Limitless, Privata.

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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Outfit


Notte fonda.
La prima neve stava uggiosamente cadendo su Londra, rendendo quella serata assai fredda, con alcuni punti di strada ghiacciati e che quindi garantivano una repentina caduta nel caso in cui qualcuno ci fosse finito sopra e perso l’equilibrio.
Aiden però era attento e previdente, scelse accuratamente i punti sani o comunque meno pericolosi da percorrere, fino ad arrivare al locale doveva sperava di intercettare un informatore riguardo un caso che stava seguendo. Avanzò dunque mentre si stringeva nel cappotto.
Il pub in cui entrò era pessimo, lontano dai gusti del giovane uomo irlandese. Il Burges esisteva da molto tempo ma mai aveva osato sprecare una sterlina di troppo per farlo restaurare, tanto che l’intonaco ormai sembrava dover cadere da un momento all’altro. I clienti però non sembravano minimamente interessati a ciò ma solo ai tipi di servizi che il locale serviva. Una piccola ristorazione a base di hamburger e hot dog, drink di ogni sorta, sala giochi nei pressi del retro e al centro una discreta zona da discoteca.
Si avvicinò al bancone e fissò la barista, una donna in carne ma piazzata quanto un camionista, piena di tatuaggi e percing e vestiva di pelle. Era giovane e sembrava molto occupata a bere con due motociclisti Babbani abbastanza in là con l’età.
Aiden le fece un cenno e quando lei si avvicinò, sfoggiando un sorriso malizioso e urlando una frase del tipo: «Ehi zuccherino, cosa ti porto?»
«Una pinta di Guiness, grazie.» E le allungò le sterline, così si chiamavano i soldi Babbani inglesi, che le doveva. Non si tolse ancora la giacca, fatta eccezione per la berretta che gli scompigliò i capelli rossi e che dovette sistemare con la mano libera.
Lanciò uno sguardo fugace ai due motociclisti, troppo ubriachi per fare altro se non fissare la barista di spalle, per poi scrutare ogni anfratto del locale. Era pieno, soprattutto nella zona dove si ballava, pieno di ragazze d'ogni età che si divertivano. Doveva solo sperare di trovare l’informatore il prima possibile, ma finché sarebbe rimasto lì si sarebbe mosso con discrezione e soprattutto usando una falsa identità. Nessuno avrebbe saputo della presenza di un Auror in un locale Babbano in cui si recavano spesso certi Maghi per passare inosservati.
Una volta ricevuta la sua birra, si girò e con il gomito appoggiato al bancone, fece vagare incessantemente lo sguardo da una persona all’altra. Se qualcuno si fosse avvicinato, infastidito da quegli sguardi indagatori, Aiden avrebbe prontamente risposto che stava cercando la sua fidanzata tra i presenti.
Il mazzo delle scuse era bello pieno, il fulvo le avrebbe usate tutte pur di svolgere il suo lavoro in assoluta tranquillità.

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view post Posted on 17/11/2017, 03:54
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Quando la Morte ti Sussurra… ti Chiama…
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Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

§ 25 Anni § Aspirante AUROR § Ex Grifondoro
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Mìreen era arrivata a Londra da 3 giorni e ancora non si era riuscita a rilassare... la mente era stata occupata fino a quel momento, tra ricordi di quando da ragazzina viveva lì... tra i 3000 giri fatti in quei giorni... la riapertura del conto in banca dei suoi, ora ufficialmente suo... la revisione della bacchetta, valigie da disfare, madre da tranquillizzare e soprattutto la consegna della richiesta di assunzione al Ministero della Magia come Auror ...
La testa correva come una matta, rilassarsi era l'ultima delle cose che riusciva a fare, nel suo nuovo letto matrimoniale si sentiva per la prima volta in vita sua sola e persa in quella che, sia per scelta sia perchè costretta, non era stata più la sua città da tanto tempo... i rumori, lo smog, i colori tutti sul tono del grigio la destabilizzavano, lei che era ormai abituata al verde, gli spazi sconfinati e l'aria pura dell'Irlanda... fortuna che l'appartamento dell'amico londinese dei suoi genitori, dove stava in "affittato" se così si può dire poichè in ricordo dei vecchi tempi era stata ospitata gratuitamente, doveva solo pensare alle bollette e al cibo, era vicino ad un parco... almeno un po' di colore in quella monotonia...
Continuava a rigirarsi senza pace, finchè esasperata da quella mancanza di sonno, si alzò e decise di andare fuori a prendere una boccata d'aria fresca, magari le avrebbe liberato la testa, infondo a quell'ora tarda in strada ci sono poche macchine che circolano... infilati un paio di jeans comodi e attillati, una felpa di lana un pochino scollata sul petto, stivali bassi ai piedi e un bel cappotto con tanto di berretta e sciarpina, si mise a camminare, persa nei suoi pensieri come faceva spesso quando aveva tanto su cui riflettere e far mente locale... l'ansia l'assillava dalla scorsa mattina, quando era stata chiamata per avvisarla che aveva passato la prima selezione ed era andata a sostenere il test teorico, solo se lo aveva passato con un buon punteggio sarebbe arrivata al colloquio col capo degli Auror e quindi al test finale... sicuro non avrebbero semplicemente chiacchierato, un thè con due biscotti... Forse l'aspettava un duello? Forse le avrebbero piazzato davanti un Molliccio da affrontare come a Difesa contro le Arti Oscure... le vennero i brividi al ricordo di cosa si era trasformato, chissà se ora si sarebbe trasformato in altro dopo la tragedia successa...
Cammina... cammina... di colpo rischio di scivolare su una lastra ghiacciata... era così persa che non si era neanche accorta che stava battendo i denti dal freddo... si pentì subito di non essersi coperta molto di più, era così ansiosa di voler uscire da quella piccola casa nel disperato tentativo di distrarsi, che aveva messo le prime cose comode che le erano passate di mano e non si era manco accorta di dove stava andando... Si guardò intorno cercando di capire quanto in là si era spinta, aveva continuato a seguire la strada illuminata, ma non prestando attenzione alla strada chissà dove si era ficcata.
Poco distante c'era una sorta di pub "Burges" diceva l'insegna, non sembrava il massimo e non prometteva chissà quanto bene con tutte quelle moto di grossa cilindrata parcheggiate fuori, per quanto le stesse ammirando con gli occhi, di solito quelli le guidavano non erano simpatici ometti teneroni... ma se non voleva rischiare la glaciazione lì fuori, doveva entrare e riscaldarsi quel tanto da rifarsi la strada di ritorno.
Con passo deciso entrò nel locale e si diede una rapida occhiata intorno per sondare un po' il posto... come aveva immaginato era pieno di motociclisti e appena tolse la berretta e il cappotto, non si stupì dei numerosi volti girati verso di lei e degli occhi fissi sui suoi capelli che in quei giorni li aveva quasi argento tranne qualche ciocca nera naturale.


[Cos'avrete da guardare non lo so, al tavolino laggiù nell'angolo c'è una che con quei capelli biondo ossigenati sembra ancora più finta del mio argento...!]


Senza farsi problemi si sedette in un tavolino un po' appartato doveva aveva una buona visuale generale del locale e chiamò la barista, una giovane donna così grossa da passare per un camionista, piena di tatuaggi e percing, vestita di pelle, ma Mìreen dubitava che fossero della sua taglia... o li aveva comprati fregandosi di sembrare un insaccato o erano vecchi e lei determinata tentava ancora di entrarci benchè i chiletti presi.
La donna si vedeva che era scocciata dalla esser stata interrotta mentre chiacchierava e beveva con due motociclisti probabilmente Babbani, ma ugualmente andò da lei che, dando per scontato non avessero cioccolate calde con panna, le ordinò una Guiness... addirittura gliela portò subito dalla fretta di tornare dai suoi amiconi.
Mentre sorseggiava la birra, che a differenza di quello che si aspettava non era stata minimamente annacquata... eheh non si scherza coi motociclisti, se vogliono una birra quella deve essere, curiosa guardò un po' la clientela e cosa stesse facendo: l'ossigenata chiacchierava con grandi gesti con un'amica rossa altrettanto finta, la sua parrucca di Halloween in confronto era naturale se paragonata a quelle due... persone di dubbia moralità parlavano ad alta voce qua e là, i sobri si contavano sulle dita di una mano probabilmente, c'era chi giocava a stecche ma dalla sua posizione intravedeva solo il tavolo da biliardo, una tipa dell'età di sua madre, vestita con abiti striminziti, ballava o tentava in quella specie di pista... tentava perchè lei e altre ragazze di tutte l'età, sicuramente ubriache o comunque alticce, erano circondate da un po' di maschietti e anche alcuni meno giovincelli che se le mangiavano con gli occhi, uno addirittura era riuscito a spacciarsi per un palo da lapdance e si godeva lo strusciare di una delle donne con cui capitava uno scambio di parole e una limonata ogni tanto...
A Mìreen non sarebbe dispiaciuto andare a ballare, la musica rock non era male stranamente, ma neanche lontanamente avrebbe rischiato di esser assaltata da quei bavosi arrapati che a bordo pista aspettavano il loro turno di provarci con la tizia fingendo con manco tanto sforzo di ballare... forse era il ballo dello zombi?
Nascose un sorriso divertito dietro alla sua birra, era caldo lì dentro con tutte quelle persone così era stata ben felice di potersi "spogliare", ma una folata di vento freddo la fece rabbrividire e girare verso l'ingresso... un individuo era entrato e dopo essersi svestito potè costatare che 1. era giovane, probabile della sua età o poco più, carino e probabilmente sotto alla maglia nascondeva un bel fisico... 2. da com'era vestito e come si comportava mentre si dirigeva al balcone e ordinava da bere, anche lui non era tipo come lei da questi locali "poco-chic" e 3. la cosa che la fece di nuovo sorridere pensando che fosse davvero buffo, erano i capelli rossi naturali del tipo.

[Non male pel di carota, sei letteralmente un pesce ROSSO fuor d'acqua, e lo si capisce ad un km di distanza.]

Prese un altro sorso di birra, ma si accorse che l'aveva finita, così cercò di attirare nuovamente l'attenzione della cameriera, ma senza riuscirci visto che era tutta presa a provarci col nuovo cliente...

[Poveri motociclisti ubriaconi, siete appena stati scaricati per un bel rosso vestito casual con la metà dei vostri anni... Qua se voglio un'altra birra devo andarmela a prendere direttamente...]

E così fece, alterata di non esser stata cagata dalla barista, andò vicino al nuovo arrivato e appoggiandosi al balcone sporgendosi un poco in avanti chiese un'altra Guiness alla barista che distolse lo sguardo dal giovane solo quando la ragazza si piazzò a pochi cm dalla sua faccia per quasi urlarle l'ordine... giusto per sicurezza che l'avesse sentita dato che la testa dell'insaccata era da tutt'altra parte.
Stava aspettando la sua birra quando sentì una grossa mano su una delle natiche, si girò subito di scatto per capire di chi fosse e con orrore constatò che era di uno degli ubriaconi che le sorrise con quello che forse doveva essere la sua espressione da rimorchio...


<<ehi "bei capelli"... Ti va di farti un giro sulla mia moto? E' grossa e potente, sono sicuro che ti piacerà cavalcarla.>>

L'allusione sessuale era così palese che quasi le venne un conato di vomito, subito assunse la sua espressione da "regina delle nevi"... glaciale e dura... scandì con attenzione le parole in modo che attraversassero la nebbia data dall'alcool nella testa dello sventurato e gli disse:

<< Togli. subito. la. tua. schifosa. mano. se. non. vuoi. ritrovarti. senza.>>

Il suo tono non ammetteva repliche, l'uomo rimasto impietrito, forse mosso dall'istinto di sopravvivenza per il pericolo che le parole della ragazza, in combo coi suoi occhi di ghiaccio, avevano suscitato in lui, tolse la mano con uno scatto così veloce che sembrava lo avesse morso un serpente a sonagli.
Impassibile Mìreen si spostò dal lato opposto del rosso, in modo da usarlo come "muro divisorio" nel caso l'omaccione si risvegliasse dallo stato di terrore in cui era finito e pensasse di riprovarci magari pensando a pratiche sessuali sado-masochiste potesse realizzare con una donna con un così bel caratterino.
Mentre aspettava la benedetta birra diede un'altra occhiativa di nascosto allo sconosciuto e Sì, dovette ammettere che la maglia per quanto larga lasciava intravedere il giusto per farle mordicchiare il labbro inferiore come faceva sempre quando era pensieriosa, preoccupata o le passavano per la testa pensieri maliziosi come quello... accortasi di colpo di cos'aveva fatto, finse di guardare le bottiglie di alcolici dietro al balcone, sperando non notasse il rossore di imbarazzo che sicuro le era venuto e magari attribuendolo al caldo della sala.


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Edited by LadyShamy90 - 17/11/2017, 12:32
 
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Aiden Weiss
Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Outfit


Quella specie di tic repentino che aveva nel sistemarsi i capelli si ripeté per l’ennesima volta. Aiden ricacciò il ciuffo all’indietro, vagamente umido per via dei fiocchi di neve assorbiti dal berretto durante quel tratto di strada.
La birra era buona, forse non eccellente come quella servita in Irlanda; quella probabilmente aveva perso qualcosa nel tragitto dall’Irlanda al Regno Unito, ma non ci badò più di tanto, gli bastava godersi quel tanto che sapeva di casa.
Notò - mantenendo la sua solita faccia granitica che non lasciava intendere alcuna emozione - l’avvicinarsi di una ragazza dall’aspetto bizzarro. Il profilo del corpo ben delineato, formosa e scoperta quel tanto che bastava per attirare l’attenzione maschile su di sé, ma non era ciò a renderla bizzarra: i suoi capelli argentati lo erano. Non erano dello stesso argento della giovane Nieve, quello della ragazza che stava avanzando era nettamente più pesante, sul metalizzato. Il che gli fece storcere il naso.
Un vecchio ricordo ai tempi della scuola gli tornò alla mente e per poco non rischiò di strozzarsi con la birra. Mindy Trevors, detta anche Candy Mindy per via dei suoi capelli tinti da un rosa confetto, aveva sempre avuto una sbandata per il rosso Grifondoro. Più e più volte aveva cercato di strappargli un appuntamento, un bacio o anche solo un mezzo minuto soli soletti, ma Aiden l’aveva sempre lasciato a bocca asciutta per quasi tre anni. Poi, a metà del quinto anno, si era deciso a concederle una piccola uscita ad Hogsmeade, dove si erano ubriacati e lei ne aveva approfittato per trascinarlo in una delle stanze della Testa di Porco.
Una volta rimasti soli in stanza lei aveva preso a spogliarsi e, sebbene Aiden fosse rimasto giusto il tempo necessario per vedere per la prima volta le fattezze femminili, era scappato a gambe levate quando Mindy aveva cercato di spogliarlo. Aveva sempre provato repulsione verso le donne facili e non voleva nemmeno essere un uomo qualunque, facile al sesso e mosso dal senso di conquista. No, Aiden aveva giurato a sé stesso che non avrebbe mai giaciuto con nessuna donna fino a quando non avrebbe capito quale sarebbe stato il momento e - soprattutto - la persona giusta.
Osservare quella ragazza avvicinarsi a lui, come se volesse ottenere qualcosa che non poteva dargli, gli provocò un brivido lungo la schiena. Deviò lo sguardo e bevve quel liquido denso, gustandosi il suo sapore e cercando con lo sguardo l’informatore.
Lo intravide mentre ballava, ubriaco, con una donna bionda, celato parzialmente dalle colonne del locale. L’uomo era calvo ma comunque di aspetto nerboruto e con una spessa barba marrone. Forse, se si fosse mosso ora, sfruttando che era già ubriaco, avrebbe potuto interrogarlo meglio.
Fece per scattare nella direzione dell’uomo, quando vide la mano di uno dei motociclisti posarsi con prepotenza sul fondoschiena della ragazza con i capelli argentati. Non fece in tempo a salvare la birra, posandola sul bancone, per poter intervenire che la stessa ragazza ringhiò una minaccia all’uomo, il quale si scostò subito. La osservò sistemarsi dall’altro suo lato, sperando di sfruttarlo come muro divisorio nel caso il motociclista avesse tentato un secondo tentativo per toccarla.
Non gli erano mai piaciuti simili atteggiamenti nei confronti del sesso femminile e non gli piacevano nemmeno adesso. Come un Paladino dall’Armatura Scintillante, Aiden si armò del suo sorriso migliore per tentare di aiutare la ragazza a sbarazzarsi da quell’impiccio.
Mise una mano sulla spalla del motociclista e gli sussurrò qualcosa all’orecchio, affinché solo lui recepisse il messaggio. All’inizio il motociclista s’irrigidì, forse per quella sua inaspettata mossa quasi confidenziale, poi però tremò e si limitò ad annuire velocemente, ritornando a parlare con il suo amico. Quanto gli aveva detto era stato un azzardo, il motociclista avrebbe potuto prenderlo a pugni, ma almeno aveva funzionato e ora si guardava bene dal non far intervenire nuovamente l’Auror.
Il fulvo si voltò verso la ragazza, sporgendosi all’indietro per quel tanto per guardarla in faccia.
«Non ti disturberà più...» le disse.
Tornò a cercare l’informatore che aveva intravisto ballare e si accorse che non c’era più. Aiden nemmeno si rese conto di essere scattato come una molla e di essere sceso dallo sgabello su cui si era posizionato al suo arrivo. Come un mastino a caccia, cercò ancora la sua preda, conscio di averlo perso ma incapace di accettare quella perdita.
A denti stretti imprecò. Questa non ci voleva proprio: aveva perso l’informatore e tutto per salvare una donna!
Dannate femmine! pensò furioso.

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Quando la Morte ti Sussurra… ti Chiama…
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Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

§ 25 Anni § Aspirante AUROR § Ex Grifondoro
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Mìreen si stava sforzando di restare con lo sguardo sulle bottiglie di alcoolici dietro al balcone, ma non potè non notare che il ragazzo si era allungato per sussurrare qualcosa all'orecchio dello schifoso che aveva cercato di abbordarla e quest'ultimo impallidire e tremare, per poi girarsi a parlare con l'amico.

[Chissà cosa gli avrà detto per avere quella reazione forse di...]

Di colpo si ritrovò il viso del ragazzo davanti la sua visuale, vedeva i suoi occhi blu mare, così profondi a differenza dei suoi che erano di un colore così chiaro da sembrare appunto ghiaccio, tranne con una particolare luce primaverile si scaldano e diventano tendenti all'acquamarina.
Fece un piccolo salto dallo spavento di quella vicinanza improvvisa, per poi tornare ipnotizzata dai suoi occhi, erano così intensi, le ricordavano il suo amato mare in Irlanda, così limpido e fresco...
Quando le disse quella frase per rassicurarla, diede una veloce occhiata all'uomo dietro di lui che sembrava essersi allontanato col suo compare di qualche sedia, poi torno a guardare lui curiosa e sospettosa, oltre ad una sorta di... interesse?
Non si aspettava neanche lontanamente quella reazione, per di più senza secondi fini. L'ultima volta che un ragazzo aveva preso l'iniziativa per difenderla poi si era dovuta inventare un fidanzato immaginario per scrollarselo di dosso dal gran insistere a volerla riaccompagnare a casa "per preoccupazione", volerla rivedere assolutamente per assicurarsi che non fosse rimasta traumatizzata...e altre balle dalle più assurde per aver modo di rivederla e sapere come contattarla o trovarla, ma lei aveva capito subito dove voleva andare a parare... non era male come ragazzo, eppure non era scattato ne l'interesse ne la voglia di provarci, da tempo non succedeva e le avance dei ragazzi quasi l'annoiavano o divertivano a seconda dello stile di abbordaggio che sceglievano.
Dopo la morte del padre, il suo unico eroe, non aveva intenzione di lasciarsi abbindolare da ragazzini in cerca di "passatempi", non le andava neanche di mostrarsi una dolce donzella in pericolo perchè tra il salvataggio e l'illusione che gliela dava, ne passa poca di strada in quel piccolo cervellino maschile e a soli 25 anni, ce n'erano di ragazzi con gli ormoni ancora impazziti come fossero rimasti alla fase adolescenziale. No, grazie.
Aveva tentato di aprirsi e lasciarsi avvicinare solo da un amico più grande di lei che le era stato da sempre vicino, si erano visti sempre come semplici amici finchè lui non le aveva confessato il suoi sentimenti per lei, Mìreen aveva da poco perso il padre, si era isolata, ma lui aveva continuato determinato a volerla aiutare così le sembrò giusto dargli una chance, in fondo stava bene con lui e magari sarebbe nato qualcosa di ben oltre quell'amicizia intima che c'era stata tra loro.
Avevano incominciato a frequentarsi, appuntamenti tipici di coppia e lei si stava sempre più legando, stava diventando importante, piano piano scavava nel suo cuore rotto dalla tragedia e sembrava provare a ricomporlo, gli permetteva di toccarla e baciarla, ma un giorno lui volle andare troppo oltre e troppo presto.
Era nel suo dormitorio, i suoi compagni di stanza non c'erano perchè erano andati tutti alla partita di Quidditch di quel pomeriggio così lei era sgattaiolata nel dormitorio maschile su richiesta di lui per passare un po' di tempo insieme... stavano scherzando sul suo letto prendendo in giro un insegnante, Mìreen si stava alzando perchè iniziava a farsi tardi e rischiava che tornassero gli altri studenti, quando lui prese a baciarla e a toccarla, nessuna novità fino a lì, infondo anche a lei piaceva e andava bene, ma senza preavviso si tolse la maglietta, si slacciò i pantaloni e rimase in boxer davanti a lei, poi cercò di alzarle la sottana della divisa e appena Mìreen capì il suo intento e dove le sue mani stavano puntando, cercò di allontanarlo chiedendogli che cavolo stesse facendo, ma lui continuò a cercare di spogliarla e, completamente concentrato con la voce roca, forse nel tentativo di sembrare convincente ed eccitarla, le disse che stavano insieme già da mesi, che voleva di più da lei, non ce la faceva più a resistere e pretendeva da lei comprensione e soprattutto che "lo lasciasse fare perchè sapeva cosa il suo corpo voleva".
Lei ancora non era pronta, ne fisicamente ne psicologicamente, soprattutto dopo quello che era successo aveva bisogno di più tempo, più "trasporto" per una simile cosa... cercò di spiegargli e respingerlo prima con delicatezza ma lui non voleva sentire scuse, era più alto e grosso di lei, cercare di continuare a lottare sarebbe stato inutile e la ragazza lo sapeva, continuando a ripetere che non se ne sarebbe pentita, lui si abbassò anche le mutande e veloce sfilò quelle di lei.
Sconvolta e disperata, afferrò la bacchetta che aveva iniziato a tenere sempre a portata di mano dopo la tragedia e cercando di puntarla verso di lui, troppo occupato a cercare di aprirle le gambe, gridò "Vermilius"! Il ragazzo venne scagliato all'indietro, lei subito si riprese le mutandine gettate a terra e quando lui si alzò in piedi tra imprecazioni e offese rivolte a lei, con le lacrime agli occhi, una rabbia mista a vergogna e delusione, gli lanciò contro "Locomotor Mortis" bloccando le sue gambe al pavimento e se ne andò urlandogli di non osare più a rivolgerle la parola o tentare di avvicinarla o avrebbe detto tutto agli altri e soprattutto agli insegnanti. Tempo di infilarsi nel dormitorio femminile tornarono gli altri studenti e tante furono le risate dei compagni di camera del suo ex amico-moroso, si sentirono addirittura nella sala comune, ma Mìreen l'ultima cosa che aveva voglia di fare era ridere, prese qualche libro per rendere meglio l'idea e disse di andare in biblioteca a studiare per il test di Trasfigurazione del giorno dopo, ma in verità si chiuse in uno dei bagni femminili meno usati nel weekend e pianse come una bambina, il dolore della morte del padre risvegliato in quel momento di paura in cui avrebbe tanto voluto qualcuno a salvarla, ma la realtà di aver perso il suo "eroe" e la sua casa le erano tornati come uno schiaffo ben dato in pieno volto.
Non si parlarono più e fecero il possibile per evitarsi, a chi chiedeva il motivo di quell'improvviso allontanamento dissero che avevano litigato e rotto senza specificare il motivo, come lui giustificò ai curiosi l'esser nudo con le gambe bloccate a terra Mìreen non lo seppe mai e non le interessava, fatto sta' che il signorino ci mise poco a trovarsi un'altra ragazza del suo stesso anno ma non ricordava di quale casata fosse, sicuro non la loro.
Non era un cattivo ragazzo, ma aveva avuto sempre poca pazienza, era più da "tutto e subito", per questo Mìreen si rese conto che non sarebbe a priori durata, ma MAI avrebbe immaginato finisse così.
Se si fosse concessa sarebbe stato con un VERO UOMO, con gli attributi al posto giusto e soprattutto che pensa col cervello e non con quello che ha tra le gambe tanto da commettere azioni tanto terribili.
Per questo si stupì di non sentire la solita frase per convincerla ad una passeggiatina soli soletti sotto la neve che aveva iniziato a scendere di fuori o le solite domande necessarie a "tastare il terreno" e capire se era libera e una facile.
Con espressione curiosa e un po' sospettosa lo osservò guardarsi nuovamente intorno come aveva fatto prima che l'ubriacone ci provasse con lei e quando lo vide saltare giù dallo sgabello con aria allarmata e imprecando sotto in denti, sorrise...


<< Ehi tranquillo, che ti sei perso la ragazza nella folla? >>

Prese la birra che finalmente la barista le aveva portato, prese un sorso poi l'allungo al ragazzo e gli disse con tono amichevole:

<< Dopo che mi hai difesa da quel bruto arrapato, benchè io NON ne avessi bisogno, non posso che offriti almeno un sorso di birra. Se ti fa schifo bere dove ho bevuto io, posso ordinartela un'altra, tanto abbiamo gli stessi gusti da quello che vedo... e forse altro in comune...>>

Aveva notato che entrambi avevano preso una Guiness e con un cenno ben chiaro verso i suoi capelli sorrise continuando a tenere la birra allungata verso di lui in attesa che facesse qualcosa.

<< Provo a indovinare... Irlandese? Quel rosso naturale non lascia dubbi. Cosa ti porta in questa città così piovosa, inquinata e soffocante? >>

Era la prima volta dopo tanto tempo ad iniziare lei una conversazione con un altro ragazzo, così sperò di non sembrare stupida o che fraintendesse le sue intenzioni, ma almeno ci aveva provato...

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Edited by LadyShamy90 - 23/11/2017, 12:24
 
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Avrebbe volentieri voluto sfogare la propria frustrazione contro la causa di quel suo fallimento, contro quella strana ragazza a cui aveva anteposto una sorta di priorità piuttosto che stare incollato come un francobollo alla sua preda.
Eppure Aiden sapeva perfettamente che sarebbe stato meglio evitare eccessi d’ira, non era il caso di perdere le staffe per aver aiutato una fanciulla in difficoltà, dopotutto il suo codice morale di buon Cavaliere si è anteposto sopra la propria missione, sebbene sarebbe stato meglio non fosse accaduto.
Sbuffò sonoramente e alla domanda della ragazza, volse appena la testa per guardarla da sopra la propria spalla. «Se avessi la ragazza non la porterei di certo qui. No, credevo di aver visto un mio amico ma prima di averne la conferma se nè andato, tutto qui.» Una balla per nascondere la propria professione in un luogo come quello. Non poteva rivelare ad una sconosciuta che era un Auror, non poteva sapere se era una Babbana o una Strega, non voleva certamente rischiare di sembrare un pazzo.
Tornò a sedersi sullo sgabello e una smorfia lasciò le sue labbra. «Certo, non ne avevi bisogno...» disse sarcastico. Prese un sorso dalla propria pinta e guardò la birra che lei gli porse, un’altra Guinness. «Non disturbarti per così poco.» Poi alzò un sopracciglio per quel “E forse altro in comune...”, confuso e non del tutto convinto. «Non saprei...»
Stavolta prese un sorso più lungo di birra, come se fosse desideroso di volersela scolare tutta d’un fiato, ma la domanda della ragazza dai capelli d’argento, per poco non lo lasciò spiazzato. Aveva indovinato le sue origini in poco tempo, basandosi solo con due elementi alla sua portata. Come aveva fatto? Era forse una Veggente?
«Che occhio… E oserei dire pure tu, ma dal tuo accento quasi scommetterei che è più dell’Irlanda del Nord che è sotto dominio degli Inglesi. Ci ho preso?» Poi scrollò le spalle. «Lavoro...» si limitò a dire, senza entrare nel dettaglio. Sarebbe stata l’unica verità che avrebbe ottenuto da lui, il resto sarebbe stato per lo più di pura invenzione. Un vero Auror non si sarebbe esposto così tanto con il primo faccino carino che incontrava né tantomeno l’uomo il cui cuore stava già battendo per un’altra...

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view post Posted on 22/11/2017, 00:20
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Mìreen fu felice che non l'avesse mandata a quel paese per il banale tentativo di instaurare una conversazione, ma non sembrava particolarmente interessato a reggerla, oppure era solo una sua impressione, mal che vada si sarebbero salutati e amen, ma per adesso voleva provare a continuare la chiacchierata.
Almeno non era tipo da portare la morosa in posti così squallidi, ma lo aveva già capito da come vestiva e parlava, era dubbiosa sulla scusa dell'amico intravisto poi scomparso, sperava solo che non si trattasse di una qualche ex, almeno non aveva la ragazza, così le sembrava di aver capito.
Le diede giusto un po' fastidio il suo non credere che fosse capace di cavarsela da sola, a quanto pare era il tipico ragazzo che pensava che le donne potevano essere solo donzelle da salvare, ciò risvegliò il suo orgoglio e competitività...


<< Non credi che sia in grado di difendermi? Pensi che io sia una povera ragazza da salvare? Ti stupiresti di quello che sono in grado di fare... >>

Lo disse con voce provocante e lo guardò con aria di sfida per poi prendere un lungo sorso della sua birra senza abbassare lo sguardo, visto che aveva rifiutato la sua offerta di condividere il boccale, se lo sarebbe bevuto tutto e ne avrebbe presa anche un'altra se le veniva voglia. Doveva ammettere che la vicinanza con quel ragazzo tirava fuori un interesse che non si aspettava, la stuzzicava col suo "voler fare il macho" e chissà quali altri lati nascondeva.
A quanto pare aveva indovinato sulle origini e lui aveva azzeccato le sue, non credeva che il suo accento fosse così riconoscibile, gli sorrise e gli fece l'occhiolino divertita.


<< Eh Sì, mi hai scoperta, anch'io sono irlandese benchè i miei capelli non abbiano il colore rosso tipico a differenza dei tuoi che sembrano urlare "Guardatemi, sono un Irlandese DOC con tanto di capelli rossi pel di carota!"
Comunque come hai capito sono del Nord, nello specifico la contea di Antrim. Sono nata a Londra, ma dopo i 18 anni mi sono dovuta trasferire al villaggio di Armoy dove era cresciuta mia madre. Sono tornata anch'io per cercare lavoro ma sicuro appena ne ho i soldi e l'occasione torno qualche giorno a casa che già mi manca la mia foresta incantata e il mio villaggino...
Te invece di dove sei nello specifico? >>


Quando parlava della sua terra, lo sguardo della ragazza si faceva più dolce e nostalgico, l'espressione persa nei ricordi... ma cercò di nascondere questa sua debolezza ricalando la sua facciata da "tipa tosta".

<< Ti manca la tua città? E cosa più di tutte? >>

Si sedette sullo sgabello vicino a lui e si fece più vicina, tanto che le loro gambe si toccavano, non lo aveva fatto apposta, ma le era venuto stranamente naturale farsi così vicina a lui, sarà forse il suo aspetto con quella chioma rossa e gli occhi blu mare, ma stargli vicino la... scaldava... l'aspetto di lei era costernata da colori freddi: capelli neri come una fredda notte, con grandi ciocche argentate che ricordavano i raggi di luna, ma i suoi occhi di ghiaccio, chiari quasi trasparenti, erano ciò che più congelavano il suo aspetto, insieme alla pelle chiara, solo in primavera con la luce del sole caldo, si scioglievano lasciando il posto ad un Acquamarina cristallina molto più rassicurante.
Erano come il sole e la luna e quel particolare aspetto l'attirava, chissà se è vero che gli opposti si attraggono....


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La presa di posizione della ragazza dai capelli argentati lo fece sorridere di divertimento. Quel suo sarcasmo riguardo la capacità della ragazza stessa di potersi difendere da sola l’aveva ferita nell’orgoglio e Aiden proprio non riusciva a capire come una ragazza potesse fingere di sentirsi potente di fronte ad uno ubriaco e decisamente più grosso di lei.
«Non importa a nessuno quello che sei in grado di fare, a quell’uomo non sarebbe importato nulla se ti fossi dimenata come una pazza nel tentativo di difenderti. Quindi credimi se ti dico che quell’uomo, ubriaco com’è, ti avrebbe presa e fatto chissà cosa con estrema facilità. Sai, a volte non è poi così male farsi aiutare...» Lo disse con estrema calma ma con una freddezza da riuscire a congelare in un solo istante un lago. Quella ragazza avrebbe dovuto capire e apprezzare quel piccolo aiuto che le aveva dato, addirittura senza pretendere nulla in cambio.
Poi ascoltò il resoconto della ragazza, precisamente riguardo al suo luogo d’origine e del suo amore per l’Irlanda. Non poté che sorridere compiaciuto per quel senso di patriottismo, lui stesso era molto legato alla sua terra natia. Non a caso la famiglia di Aiden era sempre stata molto legata alle vecchie tradizioni, infatti Aiden era pagano, adoratore del vecchio culto degli Dei celtici, piuttosto che seguire l’odierno andamento della civiltà.
Non approvò molto l’occhiolino della ragazza, ma non lo diede a vedere, piuttosto si limitò a bere ancora la sua birra. «Sono di Galway...» rispose. Poi ebbe un mezzo sussulto quando percepì il contatto tra le loro gambe. Veloce come un fulmine, si ricompose e per poco non arrossì. Era sempre stato di facili rossori in compagnia del sesso femminile, ma un contatto fisico così diretto lo aveva avuto con una sola donna…
«Mi manca, certo, che domande! Londra puzza quanto i miei calzini, se non peggio! Ma per fortuna vivo in Scozia, di tanto in tanto scendo con il treno per qualche trasferta lavorativa...» Mentì spudoratamente. Se c’era una cosa che Aiden non voleva assolutamente condividere con degli estranei erano certi dettagli della sua vita, sebbene quella bugia fosse in un certo senso venata di un pizzico di verità. Viveva sul serio in Scozia ma non aveva specificato dove. In più mentì riguardo il lavoro, spacciandosi per un semplice Babbano. Era così semplice per lui raggirare le persone. Il suo Dono, mischiato alla furbizia.
«Mi manca il suono della voce di mio padre...» confessò. «Era ferma, autoritaria, saggia… Ma gentile...»

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Doveva ammettere che dal punto di vista babbano, il ragazzo aveva ragione: a quell'uomo non sarebbe interessato quanto si dimenasse per difendersi, grande e grosso com'era non ci avrebbe messo molto a sopraffarla... se non avesse avuto la sua bacchetta sempre con sè, sicuro non avrebbe fatto tanto la dura, ma per sua fortuna non se ne separava mai, pure sotto la doccia l'appoggiava sul mobiletto affianco alla vasca da bagno... ma quello non poteva farlo presente ad uno che poteva non essere un mago.
Le piaceva che lui ci tenesse tanto a sottolineare l'importanza del farsi aiutare, soprattutto dopo che non aveva preteso niente in cambio, era bello sentirsi una donzella indifesa ogni tanto e questo ragazzo aveva rischiato di prendersi un pugno dritto in faccia se il tipo se ne fosse fregato di quello che gli aveva detto all'orecchio preferendo una bella scazzottata...
Aveva così tanta voglia di "gettare la maschera" ed essere completamente se stessa almeno davanti a lui, infondo cosa le costava? Mostrarsi sensibile e "carina" con un ragazzo che probabilmente non vedrà mai più dopo quella serata non avrebbe cambiato la sua vita...
Addolcì il viso e con tutta la sincerità che riuscì ad esprimere gli disse sorridendo:


<< Hai ragione, non posso che ringraziarti per quello che hai fatto e senza pretendere qualcosa in cambio. Ormai se ne trovano pochi di ragazzi gentili e altruisti come te ed è giusto ringraziarti per il bellissimo gesto che hai fatto. >>

Alzò la sua birra in segno di ringraziamento e bevve quello che rimaneva... iniziava a sentirsi alticcia, da tempo non aveva occasioni per bere tanto tutta in una volta e alzare il livello di alcool l'aiutava a sciorsersi con gli estranei soprattutto se interessanti come questo ragazzo.

<< Bella Galway! Ci sono stata con mia madre, voleva assistere ad una rappresentazione teatrale in lingua gaelica il "Taibhdhearc na Gaillimhe", spero di averlo pronunciato bene, non male se non fossi dovuta uscire prima della fine perchè mamma aveva avuto la "brillante idea" di portare anche mio fratello piccolo e non reggendo più aveva iniziato a lamentarsi finchè non l'ho riaccompagnato a casa dov'è crollato come un sasso...>>

Quel semplice ricordo l'aveva fatta ulteriormente sorridere, ormai il suo "fratellino" era diventato un 18enne con gli ormoni a palla in piena ribellione, ma ugualmente le veniva ancora da ridere ripensando a sua madre completamente presa dalla rappresentazione col figliolino che ogni 2 minuti gli chiedeva perchè uno faceva quello o quell'altro e cos'avevano detto perchè lui non capiva quella "lingua aliena".
Si stupì nel sentirlo sussultare quando casualmente le loro gambe si toccarono, ma veloce il ragazzo cercò di mascherare la cosa, peccato che Mìreen continuava ad osservarlo da tutta la serata quindi non si era persa quella leggera reazione, come il leggero rossore sul viso di lui.


[ Oddio, si è imbarazzato per un contatto così casuale e semplice?? Che carinooo non mi aspettavo una simile reazione soprattutto da parte di un ragazzo col suo bel fisico e i muscoli al posto giusto...
Oh ma dai Mìreen! Ancor a farti strani pensieri su 'sto ragazzo?! Neanche lo rivedrai e non sei tipa da una botta e via, poi neanche lui lo sembra, per non parlare che non ha mostrato il minimo interesse nei tuoi confronti a parte quel gesto di cavalleria iniziale e sorrisi di cortesia...]


Quei pensieri le abbassarono un poco l'umore, odiava quando la vocina della ragione nella sua testa le diceva in modo così, nudo e crudo la verità.
Ordinò un drink fruttato bello forte, giusto per mettere un po' in difficoltà la barista che probabilmente era abituata a servire alcool puro e birre... e poi già che c'era ne approfittava per affogare la sconfitta morale o almeno l'addolciva con la frutta, si era stancata di birra e non le piaceva quanto la gonfiava... però si promise che era l'ultimo alcolico che avrebbe bevuto perchè già la testa iniziava a girarle un pochino e prima di rimettersi in strada per tornare a casa sarebbe stata costretta ad aspettare che finisse l'effetto dell'alcool... magari il giovane rosso le avrebbe tenuto compagnia fino a chè non fosse tornata a camminare normalmente.
Arrivata la bevanda dovette ammettere che la barista c'era andata proprio giù pesante con l'alcool, una fetta di arancia e una di lime galleggiavano sole solette in un liquido di un leggerissimo arancio... quella che forse era stata una spremuta fatta lì per lì per "soddisfare" la sua richiesta di retrogusto alla frutta, era stata completamente "diluita" da un alcool forte che le aveva fatto venire una vampata di calore assurda, tanto che si spostò indietro i capelli che le erano caduti davanti e dovette abbassarsi ancora di più lo scollo della maglia per scoprire più pelle e decoltè di quanto volesse, ma o così o se la toglieva direttamente dal caldo che il locale, in combo con quel drink le avevano fatto venire.
A guardare bene, cercando di non fissarsi sulle forme del davanzale di lei che s'intravedevano da sotto la maglia, qualcosa si poteva scorgere lungo il collo e scendendo in giù sotto le scapole. Ora che i capelli erano spostati dietro la schiena, due cordicine in cuoio tendevano verso il basso facendo capire che sotto la maglia portava una collana con un qualche tipo di ciondolo, ma ciò che più poteva sorprendere era che, con la maglietta così bassa, s'intravedeva una cicatrice, difficile capire quella specie di punta cosa andasse a comporre, senza abbassarle ulteriormente la maglia e scoprire di più.


Quasi si strozzò alla battuta sulla puzza di Londra paragonata ai suoi calzini, rise di gusto sinceramente divertita...

<< Anche la Scozia l'ho vista coi miei genitori, tempo fa' giravamo un sacco, ma il fascino dell'Irlanda è unico, per non parlare delle leggende e credenze popolari, sono cresciuta con nonna che ogni volta che l'andavamo a trovare mi raccontava storie su storie legate ai miti celtici, mi ha insegnato tanto e ancora adesso che sono cresciuta, mi ripete sempre che la mia famiglia discende direttamente dai druidi che abitavano le nostre terre! >>

Rise immaginandosi sua nonna che fermamente convinta, le ripeteva le origini della sua famiglia e si offendeva se lei mostrava di non crederle, tanto da metterle il broncio e andarsene borbottando che i giovani d'oggi non credono più a niente.
Purtroppo dovette costatare che probabilmente era un babbano quel ragazzo, visto che prendeva il treno per le "trasferte lavorative" anche se non era sicura al 100%, per il semplice motivo che a lei ogni tanto piaceva prendere il treno invece di smaterializzarsi o usare il camino... l'oscillare dei vagoni sulle rotaie quasi la rilassava, ma lei era un caso clinico da ricovero quasi... come suo padre d'altronde, quando doveva svolgere missioni di spionaggio o comunque doveva passare inosservato, diceva che il modo migliore era spacciarsi per babbano e ciò implicava anche spostarsi coi loro mezzi di trasporto e quello era il suo preferito, tanto da costringere la famiglia a usarlo quando decidevano di sposarsi parecchio fuori da Londra.

Come che il ragazzo le avesse letto nel pensiero, nominò il proprio padre, parlandone in un modo che lasciava ben intendere che non c'era più.
In quel momento la sua maschera crollò.
L'immagine da "tipa tosta" che aveva cercato di dare fin'ora si sgretolò davanti a lui, mostrando una Mìreen adolescente spaventata e sofferente, il suo cuore che fino a quel momento aveva battuto addirittura più forte nel solito, di colpo si fermò, come che qualcuno avesse premuto il tasto "Stop".
Appoggiò il drink sul balcone e si portò la mano sinistra al petto dove stava l'ipotetica collana e dove s'intravedeva l'inizio di una strana cicatrice, con lo sguardo abbassato per timore che lui leggesse sul volto di lei quanto ripensare alla tragedia di anni fa' ancora la ferisse, allungo timidamente una mano verso di lui, lenta e delicata gliela appoggiò sul braccio, leggermente lo strinse, come fanno i bambini spaventati che cercano di afferrare la manica del papà o della mamma per non perdersi o esser lasciati soli... e dopo un respiro profondo gli disse con voce forzatamente controllata e triste...


<< So cosa provi... Anch'io ho perso mio padre... e... ancora fa male non averlo più qui. Manca così tanto a tutti, soprattutto a mia madre, non è più la stessa da quando è morto, un pezzo della sua anima se n'è andatp con lui... >>

Dovette fermarsi perchè stava perdendo l'autocontrollo, mentre parlava inconsciamente aveva continuato a toccare il braccio di lui e a seguire con l'indice un triquetra immaginario... Lo faceva per tranquillizzarsi, sua madre glielo aveva insegnato quando era piccola: sul palmo della propria mano per calmare se stessi, fatto su una parte del corpo di qualcun'altro, era per aiutare entrambi a "trovare pace e serenità", con lei funzionava, ma farlo su qualcun'altro era un gesto molto intimo e carico di affetto che lei aveva fatto inconsciamente su di lui, le era venuto spontaneo nel momento in cui lo aveva sentito così vicino e avevano entrambi condiviso il dolore della morte di un familiare importante quale il padre.

Uscita da quella specie di "trash" emotivo, si rese conto del proprio gesto, si bloccò completamente, pure il respiro le morì in gola... temeva che lui si arrabbiasse e la respingesse in malo modo per quella "invasione degli spazi e della sua persona" non voluta. Prima che fosse lui a scostarle la mano, preferì allontanarla lei, la lasciò cadere affianco e con la mano rimasta ferma al petto riprese il suo drink e ne bevve un sorso che per poco non la uccise... magari avrebbe scambiato il rossore di lei come effetto dell'alcool e non per l'imbarazzo di quello che aveva appena fatto...
Tento maldestramente di salvare la situazione e con voce allegra, come niente fosse successo, benché pure un sasso avrebbe capito che fingeva per riparare a quello che era appena successo, gli disse:

<< Ehm... dicevamo? Ah Sì che i tuoi calzini puzzano come Londra... e di questo me ne preoccuperei fossi in te!
Comunque, ridendo e scherzando non ci siamo ancora presentati. Io sono Mìreen Fiachran, piacere di conoscerti e di esser stata salvata da te. >>


Allungò la mano destra con un sorriso incerto sul volto ancora paonazzo...

[ Sei una scema Mìreen, 'sto ragazzo ti piace, saranno secoli che non ti interessi tanto ad un ragazzo, e l'unica cosa che sai fare è rovinare tutto toccandogli il braccio senza il suo permesso e disegnandogli simboli strani...?! Adesso ti prenderà per una pazza e scapperà via a gambe levate!
Ah ma tanto le speranze erano già morte in partenza... te sei una maga e lui un babbano... e per di più vuoi diventare un Auror! Uno dei mestieri più pericolosi che ci siano! Già lo avresti traumatizzati dicendogli dell'esistenza della magia, aggiungiamo anche che dovrebbe morire di paura ogni volta che vai in missione.
Se hai fortuna non ti getta addosso quello che resta della sua birra nel tentativo di agevolare la sua fuga. ]


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Edited by LadyShamy90 - 28/11/2017, 15:17
 
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«Beh...» iniziò con un piccolo sorriso soddisfatto per essere riuscito a farsi capire ed apprezzare da qualcuno di sesso femminile per quella sua indole cavalleresca. Quella ragazza non era come le altre che aveva incontrato - eccetto Daphne, forse - che lo avevano trattato piuttosto male anche se era stato carino e cortese. «Non è facile essere sempre gentili e cortesi, ma ancor di più essere apprezzati per questo. Sono io che devo ringraziarti per non avermi mandato a quel paese per averti dato un piccolo aiuto.»
Aiden finì in poche sorsate la Guinness e ne ordinò una seconda, mentre ascoltava il racconto della ragazza e della sua visita a Galway per assistere allo spettacolo teatrale al Taibhdhearc na Gaillimhe. Aiden non ricordò di esserci mai stato con la sua famiglia per via dei numerosi impegni lavorativi dei genitori, ma ci era passato davanti numerose volte durante l’adolescenza.
Con la coda dell’occhio osservò la ragazza bere un nuovo drink appena ordinato e non gli sfuggì di certo il rossore che le imporporava le guance. Aiden ebbe come l’impressione che non sapesse reggere molto bene l’alcol e che quindi avrebbe quasi certamente passato buona parte della serata nel locale in attesa di smaltire una buona dose di alcol prima di tornarsene a casa con le proprie gambe senza incorrere a possibili incidenti dovuti all’equilibrio precario o peggio ancora alle superfici scivolose.
«Forse dovresti andarci piano con quello, non credi?» disse con un certo tatto, indicandole il drink ancora presente nel bicchiere, evitando che l’occhio attento e vigile di Aiden scivolasse in certe zone poco coperte della ragazza. Si era accorta dell’attuale situazione dei propri indumenti o era troppo ubriaca e accaldata per badarci?
Non disse nulla a riguardo, piuttosto fece finta di nulla, fissando il proprio bicchiere, specialmente dopo aver menzionato suo padre. Non voleva che lei lo vedesse malinconico per quella sua perdita che ancora faceva male dopo sei anni dall’accaduto.
Lo sguardo era vacuo, gli occhi persi in un punto indefinito, mentre ancora la voce dell’Auror rimbombò nella sua mente… «E’ inutile, figliolo. Non lo troverai, né qui né da nessun’altra parte. E’ andato...»
Andato…
Mentre nella sua mente rimbombava quella singola parola, percepì il tocco della ragazza sul braccio e per poco non sussultò, ma il proprio dolore lo tenne incollato allo sgabello e nessun muscolo reagì, facendolo restare immobile come una statua sul posto. Solo un occhio si mosse, verso la ragazza e la guardò impassibile. «Quando due persone si uniscono in matrimonio le loro anime si uniscono, perciò sì, ha perso un pezzo della sua anima. Stessa sorte è capitata a mia madre, lei sembra diventata più dura e fredda di prima, ma è la sua armatura per poter affrontare il dol---» La frase gli morì in gola quando sentì le dita di lei disegnargli uno strano simbolo celtico sul braccio. Una Triquetra.
Aiden la fissò negli occhi. «Disegnato con le dita quel simbolo non mi darà la protezione che speri di darmi.» esclamò con tono pacato. L’avrebbe colta in fallo con quella frase? Lei sapeva che la Triquetra era anche un simbolo di protezione oltre che a simboleggiare diverse Trinità come Aria-Terra-Acqua o Passato-Presente-Futuro?
«Fossi in te, non ci scherzerei troppo con quel simbolo...»
A quanto pare la ragazza non doveva essersene nemmeno accorta, aveva tolto la mano ed era arrossita dall’imbarazzo, una cosa che Aiden capì subito, troppo esperto per farlo passare per un semplice effetto dell’alcol.
Lei cambiò discorso e si presentò, allungando la mano. Gliela strinse con delicatezza. «Charles… Charles O’Brien.» Aveva mentito, troppo abituato a rimanere celato agli occhi altrui, a proteggersi da possibili minacce che suo padre gli aveva lasciato in eredità in quanto Auror. Molti erano i nemici che lo avevano odiato in passato e che se avessero saputo che era il figlio del Lupo d’Irlanda lo avrebbero voluto eliminare. Aiden si accorse che quel suo mentire spontaneo gli aveva fatto usare sia il nome di suo padre sia il cognome da nubile di sua madre. Una perfetta fusione per una falsa identità di cui non poteva farne a meno.
Essere un Auror era difficile, ma ancor di più proteggere la propria persona da possibili minacce. Lui non era il tipo da sventolare il proprio Distintivo ai quattro venti, ma era prevvidente e cauto. Era furbo ma anche prudente.

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Mìreen Kathleen Niamh Fiachran

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Quel ragazzo le piaceva, c'era poco da fare, nella sua testa, sempre più annebbiata dall'alcool se lo ripeteva come una scema.
Si era addirittura preoccupato quando aveva bevuto quel sorso che l'aveva spiazzata per bene, a quanto pare aveva capito che non era stato solo il caldo del locale ad averle fatto venire il rossore alle guance, ma non le interessava, al momento riusciva solo a pensare a lui e a quanto stupida fosse a sentirsi tanto interessata e attratta da un ragazzo appena conosciuto, sicuramente babbano che probabilmente non avrebbe più rivisto.
Però lui forse non provava la stessa cosa nei suoi confronti, il suo modo di parlare, il suo comportamento e atteggiamento glielo avevano fatto pensare... oppure non era uno espansivo da mostrare subito il suo interesse, magari a fine serata le avrebbe chiesto il numero di cellulare...

Quando inconsciamente gli disegnò sul braccio la triquetra col dito le stava dicendo che anche sua madre soffriva la perdita del marito, nonchè suo padre e da come aveva anche lui abbassato lo sguardo, come lei non era una ferita rimarginata, quanto profonda fosse rispetto la sua non poteva saperlo, ma era ancora aperta, questo era sicuro.


[Un'altra cosa che abbiamo in comune e per quanto non sia il massimo, condividere una perdita tanto importante è qualcosa di... speciale...]

Si era piacevolmente stupita che conoscesse il significato della triquetra, non era da tutti i babbani conoscere certe simbologie celtiche, ma provenendo dall'Irlanda come lei, poteva starci che avesse delle conoscenze in materia, in fondo gli irlandesi erano conosciuti per esser di natura molto legati alle tradizioni e se viveva in Scozia aveva un doppio pacchetto di cultura druidica.
Quasi gli rise in faccia quando la mise in guardia, nella sua famiglia era uno dei simboli più usati e riportati in libri, oggetti, perfino sui vestiti, era cresciuta con le tradizioni, la cultura e pure la lingua celtica, non aveva paura ad un usarlo, anzi si sentiva protetta e rilassata ogni volta che se lo tracciava, di solito sul palmo della mano o sul cuore.


<< Non immaginavo che conoscessi un simbolo celtico importante come quello... E se ti dicessi che nella mia famiglia quel simbolo è estremamente importante? Quindi anche a te hanno raccontato le storie sul popolo druidico della nostra terra d'origine. Chissà cos'altro mi nascondi, chissà chi sei veramente. >>

Questo alone di mistero le piaceva, le faceva venir voglia di conoscerlo ancora di più, di conoscere la sua storia, il periodo in cui abitava in Irlanda, i miti e leggende che più lo affascinavano o le creature del folklore che secondo lui potevano esistere veramente o da quale credenza traevano le loro radici, naturalmente lei essendo maga già sapeva la risposta, ma sarebbe stato bello parlarne con lui e sentire la sua opinione.
Mentre allungava alla donna dietro il balcone l'ammontare in sterline (se le era fatte cambiare alla Gringotts) così da liberarsene subito, prese un altro sorso e un pensiero stupido le venne in mente...


[Forse potrei dirgli la verità su di me e sull'esistenza della magia... Forse non rimarrebbe sconvolto dalla scoperta, infondo è cresciuto come me a pane e leggende, potrebbe rimanere stupito in senso buono!]

«Charles… Charles O’Brien.»
Le piaceva il suo nome, anche se si aspettava qualcosa di più... "irlandese"? Qualcosa tipo Anouk o Cillian...
Lei aveva 2 nomi e addirittura i cognomi carichi di significato per la lingua irlandese, forse dava per scontato che anche i suoi genitori avessero pensato a fare la stessa cosa con lui, almeno sapeva come si chiamava il ragazzo che in una sola serata aveva risvegliato il suo interesse.


<< Piacere di conoscerti Sir Charles O’Brien. Ti confesso che mi aspettavo un nome più particolare, mi spiego: io mi chiamo Mìreen, ma a casa, mia madre, mia nonna e chiunque mi conosca nel nostro villaggio mi chiamano "Muìrin" che sarebbe la versione gaelica del mio nome, nasce da una leggende su 2 gemelle streghe la cui storia è molto affascinante, ma col tempo i nomi si sono "fusi" diventando uno la pronuncia gaelica dell'altro nome, magari te la racconterò se non la conosci già la storia. >>

Scese dallo sgabello per stringergli meglio la mano... quando sentì la presa di lui delicata, sentì una forte scossa percorrerle dalla mano lungo il braccio per poi scorrere lungo tutta la schiena, dove aveva il tatuaggio della fenice che si era fatta tempo addietro.
Non sapeva se lui l'aveva sentita com'era successo a lei, ma rimase ferma immobile, chiedendosi se se lo era solo immaginato o se era successo veramente.

Il suo cuore ora batteva all'impazzata, come che quella scarica di pura elettricità le avesse caricato ben oltre il limite consentito quello stupido organo che ora non voleva fermarsi, vampate di caldo le rendevano quei vestiti fastidiosi e più pesanti di quanto già non lo fossero. Provò ad abbassarli ulteriormente, ma senza riuscita con suo enorme fastidio.
Una voglia irrefrenabile le balenò in testa mentre lo guardava, cercando quegli occhi blu come il mare in cui ora avrebbe voluto sprofondare solo per rinfrescarsi le idee e rinsanire... cercò di cacciarla indietro ma non ce la faceva.
Non voleva farlo... o forse Sì? Sì che voleva farlo se no non le sarebbe comparso quel... bisogno, era quasi doloroso, un formicolio che pur di farlo smettere faresti qualsiasi cosa, il cuore non smetteva di pompare, era rossa, lo sapeva bene... non ce la faceva, non ne aveva il coraggio di farlo... Ma allora a cosa era servito tutto quel "voler cambiare", "esser una ragazza diversa", più istinto e meno testa..ecc?


[Basta. Lo faccio.]

E prima che le nebbie dell'alcool si diradassero per far trovare la ragione al suo cervello e ristabilire gli inibitori, prima di possibili ripensamenti, con un gemito che poteva essere sia un lamento sia un verso eccitato, si gettò tra le sue braccia... e LO BACIO' .
Premette le sue labbra su quelle di lui, approfittando di quello che ipotizzò fosse uno stato confusionale in cui probabilmente era finito, per quel suo gesto completamente insensato e sconsiderato.
Le sembrò che il tempo si fosse fermato a quel momento esatto, ogni suo senso amplificato all'ennesima potenza: il suo corpo aderente a quello di lui, così caldo e tonico... da quanto non si sentiva così protetta da un semplice abbraccio? Colei che vuole fare l'Auror per difendere il bene e proteggere, agoniava più di ogni altra cosa l'esser a sua volta protetta e sentirsi al sicuro come non le succedeva da tempo... il respiro di lui mentre si avvicinava le provocò un brivido nel petto... e le sue labbra, così morbide e invitanti... Siano maledetti i 1000 pensieri e immagini "poco innocenti" che le vennero in mente nel preciso attimo in cui sentì il sapore di lui sulle proprie labbra.
Avrebbe voluto rimanere lì, in quella frattura temporale dove il tempo si era fermato e per la prima volta dopo tanto tanto tempo, era tornata a sentirsi viva.
Durò poco... un sospiro? Il battito delle ali di una farfalla? O un battito di ciglia? No, non lo sapeva, si staccò da lui a malincuore e indietreggiando gli disse in gaelico-irlandese, in modo che solo lui capisse, con voce roca e ansimante per l'emozione di quello che aveva fatto e una punta di tristezza per il dispiacere del doversene andare via prima che lui chiedesse spiegazioni che lei non sapeva dargli:


<< Tá brón orm le haghaidh mo gesture, ach raibh mé in ann seasamh in aghaidh an draíocht a sreabhadh idir linn. Slán mo ghrian dearg... >>

Significato: "Scusa per il mio gesto, ma non ho resistito alla magia che scorreva tra di noi. Addio mio sole rosso."


Corse al tavolo a prendere le sue cose, senza neanche voltarsi e fermarsi per indossarle, uscì fuori dal locale, accaldata com'era, neanche sentiva il freddo e la neve che scendeva lenta al contatto con la sua pelle si scioglieva all'istante da quanto era calda.
Si infilò nel primo vicolo per smaterializzarsi, per quella serata ne aveva fatte abbastanza di cavolate, non aveva voglia di rischiare un assideramento e con l'alcool che aveva bevuto pure il perdersi per strada.


[Non ho bisogno di "far 2 passi e rinfrescarmi le idee", non ho niente di cui pensare: l'ho fatto, ho baciato uno appena conosciuto, prendendo IO l'iniziativa... e che non rivedrò mai più. Bella cavolata Mìreen, complimenti...]

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Aiden, leggi cosa ti ho scritto su whatsapp prima di protestare e/o rispondere al post.


Edited by LadyShamy90 - 14/12/2017, 20:04
 
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Alzò un sopracciglio nell’udire quelle parole sulla Triquetra. Perfino i Babbani irlandesi, amanti della propria terra natia e della sua antica cultura, avrebbero potuto sapere diverse nozioni riguardo la simbologia celtica, ma quella ragazza aveva reagito come se i più fossero ignoranti oppure nascondeva qualcosa. Ciò poteva rivelarsi l’inizio di un susseguirsi di dettagli che avrebbero potuto condurre la mente acuta ed laboriosa di Aiden a ipotizzare che la ragazza fosse in realtà una Strega e quindi del suo mondo.
Ciò lo fece sghignazzare mentalmente come una volpe idiota: lei aveva lanciato più sassolini nello stagno di quanti se ne potessero contare, indizi, che Aiden analizzò con scrupolosità. La famiglia di lei aveva a cuore quel simbolo, un altro indizio, seguito da un pessimo tentativo di trovare in Aiden la sua identità di Mago. Chi era e cosa nascondeva sarebbero state le incognite che l’Auror avrebbe lasciato alla ragazza, non volendo rischiare di compromettere la propria persona. Era circondato da potenziali nemici e non poteva permettersi di commettere passi falsi, specialmente in luoghi Babbani e malfamati. Non avrebbe mai fatto capire che era un Mago, avrebbe continuato a fingersi un comune Babbano.
«Mio nonno era un professore di storia.» prese a spiegare con estrema semplicità, come se fosse la cosa più ovvia al mondo. «Sono cresciuto sulla base di miti e leggende dell’Irlanda. Nel mio sangue scorre la storia.»
Una sola e singola rivelazione, nulla di più. C’era del vero riguardo al suo sangue, lui era il discendente diretto del Re d’Irlanda, Brian Boru, famoso per la sua battaglia contro i guerrieri Vichinghi. Nessuno lo sapeva e nessuno l’avrebbe saputo. Un segreto che solamente un Pensatoio poteva rivelare.
«Ho un cognome molto antico, non vedo cosa ci sia di così strano! E’ più irlandese di quanto si pensi...» L’osservazione di lei sul suo nome lo stizzì parecchio, ma non lo diede a vedere, semplicemente si limitò a corrugare le sopracciglia.
Quando strinse la mano all’ormai presentata Mireen, Aiden fu sul punto di mollarle la mano per poter finire la birra prima che potesse perdere la sua freschezza e diventare calda come l’urina di gatto, ma il gesto di lei lo paralizzò sul posto.
Mireen l’aveva appena baciato alla sprovvista, probabilmente vittima dell’eccesso di alcol che faticava a reggere, e il solo sentire il sapore alcolico di qualcun altro, mischiato al suo, lo fece fremere dal disgusto. Non era la prima volta che una donna lo baciava dopo qualche bicchiere di troppo, ma evitò di spingerla via con rabbia e dirgliene quattro. Semplicemente la afferrò per i gomiti e fece pressione per interrompere quel loro contatto poco gradito.
Represse un connato, prendendo velocemente la pinta e cancellando tutto quanto con una bella sorsata di birra; quella era meglio del sentire il fiato alcolico altrui. Ovviamente ciò avvenne quando lei tentò di riprendersi, come se l’avessero confusa con un Confudus davvero potente. Ma poi fu lui a rimanere confuso, dalla frase in gaelico pronunciata da lei, sebbene l’avesse capita alla perfezione, semplicemente non seppe come reagire. Di quale magia stava parlando?
Aiden la fissò defilarsi, lanciandosi in una corsa disperata degna di un corridore professionista, il tutto per raggiungere l’uscita il prima possibile. Lui rimase seduto a battere le ciglia, palesemente perplesso, per poi fissare la barista.
«Ci hai dato giù pesante, eh?» la canzonò, come se la colpa fosse tutta della donna dietro al bancone che aveva servito un cocktail fin troppo contenta per una irlandese con scarsa capacità di reggere l’alcol.
Tornò a guardarsi intorno, in cerca dell’informatore che aveva tentato di seguire prima di incontrare Mireen e - non trovandolo - si immerse tra la folla, raggiungendo il retro e imboccando il vicolo che dava in una zona buia e desolata. La sua caccia solitaria sarebbe proseguita, nessuna distrazione avrebbe nuovamente interrotto il suo lavoro.
Di Aiden Weiss si poteva dire tutto, ma di certo non un uomo come gli altri, lui era diverso. Perché aveva promesso e tale promessa non era stata infranta.
Andò avanti e non si voltò indietro.

PS: 179 ☘ PC: 129 ☘ PM: 124 ☘ EXP: 27

Piccola nota: La role può considerarsi conclusa.
Ti faccio inoltre presente che ho mosso Aiden in modo coerente e non per dispetto, poi pensa ciò che vuoi.
Non mi stancherò mai di dirlo o ripeterlo, ma non ho intenzione di stravolgere Aiden dal giorno alla notte né lascerò ad altri il diritto di decidere come dovrei muovere il mio personaggio.

 
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view post Posted on 14/12/2017, 20:07
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P.S.
Ho modificato la mia ultima risposta mantenendo le stesse parole, così è conclusa anche per me.

 
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