Dalla Cina con furore, Missione O'Brien - Remar

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view post Posted on 27/12/2017, 22:33
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Il Fato

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Quando le parole del giovane Remar giunsero alle orecchie di Jan Li, questo effettuò un largo sorriso.
Non sapeva se fosse il tono accondiscendente del ragazzo a farlo stare così, ma lo aveva fatto sentire un uomo importante, di cui temevano le risposte e lui avrebbe utilizzato quel vantaggio per trarne maggior guadagno possibile.
Alzando una mano per poi posizionarla alla stessa altezza del viso di Vath, il cinese si girò verso Tessa per sorridergli cordialmente.

«Ora posso dirle tutto quello che vuole. Mi chiamo Jan Li, nato a Shenzhen, Cina Sud-Orientale il 13 Novembre del 1964. Risiedo a Londra a pochi isolati da qui, in Berwick Street 22. Contenta?»

Ovviamente le provocazioni stavano nelle parole quanto nelle movenze del cinese, il quale, risistemandosi le maniche della vestaglia tornò ad osservare il giovane ministeriale per poi dirgli.

«I nostri beni non dovrebbero collimare con la vostra legalità Sig. Remar.
Quello che per voi spesso è illegale nel nostro paese non lo è, quindi sarebbe il caso di concederci qualcosa, non trovate? »


Sorridendo nuovamente, la mano che ancora era sospesa in aria schioccò le dita portando a lui un emissario con in mano una pergamena.

«Su questo documento sono segnate tutte le materie che sono reputate illegali dal vostro Ministro della Magia. Volete dare un’occhiata? Che ne dite? Penso che si potrebbe trovare un accordo con la nostra comunità maggiormente esaustivo se ci lasciaste più ampia manovra.



E lei signorina che ne pensa? Non crede che la legalità spesso debba scendere a compromessi con la realtà?»


Fergò rimase in silenzio allo show del cinese, attendendo che i due ragazzi parlassero al posto suo.
Il carismatico Jan Li voleva capire bene con chi aveva a che fare. Erano persone rigide o persone in grado di scendere a compromessi? E come si dovevano comportare in quella situazione davanti al loro superiore in carica che non si degnava di parlare?
I rischi erano tanti, ma non si potevano evitare. Tessa e Vath dovevano giocare d’astuzia.



 
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view post Posted on 29/12/2017, 20:28
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Vath
Remar «

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Le parole dette dal ventisettenne ebbero l'effetto desiderato. Jan Li aveva sorriso, conscio di qualcosa che solo lui potesse comprendere, accondiscendendo alla necessità di fornire i propri dati. I conti furono fatti velocemente a mente, colui che avevano di fronte era un cinquantatreenne. Quasi il doppio degli anni di Vath di fatto, tutta esperienza e saggezza accumulata in una vita, erano seduti di fronte ai tre ministeriali. La gestualità e le successive parole del cinese erano volute a testare i ministeriali, la loro pazienza e la loro tempra morale. Voleva impressionarlo o intimidirlo con quelle movenze da prima donna? Non fu così, Remar ascoltò il cinese mostrandogli la sua miglior faccia da poker, mentre quelle poche parole fecero reale presa su di lui. “I nostri beni non dovrebbero collimare con la vostra legalità Sig. Remar.” Già di per sé quella frase era una mezza ammissione di colpevolezza, associata a quelle che il cinese disse in seguito divenne completamente chiaro al ventisettenne che per il cinese le leggi Inglesi erano superflue. Il documento che Jan Li si fece portare conteneva tutti i materiali che l'Inghilterra aveva classificato come beni non commerciabili, con sfoggio d'eloquenza il cinese invitava a, usando le sue parole, "trovare un accordo con la nostra comunità maggiormente esaustivo se ci lasciaste più ampia manovra." "Ferma i buoi Vath, aspetta e ragiona: Jan Li sa bene che Tessa è un Avvomaga. Anche se Mr. Fergò non ne ha fatto cenno lei stessa non ne ha fatto mistero nella compilazione della scrittura privata. Per quale ragione mostrerebbe un documento di cui lei saprebbe con certezza il contenuto a memoria? Potrebbe trattarsi di una mossa per piazzare un documento opportunamente modificato eliminando dalla lista Beni Non Commerciabili scomodi ai traffici Cinesi?!" Quella fu l'illuminazione di Vath, la tessera del domino mancante per poter far crollare quella costruzione. Se nel documento sarebbero mancati dei Materiali quella sarebbe stata la prova inconfutabile del fatto che Jan Li avrebbe voluto o stava già trattando commerci di beni illegali. Tenendo anche conto del fatto che Fergò gli aveva inviato un gufo il giorno prima, Vath suppose che c'era da aspettarsi che il Funzionario scelto avesse preso appuntamento con il cinese con largo anticipo, cosi da non presentarsi da lui non annunciato. Che Jan Li avesse già intuito la ragione di quell'incontro e avesse fatto preparare quel documento con largo anticipo? «Lao Li» Esordì il ventisettenne accennando solamente un sorriso cordiale rispetto al sorrisetto sfrontato che avrebbe voluto mostrargli. «Mi perdoni, il mio discorso era rivolto in generale. Non ho assolutamente affermato nulla del genere, né stavo esprimendo che voi importate merci illegali. Stavo semplicemente dicendo che vorremmo evitare problemi in tal senso. Non comprendo questa vostra frettolosa ricerca di un legame legale tra quello che il Ministero Inglese e quello che Voi importate. Tuttavia questo, come il conoscere ogni singolo Bene Non Commerciabile in questo paese, non è il mio lavoro: il mio è quello di far da tramite, tra Voi e il Ministero della Magia Inglese. Per gli aspetti legali, dato che ne chiedete il parere, posso rimandarla alla mia collega qui accanto, se avrà la gentilezza di passarle quel documento lei lo esaminerà.» Non c'era nessun accenno d'accusa nella voce del più giovane dei ministeriali e la gestualità del ventisettenne era atta a dare al cinese quel senso di sicurezza cullando l'ego del cinquantatreenne nell'illusione di farlo sentire importante e temuto, alla parola Voi Vath portò la destra, a palmo aperto rivolto verso l'alto, all'indirizzo di Jan Li per poi ritrarla verso se stesso toccandosi il petto alle parole ministero della magia inglese. Successivamente alla fine del proprio discorso la mano sinistra, posata sulle proprie cosce nella classica posizione del Loto, descrisse un movimento orizzontale verso Tessa, facendo cenno alla propria collega. Fergò impassibile ascoltava il tutto, senza mostrare segni di voler intervenire. Il ventisettenne sperò vivamente che la collega avesse la prontezza mentale di far anche lei tutti quei ragionamenti, così da poter strappare il miglior accordo ora che il cinese si era esposto. Come in un balletto lui e Tessa stavano cooperando con movimenti aggraziati e ben delineati, frutto del briefing pre-incarico, alla riuscita di un incarico così complesso.


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In accordo con la player di Tessa posto prima io a questo giro.
 
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view post Posted on 29/12/2017, 21:11
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Li fornì, più o meno convinto, le sue generalità complete. Il sorriso del cinese apparentemente cordiale, strideva palesemente con i suoi gesti che lasciavano passare l’ennesima provocazione.
Calma Tessa. Hai chiesto e ti ha risposto. Non far caso ai suoi modi o cadiamo nella sua trappola, respira, nemmeno troppo vistosamente, e incassa con dignità.
La mente dell’Avvomago lavorava sul comportamento e sulle parole di Li mentre cercava di controllare anche le proprie parole e i propri gesti. Il terreno che calpestava era un terreno minato e occorreva procedere con cautela.
La ringrazio Lao Li e le faccio i miei più vivi complimenti. Porta benissimo la sua età.
Il complimento di Tessa era davvero sincero. Li dimostrava molto meno dei suoi 53 anni a suo parere e fu con una non celata sorpresa che la donna, dopo aver rivolto un accenno di sorriso, piegò il capo riprendendo a scrivere. Per la sua esperienza e per le informazioni che aveva preso i cinesi erano sensibili ai complimenti e forse questo era l’unico sincero che Tessa potesse rivolgergli.
Nel prosieguo del colloquio Tessa, seppur fisicamente lontana da Vath, avvertì un silenzioso scambio fra lei e il Collega. Che si trattasse di intesa, di sintonia o semplicemente di trarre le medesime conclusioni allo stesso momento non faceva una gran differenza ma la ragazza percepì quello che poteva essere il gancio a cui potersi attaccare per andare avanti nella trattativa.
Le parole di Vath che, opportunamente, precedettero le sue, furono la sonora conferma delle sue stesse intuizioni e Tessa, impassibile, ascoltò il collega facendo si che la sua espressione rimanesse seria ma serena.
Lao Li, con tutto il rispetto, mi permetto di puntualizzare: vero è che per ogni Paese il concetto di ‘legalità’ varia in base ad usi, costumi, cultura e quant’altro. La Cina, e l’Inghilterra, sono grandi Paesi con tradizioni e legislazioni diverse ed è per questo che siamo qui. Per convenire ad un accordo che soddisfi entrambe le parti. Se troveremo questo accordo sia la Cina che l’Inghilterra ne potranno trarre profitto.
Era superfluo, a parere di Tessa, sottolineare il piccolo particolare che per Cina non si intendeva affatto ‘tutta la Cina’ ma, in quello specifico caso, per Cina si intendeva Li e la sua cerchia di sinistri collaboratori.
Vath aveva espressamente richiesto la visura del documento in possesso di Li. Tessa ringraziò mentalmente il Collega rivolgendogli un piccolo cenno col capo in segno di assenso ma prima di poter, eventualmente, protendere la mano per prendere visione del contenuto del documento ritenne educato e cortese rispondere al cinese in merito alla sua domanda.
Visto che me lo chiede, Lao Li, mi permetto di esprimere il mio modesto parere in merito. Scendere a compromessi è un’arte e lei lo sa meglio di me. Il nostro Paese accoglie ed ospita la vostra comunità facilitando l’integrazione fra i popoli ma…
Tessa fece una pausa mettendo una leggera enfasi sull’ultima parola pronunciata. Una piccola pausa che forse generò una specie di aspettativa e che a lei servì per dar maggior incisione al prosieguo. Quando riprese il suo sguardo era focalizzato sul cinese. Uno sguardo fermo senza essere freddo era quello che Tessa voleva che Li osservasse.
Ma siamo in Inghilterra. Le nostre leggi sono quelle che fanno testo. Discutere i termini di questo accordo è cosa possibile e buona se questo avviene entro i termini della normativa inglese vigente. La prego di non dubitare delle nostre buone intenzioni, siamo fra persone civili e ragionevoli per cui non dubito della buona volontà di ognuno di noi affinchè si possa addivenire ad un reciproco scambio all’interno della legalità.
Di concreto Tessa non aveva sputato sentenze, aveva puntualizzato e posto limiti alla trattativa. In fondo, piacesse o meno a Li, quello era il suo compito. L’Avvomago aveva cercato, a suo parere, di aprire un varco attraverso il quale ampliare il margine della trattiva ma non poteva e non voleva permettere a Li di ipotizzare di poter fare quello che voleva. Non aveva il potere di concedere o rifiutare ma riteneva che il suo compito fosse quello di ‘accompagnare’ le parti su un terreno comune su cui discutere.
La donna, per il momento, ritenne di dover sospendere la trascrizione in attesa che i punti venissero chiariti, ben definiti e per farlo aveva bisogno di controllare che il documento in possesso di Li corrispondesse a quello approvato dalla legislazione Inglese. Se, come credeva, fossero state omesse delle voci circa le materie ritenute illegali era suo preciso dovere rilevarle e farle presenti a tutti i componenti del gruppo.
 
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view post Posted on 8/1/2018, 20:00
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Sorridendo ad entrambi i giovani, Jan Li, fece cenno al suo emissario di avvicinarsi.
Non appena la pergamena dai contorni scuri fu nelle mani del cinese, questo la girò verso la donna, ignorando volutamente Fergò e quella sua strafottente sicurezza.
Chi lo diceva che avrebbero vinto loro? Chi gli assicurava che la sua comunità si sarebbe piegata a quei giovani?
Quando gli occhi di entrambi i dipendenti si posizionarono su quel foglio, il cinese, con innata tranquillità disse:


« Sapete i vostri ragionamenti sono giusti. E’ bella la legalità, è bello l’attaccamento territoriale, ma chi dice che questo materiale non possa fare del bene al vostro Paese? Siete convinti che tutto quello che dice il Ministro Pompadour sia assoluta verità?
Non è così, perlomeno non per me.»


Facendo cenno al suo fidato collaboratore di allontanarsi, il cinese osservò la donna per dirgli:

«Voglio che la mia richiesta sia messa agli atti, con allegato questo documento che vi ho dato.
La mia comunità scenderà a patti con voi solo e soltanto se tre di quegli ingredienti diverranno ufficialmente legali sul suolo inglese. Oppure ha altro da offrirmi Sig. Remar? Lo stato inglese cosa ci offre?»


Il sorriso del personaggio davanti a lui si fece stranamente inquietante, mentre il volto del funzionario scelto iniziò a chiazzarsi di rosso.
Ora le carte era state messe sul tavolo e i dipendenti dovevano muoversi tra di esse per evitare il disastro. Quale era il giusto compromesso per fare felice sia Fergò che il cinese?





Pergamena:

 
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view post Posted on 14/1/2018, 22:18
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Vath
Remar «

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Ringalluzzito Lao Li fece cenno al suo collaboratore di portar loro il documento. Lo sguardo di Vath sostenne quello del cinese fino a quando quest'ultimo spinse il foglio verso i tre ministeriali. Una volta che Vath posò lo sguardo sul foglio degli ingredienti il cinquantatreenne iniziò a parlare. «Sapete i vostri ragionamenti sono giusti. E’ bella la legalità, è bello l’attaccamento territoriale, ma chi dice che questo materiale non possa fare del bene al vostro Paese? Siete convinti che tutto quello che dice il Ministro Pompadour sia assoluta verità? Non è così, perlomeno non per me.» Il ventisettenne a quel dire sollevò solamente lo sguardo, rimanendo fermo come una statua, l'unico muscolo che si mosse fu quello del sopracciglio destro che si arcuò rispetto al sinistro. Per quale motivo il cinese parlava in quel modo? Il ventisettenne si domandò quale fosse la ragione, che la sensazione di vittoria del cinese lo facesse esporre più del necessario? «Lao Li con tutto rispetto parlando di certo non è lei a decidere cos'è meglio per l'Inghilterra. Non è nemmeno sua prerogativa mettere in discussione ciò che il ministro Pompadour ha fatto in questi mesi. Nonostante i miei toni cordiali Lao Li, non sono Vostro amico, né i miei colleghi lo sono. Siamo qui in veste ufficiale per il Ministero della Magia Inglese quindi anche se siamo più giovani di Voi gradirei che usaste toni meno colloquiali. Resto tuttavia disponibile a mediare tra Lei e il Ministero: dato che volete che sia messo gli atti le ricordo che commerciare con questi materiali attualmente illegali è punibile. Potremmo scendere a patti, far si che tre di essi diventino legali o inasprire le leggi attualmente in vigore, lei mi sembra una persona onorevole Lao Li. Quale vantaggio otterrebbe da questi materiali illegali? Rischierebbe problemi legali, la sua reputazione, con oggetti così pericolosi?» La voce del ventisettenne, come il suo sguardo si fecero glaciali. Aveva fatto rapidamente le proprie considerazioni sulla lista dei beni non commerciabili indicata da Li e, tra tutti, il sangue di Re'em, l'appendice di Murtlap e la pelle dei Moke erano gli ingredienti più innocui e che non avrebbero comportato l'estinzione della specie. Come poteva non cogliere la palla al balzo, avendo un padre pozionista Vath aveva eccelso in quella materia, quante volte a casa si era sentito ricordare quali proprietà avessero il sangue di Re'em, l'appendice di Murtlap e le uova di Runespoor?! Il primo aveva il potere di donare una immensa forza a chi lo beveva, tuttavia, la difficoltà nel procurarselo era dovuto ad una scorta minima, specialmente dato la sua rarità sul mercato legale. L'appendice di Murtlap, invece, se messe in salamoia ed ingerite, avevano la proprietà di proteggere da incantesimi e maledizioni anche se, un uso eccessivo avrebbero provocato la crescita di bizzarri peli viola nelle orecchie. Il moke non era strettamente collegato alle pozioni ma Vath aveva avuto la fortuna di venirci a contatto, suo nonno Owen possiede un prezioso portafoglio in pelle di Moke e, proprio come l'animale stesso che in presenza d'estranei si restringe a piacere, anche il borsello si contraeva in presenza di estranei rendendo difficile ad un ladro l'individuazione dello stesso. Tuttavia, la mercanzia più interessante si trattava senza dubbio delle uova di Runespoor: in primo luogo, proprio perché Vath era stato un Serpeverde adorava ogni rettile, avere uno di quegli esemplari per compagno sarebbe stato senz'altro stimolante. In secondo luogo l'uovo di Runespoor, a detta del padre, erano di immenso valore sul mercato a causa della produzione di pozioni Aguzzaingegno che, come dice il nome, aiuta chi la beve nello studio e nella concentrazione. Non aveva minimamente considerato gli altri beni non commerciali, alcuni per la loro pericolosità, altri, come i tappeti volanti, per la minaccia che avrebbero causato allo Statuto Internazionale sulla Segretezza Magica e, non meno importante, per la possibilità di causare l'estinzione di una specie così fortemente a rischio come il Fiammagranchio. Tuttavia qualcosa sfuggiva alla conoscenza del ventisettenne, le proprietà del Thè Magico citato da Fergò durante il briefing, e ciò che odiava era il non sapere. Come aveva imparato: se alzi la mano e fai una domanda, sei sciocco per cinque minuti. Ma se non alzi la mano e non chiedi, sei sciocco tutta la vita. Così, il ventisettenne, si sporse lievemente verso il funzionario scelto alla propria sinistra e gli sussurrò. «Mr. Fergò, perdonate, avrei necessità di sapere tutte le proprietà di quel thè magico di cui parlava nel briefing per poter piazzare la mia controproposta.»

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view post Posted on 16/1/2018, 12:36
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E così Li aveva deciso, finalmente, di avanzare le sue proposte. Il cinese lo fa con tono tranquillo e a Tessa da l’impressione che sia convinto di avere il coltello dalla parte del manico. Dannata Cina e dannati cinesi, sempre certi di averla vinta su tutti i fronti. L’avvomago non era esattamente una fan dell’oriente ma mise da parte la sua antipatia celandola dietro un ‘espressione anonima che non avrebbe dovuto lasciar trapelare il suo stato d’animo. Gli scagnozzi di Li porsero la lista dei materiali che i Ministeriali avrebbero dovuto valutare per un’eventuale accoglimento della sua richiesta e Tessa, insieme ai colleghi, focalizzò l’attenzione sulla pergamena.
Con gli occhi fissi sul foglio udì Vath esprimere le sue rimostranze verso il discorso di Li riguardante il Ministero della Magia e il Ministro Inglese. Quel tipo era davvero sfrontato a mettere in discussione le leggi e le persone che governavano il Paese che ospitava lui e la sua comunità con gli occhia mandorla.
La donna annuì appena col capo sentendo il Collega esprimere la trattenuta e comprensibile irritazione per l’esternazione del cinese. Tossicchiò sperando che Vath non andasse oltre e non si facesse prendere la mano alzando i toni. Li e la sua gente erano permalosi di natura e bastava poco a fargli saltare la mosca al naso.
Solo dopo che Vath ebbe finito la sua reprimenda su Ministro e Ministero Tessa, con una calma che solo Merlino sapeva da dove veniva, ribadì il concetto per far comprendere a Li che quella che stava affrontando era una squadra e non singoli elementi in disaccordo fra loro.

Anche il suo ragionamento, Lao Li, è giusto. Il concetto di verità è relativo ma quello di legalità no per cui, vero o non vero, quel che il Ministro inglese dice è legge in Inghilterra e l’Inghilterra è il paese nel quale siamo tenuti ad operare. Credo funzioni nello stesso modo nel Vostro Paese; Paese che noi rispettiamo e col quale siamo e vorremmo rimanere in buoni rapporti. Addivenire ad una soluzione lecita non solo è nostro preciso dovere, come rappresentati del Ministero, ma è anche nostro preciso dovere e desiderio proteggere Lei e la sua gente da spiacevoli violazioni della Legge che vi metterebbero in difficoltà per cui, le assicuro, che tutto verrà messo agli atti, come Lei ha chiesto e come, per legge, deve essere fatto.
Tessa sperava che l’offerta di poter commerciare senza incorrere in infrazioni potesse far rasserenare Li e pensava che attaccarlo ulteriormente, al momento, non fosse una buona strategia.
L’avvomago aveva memorizzato le voci descritte in pergamena e si stava facendo un’idea su cosa poter accettare e cosa invece escludere. Tutti i presenti sapevano di cosa si trattava, tutti i presenti conoscevano l’origine e gli effetti degli ingredienti di interesse di Li. Ne conoscevano la pericolosità, sapevano quanto erano preziosi e quanto, in mani sbagliate o usati a sproposito, potessero divenire dannosi; tutto sommato, era una trattiva che poteva essere accettabile se la scelta fosse stata accorta ma Li non avrebbe visto nessun segno di soddisfazione sul viso di Tessa e men che meno avrebbe dovuto cogliere un qualsiasi accenno di rilassamento nel portamento della donna che rimase composta spalleggiando il Collega con una breve ma significativa occhiata.
Era usanza, per i cinesi, contrattare anche sul costo di un ventaglio. Era il loro modo di condurre affari e la squadra dei Ministeriali avrebbe dato modo a Li di poter rispettare le tradizioni del suo Paese. Il cinese aveva chiesto a Vath un’offerta e quest’ultimo, prontamente, aveva provveduto a pensare alla proposta di offrire il the magico inglese chiedendo a Fergò di ragguagliarlo sulle proprietà della bevanda e, eventualmente, di esporle al cinese. La pelle di Moke, a parere di Tessa, poteva passare. Si poteva concedere e probabilmente il Ministro Pompadour non avrebbe sollevato troppe obiezioni per questa deroga, per gli altri ingredienti…farli passare come legali sarebbe stato difficile senza suscitate rimostranze.
In attesa di conoscere il parere di Fergò e, quindi, di poter procedere con la trattativa Tessa riprese a pensare a come proseguire con la compilazione della pergamena, atto ufficiale del contratto.

“Promissario e Promittente, dopo aver dettagliatamente esposto richieste ed offerte, convengono di addivenire, con reciproca soddisfazione, alla conclusione di seguito specificata:
La firma che entrambe le parti apporranno in calce a questo atto impegnerà inderogabilmente Promissario e Promittente a rispettarne i termini. In caso di controversie o violazioni sarà il Foro Inglese a nominare il Giudice che stabilirà ammende e/o condanne pecuniarie o penali.”

Operando in suolo inglese i cinesi non avrebbero dovuto e potuto pretendere che eventuali violazioni del contatto fossero di competenza del Ministero Cinese ma Tessa ritenne opportuno sottolineare quel non trascurabile dettaglio inserendo nell’atto contrattuale.
Volgendo lo sguardo verso il Collega più anziano l’Avvomago posò momentaneamente la penna in attesa di conoscere le decisioni delle parti onde poter proseguire con la stesura dell’atto.
 
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Folle incontro quello che si stava svolgendo al Tao Tao Ju.
Da un lato, Jan Li, carismatico responsabile della comunità cinese, si stava orientando verso ciò che più lo aggradava, dall’altro, i ministeriali stavano cercando di sovvertire le sorti di quell’incontro generando nel cinese dell’interesse oltre alle merci illegali.
Non appena Remar rispose a tono all'orientale questo, mantenendo sempre toni del tutto pacati, disse:


«Io non rischio nessun problema legale, Sig. Remar. Di certo non commercio tali ingredienti nel vostro Paese senza il vostro consenso.»

Il sorriso che fuoriuscì dal volto del cinese era uno di quelli strafottenti.
Che li stesse prendendo in giro? Che quelle materie le stesse già commerciando sotto i loro occhi? Probabilmente si, ma di sicuro tutto ciò non era da discutere in quel luogo e in quella maniera.
Distendendo le mani lungo il tavolino, Li, osservando le persone dinanzi a lui proseguì il suo discorso:


«Leggi o non leggi, giusto o sbagliato, legale o illegale, siamo qui a discutere i disagi vostri e della mia comunità.
I miei più cari compagni si trovano a fronteggiare un Paese ostile nei loro confronti e senza il giusto compromesso ho paura che possano giungere delle insurrezioni da parte loro.»


Era una velata minaccia quella? Un modo come un altro per attirare maggiormente i ministeriali nel discorso? Solo loro lo potevano dire, mentre il volto di Fergò si chiazzò maggiormente di rosso.
Infatti, ciò che stava capitando in quel luogo per lui era assolutamente increscioso, quanto avrebbe retto?
Proprio mentre l’omone sfilava un pezzo di pergamena dalla sua giacca per rispondere alle domande di Remar, il cinese disse:


«Tutto ciò si può evitare, ne sono certo. Secondo me basta rendere cinque di quegli ingredienti illegali, vendibili sul vostro territorio. Mi sembra una richiesta onesta, dopotutto sono segnati dieci ingredienti. »

Proprio quando la proposta giunse alle loro orecchie, Fergò passò il foglietto nelle mani del ragazzo vicino a lui.
Sopra c’erano scarabocchiate alcune cose di utilità per Remar, ma anche delle direttive; sarebbero riusciti a portare l'acqua al proprio mulino?
Senza cincischiare il funzionario, sporgendosi verso la ragazza, osservò lo scritto per poi annuire con decisione.
Sembrava che il testo legale funzionasse, ma bisognava aggiungere altro, gli allegati. Passando alla giovane la piccola pergamena, con il dito le fece cenno di scrivere qualcosa su quel documento e di aggiungerlo tra le evidenze.
Quella lista di ingredienti per loro era un documento molto prezioso. Se avessero trovato un cinese a smerciare una di quelle merci illegali potevano recarsi da Li con più di qualche dannato sospetto.
Il tempo delle trattative era ora, toccava farsi furbi.







1)Pergamena:



2) Appunto di Fergò:



Fergò ha passato a Remar alcune indicazioni, lo prego poi di passare il "pizzino" a O'Brien per rendere anche lei consapevole della trattativa.

Offerta: 2 sostanze illegali (no moke, no tappeti volanti e tentacula)
Domanda:5 sostanze illegali

Ora sta a voi giocarvela bene per far cedere Li. Come potete portarlo ad accettare la proposta? Mi raccomando collaborate, potrebbe ritornarvi utile.

 
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view post Posted on 26/1/2018, 14:23
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Vath
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Le parole di Lao Li, imperturbabile come pochi altri, vollero sottolineare quanto lui fosse estraneo ad eventuali traffici illeciti. Si, certo, e lui era un tenero unicorno rosa. Neanche per un secondo il giovane ministeriale credette a quelle parole e la velata minaccia che il cinese fece non gli fece ne caldo ne freddo. Certo, quelle parole erano gravi, tuttavia il suo compito era mediare, non infiammare gli animi. Lao Li non rese la cosa semplice, il cinese rincarò la dose, osservando che come le merci illegali erano dieci la metà potevano benissimo esser rese legali proposta inaccettabile per Vath. Quando il ventisettenne vide le direttive di Fergò sorrise tra se e se: il suo sesto senso lo aveva portato a comprendere che due su tre delle merci elencate dal proprio Funzionario scelto non si potessero rendere legali, i tappeti volanti dato che erano stati banditi perché il Registro degli Oggetti Non Incantabili li ha definiti "Artefatti Babbani". I semi di Tentacula Velenosa li aveva esclusi per la pericolosità della pianta adulta che, oltre ad esser velenosa possedeva viti mobili che potrebbero strangolare le sue vittime. Non aveva idea della ragione del no sulla pelle di Moke, quello per lui era un mistero e lo avrebbe risolto al termine di quell'incontro parlandone in privato con Fergò. Riguardo al thè il giovane avrebbe potuto supporre che la sua particolarità fosse riguardante la Tasseomanzia ma, non avendo frequentato Divinazione ad Hogwarts, non avrebbe saputo entrare bene nei dettagli. Fortuna volle che invece sua moglie Sybella avesse un mago in Divinazione e quella pratica, complice l'abitudine di Vath di bere il thè, la mettesse in pratica lei mentre sospirando e sollevando gli occhi al cielo il giovane Ministeriale lasciava correre. Bastoni, cilindri, quelle figure per lui non stavano a significare nulla, il suo pensiero a riguardo era chiaro: nulla è scritto, tutto può cambiare se uno ha la forza di volontà di farlo. Vath passò il pizzino a Tessa, facendolo passare dietro la schiena di Fergò per non passargli davanti con il braccio, era di vitale importanza la collaborazione in quella fase della trattativa. «Lao Li, mi duole venire a conoscenza di questi problemi per la vostra comunità.» Esordì il giovane ministeriale fissando il proprio sguardo su quello del cinese. «Le assicuro che l'Inghilterra non vuole trattare con ostilità una delle sue maggiori comunità. La vostra proposta è ragionevole ma, se permettete, ne ho una migliore. Come Lei ben saprà, noi Inglesi disponiamo di notevoli riserve di thè magico proveniente da York. Si tratta di un ottimo thè nero, aromatizzato all'aconito, è ottimo da bere ma ha doppia utilità: questo thè è ottimo per la Tasseomanzia. Da quello che i miei studi sulla storia della magia mi permettono di sapere sono a conoscenza che questa pratica è stata esportata in Occidente nel diciassettesimo secolo proprio grazie ai commerci con il vostro Paese. Comprendo bene che le uova di Runespoor siano molto preziose per chi fa del proprio mestiere la pozionistica, se questo ingrediente verrebbe reso legale vi darebbe un ottimo introito da parte loro. L'appendice di Murtlap in maniera analoga vi garantirebbe un flusso continuo di entrate: molti maghi e streghe non sono così versati nell'arte della difesa personale e un uso moderato di questo ingrediente, nel malaugurato caso si ritrovassero sotto attacco, potrebbe permetter loro di aver salva la vita. La vostra comunità, Lao Li, grazie a quest'ultimo oggetto potrebbe avere i giusti riconoscimenti e la gratitudine di molti cittadini Inglesi.» Vath Remar aveva parlato con sicurezza, senza mostrare tentennamenti al cinese, non avrebbe dato modo a Lao Li di interromperlo per fare altre proposte. Aveva deciso di presentargli il thè in pompa magna, ben consapevole del fatto che ai cinesi facesse gola e, così, aveva proseguito il discorso presentando anche gli altri ingredienti che voleva offrirgli nello stesso modo, blandendolo e corteggiandolo. Le parole successive furono le classiche di una proposta a cui non si potesse rinunciare. «Quindi, per farla breve, Lao Li, la proposta è questa: Oltre alla vendita del thè, uova di Runespoor e appendici di Murtlap, se accettate la proposta, verrebbero rese di libero commercio su territorio Inglese.» Non si sarebbe concesso il lusso di un sorriso fino a quando Li non avrebbe apposto la sua firma al documento che Tessa stava redigendo con così tanta solerzia.

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view post Posted on 26/1/2018, 15:27
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La faccenda stava prendo una brutta piega. Quell’imbroglione di Li era passato all’attacco e lo aveva fatto senza troppa diplomazia, senza tanti scrupoli. Da tre elementi, prima richiesta del cinese, si era passati a cinque nel volgere di pochi attimi e Tessa si chiese se, allungando i termini della trattativa, quel furfante non avrebbe chiesto di rendere legale l’intera lista. E’ pur vero che la miglior difesa è l’attacco ma Li stava davvero esagerando.
L’Avvomago non aveva bisogno di osservare le espressioni dei colleghi per cogliere il loro disappunto; la tensione e l’irritazione per il comportamento dell’omuncolo con gli occhi a mandorla era tangibile anche se, per il momento, controllata e ben nascosta.
In attesa di poter continuare a redigere quello che, più che un atto, si stava trasformando in un bollettino di guerra Tessa osservava il cinese. Li era talmente sfrontato da non nascondere l’irritazione verso quello che, a suo avviso, era una specie di persecuzione che lui e i suoi egregi colleghi subivano da parte della nostra nazione. Tessa non sottovaluta la minaccia, perché di questo, a suo avviso si trattava, che Li espresse in caso la trattativa non fosse andata a buon fine. Le sue ciglie si aggrottarono per un nemmeno tanto breve attimo. Eravamo vicino al limite. Una sola parola storta e sarebbe tutto andato a carte quarantotto.
Il controllato ed abile Vath espresse con estrema diplomazia il suo rammarico per il più che presunto ‘disagio’ manifestato da Li nei confronti del Paese che ospita la comunità Cinese. Tessa era cosciente che non era in suo potere decidere quali e quante fossero le sostante da rendere accessibili al commercio legale, era consapevole di dover far squadra con i Colleghi ma non poteva tollerare di rimanere inerme di fronte a cotanta presupponenza per cui si permise di aggiungere il suo parere a quello del più giovane dei Ministeriali.

Lao Li, è inevitabile che culture diverse si trovino in disaccordo su certe questioni. Siamo qui per appianare le divergenze, non per giudicare le Leggi vigenti ed è nostra intenzione far si che, alla fine di questo incontro, entrambe le parti traggano soddisfazione. Non ci sarà nessuna ostilità da parte nostra se non veniamo minacciati per cui la prego di astenersi dal formulare accuse se non ha prove concrete che le giustifichino e le sostengano.
Testa alta e sguardo dritto in direzione del cinese accompagnarono le parole di Tessa che si sentiva vibrare dalla tensione. Un fermino era opportuno.
Fergò continuava a rimanere muto. A Tessa dava la curiosa impressione di essere seduta accanto ad una pentola a pressione in procinto di iniziare a soffiare il vapore dalla valvola. L’uomo, in silenzio e con il solo ausilio dei gesti, informò lei e il collega circa le sue intenzioni. Fu Vath, dopo aver preso visione della pergamena scritta di pugno di Fergò, a fare la controproposta.
L’avvomago consultò a sua volta le indicazioni del superiore e annuì col capo rimanendo in silenzio fino alla fine dell’intervento di Vath. Solo due ingredienti sarebbero stati concessi. Due elementi sarebbero stati legalizzati e a questi veniva aggiunto il the magico. Era il momento di sostenere Vath e incitare Li a stringere i tempi per concludere prima che avanzasse ulteriori proposte indegne.
Tessa evitò di sottolineare la discordanza fra la prima e la seconda offerta di Li riguardo al numero di elementi da prendere in considerazione. Prese per buona la prima ignorando deliberatamente la seconda.

Li avrebbe dovuto capire da solo che non poteva giocare a suo piacimento con i numeri.
Credo, Lao Li, che i suoi più cari compagni sarebbero soddisfatti della proposta che il mio Collega le ha appena esposto. Credo che le consiglierebbero di accettarla in quanto risulta vantaggiosa soprattutto per voi. Il nostro Ministero, che noi rappresentiamo, sta facendo un notevole sforzo per venirvi incontro e questo è il massimo che possiamo offrirvi senza incorrere in deroghe che costituirebbero un precedente pericoloso per voi e per noi. Le saranno grati e riconoscenti per aver condotto così abilmente una proficua e pacifica trattativa.
Distogliendo lo sguardo dal cinese Tesa prese a trascrivere mettendo nero su bianco l’offerta.



L’atto era ormai completo. Mancavano solo le firme. Tessa non sapeva se Li avrebbe sottoscritto la scrittura o se avrebbe sollevato ulteriori obiezioni ma quelle erano, al momento, le condizioni che venivano esposte.
Prima di girare la pergamena affinchè Li ne prendesse visione l’avvomago fece scorrere il foglio in direzione dei colleghi affinchè potessero approvarla o, in caso, chiedere modifiche riguardo alla forma. La sostanza era stata esposta più che esaurientemente a parere di Tessa per cui non rimaneva che attendere e sperare che tutto andasse in porto senza altri intoppi.
 
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view post Posted on 6/2/2018, 21:41
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Il famigerato pizzino volò prima nelle mani di Vath, poi in quelle di Tessa.
Ignaro della sua importanza in quella trattativa, il pezzetto di carta, aveva fornito all’Ex Serpeverde tutti i margini della trattativa garantendogli la possibilità di giocarsela con più disinvoltura.
Soffermandosi sul volto di Li, senza dargli il tempo di essere interrotto, esplicò con cura la trattativa per poi ricevere man forte da Tessa, la quale aveva redatto un contratto che a Fergò parve subito perfetto per la situazione.
Il silenzio fece da sovrano nella stanza fino a quando Fergò, con fare deciso prese la pergamena tra le mani di Tessa per poi porgerla al cinese:


«Questa è la nostra offerta e penso che sia più che ottimale per voi. Ovviamente, tale accordo sarà vigente solo con la vostra comunità e nessun altro.»

Il tono deciso del superiore si fece forte nell’aria, lasciando un insolito silenzio nella stanza quando smise di colloquiare.
Non sapeva se Vath avesse studiato con accuratezza la scelta delle uova di Runespoor, ma quello sicuramente era l’ingrediente maggiormente conveniente da smerciare per loro, visto che non era dannoso per la comunità, i loro cittadini e permetteva solo il miglioramento dell’ingegno.
“Solo”; di certo non era cosa da niente diventare maggiormente industriosi nel giro di poche ore, anzi, la comunità cinese con un’ingrediente del genere rischiava di diventare realmente un pericolo per il Mondo Magico.
Per quanto riguardava l’appendice di Murtlap rischiavano di avere molti cinesi con i peli delle orecchie viola, ma tutto sommato di problemi non ne dava, giusto qualche problema di traffico marittimo.
Mentre osservava la pergamena il cinese tirò fuori dal suo vestito una piuma nera e rimase ad osservare il testo.
Certo tutto quello poteva risultare appetibile per lui, ma perché non osare ancora?


«Sapete, le merci da voi offerte mi piacciono, anche il Tè per la Tasseomanzia, ma sento che manca qualcosa. Voi non trovate?»

A quella domanda con sorriso furbo ora i dipendenti dovevano rispondere. Cosa era giusto fare? Era meglio essere inderogabili nella proposta, offrire altro o aggirare l’ostacolo? Come bisognava comportarsi in quella situazione? Che Remar avesse la risposta a quell’ennesimo inghippo oppure questa volta l'asso lo avrebbe calato la signorina O'Brien?
Era arrivato il momento di portare il gioco in loro favore e chiudere la partita, ma come?







1)Pergamena:



2) Appunto di Fergò:




Offerta: 2 sostanze illegali (uova e appendice) +Tè
Domanda:2 sostanze illegali +Tè + (?)


 
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view post Posted on 8/2/2018, 13:09
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Lo sguardo del ventisettenne non si staccò per un momento dal cinese, né quando Tessa espose il proprio pensiero e il documento redatto, a suo avviso in maniera perfetta, né quando il timbro forte e deciso di Fergó diede conferma che tale accordo fosse di suo gradimento. Vath non fece nessun accenno di vittoria quando Lao Li prese dalla propria manica una piuma di color nero soppesando attentamente il testo. «Sapete, le merci da voi offerte mi piacciono, anche il Tè per la Tasseomanzia, ma sento che manca qualcosa. Voi non trovate?» La voce di Lao Li ruppe il silenzio che Fergó aveva creato, osando ancora un ultima volta, cercando di spuntare un accordo migliore dai tre Ministeriali che aveva di fronte. Vath dovette riconoscerlo, il rappresentante della comunità magica Cinese aveva fegato, non lo si poteva negare. Un sorriso accomodante comparve sul volto del ventisettenne ex Caposcuola. Se c'era una cosa che aveva imparato durante quell'ultimo anno ad Hogwarts, ricoprendo quella carica, era il trattare tra due parti, studenti e docenti affinché entrambi avessero il miglior accordo. Modulata la voce per farla sembrare come un carezzevole esordio, il ventisettenne disse con sicurezza. «Lao Li, in effetti, devo proprio convenire con lei...» Disse, lasciando giusto una lieve pausa come per voler lasciare intendere che ci potesse essere altro margine di trattativa. «... Manca qualcosa! Io direi che ci starebbe proprio bene, dopo le firme, un bel brindisi per suggellare questo nuovo rapporto commerciale tra la comunità Cinese e la comunità Britannica. Lei non trova?» Le parole dell'ex Serpeverde, cortesi e ben bilanciate, avrebbero dovuto se non altro strappare un sorriso al Cinese. Il messaggio tra le righe era chiaro: non avrebbero concesso altro.

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view post Posted on 8/2/2018, 20:52
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Yess! Tessa avrebbe voluto esultare per come si stavano mettendo le cose ma non un solo muscolo del suo viso e del suo corpo manifestò la sua intima soddisfazione.
Fergò, con le sue parole, diede conferma di apprezzare il risultato della trattativa così come era stata esposta e condotto e per Tessa questo significa moltissimo. Era il suo primo incarico ufficiale e avere l’approvazione del Superiore le pareva la migliore delle gratificazioni.
Vath era stato determinante e il suo modo di esporre era sicuramente stato decisivo affinchè Li scendesse a più miti pretese di quelle avanzate all’inizio del colloquio Tessa si ripromise di ringraziarlo e di congratularsi con lui una volta usciti dal locale.
Dopo il passaggio di mani di pizzini e pergamene tutti i soggetti interessati al contratto avevano preso visione dell’accordo ma, come si sarebbe potuto supporre, la dannata abitudine dei cinesi alla contrattazione era dura morire e infatti Li avanzò la richiesta di aggiungere qualcos’altro alle già generose concessioni dei Ministeriali.
Cedere ora, a parere di Tessa, avrebbe voluto dire vanificare gli sforzi fatti fino a qual momento e, cosa non meno pericolosa, avrebbe potuto far apparire debole il Ministero e i suoi rappresentati.
Vath, evidentemente, doveva aver avuto lo stesso sentore e fu con celato compiacimento che Tessa udì il collega declinare a proposta in modo garbato ma fermo.
A Tessa non rimaneva che dar man forte al Collega sperando che, ancora una volta, Fergò apprezzasse il loro operato.
Mascherando l’impazienza circa la risoluzione definitiva dell’accordo l’Avvomago chinò il capo nella maniera più graziosa che le riuscì e quando rialzò il viso questo mostrava un sorriso che non voleva apparire compiaciuto ma gentile e risoluto.

Concordo con il mio Collega Lao Li. Una firma e un brindisi sono indispensabili affinchè questo si possa considerare un accordo completo e soddisfacente. Noi siamo soliti suggellare l’esito positivo di un contratto con una stretta di mano. E’ un gesto simbolico, che ha molta importanza per noi e saremmo felici e onorati di condividere questa nostra usanza con Voi affinchè la comunità cinese e quella inglese possano fare un’ulteriore passo verso una migliore integrazione.
Tutte queste cerimonie, complimenti, passi avanti e passi indietro cominciavano ad andare per lunghe e Tessa sperava che anche Li avesse perso già abbastanza tempo e che avesse altre questioni a cui pensare una volta archiviata quella in corso. Probabilmente anche lui, seppure i cinesi siano noti per la loro pazienza, cominciava ad averne abbastanza ma non si poteva mai sapere ed era necessario rimanere vigili e presenti e non dare nulla per scontato fino a quando le firme, tutte, non fossero state messe in calce al contratto che ora attendeva solo di essere siglato per aver efficacia. L’atto era alla portata di Li che aveva impugnato la penna. Erano così vicini. Un’ultimo sforzo e se questo fosse stato compiuto Tessa avrebbe, di buon grado, manifestato un gradimento che era ben lungi dal provare accettando di condividere qualsiasi cosa il cinese stesse bevendo se si degnava di offrire.
 
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view post Posted on 18/2/2018, 12:07
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Alle pretese di Li, la gioventù ministeriale, rispose con educazione.
Stando bene attenta a non essere di manica larga con l’interlocutore, il quale poteva approfittare ulteriormente di quel loro scendere a patti, propose al rappresentante della comunità magica come “plus” un brindisi, un gesto che in Cina era ben gradito.
A quella proposta, Li, uomo tutto di un pezzo che però sapeva quali fossero i suoi limiti di trattativa, abbassò il capo per fare un cenno di gradimento.
Stringendo con forza la piuma scura che aveva tra le mani, la poggiò con delicatezza sul foglio, firmandolo.
Sicuramente quello che la comunità cinese aveva conquistato non era tanto, ma non era nemmeno poco.
Finalmente, dopo anni di battaglie, era riuscito ad avere contatti con il Ministero della Magia, partecipando a quella tavola rotonda per pochi eletti.
Osservando i giovani, i quali probabilmente erano in estasi per il loro primo accordo suggellato, passò la pergamena a Fergò il quale con brusca fermezza tirò fuori dal taschino una penna dai colori cangianti, simbolo sempre presente nelle sue trattative, per poi apporre anche lui la sua sigla con decisione.



«Prego, servitevi pure. Festeggiamo a questo nuovo patto tra la Nazione e la Comunità.»

Mentre Fergò passava la pergamena a Tessa e Vath, i quali dovevano anch’essi apporre la firma sul testo, Li riempì dei bicchierini di uno strano intruglio.
Quello che fece Fergò fu tracannare l’aspra (forse alcolica) bevanda, salutare Li con il solito inchino per poi avviarsi con la pergamena (presa da uno dei due collaboratori) fuori dal locale.
Quando la luce di Londa li avrebbe colpiti, loro non avrebbero perso tempo; si sarebbero avviati alla solita entrata del Ministero e da li avviati all’ufficio di Tessa per gli ultimi dettagli.
Il grosso era stato fatto.




L’accordo con Li è stato raggiunto.
Vi chiedo cortesemente entrambi di fare il post conclusivo in questa role e poi di farne un altro nell’ufficio di Tessa dove potete anche parlare informalmente tra di voi, tenendo conto che il tragitto dal locale al Ministero lo farete comunque con Fergò (potete ipotizzare una smaterializzazione fino alla cabina telefonica).
Quando avete scritto entrambi nel Ministero, scrivetemi un Mp che vi raggiungo e concludiamo questo incarico lavorativo.


Mi raccomando, ricordatevi di firmare anche voi il documento sottostante redatto da Tessa che ora contiene le firme di Li e Fergò.


Accordo:
 
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view post Posted on 20/2/2018, 21:31
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Tessa fu entusiasta della proposta del collega, tanto da dargli man forte per promuovere il brindisi, il suo contratto era stilato: parole solide, con significati incontrovertibili ed inoppugnabili. Fergò stette in silenzio, lasciando che fosse la dialettica del giovane ministeriale e la spiccata conoscenza della collega del secondo livello nel redigere contratti la chiave di volta dell'intero incontro. Jan Li valutata l'opzione offerta dai ministeriali posò la piuma sulla pergamena firmando, solo allora Vath si concesse di gioire tra se e se, esternamente invece rimase un blocco di ghiaccio; i suoi occhi color acqua marina seguirono con attenzione tutta la scena, ed elargi al cinese un cenno di approvazione annuendo. Ormai era fatta e, il contratto, dopo che passò nelle mani di Fergò arrivò alle sue. Il contenuto era ineccepibile, rileggendo in maniera rapida l'intero scritto non potè che approvare l'operato di Tessa: se avevano un contratto così solido era solo merito suo. Vath estrasse dal taschino della giacca la propria Parker, regalo di sua cugina Xilia per il Natale del suo sesto anno ad Hogwarts: avevano deciso di comune accordo che quell'anno, nonostante ogni anno avessero passato le vacanze natalizie sempre a casa, lo avrebbero passato lontano dalle famiglie. Entrambi i cugini avevano valide ragioni, Vath aveva perso il nonno paterno durante il precedente anno scolastico e quello sarebbe stato il primo senza una figura così importante per il giovane Prefetto. Attorno alla cartuccia dentro il portacartuccia c'era nascosto un biglietto con scritto "dove le colonne d'ercole si innalzano al cielo si srotola la via della seta, al suo termine troverai il mio cuore" una frase che a Vath ricordò molto lo stile dell'antico poeta Romano Ovidio. Non ebbe mai occasione di chiederlo alla cugina, quando se ne accorse mentre cambiava la cartuccia della stilografica era in Russia e la cugina era scomparsa da scuola alcuni anni prima. Fortunatamente per Vath si era scoperto che era viva, o meglio, cambiata in Veela, quella penna lo aveva accompagnato in tutte le sue tappe più importanti: i suoi M.A.G.O., la firma sul contratto d'acquisto della precedente casa, sull'atto di matrimonio con Sybella, la nuova abitazione lussuosa per se, Sybella ed i gemelli. Il giovane ministeriale firmò il contratto: se un grafologo babbano avrebbe controllato lo stile di scrittura di Vath certamente avrebbe determinato che la sua pressione sulla pergamena indicava una persona relativamente calma ma sicura di sé, che potrebbe possedere una buona dose di sensibilità e capacità mnemonica mentre con la sua inclinazione nella scrittura, praticamente assente, si rivelava una personalità equilibrata e razionale. Una volta firmato passò il contratto a Tessa, nella sua mente vedeva chiaramente il re bianco cedere sotto lo scacco matto dei ministeriali, rimettendo a posto la penna nel proprio taschino. Mr. Fergò non diede molto seguito al brindisi che Li aveva preparato, versando qualcosa nei bicchierini, si alzò, fece un inchino a Li e presa la pergamena allegata al contratto da uno dei due collaboratori si avviò verso l'uscita. Vath prese il bicchierino, alzandolo leggermente in brindisi all'accordo commerciale appena stipulato e beve, non avrebbe potuto determinare cosa fosse quel liquido prima che gli raggiunse il palato, suppose fosse qualcosa di fermentato dal riso o altre bevande tipiche cinesi e per non offendere Li deglutì. Attese Tessa e poi, una volta alzato si fece un inchino al rappresentante della comunità Cinese. «È stato un onore Lao Li, arrivederla.» Poche parole, cortesi ed educate, per poi dirigersi verso l'uscita. Solo una volta fuori dal locale si sarebbe concesso un sorriso soddisfatto, era giunto il tempo di ritornare al Ministero assieme ai propri colleghi.

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view post Posted on 21/2/2018, 20:25
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Era andata. Solo quando Tessa vide Li prendere la penna e siglare l’accordo si permise di tirare un sospiro di sollievo. Vath poteva essere orgoglioso del suo lavoro e all’avvomago pareva quasi di sentire il grido di trionfo del collega che manteneva un’atteggiamento impassibile. Anche Fergò pareva soddisfatto della felice conclusione della trattativa e questo, per Tessa, era importante tanto e quanto il successo appena ottenuto con quel testardo di cinese.
Le firme dell’orientale e del Superiore erano già in calce all’atto e Tessa si godette il suo attimo di gloria tradito da un leggero rossore sulle guance. Per minimizzarlo accettò la bevanda che Li offrì ai ministeriali. Chinò il capo sorridendo mentre prendeva quel non sapeva se essere tazzina o bicchierino e lo portò alle labbra. L’odore non le parve per nulla invitante ma il brindisi era necessario a quel punto e rifiutare sarebbe stato scortese.
Tessa deglutì ingollando tutto d’un fiato una bevanda che non aveva mai assaggiato. Nonostante la diffidenza iniziale la trovò molto forte per le sue abitudini ma gradevole. Forse, in quel momento, avrebbe trovato gradevole anche il veritaserum tanto era carica
Intanto anche Vath aveva apposto la firma, non mancava che la sua e l’avvomago fu con estremo orgoglio che, riprendendo la sua penna, con uno leggiadro svolazzo, aggiunse il suo nome a completare la preziosa pergamena. Attese qualche attimo affinchè l’inchiostro asciugasse e poi arrotolò la pergamena e la mise in borsa.
Sono quando il prezioso bottino fu al sicuro si concesse il lusso di ringraziare l’ospite

Grazie Lao Li. Questo drink è ottimo, mai bevuto una bevanda così buona
Non era più tempo per attardarsi in ulteriori convenevoli. Le parti avevano trattato e ottenuto il massimo di ciò che potevano ottenere per era tempo di alzarsi e prendere congedo.
Arrivederci e buona fortuna Lao Li. E’ stato un piacere conoscerla e trattare con Lei.

Un’ultimo breve chinar di capo e un formale saluto e Tessa seguì i colleghi che si erano già avviati per tornare al Ministero.

 
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