ragazzo era già pronto a salutare il nuovo giorno come un amico di vecchia data. Apprezzava notevolmente scorgere le versatili e numerose sfumature della luce del mattino, quell'indaco che lottava con l'azzurro ancora troppo chiaro per essere del tutto delineato, spezzandosi in un primo cenno di bianco e arancio per lo spuntare del timido Sole. Era uno spettacolo della natura al quale difficilmente Oliver si sarebbe ritratto, a tal punto che più di una volta si era sentito poco dispiaciuto per l'incapacità di dormire almeno le ore necessarie. Attivo come d'abitudine ormai da anni, il Caposcuola si affrettò a sistemare le ultime cose che avrebbe portato con sé quel giorno; in programma c'era la gita organizzata dal Club di Musica di Hogwarts, un'occasione speciale che Oliver aveva atteso da fin troppo tempo. Le settimane precedenti erano state trapunte da sentimenti contrastanti, gli uni che si legavano agli altri per aspettative, emozioni e volti da incontrare, uno in particolare che sperava di rivedere per davvero. Aveva deciso di restare ad Hogwarts più del dovuto, rimandando il suo rientro nella natia Irlanda per le vacanze estive, proprio per il tour promosso da Violet e dal The Wizard Voice, perché mai e poi mai si sarebbe perso un'avventura simile. Un Fantasma da conoscere ed interrogare, una passeggiata nella vivace Capitale Inglese, un gruppo di amici bene accetti e la musica a fare da collante all'intera faccenda: avrebbe potuto chiedere di meglio? Con un sorriso luminoso già stampato sul volto, Oliver si affrettò a recuperare l'ultima borsa in pelle nera, che subito dopo allacciò alle spalle come uno zaino qualsiasi. Conteneva la sua fidata chitarra classica, uno strumento che da tempo era diventato parte integrante di sé e del suo spirito e che si augurava intensamente di poter suonare anche quel giorno. Non sarebbe stata una cattiva idea improvvisare uno spettacolo musicale proprio tra le strade di Londra, di sicuro sarebbe stata una scena piacevole agli occhi degli eventuali presenti. In un'altra borsa più piccola, che scivolava come un pendente dalla spalla destra, appena sistemata, Oliver aveva inserito alcuni artefatti che avrebbero potuto fare la differenza fra una comune giornata qualsiasi e un divertimento ancor più grande di quello che si prospettava all'orizzonte. Nulla di eccezionale, tuttavia: qualche artefatto magico, perlopiù di minime dimensioni e di utile svago; qualche scherzo recuperato da Zonko e dai Tiri Vispi Weasley; una bottiglia d'acqua naturale, ghiacciata all'occorrenza, infine una scorta di caramelle, alcune delle quali già erano finite tra le mani del giovane artista provetto. Non mancava all'appello la sua bacchetta magica, mentre le due creature che spesso erano con lui, una Puffola Pigmea e un Plimpi Ghiottone, sarebbero rimaste ad Hogwarts in compagnia di alcuni concasati Grifondoro. Quando giunse all'ingresso del castello, sospeso a qualche centimetro da terra per via delle caramelle che stava mangiucchiando, Oliver rivolse un saluto generale ai primi presenti, sorridendo loro felicemente. «Ci siamo, è il grande giorno!» disse, l'emozione tangibile nella sua voce. «Volete qualche Ape Frizzola per colazione?» domandò subito dopo, allungando il sacchetto di carta verso gli altri iscritti al Club di Musica. Si sistemò il cappello estivo di paglia che aveva sul capo e poi gli occhiali da sole sul naso. Sarebbe stata un'esperienza di sicuro interessante.


 
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Leah‚
view post Posted on 24/7/2017, 21:52




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Era una splendida giornata di sole. Per Leah non esisteva niente di più perfetto e meraviglioso che una giornata di luce, cielo azzurro e profumo d'estate nell'aria. Si era svegliata di umore non buono: superlativo. Aveva avuto il dormitorio tutto per sè (a quanto pareva anche Helen era già tornata a casa) e si era potuta dedicare ad una delle sue esibizioni musicali mentre si pettinava, quella mattina, piroettando e saltellando tra i letti al ritmo di un'allegra canzone Babbana della sua infanzia che le era rimasta in mente.
La musica, la libertà e il bel tempo l'avevano resa audace, e aveva deciso di vestirsi - per una volta - in modo diverso dal solito. Così aveva optato per uno scamiciato blu, ballerine dello stesso colore e tracolla bianca, in cui teneva una manciata di dolcetti ritrovata in mezzo al disordine del suo comodino, la sua bacchetta e l'amuleto di Astrea ricevuto in dono quell'anno. I capelli sciolti sulle spalle le ondeggiavano sulla schiena ad ogni movimento, e Leah si godeva la loro carezza ad ogni gradino, mentre saliva allegramente le scale dalla Sala Comune canticchiando tra sè il martellante ritornello "What time is it? Summer time!" che le ronzava in testa dal suo risveglio.
I bagagli erano pronti, nel giro di un paio di giorni sarebbe tornata a casa e aveva davanti a sè un'intera, luminosa, bellissima estate... e quel giorno era la degna anticipazione di giorni e giorni di avventure e musica, da vivere nei boschi della sua Irlanda. Era davvero contenta di iniziare l'estate con una gita a Londra insieme ai ragazzi del Wizard Voice.
Arrivò al punto di incontro saltellando felice, luminosa come il sole di quel mattino.

«Buongiorno a tutti! È una giornata meravigliosa, non trovate?» Disse allegramente, lanciando un sorriso a tutti i presenti.
Violet era carinissima con quel vestito arricciato e Leah le lanciò un sorriso di apprezzamento. Salutò con la mano Mary e il ragazzo col violoncello - Wolfgang, forse - e poi scoccò un sorriso ad Oliver. Nonostante si fosse ripromessa di essere disinvolta e spontanea, non poteva negare a sè stessa che la sua presenza avrebbe reso quella giornata ancora più luminosa.

Ready for some sunshine,
for my heart to take a chance

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Spencer Hastings
view post Posted on 25/7/2017, 10:46




• A Tutta Musica •

2vJbo
Era una giornata di sole meravigliosa e la cosa metteva di buon umore Spencer. Il cielo era dipinto di un azzurro molto chiaro con alcune nuvole leggere che sembravano voler rispecchiare l’umore ottimo con cui la Hastings si era svegliata.
Scese con i piedi a terra guardandosi intorno notando di essere sola nel dormitorio, segno che le sue compagne erano già tornate a casa, a differenza sua che era rimasta perché suo padre non cera ancora a casa, per via del lavoro, e le aveva quindi dato il permesso di rimanere a scuola per qualche settimana, magari in compagnia di altri studenti più tosto che rimanere sola nella casa in cui era cresciuta, ma che ora sentiva fredda ed inospitale.
Sospirando si diresse verso il bagno e prese a prepararsi con i vestiti che la sera precedente aveva deciso di indossare per la gita che il giorno dopo si sarebbe tenuta.
La gita già, era rimasta sorpresa da una cosa del genere, non ne era affatto abituata e non aveva viaggiato molto anche se le sarebbe piaciuto conoscere posti nuovi e colture innovative, ma suo padre a differenza sua era meno libertino e non amava molto viaggiare infatti lo faceva solo durante e per il lavoro.
Dopo aver concluso di prepararsi Spencer si guardo allo specchio per vedere se era tutto a posto e fini di sistemarsi la camicia blu che aveva deciso di indossare, abbinandola a dei pantaloni di jeans; comoda e sportiva era pronta per andare.
Sorrise e prese la borsa con alcune cose dentro uscendo dal dormitorio e camminando il più velocemente possibile verso il luogo di incontro, sperando di non fare ritardo anche stavolta.
Qualche minuto dopo vide in lontananza alcuni ragazzi raggruppati e l’ansia per essere in ritardo risali velocemente. Accelerò il passo arrivando di corsa e col fiatone parlando velocemente.
Buongiorno a tutti. Spero di non essere in ritardo anche sta volta. Poi con faccia di scuse aggiunse. Mi dispiace tanto ho fatto prima che potevo. Per poi bloccarsi e guardarsi intorno nel vedere alcune sue concasate.
 
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view post Posted on 27/7/2017, 19:55
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cameron_dallas_inchiostro
Il sogere del sole aveva finalmente dato inizio a quella nuova giornata. Non una giornata qualsiasi, come tutte le altre, ma una giornata molto speciale sia per Fred che per la maggior parte degli integranti del The Wizard Voice. Quel giorno infatti ci sarebbe stata la gita all'Abbazia di Westminster. Detto così poteva sembrare un tantino noioso, ma in realtà sarebbero andati a vedere il fantasma di Georg Friedrich Händel, un compositore tedesco del periodo barocco molto noto e che il gruppo di musica di Hogwarts aveva studiato proprio nell'ultima lezione. Inutile dire che Fred non stava nella pelle; si era svegliato abbastanza presto quella mattina, in modo da avere tutto il tempo necessario per arrivare in orario. Odiava arrivare in ritardo eppure era una caratteristica che sembrava accompagnarlo da molto tempo e che probabilmente non aveva alcuna intenzione di allontanarsi da lui. Appena svegliò andò a farsi una doccia per disfarsi completamente del tipico effetto delle braccia di Morfeo e una volta finita cominciò a prepararsi. Conoscendosi, aveva deciso di preparare lo zainetto la sera prima, in modo da non perdere più tempo del dovuto. Nello zainetto vi erano la pianola (rimpicciolita grazie all'incantesimo Reducio), e dei biscotti al cioccolato. La sera prima infatti il Grifone si era diretto alle cucine e aveva chiesto un piccolo favore agli elfi. Probabilmente aveva abbastanza biscotti per sfamare un esercito di Troll ma meglio così, le gite gli facevano sempre venire una fame da matti. Nella tasca dei pantaloni c'era la sua fidata bacchetta, al collo invece il suo amato ciondolo di famiglia, sui polsi invece si trovavano i soliti bracciali che toglieva raramente e infine sul terzo dita della mano sinistra spiccava l'Anello con Rubino che probabilmente quel giorno si sarebbe illuminato più di una volta. Per l'occasione si era messo una maglietta a mezze maniche di una leggera sfumatura di rosa e con dei bordi grigi, un jeans chiaro che trovava molto comodo e per finire le su amate Converse di Hermes. Con lo zainetto in spalla Fred si diresse verso la Sala Grande e una volta giunto lì davanti vide tutti i suoi compagni pronti per partire. C'era da dire che però era arrivato giusto in tempo, erano infatti le otto in punto. «Buongiorno, ci siamo tutti?» poi lo sguardo si diresse verso il suo migliore amico, o meglio verso i dolciumi che aveva in mano. «Uh, non ti dispiace se te ne rubo una vero?» chiese per poi prendere un'Ape Frizzola. L'effetto di quelle piccole ma buone caramelle era incredibile, e ogni volta lo facevano sorridere come un bambino.


 
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view post Posted on 29/7/2017, 11:27
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A tutta musica - Un arrivo movimentato -
Vestito_6
Il primo ad arrivare fu proprio Wolf che si scusò nella speranza che lei non stesse aspettando da troppo tempo e, davanti a quella preoccupazione, Violet sorrise scuotendo la testa.

«Non ti preoccupare, è bello vederti…non so te ma io non vedo l’ora di partire!»


Sorrise tutta felice anche se in realtà stava aspettando già da un bel po’ ma non perché gli altri fossero in ritardo, era lei che non vedeva l’ora e non era riuscita a dormire.
Arrivò anche Mary che Violet salutò alzando la mano al cielo e scuotendola anche per farsi vedere meglio, non che ce ne fosse bisogno ma in qualche modo doveva pur sfogare tutta la sua felicità.

«Sto bene, particolarmente eccitata ma bene, anzi benissimo!»


Cercò di trattenersi dal saltellare sul posto perché doveva cercare di mantenere un certo contegno. Sentiva una strana cosa alla bocca dello stomaco, quasi come se fosse chiuso e, per una delle rare volte della sua vita, non aveva nessuna fame.

"Che il divoratore di mondi non abbia fame è strano….dobbiamo chiamare il medimago?"


Una battuta decisamente meno cattiva del solito e più facile da ignorare: Violet non si sarebbe fatta rovinare quella gita da nessuno, nemmeno da Lucy.
Arrivò anche Oliver, eccitato probabilmente quanto lei se non di più, glielo leggeva in faccia che non vedeva l’ora di partire e di incominciare quella piccola grande avventura. Guardò per un lungo istante il sacchetto di carta che il Grifondoro aveva allungato verso di lei e, improvvisamente, il nodo allo stomaco sembrò sciogliersi giusto in tempo per quello stuzzichino delizioso di Mielandia.

«Grazie Olly….volentieri!»


Annuì tutta contenta tuffando la mano nel sacchetto per potersi prendere una di quelle leccornie. Gli sorrise quasi a voler condividere la gioia di quella prima gita di quel progetto che era stato portato avanti con grande fatica e poi fece scivolare lo sguardo su tutti i presenti quasi a volerli contare per vedere se c’erano tutti. Arrivarono poi anche Leah, Spencer e Laowyn…ma sembrava ancora mancare qualcuno.

«Olly…sai dove si trova Fred? Fra poco è ora di partire e non vorrei che rimanesse qui…»


Violet non fece in tempo a finire la frase, e Oliver a rispondere, che Fred comparve come un fulmine a ciel sereno che sembrò non fare caso al fatto che fosse in ritardo. La giovane Corvonero lo guardò prendere uno dei dolcetti di Oliver come se niente fosse e lo guardò con aria severa puntando i pugni sui fianchi sfoggiando una posa degna di un’acida suocera.

«Sei in ritardo e pensi solo alle api frizzole?»


Chiese cercando di mantenere un’aria seria ma vedere il compagno preso dai dolci con la sua aria da bravo ragazzo era davvero troppo divertente e alla fine si fece scappare un sorriso rilassando le braccia lungo il corpo. In fondo era sempre in tempo per la passaporta.

«Bene, dato che ci siamo tutti possiamo andare!»


Si incamminarono quindi cercando di raggiungere la passaporta che era stata posta il più vicino possibile ai confini di Hogwarts dove tutte le misure di emergenza avrebbero potuto consentire ai ragazzi di partire per Londra.
Un vecchio scarpone li attendeva silenzioso.

«Ragazzi, questa è la nostra passaporta e quando la prendereo finiremo in una locanda londinese dove ci aspettano e ci verranno date le nostre stanze. Dopo il Chek In partiremo subito per l’abbazia…quindi cercate di fare in fretta.»


Stavolta non riuscì a trattenersi nel saltare sul posto con un enorme sorriso, solo la passaporta che aveva iniziato ad illuminarsi attirò il suo sorriso.

«Bene ragazzi, al mio tre la tocchiamo tutti insieme…pronti? Uno…due…TRE!»


Le uscì come un urlo e, insieme a tutti i suoi compagni, toccò lo scarpone cercando di rimanerci attaccata mentre tutto intorno a lei aveva preso a vorticare velocemente, confondendo tutto, anche i volti dei ragazzi, e, alla fine, mollò la presa quando un nuovo luogo apparve intorno a lei e una grossa insegna si fece sempre più nitida in quel vortice caotico. Cadde rovinosamente a terra, a pancia in giù, sentendo anche rumori poco carini provenire dalla custodia del violino che teneva sulle spalle…sperava solo che non si fosse rotto niente.

"Non sarebbe il caso di iniziare ad imparare ad atterrare?"


Chiese Lucy che riposava divertita dal fondo della sua anima.

”Oh, ma non rompere!”


Rispose la ragazzina mentalmente cercando di spintornarla con la propria coscienza.
Aprì gli occhi cercando di capire cosa fosse successo ai suoi compagni e cercò di rialzarsi spolverandosi il vestito.

«Ci siete tutti?»


Chiese cercandoli tutti con lo sguardo e, alla fine, guardandosi intorno. Erano finiti proprio dentro al locale, davanti al bancone, dove una serie di avventori li guardava di vertiti dai tavoli.

«Buongiorno ragazzi, siete gli studenti di Hogwarts ai quali è stata prenotata la stanza…prenotazione a nome di Wilson, giusto?»


Chiese un simpatico omino che con una grossa piazzetta che faceva capolino sulla sua testa, una serie di capelli grigi sui lati e un paio di grossi occhiali che sembravano vivere in bilico sul suo naso. Il suo enorme pancone era chiuso in una camicia bianca e pantaloni neri che sembravano essere troppo piccoli per lui eppure il viso aveva un’espressione davvero simpatica. Li guardava con gli occhi che si illuminavano ogni volta che li guardava e stava cercando il nome della prenotazione su un grosso librone con una copertina di pelle nera.

«Si, siamo noi..»


Disse la ragazzina un po’ titubante e guardandosi in giro preoccupata, era davvero sicuro atterrare nel bel mezzo di una locanda come quella?

«Spero non abbiate una frequentazione babbana!»


«No, non si preoccupi, altrimenti non vi avremmo mai permesso di atterrare proprio qui. Ad ogni modo ecco le vostre chiavi! Tre triple…buon divertimento!»


Sorrise l’omino che consegnò le chiavi alla ragazzina che le prese in mano e cercò nel suo zainetto un foglio dove aveva segnato le disposizioni delle stanze.

«Una tripla è per Oliver, Fred e Wolf, l’altra è per me, Leah e Mary mentre l’ultima sarà occupata da Laowyn e Spencer…Elisabeth non è arrivata ed è un peccato. Potete andare nelle vostre stanze e lasciare le cose che ritenete inutili. Ci troviamo qui fra mezzora per poter finalmente partire!»


Annuì tutta contenta prima di consegnare le chiavi e andare in camera con Leah e Mary. Le triple erano tutte uguali. Un grosso letto a castello e un letto singolo, un comodo armadio e tre ante e due comodini e una stanza laterale che conteneva il bagno…era davvero un posto carino anche se semplice.

«Ragazze posso dormire sul letto a castello?»


Chiese Violet tirando fuori il proprio pigiama per cercare di spiattellarlo sotto qualche cuscino. Certo avrebbero sostato in quel posto solo per una notte ma doveva essere almeno divertente!


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-GdrOff-

CITAZIONE
Scusate il ritardo Xd Laowyn l’ho mossa io sotto sua richiesta, mi aveva detto che sarebbe stata assente e mi aveva chiesto questo favore. Elisabeth non è arrivata quindi pace anche se mi spiace un sacco!
Per tutti gli altri godetevi il viaggio, le stanze e concludete il post che ci ritroviamo nell’atrio della locanda XD
La scadenza sarà prevista per il 8/08/2017

-GdrOn-
 
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view post Posted on 1/8/2017, 13:03
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cameron_dallas_inchiostro
«Perché le api frizzole son buone» disse quando Violet lo "riprese" per il ritardo. Un sorriso tenerone si dipinse sul suo volto e gli occhi smeraldini si spalancarono completamente, tutto per far tenerezza alla corvonero e farsi perdonare per essere, ancora una volta, in ritardo. Alla fine la ragazza sorrise e Fred si lasciò sfuggire un risolino divertito. Poi arrivò finalmente il momento di "partire". I ragazzi si sarebbero trasportati a londra grazie ad una passaporta, ovvero uno scarpone abbastanza malandato ai confini di hogwarts. Quando Violet cominciò a contare Fred si preparò a toccare lo scarpone e nel momento in cui sentì il Tre uscire come un urlo dalla bocca della sua amica la sua mano sinistra andò a toccare lo scarpone e poi tutto accadde molto velocemente. Cominciarono a vorticare velocemente ed era impossibile vedere cosa ci fosse attorno a loro, era tutto troppo indistinto a confuso ma poi il panorama cominciò a prendere forma, a diventare un luogo ben preciso e fu a quel punto che Fred lasciò lo scarpone, poco dopo Violet. Inutile dire che l'atterraggio non fu dei migliori, il Grifone finì a terra e rotolò una volta ancora sotto l'effetto del vorticare infinito. Ovviamente non si limitò solo a cadere ma anche a finire sui piedi di qualcuno, qualcuno che non conosceva. Si alzò e si scusò con lo sconosciuto per poi passare le mani freneticamente sulla maglietta per pulirla dalla sporcizia che si era attaccata ad essa quando era caduto. *Tutto sommato è stato divertente* pensò ridacchiando tra sé e sé. Quando gli assegnarono le stanze Fred no fu sorpreso di sapere che era in stanza con Oliver e Wolf, dopotutto erano gli unici tre maschi. Il Grifone prese le chiavi e si diresse alla propria stanza. Nel momento in cui vi mise piede la squadrò e poi corse verso il letto a castello. «Quello di sopra è mio» disse mentre ci saliva e ci si buttava sopra. Certe volte il bambino che era in lui proprio non riusciva a stare tranquillo, ma dopotutto aveva 13 anni, era giusto così no?


 
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Leah‚
view post Posted on 3/8/2017, 17:20




Leah seguì gli altri verso la Passaporta con la consapevolezza di stare facendo il primo viaggio da sola della sua vita. Okay, okay, andava due giorni all'abbazia di Westminster con il gruppo di canto... ma faceva così "viaggio da sola"! Leah era sicura che la sua gioia trasparisse dai suoi occhi, gioia che diminuì di un paio di volumi quando Violet indicò loro la Passaporta.
Non aveva minimamente contemplato il fatto che avrebbero dovuto prendere la passaporta. Il suo stomaco fece una capriola al solo pensiero... ma a differenza delle ultime volte, quella volta era vera nausea.
Aveva preso una sola Passaporta nella sua vita... e non era stata una bella esperienza. Strinse le labbra, vedendo Violet saltellare verso il vecchio scarpone e invitare tutti ad afferrarlo contemporaneamente. Leah si avvicinò agli altri, allungando la mano a un millimetro dal tacco della calzatura. Deglutì, chiuse gli occhi e al tre di Violet toccò la suola, serrando le palpebre e trattenendo il respiro. La consueta sensazione di avere tutti gli organi al posto sbagliato la pervase non appena si sentì sollevare dal suolo. Tutto vorticava attorno a lei, lo sapeva anche se aveva gli occhi chiusi... quando pensò di non riuscire più a tenere il fiato, si sentì abbandonare dalla magia e cadde seduta su un pavimento duro.
Riaprì gli occhi lentamente, sentendo ancora la testa che girava e lo stomaco ingarbugliato. Si alzò lentamente e si passò le mani tra i capelli, consapevole che tutti li stavano guardando.
La prima che si riprese fu proprio Violet - non per niente era la loro guida. Il proprietario della locanda - dopo averli rassicurati che gli sguardi sbigottiti erano quelli di maghi divertiti, e non di Babbani sconvolti - consegnò loro le chiavi.
Violet si voltò verso lei e Mary con un luminoso sorriso, a cui Leah tentò di rispondere, nonostante fosse consapevole di essere pallida e di avere dipinto sul volto il suo malessere. Tentò di dissimularlo con un sorriso: detestava quella sensazione. E poi una futura eroina non poteva certo avere davvero la nausea da Passaporta!
Mentre segiuiva Mary e Violet lungo il corridoio, pensò che era proprio contenta di stare in camera con loro: sarebbe stato un pigiama party fuori sede! La camera era bella, molto semplice e pulita. Proprio mentre Violet chiedeva se poteva stare sopra, sul letto a castello, Leah si era lasciata cadere sul lettino singolo sotto la finestra.
«Se per voi va bene io starei qui. - disse, prendendo un gran respiro e avvertendo la nausea diminuire. - Ma se preferisci questo letto, Mary, a me basta stare al piano terra!» Aggiunse con un sorriso.
Appoggiò la borsa con le poche cose che si era portata per la notte e si concesse un istante in bagno: un po' d'acqua sul viso fu sufficiente per cancellare le ultime tracce di pallore e nausea, e Leah si sentì di nuovo in forze, pronta per la giornata. Uscì dal bagno, si ravviò con un dito la frangetta e poi mise in spalla la tracolla.
«Quando volete, io ci sono!»
Avrebbe aspettato le sue compagne di stanza e poi si sarebbe avviata con loro verso l'atrio della locanda.
.

What time is it?
Summertime, it's our vacation!

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view post Posted on 6/8/2017, 19:22
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Secondo Anno

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Quasi subito dopo Wolfgang arrivarono anche i suoi compagni, fino a che non arrivò anche Fred, che si beccò un amichevole rimprovero da Violet a causa del suo ritardo. A quel punto la ragazza si mise a spiegare come fosse stata organizzata quella giornata, dove avrebbero pernottato e cosa avrebbero visitato immediatamente dopo il check-in. O come avrebbero viaggiato: che cos'era una passaporta? E per quale motivo stava indicando un vecchio scarpone? Stava appunto per chiederlo quando notò che tutti si erano avvicinati e avevano toccato quella scarpa: un po' lo disgustava, ma alla fine sembrava non avere scelta. Appena tutti ebbero messo la mano sullo scarpone, Wolf si sentì strattonare a livello dello stomaco: avrebbe voluto lasciare la scarpa e allontanarsi, ma si sentiva vorticare e, pur con gli occhi chiusi, sapeva di stare allontanandosi da Hogwarts. Quando finalmente arrivò a destinazione, Wolfgang se ne accorse perché le ginocchia batterono con forza sulla strada e, solo per grazia divina, non si graffiò le mani: con pura forza di volontà riuscì a non vomitare. Sapeva di essere arrivato a Londra molto più velocemente rispetto al viaggio in treno, ma la Passaporta - qualsiasi cosa fosse - non sembrava essere il suo metodo di viaggiare preferito. Anche abbastanza appariscente, ma almeno erano atterrati davanti a dei Maghi e non Babbani sconvolti. Secondo Violet avrebbe dovuto dividere la camera con gli altri due ragazzi del gruppo, Oliver e Fred: non credeva che avrebbe avuto problemi con loro, gli sembravano due ragazzi molto alla mano. Fred, poi, appena entrato nella stanza che avrebbero dovuto condividere, si era gettato verso il letto a castello, esigendo il letto superiore. A lui, quei letti un po' gli mettevano angoscia - gli sembravano delle gabbie - quindi era ben contento di accontentare l'altro ragazzo.

Se non vi spiace, io prenderei il letto singolo.

Dopo aver atteso la risposta di Oliver, buttò il proprio zaino sul letto e si mise ad aspettare gli altri ragazzi prima di raggiungere Violet per andare alla Abbazia.

Oliver, se non ti spiace ti ho lasciato il letto sotto quello di Fred!
 
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view post Posted on 7/8/2017, 18:27
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Mary Owen - 14 anni - I annoDopo poco il resto del gruppo si raccolse all'ingresso del castello e Violet, dopo aver scherzosamente rimproverato Fred per il ritardo, spiegò a tutti i presenti il modo in cui avrebbero raggiunto Londra. Avrebbero utilizzato una passaporta, vicino ai confini di Hogwarts, per raggiungere la locanda in cui avrebbero dormito quella notte, per poi dirigersi tutti insieme all'abbazia di Wstminster.
Mary aveva già preso una passaporta. La prima volta era stata qualche anno prima, insieme a suo padre e sua cugino, una piccola bottiglia di plastica buttata in un prato vicino alla sua piccola casa, che li aveva portati vicino a uno stadio un po' sperduto, in cui si era tenuta una partita di Quidditch.
Successivamente le era capitato qualche volta di dover utilizzare una passaporta, ma l'esperienza non era mai stata tanto piacevole.
Con questi pensieri per la testa, seguì tutto il gruppo sino ai confini della scuola, luogo in cui trovarono un vecchio scarpone malandato che li avrebbe portati in pochi istanti a destinazione.
Si fece coraggio e non appena sentì il "tre" pronunciato da Violet, si apprestò ad afferrare saldamente lo scarpone, così come sembravano aver fatto i suoi compagni.
In un attimo fu tutto confuso, strane ombre e colori vorticavano insieme a lei e l'unica certezza in quell'istante era la sua presa che non si allentò sino a quando non sentì un violento colpo alla gamba destra e il vorticare svanire lentamente.
Sebbene pian piano le figure che si stagliavano davanti ai suoi occhi risultavano sempre più chiare e la testa sembrava aver smesso di girare, dentro di se sentiva che ciò che aveva mangiato quel giorno non aveva ancora deciso di fermarsi.
Era atterrata sulle gambe, una delle quali aveva preso un colpo abbastanza forte ed era un po' indolenzita ma niente di rilevante. Tutto sommato non le era andata poi così male, alcuni erano ruzzolati a terra in modo decisamente più violento. Si guardò intorno per vedere che tutti stessero bene e si assicurò che la sua chitarra fosse ancora integra.
Il gestore della locanda sembrava una persona affabile e senza troppi indugi consegnò le chiavi delle stanze ai ragazzi che in ordine si separarono per raggiungerle.
Lei sarebbe stata in stanza con Violet e Leah e non poteva che esserne estremamente felice. Sapeva che quella giornata sarebbe stata emozionane e anche l'idea di condividere la camera con le due studentesse la rendeva entusiasta.
Come entrarono poté notare che la camera era molto carina, semplice e ben arredata, proprio come piaceva a lei.
Notò subito i due letti, uno dei quali a castello, che riempivano quasi totalmente la stanza e l'armadio che ricopriva una delle pareti.
Violet si appropriò subito di uno dei letti del letto a castello mentre Leah avrebbe preferito stare in quello singolo.
La tassina non aveva alcun tipo di preferenza, un letto valeva l'altro così disse esprimendo tutta la sua allegria e felicità
-Nessun problema davvero, io prenderò questo allora- disse sorridendo e poggiando la sua borsa nel letto libero.
-Sono sicura sarà una giornata fantastica!-
Detto ciò si sistemò i capelli ancora arruffati dal viaggio e aspetto che tutti fossero pronti per partire.

 
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Spencer Hastings
view post Posted on 9/8/2017, 09:58




• A Tutta Musica •

2vJbo
Notare di non essere l’unica in ritardo fu un sollievo evidente; non amava essere in ritardo, ma a volte non poteva farne a meno di esserlo cosa che la rendeva nervosa.
Sorrise divertita e cercando di non scoppiare a ridere davanti al ragazzo che Violet aveva rimproverato per poi vederla dirigersi verso un vecchio scarpone chiarendo che quello sarebbe stata la passaporta per un locanda dove avrebbero soggiornato.
Chiuse gli occhi pensando che cosa peggiore non ci potesse essere, lei odiava le passaporte le davano tutte un senso allo stomaco che si avvicinava alla nausea più profonda.
Facendosi coraggio si avvicino allo scarpone insieme ad altri e mentre Violet parlava lei allungo la mano con lentezza per la paura che iniziava ad attanagliarle lo stomaco e appena arrivo il momento la passaporta vibrò facendo diventare tutta la vista di Spencer una confusione e una sfumatura hai suoi occhi. Chiuse gli occhi stringendo gli occhi per poi sentire una specie di sbalzo e perse l’equilibrio troppo distratta dalla stessa passaporta. Ricadde all’indietro, grazie a dio su un divano di pelle rossa per poi aprire gli occhi e accorgersi di ciò che la stava circondando, alzandosi prese ad ascoltare le parole di Violet che dava le stanze rese per tre persone.
Sorrise alla sua compagna di stanza mentre insieme si dirigevano nella stanza trovandoci tre letti all’interno, uno singolo e due a castello. Si diresse verso il singolo guardando la sua compagna. Se per te va bene, prendo il singolo.
Dopo essersi messa a nuovo, si era rinfrescata la faccia e aveva mangiato una merendina per ritornare in forza, era scesa nell’atrio della locanda, aspettando che tutti fossero pronti e che avrebbero potuto partire per l’avventura che ci aspettava.

 
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view post Posted on 11/8/2017, 21:59
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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A tutta musica - Viaggio babbano -
Vestito_6
Le stanze erano semplicemente stupende e, alla fine, si ritrovarono nuovamente tutti all’entrata della locanda, esattamente dov’erano atterrati. Violet era già giù e stava parlando fitto fitto con il signore che li aveva accolti e, alla fine, la ragazzina salutò l’uomo con un sorriso prima di andare verso il gruppo che si stava ormai formando.

«Bene ragazzi, per raggiungere la abbazia dovremmo muoverci con mezzi babbani purtroppo, per non dare nell’occhio. Avete tutti i vostri strumenti vero? Portateveli dietro perché non si sa ma se ci possano servire o meno. Ad ogni modo ecco i vostri badge, ci serviranno per muoverci senza pagare i trasporti dato che non abbiamo con noi soldi babbani….o almeno credo.»


Diede ad ognuno un tesserino plastificato da tenere in tasca e, alla fine, partirono alla volta della abbazia. Violet aprì una mappa iniziando a studiarla e, grazie a quella, condusse l’intero gruppo a quella che era la fermata di un tram. A terra c’erano delle rotaie e un manipolo di persone erano in attesa di qualcosa.

«Dite che funziona come il nottetempo? Dobbiamo forse sporgere qualcosa oltre il marciapiede?»


Si chiese Violet provando a sporgere il piede. Eppure le persone erano semplicemente ferme senza fare nulla. Non capiva: come si faceva a chiamare il tram?
Alla fine il mezzo di trasporto tanto atteso fece la sua comparsa sferragliando sulle rotaie e fermandosi. Salendo, e con fare sicuro, la Corvonero passò il tesserino su un grosso macchinario di metallo che si trovava vicino al posto di guida e invitò i suoi compagni a fare lo stesso.

«Questo me l’ha detto il signore della locanda…all’inizio non avevo capito bene ma sembra più facile una volta messi alla prova.»


Ridacchiò. Il viaggio non fu lungo e in una manciata di minuti arrivarono davanti alla maestosa abbazia dove la ragazzina rimase senza parole anche se, forse, avrebbe dovuto dire qualcosa.

«Quella che avete davanti è l’Abbazia di Westminster ed è il più importante luogo di culto anglicano di Londra. In questo posto vengono incoronati i re d’Inghilterra ed è anche il luogo dove sono state sepolte molte persone famose inoltre non è sotto il potere diocesano ma appartiene alla monarchia britannica ma…basta con le parole: abbiamo qualcuno da incontrare giusto? Forza ragazzi!»


Senza troppi indugi si fece avanti e scivolò dentro la chiesa facendosi seguire da tutti gli altri. Esattamente come l’esterno anche l’interno era meraviglioso e maestoso.

«Non ho mai visto niente del genere!»


Sorrise esterrefatta con gli occhi che le luccicavano.


code by Misato Kojima ♥ don't copy


-GdrOff-

CITAZIONE
Laowyn è sempre con noi in attesa che torni ^^ a questo giro dovrebbe esserci.
La scadenza sarà pervista per il 31/08/2017

-GdrOn-
 
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Laowyn Hawk
view post Posted on 17/8/2017, 10:55




La valigia di Laowyn non accennava a volersi chiudere. Forse per via di tutte le esperienze vissute nell’anno scolastico che aveva affrontato, per tutti i ricordi che custodiva preziosamente e per tutte le conoscenze magiche apprese. O forse era perché vi aveva gettato alla rinfusa tutti i suoi vestiti senza un minimo criterio, con l’unico risultato di ritrovarsi una pila ingestibile di stracci e un pulcino controllore che non le dava pace con i suoi rimproveri. Roteando gli occhi in un gesto sconsolato, la ragazza si inginocchiò con cura e prese a piegare uno per uno i capi d’abbigliamento.
Dopo un quarto d’ora di diligente lavoro, finalmente riuscì nell’impresa di far entrare il tutto nella vecchia valigia. Fuori aveva lasciato solo la sua borsa a tracolla, con dentro il necessario per la gita con il club di musica della scuola. Indossava una semplice T-shirt giallo paglierino, con scritto in blu “Here comes the sun”, dei pantaloni blu e scarpe da ginnastica comode. Con il cuore triste, si preparò ad uscire dal dormitorio.

Arrivò al punto d’incontro in leggero ritardo, accentuato dal fatto che molti degli studenti erano già arrivati. Salutò tutti con un sorriso e attese trepidante la partenza. Vedere i membri del club che parlavano e ridevano insieme creava un’atmosfera calda e piacevole, che tranquillizzò la piccola Tassa.
La voce chiara di Violet diede inizio alla gita, invitando gli altri a seguirla. Giunsero ai confini di Hogwarts, fermandosi apparentemente in mezzo al nulla.

“Ragazzi, questa è la nostra passaporta e quando la prenderemo finiremo in una locanda londinese dove ci aspettano e ci verranno date le nostre stanze” spiegò entusiasta la Corvonero. Laowyn inclinò leggermente la testa nell’udire quella strana parola: passaporta. Si guardò in torno alla ricerca di qualcosa che potesse assomigliare ad un passaggio per arrivare a Londra, ma nulla attirò la sua attenzione fino a quando un vecchio stivale gettato sul prato non prese a brillare in modo alquanto strano. Lo sguardo accigliato della ragazzina continuò a persistere sul suo volto anche quando la mano di lei, imitando gli altri, raggiunse la strana calzatura. Dopo un breve conto alla rovescia, un’improvvisa sensazione di smarrimento travolse l’irlandese. La sorpresa nel sentirsi mancare la terra sotto i piedi la portò, oltre a serrare gli occhi e lanciare un patetico gridolino, a lasciare immediatamente la presa nella speranza di tornare a contatto con il suolo. Il suo desiderio venne esaurito in modo abbastanza brusco, facendo vivere un momento di pura intimità tra la sua faccia ed un grazioso pavimento di legno.
Sfidando la forte sensazione di mal di mare, la ragazzina tentò di rimettersi in piedi e, barcollando, si accertò di essere ancora insieme agli altri. Chi più chi meno, parevano tutti scossi da quell’insolito viaggio. Ora il gruppo si trovava in un’accogliente locanda e venne accolto da un omino sulla sessantina, che li invitò a sistemarsi nelle stanze. Laowyn avrebbe dovuto condividere la sua con Spencer, una primina di Tassorosso come lei. Questi elementi in comune la spinsero a voler fare la sua conoscenza quindi, una volta raggiunta la camera e sistemate le sue cose nella parte inferiore del letto a castello, si avvicinò a lei con la mano tesa. “Ciao! Il mio nome è Laowyn, ti ho visto a qualche lezione” esordì sorridendo.

Aspettò che l’altra finisse di prepararsi e scesero insieme le scale per raggiungere l’atrio. Ora che aveva più tempo per osservarlo, Laowyn perse un po’ di tempo ad ammirare le magnifiche decorazioni che serpeggiavano lungo le travi portanti del soffitto, fino ad intersecarsi con quelle sulle colonne alle pareti. Rimase in contemplazione fino a quando l’arrivo di tutti gli altri studenti non sancì l’inizio della spedizione. Violet sfoderò un’enorme mappa della città e guidò sicura gli studenti per le vie di Londra. Grazie ad una tessera in plastica, il gruppo poté usufruire liberamente del servizio di trasporti pubblico della città. Laowyn passò i pochi minuti che il tram impiegò per arrivare a destinazione con il naso incollato al finestrino per ammirare ogni angolo di quella città così grande.
Il mezzo li lasciò proprio di fronte ad un imponente edificio, le cui minuziose decorazioni riportarono alla mente della giovane la lezione introduttiva sul barocco. La rossa non riusciva a contenere l’eccitazione all’idea di sperimentare in prima persona le nozioni acquisite in classe e soprattutto di fare la conoscenza di un fantasma importante come quello che stavano per incontrare. Una volta che il gruppo si fu ricompattato, Violet fornì una breve descrizione del luogo, che contribuì ad aumentare l’ammirazione della ragazzina nei confronti dell’abbazia. Senza perdere neanche un attimo, seguì il resto del gruppo attraverso il grande portone, ritrovandosi immersa in un oceano di fregi ed elementi decorativi, che rivestivano ogni superfice della chiesa in tutta la sua lunghezza ed arrivavano anche ad abbellire l’altissimo soffitto. Laowyn si accorse di avere la bocca spalancata solo una volta giunta alla fine della navata, dove la chiuse immediatamente, non riuscendo a fare altrettanto con i suoi occhi, che non riuscivano ad elaborare appieno la magnificenza e l’importanza del luogo in cui si trovava. Abituata ai modesti ambienti di campagna, la mente della giovane si trovò esterrefatta nel contemplare tale opulenza. Quel viaggio aveva già superato ogni aspettativa.

Laowyn Hawk
11 anni - Tassorosso

 
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