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| Poche cose davano fastidio all'imperturbabile e cordiale ventisettenne che stava seduto di fronte a Cassia. L'essere interrotto, in primo luogo, era una cosa che detestava. Non che amasse ascoltare il dolce suono della propria voce, beh essendo onesto con se stesso forse leggermente si, ma più che altro per il fatto che le proprie parole così spese per offrire un prezioso consiglio venissero considerate quanto delle perle date a porci. Fortunatamente la signorina Cavendish, anche se scalpitava nel dare una risposta all'uomo, ebbe l'accortezza di non interromperlo senza lasciare che il silenzio cadesse nella stanza, partendo a razzo con una visione diversa da quella del ventisettenne. L'auto commiserazione era la seconda cosa che Vath, ascoltando le parole della ragazza, percepì nella sua risposta, abituato a farsi strada con la forza del proprio cervello, la sua dialettica e, a detta di sua moglie, del proprio savoir faire chi si abbandonava all'autocommiserazione forse si meritava le proprie sfortune. La ragazza, tuttavia, era giovane e quel pensiero non lo sfiorò nemmeno per un istante. Aveva perso un genitore, la madre era scappata con lo zio e lei aveva dovuto fare i conti con una vita che sarebbe dovuta ancora rimanere estranea ad una ragazza di soli quindici anni. Odiava anche chi si rifugiava nell'alcol ma la giovane Cassia ne era scusata, sola, senza nessuno per tanto tempo a gestire il proprio patrimonio. Posò il bicchiere di Burrobirra passandosi la lingua sui denti superiori irritato, senza prendere sorsi del liquido, rispondendole tuttavia con la solita affabilità che lo contraddistingueva, cercando di farle comprendere il proprio punto di vista senza tuttavia imporlo. «Certo che non dovrebbero crescere in solitudine Miss. Infatti non ho affermato quello, ho solo detto che dovreste far tesoro di questa solitudine per comprendere che voi, Cassia Cavendish, non avete bisogno di nessuno per elevarvi al di sopra della media. La differenza c'è tutta, da quello che mi avete detto sono gli altri ad essersi disinteressati a voi, voi siete rimasta la stessa ragazza curiosa, piena di quella sete di conoscenza di cui mi avete parlato. Avete difficoltà a trovare il vostro equilibrio? So di essere un estraneo per voi, ma se in un qualche modo il mio aiuto potrà garantirvi l'equilibrio e la stabilità necessaria per ritornare a scuola avresti tutto il mio appoggio. In fondo come vi ho detto siamo Maghi, siamo sempre meno e bisogna aiutarsi a vicenda.» Accavallò la gamba sinistra sulla destra, cambiando posizione, la destra se la sentiva addormentata a causa della posizione scomoda. Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”
“ La conoscenza è potere. ” | |
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