Un thè per ingannare l'attesa., Per Roxy

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view post Posted on 5/1/2018, 21:35
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Vath
Remar «

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Natale e Capodanno erano ormai passati, il 2018 si era finalmente lasciato alle spalle il 2017 un anno che per la maggior parte delle persone era stato infausto mentre per lui, nuovo dipendente dell'ufficio cooperazione magica internazionale era significato molto. Aveva ottenuto il lavoro che voleva, una casa splendida e, non meno importante, stava sperimentando le gioie della paternità. Si trovava a Pimlico Road e si stava dirigendo all'enoteca Turi per rimpiazzare le bottiglie di vino aperte durante le feste con Sybella, i genitori e i bimbi. Il locale faceva anche da ristorante e dato che non aveva impegni quella mattina avrebbe pranzato li oppure, dato la vicinanza con Hyde Park, sarebbe andato al suo secondo parco preferito. La giornata nonostante ci fossero pochi gradi di temperatura era gradevole e solo qualche nuvola rovinava il paesaggio Londinese. Il proprio bastone da passeggio batteva ritmicamente sull'asfalto mentre si dirigeva verso il locale e,
mettendo mano alla tasca interna del soprabito, estrasse il proprio orologio da taschino osservandone l'ora: 11:27. Una smorfia di disappunto comparve sul suo volto: era in anticipo; il locale non avrebbe aperto prima delle 12, tanto valeva trovarsi un bar ed attendere li anziché in strada al freddo. Quindi l'uomo entrò nel primo pub che trovo e si diresse verso il bancone, ordinando un Earl Grey.


Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”

“ La conoscenza è potere. ”
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Edited by Vath Remar - 6/1/2018, 00:15
 
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.Rox.
view post Posted on 8/1/2018, 17:24




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Ci sono due scelte: rimanere a casa a guardare un film babbano o uscire a bere una tazza di thè. La giornata promette bene. Nel cielo splende un sole luminoso e una brezza leggera scuote i rami degli alberi più deboli. Le persone, vista la bella giornata, escono per respirare una boccata d' aria dopo alcuni giorni di pioggia e freddo. Roxana, invece, deve uscire per cercare un lavoro perché, tra pochi mesi, il suo conto sarà di un bel color rosso fuoco. Da poco ha fatto domanda come infermiera presso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts ma sta ancora aspettando che la ricontattino per ricevere una risposta, affermativa o meno.
Seduta nella sua scrivania, osserva fuori dalla finestra il giardino sotto casa. La sua camera è al secondo piano e da li ha una bella visuale sul boschetto davanti la sua dimora. Non è una reggia ma non si lamenta: due camere da letto, una cucina, un salottino, un bagno, il giardino e il posto dove riparare la macchina babbana quando fuori ci sono le intemperie. Il suo mezzo per spostarsi non è molto grande ma può ospitare comodamente cinque persone; per lei è più che sufficiente visto che si trova da sola. "Devo uscire." Sbuffò e lanciò la piuma sopra all tavolo in legno. La ragazza si alzò presto per valutare la situazione e, come sempre del resto, le sue condizioni sono pari a quelle di un barbone: pantaloni del pigiama troppo larghi per le sue magre gambe, una maglietta maniche lunghe con qualche buco sparso qua e la, un paio di calze con gli elefantini disegnati sopra. E la libido di ogni uomo scende sotto ai piedi.
La scelta alla fine cadde sull’ uscita per un thè ma di certo non si può presentare al pub in simili condizioni. Lo stomaco proclama cibo visto che manca poco a mezzogiorno.
Di malavoglia si costrinse ad alzarsi da quella poltrona e ad andare in bagno per una doccia. Confrontando Roxy ad altre donne possiamo subito intuire che è velocissima nel lavarsi; niente docce che durano ore, niente trucco che sembra una maschera di carnevale. Punta tutto sulla semplicità e sulla simpatia.
Una volta asciugati i capelli decise cosa indossare. La tuta la scartò in quanto sporche. "Ecco, devo anche fare il bucato." Scelse comunque indumenti semplici: un abitino sul panna, un golfino bianco e tacchi bassi sul rosa. Zero trucco e capelli sciolti.

Il pub dista a pochi chilometri di distanza e il percorso è abbastanza semplice, se non fosse per gli automobilisti lenti come lumache. Parcheggiare è un altro problema qui a Londra ma fortunatamente ne trova uno libero a un centinaio di metri dal luogo da raggiungere. Chiuse la macchina a chiave e buttò la stessa chiave nella borsa, la quale assomiglia ad una valigia. Le donne amano due cose: le borse e i tacchi. Personalmente Roxy trova quest’ ultimi scomodissimi, ma, tornando a noi, arrivò in prossimità del locale e fece il suo ingresso.
Roxane procedette dritta verso il bancone.
-Buongiorno Jhon. Come va stamattina?- Chiese al barista. Cliente fissa da qualche mesetto, John era diventato una persona con cui parlare del più e del meno. Si accomodò al fianco di un uomo dai capelli castano ramato. -Salve- salutò cortesemente.
 
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view post Posted on 8/1/2018, 18:15
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Vath
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L'acqua per il thè era nel bollitore sopra al fornello acceso, lo sguardo dell'uomo era puntato sulla televisione. Stavano ritrasmettendo la notizia di un furioso incendio in un quartiere di Londra Ovest. I telecronisti babbani raccontavano dell'episodio come un grave malfunzionamento nel sistema a gas delle abitazioni ma, il ventisettenne, era consapevole del fatto che ne il gas, le bombole e tutte le speculazioni dei babbani rappresentavano degnamente la realtà dei fatti. Quello che provocò gli undici morti era stato il deliberato squilibrio mentale di un mago durante un normalissimo duello alla Congrega dei Saggi, la notizia di certi accadimenti si era abbattuta sul ministero evidenziando falle in quella macchina organizzativa che Vath si aspettava impeccabile. Il dipartimento dove era stato assunto, Cooperazione Magica Internazionale, non aveva subito ripercussioni ma alcuni, come il Quartier Generale Auror e la Ministra Pompadour, erano stati aspramente criticati dalla Gazzetta del Profeta. Un movimento alla propria sinistra lo riscosse dalla TV Babbani, accanto a se si era seduta una donna, abbigliata con poche semplici cose ma vestite elegantemente. La bionda dai modi di fare sembrava essere una cliente abituale del locale, si rivolse al barista chiamandolo per nome, Jhon, sincerandosi delle sue condizioni. Poi, cortesemente, si rivolse anche al ventisettenne. «Buongiorno Miss.» Le rispose, rivolgendole un sorriso cordiale. Con la destra il ventisettenne portò il bastone da passeggio, contenente la propria bacchetta, più vicino a se e si girò il busto verso di lei. «Piacere di conoscerla, Vath Remar.» Poi avrebbe portato la mano destra avanti e, se stretta, l'avrebbe scossa con decisione un paio di volte, lasciandola.

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.Rox.
view post Posted on 10/1/2018, 16:17




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Il barista, troppo indaffarato a servire i clienti, salutò Roxy in modo sbrigativo, ma utilizzando sempre un tono di voce gentile e cordiale. La donna lo capiva perfettamente. “Sul posto di lavoro bisogna essere concentrati, soprattutto se l’ impiego necessita di una buona memoria come in questo caso” Non per caso la biondina non opta per un lavoro in un pub o in un ristorante; prendere le ordinazioni al volo, magari senza blocchetto degli appunti, non fa per lei. Un po' sbadata, ecco come si definisce lei stessa.
Nonostante la fretta di John, Roxana trova una nuova persona con cui dialogare. Parliamo di un uomo, forse coetaneo o comunque di età vicina a quella della donna, capelli marroni ramati ma, la cosa che la colpisce di più è il bastone da passeggio, stile nonnetto.

-Piacere mio.- Allungò la mano destra in una stretta abbastanza salda. -Roxana Franziska Johannsdóttir.- Resasi conto della difficoltà dei due nomi, e per non parlare del cognome, si corresse, o meglio, abbreviò il tutto. - Può chiamarmi solo Roxana. Mi rendo conto della difficoltà di tutto ciò; il punto è che non sono del posto, non da tanto tempo almeno.- Sfoderò un ampio sorriso verso l’ uomo.
Osservò il locale che pian piano si stava riempiendo di gente. Il chiacchericcio si sentiva bene e, in quel momento, si pentì di essere uscita a quell’ ora.
- Li affari vanno bene direi.- Commentò verso Vath. Notò divertita un John che correva da una parte all’ altra, da tavolo in tavolo accompagnato dai suoi aiutanti, rosso in viso dal troppo lavoro.
-Viene spesso qui?- Si rivolse all’ uomo per poi girarsi con il busto verso il bancone per fare la sua ordinazione. -Un thè caldo appena puoi- Già ne era a conoscenza della lunga attesa che le sarebbe toccata, quindi ne approfittò per rilassarsi.
 
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view post Posted on 10/1/2018, 22:49
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Quello su cui si poso lo sguardo della donna era un fine bastone da passeggio in ebano i cui ornamenti in argento impreziosivano l'oggetto stesso. La punta del bastone per proteggerla dall'usura era impreziosita da un puntale in argento. Il manico del bastone, anch'esso del medesimo materiale del puntale, era stato realizzato con la forma di un serpente dalle fauci aperte pronto ad attaccare ed era decorato da un paio d'occhi che altro non erano che due smeraldi, finemente cesellati, all'interno degli spazi adibiti allo scopo. «No, Miss, le assicuro il piacere è tutto mio.» Un nuovo sorriso fece capolino sul volto del giovane Ministeriale che, udito il nome della propria interlocutrice, fece un lieve inchino col capo. «Enchanté, Mademoiselle Johansdòttir. Avete un cognome nordico, o meglio, quello che noi chiamiamo cognome è per voi il nome di vostro padre con il suffisso femminile se non erro, perdonate sono appassionato di mitologia e quella vichinga non fa eccezione, potrei sapere da dove provenite?» Alla richiesta della donna annuì prendendo nuovamente parola. «Va bene Roxana, solo se voi mi chiamate Vath e mi date del tu, in fondo non credo abbiamo molta differenza d'età.» Il locale, in quei minuti trascorsi ad attendere il proprio thè, il locale si era riempito. Complice l'ora, che favoriva un brunch veloce, il locale era rumoroso, caotico e pieno di camerieri che si muovevano tra i tavoli in fretta e furia portando ordinazioni o andando a prenderle. Quando l'attenzione della donna si focalizzò sullo stesso flusso di pensieri esprimendo il proprio parere Vath tornò a guardarla, il proprio sguardo acquamarina incontrò quello azzurro di lei, come se mare e cielo si fossero uniti, separati da quella piccolissima linea dell'orizzonte. «Si, non sono male, considerando che si tratta di un sabato mattina questo locale ha un ottima affluenza.» Le parole di lei fecero eco ad una nuova domanda, a cui Vath volle rispondere con quella che a suo parere era galanteria. «In realtà è la prima ma, considerando gli incontri che si fanno, sarei del parere di ritornarci più spesso.» Un sorriso avrebbe accompagnato la frase del ministeriale e, mentre il solerte John si stava avvicinando per portare la teiera, piattino, e filtro di Earl Grey, la giovane fece la propria richiesta: altro thè. «Se non è di troppo disturbo nel frattempo lo aspettate condividerei un po' del mio thè. Cosa ne pensate?» Le disse fermando un attimo l'uomo alzando la mano destra.

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