Nell'immaginario di Amber, ora, ogni fiore assumeva davvero sembianze umane. Quella che all'inizio aveva visto come un'intrusione indegna nella mente dei più deboli, le stava invece dando modo di scoprire di più su di loro pur senza infliggere alcuna sofferenza. Non fosse stato per quel vagare tra le coscienze - che si era imposta anche per il desiderio di venire a capo di quel mistero -, non avrebbe mai capito cosa davvero si celasse dietro lo sguardo di chi l'aveva sempre seguita negli anni. La dedizione di Lewis, l'invidia giustificata di Nole, l'affetto del Signor Chapman, tutto sarebbe rimasto rinchiuso in un baule ad anni luce da lei. Ma era il turno di Esme, la lavandaia che nei ragionamenti della ragazza e nei ricordi sparsi come petali, era il Gelsomino. Rallentò l'incedere quando umidità e tepore avvolsero il suo corpo, non amava la sensazione umida dei capi appiccicati alla pelle, soprattutto se non era dovuta all'aver fatto il bagno vestita, ma com'era lavorare in una condizione simile tutto il tempo? Se c'era una cosa che quell'avventura le aveva insegnato, era che i domestici della villa non erano solo dei Magonò, erano dei gran lavoratori e forse non ricevevano abbastanza per quanto faticavano lì dentro. Non si era mai ritenuta una bimba viziata, non li aveva mai trattati come servi - cosa che aveva invece visto fare dagli altri Hydra in Germania -, non aveva nemmeno mai instaurato grandi rapporti con loro, dato il poco tempo che era rimasta in contatto in quella grande magione. Eppure, anche se non era stata un'aguzzina senza ritegno, non riusciva a non provare rimorsi ingiustificati per le loro condizioni, un po' a causa delle parole di Killian ed un po' a causa della rigidità di Nonno Costantine che invece non aveva problemi ad ordinare loro cosa fare. Certo li trattava comunque con rispetto, ma quanto poteva bastare? Forse era solo la stanchezza a parlare, si disse, ma di certo avrebbe voluto approfondire la questione con il Signor Chapman, a cuore aperto. Proseguendo oltre, attraverso il vapore che annebbiava la lavanderia, la ragazza raggiunse infine la lavandaia e non faticò a comprendere gli sforzi che quella stava compiendo. Amber era così stanca che il legame creatosi la colpì con una forza inaudita. E pensare che il suo non era stato che sforzo mentale, cosa avrebbe dovuto dire la donna che lavava a mano ogni capo ogni giorno da anni? Il primo ricordo di Esme l'avvolse come un abbraccio primaverile, luminoso e dolce. Niente frenesia iniziale per la ricerca del momento da vivere, quanto piuttosto adrenalina generata dallo stesso. Avrebbe dovuto essere pronta all'immedesimazione nel vissuto altrui, ma anche quella volta fu particolarmente strano non avere il controllo di quello che sembrava essere il suo corpo. Si nascondeva da qualcosa, quella che sembrava essere una Esme ben più piccola si stava nascondendo dal fratello, in un rifugio che altro non era che una parete ricoperta di gelsomino. Amber avrebbe pagato fior di galeoni pur di poter possedere un ricordo simile, e se lo ripeté con amarezza prima di trovare il petalo nascosto dal Legilimens. Lei non ne aveva di momenti così nella propria infanzia. Ad eccezioni di quelli con il cugino e con Maverick il resto era inconsistente. Se avesse potuto aprire quella scatolina di latta immaginaria con le foto dei vari momenti della sua vita, dai sette ai tredici anni avrebbe trovato solo foto grige, senza volti, avvolte nella nebbia come Londra in Novembre. Aveva saltato l'infanzia a piè pari ed ancora ne soffriva. Ma era Hettie a dove essere il fulcro della ricerca, perché in fondo era intorno a quella bellissima donna bionda di cui il Legilimens sembrava innamorato che tutto ruotava. Trovare il ricordo nascosto fu più semplice, ed Amber vi si aggrappò senza un freno. La Tassorosso si ritrovò così ancora una volta immersa in quel momento di malinconico affetto, che non le apparteneva eppure che sentiva più vivo di molti altri. Seguì ogni gesto, ogni sospiro ed ogni pensiero di chi aveva ideato quel gioco, anche se Amber proprio non avrebbe potuto ritenerlo tale. Con amarezza e forse un briciolo di speranza, si chiese se mai qualcuno avrebbe potuto guardare lei allo stesso modo in cui il proprietario dei ricordi guardava Hettie. Percepì la mancanza di tempo a disposizione per quella coppia quasi come se lei stessa non avesse diritto di concedersene altro, e prima che potesse anche solo sperare di vedere di più, il rumore di conferma del passo corretto la risvegliò catapultandola di nuovo nell'umida realtà.
Hettie, in quell'ultimo ricordo stava chiudendo inconsapevolmente il cerchio di pensieri di Amber. Annaffiando dei Gerani aveva dato il colpo di grazia a quello che infine si era rivelato il suo ragionamento, e le parole del ricordo di Chapman tornarono a farsi vive: "Ecco di cosa ha paura Mrs Griffiths, gerani". Senza fretta, camminò fuori dalla lavanderia, nella speranza di scrollarsi di dosso l'umidità che le era penetrata nelle ossa, quegli ultimi ricordi sembravano intenzionati a darle il colpo di grazia, ma ancora non era finita. Chiuse gli occhi non appena trovò un muro a cui appoggiarsi e si diede alcuni minuti per concludere la sua riflessione. Il primo petalo l'aveva condotta a Nole, il secondo petalo aveva legato il ricordo di Lewis a Chapman, conducendola da lui. Il terzo petalo aveva legato i Gelsomini di Nole a Esme, ora finalmente raggiunta. Il quarto petalo parlava di Gerani e sembrava pronto a condurla dalla Griffiths del ricordo di Chapman. Era lì che il cerchio si chiudeva? Aveva provato a sondare la mente della governante troppo presto, era finalmente arrivato il momento di dedicarsi a lei, ed un pensiero forse sconclusionato s'impossessò della mente stanca di Amber. Possibile che vi fosse una ragione alla "paura" dei gerani della Griffiths che non fosse legata strettamente ad un'allergia? Se lo chiese mentre cercava di ricordare dove potesse essere quella donna, così da raggiungerla. Chiunque avesse amato Hettie viveva e lavorava a Villa Hydra ed era forse tanto assurdo pensare che fosse una "lei" ad aver orchestrato il tutto? In fondo la strega si era accorta di non sapere quasi nulla dei domestici e niente era da lasciare intentato. Dove poteva trovare il capo delle Cameriere? Forse non aveva ancora finito la sua ronda al piano di sopra? L'avrebbe cercata fino a trovarla, avrebbe seguito le lamentele delle cameriere o le indicazioni che si davano pur di avere finalmente davanti a sé colei che forse conservava l'ultimo ricordo, se non addirittura chi li possedeva tutti.
Se le sue intuizioni fossero state corrette, se fosse riuscita a trovare la Griffiths e se questa avesse poi incrociato lo sguardo intangibile di Amber, allora la bacchetta sarebbe corsa a puntare alla tempia della donna e la formula avrebbe ancora una volta imposto la proiezione della ragazza in una mente estranea *Legilimens*. Ma non avrebbe permesso, proprio a fronte della propria stanchezza, che un flusso di ricordi la inondasse come in volte precedenti e, una volta riuscita a penetrare oltre la barriera avrebbe posto quelle due domande che tanto imploravano una risposta,*Cosa c'è di sbagliato nei Gerani?* forse perfino troppo invadente, ma voleva sapere se il malessere che causavano era davvero legato ad una semplice allergia, eppure nemmeno quella era la vera domanda. Se avesse avuto la possibilità di trovare un nuovo petalo, se non perfino l'ultimo concesso, avrebbe chiesto ancora: * Chi era Hettie, e chi sei tu?*si sarebbe aggrappata al pensiero che ora più che mai doveva sapere chi aveva davvero amato quella donna e perché aveva voluto condividere proprio quei ricordi tanto intimi con Amber. Avrebbe potuto scegliere qualcosa di meno intimo, ma allo stesso tempo lei già sapeva che non l'avrebbe invogliata a sufficienza per proseguire. Sperò con tutta se stessa che la Griffiths fosse l'ultima ruota del carro appena costruito, perché più il tempo passava e più la bionda sentiva mancare le proprie forze. Voleva conoscere il Legilimens che si era proposto di farle da maestro e voleva capire fino in fondo cosa l'avesse convinto a darle quella possibilità.
La quest si conclude con successo: raggiungi lo stadio di legilimens che ti permette di trovare/scegliere il ricordo che desideri, pur con le difficoltà del genere. Il raggio d’azione è limitato e richiede sia contatto visivo che l’utilizzo della bacchetta, tuttavia potrai fare a meno della formula. Usare la vocazione su occlumanti apprendisti non sarà facile.
Adesso che la parte più burocratica si è conclusa, ci tengo a farti i miei più vivi complimenti. Dal primo all’ultimo post ti sei mostrata presente e costante; nonostante i fallimenti di Amber (puramente on gdr), ti sei sempre mossa con coerenza, dando prova anche di un certo intuito in più di un’occasione. Hai aggiunto valore alla quest. Per ringraziarti di ciò, eccezionalmente, vorrei premiarti con +1.5EXP.
Come si intuisce, il percorso non è finito; moltissime domande rimangono in sospeso perciò —se e quando lo vorrai— sarò lieto di seguirti anche nel successivo stadio della vocazione.