message in a Bottle, Per K

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view post Posted on 12/9/2017, 11:34
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L’acqua e Tessa. Tessa e l’acqua. Un binomio, un matrimonio, un legame indissolubile quello fra la materia liquida e l’Avvomago. Per volere di sua madre Tessa era nata sull’acqua e dall’acqua traeva calma, serenità di spirito, ispirazione. Non avrebbe potuto vivere in un posto dove non poter trovare il mare, un lago, un fiume, una pozzanghera. Londra non lasciava che l’imbarazzo della scelta a questo proposito. A parte quella che, quasi quotidianamente scende dal cielo, la City è la capitale di un’isola e dispone di fiumi, canali e laghi atti a soddisfare anche l’esigente palato del peperino irlandese.
E’ domenica, giornata di festa per quasi tutta la popolazione, sia quella magica e, purtroppo, anche per quella babbana. Ce n’erano davvero troppi di babbani in giro in quel tardo pomeriggio a Saint James’s Park; famiglie intere con orde urlanti di bambini che correvano in ogni dove, coppiette che se ne fregavano altamente di tutto ciò che li circondava e si perdevano in mille effusioni, anziani che si godevano, seduti sulle panchine, l’imminente tramonto accanto alle rive del canale che attraversava il parco. Fra la folla c’era anche Tessa, abbigliata alla babbana, con un paio di jeans e un’anonima maglietta verde smeraldo. Amava i colori; il verde dell’erba e il blu del cielo erano i suoi preferiti. Per una passeggiata solitaria aveva scelto il più piccolo dei parchi della capitale sperando che fosse anche il meno affollato ma questa si stava rivelando una pura illusione.

A questi piccoli vandali verrà fame prima o poi.
Pensò la ragazza ansiosa di potersi godere la pace del parco senza venire travolta da ragazzini scatenati che rincorrevano la palla. Il gioco del pallone, a parere di Tessa, era di una noia mortale e non capiva come potesse essere così famoso presso i babbani da ritenerlo sport nazionale. Il quidditch…era tutt’altra cosa ma i babbani non potevano saperlo.
Sei proprio una irrimediabile romantica Tessa. Penso che il giorno che figlierai darò le dimissioni
Tessa aveva un bel rapporto con la sua coscienza. Bello nel senso che si detestavano amabilmente visto che non era quasi mai d’accordo. Visto che entrambe non potevano fare a meno una dell’altra avevano imparato a convivere detestandosi cordialmente.
Attenta. Potrei prenderti in parola e anticipare i tempi.
Rispose la donna in quello che era il loro quotidiano modo di interagire In attesa che la situazione si tranquillizzasse la giovane prese a passeggiare sulle rive del corso d’acqua. Le mani incrociate dietro la schiena e lo sguardo all’acqua. Il sole, calando, mandava riflessi dorati sulla riva e illuminava la superficie del canale. Ogni tanto qualche pesciolino saltava formando cerchi che Tessa si incantava a guardare. Giunta nei pressi del Punte Blu si sedette sulla riva erbosa, raccolse le ginocchia portandole al petto e volse il viso al tramonto godendo della temperatura mite della giornata di fine estate. La luce colpiva le iridi della ragazza che si risentirono di tanta bellezza e cominciarono a lacrimare. Succedeva spesso. Gli occhi di Tessa non sopportavano la luce diretta dell’astro e, per evitare di peggiorare la situazione, la ragazza abbassò lo sguardo sottomettendosi a quella potenza. La riva pullulava di vita se la si sapeva osservare. Piccoli insetti muovevano gli steli, formiche operose, in rigorosa fila indiana, trasportavano cibo verso le loro tane, grilli minuscoli saltellavano e qualche raganella inizia a gracchiare per salutare la serata imminente. Persa nell’osservare la varietà degli abitanti della riva Tessa non si accorse subito dello strano oggetto che stava lentamente raggiungendo la sua posizione. Gli occhi, ancora lacrimanti per il sole, tardarono a mettere a fuoco quella che, mano a mano si avvicinava, si rivelava come una bottiglia galleggiante sull’acqua.
Incivili
Borbottò la donna all’indirizzo dei babbani che non rispettavano la natura e la violavano abbandonando i loro rifiuti.
Il senso civico di Tessa, complice anche il suo mestiere, era tale e tanto che l’istinto fu quello di prendere dalla tasca la bacchetta e castare un’incantesimo di appello per togliere quell’oggetto da un posto in cui non doveva stare ma il buon senso ebbe la meglio. Troppa gente in giro. Il patto di segretezza era la prima regola da non violare e lei lo sapeva bene. Tuttavia quella bottiglia proprio non le andava giù. Non poteva lasciarla in quel posto.

Dal luogo dove era seduta, all’ombra di un grosso salice piangente, la riva era parecchio alta rispetto allo specchio d’acqua. Alta, ripida e scivolosa. L’idea di finire a mollo vestita non le sorrideva per niente. Si rialzò in piedi e, fatto qualche passo, trovò un ramo. Probabilmente era caduto dal salice o qualcuno lo aveva staccato e abbandonato a terra. Lo raccolse e aiutandosi con l’esile bastoncino, cercò di trarre a se la bottiglia per poterla riporre nel cestino dei rifiuti. Forse il suo braccio era troppo corto e forse era troppo debole il ramo ma i primi tentativi fallirono miseramente. Se c’era una cosa che faceva perdere le staffe a Tessa era quella non riuscire a fare quel che voleva per cui la prese come una questione di principio e si distese, prona, sull’erba. Sporgendosi oltre la riva iniziò ad agitare il ramo e per alcuni istanti pensò di essere riuscita nell’intento. La bottiglia era alla sua portata, le dita l’afferrarono sollevandola dall’acqua. Giusto il tempo di vedere che, all’interno del vetro color marrone chiaro, c’era in foglietto arrotolato che questa scivolò, dispettosa, riprendendo a galleggiare a pochi centimetri dal suo improvvisato ed inutile retino.
Come tua coscienza è mio dovere avvisarti che sei ridicola lunga distesa a terra. Sembri un pescatore ubriaco.Potresti trasformati in un'oca, sarebbe meno imbarazzante. Siccome so che non mi ascolterai ti suggerisco di procedere e spero che tu finisca in acqua.
Grazie per entrambi i consigli Non dovevi disturbarti. Come al solito non ne terrò conto per cui taci e lasciami lavorare.
La curiosità è femmina e questo è un dato di fatto ed è anche una dote indispensabile per chi fa il mestiere di Tessa. Se a questo si aggiunge più di un pizzico di testardaggine il risultato è scontato. Era diventata una sfida ‘salvare’ la bottiglia dalle acque e scoprire cosa celava al suo interno. Tessa era conscia che, con ogni probabilità, si trattava di una burla, un gioco fatto da bambini creativi nell’intento di divertirsi ma questo non era motivo sufficiente per far desistete Tessa dal suo proposito di salvataggio.
Il tempo intanto passava e qualcuno iniziava a tornare a casa. Tessa poteva percepirlo dalle voci che diventavano sempre meno invadenti e dai passanti che diventavano sempre più radi. Qualcuno si era soffermato a guardare le strane manovre della donna e lei, da consumata attrice, aveva sorriso loro come se niente fosse, come se stesse facendo un gioco un po’ idiota e solitario. Grazie a Merlino il popolo brittannico ama farsi i fatti suoi e nessuno di era preoccupato di chiedere nulla salvo alzare gli occhi al cielo per poi procedere dritti.

A costo di attendere il buio o tuffarmi nel canale sarai mia!
Sbotto' Tessa digrignando i denti per l’ennesimo, fallimentare, sforzo di agguantate la sfuggente e misteriosa bottiglia.
 
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