Creeps., Highgate cemetery - Private.

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view post Posted on 2/10/2017, 20:00
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Poggiò con delicatezza la mano destra sulla spalla paffuta della signora Griffiths, sembrava così piccola in quel momento, era come se attraversare quel cancello le provocasse una terribile sofferenza, come biasimarla... Era sempre stata una donna assurdamente forte, come se un enorme guerriero fosse contenuto in un corpo fragile ma al contempo così forte.
Avanzavano con passo velato, era chiaramente difficile per lei visitare la tomba di quello che era stato l'amore della sua vita era doloroso, se non lo fosse stato sarebbe risultato strano, avevano vissuto decine di anni nella piena felicità, amandosi fino all'ultimo istante in cui lui l'aveva lasciata, e non sapeva chi dei due fosse stato più triste nel lasciare l'altro.
Si bloccò nel percepire che si era bloccata di fronte a una lapide all'apparenza esattamente uguale alle altre ma dal leggero tremore che sentì sotto i polpastrelli a contatto con l'anziana capì che non lo era per nulla, erano arrivate.

CHRISTOPHER GRIFFITHS

Il nome era inciso nella pietra come nel cuore di Lucinda, e nel vedere che la data di decesso risaliva a pochi anni prima capì che doveva essere una ferita ancora aperta ma nello stesso momento non avrebbe certo rinunciato a visitare la memoria del marito.
«Signora Griffiths, la lascio da sola, se ha bisogno mi trova nei paraggi» disse gentilmente poggiando il mazzo di crisantemi e rose bianche accanto alla lapide per poi attendere il piccolo cenno del capo che le fece capire di poter andare.
Fu uno strazio sentire i singhiozzi qualche metro più indietro, non lo sopportava. Camminava senza meta per poi fermarsi davanti a un punto in cui il tramonto si vedeva perfettamente. Si mise a osservarlo mordendosi il labbro inferiore, era veramente lugubre quell'atmosfera, da brividi.
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Tristan von Kraus
view post Posted on 12/12/2017, 13:18




Se mai qualcuno avesse avuto il coraggio di chiedere a Tristan von Kraus: che occupazione ti piacerebbe avere? La prima risposta che l'uomo avrebbe dato d'istinto era: sicuramente non il becchino.
Eppure eccolo lì in piena sera, dopo aver scavato una fossa profonda almeno 3 metri, a far levitare un corpo avvolto in molteplici strati di cotone, fin dentro la bara che -aperta- attendeva il suo ospite.
Sapeva che non era saggio compiere quel genere di operazioni quando c'era ancora la luce del sole, ma data l'ora prossima alla chiusura del cimitero ed il fetore che quel putrido sacco di carne emanava all'interno del suo studio, era arrivato il momento di riportarlo bello impacchettato dal luogo dove il Medimago lo aveva prelevato. Ci aveva giocato parecchio sopra, strappando qua, ricucendo la e scorticando dall'altra parte.
Alla fine, aveva dovuto arrendersi nuovamente ed accettare l'idea che giocare con un corpo morto non era come farlo con una persona ancora in vita. Avrebbe cambiato i suoi obiettivi dunque.
Il suo lavoro doveva terminare e non sarebbe stato certamente un cambio di 'rotta' a sospendere anni di ricerche.
Sebbene odiasse utilizzare la bacchetta, odiava ancor di più sporcarsi di terreno e sudare; così, una volta messo il corpo all'interno della bara, con un colpo di bacchetta, ricoprì tutto con il terriccio che aveva smosso poco prima, lasciando la terra evidentemente smossa ma senza destare ulteriori sospetti.
Perché ricoprire il corpo con strati di cotone? Semplice, per far si che un domani se riesumato, sarebbe stato più difficile notare i segni del 'lavoro' di Tristan sul corpo e quindi evitare sospetti. Meglio non alzare polveroni inutili quando si giocava con la morte e la vita delle persone.
Sospirò, lanciandosi un'occhiata intorno e sperando che nessuno avesse assistito alla scena: a primo impatto, venne per un attimo abbagliato dalla luce del sole che tramontava; poi coprendosi gli occhi con una mano, notò una figura che poco distante, se ne stava ferma a guardare il tramonto.
Scheisse.
Digrignò i denti, sperando che non avesse visto nulla, seppur a primo impatto sembrava più interessata al romanticismo dell'orizzonte che al becchino improvvisato.
Controllò l'orologio da taschino, l'ora era tarda e certamente a breve l'avrebbe vista andare via. Così, semplicemente per assicurarsi che non vi fossero problemi di sorta, si sedette sulla lapide in pietra fredda di tale....Signor Lamebert, incrociando le braccia ed aspettando di vederla uscire fuori dal cimitero.
-Grazie per esserti donato alla conoscenza, vecchio bastardo.-
Sussurrò, ammiccando un sorrisetto divertito e lanciando occhiatine di tanto in tanto alla sagoma femminile.
 
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view post Posted on 3/2/2018, 10:52
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La luce del sole ormai stava scomparendo quasi completamente. privandosi del suo romanticismo, e del fastidio che creava per gli occhi. Era nella parte magica del cimitero, dove risiedevano grandi maghi che negli anni si erano distinti per il loro valore ma anche altrettanti maghi comuni, figli di qualcuno, familiari che erano stati compianti dai propri parenti, o nei casi peggiori che era stato buttato lì senza dover mancare a nessuno.
Avrebbe sperato con tutto il suo cuore che i suoi genitori fossero lì, sottoterra, e odiava pensare in quel modo, ma era sempre meglio che sapere che le stavano dando la caccia per renderla uguale a loro. Sapere della loro morte l'avrebbe tranquillizzata, probabilmente, sapere che riposavano in pace e che nonostante non stessero accanto a lei potessero comunque vegliarla da lassù. Che senso aveva che fossero vivi se poi non erano più nemmeno i suoi genitori?
Tutti quei pensieri la tormentavano facendole venire un gran mal di testa, e le riempirono la mente così a lungo che della luce del sole rimaneva ben poco, ormai.
Forse era ora di tornare a casa, di recuperare Lucinda e di tornare a quella piccola soffitta dove però poteva concedersi un buon libro per liberare la mente.
Mosse un passo bloccandosi immediatamente nel sentire un fruscio provenire dalla sue spalle per poi notare uno stormo di uccelli librarsi in volo sopra la sua testa. Qualcosa li aveva forse spaventati?
Si voltò leggermente ed estrasse la bacchetta dalla fodera per poi assottigliare gli occhi nel tentativo di vedere qualcosa, in caso ci fosse qualcuno, probabilmente qualcuno in visita a qualche defunto, ma la sua natura di Auror le aveva insegnato che la prudenza non era mai troppa.
Tese il braccio teso e eseguì l'incanto per sicurezza «Lumos!». Una leggera luce si sprigionò dalla punta della bacchetta non permettendole di vedere molto, se non sagome confuse. «C'è qualcuno?»
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Daphne ha castato un Lumos ma non riesce a vederti, non è nemmeno sicura che ci sia qualcuno, potrebbe solamente la mente che le gioca brutti scherzi. Se preferisci l'esito dell'incanto può essere deciso da un Master o far intervenire un Master anche solo per decidere se ti individua o no.
 
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