In viaggio con Venezia nel cuore, contest a tema.Febbraio

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 27/2/2018, 13:52
Avatar

Group:
Dipendente Ministero
Posts:
126

Status:


Maschera-archi-1150-x-766Mi sono chiesta e mi chiedo tutt’ora che senso abbia questa vita. Il giorno in cui riuscirò a dare una risposta probabilmente sarà troppo tardi; la vita sarà già scivolata via dalle mie mani come granelli di sabbia che tornano al loro luogo d’origine.
Mi chiedo il perchè di certi comportamenti, miei e altrui, mi chiedo se ci sia un motivo che ci spinge a fare le scelte che facciamo, se queste siano dettate dalla ragione o dal mero istinto; mi chiedo come sarei, come saremmo tutti noi se vivessimo senza provare sensi di colpa, senza sapere cosa significa la vergogna, il rimorso. Questi sentimenti limitano l’animo umano e lo confinano in una dimensione che a tutti, anche a chi non lo ammette, va stretta.
Pur di non sentirci indeboliti dall’afflizione che deriva dal non adeguarsi alle regole dettate dal buon costume siamo costretti a mentire e la cosa più grave è che mentiamo anche a noi stessi; soprattutto a noi stessi.
Sono un’avvomago e so, per esperienza personale e professionale, che le persone pur di salvare la facciata che si sono costruite mentono, delinquono, compiono atti contro natura pur di salvare le apparenze. Indossano e indossiamo invisibili maschere per tutta la vita. Non una sola, tante quante sono le occasioni che lo richiedono e siamo così abituati a nasconderci dietro un personaggio che non sappiamo più nemmeno chi siamo.
I timidi si mostrano aggressivi, i violenti sembrano mammolette, i deboli sfoderano i muscoli e i forti incassano i colpi più duri senza reagire..
Qualche giorno fa ho avuto modo di fare un viaggio su un treno babbano; ore di viaggio per coprire una distanza modesta. Sul sedile a fianco a quello che avevo appena occupato c’era un opuscolo che un viaggiatore aveva abbandonato prima di scendere. Incuriosita, per sopperire alla noia del lungo tragitto, l’ho preso per dare un’occhiata.
Era un depliant che descriveva e pubblicizzava Venezia, la famosa città italiana celebre in tutto il mondo per la sua storia, per la sua bellezza unica nel suo genere e per il suo antico e caratteristico carnevale. Immagini di maschere stupende arricchivano l’intrigante pubblicazione. Abiti sfarzosi di un’epoca in cui ben pochi potevano permettersi tale lusso. In quel periodo il Carnevale era cosa seria; un’occasione per svincolarsi dai doveri, dai legami, dalle consuetudini quotidiane.Significava soprattutto libertà; libertà di trasgredire a tutte le regole senza il timore della punizione che ne consegue. Tutto era lecito in quel periodo e la gente lo viveva approfittando a man bassa.
La cortigiana poteva diventare l’innocente verginella, chi era sentimentalmente e ufficialmente impegnato poteva far finta di non esserlo, l’adolescente poteva giocare all’adulto e l’anziano poteva tornare indietro nel tempo e ridiventare giovane.
Gli abiti celavano le fisionomie lasciando intravvedere solo ciò che si intendeva mostrare e le maschere rendevano irriconoscibili i volti di chi le indossava per cui tutto era lecito, tutto era permesso.
Mi viene da pensare a come sarebbe se carnevale durasse tutto l’anno, come sarebbe se ogni giorno, a seconda dell’umore e dello stato d’animo, ognuno di noi potesse indossare la maschera che più gli addice ma poi, cullata dal dondolio del treno, chiudo gli occhi e penso a cosa farei io se potessi vivere quella esperienza.
Chi sarebbe Tessa se potesse mostrare tutte le maschere che conserva dentro di lei? Certi giorni sarebbe la solita Tessa che si alza al mattino e si reca al Ministero per svolgere con coscienza il suo lavoro ma altri giorni ne farebbe volentieri a meno.
Ci sono giorni in cui l’avvomago vorrebbe indossare la maschera della vendetta, giorni in cui vorrebbe rivalersi dei torti subiti delle batoste incassate. Giorni in cui avrebbe voglia di sfogare la rabbia e liberarsi della frustrazione repressa. Dentro lei, nascosta da qualche parte e tenuta a bada dall’autocontrollo, c’è una furia che smania di manifestarsi.

A volte invece l’irlandese vorrebbe fingere di essere la ragazzina che non è più, vorrebbe potersi comportare da adolescente spensierata e fiduciosa nel prossimo.
jpg
La vita mi ha insegnato ad essere diffidente verso tutti, anche verso me stessa. Ho imparato a diffidare dei miei giudizi; troppe volte ho dato il beneficio del dubbio a chi non lo meritava e ne sono rimasta delusa eppure…penso che sarebbe bello riprovare, anche solo per giorno,la bella sensazione della fiducia e della speranza per un il futuro migliore del presente.
Maschere.
Maschere che indossiamo ogni giorno e altre che vorremmo poter indossare in determinate situazioni. Carnevale è un periodo troppo breve per sfoggiare tutte le maschere che vorrei ma forse è proprio questo a renderlo così speciale.
Al termine del viaggio scendo dal treno portando con me l’opuscolo. Lo conserverò nel cassetto della mia scrivania come ricordo e come monito.
Per alcuni Carnevale dura tutta la vita e non so e non saprò mai se diffidare di queste persone o se ritenerle le più sincere e le più vere.
2carnevale_venezia_2016-1600x947
 
Top
0 replies since 27/2/2018, 13:52   35 views
  Share