Dopo aver scaricato la valigia sull'unico letto singolo della camera, Wolfgang rimise in spalla lo zaino contenente il violoncello e raggiunse Violet all'ingresso: avrebbero dovuto muoversi utilizzando i mezzi Babbani - se l'avesse saputo si sarebbe ricordato di portarsi dietro l'ormai inutilizzato abbonamento. Fortunatamente avevano a disposizione dei badge da utilizzare per non sprecare soldi: gli sarebbe scocciato utilizzare il denaro di suo padre dopo tutta la fatica fatta per guadagnare soldi propri. Quando, però, vide Violet sporgere un piede sulle rotaie del tram, a momenti gli venne un infarto. Violet, non ho idea di cosa sia il Nottetempo, ma ti conviene rimettere il piede sul marciapiede se non vuoi che il tram te lo tranci via! Non era abituato a girare per Londra con persone così poco attente a macchine e mezzi pubblici: sembrava fosse divertente anche obliterare i badge - chissà se anche lui aveva dato la stessa impressione la prima volta che aveva girato per Diagon Alley o per Hogwarts. Finalmente i ragazzi arrivarono all’Abbazia di Westminster, dove Violet diede una veloce spiegazione: era assurdo che dopo tanti anni a Londra ancora non vi era entrato a visitarla - era magnifica!
It's an education vacation And the party never has to stop « Leah Rose Elliott; Tassorosso; Scheda »
Prendere il tram da sola era un'esperienza nuova, e nonostante avesse conoscenza dei mezzi di trasporto Babbani, non le era mai capitato di spostarsi senza i suoi genitori. Passò con grande orgoglio la tesserina sulla macchinetta e poi si appoggiò al finestrino per guardare fuori. Londra scorreva sotto i suoi occhi, velocissima, con le macchine che si affrettavano a destra e a sinistra senza mai rallentare. Il caos e il traffico cittadino la stordivano sempre, il rumore dei clacson e dei motori, tutto quel dover guardare sempre duecento volte da ogni parte prima di attraversare... no, decisamente la città non faceva per lei. E per quanto le piacesse andare in giro da sola, preferiva andare in giro da sola per i campi e i boschi, piuttosto che per quelle strade così trafficate. Quando scesero dal tram e si ritrovarono nello spazio antistante l'abbazia, Leah si accorse di esserci già stata. Era stato cinque o sei anni prima, e i suoi genitori avevano portato lei ed Eva a fare una gita a Londra. Faceva freddissimo, doveva essere inverno inoltrato, e tra i vari giri avevano visitato anche quel posto. Violet stava spiegando, e Leah tese un orecchio per sentire cos'aveva da dire, mentre i suoi occhi erano ancora incantati a guardare la facciata dell'enorme edificio, alta e dritta contro il cielo azzurro. Se pensava però di aver dato fondo al suo stupore, si dovette ricredere quando entrarono. L'interno era ancora più spettacolare dell'esterno, e sebbene lei fosse diventata più grande e più alta dell'ultima volta che ci aveva messo piede, all'ingresso in quella chiesa provò di nuovo la stessa sensazione di immensa piccolezza. Le colonne svettavano sopra la sua testa, e si univano in archi acuti sopra di lei. Per guardare il soffitto doveva piegare la testa completamente all'indietro, e per quando i soffitti e le torri di Hogwarts fossero alti, si stupì di quanto era distante quel tetto. Quando riabbassò gli occhi si accorse che il gruppo si stava allontanando, e si affrettò a raggiungerli. Ciononostante i suoi occhi erano calamitati dalle altezze, dall'imponenza e dalla maestosità di quella chiesa: le luci e le ombre delle colonne e degli intarsi rendevano ancora più solenne e severo quel posto. "Un posto perfetto per un fantasma," pensò Leah. "Ma sinceramente questo posto non mi fa affatto pensare alla musica." Era un posto bellissimo, ma ti metteva così in soggezione, facendoti sentire così piccolo e poco importante... erano sensazioni contrarie a tutto quello che lei provava quando cantava. Era proprio curiosa di incontrare chi era capace di riempire di musica quegli enormi soffitti. «Dov'è l'appuntamento?»chiese, cercando di seguire gli altri senza farsi distrarre da quello che la circondava. C'erano talmente tante cose da vedere! Decorazioni, statue, fregi, tombe, targhe... Leah avrebbe voluto conoscere il senso e il significato di tutto. Prima o poi ci sarebbe tornata con i suoi genitori, per avere il tempo di esplorare ogni angolo.
MaryOwen - 14 anni - I annoSi ritrovarono poco più tardi all'ingresso della locanda. Tutti i componenti del gruppo avevano portato con se i propri strumenti, così come Mary, che reggeva su una spalla la chitarra comprata da Evviva lo Zufolo. Violet stava parlottando con l'uomo che li aveva accolti non appena arrivati e i ragazzi aspettavano con trepidazione l'inizio di quella gita fuori porta. La corvonero consegnò a ognuno di loro una sorta di tesserino che avrebbe permesso a tutti di usufruire dei mezzi di trasporto babbani e poi tutti insieme si diressero verso la fermata più vicina. Mary aveva avuto la fortuna di conoscere, sin da piccolina, sia il mondo babbano che quello magico, per cui non sapeva bene cosa si provasse a sentirsi completamente estraneo a uno dei due e notò con allegria la curiosità che alcuni dei compagni nutrivano per le più semplici e comuni invenzioni babbane. Arrivato il tram la combriccola si fece largo tra i passeggeri e videro passare rapidamente una Londra affollata, piena di vita e diversità, caratteristiche molto differenti a quelle del piccolo paesino dove abitava la tassorosso. Londra l'aveva sempre affascinata, aveva degli scorci stupendi e alcuni monumenti erano da togliere il fiato, ma la vita troppo caotica non faceva per Mary e aveva sempre ringraziato di non vivere in una grossa città. Dopo pochi minuti arrivarono a destinazione e i ragazzi ai ritrovarono a pochi passi da uno dei più famosi monumenti di Londra. La ragazza era passata tante volte davanti a quel maestoso edificio e ne era sempre rimasta particolarmente affascinata. Era imponente ed elegante, pieno di fregi, archi e vetrate e la giovane ragazzina non riusciva a non rimanere incantata da tutta quella bellezza. Mentre si avvicinavano all'entrata e Violet accennava a qualche notizia sull'Abbazia, la tassina ascoltava tenendo il naso all'insù e osservando tutto. Quando entrarono attraverso l'imponente portone, tutti rimasero colpiti dalla grandezza delle navate e dall'altezza delle volte. Ogni volta, arco o colonna, era perfettamente armonizzata col contesto, rendendo il posto incantevole. La ragazzina continuò ad osservare il luogo mentre, insieme al gruppo, seguivano Violet lungo la navata principale, pronti all'inusuale incontro che si apprestavano a fare.
Osservò con una certa curiosità tutti i presenti, dal primo all'ultimo senza mai essere impertinente con il proprio sguardo. Poteva dire senza dubbio di conoscere quasi tutti, chi più e chi meno, ma fu verso una persona in particolare che si spostò la sua attenzione, sulla scia di un battito di cuore perso e di un'improvvisa sensazione di leggerezza, che non dipendeva - Oliver poteva ben dirlo - dall'effetto speciale delle caramelle appena mangiate. Sospeso a qualche centimetro dal suolo, in tutti i sensi possibili e immaginabili, il giovane Mago rivolse un sorriso più caldo verso Leah, affrettandosi subito dopo a seguire il gruppo all'esterno dei confini di Hogwarts. Non incontrarono nessun docente né tantomeno il custode delle chiavi del castello e per Oliver già solo quello fu un segno positivo per l'inizio della gita extrascolastica. Annuì in direzione di Violet quando comunicò l'utilizzo della Passaporta con il sistema di viaggio annesso e, sebbene il Caposcuola preferisse di gran lunga spostarsi con la Metropolvere o con i manici di scopa volanti, quel magico stratagemma incontrò il suo favore quasi immediatamente. Un dito poggiato sulla punta sporgente del vecchio scarpone, un laccio che pendeva dal lato destro della scarpa e che sfiorava la pelle della sua mano, pochi secondi dopo lo strappo all'ombelico diede conferma della partenza e Oliver si ritrovò alle pendici della Capitale, in una zona che non conosceva per niente. Pochi scambi di informazioni e precisazioni furono necessari per spedire gli artisti d'eccezione verso le rispettive camere e Oliver non fu sorpreso di ritrovarsi in compagnia di Fred. Lui e il suo migliore amico erano ormai così vicini, emotivamente e fisicamente, da non poter essere diversamente neanche in un contesto di svago come quello in corso. Oliver ne fu felice come sempre, lasciando che fossero gli altri due compagni, Grifondoro e Serpeverde, a prendere le chiavi della camera, mentre lui si premurava di scartare l'ennesima Ape Frizzola da mandare giù in un solo boccone. Acconsentì poco dopo alla richiesta di Wolfgang, un ragazzo che aveva avuto modo di conoscere brevemente, ma meglio, durante gli incontri del Club di Musica. Per Oliver non sarebbe stato un problema dormire nel letto a castello: la postazione sottostante anticipava una certa preoccupazione dovuta alla sua claustrofobia, ma era sufficientemente larga in quella stanza con finestre, pertanto non avrebbe avuto troppi problemi quella sera. In caso estremo, si sarebbe arrampicato verso l'alto per stare con Fred, magari una partita a Gobbiglie nel cuore della notte con tutti i presenti in quella stanza non sarebbe stata una cattiva idea.*Vamos, chitarra*si disse, recuperando rapidamente la custodia in pelle scura del suo strumento musicale così prezioso. La indossò al pari di uno zaino, allacciando le fibbie alle spalle e stringendole abbastanza per far aderire la borsa contenente la chitarra alla sua schiena. Quell'oggetto era più importante di qualsiasi altra cosa per lui, inoltre quel giorno avrebbe avuto ancor più valore del solito. Si assicurò di avere la sua bacchetta magica nella tasca interna dei jeans che indossava in quel momento e riprendendo occhiali da sole e cappello di paglia, Oliver si ritenne definitivamente pronto per incontrare gli altri. Non si riposò per nulla, l'adrenalina scorreva già come presagio di un'esperienza sicuramente emozionante. Rinfrescatosi in bagno della camera, spruzzò più di una goccia di profumo che aveva notato sul lavandino e che aveva un gradevole odore di muschio, quindi si diresse in perfetto ordine così come orario verso l'ingresso dell'hotel insieme a Fred e Wolfgang. Né l'arrivo in albergo né il viaggio in pullman, durante il quale aveva osservato tutto in rigoroso silenzio, essendo certo di poter fare solo figuracce aprendo bocca in un contesto così dissimile dalla propria routine, a ben vedere, avevano fatto desistere il Caposcuola dalla sua innata predisposizione al peccato di gola. E pensare che in borsa aveva un'altra scorta non solo di quelle gustose caramelle al miele, ma di tante altre cose: Topoghiacci e Bacchette di Liquirizia attendevano soltanto il giusto momento per giungere allo scoperto, e Oliver si ripromise di non tardare troppo quell'incontro tanto delizioso. Giunti a destinazione, il cuore zampillò di nuova emozione e fu con un'espressione radiosa che Oliver, disceso dal pullman più velocemente possibile, osservò la cattedrale che si stagliava come un gigante d'eccezione alla sua presenza.«Pronti ad incontrare il nostro fantasma?»
Alla fine Fred ottenne il letto di sopra ma dopo qualche minuto fu costretto a lasciare quel morbido e fresco giaciglio per dirigersi nuovamente al piano sottostante insieme ad Oliver e Wolfgang. Era proprio lì che il resto del gruppo di studenti li attendeva pronti a partire per incontrare il famigerato fantasma dell'abbazia. Violet consegnò a tutti loro un badge che gli avrebbe permesso di usare i mezzi di trasporto babbani. Durante il viaggio non poté evitare di ridere alle parole della piccola Corvonero. Come lei anche altri non avevano molte esperienze con il mondo babbano e Fred doveva ammettere che era divertente sentire quanto Violet trovasse strano molte cose di quel mondo. Il Grifondoro aveva sempre avuto più conoscenze sul mondo non magico, aveva sempre vissuto lì e suo padre era un babbano. Spesso lo portava con sé a scattare foto e quando non potevano prendere la macchina andavano in metro o in pullman quindi aveva già avuto esperienze con quei mezzi di trasporto. Il gruppo di maghi non ci mise molto ad arrivare all'abbazia di Westminster e non appena i due smeraldi che aveva al posto degli occhi si posarono su quell'edificio, il Prefetto non poté fare a meno di restarne meravigliato. Essendo figlio di un fotografo aveva esperienza in quel campo e col tempo aveva imparato ad apprezzare l'arte in tutte le sue forme, a concentrarsi sui dettagli e doveva ammettere che grazie a quella sua passione vedeva sempre il mondo con occhi diversi, come se fosse sempre la prima volta.«Prontissimo» disse rispondendo alla domanda che il suo migliore amico aveva posto a tutto il gruppo. Chissà come li avrebbe accolti l'ombra di di Georg...
♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
Il silenzio regnava all’interno dell’Abbazia. Il giorno dedicato alle visite guidate era forse il momento della settimana nella quale i defunti tumulati all’interno di Westminster potevano godersi un po’ di sano riposo. Per quanto riguardava gli altri giorni, invece, tutto si poteva dire tranne che il povero Händel riuscisse a riposare in maniera tranquilla. Certo, la lapide era raffinata ed elegante, ed esaltava degnamente quello che era stato il suo ruolo nella società e la sua importanza nell’Olimpo della Musica. La tomba era tutto sommato comoda; si trattava pur sempre una fossa, ma decisamente più spaziosa di quelle destinate ai cadaveri comuni. E poi negli ultimi 200 anni aveva avuto modo di dimagrire e smaltire la massa accumulata nel corso della sua vita poco morigerata, così che anche una normale buca potesse diventare quasi comoda. “Un maiale seduto all’organo” l’avevano chiamato. Gliel’avrebbe fatte vedere ora le sue belle ossa lucenti senza un filo di carne.
Nonostante le premesse, l’ambiente non era dei più adatti al riposo. Orde di fedeli e di turisti a tutte le ore del giorno, a camminare sopra personaggi illustri e ad immortalarsi, spesso in pose tutt’altro che dignitose, accanto ai loro sacrari. Dov’era finito il buonsenso e il senso del culto? E ora quel branco di mocciosi, l’ennesimo, pronto ad avvicinarsi alla sua tomba. Ma questa volta si sarebbe divertito anche lui, avrebbe giocato loro uno scherzo con i controfiocchi. D’altronde in qualche maniera doveva pur svagarsi. La concezione del tempo, quello che trascorreva per i mortali, era completamente diversa da quella dei defunti: esso dipende e varia a seconda di quello che è il sistema di riferimento. Questo però era un concetto sconosciuto al povero Georg Friederich, defunto ben prima che venisse intuita la relatività del Tempo. Quello a cui poteva pensare, era solo cercare di ingannarlo in qualche maniera. E perché non burlarsi di quei mocciosi?
«Qualcuno ha delle domande da fare?»
- Io! -
Avrebbe esordito, passando attraverso alla propria lapide come fumo, fino a pararsi a pochi centimetri di distanza dalla povera Violet. Osservò il branco di marmocchi uno ad uno negli occhi, sperando di aver infuso loro una bella dose di terrore nei loro animi. D’altronde il carattere burbero e acido del famoso Compositore era piuttosto noto all’epoca, tanto da essere temuto perfino da Re e Nobili vari.
- Chi…essere…tu? -
Continuò ancora all’indirizzo di Violet, che sembrava essere ad un primo sguardo il capobranco di quella varia marmaglia. Che avessero avuto un valido motivo per disturbare il suo sonno?
Wolfgang seguiva Violet all'interno dell'Abbazia, cercando di concentrarsi sulle parole e spiegazioni della ragazza: un po' rimpiangeva di non essersi portato dietro una macchina fotografica - o anche solamente il suo cellulare, completamente dimenticato da quando era arrivato ad Hogwarts - ma il peso del violoncello sulle spalle era già considerevole, anche senza aggiungere altri oggetti sulla groppa. Sembrava, però, che la stessa Violet non sapesse dove avrebbero dovuto recarsi per conversare con il fantasma di Georg Friederich Händel e, nel frattempo, loro stavano dilettandosi ad osservare le meraviglie poste all'interno dell'Abbazia di Westminster: cappelle, lapidi, la tomba del Milite Ignoto, il Poets' Corner et cetera. Gli sembrava di aver camminato - ed ascoltato Violet - per ore, ma finalmente erano giunti in prossimità della Tomba di Händel, dove la ragazza domandò al gruppo se per caso qualcuno avesse domande su quanto spiegato fino a quel momento, una delle situazioni che Wolf preferiva meno: non aveva problemi a porre domande agli insegnanti in privato, ma ogniqualvolta si trovava in un gruppo gli pareva di avere la mente completamente vuota. Fortunatamente il silenzio non durò a lungo perché, uscendo dalla lapide del compositore come un fantasma dall'oltretomba, una figura spettrale fece la sua apparizione, esigendo di sapere chi fosse colei che aveva disturbato il suo sonno - Merlino, il suo inglese era proprio pessimo!
Con gli occhi ancora incollati al soffitto, in contemplazione dei meravigliosi fregi che ne percorrevano l’intera superficie, l’attenzione di Laowyn si sintonizzò sulla voce delicata di Violet. L’ampio spazio vuoto ne produceva un leggero eco, che contribuiva a dare importanza alle parole pronunciate dalla ragazza. Spiegò in breve la struttura dell’edificio, enunciandone le misure impressionanti, per poi passare alla descrizione di particolari zone della chiesa. Indicò dapprima una cappellina in marmo, per poi spostare l’attenzione su un dipinto appeso alla parete. Quest’ultimo ritraeva, a detta della guida, il re Riccardo II. Laowyn osservò curiosa quello sguardo un po’ triste, che sedeva sul trono circondato dall’oro, ma esso pareva troppo distante per notarla. Dopo qualche attimo, il gruppo venne guidato sul lato destro dell’edificio, dove ripresero le spiegazioni. “Questa lapide è in onore del fondatore dello scautismo, Robert Baden-Powell che è morto nel 1941 e, ovviamente, anche in onore di sua moglie” enunciò chiara Violet. Questa volta i due volti incisi in rilievo parevano molto più amichevoli e la piccola si fece spazio nel gruppetto per osservarli meglio. Dopo quella breve sosta proseguirono la visita passando rapidamente a rassegna una serie di tombe appartenenti a illustri figure inglesi. Laowyn non era in grado di memorizzarle tutte, ma faceva del suo meglio per seguire il filo della spiegazione, mentre la sua testa scattava a destra e a sinistra per non lasciarsi sfuggire alcun dettaglio di quel maestoso ambiente. La lezione proseguì introducendo il trono dove avviene l’incoronazione dei sovrani inglesi e le due scuole presenti nell’abbazia, tra cui la Westminster Abbey Choir School, una scuola di canto. L’ultima rivelazione fu particolarmente sorprendente per Laowyn, che si mise a fantasticare sulla possibilità di incontrarne i membri. Sarebbe stata davvero un’esperienza interessante per un gruppo musicale come il loro.
Dopo qualche passo la comitiva si arrestò nuovamente: avevano raggiunto la destinazione. Davanti a loro si ergeva una nicchia in cui era stata scolpita, in modo molto realistico, la simpatica figura di Georg Friedrich Händel. L’omino era intento a comporre, ma il suo corpo era rivolto verso l’esterno e sporgeva con un piede, quasi a voler saltare fuori dalla parete. L’intera opera era riccamente decorata con simboli musicali, che Violet non mancò di esporre dettagliatamente. La spiegazione terminò con un’esortazione a porre eventuali domande, a cui la Tassa non prestò molta attenzione poiché era ancora intenta ad esaminare la figura rappresentata nella lapide. Una sola voce rispose all’invito, ma non si trattava di una voce umana, bensì di un suono molto più tetro, che pareva provenire proprio dalla parete di fronte a loro. La ragazza corrugò la fronte, mentre dal freddo marmo spuntava una massa eterea che si posizionò di fronte al gruppo con un’aria non molto bendisposta. La rossa per lo spavento indietreggiò leggermente, facendosi piccola piccola in mezzo agli altri studenti. “Chi… essere… tu?” chiese la nuova presenza minacciosa, rivolgendosi alla capogruppo. Che fosse quello il fantasma di cui erano alla ricerca? Di certo Laowyn se ne era fatta un’idea molto diversa. Non aveva avuto belle esperienze con i fantasmi in passato, ma sperava che questa volta sarebbe andata diversamente. Speranza probabilmente dettata dalla posizione sociale che l’illustre personaggio ha occupato secoli or sono. Forse però, anni ed anni rinchiuso nel sottosuolo non hanno giovato al carattere del povero musicista, che aveva proprio l’aria di non gradire dei visitatori a sorpresa. La giovane Tassa non volle intromettersi ed attese tremante che la faccenda si risolvesse, in un modo o nell’altro.
We've got things to do I'll see you soon « Leah Rose Elliott; Tassorosso; Scheda »
Leah seguiva le parole di Violet con lo sguardo fisso sulla statua che decorava la tomba del compositore. Con quella faccia larga e grossa ricordava il Frate Grasso, ma Leah doveva ammettere che aveva un'aria tutt'altro che gioviale. Stava scrutando lo sguardo severo dei suoi occhi di pietra quando un evanescente fantasma emerse dalla sua tomba con un sonoro "io" rivolto alla domanda di Violet. Sussultò per la sorpresa, e poi si ritrovò a fissare la sua figura traslucida contro i fregi della tomba. Il fanstasma di Handel era molto somigliante al suo gemello di pietra, grasso e calvo, con lo stesso sguardo severo e con una voce ancora più seria. Il fantasma si avvicinò a loro, li fissò e poi squadrò Violet, chiedendole chi lei fosse. Leah le si avvicinò, restando un piccolo passo dietro di lei ma più vicina alla sua spalla, per farle sentire la sua vicinanza. Se quel fantasma avesse deciso di trattare male qualcuno di loro, lei si sarebbe opposta... non poteva essere pericoloso (dopotutto era incorporeo), ma la buona educazione non passa di moda nemmeno dopo trecento anni! Scoccò un'occhiata a Violet, per sincerarsi che fosse pronta a rispondere al compositore... altrimenti ci avrebbe pensato lei. Però una parte di lei era un po' infastidita: sinceramente si era immaginata l'incontro con il fantasma di Handel come un colloquio gentile con un uomo smunto con la parrucca impomatata, un sognatore romantico e svagato capace di scrivere musica così bella che veniva ricordata nei secoli. Poteva una persona così famosa essere davvero così poco accogliente?
MaryOwen - 14 anni - I annoLa grandezza dell'Abbazia aveva davvero lasciato la giovane tassina senza parole. Ammutolita aveva preso a seguire il gruppo osservando ogni dettaglio con grande interesse. Violet aveva iniziato con tono calmo a descrivere alcune delle principali caratteristiche della struttura e alcune delle opere che era possibile osservare. Con una spiegazione concisa e allo stesso tempo interessante, la visita dell'abazia risultò sicuramente ancora più interessante e culturalmente ricca. Ciò che colpì di più l'attenzione di Mary, fu la tomba del milite ignoto, monumento che la ragazza ammirò per qualche minuto, rincorrendo poi il gruppo che si stava allontanando. A un certo punto, davanti a una lapide riccamente lavorata, Violet annunciò al gruppo, che erano giunti alla tanto decantata tomba di Hendel. La lapide, che era una vera e propria opera d'arte, raffigurava l'uomo a grandezza naturale insieme al suo strumento, l'organo e ad altri elementi in sintonia con la figura del compositore. Era indubbiamente bellissima e la tassina cercò di catturarne ogni dettaglio mentre Violet ne descriveva la superficie, e anche quando ella terminò di parlare, Mary restò incantata a contemplare l'opera. Fu dopo qualche istante che una figura incorporea fuoriuscì dalla tomba avvicinandosi alla corvonero chiedendole chi fosse. Mary rimase a bocca aperta. ormai si era abituata alla presenza dei fantasmi, lo stesso castello di Hogwarts ne era pieno ma non si era aspettata un incontro così improvviso e poco cordiale. Osservò il capogruppo che si era ritrovato davanti al fantasma e si chiese come avrebbe risposto il giovane prefetto. Si guardò poi intorno velocemente, chiedendosi se i babbani che erano lì vicino potessero osservare il fantasma o se vedessero solamente un gruppo di ragazzini, meravigliati dalla tomba di un defunto compositore.
Non avrebbe potuto affatto negare che la spiegazione di Violet fosse esemplare come sempre. Amica da tempo, studentessa modello per natura ed impegno, la Corvonero rappresentava più di tutto questo per Oliver, senza dubbio avrebbe potuto raffigurarla come un autentico esempio per la sua diligenza e il suo operato. Non era un caso, in effetti, se la loro conoscenza fosse stata ampiamente resa concreta nel tempo, giorno dopo giorno, con un affetto che il Grifondoro nutriva in tale intensità soltanto per pochi. Fu con estremo piacere, dunque, che tacque per lasciarsi cullare dalle parole dell'adepta di Priscilla, di fatto l'ormai Prefetto Bronzo-Blu avrebbe fatto l'onore e l'orgoglio della sua stessa fondatrice. Oliver apprezzava non poco la consapevolezza di ritrovarsi in un luogo quasi sacro, mistico, speciale al di là di ogni misura, ma ancor più era affascinato - come avrebbe potuto non esserlo per davvero - dalla determinazione di Violet nel comprendere, studiare e preparare argomenti anche extra-scolastici, non inerenti in modo diretto il piano di studi di Hogwarts, tutto per favorire un Club di Musica che governava con forza la passione comune agli avventurieri di quel giorno. Si avvicinò di pochi passi all'amica, attendendo il momento giusto per infilarsi in una pausa fra una parte del discorso e l'altra, così da evitare disturbi di alcun genere. Con un occhiolino e un'espressione quasi ironica, ammiccando con divertimento, Oliver le fece i suo complimenti. Meritava ed era giusto che ne fosse al corrente. Fu verso Fred, suo migliore amico fin dal primo giorno in cui aveva messo piede al castello e di conseguenza in Sala Comune, che rivolse poi la sua attenzione, indicando l'ultima statua del Musicante di loro interesse.«Non ho idea di come si chiamino quei pantaloni. Non sembrano le calze della Signora Grassa?»commentò, il ricordo della Donna posta a guardia del loro usuale ritrovo tra le mura di Hogwarts impossibile da dimenticare, purtroppo. Abbozzò un sorriso, scartando l'ennesima caramella al miele per mandarla già in un altro unico boccone. Avrebbe dovuto limitare il suo peccato di gola, ma si era ripromesso di non finire tutto il pacchetto che aveva portato con sé quel giorno, convinto che condividere con gli altri quei dolci avrebbe fatto sì che il senso di colpa fosse meno pesante. Fu quasi strozzandosi, i piedi già sospesi dal suolo di qualche centimetro per via dell'effetto magico dei Pungiglioni di Celestino essiccato presenti nelle Api Frizzole, che si accorse dell'improvvisa apparizione di un Fantasma. Lo riconobbe come il musicista di cui avevano già parlato durante l'ultimo incontro del Club del The Wizard Voice, ma anche per la netta somiglianza con la statua alle sue spalle. Decise di non fare più commenti sarcastici né sugli indumenti intravisti in pietra né su altro che potesse offendere lo spettro, al contrario si guardò attorno alla ricerca di altri passanti.«Lei è il signor Händel?»chiese, l'emozione già crescente nel petto. Il premio di miglior ovvia constatazione andava ad Oliver Brior, ancora una volta.
♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
L’entità scoppiò in una sonora e piena risata nel vedere gli sguardi confusi e impauriti dei ragazzini. Reazione più che comprensibile, di certo non potevano aspettarsi un esordio del genere. Arrivare con determinate aspettative, desiderosi di conoscere un’istituzione del passato, e vedersi invece spuntare in cambio un acido fantasma non doveva essere un’esperienza gradevole. Ma lui non era diverso dalla sua Musica. Cosa lo differenziava dai suoi contemporanei? Nello stupire l’ascoltatore nei piccoli dettagli, scrivendo ciò che nessuno avrebbe mai pensato di ascoltare, il tutto nel sacrosanto rispetto delle regole. Alla fine il buon Händel non era persona cattiva; aveva solo passato una vita viziato dalla situazione facoltosa del Padre, obbligato a studiare Legge per compiacerlo e raggiunto la stabilità solo in quel di Londra. Il passato lo aveva ormai segnato in maniera indelebile, portando gli strascichi anche dopo la morte. Le cicatrici d’altronde non vanno via.
Rapidamente si spostò in direzione del simpaticone, che con estrema sagacia aveva intuito chi fosse. Allora quei dipinti gli avevano forse dato un briciolo di dignità in fondo! E dire che aveva passato la sua vita ad insultare i pittori della Famiglia Reale, a suo dire incapaci di tirar fuori il suo spirito, soffermandosi invece nel documentare scrupolosamente i suoi chiletti di troppo.
<< No, sono la fatina dei denti. >>
disse portando il viso a pochi centimetri da quello di Oliver, trasformando la mano in un paio di tenaglie e brandendole minacciosamente di fronte alle sue labbra.
In meno di un istante ricomparì a due passi da Violet, attratto dalle sue parole, la mano aveva riassunto le sue fattezze “naturali”. Era lei il Capobranco, era lei a dover avere il coraggio di riferire al Maestro, a giustificare il motivo della loro presenza al suo cospetto.
<< T…tu saresti…una violinista? Ma non mi dire. >>
Si sganasciò letteralmente dalle risate, cominciando a galleggiare nell’aria in orizzontale. Neanche la modestia era stata una sua grande qualità e, paradossalmente, poteva anche permetterselo. Händel non era stato solo un grande compositore, ma fin dalla gioventù aveva ricevuto da illustri Maestri l’insegnamento del violino, dell’oboe, del clavicembalo e dell’organo, di cui divenne abile esecutore.
Si ricompose alla richiesta di lei. Un po’ di compagnia non gli avrebbe fatto male, non sarebbe stato bello farli scappare via così presto. Annuì a seguito delle sue parole. Rimembrare qualche evento del passato lo avrebbe aiutato a tornare un poco piú umano.
<< Per prima cosa, però, narratemi cosa sapete di me. >>
Era molto interessato a capire come fosse mutata la percezione del suo personaggio e della sua musica nel corso dei secoli. Era riuscito a rendere le sue Opere e i suoi Messaggi liberi dalle catene del Tempo?
//La richiesta di Händel é chiara. Organizzatevi insieme, cercate informazioni, anche al di fuori della lezione tenuta sul Maestro. Vorrei che ognuno partecipasse, non solo con fatti, ma anche con opere di bene pensieri e riflessioni. I vostri sforzi saranno ripagati Scadenza: 12/10 ore 22.37
♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
Devo chiedere scusa se non è il post che il master si aspettava ma sono a letto con la febbre alta da un paio di giorni e da troppi che ci vado al lavoro e quindi non sono riuscita a produrre qualcosa di meglio!