A book for Knowledge, Elijah, Alice

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view post Posted on 10/9/2017, 20:19
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Vath
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Elijah parve non capire gli sguardi che gli scambiò Vath. Poco male, avrebbero avuto altre occasioni per parlare di quello. Accavallò la gamba destra sulla sinistra ed il suo sguardo si fissò sulla ragazza che sembrava al momento la più recettiva tra i due. Elijah, da quel che vedeva al limitare esterno del proprio campo visivo, stava ancora in piedi per poi sedersi accanto Alice al lato opposto rispetto al Ministeriale. Le regole erano cambiate rispetto a quando Vath era stato lì, l'uomo registrò l'informazione e la mise da parte per quando, anni più tardi, sarebbero dovuti andare a loro volta Simon e Sophie. Tuttavia fece caso ad un dettaglio molto più significativo, nonostante i suoi occhi andarono ad incontrarsi con quelli azzurri dai riflessi verdi del ragazzo cangianti a seconda della luce presente tanto da apparire uno azzurro e uno verde, notarono il gesto casuale del ragazzo che pose la mano sulla spalla della ragazza cingendole le spalle col braccio. «In effetti si, dovevamo aspettare il terzo anno per far visita ad Hogsmeade ed erano concesse solo quelle uscite programmate.» Disse ad entrambi per poi rispondere alla domanda che fece Elijah. «Stanno meravigliosamente, grazie. Nessun trauma nel trasferimento, neanche avranno modo di ricordarseme. Sicuramente andranno a star meglio. Di questo Eldest, oltre a questo avete altre idee per possibili libri da acquistare?»


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Edited by Vath Remar - 11/9/2017, 08:47
 
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view post Posted on 14/9/2017, 11:59
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Mi sedetti a fianco di Vath e alzai lo sguardo incuriosita quando Elijah, invece rimase in piedi, ma la domanda del Signor Remar mi distolse.
Non capivo per quale motivo Elijah non si fosse seduto, ma sentivo il suo sguardo che passava da me a Vath. Mi sforzai di non voltarmi nella sua direzione, incontrare i suoi occhi sarebbe stato molto poco produttivo per la mia concentrazione. Non ne capivo il motivo, ma quel ragazzo aveva il potere di distrarmi molto facilmente.
Quello che successe dopo mi lasciò di sasso: Elijah si sedette vicino a me, dal lato opposto di Vath e mentre parlava chiedendo all'uomo della sua famiglia sentii un calore inaspettato sulla spalla. Avevo percepito un movimento, ma pensavo si stesse semplicemente sistemando sulla sua sedia.
Rimasi qualche secondo paralizzata, il fiato sospeso e un sorriso finto sulla faccia per mascherare la sorpresa. Non mi voltai a guardalo anche se avrei tanto voluto lanciargli un'occhiata interrogativa. I due continuarono a chiacchierare sulla famiglia del Signor Remar, mentre nella mia testa c'era il vuoto totale.
Non capivo, non capivo, ma quel calore sulla spalla era... piacevole. Ero sempre stata una persona fisica, il contatto fisico con gli altri non mi aveva mai imbarazzata, anzi mi dava una sensazione di complicità e connessione, ma con Elijah... Già da quel pomeriggio in guferia avevo capito che il contatto con lui non sarebbe mai stato come con gli altri.
Sentii il Signor Remar fare una domanda a proposito di Eldest, ma non capii cosa stesse dicendo. Visto l'argomento, però, pensai che la domanda fosse rivolta a me.

"Come, scusi?"
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 16/9/2017, 16:26





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Elijah Sullivan
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Q
uando la sua mano scese sulla spalla di Alice, la Serpeverde non si mosse. Non manifestò nulla di nulla, come se la cosa non le avesse fatto alcun effetto…come se non fosse importante.

Elijah era sul punto di ritirare la mano, ma poi fece un respiro profondo ed il profumo dei suoi capelli lo avvolse.
Non sapeva spiegarlo come fosse, perché era un insieme di qualcosa che gli arrivava dentro.
Sapeva di qualcosa di dolce, ma non smielato. Sapeva di primavera e d’estate, ma anche di una fredda giornata invernale, così chiara e luccicante di neve. Sapeva di frutta matura da mordere e di cioccolata amara da assaporare.

Si voltò leggermente verso di lei e, inaspettatamente, le ciocche bionde gli accarezzarono la punta del naso, rendendo quelle sensazioni sempre più nitide.

Lei però era sempre lì impassibile ed suoi occhi erano sempre più fissi su Vath, ignorando completamente la sua presenza.

- Mi fa piacere… - rispose a Vath mentre i suoi occhi restavano ancora fissi sul profilo enigmatico di Alice - Ha qualche libro da consigliare anche a me, Signore?

Probabilmente poi avrebbe scelto con la sua testa, ma era sempre gradevole ascoltare l'opinione dell'uomo con il bastone.





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view post Posted on 18/9/2017, 11:19
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Vath
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Vath capì perfettamente se la ragazza non aveva compreso la propria domanda, aveva una presenza dietro la schiena, in compagnia di uno sconosciuto e, per quanto il ventisettenne la mettesse a suo agio, la presenza di Elijah la metteva in difficoltà. Le sorrise cordialmente e ripose la domanda e, pur sapendo che odiava ripetersi, non lasciò trasparire nulla dal proprio volto. «Miss Jones, stavo dicendo che se dopo Eldest avete intenzione di continuare la saga di Paolini vi conviene già prendere gli altri due libri. Devo ammettere che quella saga mi è piaciuta moltissimo, tuttavia devo fare una piccola critica sta nel fatto che la conclusione è un po' troppo rapida per i miei gusti. L'autore, come molti altri suoi colleghi, avrebbe dovuto sviluppare meglio il finale, perché lascia insoluti molti misteri a cui un lettore attento fa attenzione e che si aspetta di veder risolti.» Elijah si inserì nella conversazione chiedendo se avesse qualche libro da consigliare anche a lui. Solo in quel momento l'irritazione di Vath per la libreria babbani fece capolino, se non fosse stato per tutti quei Babbani avrebbe appellato semplicemente i titoli per Elijah senza interrompere la conversazione. Tuttavia il pensiero di allontanarsi un attimo e lasciar loro l'intimità necessaria per uno scambio rapido di parole lo convinse ad abbandonare la poltroncina. «Vogliate perdonarmi un istante.» Vath si alzò andando al reparto Fantasy poco distante, non abbastanza tuttavia per ascoltare eventuali scambi di parole tra i due undicenni. Si prese il proprio tempo, scegliendo con cura tra decine di libri, ne prese uno e poi tre consequenziali, si tratVathno di romanzi che egli stesso aveva letto e che aveva nella propria libreria di casa. Quando tornò, dopo alcuni minuti, passò i quattro libri ad Elijah per poi sedersi nuovamente. Il primo era Le nebbie di Avalon di Marion-Zimmer Bradley, mentre gli altri tre era la trilogia di Valerio Massimo Manfredi: Il mio nome è Nessuno. «Spero di aver centrato il bersaglio Mr. Sullivan.»


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view post Posted on 18/9/2017, 18:46
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Ero paralizzata, non riuscivo a muovermi e forse... forse non volevo. Quel contatto mi faceva sentire un calore forte, mi faceva sentire come se una calamita mi respingesse e mi attraesse allo stesso tempo.
Quando il Signor Remar parlò di nuovo mi riscossi appena. Contegno, Alice.

"Oh, sì, mi scusi, pensavo di leggerla tutta. Seguirò il suo consiglio, penso, anche se avevo idea di comprare anche altri libri... ma tutto sommato i soldi spesi in libri sono sempre spesi bene"

La risposta data all'uomo mi aveva riportata alla lucidità, anche se il minimo per mettere insieme tre parole consecutive. Il mio cervello era fermo, attività minima, quanto bastava per le funzioni vitali. E queste comprendevano anche non perdere la dignità e il controllo di sé.
Ma quella mano, quella mano sulla spalla...
Vath si alzò per andare verso gli scaffali e scegliere qualche libro da consigliare ad Elijah, come da lui richiesto. Appena ci voltò le spalle io mi voltai verso Elijah, lo guardai negli occhi per un istante... Poi abbassai lo sguardo a terra, un sorriso timido appena accennato mentre sistemavo i capelli dietro l'orecchio. Rialzai gli occhi su di lui per un frazione di secondo e mi sedetti meglio avvicinandomi a lui quasi impercettibilmente, ma in modo che il suo... abbraccio? Si poteva chiamare così? Beh, in modo che fosse più facile per lui.. beh, mi avvicinai a lui a basta, non sapevo nemmeno io cosa stavo facendo, l'avevo fatto istintivamente, quasi senza avere il controllo del mio corpo... Volevo solo essergli più vicina.
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 19/9/2017, 18:00





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Elijah Sullivan
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N
on sapeva nemmeno lui cosa stesse facendo il suo corpo. L’unica cosa che sapeva era che non sarebbe voluto essere in un altro posto. Si sentiva strano, decisamente strano.
Stava facendo delle cose che non facevano assolutamente parte del suo patrimonio genetico.
Toccare una persona, ma siamo matti?? E poi una persona dell’altro sesso!
Probabilmente era la scuola che aveva un cattivo effetto su di lui, perché ancora si stava chiedendo come mai avesse invitato quella ragazza ad andare con lui a Londra.

«Vogliate perdonarmi un istante.»

La voce di Vath lo distrasse un minimo dai sui pensieri e fu in quel momento che Alice si voltò verso di lui. Non erano stati più così vicini da quando avevano ballato in Guferia e, probabilemente, anche quel ballo era stato un grosso sbaglio. Non ne capiva davvero il senso.

In quell’istante in cui i loro occhi si incontrarono, Elijah lasciò che le loro iridi color del cielo di accarezzassero. Un attimo brevissimo perché Alice abbassò immediatamente lo sguardo e gli sembrò che stesso sorridendo, non ne era sicuro però.
Lo guardò di nuovo, sempre per un brevissimo istante. Forse non era quello che voleva, forse non aveva nessuna voglia pensare a quando…

Si mosse piano per sedersi meglio ed Elijah ebbe la sensazione che si fosse avvicinata un minimo a lui. Probabilmente era solo una sua impressione...si, era una sua impressione...si, era...no, non era una sua impressione perché lei si stava...stringendo? Davvero si stava stringendo contro di lui?
Elijah distolse lo sguardo da Alice, in un modo o nell’altro voleva annullare il contatto visivo tra loro due. Il contatto però non era tra i loro occhi ed era un qualcosa che …

Perchè stava così vicino ? Perchè si era avvicinata così?
Ma soprattutto...perchè lui stava facendo quello che stava facendo?

La mano di Elijah scese dalla spalla come se si sentisse pesante per il sonno, scivolò lungo la schiena fino ad un certo punto e poi avvolse il fianco della Serpeverde.

Vath tornò da loro con i libri che aveva scelto per lui e, nel sentire i titoli, il viso di Elijah si illuminò in un sorriso sincero

- Le nebbie di Avalon rientrano nel mio genere, l’altro un po' meno, ma lo terrò da parte per quando avrò voglia di spaziare un po' con le mie letture. Si, direi che ha fatto centro, Signore.





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view post Posted on 20/9/2017, 10:47
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Vath
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La scelta di lasciarli soli si rivelò azzeccata, quando ritornò da loro Vath li trovò ancor più vicini e la mano di Elijah si era spostata dalla spalla di lei al fianco. Il ventisettenne aveva sorriso, capiva perfettamente l'imbarazzo dei primi approcci ed anche lui non ne era stato immune. Non si sedette, riprese solo i libri che aveva lasciato sulla propria poltroncina ed il bastone da passeggio. Ritenne opportuno di non disturbare ulteriormente i due giovani Serpeverde, dopotutto era stato un incontro fortuito il loro e di certo non voleva fare il terzo incomodo in quello che evidentemente era, anche se al giovane rampollo dei Sullivan ancora non del tutto chiaro, un appuntamento. «Ho apprezzato davvero molto incontrarvi qui Mr. Sullivan ed ancor più far la vostra conoscenza Mademoiselle Jones. Tuttavia la mia pausa sta quasi per terminare e sarei davvero felice di incontrarvi nuovamente in un occasione più congeniale per tutti. Ovviamente, nel caso, Elijah sai bene che per qualsiasi cosa puoi mandarmi un gufo, la destinazione la conosci.» Disse loro con un sorriso tendendo la mano ad entrambi. Dopo essersi congedato si diresse alla cassa per pagare i propri acquisti con vile denaro babbano e far rotta verso il Ministero.

Io mi defilo, questo non vuol dire tuttavia che la role è finita, se avete piacere di continuare l'appuntamento fate pure.



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Edited by Vath Remar - 20/9/2017, 13:12
 
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view post Posted on 21/9/2017, 21:14
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Elijah annullò il contatto visivo tra noi e forse, per quanto quella situazione mi imbarazzava, era un bene. Continuavo a sorridere come un'idiota. Perché stavo sorridendo?
La mano di Elijah, con lentezza, si spostò dalla mia spalla al mio fianco lasciando una scia bollente e un formicolio lungo il tutto il percorso.
Alzai appena lo sguardo verso di lui, ma non riuscivo a guardarlo negli occhi. Per la prima volta, mi sentivo tanto in imbarazzo da non riuscire a guardare qualcuno negli occhi. Sorrisi ancora di più per l'assurdità di quella scena nonostante mi facesse sentire non poco strana.
Il signor Remar si era riavvicinato al tavolo con i libri per Elijah e io, a sentire la sua voce, mi irrigidii per l'imbarazzo. Sentii le guance arrossirsi appena, il sorriso irrigidirsi a sua volta e con un movimento rapido, che non avevo deciso ma che il mio corpo aveva fatto ugualmente mi allontanai appena da Elijah. Non sapevo cosa mi fosse successo, perché mi ero avvicinata e tanto meno perché mi ero staccata.
Mi rivoltai verso Elijah per vederne la reazione, sperando che non si arrabbiasse, che non spostasse la mano. Non volevo che ci rimanesse male, volevo che capisse che mi ero sentita in imbarazzo per la nostra intimità di fronte a Vath. Tutto lì.
L'uomo si congedò allungando la mano verso entrambi noi. Gli rivolsi un sorriso impacciato, ma sincero: quell'uomo mi piaceva.

"Il piacere è stato mio, Signor Remar"

Appena si fu allontanato mi voltai verso Elijah guardandolo negli occhi. Mi riavvicinai, riposizionandomi alla stessa distanza di prima.

"Scusa" dissi senza smettere più di guardare i suoi occhi blu.
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 23/9/2017, 01:58





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Elijah Sullivan
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I
movimenti di Vath ebbero un ruolo importante in tutta la faccenda. Furono determinanti per far avvicinare Alice quando li lasciò soli, e lo furono allo stesso modo quando tornò verso di loro e lei si staccò da lui.
Elijah era confuso da quel comportamento del tutto incoerente. C’era qualcosa che gli sfuggiva, ma purtroppo lo capì subito dopo.
Era evidente, era tutto molto evidente. Appena Vath era tornato indietro, Alice si era staccata da lui come se la cosa le desse fastidio...o meglio, come se si vergognasse a farsi vedere seduta lì con lui, anche se la libreria era piena di viscidi babbani e , agli occhi di Elijah, la presenza di Vath non era una scusa sufficiente.

Elijah sentì una colata di cemento a presa rapida che gli scendeva nelle viscere, ma rimase del tutto impassibile agli eventi.

Lasciò che Alice salutasse Vath e lui fece lo stesso.

- Le scriverò Signore.

Solo dopo che Vath voltò e spalle ad entrambi, la mano di Elijah si staccò dal fianco di Alice con sofferente lentezza.
Si sentiva offeso da quel rifiuto e non voleva riconoscerlo nemmeno con se stesso, o magari non era vero che si sentiva offeso...solo offeso, si. Una parte di lui si sentiva ferita da quello che era appena successo.

Nell’esatto momento in cui la sua mano si staccò, Alice tornò ad appoggiarsi a lui.
Elijah rimase di nuovo paralizzato, ma i suoi occhi tornarono lo stesso a guardarla con ancora più intensità.

"Scusa"

Quella parola aleggiò tra loro due come un arpeggio imprevisto.
Gli occhi di Elijah si tuffarono dentro quelli di Alice, fatti di un azzurro caldo e rassicurante nonostante la tempesta che lui si sentiva dentro al petto.
Anche il suo corpo si mosse piano e si avvicinò piano di più a quello della Serpeverde, come aveva già fatto altre volte.
Ora i loro volti erano così vicini che Elijah poteva coglierne ogni sfumatura della pelle, riuscendo quasi ad avvertire il calore del respiro di lei.
Il suo sguardo indugiò sulle labbra un attimo di troppo … davano l’impressione di essere così morbide, come un muffin ripieno di crema al cioccolato.
Le labbra di Elijah si aprirono anche se il cervello non gli aveva comandato di farlo. La sua testa si piegò leggermente da un lato, come aveva visto nelle pellicole babbane.
Ma cosa stava facendo ?? Non stava …? No, vero!! Doveva essere impazzito!!!
Sentì uno schizzo di adrenalina viaggiare nella spina dorsale e la sua testa virò verso l’alto, lasciando che le sue labbra atterrassero sulla fronte di Alice.





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view post Posted on 28/9/2017, 17:58
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La lentezza con cui la mano di Elijah si stava staccando da me era sofferenza pura. Non aveva capito, aveva frainteso come avevo immaginato.
La mia mente, però, non riusciva a stare al passo. Mi sembrava di capire cosa stava succedendo, ma non riuscivo a reagire nel modo corretto. Forse nemmeno stavo capendo, in realtà. Era solo un'illusione il capire. Come quando sei in un paese straniero e tutti parlano una lingua che non conosci e tu cerchi di stare al passo e di sforzarti di partecipare alla conversazione, ma proprio non ci riesci. Non riesci a seguire il passo. Allo stesso modo la mia mente cercava di stare al passo con quello che dicevano il cuore e le emozioni, di capire quello che il mio istinto aveva già capito.
Quando la mano di Elijah si staccò, ebbi paura che nonostante le mie scuse, dette così di istinto, non avrebbero sortito alcun effetto. Invece lui mi guardò di nuovo e tutto parve fermarsi. C'era elettricità nell'aria, quasi riuscivo a sentirla. Si avvicinò a me senza smettere di guardarmi, ma i suoi occhi, che prima erano fissi nei miei, si spostarono sulle mie labbra, esattamente come fecero i miei, che si spostarono sulle sue. Trattenni il respiro quando aprì le labbra e inclinò la testa avvicinandosi al mio viso. Stai davvero per..? E io perché rimanevo ferma lì invece dì spostarmi? Ero paralizzata. Non capivo se non riuscissi a spostarmi o se non volessi spostarmi. Fatto sta che non lo feci, rimasi immobile con le labbra schiuse e il cuore a mille. Quando le sue labbra si posarono sulla mia fronte chiusi gli occhi e rilasciai piano il respiro. Provavo... delusione?
Alice davvero?
Aprii gli occhi di scatto e mi alzai in piedi senza guardarlo negli occhi. Ero troppo imbarazzata per quello che provavo, anche se lui non poteva sapere quello che provavo. Io.. forse speravo davvero che lui...

"Forse è meglio se andiamo, tuo fratello ci starà aspettando"

Non mi accorsi nemmeno di aver lasciato il libro sul tavolino di fronte alle poltrone, semplicemente mi incamminai verso l'uscita e aspettai che Elijah mi raggiungesse.
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 29/9/2017, 11:07





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Elijah Sullivan
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E
lijah non aveva idea di quello che fosse successo in quel momento in quella libreria babbana. Era tutto confuso, tutto assolutamente nebuloso.
Lui non voleva baciarla, e non l’aveva fatto. Lui moriva dalla voglia di baciarla, e non l’aveva fatto.
Perché voleva farlo? Non ne aveva la minima idea.
Perchè non l’aveva fatto? Non ne aveva la minima idea.
Il tutto si riassumeva benissimo in un concetto semplice...non ci stava capendo più nulla.
Quel breve istante in cui erano stati faccia a faccia, si erano studiati, e quello era certissimo.
Elijah l’aveva letteralmente ammirata ...gli occhi, i capelli, la bocca...era stato un guardarsi reciproco, un guardarsi che nascondeva tanti interrogativi.
Quando era stato lì lì per farlo, non sapeva nemmeno lui descrivere quello che era successo dentro di lui. Aveva sentito che il respiro aveva smesso di transitare nei polmoni, ma non era quella la cosa più strana. Che cosa stava succedendo nel suo stomaco? Era come se ci fosse qualcosa che lo stava prendendo a testate, ed aumentava ad ogni sguardo che loro si scambiavano. Era tutto così strano, così inspiegabile.

Quella sensazione di disagio raggiunse il suo picco quando Alice saltò in piedi come un pupazzo a molla dopo il suo bacio sulla fronte. Elijah era pronto ad allungare di nuovo le braccia, era pronto a stringerla e, mentre lo faceva, voleva provare a sentire che profumo avessero i suoi capelli e se erano così soffici come sembrava. Non voleva fare niente di strano, forse voleva solo abbracciarla...forse. Non sapeva nemmeno lui che cosa gli stesse passando per la testa in quel momento assurdo.

La delusione fu feroce e inspiegabile.

"Forse è meglio se andiamo, tuo fratello ci starà aspettando"

Si diresse verso l’uscita senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, con l’andatura di chi vuole andare a conquistare il mondo e non si cura che tu esisti.
Ma cosa era successo? Ma cosa aveva sbagliato? L’aveva solo baciata sulla fronte...per fortuna.
Forse se avesse fatto altro avrebbe fatto ancora peggio, forse Alice non gli avrebbe più rivolto la parola. Era meglio che non lo avesse fatto, era meglio non farlo.
Sembrava logico, ma era doloroso e assurdo.
Si alzò a sua volta e la seguì, senza dire nemmeno una parola. Quello era un silenzio che bucava l'anima.



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