| Sappi che dovrai essere preparatissima, allora: non accetterei mai un Cicerone senza conoscenze più che adeguate. Sembrava, però, che i suoi dubbi - per quanto si trattasse pur sempre di uno scherzo - fossero destinati a non avverarsi: sentendo parlare Megan, a Wolf sembrava di star passeggiando per le strade di Berlino, strade che tante volte aveva sentito raccontare da suo nonna. I bambini normali, la notte, ascoltavano la versione edulcorata delle fiabe dei Fratelli Grimm, a lui invece erano toccati i racconti di una città in piena guerra: chissà se avesse riconosciuto i luoghi della sua infanzia o se si sarebbe ritrovato nei panni del perfetto turista. Sentendo, però, le parole di Megan, preferì non dirle quanto già conoscesse di quella città, scegliendo invece di rilassarsi e godersi la voce della ragazza. La sua battuta era stata compresa - lei aveva riso, suscitandogli un sorriso sincero - e anche le sue opinioni sulla musica erano state ascoltate e, apparentemente, condivise. Ne sono felice. Era sincero, il fatto che Megan e lui fossero così in sintonia non mancava di stupirlo, ma al tempo stesso gli faceva piacere. * Wolfgang non riusciva a credere ci fossero tante persone a Londra, pur essendo estate: ovviamente bisognava considerare i turisti che, in qualsiasi mese dell'anno, assediavano la capitale del Regno Unito, ma forse si era abituato troppo ad Hogwarts e al numero, comunque contenuto, di persone che vi abitavano. Eppure, numero contenuto o meno, lui non conosceva neppure un quarto delle persone presenti e, forse, si stava privando di esperienze interessanti - belle - come era accaduto con Megan: non che avesse l'illusione che tutti fossero come lei, anzi, ma avrebbe dovuto impegnarsi a non essere così chiuso in sè stesso. Fidati di me, ti capisco benissimo: pensa che, da quando ho preso la mia prima Passaporta o anche solo la Metropolvere, non capisco come si possa viaggiare diversamente. Tutte quelle persone che si affaccendavano per andare da un posto all'altro, a lui sembrava che stessero svolgendo la celeberrima "Fatica di Sisifo": spingere un masso sopra una montagna, per poi lasciarlo cadere al suolo. E ricominciare. Come avrai intuito, mio padre è Tedesco. Babbano, come i miei nonni. Erano tornati a parlare dei loro genitori, un argomento un po' difficile per lui, ma che sapeva avrebbe dovuto affrontare se voleva conoscere meglio la sua interlocutrice. Non so molto sulla famiglia di mia madre. O su di lei, se devo essere sincero. Come ogni volta che parlava di Lei, Wolf aveva iniziato a giocherellare con la fede che portava al collo, pur non disturbando Megan, che stava ancora camminando a braccetto con lui. E la tua famiglia, invece?
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