Una Vigilia passata
insieme, un Natale da passare
divisi.
Era il primo Natale che passava con la sua famiglia da quando era ritornato dal suo esilio, ma era anche il primo che avrebbe voluto passare con Daphne al suo fianco. Eppure, nonostante avesse voluto provare a persuaderla a passare il Natale prima con la famiglia di uno e poi con quella dell’altra durante il pranzo e la cena, Aiden non aveva protestato.
Si era limitato a nascondere il proprio dispiacere dietro un sorriso forzato, consapevole di non poterla forzare nel scegliere tra lui e la sua famiglia, per poi rassicurarla che si sarebbe fatto bastare la Vigilia per stare con lei. Si era fatto
piacere quella decisione, sebbene percepisse una solitudine tale da non essere minimamente paragonabile a quella patita su un’isola per ben sei anni.
Ma l’aveva fatto, per lei.
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Triste. Ecco come si sentiva. Profondamente triste.
Seduto a tavola tra sua madre e sua sorella Lena, nella loro casa a Galway come la tradizione richiedeva, Aiden osservò cupo i propri fratelli e sorelle che animamente chiacchieravano tra loro e con i rispettivi partner, mentre lui si sentiva vuoto senza Daphne accanto. Era solo e questo gli faceva un gran male, quasi da volersene andare perché troppo
estraneo in mezzo a tutte quelle persone felici.
Perfino Richard, il tanto odiato fratello, aveva al suo fianco una ragazza, sebbene fosse più probabile che si trattasse della solita fiamma passeggera che durava poco più di un mese e finire poi nel Dimenticatoio. Aiden ne fu invidioso e la frustrazione lo portò a sbattere una mano sul tavolo e ad alzarsi da tavola di scatto.
«
Dannazione, Aiden! Aspetta!» urlò Lena dietro di lui, tentando di seguirlo.
«
Ma che gli prende?»
«
E’ impazzito? Sam, tuo fratello è proprio pazzo! A momenti non faceva rovesciare il vino addosso con quel suo scatto!»
«
Sono certo che non lo ha fatto apposta! Non vedi che faccia aveva da quando è arrivato?»
«
Il solito cane bastonato! Solo perché la sua presunta “ragazza” non è qui… Bah! Io dico che nemmeno esiste! E’ triste perché è solo con un cane!»
«
Va’ al diavolo, Richard! Nostra madre sa chi è e quindi esiste. Forse non è venuta perché è tradizionalista e vuole stare con la sua famiglia. Dubito che Aiden non l’abbia invitata!» Samuel, da bravo padrone di casa, sembrò dominare la situazione e fece tacere tutti i presenti a tavola.
Aiden, dal canto suo, aveva udito tutto dalla stanza accanto. Con le braccia serrate sul petto fissò fuori dalla finestra. Aveva organizzato i dettagli su come consegnare a Daphne il regalo di Natale quel giorno stesso, ma non aveva osato chiederle di assentarsi anche solo per cinque minuti e aprire il regalo che le aveva fatto. Aveva come avuto il terrore che lei avesse potuto opporsi anche per una misera richiesta come quella pur di non allontanarsi troppo da Leonard.
Come poteva competere con Leonard proprio a Natale?
Avrebbe dovuto rimandare alla consegna del regalo all’indomani? Lo avrebbe apprezzato comunque?
Come un cane ferito, Aiden si diresse con le mani nelle tasche dei pantaloni in cucina e piuttosto che affogare i propri dispiaceri in inutili stufati o arrosti, preferì prepararsi una cioccolata calda. Inevitabilmente finì per pensare a lei.
«
Cioccolata? Sei serio?» La voce di Lena irruppe all’improvviso, seguita a ruota da Ophelia. Quest’ultima rimase appoggiata alla porta con aria visibilmente preoccupata, ma aspettò di vedere fino a che punto la sorella fosse riuscita a calmare Aiden prima di poter intervenire.
Le sue sorelline erano sempre state premurose con lui così come lo era stato nei loro confronti, era sempre stata una questione di reciproco supporto, per qualsiasi cosa e negli anni non era cambiato proprio nulla tra loro. Tra tutti i fratelli Weiss, Lena e Ophelia era le uniche su cui Aiden poteva fare totale affidamento.
«
Forse è l’unica cosa che può farmi star bene in questo momento.» sbottò adirato, sorprendendosi di quella sua reazione. «
Scusami… Non volevo… Sono solo triste, tutto qua...» Riempì la tazza di cioccolata e la sorseggiò lentamente, sporcandosi la barba.
«
E’ da un po’ che non ti vedevo così. Speravo che almeno per Natale saremmo stati tutti felici… insieme, come un tempo...»
«
Sono felice di passare il Natale con voi! Davvero!» Guardò sua sorella completamente avvilito nell’averle dato un dispiacere come quello. Ma come poteva spiegarle che era anche
invidioso di loro perché non aveva Daphne al suo fianco? «
E’ solo che...» Si morse un labbro, a disagio. «
Volevo Daphne qui con noi. Avrei voluto presentarvela, farla integrare nella famiglia. E poi a mamma sembra proprio che le piaccia!» Scrollò le spalle, non sapendo cos’altro fare o dire. Riuscivano lo stesso a capire come si sentiva?
Erano le sue sorelle, era quasi certo che lo capissero o anche solamente intuirlo.
Ophelia intervenne, infine, sentendosi in dovere di aiutare suo fratello. Lo prese per un braccio e lo strattonò, come per invitarlo a reagire. «
Stammi a sentire, brutto zuccone! Ora tu, io e Lena ce ne andiamo a Londra. Non ho intenzione di starmene qui a sentir Kristen blaterare scemenze, perché se lo facessi mi rovinerei il Natale e anche quello del mio fratellone preferito! Pertanto, ci faresti la grazia di farti venire un’idea su come dare il tuo regalo a Daphne? Guarda che io e Lena ti accompagnamo e basta, non credere che ti daremo spunti su cosa devi fare!» Diretta, sincera e priva di qualsiasi grazia, sua sorella impose la sua autorità e tirò ad Aiden un poderoso colpo in fronte.
Rimase stordito dal colpo e guardò sua sorella confuso più che mai. «
Avevo già programmato tutto, quindi dobbiamo solo reperire i costumi.» disse.
«
Costumi? Dobbiamo? No, aspetta...» Lena squittì incredula, come se avesse capito subito il piano del fratello.
«
Ci siamo incastrate da sole, Lena. Non dovevamo dirgli che lo accompagnavamo.» sospirò Ophelia, sconsolata.
Un ghigno furbo si dipinse sul volto di Aiden. Aveva architettato tutto dando per scontato che sarebbe riuscito a convincerle nell’attuare la sua
Operazione Consegna Regalo di Natale ma aveva rinviato tutto per l’indomani, perciò avrebbe avuto tutta la serata per riuscire ad incastrarle. Invece c’erano cascate in pieno da sole e lui non aveva fatto praticamente nulla, si era semplicemente approfittato.
«
Mi raccomando: cercate di cantare e ballare in maniera convincente.»
«
Infame!»
«
Infame!»
▼▼▼
Il biglietto che affidò a Merlino non aveva bisogno di firme: era già piuttosto chiaro così com’era e Daphne l’avrebbe interpretato nella maniera opportuna.
L’avrebbe aspettata vicino all’albero in cui Chocolat aveva rincorso lo scoiattolo che aveva contribuito a farli incontrare. Lì, al St. James Park, Aiden Weiss avrebbe sconvolto la sua amata con la più strabiliante quanto romantica delle sorprese.
Sarebbe venuta?
Merlino piombò a casa di Daphne con un acuto strillo e lasciò cadere il biglietto davanti a lei, mentre lui andava ad appollaiarsi sul lampadario della cucina. Era adirato per quella consegna straordinaria nel giorno di Natale, per lui non c’era un giorno di pace, nemmeno durante le festività. Arruffò le piume ed emise un altro verso acuto, per poi volare via senza attendere una risposta. Era piuttosto chiaro che non fosse intenzionato a riportare indietro alcunché o gli era stato detto di non farlo?