♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
Madre Roy non avrebbe sicuramente approvato, no. Se si concentra, può avvertire il disappunto persino da li, chilometri di distanza lontano da casa. Sa che lo saprà prima o poi, non sa come, quando o per mano di chi avverrà ma succederà, magari tramite il famoso uccellino, il super potere, il radar che tutte le madri hanno e che gli permette di scoprire, prevedere e conoscere tutto, prima che ciò accada. Il Testa di Porco non è di certo il pub in cui ci si aspetterebbe di vedere una ragazzina lavorare, non ha fronzoli, non ha merletti. E' aspro, crudo e rugoso proprio come gli odori che si sprigionano dalla cucina, il legno scuro e consumato degli sgabelli e i pochi astanti con i pensieri che affogano nel cibo e nelle bevande. |Un occhio di bue dentro l'animo.| Clienti strani ed esuberanti. Cammina agile e veloce, leggera come una piuma. Non guarda indietro, non indugia, non si ferma. Non vi è timidezza, quella ha deciso di lasciarla per i momenti speciali. Il suo passo consapevole va avanti, inesorabile, attraversa il locale, oltre i tavoli vuoti e quelli occupati, gli sguardi perplessi e curiosi. Ciò che le fa battere furiosamente il cuore è l'incognita del non sapere con chi lavorerà e le mille domande che le affollano il cervello|ci andrò d'accordo? andrò bene? sarò brava? e se faccio schifo? e se già al primo giorno rompo qualcosa? e se con quel qualcosa che si rompe uccido accidentalmente qualcuno?| Scuote la testa e prende un grande respiro, come se tutto l'autunno le dovesse esplodere dentro. Al bancone non vi è nessuno se non una ragazza. Non riesce a vederle il viso però capisce che è giovane, solo il grembiule che indossa suggerisce il motivo della sua presenza li. "Mi scusi... Scusami.. sono qua per il lavoro da garzona. Arielle Roy, piacere"non sa se darle del tu o del lei, entrambi eccedenti, in quella situazione, nella familiarità perchè non si conoscono o nel formalismo visto l'età che le avvicina.
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Stringe la mano che le è stata valorosamente porta. Inclinando la testa di lato pensa che quella ragazza lei se la ricorda, è la sua prefetta. Sapere di poter fare affidamento su una persona proveniente dalla sua stessa casata la rincuora, la fa sentire più sicura, nonostante non la conosca e non sappia niente oltre a quello che vede. Le informazioni sono poche e chiare: servire e non creare guai nel locale. Il perdersi in poche chiacchiere tra una faccenda e l'altra le sembra stampato tra le righe in modo indelebile.
«…non so, hai qualche domanda in particolare?»
Per un po’ continua a guardare Violet senza parlare. Si sente quasi in colpa per non averne di queste famose domande. Una maleducata che dimostra poco interesse per il lavoro che andrà a fare. In realtà sa che le domande ci sono ma ancora se ne stanno ben nascoste, troppo timide per poter uscire. Appena prima che il silenzio le faccia cadere nell'imbarazzo, Arielle prende coraggio, apre la bocca"Penso che le domande mi verranno man mano"risponde. L'occhio le cade sui menù sparsi sul bancone, alcuni sono rovinati, l'inchiostro sbiadito dalle macchie, gli angoli sfaccettati. Probabilmente la sua nuova collega se ne stava occupando prima del suo arrivo. Si toglie la giacchetta, la piega con cura e l'appoggia su uno degli sgabelli, sedendovisi sopra. Prima però tira fuori due caramelle alla fragola, dii quelle gommose e coloratissime che ti lasciano il sapore ovunque. Allunga la mano con il palmo ben aperto, al centro il dolcetto fiero come segno di amicizia. "Posso aiutarti?"
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