| Il contatto con gli occhi di Elijah mi stava facendo perdere il senso del discorso. Il punto di arrivo, quello che volevo dire, per me era chiaro. Non avrei dovuto esagerare con le prese in giro, era quello che intendevo dire, ma non so come mai non era uscito bene dalla mia bocca. Beh, sapevo il perché. Ero talmente smaniosa di tornare al rapporto che avevo con lui che avevo perso di vista come avrei dovuto essere con lui. Dovevo essere la persona che ero in guferia se volevo tornare ad avere complicità con lui.
"Tu hai il brutto vizio di immaginare cose che non esistono...credo che tu non possa farne a meno. Alice, non ricominciare con la storia della gelosia, non è un argomento su cui ho voglia di discutere, ne ora ne mai."
"Non ho più parlato di gelosia, in biblioteca mi ero lasciata prendere dalla situazione.Non vedo perché tu debba essere geloso, oltretutto: Wolfgang non è il mio tipo e non è di lui che mi importa."
Lo guardai fisso negli occhi pronunciando l'ultima frase. Avevo bisogno di capire e soprattutto di sentirlo vicino. Quelle settimane senza di lui, senza quella complicità che c'era stata in guferia e a Londra mi avevano fatto capire che tutto con lui era diverso, più intenso. Mi era mancato e questo mi aveva fatto riflettere. Gli sguardi scambiati tra i corridoi mi avevano fatto capire e le parole non dette mi avevano ferita più di quanto non avrei immaginato. Ero arrivata ad accettare di provare qualcosa per lui, anche se non sapevo cosa fosse, e quell'uscita, oltre che per riportare la pace, mi doveva servire a capire cos'era che si muoveva nel mio stomaco ogni volta che lo guardavo e se succedeva anche a lui. Anche se l'inizio non era certo dei migliori. Elijah era di fronte a me, a pochi passi, e mi sovrastava. Gli sorrisi appena tenendo gli occhi fissi nei suoi. Feci un passo verso di lui, avvicinandomi appena. un angolo della mia mente mi fece notare che era la prima volta che ero io ad avvicinarmi a lui in quel modo.
"Beh, Elijah, è per questo che siamo qui, è per questo che ti ho invitato. Voglio imparare a capire meglio. Ho capito che con te gli scherzi devono finire nel momento in cui iniziano, ho capito dov'è il limite e non lo supererò più. Non avevo intenzione alcuna di mancarti di rispetto e credo di aver capito la tua reazione col Tassorosso, anche se non ne comprendo il motivo. Volevi difendermi, era un gesto gentile, e tutto sommato non era nemmeno così grave, non è successo niente. Quello che non ho capito è come mai ti interessava difendermi..."
Avevo realizzato solo mentre lo dicevo che in realtà credevo a quello che stavo dicendo. Non avevo bisogno di nessuna protezione, ero in grado di proteggermi da sola e che era per questo che in biblioteca ero scattata in quel modo. Però avere qualcuno che si prendesse cura di me, che mi difendesse... era piacevole. Mi dispiaceva aver reagito così esageratamente, non ero abituata a queste cose. La mia famiglia mi aveva sempre lasciata fare, se avevo un problema lo risolvevo da sola e solo in caso non ci fossi riuscita mia madre mi aiutava con dei consigli. Avere qualcuno che prendeva l'iniziativa per difendermi era una bella sensazione, dopo tutto. Avere lui che prendeva l'iniziativa per difendermi era una bella sensazione.
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