| -Esattamente, Serpeverde, come tutti in famiglia. Avrà forse avuto l'onore di conoscere mia cugina Aryadne? Lei è decisamente più famosa di me in quella scuola. Più rossa, più alta, un po' più fragile a mio avviso.- L'uomo sorrise, il suo intuito l'aveva premiato ancora una volta, la ragazza aveva parlato di una cugina Aryadne Cavendish, Serpeverde anche lei, "Più rossa, più alta, più fragile a mio avviso." tuttavia l'uomo non ne aveva memoria. «Temo di non averne memoria, quanti anni ha vostra cugina?» Poi infine lei rispose alla sua domanda retorica con un altra adulazione. - Chi credo che lei sia? .. credo che lei sia un ottimo partito. - Il ventisettenne sorrise nuovamente a quel complimento ma con tutto il garbo e la dolcezza possibile le replicò in modo fermo. Si fermò di fronte a lei, posando la propria mano sinistra sulla spalla destra della ragazza. «Miss Cavendish, mi duole dirvi che l'ottimo partito di cui state parlando è già legato a qualcuna. Sono sposato e sono anche padre di due meravigliosi gemelli, una femmina ed un maschio. Vi ringrazio per le attenzioni e le lusinghe ma spero che voi possiate comprendere il fatto che non posso, ne voglio, incrementare quest'infatuazione che voi provate nei miei confronti. Non mi fraintendete, siete bellissima e con una famiglia di rispettabili purosangue alle spalle, avremo come minimo dieci anni di differenza. Non posso esser quello che voi cercate in me ma posso esservi un leale amico, un confidente e persino un aiuto per la Scuola ma non quello che mi chiedete.» Lo sguardo velato da quella mestizia solita che si usa avere nel dare certe notizie scomode. La ragazza lo informò della sua tragica situazione familiare e il ventisettenne si sentì un verme ad aver chiesto una cosa che per lei poteva essere ancora fonte di dolore. «Perdonate, non avevo idea. Mi dispiace per quello che avete dovuto passare.» La ragazza tuttavia nonostante il tragico lutto era contente di annunciare che la proprietà di fronte a loro era di sua proprietà. Vath Remar si voltò, senza rendersene quasi conto, parlando e camminando al tempo stesso erano arrivati alla residenza di Cassie. Sorrise al vedere che anche per gli elfi domestici aveva ripugnanza. -Sir, temo che siamo quasi arrivati, quindi se vuole scappare è questo il momento.- Proferì la ragazza con tono scherzoso, tono che da un lato divertì il ventisettenne ma dall'altra lo irritò perché metteva in dubbio la sua parola. «Cassia Cavendish non scapperò, vi ho dato la mia parola che accetterò di buon grado il drink che voi, così gentilmente, mi offrirete.» Le disse con un sorriso ammonendola leggermente con il proprio tono.
Edited by Vath Remar - 7/8/2017, 00:31
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