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| Ayumo VanilleLa Tassorosso non si era accorta di non essersi presentata al giovane uomo, una piccola dimenticanza dovuta, probabilmente, dagli eventi che si erano susseguiti con una certa rapidità. Ascoltò nuovamente quello che l’uomo aveva da dirle, riflettendo attentamente su chi tra i tanti autori poteva aver detto una frase del genere, ma la sua ricerca si interruppe molto presto perché seppur poteva conoscere abbastanza bene la tipologia di musica che i grandi compositori avevano creato, non aveva altrettanta conoscenza per la loro biografia. Erano aspetti che non aveva mai preso in considerazione, non tanto perché non li trovasse interessanti, ma perché non aveva mai avuto un eccessivo tempo per dedicarvisi, in fondo anche lo studio del flauto traverso rimaneva, per lei, un semplice passatempo e qualcosa che aveva condiviso con Richard in passato. Aveva trovato estenuante la musica, nella sua gioventù, quello che lei aveva odiato di più era stato imparare a leggere gli spartiti, a leggere le diverse chiavi e tuttora trovava odiose le chiavi di baritono e di basso, la prima la faceva completamente andare fuori di testa e non che fosse tanto diversa dalle altre, ma era sicuramente quella in cui compiva più errori durante la lettura del pentagramma. Per sua fortuna non si era mai dedicata a strumenti che ne facessero uso, fino ad ora.
« Come ho precedentemente detto, sicuramente delle dita lunghe e sottili possono essere un valore aggiunto al pianista, prendiamo in esempio un maestro come Liszt le sue mani avevano dita lunghe, sottili e forti e possiamo notarlo anche nei passaggi delle sue composizioni. Ma non per questo motivo, altri compositori sono meno innovativi se non hanno incluso nelle loro opere passaggi di particolare difficoltà, ricordiamoci che uno dei grandi passi nell’evoluzione del pianoforte fu la presa di coscienza di poter suonare delicatamente come mostrò Chopin nei suoi studi. Non discuto che la predisposizione delle mani possa essere di grande aiuto, ma non fa di tutte le persone dei pianisti, anche perché quasi la totalità degli strumenti richiede delle dita affusolate. »
Prese un attimo di respiro e poi decise senza ulteriori indugi di presentarsi al signor Remar.
« Mi scusi per la mia dimenticanza, sono Ayumo Vanille. »
Ascoltò l’ultima domanda che il suo interlocutore aveva deciso di porle, la Tassorosso comprese sin da subito che non avrebbe risposto come il signore si sarebbe aspettato. La musica rimaneva qualcosa di talmente privato e personale a tal punto che la visione di una persona esterna non avrebbe mai riflettuto la realtà, inoltre lei che lo aveva a malapena conosciuto non poteva scavare nella profondità della sua anima per comprendere quale variante si sarebbe adatta meglio a lui. Era una risposta che non poteva fornirgli e di questo ne era certa, perché probabilmente nessuno poteva fare lo stesso con lei e lo sapeva bene, sapeva cosa si provava a suonare di fronte a qualcuno che poteva vedere che cosa si celava dentro di te, Oliver aveva avuto la possibilità di vedere che cosa la sua musica volesse trasmettere e lei dall’altro lato si era spaventata, aveva avuto paura di mostrarsi ed aveva preso alcuni spartiti fuggendo da quel negozio dove ora si stava nuovamente recando.
« Non posso risponderle e forse nessuno potrebbe, quello che vuole esprimere con la musica lo sa solo lei e solo lei può comprendere quale brano le sia più adatto. Può crederci o meno, ma secondo me non esiste musicista che non metta un proprio pezzo di anima in quello che suona, difatti molti si dedicano solamente ad un periodo o autore in particolare, secondo me proprio per questo motivo. » Studentessa Tassorroso - 17 Anni
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