Clash, Rowena

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Marcus.
view post Posted on 27/3/2018, 14:43




MarcusLancaster
Un sonoro crack interruppe la quiete che regnava sovrana, anticipando la comparsa di un ragazzino dalla chioma marrone avvolto in un costoso mantello nero. Erano da poco passate le dieci quando un vispo quanto entusiasta Marcus Lancaster calpestò il terreno del villaggio magico di Hogsmeade, con il solito passo altezzoso che mai lo abbandonava. - Tsk. - Un'occhiata di disprezzo fu lanciata al ramoscello appena spezzato posto sotto la suola della sua scarpa, come se volesse rimproverarlo per essersi messo sul suo cammino, prima di spostare nuovamente le iridi cobalto verso l'ambiente circostante. Le vacanze pasquali gli avevano regalato una piccola tregua dalle numerose lezioni, tregua che lui aveva deciso di sfruttare visitando un luogo che ancora non aveva esplorato, il villaggio magico di Hogsmeade, appunto. La giornata era ideale, il Sole aveva fatto ritorno dopo un lungo periodo di assenza ed il cielo sgombro di nuvole permetteva ai suoi raggi di irradiare ogni angolo del villaggio, facendo quasi sembrare che risplendesse di luce propria. Persino il look total black al quale era tanto affezionato sembrava risplendere di più quella mattina. Iniziò ad avanzare tra le persone presenti con le mani distese lungo i fianchi e l'andatura di chi si sente il padrone dell'universo, ritagliandosi una sua corsia preferenziale, incurante degli altri e con una palese espressione di superficialità stampata sul volto. Che rispecchiava perfettamente il suo pensiero. I numerosi negozi ed i vari esercizi commerciali facevano da contorno ad un clima festivo che in fin dei conti gli piaceva, ma che finiva sempre per sfociare nel ridicolo per via sciocchi troppo esaltati, con conseguente disgusto da parte sua. Plebei.
Aggirò con passo svelto una piccola pozzanghera avvistata giusto in tempo, residuo del clima tempestoso del giorno precedente, salvando i suoi piedi da una spiacevole fine, prima di rendersi conto che, nel compiere la manovra, il suo braccio destro aveva urtato la figura di qualcuno in un punto non ben preciso. * Ci mancava questa. Perché la gente non guarda dove cammina? * Pensò prima di proferir parola, anticipando la rotazione del busto verso la povera anima che aveva osato urtarlo. - Perché non guardi dove vai? -
Il disprezzo scandì le sue parole, spazzando via ogni possibile speranza su di un'eventuale mortificazione per la poca attenzione prestata da parte sua, palesando l'indole fuorviata da anni ed anni di vizi. Un ottimo biglietto da visita insomma.



SchedaSerpeverdeAnni 11

© Thalia | harrypotter.it

 
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view post Posted on 27/3/2018, 16:41
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Horus

Sekhmeth



Δ 18 | Δ Headboy |Δ sunny

Una splendida giornata primaverile faceva da sfondo all’inizio delle vacanze pasquali. Molti studenti di Hogwarts si dedicavano a godersi finalmente il bel tempo, accantonando i libri di scuola e passando più tempo all’aria aperta. Il campo di Quidditch vedeva un continuo viavai di giocatori in procinto di aumentare gli allenamenti e gli insegnanti rallentavano il ritmo su compiti ed interrogazioni. Con un clima così, come si poteva rimanere chiusi nel Castello? Sembrava pensarlo anche Horus che, da dietro la finestra della biblioteca, guardava con astio il giardino screziato dai raggi del sole. Sul tavolo, una pila immensa di grossi volumi di Storia della Magia che ormai da giorni accompagnavano le sue ore. Per quanto Storia fosse una materia amata, avrebbe preferito di gran lunga sbarazzarsene per poter assaggiare un po’ di libertà a lungo rimandata. Aveva resistito alla tentazione per tutta la settimana, chiudendosi in biblioteca ad ogni ora libera, evitando accuratamente le finestre per non rischiare di mandare tutto il programma di studio all’aria. E aveva anche funzionato, fino a quel momento. Preso da un fregolo difficile da ignorare, alla fine Horus aveva chiuso il libro che stava consultando (e che di tutta risposta liberò uno sbuffo di polvere). Starnutendo, aveva incantato i volumi affinché lo seguissero a mezz’aria per il tragitto e in breve li aveva abbandonati sul proprio letto, in Sala Comune. Lí, lo avrebbero aspettato sino al suo ritorno, ma nel frattempo i suoi anfibi già calpestavano la morbida erba del giardino. Non giovava alla sua concentrazione intestardirsi a studiare se tutto il suo essere ambiva un po’ d’aria fresca: questa la giustificazione con cui si dirigeva verso la sua meta, felice di quel cambio di piani. Respirando a pieni polmoni dell’ossigeno che non sapeva (finalmente!) di polvere e umidità, Horus raggiunse il cancello avvertendo una notevole impennata del proprio umore. Hogsmeade era il giusto luogo per una pausa, né troppo lontana né troppo vicina e c’era giusto un salto da fare al negozio di piume e calamai che ormai rimandava da tempo. Percorse il breve tragitto che lo separava dall’entrata della città ponderando su cosa acquistare e quanto dilapidare dei propri sudati risparmi, per premiarsi di quello studio matto e disperatissimo. Ma d’un tratto il suo incedere fu costretto ad interrompersi quando i suoi occhi inquadrarono una figura bassa e vestita di nero, non troppo distante da sé. Non bisognava essere dei Veggenti per identificare l’individuo come uno studente; uno studente forse troppo piccolo per andarsene a zonzo nel villaggio, vacanze o meno. Affrettò il passo, tendendo d’occhio la figura e prestando attenzione. Non aveva intenzione di metterlo in allarme e perciò, costeggiando la via di modo da raggiungerlo, si premurò di non dare troppo dell’occhio. Il ragazzino sembrava aver urtato qualcuno e perciò era fermo sulla strada. Bene, in ogni caso lo avrebbe presto raggiunto e allora avrebbe capito il da farsi.



❝ Look up at the stars and not down at your feet ❞


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Post di avvicinamento.
 
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view post Posted on 30/3/2018, 23:44
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LA MANGIAMORTE

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Il sole, quell’astro brillante di cui a lungo Rowena aveva narrato da dietro una scrivania, dopo giorni di piogge pesanti e fastidiose aveva finalmente fatto capolino risvegliando la natura in tutte le sue molteplici forme: le gemme iniziavano a mostrarsi meno timidamente sugli alberi, i boccioli di primule e narcisi avevano scavato oltre gli strati di foglie morte e fanghiglia colorando aiuole e angoli di strade, i maghi, dismessi le pesante mantelle invernali avevano optato per abiti più leggeri delle tenue colorazioni del pastello. La vita si stava lentamente risvegliando dal torpore invernale e Rowena con essa. Si era infatti svegliata di buon ora quel mattina, consumando una frugale colazione accompagnata da una tazza di caffè amaro e bollente, per poi gettarsi addosso una tunica verde scura, un poncho variopinto e la logora sciarpa dei verde argento decisa ad uscire da casa relativamente presto, pronta a compiere quelle commissioni che rinviava da tempo.
Così, dopo aver adempito a qualche faccenda all’ombra di Londra e del British Museum, il suo mite girovagare l’aveva infine portata ad Hogsmede dove si era da poco materializzata. Dapprima si era infilata dentro l’ufficio postale, spedendo quell’articolo per la Gazzetta che finalmente era riuscita a completare, per poi terminare infine il suo giro nel negozio di Mielandia, neanche a dirlo che l’idea di base, ovvero quella di uscire da li con un sacchetto di api frizzole e nulla più, era degenerata nel giro di un battito di ciglia e dando retta allo stomaco e a quella spassionata voglia d’affetto che cercava di riempire tra uomini e cibo, aveva ordinato un intera Magisacher piccola che probabilmente si sarebbe pappata quella notte stessa. Così, con la sua tortina insacchetta in una busta di carta colorata con tanto di fiocchetto cremisi era pronta a tornare a casa tutta contenta. Si immise quindi sulla High Street, ma non fece nemmeno in tempo a scendere quell’ultimo gradino che divideva l'entrata del negozio dalla strada che venne spinta. Si aggrappò con la sinistra al muro esterno del negozio, cercando un appiglio per non finire con il sedere per terra, mentre la sua torta, tenuta con la destra per il fiocco oscillò pericolosamente prima di spiaccicarsi contro la porta della bottega e diventare di gran lunga meno appetibile di quanto era fino a pochi attimi prima.
Sbatte le palpebre un paio di volte, ferma in quell’assurda posizione, volgendo per un lunghissimo istante lo sguardo rammaricato sulla sua torta, trattenendo a stento un sospiro abbacchiato mentre una vocina fastidiosa, giungeva al suo orecchio. Spostò gli occhi nocciola alla ricerca di quella “cosa” che aveva osato farle questo.

-Tu brutto e stupido nano!-

si sollevò, osservando il ragazzino avvolto nel suo bel mantello scuro che la guardava con fare sprezzante.

-Guarda che hai combinato!-

Avanzò con passo svelto, incurante di affondare gli stivali consumati nella pozzanghera che Marcus aveva evitato, sollevando la mano destra e facendo oscillare il pacchetto rovinato davanti al viso del giovane, per poi ritiralo con un gesto brusco e portandolo vicino alla propria figura

-La mia torta, la mia bellissima torta…

borbottò tra se e se, prima di rivolgere di nuovo verso il giovane interlocutore uno sguardo astioso e parole che sembrarono non permettere replica

-Ora vieni dentro con me e me ne compri un’altra!-
 
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2 replies since 27/3/2018, 14:43   133 views
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