A colpo d'Occhio, Quest lavorativa

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view post Posted on 19/1/2018, 17:24
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LondonEye

Quando il grosso barbagianni marrone era entrato dalla finestra e aveva depositato la lettera sul tavolo, Elizabeth aveva solo potuto chiedersi come l'animale avesse capito di doverla consegnare a lei e non alla Caroline M. Abstone cui risultava indirizzata. Scartata l'ipotesi di presunte doti divinatorie del rapace e incapace di immaginare una risposta più plausibile, aveva rinunciato a sciogliere il mistero e aveva aperto la busta lacerandone un lato con il trinciante da cucina. Aveva quindi scorso rapidamente la lettera: arrivata a metà, un breve urlo di stupore e eccitazione le era sfuggito dalle labbra. Il barbagianni si era ritratto con un sobbalzo e aveva gonfiato il piumaggio, palesando un certo rammarico per l'aver svolto con tanta perizia il proprio lavoro nel consegnare la missiva ad una strega evidentemente pazza. Era poi volato in tutta fretta fuori dalla finestra, presumibilmente intenzionato a chiedere la pensione anticipata.


donutsPochi giorni dopo, in un assolato giovedì, Elizabeth si alzò di buon mattino per eseguire le istruzioni del signor Morgan e arrivare puntuale all'appuntamento indicatole.
Entrò in negozio con la chiave allegata alla lettera. Sul bancone faceva bella mostra di sé un piatto ricolmo di ciambelle: la strega ne scelse una priva di glassa e la addentò, cominciando ad aggirarsi per il negozio. Individuò facilmente un fischietto professionale e un paio di guanti e, sempre masticando, depositò il tutto accanto al piatto. Una volta finita la ciambella e pulitasi accuratamente le mani, si spostò davanti alla parete su cui erano esposte le scope, pronta a compiere la prima, difficilissima scelta della giornata.
L'occasione offertale dal signor Morgan era preziosa come poche altre: poter scegliere un qualsiasi manico di scopa tra gli oltre venti presenti in negozio, senza alcun limite, era il sogno di tutti gli appassionati di volo del mondo magico.
Elizabeth tese una mano verso la Gelbsturm, per poi ritrarla arricciando le dita e lasciando ricadere il braccio lungo il corpo. La tentazione era quasi irresistibile: quando mai le sarebbe ricapitato di poter mettere le mani su una scopa di quel calibro? Tornò ad allungare la mano e questa volta non si fermò; seguì in punta di dita il profilo del manico, carezzò la saggina, sfregò delicatamente con il pollice i capelli di valchiria. Infine chiuse la mano a pugno, se la portò al petto e sospirò. Era un'impegno di lavoro, quello che l'aspettava, e per quanto morisse dalla voglia di provare la Gelbsturm sarebbe stato a dir poco imprudente sceglierla in quell'occasione, senza averci mai volato prima e senza sapere cosa avrebbe dovuto farci.
Un passo di lato, quindi, un secondo sospiro e Elizabeth staccò dal supporto la scopa immediatamente accanto. Stringere le dita intorno al manico la riempì di gioia e di un profondo senso di familiarità. Aveva volato molte volte con una Firebolt: prima quelle rubate per le corse clandestine dai soci più vecchi e scafati, poi quella del suo ricco ma generoso coinquilino a Belfast. La scopa migliore sul mercato nel bilanciare velocità, stabilità e precisione era senza dubbio la scelta più saggia.


ElizabethAlle nove del mattino, in ritardo rispetto alla tabella di marcia che si era prefissata, era uscita dal Paiolo Magico per ritrovarsi nella Londra babbana. Non se l'era sentita di impartire sulla Firebolt un Reducio: non l'aveva mai fatto su una scopa e non era decisamente il caso di sperimentare proprio su quella. Perciò portava sulla spalla destra una voluminosa custodia nera, in cui aveva riposto anche guanti, fischietto, la giacca antivento e una sciarpa di cotone: il contenuto sarebbe stato al sicuro e i babbani avrebbero pensato ad uno strumento musicale.
Si incamminò di buon passo, adottando un ritmo che le avrebbe permesso di giungere a destinazione entro la mezz'ora che le rimaneva.
Non riusciva a smettere di rimuginare su cosa le sarebbe stato chiesto di fare, costruendo e scartando un castello di illazioni dopo l'altro. Doveva calmare un po' l'agitazione se voleva affrontare al meglio qualunque cosa l'aspettasse, perciò a metà strada stabilì che poteva concedersi una sigaretta. Sfortunatamente, non aveva calcolato che una volta uscita da Diagon Alley non avrebbe potuto usare la magia: ci vollero duecento metri, una decina di richieste e molte imprecazioni prima di trovare un passante che le prestasse un accendino. I nervi di Elizabeth ne furono tanto provati che fu costretta, per calmarli, ad accendere una seconda sigaretta con il mozzicone della prima.
Giunse ai piedi del London Eye alle nove e ventitre e lì si fermò, guardandosi intorno nel tentativo di individuare i propri compagni di avventura in mezzo alla folla di turisti. Aveva già visto Leah Elliot in occasione del colloquio, naturalmente, ma non aveva idea di che faccia avesse quel tal Tedeus Hotter che avrebbe dovuto fornirle i dettagli dell'incarico.


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Leah‚
view post Posted on 12/2/2018, 21:15




Era una bellissima giornata di sole e Leah si beava dei suoi raggi seduta sul muretto del Tamigi nei pressi della London Eye. Si sentiva molto adulta ad essere a Londra da sola.. per quanto suo padre l'avesse accompagnata con la Metropolvere a Diagon Alley, dove doveva fare degli acquisti e dove l'avrebbe attesa al termine della giornata. Però quel tratto di strada da sola in mezzo alla folla Babbana di Londra le era piaciuto molto. Era forse la sua prima volta da sola nel mondo, e la sensazione di libertà e indipendenza che le dava moltiplicava il suo buonumore, già esaltato dal cielo turchese e dal sole che splendeva, vivido e caldo, in un cielo terso. Perfino il Tamigi sembrava vagamente azzurro, pur nel suo consueto colore indefinito. Aprendo gli occhi e sbattendo le palpebre, Leah ravviò con un dito la frangetta e si guardò intorno, cercando di individuare tra la folla il volto di Elizabeth. L'aveva già incontrata, ma era stato tempo prima e Leah non era per nulla fisionomista. Era praticamente sicura che la ragazza l'avrebbe riconosciuta per prima, facendole fare una mezza figuraccia.
Ad un certo punto le parve di scorgerla, in mezzo alla folla che attendeva il proprio turno per salire sulla ruota panoramica. Alta e snella, con i capelli chiari... sì, doveva essere lei. Alla peggio poteva mettersi a portata d'orecchio e chiamare un generico "Elizabeth!", sperando in una sua reazione.
Eppure più si avvicinava più si conviceva di averci visto giusto.
Così, proprio mentre il Big Ben suonava le nove e mezza, Leah allungò un braccio verso la ragazza e scoccandole un sorriso le domandò solamente:

"Elizabeth?"


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view post Posted on 24/2/2018, 15:10
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A Diagon Alley, nel negozio più in voga tra tutti per gli amanti del gioco magico del Quidditch, un uomo dalla barba curata, i capelli bianchi per via dell'età che sempre avanzava e un'espressione distratta, forse anche troppo, dipinta sul volto, continuava a girare e rigirare tra le dita della mano destra un piccolo Boccino d'Oro in miniatura, senza più utilizzo vero e proprio, emblema di una partita e di un tempo passati. All'attenzione del Mago sembrava sfuggire qualcosa, eppure, per quanti sforzi facesse per portare alla mente i dettagli che avrebbero potuto interessarlo, invano sarebbe riuscito a riordinare quella memoria che da un po' si era rintanata in letargo. La sua confusione era sintomo della vecchiaia: nessuna malattia, nessun difetto genetico, semplicemente l'età. E mentre nuove pergamene giungevano in volo nel suo ufficio, poggiandosi l'una sull'altra a formare un plico bello alto, il signor Morgan continuava ad essere sovrappensiero. Fu solo quando chiamò ad alta voce Miss Elliott, sua commessa nel negozio che da diversi anni gestiva con preziosa cura, che la mente saettò prima del previsto verso ciò che aveva involontariamente dimenticato.
«Leah è già andata via, signor Morgan.»
La voce di Priscilla - Scintilla? Ludimilla? Qualcosa che finiva con -illa, senza dubbio - fu sia nitida sia preoccupante. Perché per l'anziano Mago quelle parole significavano qualcosa: come avrebbe potuto avvisare le sue due commesse circa il vero motivo della loro partenza per Londra? Si era dimenticato, lo aveva fatto. E i rischi non erano indifferenti.

Londra splendeva in quella giornata di solito caotico fermento. Donne dai tacchi a spillo altissimi, che camminavano in fretta e furia chissà dove; uomini in giacca e cravatta, le mani macchiate da tablet, telefonini e altre diavolerie tecnologiche; bambini con una tazza di caffè, un Mokaccino, un Cappuccino, un qualcosa di simile e dal nome esotico già alla bocca, a dispetto di una tenerissima età; perfino anziani che, seppur lentamente, non si soffermavano più di tanto a rimirare le acque torbide del Tamigi. Tutti correvano, tutti avevano impazienza. Per cosa, per chi, perché, non era dato sapere per davvero. Tra i vari passanti senza occhi per guardare la città al risveglio, due Streghe si erano appena incontrate. Leah aveva riconosciuto Elizabeth per ovvi motivi e lo stesso sarebbe stato per quest'ultima, viceversa, nel più classico dei casi. Lavorare insieme, anche se da breve tempo, equivaleva a tessere una relazione di convivenza in modo quasi completo. Prima ancora che gli scambi di convenevoli potessero dirsi completi, tuttavia, qualcosa di inusuale prese vita alle spalle della coppia di incantevoli commesse. Dalla cima più in alto della ruota panoramica di Londra, qualcosa era partito verso il cielo, come se lanciato a velocità pazzesca: un fuoco d'artificio solitario? Poteva essere quella la risposta? Suoni crescenti, come di gioia, di allegria, quasi di emozione allo stato puro, al pari di una festa appena cominciata, riempirono i dintorni e giunsero all'attenzione di Elizabeth e Leah come attuti, ma pur sempre tangibili. Nessun altro nei paraggi parve esserne sorpreso e tutti continuarono a camminare per la loro strada. Ma mettendo a fuoco nel lembo di cielo al di sopra della London Eye, tre figure scure parvero unirsi in volo. Forse la distanza giocava un brutto scherzo, forse era davvero così, perché quelle tre forme davano l'impressione di essere vere e proprie scope volanti cavalcate da esseri umani. Nel pieno centro della Londra Babbana, poteva mai esserci qualcosa di simile? Per le Streghe non restava che indagare da vicino, la ruota panoramica era poco distante dal punto in cui erano capitate e anche se nessuno le aveva raggiunte, forse per dimenticanza di dettagli di un vero e proprio appuntamento da parte del signor Morgan, il mistero già diveniva concreto.


Molto bene, si inizia allora!
La situazione è di sicuro stravagante: in cielo vedete tre figure apparentemente umane su tre manici di scopa; nessuno sembra accorgersene, ad eccezione di voi due, ma ovunque si sentono grida e suoni di festa. Potete avvicinarvi alla ruota per indagare, considerate che ci siano molti Babbani tra di voi. Per favorire una maggiore rapidità, inserirò delle scadenze per postare, ma sentitevi libere di scrivermi per mp per avere una proroga, senza problema. Prossima scadenza: 3 Marzo a mezzanotte.
 
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view post Posted on 1/3/2018, 20:18
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LondonEye

Elizabeth si voltò in direzione della voce che l'aveva appena chiamata e incrociò gli occhi dolci di preadolescente e il sorriso amichevole della collega.
«Leah!» la salutò a propria volta con un sorriso. «È una fortuna che tu mi abbia trovata, avrei potuto metterci ore. Hai idea-»
L'intenzione era di chiedere se Leah avesse una qualche conoscenza della fisionomia del signor Hotter, ma tale preoccupazione, per quanto giustificata, passò in secondo piano, superata in rilevanza dal particolare fenomeno in atto.
La mano di Elizabeth corse istintivamente alla bacchetta e fu fermata dal buon senso giusto un attimo prima di estrarla. Gli occhi misero a fuoco quello strano oggetto volante, che, per quanto assurdo, la ragione poté classificare solo come tre manici di scopa, cavalcati da altrettanti maghi imprudenti, che procedevano affiancati dopo essere inspiegabilmente sbucati dalla cabina più alta del London Eye.
La strega credette, inizialmente, che il coro di voci festose giungesse dalla folla circostante, divertita da ciò che il babbano medio poteva facilmente scambiare per una trovata turistica, ma le bastarono pochi istanti di osservazione per realizzare che nessuno si era mosso o aveva cambiato atteggiamento, così come nessuno dava l'impressione di aver notato i suoni che permeavano l'ambiente né tantomeno i tre tizi che svolazzavano sopra una delle attrazioni più famose del Regno Unito.
Con un'occhiata a Leah, si domandò se fosse una Purosangue: aveva appurato, negli anni, che i maghi poco avvezzi a trattare con i babbani peccavano di una certa ignoranza su cosa fosse possibile mostrare e cosa, invece, fosse opportuno nascondere. Le sembrava una ragazzina sveglia, ma almeno per il momento era meglio sorvegliarne le reazioni.
Cominciò a farsi largo nella calca: «Diamo un'occhiata più da vicino.» propose.
Una volta giunta ai piedi della gigantesca ruota, avrebbe osservato le persone nelle immediate vicinanze, con particolare attenzione a impiegati e operai al lavoro e ai visitatori già all'interno delle cabine, in cerca di una qualsiasi stranezza che le desse qualche indizio in più su cosa diamine stava succedendo.


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Leah‚
view post Posted on 5/3/2018, 09:49




Lo strano avvenimento aveva attirato l'attenzione di Leah tanto quanto era stato per la sua collega. Tre figurette nere contro il celeste acceso del cielo... e nessuno che se ne rendeva conto?! Leah si guardò in fretta in giro, rendendosi conto che i Babbani attorno a loro erano troppo abituati ad avere gli occhi bassi per notare cosa stava succedendo in cielo.
Elizabeth propose di dare un'occhiata più da vicino e Leah annuì:

"Sì, credo che sia una buona idea. Anche perchè ammetto che non so molto su questo nostro misterioso appuntamento... non vorrei che quelli - disse alzando un indice al cielo con discrezione - facciano parte del motivo per cui siamo qui."
Seguì Elizabeth verso la ruota panoramica, ma i suoi occhi si continuavano a staccare per tenere d'occhio le tre figure nere che svolazzavano nel cielo.
"Ma se salissimo sulla ruota? Potremmo guardare più da vicino senza... ehm, senza attirare l'attenzione. Propose.
Si frugò nelle tasche della giacca e poi nella piccola borsa che portava a tracolla, tirando fuori una manciata di soldi babbani, più che altro monetine.

"Non so se possono bastare per salire, in effetti..." Aggiunse poi con rammarico.
Certo, se chi stava volando nel cielo di Londra fosse rimasto in zona, la cima della London Eye era il posto migliore per guardarsi intorno senza essere notati. Anche se, a giudicare dalla reazione dei Babbani intorno a lei, avrebbe potuto girare per Londra portando a spasso uno Schiopodo Sparacoda e nessuno se ne sarebbe reso conto. La mancanza di interesse dei Babbani per qualunque cosa era la loro caratteristica che la scioccava sempre maggiormente.
Decise di seguire Elizabeth nella sua indagine silenziosa, sperando di cogliere qualche dettaglio che potesse aiutarla a decidere la mossa successiva.



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O.T.: Vi chiedo scusa, avevo letto 5 marzo... Ho pensato di postare lo stesso. Se non dovesse valere questo post dimenticalo pure, master. Sorry.
 
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view post Posted on 13/3/2018, 12:12
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Il Fato

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L'incontro fra le due Streghe poté dirsi effettivamente facile; incerte su quale compito potesse essere stato loro assegnato - d'altronde il signor Morgan non vantava una fervida memoria, quello era assodato -, finalmente si erano ritrovate a dispetto del traffico mattutino e frenetico della Capitale. Passanti di ogni nazionalità continuavano a camminare in maniera spedita: chi in avanti, chi verso la direzione opposta, qualcuno a destra e qualcun altro a sinistra, imboccando vicoli, stradine, perfino ponti levatoi fermi per quella corsa senza logica, senza motivo, senza valore. Poteva il lavoro essere così importante per tutti loro? O si trattava di nuovi impegni, di incontri che non avrebbero potuto rimandare, di appuntamenti che non avrebbero voluto annullare per davvero? La coppia di affascinanti donne, dal potenziale magico indiscusso, era forse poi così diversa da tutti gli altri nei dintorni? Non avevano affrettato il passo a loro volta per dirigersi alle pendici della ruota panoramica londinese? Ed infatti, vinte da un certo grado di sorpresa non indifferente, sia Leah sia Elizabeth non trovarono ostacoli di sorta a frapporsi alla loro breve meta. Quando la London Eye si espresse in tutta la sua geometrica ed architettonica magnificenza, dall'alto delle cabine, ancor più sopra, le Streghe avrebbero potuto scorgere ciò che da lontano, ironia della sorte, poteva dare l'impressione di essere uno slancio artistico, qualche aquilone in forma umana, qualsiasi cosa che potesse giustificare una solida presenza nel Mondo Babbano. Eppure non c'erano dubbi, darvi adito avrebbe significato soltanto mentire a se stessi, perché tra i cieli trapunti di azzurro e nuovi sprazzi di candide nuvole, simili a batuffoli di cotone, si notavano prima due, poi tre, infine cinque figure a cavallo di veri e propri manici di scopa. Un suono forte, identico a quello udito pochi attimi prima, si propagò dal nulla, senza un'origine apparente: era come il suono di un fuoco d'artificio, seguito da quello più basso e ritmico di un tamburo battente. Cosa stava succedendo, chi stava suonando? E ancor più, perché nessun Babbano sembrava essersi accorto di nulla?

Un uomo panciuto, gli occhi socchiusi per contrastare il sole caldo di quel giorno, le mani poste sullo stomaco come a trattenere la pancia in eccesso, si diresse a passo lento verso le due Streghe a poca distanza dall'ingresso della Ruota Panoramica. Si schiarì la gola con un colpetto rauco, attirando l'attenzione delle donne e poi, senza girarci attorno, pose loro una semplice domanda.
«Oggi la Regina ha comprato un cannone da Chudley per diecimila sterline, lo sapete?» fu tutto che disse, senza aggiungere altro se non un cipiglio incuriosito, quasi a sondare la reazione delle due interlocutrici appena avvicinate. Nell'aria un altro suono di tamburo battente, invisibile in tutto e per tutto se non per ascolto. E infine quella domanda così stravagante, forse era un uomo di passaggio, così solo da voler attaccare bottone con chiunque si trovasse nei paraggi? Osservò Elizabeth con intensità, come ad attendere una qualsiasi risposta. Nel frattempo, il pianto di un bambino risuonò alle spalle di Leah: forte, così forte da infastidire il cuore, fin quando la voce di una donna - la mamma, senza dubbio, per come stringeva la mano del piccolo - gridò al figlio un rimprovero molto severo. «Alex, non ci sono mostri in cielo né festa di paese. Smettila con questi scherzetti fantasiosi e sbrigati!»

Ma il bimbo pianse ancora.
Il bimbo vedeva.
E se da un lato l'uomo attendeva una risposta, dall'altro quel piccolo continuava a piangere. Come agire, come dividersi, come procedere? Collaborazione, quella la risposta vincente ancora una volta.

Nessun problema, da oggi anche da parte mia meno attesa.
Prossima scadenza: 19 Marzo a mezzanotte. Come sempre, per proroghe o domande resto a vostra disposizione per mp.
 
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view post Posted on 15/3/2018, 16:17
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LondonEye

Dal denaro esposto sul palmo di Leah, lo sguardo di Elizabeth si spostò sul cartello dei prezzi. La strega inarcò le sopracciglia. «Ho qualcosa anch'io» disse, quasi sovrappensiero, in risposta a quella che era effettivamente un'ottima idea «ma dubito che arriveremo a cinquanta sterline.» Tornò a voltarsi verso Leah. «Però è presto, non c'è ancora molta gente alla biglietteria: magari, se siamo fortunate, potremmo riuscire a Confondere l'addetto senza farci notare.» Era, più che una soluzione, un castello di espressioni ipotetiche: Elizabeth se ne rendeva perfettamente conto, ma per il momento non aveva da offrire di meglio. «E comunque dev'esserci qualche incantesimo antibabbano attivo, non è possibile che non si accorgano di nulla.»
Alzò lo sguardo al cielo: «Oh, Merlino, ora sono cin-»
Un deciso e palesemente deliberato colpo di tosse la interruppe. Fece appena in tempo a voltarsi e inquadrare il tizio panciuto che fissava lei e Leah, prima che questi ponesse la propria assurda domanda.
Trascorse qualche istante. Elizabeth si rese conto di avere la bocca semiaperta. La richiuse, aggrottò le sopracciglia. «Intende-»
Poteva dirlo? A uno sconosciuto che sembrava non essere neppure un mago? Non esisteva un'arma babbana con quel nome, ne era certa, perciò poteva significare solo... Beh, dopotutto un babbano non avrebbe capito: senza porsi troppi problemi, avrebbe pensato che fosse pazza, o che lo stesse prendendo in giro. Nulla che non le fosse già capitato.
«Intende i Cannoni di Chudley?» Decise di essere ancora più chiara, al limite avrebbe finto si trattasse di qualche sport babbano semisconosciuto. «La squadra?» Ma cosa c'entrava la Regina? E le sterline?
Non riusciva a concentrarsi, con quel pianto alle loro spalle. Non riuscì a impedire che una smorfia di fastidio e disagio le affiorasse al volto nell'udirlo farsi ancora più acuto, ma a turbarla davvero fu ciò che sentì dopo.
Quella frase. Quel rimprovero. Il bambino vedeva: forse un futuro mago, ancora troppo giovane per conoscere il proprio destino? Comunque stessero le cose, Elizabeth sapeva bene come quel bambino si sentisse. Era come vedere dall'esterno un proprio ricordo. E faceva male. Attendendo ancora una risposta da parte dell'uomo, lanciò un'occhiata da sopra la spalla verso la fonte di quel pianto. Forse voleva solo vedere meglio quello scorcio del proprio passato. Forse sperava di incrociare lo sguardo del piccolo, di poterlo in qualche modo rassicurare. Non lo sapeva nemmeno lei: semplicemente, voltò il capo, assecondando un istinto emerso dal profondo.


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Leah‚
view post Posted on 18/3/2018, 21:32




Cinquanta sterline? Leah non era neanche sicura di come esattamente si contassero i soldi Babbani, solitamente lei dava una banconota alla biglietteria e prendeva il resto senza porsi particolari domande. Non aveva idea di quanti soldi aveva in tasca. Chiuse la mano con rassegnazione e represse un sospiro: preferiva di gran lunga il mondo magico a quello Babbano e faticava ad abituarsi a stare con un piede in tutti e due. Forse era anche per quello che non aveva idea del da farsi, lì sotto la London Eye, in mezzo a Babbani, con qualcosa di magico sopra la testa.
In quel momento un signore panciuto si avvicinò, rvolgendosi a loro con una affermazione strana a proposito di regine e "cannoni da Chudley".
Esattamente di cosa si trattava? Era quello che pensava? Quello che... sembrava?

"Effettivamente non può essere una coincidenza. Io ed Elizabeth lavoriamo nel negozio di articoli per il Quidditch, in cielo ci sono cinque esserini a cavallo di una scopa e un signore ci parla di Cannoni da Chudley".
In quell'esatto istante, proprio mentre Elizabeth decideva di parlare con lo sconosciuto, il pianto di un bimbetto attirò l'attenzione di Leah. La ragazza si voltò e notò un bambino in lacrime, strattonato dalla mamma che gli intimava di smetterla di inventare panzane.

Con il rischio di perdersi la risposta alla domanda della collega - dopotutto Elizabeth l'avrebbe compresa, avevano bisogno di tutte le informazioni che potevano recuperare - Leah non perse tempo e decise di agire. In pochi passi frettolosi colmò la distanza che la divideva dal percorso della mamma del piccolo Alex e si fermò proprio sul suo cammino, accertandosi di essersi bloccata a una distanza troppo breve da lei perchè una donna così affannata potesse accorgersi di lei in tempo per deviare dal suo cammino. Si era fermata lì, consapevole che ci sarebbe stato uno scontro ma indifferente a questo, perchè stava con il naso all'insù, puntato verso il cielo. Aveva notato che quando qualcuno guardava qualcosa in modo spiccato, chi lo guardava tendeva a guardare nello stesso punto. Si azzardò anche a dipingersi una espressione di stupore sul viso, un po' troppo esagerata per essere spontanea, ma sperava abbastanza chiara da poter essere compresa da un bambino. Se anche quel bimbo vedeva ciò che vedeva lei, probabilmente l'avrebbe fatto notare alla mamma... e magari così avrebbe avuto un pretesto per scambiarci due parole senza sembrare una persona sospetta. E anche se non fosse stato così sperava che lo scontro sarebbe stato un pretesto sufficiente da poter iniziare una conversazione.



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view post Posted on 22/3/2018, 12:28
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Da vicino, l'uomo in sovrappeso sembrava avere un gabbiano spiaccicato sulla fronte: sopracciglia così folte e scure, che non appena si inarcarono all'unisono quasi si persero nei radi capelli della stessa castana sfumatura. L'espressione era palesemente sorpresa, non troppo minacciosa ma neanche tanto cordiale: sondava il terreno, in attesa di una risposta utile e sicura; non avrebbe ammesso eccezioni di alcun genere, il compito da guardiano cui era stato chiamato era stato fin dal principio piuttosto nitido. E di nitido o meno che si potesse parlare, il cielo ne era un altro emblema: limpido nel suo azzurro sempre più luminoso, con un batuffolo di bianco a dare prova di una nuvola solitaria, perduta dal gregge della sua volta; le cinque figure scure e dai contorni ormai riconoscibili come quelli di forme umane a cavallo di manici di scopa, continuavano a volteggiare come libellule di grandi dimensioni. Impossibile non vederli, facile da riconoscerli per Maghi e Streghe.
«Intende bene.»
La breve risposta dell'uomo attirò nuovamente l'attenzione di Elizabeth, incuriosita a sua volta dal pianto del bambino alle sue spalle; senza che potessero aggiungere altro - né lei né il panciuto di fronte - quest'ultimo interruppe la conversazione appena abbozzata, recuperando dal panciotto un paio di ticket lunghi e colorati d'oro. Li porse alla donna e mormorò un'ultima cosa: «Recatevi al botteghino, superate la linea di confine e buona visione. Sono venticinque Galeoni a testa, per lei e sua sorella.» La voce profonda, spiccia, veloce. Aveva parlato tuttavia con un tono basso, così da farsi sentire soltanto dalla Strega di fronte; anche se giunto a conclusioni affrettate - d'altronde, Leah poteva essere esclusivamente la sorella di Elizabeth? Aveva stampato in fronte quel grado di parentela? Perlomeno l'uomo non aveva detto "sua figlia" - il Mago era stato comunque diretto. Prima che quel pagamento inaspettato potesse dirsi concreto (il signor Morgan avrebbe dovuto spiegarsi meglio), un secondo uomo giunse trafelato, poiché di corsa, alla presenza di quel gruppetto variopinto.
dfitdGF
Vestiva da sportivo ed era - senza troppi giri di parole - sexy: un paio di pantaloni aderenti e neri, a mettere in risalto i muscoli delle gambe; scarpe color tronco ai piedi, alte e da ginnastica, infine una felpa arancione particolarmente larga, con al centro uno stemma inconfondibile; i capelli ricci e castani, gli occhi verdi e un naso sottile completavano la figura del bel ragazzo. Sorrise quando fu capace di prendere fiato e parlare, rivolgendosi al Mago panciuto appena raggiunto. «Non-non pagano, Lizan. Morgan ha già provveduto, sono qui per tu-sai-cosa.» Spostò lo sguardo infine sulla donna e sorrise ancora, forse anche con più trasporto: allungò una mano per presentarsi. «Carole Ashton, giusto? Il signor Morgan è un mio caro vecchio amico, ci ha comunicato il vostro arrivo. Suo e di... Miss Abbott, giusto?»
Indicò la custodia alle spalle della Strega, incuriosito. «Posso essermi sbagliato, ma attendevamo Carole Ashton e Leah Abbott a quest'ora in questo punto. E direi di aver centrato, vero?»
Più o meno.

«Mamma, no, ti prego, ti preego!»
Il pianto del bambino si fece più intenso, mentre le lacrime scivolavano via, come ignare passeggere di quel momento, sulle gote paffute del piccoletto. Strattonò il braccio della madre e quando fu consapevole di non poter sfuggire alla stretta, si lasciò andare con tutte le sue forze a terra, come un sacco di patate; il genitore parve finalmente tranquillizzarsi e abbandonò la presa, fin quando il bimbo incontrò la figura di Leah. Ne seguì lo sguardo con attenzione, fin quando il pianto si interruppe perché sostituito dall'emozione. Indicò la ragazza e scattò in piedi verso di lei. «Li vedi anche tu? Li vedi anche tu, li vedi anche tu!» Si aggrappò alle gambe della studentessa, felice e dallo sguardo nuovamente luminoso. E fu allora che la voce della madre giunse con nervosismo all'attenzione di Leah. «Cosa diamine sta facendo?»

Ricordate una cosa: il signor Morgan è un po'... smemorato.
Prossima scadenza: 27 Marzo a mezzanotte.
 
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view post Posted on 24/3/2018, 12:46
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Se l'enigmatica frase sui Cannons l'aveva stupita, vedersi cacciare in mano due lunghi biglietti dorati la spiazzò del tutto. Non sapeva nemmeno quale domanda porre per prima: quale linea di confine? Buona visione di che cosa? Come aveva fatto a riconoscerle quali streghe? Cosa accidenti stavano facendo quei tizi lassù? E, ultima ma non meno importante, il denaro che aveva portato con sé raggiungeva la cifra di venticinque galeoni? L'unica cosa di cui Elizabeth potesse dirsi certa era che chiarire la propria parentela con Leah non rientrava neanche lontanamente tra le priorità del momento. Lasciò quindi correre l'errata supposizione dell'uomo e cominciò invece a rovistarsi nelle tasche.
La transizione fu interrotta ancora prima di iniziare dall'arrivo inatteso di un ragazzo in abbigliamento sportivo. Sembrava sul punto di dire qualcosa, ma vinto dall'affanno della corsa si limitò a domandare pazienza con un cenno della mano. Scosse la testa, evidenziando involontariamente i riflessi che il sole accendeva sui ricci castani, e si piegò su se stesso, la schiena incurvata e le mani appoggiate sulle ginocchia per riprendere fiato. In quella posa, la larghezza della felpa non riusciva a mascherare le spalle larghe e i bicipiti definiti ma non gonfi. Elizabeth inarcò il sopracciglio destro. Cos'era, un modo per testare la sua capacità di gestire le distrazioni sul lavoro?
Il ragazzo si raddrizzò e si rivolse dapprima all'uomo, spiegandogli la situazione. O meglio, uscendosene con una frase vaga che presumibilmente doveva, nelle sue intenzioni, spiegare la situazione. Il sopracciglio sinistro di Elizabeth raggiunse la posizione del gemello e le pupille rotearono verso i quadranti superiori degli occhi. Tu-sai-cosa. Qualcuno si sarebbe deciso a spiegare qualcosa anche a loro, prima o poi?
La strega si riscosse quando il nuovo arrivato si rivolse a lei e sorrise divertita a sentirsi appioppare per l'ennesima volta quel nome che, a essere sincera, avrebbe associato a una prozia un po' svitata più che a se stessa. Incrociò gli occhi verdi del ragazzo e tese la mano destra: «
Elizabeth Ashton, in realtà. E Leah Elliot, sì.» Si rivolse per un momento al tizio che aveva appena scoperto chiamarsi Lizan: «In effetti, non siamo sorelle.» specificò. Riportò la propria attenzione sull'interlocutore più giovane: «Quanto all'appuntamento, diciamo che siete arrivati in tempo e tanto basta.» Sorrise di nuovo, un sorriso cortese per chiarire che non se l'era presa per quel ritardo non voluto, prima di concludere: «Lei invece è...?»
Una volta esaurite le presentazioni, avrebbe rinunciato a fingere di capire cosa stesse succedendo e avrebbe optato per una domanda diretta: «Questi biglietti servono per accedere a
cosa, esattamente? E mi sa per caso spiegare anche perché quei cinque» indicò discretamente, con un cenno del capo, i soggetti in questione «svolazzano sopra un centro turistico babbano?»


SCHEDA (x) Elizabeth Mary Ashton
PS: 169 PC: 115 PM: 115 PE: 24,5

 
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Leah‚
view post Posted on 4/4/2018, 18:19




Leah ci aveva visto giusto: quel bambino "vedeva", e la sua finta distrazione aveva colpito nel segno. Alex si aggrappò alle sue ginocchia con gli occhi pieni di speranza e Leah non potè esimersi dal sorridergli. Gli posò una mano sulla testa e poi lo allontanò con gentilezza.
«Certo che li vedo anche io. Solo che non sono certa che lei -
disse sottovoce, accennando con il capo alla madre - li possa vedere come noi.»
Il bambino era sufficientemente piccolo da poterle credere? Leah sperava di sì. Sperava che non fosse ancora arrivato a quell'età in cui i bambini Babbani smettevano di credere a qualunque cosa non si vedesse, contasse o comprasse.
Con il migliore dei suoi sorrisi educati, Leah si rivolse alla madre, facendo un passo indietro in modo da farle capire che non sarebbe stata una minaccia per il suo pargolo.

«Guardo il cielo, signora. È particolarmente azzurro, stamattina. Così azzurro che fa venire voglia di volare, non trova?»

Scoccò un sorriso complice al bambino e poi tornò a parlare con la donna, sfoggiando il tono adulto e rassicurante che riservava alle conversazioni con gli adulti. Specialmente quelli in cui doveva renderli accondiscendenti alle sue follie.

«A volte fa bene avere la testa tra le nuvole e il naso in aria... soprattutto quando la giornata è così bella. Forse suo figlio vuole solo dirle questo.»

Si accovacciò - anche se in effetti non aveva tutta questa differenza di statura con il bambino - e gli sorrise.

«Non è vero? Volevi dire alla mamma che ti piacerebbe essere in cielo, a sfrecciare nell'azzurro? Sai, è possibile farlo. Non smettere di crederci.»
Leah sperò che il suo discorso fosse stato sufficientemente ambiguo da essere interpretato bene dal bambino e archiviato come innocuo dalla madre. Avrebbe atteso la sua reazione, dopodichè sarebbe tornata da Elizabeth. Non era un sogno nè la sua immaginazione: in cielo c'erano davvero delle figurette a cavalcioni di una scopa. E il fatto che fossero in piena vista Babbana non era un bene: doveva condividerlo con la collega, di sicuro non era un caso.
Si accorse solo in quel momento, guardandola con la coda dell'occhio, dell'arrivo di un giovanotto con la felpa arancione. Elizabeth stava parlando con lui e Leah pensò che sarebbe stato interessante avvicinarsi per sentire cosa si stavano dicendo: non appena avesse salutato la mamma e il bambino sarebbe tornata da loro.



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view post Posted on 19/5/2018, 18:07
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Il Fato

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Seguì una serie di sguardi di intesa, alcuni indiscreti, altri più cordiali, prima che entrambi gli uomini si mostrassero d'accordo in modo definitivo; il più grassoccio nonché il più anziano scosse il capo, lasciando la parola all'altro collega; si impegnò ad estrarre dalla tasca del panciotto due grandi biglietti color arancio acceso e li affidò alla Strega vicina, senza sorridere, senza un accenno di saluto; girò sui tacchi e si allontanò, come mai essere apparso quella mattina così soleggiata. Il Mago rimasto abbozzò un'espressione tra divertimento e scusa, allungando una mano verso l'altra e attendendo con gentilezza che la stretta sancisse quella conoscenza. «Bartold Cooper, sarò la il cronista della partita di oggi.» La maglietta della stessa sfumatura arancione dei ticket si piegò maggiormente quando i muscoli delle braccia e del torace guizzarono al di sotto; ma per quanto l'uomo vantasse un discreto fascino, nulla era in confronto al misterioso cenno bizzarro che rapido comparve sul suo volto. Scosse il capo, arricciando le labbra, pregando tacitamente di aver preso un granchio. Non poteva essere vero: aveva conosciuto il signor Morgan tre anni prima e nonostante il Mago fosse piuttosto anziano già a quel tempo, non aveva dato segni di follia, soprattutto non aveva mai fatto promesse vuote. Se la Strega che era appena arrivata non sembrava aver chiara la motivazione della sua presenza in quella zona trafficata di Londra, quel giorno, allora Bartold ne avrebbe viste delle belle. E in senso propriamente negativo. «La prego, Elizabeth, mi dica che stia scherzando.» Un cenno del capo, un impercettibile movimento privo di valore, la testa che si inclinava leggermente sulla sinistra, come se pronta a cascare definitivamente dal collo. Il fiato trattenuto, il cuore a mille nei suoi continui ed incessanti battiti, il cronista si lasciò andare infine ad un sospiro: niente da fare, la malcelata memoria poco funzionante del signor Morgan colpiva ancora a segno con tutte le conseguenze del caso. Bartold indicò alle sue spalle, senza voltarsi, l'indice che già puntava al cielo azzurro di quella domenica mattina: in alto, ancor di più di un attimo prima, nuove figure si aggiungevano a quelle già presenti, tutte in sella a manici di scopa. Da lontano erano macchie indistinte, scure, ombre tuttavia dalle fattezze umane: e ognuno degli interlocutori - Elizabeth, Bartold e la giovane Leah ancora alle prese con il bambino incuriosito - avrebbe potuto fare due più due e comprendere che qualcuno, ormai, fosse in volo. Bartold prese subito parola per rispondere all'ultima misteriosa domanda dell'altra, cercando in breve di chiarire ciò che il signor Morgan, in effetti, avrebbe dovuto fare in principio. «Oggi c'è un derby, una partita amichevole tra le Micce di Chudley - lunga storia, così hanno scelto di chiamarsi in onore dei Cannoni di Chudley - e i Folletti Cornorossi. Sono due squadre sconosciute, piccole e di paese, l'una di Londra e l'altra della Cornovaglia. Abbiamo chiesto al signor Morgan un aiuto e ci aveva avvisati di due Streghe perfette per il compito.» Incrociò lo sguardo di Elizabeth, preoccupato da un'eventuale reazione nervosa. Dopotutto, c'era davvero da perdere la testa in quel momento. «Ciò che non sa, a quanto pare, è che lei e la sua amica siete qui come arbitri della partita.»

Il bambino osservò Leah con malcelata curiosità. Non era ancora convinto di aver sentito bene e senza troppi preamboli, si spinse avanti di pochi e rapidi bassi, stringendo al volo la mano libera della ragazza che gli aveva finalmente dato attenzione. Seguì il suo sguardo verso il cielo e osservò quelle figure lontane, eppure così tangibili, le stesse che sfortunatamente sua madre non riusciva a scorgere in nessun modo. La sola consapevolezza di non sognare, di non essere scambiato per un folle anche da un'altra persona, convinse il piccolo a non darsi per vinto. Strinse maggiormente le dita dell'altra e le sorrise a trentadue denti, felice per davvero per la prima volta. Annuì, mentre la donna alle sue spalle lo portava lontano, mormorando in risposta alla Tassorosso qualcosa che suonava più o meno come "giovani di oggi" e "testa tra le nuvole". Quanto era vero. Ma prima che potesse seguire o intervenire ancora, un fischio potente, forte, rumoroso, in lontananza attirò l'attenzione di tutti i Maghi e le Streghe lì presenti. Bartold chiamò il nome di Leah, ricordandosi dell'identità corretta da Elizabeth pochi attimi prima. «Miss Elliott, dobbiamo andare. La partita sta per cominciare.» E così dicendo, dopo un'ultima occhiata speranzosa nei confronti della donna più adulta - non poteva essere lasciato in difficoltà, non quel giorno né con così breve annuncio -, si diresse tra la folla, fin quando un'enorme invisibile bolla lo avvolse come una protezione magica d'ampia realizzazione. Se Elizabeth e Leah l'avessero seguito, gettandosi a capofitto nella mischia a loro volta, superato un confine quasi intangibile, avrebbero finalmente scoperto la magia di quel luogo. Ovunque, cappelli, abiti e bandiere svolazzanti, dai colori accesi, dagli effetti stravaganti: fumo azzurro e rosso, fumo arancione e giallo, insieme in un tripudio di sfumature che rendeva tutto così speciale. Visitatori di ogni nazionalità e di ogni età, da adulti che stringevano le mani dei loro bambini per correre chissà dove, fino a Streghe che contrattavano con venditori ambulanti d'eccezione per l'ultimo Monocolo Incantato. Ma Leah non avrebbe capito, non subito, se prima Elizabeth non le avesse spiegato cosa stesse succedendo. E ancor più, mentre tra spintoni e a passo rapido si dirigevano avanti, verso l'imponente Occhio di Londra, la Ruota Panoramica, la domanda principale restava in sospeso: prendere o lasciare?


Le mie scuse. Si riparte con più rapidità: prossima scadenza, 26 Maggio.
 
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Leah‚
view post Posted on 27/5/2018, 17:49




Leah guardò il bambino e sua madre allontanarsi con un sorriso di soddisfazione dipinto sul volto. Totalmente dimentica del motivo per cui si trovava lì, dimentica di Elizabeth, del negozio, del signor Morgan o della ruota panoramica, si godeva solamente la piacevole sensazione di aver fatto una buona azione. Di aver dato speranza a qualcuno, di averlo fatto sorridere e di avergli rafforzato quella fiducia in ciò che è impossibile che è forse l'unica cosa che permette di andare avanti.
Leah fu riscossa dai suoi pensieri da una voce che la chiamò per nome.

"Miss Elliott, dobbiamo andare. La partita sta per cominciare."
Leah si voltò e la sua attenzione fu richiamata da Elizabeth e dall'avvenente giovane che le stava vicino. L'arancione acceso della sua maglietta le ricordò immediatamente i Cannoni di Chudley e quel pensiero la riscosse all'improvviso, ricordandole cosa ci faceva lì.
«Partita, ha detto?»Ripetè, per essere sicura di aver capito bene.
Figurette sulla scopa, partita... non poteva che essere una partita di Quidditch! L'ultima sfida a cui aveva assistito risaliva a più di un anno prima, prima di iniziare Hogwarts... forse addirittura prima di ricevere la sua lettera per Hogwarts! Suo padre aveva assistito al suo tifo schiamazzante e ai suoi occhi pieni di meraviglia con tanto stupore che al ritorno le aveva detto che non si aspettava tanto entusiasmo da una figlia femmina. Leah non era riuscita a descrivere a parole perchè le era piaciuto, ma l'emozione che aveva provato quel giorno si era ripetuta quando era salita per la prima volta sulla scopa con addosso la divisa di Tassorosso. L'idea di rivivere una partita da tifosa con quella sensazione sulla pelle le dava i brividi.
Colmò la distanza che la separava dal giovane: si era di nuovo dimenticata di essere lì per lavoro - perchè di lavoro si trattava, pur con tutto il mistero che circondava quella convocazione.
Dopotutto una partita di Quidditch era una partita di Quidditch!
Era perfettamente consapevole di non sapere niente di quell'uomo, di chi sarebbero state le squadre... e non era nemmeno sicura che sarebbe stata una partita di Quidditch, d'altronde era tutta una sua fantasia... Ma Leah non era nota per la sua riflessività.
Si precipitò vicino al ragazzo prima che i suoi dubbi la potessero fermare.



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O.T.: Master, faccio fatica a leggere la parte finale della riga dei tuoi post, mi scompaiono alcune lettere sulla destra. Non so se Elizabeth ha il mio stesso problema! Grazie c:
 
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view post Posted on 28/5/2018, 13:26
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Scusate, mi è arrivata solo oggi la notifica. Leggo i vostri post e dovrei riuscire a rispondere entro questa sera.
 
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view post Posted on 28/5/2018, 18:51
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LondonEye

Accettò con un sorriso le tacite scuse per il comportamento del mago più anziano e osservò incuriosita il succedersi di emozioni sul volto di Bartold Cooper. Non ebbe cuore di rispondere a voce all'esplicita domanda, preoccupata e speranzosa a un tempo, perciò si limitò a inarcare appena le sopracciglia, stringere le labbra e scuotere lentamente la testa, come a evitare il rischio che un movimento brusco turbasse ulteriormente l'interlocutore. Il mago sospirò e finalmente spiegò cosa stesse succedendo e, soprattutto, cosa c'entrassero loro.
«Per le dannate mutande di Merlino.»
La distrazione del signor Morgan non era una novità, ma per la prima volta da quando lo conosceva Elizabeth non riuscì a trattenere quell'imprecazione esasperata, seppur proferita a mezza bocca. Il nome sempre sbagliato non era un grosso problema, pazienza per le diverse versioni di orario e luogo dell'appuntamento, ma mandarle ad arbitrare una partita ufficiale, così, senza alcun preavviso, cominciava ad essere troppo.
Elizabeth inspirò a fondo e rilasciò lentamente il fiato tra le labbre dischiuse.
Il caratteraccio per strillare eventuali punizioni a giocatori poco corretti, in fondo, non le mancava, le competenze per riconoscere una manovra o un tiro validi nemmeno. Sapeva che Leah era Battitrice di Tassorosso: certamente aveva una perfetta conoscenza delle regole e l'opportuna esperienza di gioco. L'impresa non sembrava così impossibile, a maggior ragione affrontandola insieme.
«Mi perdoni, devo ammettere che non me l'aspettavo. Devo parlarne con Leah, ma spero potremo svolgere l'incarico nonostante» esitò, in cerca delle parole più adatte, «l'
effetto sorpresa».
Si concesse un secondo respiro profondo, riascoltò nella propria mente la spiegazione appena udita. «English Quidditch League*, Micce di Chudley, Londra, contro Folletti Cornorossi, Cornovaglia.» riassunse. Aveva bisogno di almeno qualche altra sommaria indicazione, ma Bertolt non le lasciò il tempo di chiedergliene: chiamò Leah e le guidò attraverso la folla.
Elizabeth incrociò lo sguardo entusiasta della collega, che aveva perso di vista fino a quel momento. Se ne rimproverò - dopotutto era così giovane! - e si ripromise di chiederle in seguito cosa avesse fatto con quel bambino che, solo allora se ne rendeva conto, si era allontanato senza più piangere. Si incamminò accanto a lei, per aggiornarla: «Il signor Morgan ha
dimenticato di dirci che siamo qui per arbitrare una partita.» Lanciò un'occhiata alla ragazzina, per verificare che la notizia non l'avesse troppo sconvolta. «Si tratta di un'amichevole di English Quidditch League, una cosa tranquilla.» proseguì subito, con l'intento di tranquillizzarla. «Una squadra londinese, le-»
La leggera resistenza della protezione magica la colse di sorpresa, interrompendola.

5OWUgBk


In un attimo, si ritrovarono nel mezzo del variopinto vociare che caratterizzava in genere gli assembramenti di maghi e circondati dal fumo rossoblu e gialloarancio delle tifoserie. L'insieme, per quanto impressionante, era notevolmente ridotto rispetto ad altri derby ben più importanti, così, dopo la breve pausa, Elizabeth riprese imperturbabile il proprio resoconto: «Le Micce di Chudley - sì, si ispirano ai Cannoni - e una cornica, i Folletti Cornorossi. Lui» accennò con il capo al ragazzo «è il cronista, nonché il nostro contatto. Stavo giusto per chiedere qualche informazione in più quando sei arrivata.» concluse, per poi rivolgersi a Bertolt. «Ehi.» lo chiamò, rinunciando a sforzarsi di usare un tono formale. «Tanto per non fare brutte figure: posizione e punteggio in classifica? Eventuali sospensioni di cui tenere conto?» chiese poi sbrigativamente.


Una volta ottenute le risposte, avrebbe riportato la propria attenzione su Leah: «Che te ne pare?» Avrebbe cercato il suo sguardo e le avrebbe rivolto un sorriso complice: «Io dico che possiamo farcela.»

SCHEDA (x) Elizabeth Mary Ashton
PS: 169 PC: 115 PM: 115 PE: 24,5



*mi sono presa la libertà di attribuire un nome a questa federazione minore, che ho immaginato interessare solo l'Inghilterra, per distinguerla dalla British and Irish Quidditch League che invece coinvolge Regno Unito e Irlanda e comprende solo le tredici squadre più importanti. Se è un problema modifico.

Leah, io leggo tutto tranquillamente :grat:
 
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29 replies since 19/1/2018, 17:24   604 views
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