Chiare fresche e dolci acque....., privata

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view post Posted on 10/8/2017, 21:29
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La giornata più calda di quella lunga estate stava per volgere finalmente a termine. Il sole che per tutto il giorno aveva reso Londra un girarrosto stava per tramontare e avrebbe lasciato il posto ad una temperatura più mite. Tessa lo sperava. Aveva trascorso tutta la giornata in casa cercando di sistemare l’appartamento nel quale si era trasferita da poco e c’erano ancora un paio di scatoloni da aprire e da mettere in ordine ma la donna era stanca, accaldata ed annoiata per quel lavoraccio ingrato.
Usare la bacchetta per far entrare tutto nei minuscoli spazi della sua nuova casa non era stato un problema; Il problema era stato decidere dove e come mettere le cose affinchè potesse poi ritrovarle facilmente e questo aveva comportato cambiare loro di posto almeno una decina di volte. Le faceva male il polso.
Il grosso del lavoro era fatto e quel che rimaneva poteva attendere. Aveva bisogno di una boccata d’aria che non venisse dall’impianto di condizionamento e senza dare ascolto alla sua intransigente coscienza che le suggeriva di finire il lavoro quella sera stessa la giovane si concesse il lusso, e il dovere, di una doccia e si infilò i primi indumenti comodi che trovò impilati nell’armadio. Un paio di bermuda e una maglietta scolorita con l’effige della sua squadra preferita: Wimbourne Wasp.
I babbani non l’avrebbero distinta da una semplice maglietta con la figura di una grossa vespa. Forse un po’ stramba ma accettabile visto quel che si vedeva in giro e nessuno, ne babbano ne mago, dietro quell’abbigliamento avrebbe potuto intuire che Tessa era una giovane donna che aveva la presunzione di far carriera ne Tessa voleva darne d’impressione. Aveva solo voglia di uscire e fare una passeggiata.
Regent’s Park a quell’ora cominciava a sfoltirsi dalle famiglie che avevano portato i bambini a giocare, dai visitatori accaldati che rientravano nelle loro case e dai passanti che non sostavano a rimirare il paesaggio e procedevano dritti per la loro strada.
Ad un chiosco aveva acquistato una bottiglietta d’acqua che aveva riposto nella tracolla dove conservava la bacchetta e altre mille cose utili ed inutili. L’intenzione era quella di sedersi in una panchina vicino alla fontana e godere della vista e del suono dell’acqua che scrosciava. Le avrebbe portato refrigerio. L’acqua era elemento che faceva parte di Tessa. Era nata sul mare e aveva conservato con il liquido elemento un’affinità speciale.
Preso posto Tessa mise a fianco a se la borsa e chiuse gli occhi sollevata per la frescura derivata dalla vicinanza con la fontana. Quello fu un errore. Il sospiro beato che stava per portare a termine venne bruscamente interrotto da un gelido gavettone che le piombò addosso all’improvviso lasciandola a bocca aperta e grondante.
Che ca….spita ti prende!
Riaperti gli occhi in un battibaleno la strega stava per inveire malamente contro chi aveva giocato il brutto tiro ma per fortuna si controllò constatando che si trattava di un ragazzino dall’apparente età di cinque, forse sei anni.
Guardandosi attorno Tessa cercò un genitore, un tutore, un parente, un qualsiasi adulto con cui fare i conti ed esprimere il suo disappunto. L’unico ‘colpevole’ venne ravvisato in un uomo che era a pochi metri di distanza e che procedeva, facendo finta di nulla, verso di lei, con un’espressione che, a parere di Tessa, poteva definirsi divertita.
La giovane era già in piedi e l’uomo si stava avvicinando quando dalle sue spalle un’anziana signora arrivò, trafelata per la corsa che doveva aver fatto, ad acchiappare il monello e prenderlo per un’orecchio.
Mentre stringeva il lobo del malcapitato, e doveva stringere forte a giudicare dall’espressione sofferente del piccolo, la donna si protese in mille scuse per la condotta di quello che doveva essere il nipote e Tessa, ruotando di 45 gradi, colse la costernazione della povera nonna alle prese con tanta vitalità-
Quel discolo fece ricordare a Tessa lei alla sua età e, nonostante fosse ancora fradicia per la doccia gelida, era già più calma e quasi divertita rassicurò la donna non risparmiando al ragazzino di un’occhiataccia truce.

E’ solo acqua signora. Evidentemente suo nipote pensava di farmi un favore con una rinfrescata ma tu, piccolo impudente, non ci provare mai più. La prossima volta ti ficcherò dentro la fontana se lo rifarai.
Mentre col dito indicava l’oggetto della minaccia Tessa si rese conto che l’uomo che aveva corso il rischio di essere preso di mira ed accusato ingiustamente era ormai giunto nei pressi della disputa e, probabilmente, si stava godendo lo spettacolo per cui, cercando di darsi un contegno, si scostò dal viso i capelli gocciolanti guardandolo con curiosità. Per un magiavvocato la curiosità è d’obbligo. Sarebbe passato dritto o avrebbe sostato per assistere alla fine della ramanzina? Tessa non poteva saperlo ma il suo sguardo interrogativo si posò sullo sconosciuto. Era uno sguardo di sfida o semplice curiosità? Entrambi lo avrebbero scoperto in fretta.
 
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view post Posted on 10/8/2017, 23:27
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Vath
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Era arrivato il Week end, l'ultimo prima di iniziare a lavorare al Ministero. La calura estiva era al suo culmine massimo ma l'uomo, forte del suo status di mago, con un semplice incantesimo Glacius aveva donato ristoro ai gemelli e a se stesso. Dato che il tempo a sua disposizione sarebbe andato drasticamente a calare l'uomo decise di godersi, insieme a Sophie e Simon vestiti la prima con un vestitino molto carino, scarpette e calzine bianche ed un fiocco sui capo del colore del vestito, il piccolo Simon da perfetto gentil ometto con una camicia a maniche corte, papillon e pantaloncini e gilet in tinta unita, una tranquilla giornata ad uno dei parchi londinesi che maggiormente preferiva: Regent's Park. Prese una manciata di metropolvere gettando quest'ultima nel fuoco del proprio camino le cui fiamme assunsero un colorito verdastro. Una volta entrato assieme al passeggino nel fuoco declamò con sicurezza «Diagon Alley!» ed istantaneamente venne portato al Paiolo Magico non si fermo a conversare con Tom il barista ma si diresse con passo sicuro verso l'uscita del locale sul versante babbano. Da lì procedette velocemente per le strade di Londra fino a giungere all'entrata di Regent's Park. Il parco era quasi vuoto, complice anche l'ora, ma quelle poche persone si godevano la giornata estiva, se Vath in Hyde Park apprezzava il giardino delle rose in Regent's Park il suo punto preferito era la sua fontana. Tuttavia mentre stava per arrivare vide chiaramente la scena di una ragazza bagnata fradicia, una vecchietta che sgridava un ragazzotto tenendolo per le orecchie ed un uomo che mentre passava sogghignava. Quella vista lo fece arrabbiare, forse era stato allevato seguendo le buone norme di galanteria e la vista di una donna in difficoltà, derisa da chi dovrebbe aiutarla gli fece veder rosso.Sollevando leggermente il proprio bastone da passeggio, proseguendo con il lento dondolio che lo accompagnava, lo alzò quel tanto che bastava per puntarlo verso l'uomo o meglio, le sue scarpe, tracciò con la punta del bastone da passeggio una l per poi passare in modo continuo all'altra scarpa e tracciare una seconda l che unita alla formula sussurrata «Frenonectìo» avrebbe dovuto unire i lacci delle due scarpe assieme. Non stette a guardare i risultati del suo agire, ottenuta quella piccola soddisfazione andò a sedersi ad una panchina sistemando la carrozzella all'ombra di un albero dall'altro lato della fontana rispetto al terzetto. Dopo aver badato ai piccoli, dando un poco d'acqua sia a Sophie che a Simon, che quest'ultimo bevve esageratamente per il suo piccolo stomaco, alzò lo sguardo verso la fontana osservando la sfortunata ragazza. Era una giovane sulla ventina, forse sua coetanea, vestiva una maglietta con un insolito logo, una vespa, e sia la ragazza che la vespa risultavano familiari al ventisettenne. Decise di mettere a tacere la sua curiosità, per quella volta, dedicandosi ai suoi figli.
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Edited by Vath Remar - 11/8/2017, 00:47
 
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Mentre l’anziana signora si trascinava dietro il monello che l’ aveva inondata Tessa li seguì con lo sgurdo strizzando l’occhiolino al piccolo. Non si era mai realmente posta il problema su come e quanto fosse difficile educare i bambini. Era una donna in carriera ed i figli, al momento, non erano previsti nella sua agenda per cui pensò bene di archiviare la disavventura ed cercò di sistemarsi alla meglio i capelli facendoli scivolare dietro alla nuca.
L’istinto le suggerì di riportare lo sguardo sull’uomo che, a parer suo, si stava divertendo alle sue spalle ma quando il suo sguardo cercò di intercettare la sconosciuta figura dovette abbassarsi fino a terra per trovarlo. Costui, infatti, giaceva carponi imprecando fra i denti.
Soffocando un risolino dovuto ad un lecito senso di rivalsa Tessa non ci mise molto a comprendere il motivo della strana posizione dello sconosciuto. I lacci delle sue scarpe erano annodati fra loro e questo poteva essere solo l’esito di un incanto frenonectio. C’era qualcuno della sua razza da quelle parti e la donna, rialzando lo sguardo, pensò di aver individuato l’autore della giusta vendetta.
Sulla panchina adiacente la fontana sostava un passeggino biposto controllato a vista da un giovane uomo che stava abbeverando due fanciullini, un maschietto e una femminuccia a giudicare dagli eleganti abiti che indossavano.
Presa com’era dal susseguirsi degli eventi Tessa non si era accorta del loro arrivo ma quando mise a fuoco la figura del giovane padre le parve di trovarsi davanti a qualcuno che aveva già visto. Facendo due più due la donna frugò nella memoria. Se era un mago, e molto probabilmente lo era visto che non c’era nessun altro in giro che avesse potuto incantare i lacci dello sconosciuto che si stava rialzando con espressione incredula, poteva averlo incontrato ad Hogwarts. L’età del presunto autore dello scherzetto poteva coincidere con quella di Tessa. Passò in breve rassegna i suoi coetanei Corvonero non ravvisando in nessuno di loro una somiglianza con l’uomo che stava accudendo i figli. Probabilmente si trattava di qualcuno di altra casata ma con più lo osservava con più si convinceva che non si trattava di uno sconosciuto.
Senza degnare di ulteriori sguardi l’ammaccato personaggio alle prese con i lacci delle proprie scarpe Tessa fece qualche passo in direzione della panchina. Aveva lo sguardo interrogativo e il sorriso sulle labbra mentre faceva silenziosamente appello all’attenzione dell’uomo.
Non sarebbe stato sconveniente approcciarlo senza apparire invadente? Stava accudendo i suoi bambini e non voleva essere inopportuna e nello stesso tempo era curiosa di sapere se le sue sensazioni erano esatte. Se si sbagliava avrebbe fatto una ben misera figura ma ritenne di tentare.
Con le braccia tese lungo i fianchi e le mani distese in segno di apertura apostrofò l’uomo ancora alle prese con i bambini.
Se non sbaglio, nel qual caso chiedo scusa, ti devo ringraziare.
Un’occhiata al tipo che, finalmente, aveva ripreso la posizione eretta e si stava incamminando per dove era venuto, sarebbe potuta basta per far intendere a cosa si riferiva.
Tessa continuava a procedere lentamente verso il terzetto mentre un sorriso più deciso le si dipingeva sul viso. Ora era certa di riconoscerlo anche se non riusciva a ricordare il suo nome. Un Serpeverde. Ne era certa.
 
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view post Posted on 11/8/2017, 18:36
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Vath
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La sua attenzione era tutta per Sophie e Simon, incurante di quanto stava succedendo al quartetto dall'altro lato della fontana. Poco importava a Vath se quella piccola rivalsa per quella giovane derisa era andata a buon fine. Quel momento era dedicato tra se stesso e i propri figli ed una volta che li ebbe dissetati posizionò Simon in passeggino cullandolo avanti e indietro per farlo calmare mentre Sophie che era più calma la faceva trottare sulla propria gamba, cosa che la faceva ridere e le faceva fare delle smorfie buffissime. Se non sbaglio, nel qual caso chiedo scusa, ti devo ringraziare. Quella voce femminile distolse la sua attenzione dal cavalluccio, che tuttavia proseguì, facendogli alzare lo sguardo verso la ragazza. «Non dovete ringraziare. Non ho mai sopportato chi, in dovere di aiutare una ragazza in difficoltà, preferisce invece la sua derisione. Rideva di voi Miss. Ecco; per la famosa legge del contrappasso del poeta Dante Alighieri, adesso eravate voi a ridere di lui. Comunque sia...» Prese in braccio Sophie con la sinistra alzandosi dalla panchina e, cercando di afferrare delicatamente la mano di lei se la portò vicina alle labbra senza tuttavia toccarla, le fece un baciamano. «Vath Remar, enchanté.» Forse il nome di lei gli avrebbe fatto capire di chi si trattava, sicuramente l'aveva vista ad Hogwarts, forse tra le file dei Corvi, dove stava anche Lia.
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view post Posted on 11/8/2017, 22:04
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Tessa, di primo acchito, deglutì alla risposta formale che ricevette dal coetaneo. Lei gli si era rivolta con il pronome confidenziale. Accusò il colpo dapprima indecisa su come procedere nella conversazione. Il nome dell’uomo le riportò alla memoria il compagno di scuola e fu soddisfatta per non aver commesso un errore.
L’aspetto dell’uomo era cambiato. Poco o nulla aveva del ragazzo che indossava la divisa dei figli di Salazar ma ricordò a se stessa che anche lei era cambiata e che non portava più le ridicole treccine con le quali era entrata nelle schiere di Priscilla.
Tendendo la mano di certo non si aspettava il gesto cavalleresco che ne seguì ma Tessa sapeva riconoscere ed apprezzare un gentleman quando lo incontrava e, un po’ per gioco e un po’ per uniformarsi al quell’insolito e cortese modo di porsi piegò leggermente un ginocchio producendosi in quel che avrebbe dovuto essere un grazioso inchino.
Tessa O’Brien. Stavolta sono certa di non sbagliare. Abbiamo frequentato la stessa scuola anche se con colori diversi per cui mi permetto di continuare a darti del tu se non ti dispiace.
Tessa preferiva essere diretta quando non si trattava di lavoro e ormai era certa di avere a che fare con un ex compagno di studi.
Serpeverde, se non ricordo male. Io Corvonero. Casate diverse ma stesso periodo e lezioni comuni. Lieta di rivederti Vath vedo che…hai fatto carriera! Due in colpo solo. Complimenti! Sono bellissimi.
Tessa sorrise alludendo ai due piccoli. Osservando i bambini non potè fare a meno di notare che entrambi avevano gli occhi azzurri del padre e di come Vath li cullasse con sguardo orgoglioso. Il maschietto era nel passeggino e la femminuccia in braccio. La donna, per un breve istante, immaginò a come sarebbe stato se anche lei fosse arrivata al parco con un frugoletto per mano ma ricacciò il pensiero. Non sarebbe stata in grado di accudire un figlio, figurarsi due.
Temendo di fare domande indiscrete Tessa si riservò di chiedere della madre dei piccoli. Vath, se avesse ritenuto il caso, avrebbe potuto scegliere se parlarne o meno.
Girando lo sguardo verso la figura dello sconosciuto ormai lontana e fuori portata d’udito Tessa ridacchiò divertita.
Non tutti hanno il tuo garbo Vath. Di cafoni è pieno il mondo e i babbani non sono certo una eccezione ma credo che abbia avuto la giusta punizione. Starà ancora chiedendosi cosa gli è successo e, forse, la prossima volta, ci penserà bene prima di comportarsi in quel modo. Carino lo scherzetto dei lacci. Funziona sempre!
Tessa recuperò la borsa che ancora giaceva a lato della panchina e ne estrasse un fazzoletto che prese a passarsi sul viso per asciugarlo dalle poche gocce che ancora scendevano dai capelli bagnati. Si mise a fianco del passeggino e prese ad accarezzare la manina paffutella del piccolo che vi sedeva tranquillo.
Con un ex compagno di scuola che non rivedeva da anni era impossibile non fare domande su come avesse trascorso tutto quel tempo e Tessa non si astenne dal porle incuriosita da quel fortunato incontro.
Non ti chiedo come stai. Mi sembri in ottima forma. Che hai fatto in tutto questo tempo oltre a metter su famiglia? Vivi a Londra anche tu o sei di passaggio?
Tessa riportò lo sguardo sull’uomo in attesa della sua reazione e, mentre continuata ad accarezzare la delicata manina del bambino, si augurò che il Serpeverde non la intendesse come una pretesa quella di entrare a gamba tesa nella sua privacy ma confidava che Vath avrebbe capito che non era quella la sua intenzione.


Edited by *Tessa* - 11/8/2017, 23:36
 
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view post Posted on 12/8/2017, 09:02
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Vath
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Tessa O'Brien, quello il nome della ragazza che in risposta al baciamano di Vath fece un lieve inchino. Ecco come mai le risultava familiare, all'epoca Tessa portava i capelli in due treccine, ora quelle treccine erano sparite. Tessa disse che avevano frequentato la stessa scuola, era ovvio: a meno che i genitori decidessero di mandare i propri figli all'estero a Durmstrang o a Beauxbatons Hogwarts era l'unica scuola di magia dell'Inghilterra. «Il piacere è tutto mio Tessa, hai abbandonato le trecce per un acconciatura che, devo ammettere, ti rende giustizia. Ti trovo splendida.» Le disse abbandonando il suo tono formale. Lei gli fece presente le loro vecchie casate e lui si sciolse in un sorriso, alla fine erano quelle che reputava migliori. Gli fece i complimenti per i bimbi a suo dire bellissimi. «Grazie Tessa, in effetti si, sono stupendi ed è merito anche della madre: Sybella Grant, forse la ricorderai era nella mia stessa Casata. Hanno tre mesi, lei è Sophie mentre lui Simon.» Lei si voltò giusto per rivedere l'uomo alzarsi ed andarsene per poi riportare lo sguardo su Vath e fargli un ulteriore complimento. «Non è il fatto di essere garbato o meno, guardati attorno Tessa, non che siamo datati ma io non vedevo tutta questa maleducazione in giro per Londra. Colpa dell'educazione impartita da questi sedicenti genitori, anziché far figli dovrebbero avere un animale domestico a parer mio, farebbero meno danni.» Tessa iniziò ad asciugarsi con un fazzoletto, avrebbe potuto usare un semplice Arefacio ma la ragazza, forse per via della posizione aperta preferì celare la propria natura magica. Una volta che fu asciutta si avvicinò a Simon carezzandogli la manina, lui era calmo strano a dirsi non si agitava come al solito. «Devo ammettere che hai un effetto calmante su di lui, ma guardalo! Sudiamo sette camicie per farlo star buono a casa. Anche se è prematuro dirlo lui caratterialmente è più simile a Sybella mentre Sophie a me.» Il braccio sinistro, quello con cui teneva Sophie, iniziava a dolergli. Dopotutto la sua principessina pesava circa ventidue libbre, così la spostò nel passeggino accanto a Simon. «Grazie.» Disse in ringraziamento al complimento sull'ottima forma, la ragazza era curiosa sull'attività extrascolastica dell'uomo. «Non ti nego che, una volta finiti i miei esami, prendendo ben sette M.A.G.O. ho viaggiato per l'Europa alcuni anni. Sono ritornato giusto l'anno scorso e una sera ho ritrovato Sybella di fronte ai Tre Manici. Ed eccoci qua, al parco, per godermi gli ultimi momenti di liberta assieme ai miei figli prima di iniziare a lavorare al Ministero, Cooperazione Internazionale. Non abito a Londra preferisco la tranquilla e pittoresca Canterbury, adoro quella cittadina immersa nel verde. Invece, cosa mi dici di te?» Le disse, evitando di parlare di magia in un luogo aperto.
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Edited by Vath Remar - 12/8/2017, 14:26
 
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Toccandosi la chioma Tessa sorrise. Le treccine non le aveva mai sopportate ed erano state oggetto di molte, fin troppe attenzioni da parte di compagni dispettosi che si erano divertiti a ‘ex canzonarla per quell’acconciatura ridicola. La giovane strega ringraziò, con un lieve accenno del capo, per i complimenti dell’ex compagno di studi incontrato per pura coincidenza ma con grande piacere.
All’accenno fatto alla madre dei piccoli Tessa cercò di visualizzarne il viso ma nulla le venne alla memoria che corrispondesse al nome di Sybella Grant e lo ammise con franchezza.

Non ricordo Sybella ma sicuramente anche le lei ci ha messo del suo con queste due piccole meraviglie. Due in colpo solo deve essere stata una bella botta Vath e poi hai maschio e femmina. Ottimo lavoro!
Chiedendosi ancora come si potevano gestire contemporaneamente due neonati Tessa cercò di nascondere lo sguardo stupito ed ammirato per una simile prodezza.
Guardando l’uomo Tessa assunse un’espressione piuttosto seria quando si accinse a ribattere al suo commento circa la maleducazione e coloro che avevano il compito di educare.

Non ho figli ma non sarei così severa nei confronti dei genitori. Non sono i soli che determinano il buono o il cattivo comportamento dei ragazzi. La scuola dovrebbe fare la sua parte ed occuparsi non solo di istruirli ma anche di essere di supporto ai genitori. Per non parlare della società in generale. Essere all’altezza delle aspettative non è semplice e fare i genitori penso sia il mestiere più difficile del mondo.
Pur parlando seriamente il tono di Tessa rimaneva calmo e misurato. Si avviava verso la carriera legale per cui ogni discorso era buono per cercare di dire il suo punto di vista senza accalorarsi troppo.
Il piccolo Simon pareva non essersi affatto risentito dello scambio di vedute che stava accadendo fra i due adulti e rimaneva tranquillo lasciando che Tessa accarezzasse la manina paffutella e morbida mentre veniva raggiunto dalla sorellina sulla seconda seduta del passeggino gemellare.
Tessa sorrise alla piccola prima di avvicinare lentamente l’altra mano a quella della piccina e, per non fare differenze, prese a coccolare anche la femminuccia sperando seguisse l’esempio del fratellino.
Con un sorrisino sghembo diede un’occhiatina a Vath cogliendo il gancio offertole dall’uomo circa le somiglianze.

Se Sophie assomiglia a te ora non mi morderà la mano. Da quel che ricordo eri terribilmente 'perfetto' da ragazzino .
Non c’era rancore nelle parole della giovane donna che ricordava più con tenerezza che con astio quegli screzi adolescenziali ma nonostante l’età e la seriosità della professione che desiderava svolgere Tessa non aveva perso la voglia di scherzare e sperava di non perderla mai.
Guardando i due bambini ma prestando attenzione alle parole del loro padre Tessa si sedette sulla panchina per godere della serata che accennava ad iniziare e della frescura portata da una leggera brezza che le stava asciugando abiti e capelli.
Era ammirata per la carriera di Valh, ammirata per come stava gestendo la sua vita facendo convivere il personale e il professionale. Era sicuramente uomo di spessore per conciliare il tutto.

Cooperazione Internazionale. Interessante e molto impegnativo direi. Ottima scelta Vath. Anche tua moglie lavora o si occupa di questi due angioletti? Non è impegno da poco far combinare carriera e famiglia.
Tessa incrociò lo sguardo dell’uomo per rispondere alla domanda circa la sua vita. Non che ci fosse molto da dire e non c’era ancora nulla di già stabilito ma la donna pensò che non c’era nulla di male a rivelare quello che era la sua aspirazione
Vivo a Londra da pochissimo tempo. Mi sono sistemata in un piccolo appartamento nel quale vivo da sola. Ho lavorato per qualche tempo nello studio legale della mia famiglia ma sapevo che non era quello il mio destino. Sono in attesa di un colloquio al Ministero. Aspiro ad entrare come membro del Wizengamot. Sento che è quella la mia strada e farò il possibile per realizzare il mio sogno.
Gli occhi di Tessa ora erano fissi sul cielo come se da quello dipendesse il suo futuro ma la giovane donna sapeva bene che il suo destino era nelle sue mani, le stesse mani che accarezzavano i piccolini di Vath.
Come a sdrammatizzare un discorso tanto serio Tessa strinse appena le piccole mani facendo l’occhiolino e una buffa smorfia ai due bambini.

Che ne dite ragazzi? Se vostro padre diverrà troppo intransigente rivolgetevi a zia Tessa. Lo rimetterò in riga!
La giovane donna non era del tutto certa di aver detto la cosa giusta. Aveva un vago sapore di istigazione a delinquere ma il suo sorriso era divertito e sperava che anche Vath, nonostante l'età, non avesse perso il gusto di ridere. Era già tanto pesante la vita. Prenderla troppo sul serio non era saggio e Vath era un'uomo saggio..


Edited by *Tessa* - 20/8/2017, 14:45
 
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Vath
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Vath estrasse dalla tasca interna del soprabito un portafogli tirando fuori una foto che conservava al suo interno e, dato che la ragazza non aveva presente chi fosse Sybella, gliela mostrò.

giphy

Era una foto che le aveva scattato in luna di miele, mentre era distesa sul letto, l'aveva fatta sviluppare in modo che potesse muoversi, in fondo odiava la staticità delle foto babbane. «E' lei, è di tre anni più giovane rispetto a me. Si, due, è stata una bella sorpresa ma in fondo forse meglio così.» Rispose con un leggero sorriso, come a schermirsi da quei complimenti. Poi Tessa partì con un discorso sulla responsabilità dei genitori, la ascoltò in silenzio, ascoltando il suo punto di vista, un discorso valido su molti punti. «Credo che, tu abbia ragione, certo, il grosso del lavoro penso che debbano farlo loro, non delegare tutto alla scuola il compito di educare ed istruire. La società, hai toccato un buon punto, da dove iniziare: da quello che leggo esistono classi sovraffollate, insegnanti svogliati e totalmente disinteressati al duro compito che in realtà debbano prendersi in carico. Senza contare che se esistesse un buon insegnante, che facesse il proprio dovere assegnando anche punizioni e note di demerito, ecco i genitori partire alla carica per stare, non dalla parte dell'insegnante che ha l'arduo compito di educare, ma dalla parte del figlio pronti a difenderlo a spada tratta.»
Parlò con pacatezza e cordialità mantenendo il discorso sui giusti toni, addirittura accennando un sorriso divertito. «Comunque sia, lasciamo perdere quel maleducato, in fondo è stato solo una piccola parentesi in questo incontro.» La coetanea prese a carezzare anche la mano di Sophie che la guardò perplessa e poi pose la mano libera su quella della donna. «Perfetto o Prefetto?» Chiese, giocando sull'assonanza delle due parole, facendole un occhiolino. «Ricordo di aver tolto, a ragion veduta, un sacco di punti alla vostra Casata. Avevo un Sensore Segreto incorporato per beccarvi in flagrante.» Disse ridendo su quei ricordi scolastici, sperò che la ragazza non se la prendesse troppo per quella piccola stoccata sulle coppe delle case vinte da Serpeverde in quegli anni. «In realtà in questo momento è in attesa di una risposta per il colloquio svolto alla Gazzetta del Profeta. Non riusciremmo a gestire due lavori e la cura dei piccoli, per questo ho già sentito i miei, sono più che felici di venire a stare da noi per aiutarci con i piccoli.» Disse, carezzando dolcemente il capo alla principessina, che voltò la testa e lo guardò con un sorriso, sdentato e tenerissimo, sul volto. Vath ascoltò il racconto di Tessa e sorrise, un colloquio al Ministero per diventare membro del Wizengamot. Guardava un punto indistinto del cielo mentre parlava di quelle cose, immersa probabilmente nei propri pensieri, poi, dopo aver stretto le manine dei piccoli Remar, fece una piccola battuta sull'intransigenza del ventisettenne nell'educare i piccoli. «Miss O'Brien, mi stupite!» Disse in tono scherzoso, usando volutamente quell'approccio così formale. «Una possibile futura membra del Wizengamot che incità alla delinquenza minorile!» Disse, ridendosela di gusto. «Spero proprio che tu ce la faccia, vorrebbe dire essere colleghi, anche se di uffici diversi.» Le disse, ritornando serio mantenendo tuttavia un sorriso cordiale.
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Tessa tese la mano verso la foto che Vath le stava porgendo. L’immagine di un’avvenente giovane donna mi muoveva sulla carta lucida. L’irlandese osservò l’immagine lievemente imbarazzata per il contesto nel quale era stata scattata. Continuava a non ricordare ma la fotografia rimandava l’immagine di una donna che era sicuramente diversa dalla ragazzina che aveva presumibilmente incontrato ad Hogwart ma non ritenne opportuno sottolinearlo mentre, ammise, con sincera ammirazione, la sua approvazione.
E’ molto bella Vath. Ottima scelta.
Per Tessa l’aspetto fisico aveva un’importanza relativa ma Sybella era indubbiamente una bellissima donna e non era difficile capire che Vath ne fosse innamorato al punto da decidere di mettere su famiglia.
Seduta, con le ginocchia vicino al passeggino e le mani impegnate ad accarezzare quelle dei bambini a Tesse non rimase che annuire alle giuste osservazioni del coetaneo. In fondo lei non era esperta di bambini e non aveva nessun titolo per giudicare. Giudicare sarebbe stato il suo mestiere non intendeva farlo a prescindere e sicuramente non per motivi che non fossero legati al suo futuro lavoro per cui pensò bene di annuire col capo e limitarsi ad esprimere un parere personale.

Sarebbe tutto più semplice se ognuno di noi facesse del suo meglio. Singoli individui, istituzioni, collettività. Sarebbe sufficiente. Non c’è bisogno di essere eroi, basterebbe impegnarsi nei compiti che ci siamo scelti o che ci sono stati affidati. Troppa superficialità porta danno a tutti e tu…
Disse puntando il dito contro il petto dell’uomo
Da Prefetto perfetto non eri per nulla superficiale! Ricordo bene come il nostro punteggio, duramente guadagnato, veniva vanificato dalle tue reprimende. Spuntavi da tutte le parti e ora ne capisco il motivo! Facevi il tuo lavoro ma ti assicuro che abbiamo sudato sui libri NOI Corvi mentre VOI Serpi avete fatto incetta di punti col Quidditch. Ci avete ‘rubato’ la coppa e ancora oggi mi chiedo come mai sono tutta intera, visto che ero nella squadra. I tuoi concasati non ci andavano per nulla leggeri.
Un velo di nostalgia ombreggiò gli occhi di Tessa ricordando quei tempi. Giocare a Quidditch era stata la sua passione. Una passione che ancora oggi manteneva viva.
La rossa ascoltò con attenzione l’uomo che non vedeva da anni e che aveva avuto e scelto di avere una vita così diversa dalla sua ed annuì col capo in segno di approvazione nel sentire come, lui e la moglie, stavano pianificando il loro futuro.

Sybella ha fatto una gran bella scelta. Scrivere per il Profeta sarà gratificante e le auguro di avere presto il posto al quale mira. Penso sia una buona idea anche quella di chiedere aiuto ai nonni. I tuoi figli sono bambini fortunati.
Così dicendo osservò con tenerezza Sophie che sorrideva al padre. Un sorriso innocente e fiducioso che scaldava il cuore. La tenerezza si trasformò ben presto in una smorfia scherzosa mentre Vath la prendeva bonariamente in giro per quello che era la sua scelta di vita.
Coltivo i futuri clienti fin da piccoli!
Ridacchiò osservando di nuovo i due bambini che, ne era certa, non avrebbero avuto bisogno del suo aiuto e, alzandosi, si preparò ad accomiatarsi. Si stava facendo tardi e probabilmente Vath voleva riportare a casa i piccoli prima del buio.
Lo spero anch’io Vath. Avere un viso conosciuto al Ministero, semmai riuscirò ad entrarci, sarà di aiuto e pur non lavorando negli stessi uffici potremo sempre incontrarci per la pausa caffè. Sempre che tu non abbia intenzione di sottrarre punti anche in quella occasione.
Strizzando l’occhiolino al quello che sperava sarebbe diventato un compagno di lavoro si sistemò gli abiti, ormai asciutti, preparandosi a salutare la famigliola.
 
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view post Posted on 22/8/2017, 16:05
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Vath
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Il complimento di Tessa su Blondie gli fece piegare le labbra in un sorriso: non era merito suo se Blondie era splendida. La ventisettenne poi ascoltò il discorso di Vath e replicò con intelligenza, lasciandosi verso la fine trasportare dai ricordi della scuola. «Suvvia...» Disse iniziando a ridere di gusto. «Non tutti i punti di Serpeverde erano dovuti al Quidditch. Molti studenti, tra cui anche il sottoscritto, puntavano sui punti derivanti dalle lezioni. Geoffrey Hill ti ha spedito un po' di Bolidi contro eh?» Le disse con un occhiolino. Quando lei replicò sul possibile lavoro di Sybella annuì, aveva scelto quell'opzione perché in linea di massima avrebbe avuto abbastanza tempo a disposizione per occuparsi anche dei piccoli. «In effetti si, è una buona prospettiva ed un lavoro che dovrebbe lasciare abbastanza tempo libero. È un aspetto che abbiamo valutato assieme dato il sovrapporsi dei nostri lavori ed il suo poco tempo a causa dei bimbi.» Tessa si alzò iniziando i dovuti riti per accomiatarsi. Ascoltò l'ultima frase della propria coetanea e sorrise. Si guardò attorno e, una volta che si sincerò di non esser udito da qualcuno, le disse abbassando leggermente il tono di voce. «La questione non è toglier punti quì. Se lavoreremo entrambi al Ministero, cosa che io spero vivamente, lavoreremo nella stessa squadra: Il Ministero della Magia Inglese. Anche se in uffici e con mansioni diverse avremo comunque lo stesso obbiettivo; rendere l'Inghilterra un paese migliore e prospero, in modo che la nostra nazione, babbana compresa, sia da modello per le altre nazioni.» Le disse con un sorriso, alzandosi prendendo il bastone da passeggio accanto a se e ponendolo di fronte a se, con la testa di serpente rivolta rigorosamente verso l'esterno. "Il Serpente guarda verso l'esterno perché difende i discepoli di Salazar, figliolo, per questo sii sempre gentile con loro. Loro lo saranno con te, non mettere il Serpente contro te stesso.” Pensò ricordando perfettamente quelle che un tempo erano le parole che gli rivolse Albert Charles Remar. «È stato un piacere Tessa, nel malaugurato caso non andasse bene sarei comunque felice di incontrarti, teniamoci in contatto.»
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Edited by Vath Remar - 23/8/2017, 18:35
 
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view post Posted on 23/8/2017, 14:07
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La conclusione del fortuito e fortunato incontro era ormai prossima e, dopo aver ascoltato le motivazioni che avevano convinto Sybella a scegliere una professione che potesse permetterle di accudire i suoi bambini Tessa non potè fare a meno di lanciare un’occhiataccia scherzosa in direzione di Vath.
Hill e i suoi bolidi. O era cieco e i suoi lanci andavano dove non dovevano, cosa della quale dubito molto, o era uno psicopatico aspirante omicida. Mirava a far male e, ti assicuro, ci riusciva benissimo.
Vath continuò a parlare. Tessa ascoltava e il sorriso svanì dalle sue labbra quando questo fece cenno ai rispettivi incarichi. Per quanto gentleman, cortese ed educato fosse era e sarebbe sempre rimasto una Serpe e Tessa ne era consapevole per cui fece molta attenzione a quello che sentiva. Una frase, fra le tante, colpì l’irlandese. Avere lo stesso obiettivo. Non era ben certa del significato che l’uomo intendeva dare alla frase ma non poteva nemmeno mettere apertamente in campo i suoi dubbi senza un motivo per cui, diplomaticamente, sorvolò sull’indagare oltre.
Sarei felice ed onorata di far squadra con te. La giustizia babbana, a dire il vero, non credo che sia in grado di competere con la nostra ed è in quel campo che spero di operare un giorno. Abbiamo regole e mezzi diversi grazie a Merlino. Faremo il nostro dovere, nel modo migliore e con tutti i nostri mezzi e se questo servirà a rendere il nostro Paese migliore…beh…avremo raggiunto uno dei nostri obbiettivi primari.
Tendendo la mano per saluti lo sguardo della donna cadde sulla bastone da passeggio di Vath ed ebbe la stana sensazione di essere osservata dalla testa di serpente che ne ornava l’impugnatura. Il simbolo della casata di Salazar era importante per i suoi discepoli e non era raro questi ne portassero l’effige.
Scacciando la sensazione si apprestò a dare l’arrivederci all’ex compagno di scuola, si riappropriò della borsa ancora appoggiata sulla panchina e solo dopo essersi assicurata che non c’erano occhi indiscreti ad osservarli impugnò la bacchetta sempre pronta e a portata di mano nella tasca esterna che la celava.

Accio biglietto da visita.
Un piccolo cartoncino bianco vergato di blu che riportava il suo nome e i suoi contatti emerse da quel pozzo di S. Patrizio in miniatura. Tessa lo prese e lo porse all’uomo.
Mi auguro di rivederti al Ministero ma, in ogni caso, puoi contattarmi se vuoi. Anche per un caffè se ti fa piacere. Magari insieme a Sybella. Mi farebbe piacere rivederla. A presto Vath. E’ stato un vero piacere incontrati.
Rivolgendo l’ultimo sguardo ai due piccoli sfiorò i loro nasini con la punta dell’indice.
Ciao piccoli. Fate i bravi!
Girando le spalle a Vath Tessa considerò che, bagno a parte, quel pomeriggio era stato un buon pomeriggio. Un interessante incontro e, forse, la base per una futura e proficua collaborazione professionale.
 
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view post Posted on 23/8/2017, 21:10
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Era giunto il tempo di accomiatarsi anche se la Corvonero sbottò una volta ancora su quello che un tempo era la sua spalla e cheTessagiocava nei Falmouth Falcons. Il sorriso di tessa sparì quando il coetaneo parlò di lavoro, cosa che Vath notò senza tuttavia farne parola, annuì semplicemente alle parole di Tessa. «In effetti no, mi tengo informato e molti processi vengono invalidati. Comunque si, sono d'accordo con te.» Afferrò la mano, stringendola il giusto per una presa forte e decisa scuotendo la leggermente. Con un incantesimo d'appello fece arrivare nella sua mano un biglietto da visita che poi gli tese. «Incrocerò le dita per te e nel caso un caffè ogni tanto non guasta, con tutte le volte che sarò a Londra per lavoro non sarà un problema. Arriveserci O'Brien>» Le disse sorridendole con un occhiolino, riponendo il biglietti da visita nella propria tasca dei pantaloni. La ragazza rivolse anche un ultimo saluto ai due birbanti, Simon le sorrise e mosse sconclusionatamente le braccia e il corpo, felice per tutte quelle attenzioni. Quando si fu allontanata abbastanza l'uomo riportò lo sguardo sui bimbi. «Forza, è ora di tornare a casa!»
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