Let it all go., For Wolfgang

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view post Posted on 10/9/2017, 14:37
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Ocean eyes.

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-“Ti basta sapere Wolf, che ti preferisco e basta!”- quelle parole uscirono senza un ragionamento logico dietro, irrazionali, pure, impulsive. Si era rassegnata ormai al fatto che non riusciva a pensare a cosa dire e cosa fare nonostante i suoi sforzi a volte validi, ma la maggior parte delle volte caduti nel più totale fallimento.
L’espressione giocosa sul volto del ragazzo la fece ridere, una risata sincera e coinvolgente –“tu non sei normale!”- affermò prendendolo in giro, quel che più la impressionava era vedere come ciò che faceva veniva apprezzato e seguito senza troppe difficoltà dal giovane, ed era qui che vedeva quanto era visibile un contatto profondo tra di loro, bisognava scavare ancora molto ma le basi aiutavano di gran lunga a reggere il peso delle loro emozioni, senza crollare.

-“Per la precisione ottantotto: 52 bianchi e 36 neri, i bianchi rappresentano le note che vanno da “do” a “si” mentre i tasti neri sono le alterazioni chiamate note bemolli o diesis”- spiegò al ragazzo che volgeva lo sguardo perplesso allo strumento.
Quando lo vide sedersi sullo sgabello e chiederle cosa avesse dovuto fare si lasciò sfuggire un sorriso, lo aveva convinto e la sensazione di avere un certo controllo su di lui la rilassò –“Se mi fai un po’ di spazio mi siedo accanto a te!”- si avvicinò al giovane e si accomodò alla sua sinistra e prima di concentrarsi sullo strumento lo guardò per un istante, il contatto era così maledettamente bello da percepire che se tutto sarebbe scomparso improvvisamente attorno a loro, non se ne sarebbero accorti minimamente.
-“Allora, ti faccio fare qualche accordo in 4/4 e fidati non è difficile, la base classica lo è ma già sapere gli accordi è un grande passo avanti!”- posizionò le mani sullo strumento –“Devi chiudere le dita come se avessi una palletta da stringere, non con forza ovviamente, le mani devono essere rilassate!”- cercò di guidarlo il più possibile verso la posizione giusta, sfiorando le sue dita e posizionandole bene sulla tastiera –“il “do” parte da qui dove sono i due tasti neri, quindi se vai avanti avrai il “re” poi il “mi” e così via fino al “si”, poi ricominci”- premette i tasti l’uno dopo l’altro creando la scala di “Do” quella più semplice e intuitiva, la fece poi ripetere al ragazzo.
-“Ora che sai dove sono le note, ti faccio fare qualche accordo”- fece una pausa –“Ok, ci sono… facciamo l’accordo di Do maggiore, è importante sapere che l’accordo è una sovrapposizione di terze il che vuol dire che si forma sovrapponendo ad un qualsiasi grado o suono della scala, una nota si e una no della scala stessa.”- volse lo sguardo per vedere se Wolfgang fosse attento alle sue parole, erano solo delle spiegazioni base –“Se dovessi quindi fare l’accordo di Do maggiore, premerai Do/Mi/Sol insieme... ti ricordo un tasto si uno no, partendo dalla nota che da dome all’accordo”- premette i tasti insieme son la mano destra –“Con la mano sinistra premi solamente la nota che da nome all’accordo”- mise in pratica ciò che aveva spiegato, mostrandolo al giovane –“Ricorda hai 4 tempi in questo caso, quindi dovrai premere le note per 4 volte!”- portò poi le mani sulle gambe, lasciando libera la tastiera –“Prova a fare l’accordo di Do, poi Fa e poi Sol... sempre in 4 tempi!”- mise alla prova l’attenzione del ragazzo alla sua spiegazione, certamente era una base, il pianoforte essendo uno strumento molto difficile richiede tempo e dedizione e quelle dritte erano solo l’inizio per rendere un approccio semplice e facilmente comprensibile.
-“Wolf, questa è la base, non credere sia facile anzi... nemmeno mi sento in grado di darti spiegazioni ulteriori in merito ma vorrei sentirti suonare un po’! Ci sono tanti modi per suonare dare ritmo e melodia…”- confessò con sincerità –“Tu quale strumento studi? Non ricordo se me lo hai detto!”- chiese.

Quello era un momento magico, la musica accompagnava le sensazioni che i due ragazzi provavano l’uno per l’altro, faceva da sfondo ad uno scenario che sembrava fosse un sogno dalla quale bisognava svegliarsi da un momento all’altro. Il leggero venticello, i suoni della natura e degli uccelli che cantavano erano un’aggiunta a quello che era a tutti gli effetti un momento magico, ma senza incantesimi di alcun genere. A volte l’emozione pura e vera è l’incantesimo più naturale che esista, senza bisogno di formule o inflessioni particolari.
Purtroppo giungere alla fine di quella giornata era per Megan una coltellata in pieno petto. Si sentiva fortunata di aver potuto condividere in una sola volta tutte quelle sensazioni ed emozioni meravigliose, cosa aveva fatto per meritarsi una giornata così?





 
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view post Posted on 10/9/2017, 20:13
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Secondo Anno

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L'ennesima confessione di Megan a confermare che qualsiasi sentimento, qualsiasi confusione avesse in mente lui era perfettamente ricambiato dalla ragazza - anzi, aveva quasi l'impressione che lei avesse più sicurezza, più comprensione di quello che stava accadendo tra loro e, sinceramente, ne era un po' invidioso. Lei lo confondeva, abbatteva tutte le difese e lo lasciava spoglio sotto il suo sguardo tanto intuitivo: eppure, come una falena attratta da una fiamma, Wolf era certo di essere stato stregato da lei, l'avrebbe seguita ovunque.
Mi adeguo alla compagnia: sono tanto normale quanto te, scherzò Wolf, adeguandosi allo scherzo della ragazza.
Come se non aspettasse altro che una sua domanda, Megan si mise a spiegargli i tasti presenti sul pianoforte, stupendolo per l'ennesima volta con il suo entusiasmo: lei gli chiese di fargli spazio sullo sgabello, cosa che lui si affrettò a fare, godendo della loro vicinanza - il suo piano "geniale" per passare altro tempo con lei aveva funzionato, anche se ora doveva capire come fare a suonare quello strumento enorme. Apparentemente avrebbe dovuto suonare qualche accordo in 4/4 - qualsiasi cosa volesse dire - ma per prima cosa Megan gli mostrò come tenere le mani sulla tastiera e la posizione delle note, per poi fargli suonare una scala: cercò di fare del suo meglio per imitare la ragazza, ma solo lei avrebbe potuto giudicare il suo operato.

Come sto andando professoressa?
Si sentiva un tantino frastornato dalle informazioni che lei gli stava fornendo, ma stava impegnandosi per cercare di comprendere tutto quello che gli stava dicendo: più che altro, cercò di concentrarsi sul movimento delle mani di Megan per poterlo imitare al meglio - e non era nemmeno così tanto sicuro del risultato.
Che voto mi daresti?
Sarebbe toccato alla ragazza esprimere un parere in merito e, in quel momento, alzando gli occhi per osservare quelli di lei, sentiva il cuore battere all'impazzata - era stranamente coinvolto in quella pazza avventura e non avrebbe voluto sfigurare di fronte a lei. Alla sua domanda, però, dovette abbassare lo sguardo, sentendosi un po' imbarazzato.
Dovrei, vorrei risponderti che suono il violoncello: devo ammettere, però, che non so ancora suonarlo. Violet mi sta insegnando adesso le basi della musica, poi mi insegnerà a suonare: purtroppo mio padre non mi ha permesso di studiare musica, quindi ho dovuto arrangiarmi.
Non voleva giustificarsi, anzi nell'ultima parte del discorso si sarebbe potuto ascoltare un filo di orgoglio e arroganza: si era trovato un lavoro e con i soldi di quello stava finanziando la sua passione per la musica, ma a volte avrebbe voluto essere allo stesso livello degli altri partecipanti al Wizard's Voice.
 
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view post Posted on 11/9/2017, 00:34
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-“Mooooolto bene, vedo che sei molto attento e che questo studente così squattrinato poi tanto non sei!”- strizzò l’occhio al giovane, era felice che aveva ascoltato ogni sua singola parola e, seppur con qualche difficoltà, messo in pratica ciò che nell’istante aveva appreso –“Ti do una E--, potresti migliorare e prendere anche una O sono sicura!”- rise, poterlo prendere in giro con così tanta disinvoltura era rilassante.
Quando Wolfgang rispose alla sua domanda riguardo lo strumento che suonava, sul volto le si creò un velo di amarezza –“Sarai sicuramente un bravissimo violinista, di questo ne sono certa...i tuoi sacrifici, nonostante le porte in faccia, diventeranno le tue soddisfazione Wolf!” gli aveva dato conforto si sentiva toccata dalla sua storia fin dal principio, non voleva di certo tornare sull’argomento ma i fatti non potevano essere altrimenti. Quel ragazzo aveva una storia dentro, un po’ come tutti, ma la sua era diversa, la sofferenza la si poteva percepire nei suoi occhi spenti e il suo sguardo, a volte cupo, che le lasciavano leggere un velo di tristezza nonostante la volontà del giovane di nasconderla. Mentre pronunciava quelle parole lo guardava negli occhi ad un distanza troppo pericolosa –“Poi io vorrei sentirti, sai a me gli archi piacciono da morire e in quello sono negata!”- sorrise, poi per evitare qualsiasi passo falso, si alzò in piedi allontanandosi dal giovane serpeverde –“Credo che sia ora Wolf, dobbiamo andare!”- affermò con un filo di voce, sperava di non far finire tutta quella magia in quell’istante, ma doveva, era tardi.
Le ore erano passate veloci e ormai era giunto il momento di tornare a casa, se avesse potuto bloccare il tempo lo avrebbe fatto senza alcuna esitazione, Wolfgang l’aveva psicologicamente e fisicamente rapita e nonostante l’incessabile controllo delle emozioni, lei più volte era caduta nella confusione più totale mettendo a nudo se stessa, scoprendosi senza porre difese a proteggerla.
Era certa che il giovane se ne fosse accorto più volte; i loro gesti erano stati una conseguenza dipesa dai loro gesti stessi.
Lo avrebbe rivisto, ma quando? Quanto tempo sarebbe passato? Avrebbe sopportato i suoi pensieri fino a quel momento? Questo non lo sapeva, ma era certa di voler aspettare.
-“Ti ringrazio per aver condiviso questa “strana” giornata con me, in positivo ovviamente”- gli sorrise –“la cosa che mi consola, in questo momento, è quella che presto ci rivedremo!”- continuava a fissarlo lasciando uscire le parole senza freni –“E ovviamente mi farai sentire qualcosa con il tuo violoncello, va bene?” – l’amarezza prendeva il sopravvento e Megan in quell’istante aveva voglia di fuggire *non un emozione in più, niente di niente signorina!* ripeteva dentro di sé
-“Io sono molto vicina da qui, tu dovrai fare parecchia strada!”- aggiunse, non riusciva proprio a dire quel “ciao” maledetto, ci girava attorno.
-“Però potresti accompagnarmi fino al ponte e prendere la metro no?”-
*Ecco brava! Non dovevi andartene da sola per conto tuo? Ma cosa ti dice il cervello!*
scosse la testa per togliere tutti quei pensieri e regalò un sorriso al giovane allungandogli la mano, sperava tanto nella sua compagnia, anche per quei restanti pochi metri.







Edited by Megan M. Haven - 11/9/2017, 02:42
 
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view post Posted on 11/9/2017, 13:32
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Secondo Anno

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Credo che questo sia il voto più basso che io abbia mai preso da quando ho iniziato Hogwarts.
Nonostante il tono che somigliava quasi a un lamento, Wolfgang era abbastanza soddisfatto da come era andata con il pianoforte: non sapeva se fosse riuscito a sorprendere Megan con le sue - inesistenti - abilità da musicista, ma sembrava che non fosse stato così pessimo come aveva temuto. Non poteva rispondere alle rassicurazioni della ragazza, proprio non poteva, ma le rivolse un sorriso un sorriso grato: era sicuro che non appena avesse avuto le capacità di suonare il suo violoncello, tutti i suoi sarebbero stati ripagati, ma fino a quel momento sapeva anche avrebbe dovuto ingoiare qualche rospo e impegnarsi per raggiungere quel risultato - non era un problema, però, aveva imparato già da tempo che nulla in quel mondo veniva regalato: tutti avevano uno scopo, tutti avevano un prezzo.
Dovrai aspettare il via libera di Violet prima di sentirmi suonare, temo: al momento mi sta insegnando a leggere le note, quindi non posso assicurarti nulla.
Quando, però, Megan gli ricordò che fosse ora di andare a casa, Wolfgang sapeva di non poter comprare altro tempo così come aveva fatto con il pianoforte: era il momento di salutarla, anche se l'idea non lo allettava per nulla - dal tono di voce della ragazza sembrava che neppure a lei piacesse l'idea. Sapeva di aver passato una giornata più unica che rara, sapeva che la connessione con Megan era qualcosa di ancora più particolare, che quasi sicuramente non si sarebbe rotta solo perché da lì a poco avrebbero dovuto salutarsi: tuttavia, non poteva nascondere che il pensiero gli procurava non pochi fastidi.
Hai ragione, è ora di andare.
Si alzò con un sospiro dalla sua postazione al pianoforte, sebbene in quel momento proprio non aveva alcuna intenzione di andarsene da Whitehall o di salutare Megan: doveva trovare il modo per passare ancora un po' di tempo insieme a lei o, almeno, di strapparle la promessa di rivedersi ancora - le vacanze erano appena iniziate e lui non aveva intenzione di aspettare che ricominciasse Hogwarts e gli incontri al Wizard's Club per vederla ancora.
Sono io a doverti ringraziare: non solo hai completamente sconfitto la mia noia, ma mi hai anche fatto scoprire posti bellissimi e buonissimi, ricordi?, gli rammentò il ragazzo, dopo aver ascoltato i suoi ringraziamenti, Sono in debito con te: chiedi e ti sarà dato - prometto che appena avrò imparato a suonare, sarai caldamente invitata ad ascoltarmi.
Ascoltando la richiesta della ragazza, Wolf faticò a nascondere un sorriso soddisfatto: sebbene anche lei avesse ammesso che casa sua non distasse molto dai Giardini di Whitehall, in questo modo lui aveva la possibilità di rimandare, anche se di poco, i saluti - inoltre, avrebbe colto due piccioni con una fava: avrebbe passato altro tempo con Megan e avrebbe approfittato della metro per tornare a casa con il minimo sforzo possibile.
Stavo appunto pensando di prendere la metropolitana: accompagnarti a casa non è affatto un problema per me!
 
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view post Posted on 12/9/2017, 23:42
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Le parole del ragazzo abbracciarono il cuore di Megan, che in quell’istante le batteva violentemente contro il petto –“Ed io non vedrò l’ora di poterti sentire!”- confessò.
Le parole uscivano senza alcuna paura dalle sue labbra, in quel momento poteva sentire la sua vulnerabilità manifestarsi senza alcuna esitazione; le mani fredde premevano contro quelle di Wolfgang, calde e delicate, strette in una leggera morsa. Avrebbe voluto non doverle lasciare, non ancora. La strada era troppo breve, avevano condiviso tanto in quel giorno e l’idea di poter condividere di più ma solamente dopo l’estate, che era appena iniziata, faceva impazzire la giovane corvonero che avrebbe voluto sentirlo anche domani e l’indomani ancora.
-“La vista è sempre bella qui!”- Camminavano lungo il marciapiede sotto il viale alberato, alla loro sinistra il fiume scorreva lentamente e il London Eye, dall’altra parte della sponda, si mostrava tutta la sua mole. Davanti a loro il Parlamento distava qualche metro, pochi minuti ancora e sarebbero giunti al ponte.
-“Io ho una cosa per te!”- si voltò verso il giovane serpeverde con il sorriso di chi sapeva ciò che avrebbe voluto fare di lì a poco –“diciamo che voglio metterti alla prova Mr. Wolfgang!”- continuò –“Ma prima dobbiamo arrivare al ponte!”- concluse; sperava di aver destato curiosità nel suo interlocutore, aveva adottato l’arma del “ti do qualcosa se fai il bravo” in una maniera diversa, seppur avendo lo stesso significato.

**
La vista del Parlamento di Londra era sempre quello spettacolo che non poteva non togliere il fiato, persino lei che era abituata a quella visione ogni giorno non smetteva mai di stupirsi di fronte a quella struttura; per non parlare della vicina Westminster che con la sua facciata ammaliava chiunque la guardasse, come un Sapera con i suoi serpenti.
Giunti all’inizio del ponte, Megan sentiva la pressione addosso, di chi deve fare una cosa ma non vorrebbe affatto. Dovevano separarsi.
-“Dunque...”- schiarì la voce, poteva sentirla tremare appena –“Ho deciso di darti questo…”- lasciò la mano di Wolfgang e si posizionò davanti a lui –“sei messo alla prova, e se da brava serpe che non ama perdere, riesce a superarla, allora possiamo parlarne”- rise divertita.
Con delicatezza sollevò il braccio sinistro: un braccialetto di cuoio nero le fasciava il polso, tirò i fili che tenevano unite le due estremità e con velocità lo sciolse prendendolo con la mano libera.
–“Ecco, te lo do in prestito!”- prese i due lembi con entrambe le dita, allargando il bracciale –“Su, dammi il polso!”- ordinò.
Con le mani che le tremavano appena, riuscì nell’impresa poi staccò le dita dai lacci e strinse il palmo di Wolfgang; un velo di imbarazzo si lesse sul viso della giovane che, senza troppi indugi, spiegò la motivazione di quel gesto –“Se ho saputo vedere bene su di te, quando ci rincontreremo lo avrai ancora... se così non sarà, è stato bello poter vivere questo giorno che sicuramente non dimenticherò!”- schietta, fredda e sicura di sé, confessò in parte ciò che quel giorno aveva provato, senza vergogna alcuna, sperava solamente che il ragazzo apprezzasse il suo gesto.
-“Ciao Wolf, allora a presto... vedi che ci conto!”- lasciò la sua mano e con un sorriso dolce lo salutò.

Voltandogli le spalle, Megan proseguì per la sua strada con la speranza che il ragazzo conservasse con cura quello che lei gli aveva donato: una giornata ricca di emozioni e un bracciale a coronare il tutto come ricordo.

“So che ci sarai…”






 
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view post Posted on 14/9/2017, 14:04
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Così non vale: dobbiamo davvero arrivare fino al ponte?
Wolfgang ascoltò le nuove parole di Megan, incuriosito ma confuso: si erano appena conosciuti, cosa poteva avere la ragazza da dargli e per quale motivo stava parlando di metterlo alla prova? Un attimo prima stavano camminando in direzione di casa della ragazza, lungo il viale alberato, il fiume alla loro sinistra, mano nella mano, commentando la vista, un attimo dopo lei dichiarava di volergli donare qualcosa, ma solo quando fossero giunti al ponte: in poco tempo Megan aveva compreso che la curiosità era un suo grande difetto e la stava sfruttando a suo piacimento - doveva ammetterlo, in quel momento non solo era incuriosito , ma era anche intrigato dal suo comportamento.
*
Quando arrivarono in prossimità del Parlamento e dell'Abbazia di Westminister, Wolfgang non potè evitare di ripensare alla gita cui aveva partecipato quell'estate insieme al Wizard's Voice - l'inglese di Händel era davvero pessimo! Stava appunto per parlare di quell'esperienza a Megan, per raccontarle quanto fosse bello l'interno dell'Abbazia, quando si accorse che, con il loro camminare, erano finalmente arrivati in prossimità del ponte presso il quale si sarebbero dovuti separare: non voleva affatto giungere a quel momento, ma entrambi avevano già cercato di rimandare la separazione il più a lungo possibile e prima o poi avrebbero dovuto salutarsi. Inoltre, era giunto il momento in cui Megan avrebbe dovuto finalmente rivelargli cosa avesse deciso di dargli e, tutto sommato, era davvero incuriosito dalla faccenda.
Oh, hai perfettamente ragione - io non amo perdere.
Non riusciva a capire cosa avesse in mente: adesso Megan era di fronte a lui, che parlava di prove e - oh. Sembrava che la ragazza avesse deciso di fargli dono - o meglio, di dargli in prestito - il braccialetto di cuoio che aveva indossato per tutta la giornata: glielo legò al polso, spiegandogli che avrebbe desiderato che lui continuasse ad indossarlo e, se la volta successiva in cui si sarebbero rivisti, lui l'avrebbe indossato ancora, allora lei avrebbe capito che quello che era successo durante quella giornata era stata reale per entrambi.
Continuerò ad indossarlo e farò ben attenzione a non rovinartelo, te lo prometto.
Dopo aver pronunciato quelle parole, non potè far altro che osservare la ragazza dargli le spalle e allontanarsi in direzione della propria casa, senza più voltarsi: rimase a guardarla fino a quando non sparì dalla sua vista - lui aveva una metropolitana da prendere.


-fin
 
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