Surrounded., Per Francis

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view post Posted on 7/8/2017, 22:43
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Ocean eyes.

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Hyde Park - London



BeKQ0fO

Era un giorno come tutti gli altri giorni d'estate, il sole splendeva e il tepore dei suoi raggi riscaldava appena, ogni cosa che toccava. Londra era piena di turisti che, affascinati dalla sua maestosità, si preparavano con pose e sorrisi a scattare foto senza nessuna tregua.
Megan quella mattina era uscita presto, erano a appena le 8:00.
Una passeggiata per schiarire lei idee nell’Hyde Park, poco distante da casa sua.
Camminava decisa, a farle compagnia c’era la musica che non doveva mai mancare se non aveva tra le mani un libro. Era serena. Probabilmente uno dei periodi più belli della sua vita nonostante i numerosi pensieri. Nella strada, molti negozi erano ancora chiusi, altri stavano aprendo. La vita lì non poteva mai essere tranquilla; le metropoli sono un continuo andare e venire di gente che non permette di poter trovare la propria tranquillità. Bisogna essere abituati e Megan lo era. Amava il caos, proprio perché lei nel caos ci viveva da sempre, trovava se stessa e non badava a ciò che aveva intorno.

Londra la sua amata città.

Quando arrivò di fronte all’entrata del parco, quest’ultimo era ancora vuoto, Megan si godeva la sua maestosità: i grandi alberi verdi ,che con il venticello, si esibivano in una danza piacevole alla vista, i suoi abitanti che cantavano, gli scoiattoli che correvano felici e la distesa di prato verde che si mostrava in tutto il suo colore verde brillante. Era ancora umido, Megan poteva sentirlo dall’odore della terra e alla vista della rugiada sui filamenti di erba, che incontrava nel suo percorso.

Si era concessa un altro giorno tutto per se, ne voleva godere a pieno.




Edited by Megan M. Haven - 8/8/2017, 01:13
 
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view post Posted on 9/8/2017, 09:26
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Londra, che bella città, Francis difficilmente girava per le strade di quella grande capitale, non amava il caos che si creava e in quei giorni festivi voleva godersi il relax standosi accoccolato tra le braccia di Morfeo, ma quella giornata non era così.
Francis, sveglia dai che stamattina ti porto a Londra.
Eccola lì la botta in fronte che non voleva, la madre l'aveva chiamato di prima mattina per portarlo con sè a Londra, a fare shopping.
Portarlo con sè era una parola grossa, l'avrebbe lasciato in qualche parco, come al solito, a vagare mentre lei era intenta a sperperare qualche cosa di soldi portati a casa dal padre.

Vabbene.
Sbuffò e si alzò dal letto.
Lo guardava con aria rammaricata, voleva dormire, almeno un altro paio di giornate, nemmeno ore, proprio giornate ma no, doveva andare a fare "shopping", che poi sto shopping a che cosa servisse?

----
Arrivarono a Londra, la madre guardò Francis le diede un bacino in fronte con fare molto da cocca,
cosa che non era da lei, e lo salutò.

Ci vediamo più tardi, tu vai a fare un giro in quel parco lì.
Il parco lì era riferito a ciò che avevano a pochi metri di distanza da loro, l'Hyde Park di Londra, uno dei più antichi parchi reali di Londra.
Per diverso tempo quel parco, nell'antichità, fu una riserva di caccia per i reali, dove si divertivano a inseguire dei poveri cervi, o volpi, per solo scopo di divertimento.
L'entrata era enorme, tre colonne incredibilmente grandi che in passato lasciavano entrare le carrozze dei reali.
Francis guardava tutto con estrema cura e sorpresa, non aveva mai visto niente di simile, aveva la testa tra le nuvole letteralmente, il capo volto in sù e guardava la sommità di quell'entrata.
Camminava senza nemmeno sapere dove mettesse i piedi, andando così a sbattere contro una ragazza che era ferma lì.

Ops... scusa...
Si limitò a dire, sperava di non aver urtato nessuno che potesse arrabbiarsi, la voglia di litigare non era in Francis e il sonno quella mattina faceva ancora effetto.



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view post Posted on 12/8/2017, 07:51
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Immersa nei suoi pensieri Megan camminava lentamente, seguendo il viale alberato. Si guardava attorno e si godeva l'aria fresca che accarezzava la sua pelle.
Aveva programmato tutto: passeggiata e relax tutto per lei poi, supermercato per prendere ciò che la madre le aveva chiesto e in seguito tornare a casa.
Tra la sua folta chioma bruna, aveva poggiato delle grosse cuffie bianche, collegate al suo cellulare. Ascoltava la musica ed era a contatto con la natura, il mix di emozioni adatto a lei.

Mentre proseguiva lungo la strada, un ragazzino, immerso nel suo mondo, andò a sbattere contro di lei, scusandosi all'istante. La reazione della ragazza fu immediata e impulsiva -"ma che diamine!"-esclamò infastidita.

Quando si voltò, alla vista di quella figura, Megan provò dispiacere per la reazione che aveva avuto un attimo prima, non aveva intenzione di essere scortese, soprattutto con un ragazzino più piccolo di lei -"Tranquillo, non è successo niente!"- gli sorrise.
Si guardò attorno, con fare interrogativo, poi chiese -"Ti sei per caso perso?"-
Un bambino all'interno di un parco pubblico, da solo, le sembrava strano.

*Ci mancava adesso... Se si è perso non posso mica lasciarlo così, qui da solo!* pensò.


 
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view post Posted on 13/8/2017, 10:36
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L'impatto non fu dei peggiori, per fortuna non andai a sbattere contro qualcosa di cattivo oppure peggio qualcuno che avrei fatto cadere con una spallata.
Non ero certamente dei più grossi, e la ragazza con cui andai a scontrarmi sembrava più grande di me.
Uno sguardo, ancora non sembrava girarsi per guardarmi e la sua prima esclamazione fu "ma che diamine!"
Potevo capirla, se qualcuno ti sbatte contro senza alcun motivo un pò deve farti arrabbiare.
Si voltò, poi, sorridendomi, un solo pensiero passò per la mia testa.

*Sicuramente le avrò fatto pena, crederà che io sia un piccolo vagabondo perso tra i meandri di Londra.*
"Ti sei per caso perso?" Eccola, come previsto, vedere un bambino molto piccolo in giro per un parco tanto grande in una città come Londra fa subito pensare che si è persi.
*Ah questi babbani così prevedibili nei loro pensieri, con le loro tecnologie babbane.*
Eh si, notai le cuffie nelle orecchie della ragazza, non ero il solo perso tra i meandri delle nuvole, anzi anche lei non sembrava molto attenta a ciò che poteva succederle intorno, ma era così, il parco tende a farti rilassare e a non pensare ad un cretino che può finirti addosso.
Ma no, non mi sono perso.
Mi ero perso?
Non sapevo nemmeno io, ma meglio non farlo notare, in fin dei conti, era si la mia prima volta lì ma ero più perso tra le bellezze che poteva suggerire il parco.

E' solo la mia prima volta in questo parco, non sono molto abituato a girare per Londra, il mio paesino è piccolo e passo le giornate a casa.
Perchè mi stavo giustificando?
Perchè lo stavo facendo?
Per fortuna non sparai nulla fuori luogo, non sapevo con chi stavo interloquendo, poteva essere un mago come poteva benissimamente essere una babbana, eravamo a Londra si può incontrare chiunque e meglio tenere la bocca chiusa su molte cose qui.



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Boh, da stamattina mi va in prima persona, vediamo! :fru:
 
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view post Posted on 16/8/2017, 21:32
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-“E di dove sei?”- chiese Megan dopo l’affermazione del ragazzino. Non era ancora del tutto convinta che le stesse dicendo la verità, nel dubbio, cercava di saperne il più possibile per un eventuale aiuto.
-“Comunque anche se non ti fossi perso, non credi che questo immenso parco, non sia adatto a dei bambini?!”- continuò, con tono severo.
Megan osservava il ragazzino, cercava di poterne capire di più; non riusciva a capire se la stesse prendendo in giro, oppure fosse sincero. Non si capacitava di una madre che potesse lasciare il figlio in giro per un luogo così grande.
Scacciato ogni tipo di pensiero, per un attimo, si rivolse di nuovo alla figura di fronte a se –“ ah e se hai per caso bisogno di aiuto, chiedi pure!”- lo esortò ancora una volta.
Poi gli voltò le spalle, mise le cuffiette all’orecchio e fece per muoversi in avanti. Il suo l'aveva fatto, dopotutto.
Quella mattina non sperava in guai, anzi, voleva starsene tranquilla per conto proprio, godersi la giornata e pensare. L’aiuto che aveva rivolto al ragazzino era sincero, non di certo avrebbe chiuso gli occhi davanti ad una persona in difficoltà, ma sperava con tutta se stessa che lui stesse dicendo la verità, così da non preoccuparsene affatto.





Edited by Megan M. Haven - 17/8/2017, 10:06
 
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view post Posted on 18/8/2017, 21:48
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"E di dove sei?"
La domanda più semplice che mi potesse essere fatta, anche se in quel caso non c'entrava moltissimo ma darle una risposta come si deve non era poi tanto difficile no?

Sono di Whiltshire, un piccolo paesino molto lontano da qui.
A mia madre piaceva tantissimo andare in giro per Londra, le piacevano i negozi, lo shopping che poteva offrirle mentre nel nostro paesino non aveva nulla, e poi con i poteri dei maghi raggiungere Londra non era poi tanto difficile.
Sono abituato a girare da solo, passo mesi tra un castello e andare in giro per piccole cittadine è facile.
Ops, avevo parlato un poco troppo, stavo arrivando a dire cose fuori luogo e che non dovevo, sempre per colpa della mia bocca.
Se davanti a me avessi avuto un mago avrebbe capito, ma un babbano iniziava a farsi domande, a chiedersi cose, a cercare la verità.
E io cosa avrei fatto, iniziavo già a pensare a tremila cose, come tirarmi fuori dall'impiccio a come giungere con alcune piccole scuse fuori da tutto ciò.
Un castello non poteva significare obbligatoriamente Hogwarts, Londra brulicava di castelli, ne era piena, Buckingham Palace era un castello, dove io non potevo viverci, ma colei che avevo davanti non credevo potesse capire ciò, bisognava attendere ormai solo la sua risposta.
Ma in quel momento proprio la ragazza sembrò voltarmi le spalle, forse l'avevo infastidita?
Voleva si darmi una mano ma se ti rimetti le cuffie nelle orecchie e fai per andartene non stai certamente aiutando me, anche un pò cattiva educazione forse.

Ehi!
Mi limitai ad esclamare guardandola, non mi serviva il suo aiuto ma il modo di fare di lei certamente mi aveva un poco infastidito.
Ero sì, un piccolo ragazzino.
Incosciente e in un luogo a me sconosciuto, ma certamente non sopportavo un trattamento simile.
Almeno non dico tanto ma un ciao, è stato bello averti aiutato, cosa che non aveva fatto, ma almeno lo preferivo.


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Edited by Francis. - 19/8/2017, 14:50
 
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view post Posted on 21/8/2017, 13:53
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Megan si sentì richiamare dal ragazzino –“dimmi!”- chiese, poi per non sembrare troppo scortese si interessò di più.
Quando il ragazzino aveva affermato di vivere in un castello, nella testa di Megan si era accesa una lampadina. Se fosse stato un mago? Era da sciocchi dire quelle cose, soprattutto davanti a persone che non conosceva. –“Comunque, cosa sei un lord? Oppure un mago? Visto che vivi in un castello...”- disse sorridendo; Megan aveva già capito e voleva vedere fino a che punto sarebbe arrivato il suo interlocutore.
Il sole ormai era alto, il caldo iniziava a farsi sentire e il parco si riempiva piano piano di gente, che parlava e si godeva la giornata.





 
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view post Posted on 27/8/2017, 08:49
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Il sole alto iniziava a scottare leggermente sulla pelle e la gente che passava sembrava fissarmi, quasi come se avessi fatto qualcosa di male, stavo interloquendo con una ragazza, molto probabilmente più grande di me ed io ero solo un bambino di 11 anni, vabbè forse un motivo c'era.
“Comunque, cosa sei un lord? Oppure un mago? Visto che vivi in un castello...”
Ascoltai la sua domanda, non ero sicuro se avesse capito la realtà dei fatti ma mi piaceva mandare fuori pista le persona, se mai mi avessero creduto.
Mi misi in postura eretta perfettamente, tipico dei lord inglesi, finsi un accento che non mi apparteneva mai nella vita e.

Si Milady, sono un lord.
Lord Bass per l'esattezza.

Un inchino, tra le due frasi pronunciate, proprio per accentuare che fossi un lord, un finto lord esattamente, ma lei non sapeva o forse speravo non sapesse la verità.
Ora stavo dando dimostrazioni che io fossi un Lord inglese, di qualche contea lontana, della famiglia Bass, anche se la mia famiglia amava firmarsi sempre con qualche timbro o sigillo particolare, una B abbellita con un font in corsivo quasi come fossimo alla fine dell' '800.
Era sempre stata una fissazione di mio padre tutto ciò, da fiero Serpeverde a Mangiamorte, in sè portava sempre l'onore che chiunque si fosse ricordato di sè doveva ricordarsi di quella B che, quasi, lo raffigurava.


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view post Posted on 28/8/2017, 07:21
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La pelle della giovane corvonero, iniziava ad arrossarsi e i suoi occhi, iniziavano a cedere a quei raggi, che si facevano largo tra le fessure dei rami delle grandi querce. Londra era dannatamente bella d’estate, non sembrava nemmeno lei e il verde risaltava ogni suo dettaglio, anche quello più piccolo.
Megan non poteva che godere di quello spazio e la compagnia che aveva trovato sembrava averla ormai distolta dalla voglia di starsene lontano da tutto e tutti, immersa nei suoi pensieri e nel suo mondo. Forse il mondo stesso non voleva che rimanesse da sola, sembrava che ogni qualvolta volesse, qualcosa doveva arrivare a disturbarla non sempre in maniera negativa, anzi, quasi mai in maniera negativa, almeno fino ad ora.

-“Lord Bass!”- chinò il capo dopo l’affermazione del ragazzo, poi sbottò in una risata sincera. Davvero il suo interlocutore stava pensando di poterla burlare in questa maniera?
-“Devo dire che la simpatia non ti manca ragazzino!”- gli sorrise con gentilezza –“se posso darti un consiglio... Evita di farti fare delle domande a riguardo, non è sicuro!”- disse con tono dolce, nonostante fosse un rimprovero, poi gli fece l’occhiolino –“Quale è il tuo nome Lord Bass?”- rise ancora, le faceva ridere quell'appellativo –“Io sono Megan”- si avvicinò al ragazzino -“Draco dormiens nunquam titillandus”- disse a voce bassa –“Veniamo dallo stesso posto, credo!”- gli sorrise con soddisfazione; sapeva che il famoso castello era quello di Hogwarts, era spaventata dalla facilità con cui il ragazzino lo aveva fatto intendere. Voleva farsi per caso scoprire? Lo sapeva o non lo sapeva che non esistono solo maghi? E se avesse fatto quell'affermazione ad un babbano?
La tensione salì leggermente, Megan era sempre molto ligia, soprattutto in queste cose, lei aveva sempre diviso i due mondi e da sempre lo aveva fatto nel migliore dei modi. Non sopportava l'idea che l'incoscienza, potesse mettere in "pericolo" la sua vita, la magia.

Era già la seconda volta che incontrava qualcuno come lei nella capitale, era come se il mondo magico non volesse abbandonarla nemmeno nei giorni di pura libertà, fuori dalle grandi mura.
Incontrare un altro mago le faceva certo piacere, soprattutto perché sapeva che non poteva fingere di essere qualcun’altra e questo la rassicurava.

*sentiamo cosa hai da dire, se hai interrotto la mia mattinata spero sia per una buona causa*





 
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view post Posted on 30/8/2017, 18:35
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Lei chinò il capo quasi facendomi un'inchino, forse aveva creduto alla mia bugia, allora perché non continuare su quella strada?
Dovresti ingin...
Alzai il dito quasi per ammonirla e dirle di inginocchiarsi ad un lord quando lei scoppiò a ridere, scossi la testa rattristito dall'accaduto, non mi aveva creduto anche perchè non sapevo mentire.
Ma..
Esclamai esclusivamente guardandola ridere, mi fece i complimenti sulla mia simpatia e ciò era normale, ero sempre così simpatico e stupido, quasi delle volte non riuscivo a stare serio senza dire sciocchezze che facessero ridere le persone.
La ragazza si presentò chiedendomi il nome ritornando sull'appellativo di Lord e tornando a ridere, quasi faceva ridere anche me ma mi sarebbe piaciuto essere un Lord, un signore benestante che andava in giro col suo bastone e il suo capello a cilindro per Londra mentre la gente si voltava a guardarlo.

Il mio nome è Francis, Bass è davvero il mio cognome però.
Mi presentai con un bel sorriso, il mio fiero sorriso.
“Draco dormiens nunquam titillandus”
Ascoltai la sua frase restando a bocca aperta poi aggiunse anche.
“Veniamo dallo stesso posto, credo!”
La guardai, un sospiro di sollievo, non avevo a che fare con una babbana per fortuna, la ragazza dinanzi a me studiava anche lei ad Hogwarts, ogni tanto nell'errore ci prendevo.

Credo questo sia un colpo di fortuna.
Le dissi sorridendo, tutto ciò mi tranquillizzava, non era una semplice babbana quella ragazza anche molto sveglia oltretutto, non le scappava nulla, aveva subito capito la realtà dei fatti.
Io sono un fiero Grifondoro.
La guardai, non mi dava aria di averla vista nella sala comune e non mi sembrava una Serpeverde,
quelle tipe sono sempre sulle loro, sembra che ce l'abbiano solo loro e nessuno può toccare.

Spero tu non sia una Serpeverde.
Il mio odio per quella casata era un poco esagerato, forse anche colei che era dinanzi a me dopo quella frase l'aveva capito, e se fosse stata una serpe lei?
Vabbè avrei girato le spalle e corso a più non posso verso l'uscita di quel parco.



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view post Posted on 1/9/2017, 07:22
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Megan aveva lasciato il suo interlocutore parlare, senza interrompere il discorso. Aveva conosciuto il suo nome e la conferma che provenisse dallo stesso posto, Hogwarts.
-“Io sono Megan, Megan Milford-Haven... ma puoi chiamarmi Meg!”- gli sorrise.
Il suo cognome nobile non le si addiceva proprio, a volte le dava quasi fastidio pronunciarlo tutto per esteso, lo considerava una rottura, poteva chiamarsi semplicemente Megan Haven o Megan Milford, ma i suoi genitori avevano talmente tanto insistito sul metterli entrambi che lei si era ritrovata con quel nome di famiglia lungo e noioso. Non che rinnegasse le se origini, ma avrebbe preferito qualcosa di più semplice.

-“Così sei un Grifo, bene! Sai ancora non mi era capitato di interagire con uno studente di Godric Grifondoro...”- fece una pausa –“Io sono un Corvonero, spero di averti sollevato dal non essere una Serpe!”- che c’era di male infondo? Megan non aveva mai apprezzato chi, senza nessuna motivazione o per cause storiche, avesse dell’odio verso altre casate; lei amava conoscere le persone e giudicarle di persona, senza pregiudizi o accuse basate su avvenimenti passati, storielle e odio ingiustificato.

-“Come mai hai sperato che non lo fossi? Cosa ti avranno fatto mai Bass?!”- domandò con aria curiosa e infastidita –“Non tutti sono uguali al mondo, per fortuna!”- gli sorrise per sciogliere un po’ la tensione.
Nonostante volesse negarlo a se stessa, era stata toccata, lei aveva una certa attitudine verso quella casata, da sempre, ma soprattutto dopo la conoscenza fatta nei giorni precedenti.

Il sole ormai alto bruciava la pelle della ragazza che stanca di quel calore, si portò la mano sulla fronte per coprire gli occhi.
-“Che ne dici di spostarci da qui?”- domandò.




 
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view post Posted on 3/9/2017, 08:04
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Ascoltai il suo discorso pienamente, senza dirle nulla.
Aveva anche ragione, non tutti sono uguali al mondo ma il mio non era un odio dettato dal passato delle due casate, era un odio dettato dal mio, anche se giovane, passato.

Sono cresciuto in una famiglia di Serpeverde
Mi limitai a dirle, non credevo avesse fatto ulteriori domande lei, in fin dei conti molti crescono in una famiglia magica di una casata perché il loro estro è proprio adatto a quello stendardo mentre loro poi vanno a indossare i colori diversi da loro, se non proprio quelli contrari.
Senza dire che non ho avuto molta fortuna a scuola con i Serpeverde
Iniziai a ricordare ciò che in passato era successo tra le mura della scuola, non molto passato, potevano essere qualche mese.
Giù, in quei bui sotterranei, incontrai il biondo Serpeverde, Wolfgang, dopo una richiesta di aiuto per ritrovare la strada per uscire di lì voleva pungermi con uno strano oggetto, solo perché ero stato cattivo a voler far passare un sassolino per una gelatina.

Ho avuto non un bell'incontro nei sotterranei con un biondo Serpeverde, voleva pungermi forse perché in fondo sono sadici e gli piace far soffrire la gente?
Uno sguardo intorno per vedere che nessuno ascoltasse la conversazione per poi continuare.
Ma chi lo sa!
Sorrisi mentre il sole iniziava davvero a scottare sulla pelle, l'estate era terribile, le vacanze estive da scuola e il sole che faceva male, tanto male, quasi da non potersi sopportare.
Sarebbe meglio trovare un posto all'ombra, o al fresco.
Dissi passando la mano destra sull'avambraccio sinistro nel punto in cui il sole sembrava puntare di più, avendo poi una pelle delicata il sole sembravo sentirlo abbastanza forte su di me.
Fammi strada tu, io qui sono un turista, non so muovermi proprio.
Non sapevo farlo da nessuna parte proprio perché il mio senso dell'orientamento era pari allo zero,
ciò significava perdermi molto in fretta.



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view post Posted on 4/9/2017, 13:50
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Megan ascoltava la spiegazione datale dal piccolo Grifondoro con molta attenzione, –“Beh a maggior ragione, No?! Poi non so ovviamente nulla di te e non mi intrometto ulteriormente… pensa che io non so da quale casata provengano i miei!”- lo interruppe per un’istante alzando le spalle.
Era vero Megan non sapeva a quale casata appartenesse la sua famiglia, un'informazione che non le fu mai data per via delle varie influenze che, i suoi genitori, credevano potessero coinvolgerla, quando un giorno sarebbe andata ad Hogwarts. Tuttavia Eloise e Carl, nonostante ormai l’anno trascorso, non le avevano ancora detto nulla, erano solo stati contenti per la loro unica figlia e Megan non ne sentiva benché il minimo interesse di venirne a conoscenza, almeno per il momento.

Andando avanti il piccolo Francis le raccontò un episodio per giustificare, forse, il suo atteggiamento verso gli studenti verde-argento e la giovane incuriosita dal cattivo incontro con un serpeverde, chiese, senza battere ciglio
-“Suppongo che il serpeverde in questione non sia stato provocato in precedenza... vero?!”- lo sguardo era fisso sul suo interlocutore, Megan sapeva riconoscere una bugia ed era difficile poterla ingannare. Certamente al mondo esistevano persone cattive che si divertivano a fare del male alla gente; ma il tono, che il ragazzino aveva usato nel descrivere la situazione avvenuta nel passato, non le sembrava del tutto sincero.
-“Qualora fosse, potevi parlarne con il Preside… sicuramente avrebbe preso in considerazione la cosa per una futura punizione!”- alzò il sopracciglio, poi gli sorrise, facendolgli intendere che non l'avrebbe bevuta così facilmente.

Mentre attendeva la risposta di Francis, Megan prese l’iniziativa e portò il giovane sotto uno dei grandi alberi secolari del parco –“Qui sicuramente staremo meglio”- esclamò.
Poggiò la schiena contro il grande tronco e si lasciò scivolare a terra, il sollievo fu immediato –“Oh, così va meglio!”- concluse. Sicuramente la mattinata avrebbe dovuto prendere una piega diversa ma, la giovane, non aveva trovato una cattiva compagnia; assecondava il piccolo Francis cercando di non farlo sentire un estraneo. Piccolo ma non male, aveva una buona capacità di dialogo e Megan non se lo sarebbe mai aspettato da un ragazzino della sua età.

Tutto sembrava scorrere per il verso giusto, almeno per ora.





 
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view post Posted on 17/9/2017, 09:28
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Ascoltavo ciò che lei avesse da dire con fare curioso, strano che non si conoscesse la casata dei propri genitori.
Forse era anche vero che il voler sfoggiare la propria casata era da gente orgogliosa, tratti distintivi dei Serpeverde, casata dei Bass.
Capisco
Esclamai all'udire le sue parole, poi lei passò all'evento accaduto giù ai sotterranei con il biondo Serpeverde.
Provocato in precedenza?
Non sembrava così, anzi non era andata chiaramente così.
Po chiamare la Preside per una piccola cosa del genere non mi sembrava normale, anche perchè dopo pochi giorni dal mio arrivo a scuola non potevo certamente conoscere chi ci fosse a capo.
Non sono uno che va a fare la spia mi dispiace.
Anche quella era una verità, in fondo andare a dire cose alla preside senza poter risolvere da solo non è mai stato nella mia indole.
E poi non sembro un tipo che provoca le persone no?
Un sorriso scemo per dimostrare la mia innocenza, ero solito farlo quando volevo sembrare un buon ragazzo, un bravo ragazzo, un santo dai.
In fin dei conti era davvero così,o forse no?
La seguii poi, lei andò a sedersi sotto un albero, io presi e mi sdraiai lì vicino, mani dietro la testa e occhi alle verdi foglie del'albero.
Le giornate estive fanno male.
Non amavo l'estate per fin troppi motivi e spiegarlinon era necessario, il caldo poi, era una delle cause principali del mio odio verso tale stagione.



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view post Posted on 23/9/2017, 13:52
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-“Beh, certamente non sei un tipo che sa stare zitto!”- non si era saputa trattenere, quel ragazzino le sembrava tutt’altro che un angioletto, voleva apparire per quello che non era e perché mai? Non lo sentiva del tutto sincero ma cercava comunque di continuare a mandare avanti la conversazione in modo tale da avere la certezza di aver ragione, oppure di non averla affatto.
-“Ma poi, sono proprio curiosa, chi sarebbe costui che cercò di pungerti? Questo sadico giovane…”- trattenne una risata portandosi la mano davanti alla bocca.
La temperatura stabile, l’ombra dell’albero e il leggero venticello che, ogni tanto irrompeva tra le foglie, accarezzava la sua pelle, la faceva sentire bene.
-“Perché mai dovrebbero fare male Francis?! Non sono un’amante di questa stagione però oggi non si sta poi così male!”- replicò all’affermazione del giovane.
-“Comunque dimmi… come ti sei trovato nella scuola?”- cercava di mantenere un dialogo con il piccolo grifondoro, d'altronde non sapeva cosa altro chiedere, non si era mai relazionata con un ragazzino di undici anni fino ad ora e le sembrava che anche lui avesse delle difficoltà nel relazionarsi con lei.
Mentre cercava di dare un minimo di senso a quella giornata, desiderava con tutta se stessa che settembre arrivasse in fretta, tornare a scuola era l’unica cosa che avrebbe voluto fare. Abbracciare i suoi compagni e vivere dentro quelle mura per i restanti mesi a venire.




 
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