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| Vath Remar osservò l'orologio che aveva al polso, purtroppo, quella serata aveva dovuto far straordinario. Quel "ritardo" tuttavia agli arcigni Folletti della Gringott non avrebbe tuttavia fatto ne caldo ne freddo, avrebbero chiuso la banca dei maghi al solito orario e fino al giorno dopo niente più prelievi, depositi o qualsivoglia operazione. Il ventisettenne alzò uno sguardo al cielo, il cupo rombo di un tuono in lontananza aveva richiamato la sua attenzione, un po' di pioggia non gli sarebbe dispiaciuta. Gli avrebbe dato l'occasione di stare a casa, nel proprio salotto, Sybella accoccolata accanto a lui e i bimbi, nel loro lettino, non li avrebbero disturbati per quella serata. Si decise così ad accelerare il proprio passo per raggiungere per tempo la Banca dei Maghi. Il ticchettio ritmico della punta d'argento del proprio bastone scandiva il ritmo dei suoi passi, ma, anche aumentando il ritmo, dopo una rapida controllata al proprio orologio sospirò. Evinse che neanche se si fosse smaterializzato direttamente sulle scale in marmo bianco dell'edificio sarebbe riuscito ad eseguire l'operazione bancaria. Il suo sguardo dall'orologio scorse tutta la strada e i suoi occhi color acquamarina si posarono su una figura che gli veniva incontro: si trattava di un uomo, con indosso un mantello dal cappuccio sollevato a causa dell'imminente pioggia in arrivo, se la luce non lo ingannava i suoi capelli erano color biondo cenere. l'uomo sembrava alto quanto Vath ma a differenza sua più definito di muscolatura. La caratteristica che spiccava più nell'uomo era un mento talmente pronunciato da far provincia, d'un colpo il giovane Ministeriale si rese conto di sapere chi aveva di fronte. Un sorrisetto di chi la sa lunga comparve sul suo volto, sollevò il braccio sinistro, libero dal bastone da passeggio che si trovava nella destra, ed indicò l'uomo con l'indice. «Che mi venisse un colpo...Goodwin? Sefior Goodwin?» Nonostante avesse avuto un tono interrogativo Vath non aveva dubbi, come non riconoscere il mascellone del vecchio Sef dopo averlo visto per sette anni nel dormitorio maschile di Serpeverde?! «Sef, sono Vath!» Solo in quel momento proruppe in una risata contenuta, ritrovare il proprio amico e compagno di stanza per una fortuita coincidenza lo riempì di gioia. Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”
“ La conoscenza è potere. ” | |
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