| «Incendio.» La scintilla che divampò dalla punta della bacchetta magica fu così luminosa da costringere il Caposcuola Grifondoro a sbattere bruscamente le palpebre, rivestendo la vista, per un solo istante, del buio necessario al ristoro; l'energia che scorreva nelle sue vene,la furia che lo aveva attanagliato da più di due ore, unite alla sensazione di disgusto che nutriva in quel momento, tutto quello ed altro ancora fece sì che l'Incanto Elementale esplodesse come mai prima di allora. Oliver fu costretto a spingere l'intero fascicolo della Gazzetta del Profeta di quel giorno con un calcio piuttosto repentino, lasciando che tutte le pagine marchiate dal più ingrato delle piume del Mondo Magico, a suo parere, bruciassero nel camino delle Sala Comune di sua appartenenza. Ignaro di chi fosse nei paraggi, forse neanche tanto desideroso di scoprirlo, Oliver non si preoccupò minimamente del concasato seduto esattamente sulla poltrona alla destra del camino sempre acceso; Brian, d'altra parte, non profferì parola. Il Caposcuola Grifondoro non era mai nervoso, per tutti poteva essere un dato di fatto. La diplomazia che rivestiva la sua figura al pari di una seconda pelle era indiscussa, così come lo erano il tatto e la gentilezza, quelle caratteristiche spesso da molti sottovalutate, eppure per Oliver di estremo valore. Se quest'ultimo dimostrava una certa propensione alla furia, all'incapacità di tenere stranamente sotto controllo il suo stato d'animo, la risposta migliore risultava come sempre il silenzio. Aveva bisogno di tempo e i concasati, soprattutto quelli a lui più vicini, ne erano consapevoli. Con un'ultima occhiata di sdegno rivolta al giornale di cui lui stesso era collaboratore da alcuni anni, Oliver attese, in piedi e immobile nella sua postazione, che la carta divenisse cenere. Solo a quel punto, a passo felpato, al pari di un'ombra senza distinzione alcuna, si sarebbe sentito leggermente sollevato. Attaccare lui era un conto, avrebbe potuto anche convivere con le stupide e ingiustificate accuse nei suoi confronti da parte di una giornalista da quattro soldi; le sue tecniche di gioco, il suo ruolo da Cercatore, perfino il suo impegno per la Squadra di Quidditch Grifondoro, tutto quello poteva essere minato, bloccato e addirittura intaccato dalla cattiveria senza problema alcuno: ne era stato offeso più di quanto avrebbe potuto ammettere a se stesso, ovviamente, ma era abbastanza bravo da non dare prova esterna di quel sentimento; fin da bambino, infatti, Oliver er astato abituato ad accuse di vario genere, il suo istinto si era ispessito e il suo stile pacato ne era diventata corazza vera e propria. Anche quando gli altri coetanei, gli altri bambini del suo paese natio, continuavano a prenderlo in giro per via del suo aspetto sempre così curato, distinto, quasi poco realistico per la sua tenera età, Oliver sollevava il capo e accettava, andava avanti, ne faceva tesoro per reagire con diplomazia, per temprarsi nel migliore dei modi. Tuttavia, nelle sue vene scorreva anche il sangue di sua madre, l'ispanica Louise Sanchéz: l'energia, il pathos, l'emotività alle stelle, tutto quello non poteva essere accantonato a lungo tempo. E se attaccare lui era un compromesso con il quale aveva imparato a convivere, attaccare Grifondoro - i suoi Grifondoro - era tutt'altro paio di maniche. Poteva scendere a patti con ogni offesa, ma essere tacciato di poco impegno per la sua Casata gli faceva rigettare l'odio più intenso di cui neanche aveva conoscenza; lui che aveva sacrificato ogni parte integrante di se stesso, che aveva permesso al Tempo di frantumarsi per sempre, che aveva abbracciato la devastante insonnia per procedere fino alle ore dell'alba ai doveri di cui si era rivestito, lui che aveva quasi perso la vita in un incendio per salvare un suo concasato, lui... lui non avrebbe potuto accettare quell'accusa. Non avrebbe potuto accettare di essere offeso con la negligenza. E attaccare Camille Pompadour, mentore ed esempio fin dal suo primo giorno al castello di Hogwarts, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Si strinse nelle spalle, spostò lo sguardo verso Brian, seduto sul divan, lo sguardo impaurito. Cos'era successo al diplomatico Caposcuola? Si fermò ad un passo dall'amico e per la prima volta, senza sorridere, parlò con serietà estrema. «Si scende in guerra, Brian.» Sospirò. «Libera il Grifone.»
Apparve in una tempesta di foglie, spazzandole via dal punto in cui si era Materializzato; l'energia che scorreva nel suo corpo era talmente forte da compromettere la sua attenzione, ma dall'esterno, la rabbia era invisibile ai più, coperta dall'ultimo straccio di diplomazia che Oliver era riuscito ad attingere nel profondo. Declinò l'invito di Elijia di seguirlo, ringraziando suo cugino per il passaggio dall'esterno di Hogwarts fino ad Hogsmeade. Non era ancora in grado di Materializzarsi, ma senza Camille, senza il Ministro, nessun corso sarebbe partito di lì a breve e anche quell'occasione gli sarebbe stata reclusa. La Vista suggeriva qualcosa di diverso, suggeriva altro. Il ragazzo chiuse gli occhi, sentendo l'aria vibrare attorno a sé per la seconda volta, segno che Elijia fosse andato via, diretto alla Testa di Porco in cui alloggiava quella settimana. Trafficò con la borsa a tracolla che aveva portato con sé, estraendo il Mantello della Disillusione e coprendosi con una giravolta. Intangibile, nascosto dal turbine dei colori della realtà che lo circondava, Oliver raggiunse rapidamente il banchetto di suo interesse, osservandolo come una spia attenta, pronta all'assalto. Famelico, desideroso di riscatto e di vendetta, estrasse dalla borsa cinque topi finti dalla sua collezione di scherzi, poggiandoli a terra. Recuperò anche cinque bombe denudanti e le fece scorrere da un punto all'altro; un attimo dopo, si abbassò di poco per sfiorare con la punta della bacchetta magica ogni topolino, lasciando che il loro potere si attivasse. Squittendo e animandosi, come i Tiri Vispi Weasley gli avevano spiegato durante il suo acquisto, gli animaletti zampettarono verso il bancone per raggiungere la postazione adocchiata. Un po' di caos non sarebbe stato disprezzato né lo sarebbe stato il senso del ridicolo. Lanciò le bombe denudanti in alto, nascondendosi dietro una panchina per evitare che anche solo il braccio scoperto potesse essere visto da altri presenti; con un Oppugno appena sussurrato, la bacchetta spinse in volo le bombe, dirette tutte e cinque sui poveri disgraziati alle prese con la protesta. Nudi come vermi, così sarebbero apparsi. E se in qualche modo avessero evitato l'offensiva, l'arsenale di Zonko e Weasley era soltanto all'inizio nella riscossa di Oliver Brior. Anni ed anni di acquisto in quei due negozi, anni ed anni di conoscenza con i commessi dei due store avrebbero quel giorno dato il giusto frutto maturo e prezioso. La rivolta aveva preso il via ed era solo l'inizio. Ho usato il condizionale chiaramente, ma sarebbe strano se nessuna delle prime due offensive avesse reale effetto; lascio ai presenti la decisione, al momento si tratta di cinque bombe denudanti (rendono nudi i presenti) e di cinque topolini incantati (creano confusione e scompiglio) diretti tutti al bancone.
Don't touch my Camille. ♥ #Daddy&Nih #maestridivita #Zonko #Weasley #NudiComeVermicoli #TeamCamille #LiberailGrifoneInTe #Mabeccatevistispicci #instawow
Edited by Oliver Brior - 3/2/2018, 16:32
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