L’Auror non fu totalmente d’accordo riguardo la frase che segnò l’inizio del racconto della signora Blacklight. Nessuna storia era banale e di certo la storia che riguardava la famiglia della giovane Violet non poteva essere certamente di quella categoria, non quando un Mangiamorte aveva minato la loro stessa esistenza, non con Violet che possedeva il dono della Vista.
Silenzioso, il fulvo ascoltò tutto ciò che l’anziana Blacklight disse in merito alla storia della sua famiglia e ciò che gli diede più da pensare erano due fattori: il primo, il fatto che la madre di Violet avesse anche lei la Vista e che fosse molto vicina a Voldemort, mentre la seconda era proprio il fatto che la Violet stessa fosse in possesso del medesimo dono. Non poteva essere una coincidenza e la mente dell’Auror prese ad elaborare possibili ipotesi sul movente di quell’attacco. La risposta era già lì davanti a lui: volevano Violet probabilmente per il suo dono ma anche per vendicarsi di sua madre. Una vendetta più dolce del semplice omicidio quella di costringere Violet a servirlo, di piegarla e probabilmente spezzarla. Violet era ancora troppo giovane, un misero granello di sabbia in confronto a ciò che era Voldemort; non avrebbe resistito, se l’avesse presa sarebbe stata sua.
Si lisciò la barba sul mento, annuendo appena riguardo lo scontento della signora Blacklight in merito alla sua - ormai più che legittima - delusione nei confronti del Ministero. Pensò al da farsi, a chi poteva rivolgersi se la signora Blacklight si fosse trovata concorde, fino a sviluppare due possibili soluzioni.
Posò entrambe le mani sul tavolo. «La comprendo, madame, e credo di avere due possibili soluzioni. Gradirei che mi ascoltaste entrambe e decidiate insieme quale ritenete più efficace.» Fece scivolare lo sguardo prima sull’anziana e poi su Violet. Era necessario che ora entrambe collaborassero. «Il castello rimane senza dubbio il luogo più sicuro per Violet, considerando già la presenza di miei tre colleghi nel corpo docente e della mia attuale residenza nei pressi di Hogsmeade. Oltre a ciò posso vantarmi di avere alcuni contatti con alcuni studenti per via della Comitato in difesa degli Elfi Domestici. Ma prima di addentrarci nello specifico su come gestire la sicurezza di Violet all’interno del castello, vorrei concentrarmi su una dimora più sicura per voi, madame, e la sua domestica Beth.» Controllò velocemente il nome della domestica sugli appunti che aveva preso grazie alla prima parte di colloquio svolto con Violet.
Ora avrebbe fatto arrabbiare la donna, ne era sicuro, ma si sarebbe imposto con il pugno di ferro, ne valeva della sua sicurezza. «Vi dovrete trasferire in un’altra dimora, possibilmente in una zona di campagna o comunque poco popolata. Meno gente c’è, meno c’è il rischio che qualcuno vi riconosca e vi venda al Signore Oscuro. Suggerirei la Scozia o il Galles.» Prese a segnare i suggerimenti così da avere uno schema più ampio e dettagliato sulla prossima mossa da intraprendere. «Sarebbe un’ottima scelta una fattoria, dovete sbarazzarvi di ogni sfarzo se non volete rimanere sotto i riflettori dei Mangiamorte. Inoltre, ciò garantirebbe a Violet una dimora sicura durante le vacanze. Ah, giusto, forse meglio che scegliate un Custode Segreto. Vedrò di discutere con Rhaegar Wilde questo dettaglio.»
La pergamena su cui scrisse di proprio pugno prese ad avere sempre più appunti, tanto da doverne prendere un’altra dì lì a poco. Poi però posò la piuma e lasciò che fosse quella Prendiappunti a continuare per lui, così che l’Auror potesse rivolgere la più totale attenzione su Violet. La fissò con serietà, voleva che fosse chiaro e categorico se le predisposizioni per la sua sicurezza funzionassero a dovere.
«Non ti nasconderò nulla, Violet.» cominciò in tono grave. «Ma è probabile, quasi certo, che il motivo per cui ti voleva quel Mangiamorte fosse proprio per il tuo dono. Tuo madre lo aveva e, come tua nonna ha appena sostenuto, era molto vicina al Signore Oscuro. Lui non è il tipo da lasciarsi sfuggire una simile risorsa né particolarmente incline al perdono. Se ti vuole è per sfruttarti, portarti dalla sua parte se possibile, ma in ogni caso tenterà di sporcarti sapendo che sarebbe una vendetta perfetta per quanto accaduto con tua madre. Questo è quello che farei io se fossi il Signore Oscuro, ma ad ogni modo tu devi rimanere lontana dalle sue grinfie.» Fece una breve pausa, poi riprese. «Ho due alternative in merito alla tua sicurezza. La prima: appellarti totalmente ad un mio collega nel corpo docente, al quale vedrò di scrivere il prima possibile; oppure, e quindi la seconda opzione, chiedere al Preside un permesso speciale per la mia persona in caso di urgenze. In questo caso ti appellerai a me, un Auror esterno ad Hogwarts. Sappi però che a tua insaputa sceglierò uno o due studenti per tenerti d’occhio, Violet, e che mi terranno aggiornato. Non uscire mai dal castello da sola, ma sempre accompagnata, sono stato chiaro su questo punto?» Agitò un dito in segno di ammonimento, la ragazzina doveva capire bene la portata del rischio e attenersi alle regole che avrebbe deciso per tenerla al sicuro. «Potrai parlare di me soltanto al Caposcuola Brior, usando il nome Signor Volpe, lui lo conosce già e sa chi sono. Voglio cercare di mantenere un profilo basso il più a lungo possibile così da risultare più libero di muovermi ed essere più efficente.» Guardò ancora una volta l’anziana e la nipote con diversi scambi di sguardi. «Domande?»
PS: 180 ☘ PC: 129 ☘ PM: 124 ☘ EXP: 27.5
Scusami il ritardo.
Ti ho appena messo sul piatto due scelte, vedi tu quali possono fare al caso tuo (Consideralo un regalo di compleanno ). Altrimenti scrivimi e vediamo ulteriori alternative.