Which game do you wanna play?, Privata. Per Rowena.

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view post Posted on 13/4/2018, 08:50
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Irlandese
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Lo zippo scattò e una fiammella si librò nell’aria, per poi arrivare a contatto con quel cilindrino sottile e lungo carico di tabacco al suo interno, concedendogli così un caloroso abbraccio.
Aiden Weiss rimase estasiato sin dal primo tiro, sebbene quello fosse un vizio che un giorno gli avrebbe dato seri grattacapi in fatto di salute, se non addirittura contribuito al portarlo alla tomba. Eppure, il giovane uomo non era perfetto e forse andava bene così, la perfezione era una cosa che in genere umano non avrebbe mai raggiunto per davvero.
Il getto di fumo uscì dalle due narici, facendolo sembrare più un drago che un uomo, tanto da attirare certi sguardi dai piccoli abitanti del villaggio che, tra uno scherzo e l’altro, si fermavano a fissare il fulvo, chi incuriosito dalle sue sbuffate di fumo e chi invece incuriosito dal rosso acceso dei suoi capelli. Una bambina paffuta aveva pure tentato di fargli una domanda, volendo sapere chi glieli avesse colorati in quel modo, probabilmente ignara che vi fossero simili tonalità in giro per il Paese e altrove. Aiden, dal canto suo, aveva riso di gusto e risposto con un semplice: «E’ stata la mia mamma!» Ovviamente non era del tutto vero, quella tonalità l’aveva ereditata da suo padre, sua madre invece era di una tonalità un poco più scura. Tuttavia fu normale per lui spiegarsi in quel modo alla bambina dato che stata sua madre a darlo alla luce; sarebbe stato tutto molto più facile da comprendere.
L’Auror tornò a rilassarsi sulla panchina in cui era andato a sedersi, una di quelle situate nel pieno centro del villaggio, mentre si sistemava i Rayban dalla lente scura sugli occhi e si lisciava la barba, ormai diventata più lunga rispetto ai suoi consueti standard. Anche i capelli erano diventati più lunghi e che teneva stranamente sciolti.
Mentre finiva la sigaretta, con lo sguardo notò alcuni bambini giocare con alcuni topi finti dei Tiri Vispi Weasley, il che gli riportò alla mente la raccolta firme di molti giorni prima in cui aveva assistito ad una scena simile mentre si muoveva in incognito. Non poté fare a meno di portarsi la mano alla bocca e soffocare il riso nel rivivere tale ricordo, volendo celare il proprio divertimento. Mancavano solo le Bombe Denudanti e gli asciugamani di Rhaegar e la replica sarebbe stata assicurata. Peccato però che la vittima che lo aveva fatto ridere di più, per via della sua reazione alla presenza dei topolini, non fosse lì presente, o avrebbe sicuramente deliziato i presenti, lui compreso.
Se solo il suo autocontrollo non avesse retto, probabilmente sarebbe arrossito e molto altro al ricordo della donna rimasta in intimo e che lo aveva vergognosamente fatto reagire. Deglutì a vuoto e si morse un labbro, pentendosi di aver solo ripensato a quel dettaglio, mentre si sistemava il colletto della camicia a quadri.
Il richiamo della voce della bambina che poco prima gli aveva fatto quella domanda, catturò il suo sguardo verso un secondo gruppetto di bambini che giocavano a loro volta con i topi finti. Mentre la piccoletta indicava le creaturine a terra, chiese a gran voce al rosso se poteva aiutarli a farli volare. Ridacchiando sotto ai baffi, l’Auror si avvicinò incuriosito e divertito al tempo stesso, per poi chinarsi verso il gruppetto di piccole pesti, intuendo che volessero fare qualche scherzo all’altro gruppo poco distante da loro.
Un secondo bambino spiegò ad Aiden l’esatto effetto che voleva che venisse usato sui topolini così da farli piombare addosso all’altro gruppo. Il rosso rise perché doveva semplicemente Oppugnare le creaturine. Estrasse così la bacchetta e con un flebile ma chiaro «Oppugno!» riuscì a far schizzare in aria i topolini, che planarono con grazia e disinvoltura verso gli altri bambini, mandandoli nel panico.
Aiden non poté che unirsi alle risate generali dei bambini che aveva appena aiutato, ricordandosi com’era essere felici e spensierati ad un’età simile e che lo aveva abbandonato da ormai troppo tempo. Eppure lui era sempre stato un gran giocherellone.

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Ho pensato di volerti far ridere un po' con un post iniziale un po' birbantello :secret: Vieni a giocare con il Volpone Rowe :secret: :bello:
Se uno Staffer gentilmente potesse colorare il titolo con questo bellissimo colorino #71D0FF gli regalerei un piccolo fiorellino :flower:

 
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view post Posted on 13/4/2018, 22:06
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LA MANGIAMORTE

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Il mondo magico non era esente dai cambiamenti climatici causati dai babbani e una cappa di calore si era avventata sul Regno Unito come un dissenatore su di un carcerato, il che aveva obbligato Rowena a spalancare tutte le finestre della sua abitazione in cerca di un po’ di frescura ma nulla, il suo rigirarsi sul divano era una prova lampante che non riusciva a trovare ristoro. Si trovò a sospirare, osservando una crepa sull’intonaco del soffitto per poi spostare la sua attenzione verso la magiradio dove dall'altoparlante la band delle Sorelle Stravagarie disperdeva nella stanza un ritornello orecchiabile. Sorrise appena, spostando lentamente il peso del proprio corpo di lato e piantonati i piedi sul pavimento si mise a sedere: oggi non avrebbe trovato pace, lo sapeva benissimo per questo prese mano la bacchetta appoggiata al tavolo e con un “vestis” mentale, seguito da un rapido movimento della mano armata, indossò qualcosa sull’intimo che vestiva: quel giorno optò per una tunica verde scura, lunga fino al ginocchio e a maniche lunghe fino al gomito, leggermente scollata sul davanti, un gilet marrone chiaro e i classici stivaletti di ugual colore. Sollevandosi, mosse rapidi passi verso l’ingresso sistemando la scarsella con qualche galeone in una tasca interna del gilet, allacciando in seguito alla cintura la sua fondina e riponendo in essa la propria bacchetta. Un rapido sguardo allo specchio vicino all’ingresso, colorando leggermente le labbra con un magirossetto, calzando un cappello sul capo e infine varcare la soglia d’ingresso. Si chiese dove andare e tra le diverse opzioni che le vennero in mente un bel gelato da Florian sembrava la cosa migliore, un idea che si trovò però a scartare all’istante, pensando alla coda lunghissima che si sarebbe trovata davanti, per questo optò per Hogsmede, dove vi era un negozietto che, rifornendosi da Florian stesso, offriva lo stesso prodotto ma con minor scelta. Poco male, a lei piacevano i gusti classici. Immaginandosi una porzione di piazza nella testa visualizzò la sua destinazione per poi compiere con decisione una piroetta su stessa.
Un CRACK, fragoroso quanto gli schiamazzi dei bambini che correvano in giro per il luogo palesò il suo arrivo. Sistemandosi il cappello stile panama in paglia scuro che aveva sulla testa, si avviò verso la sua destinazione, oltre la piazza, fu in quel frangente che una scena che aveva già visto una volta accadde davanti ai suoi occhi: alcuni topi finti lanciati da un ragazzo dai capelli vermigli fece scappare un gruppo di bimbetti verso tutte le direzioni, uno di loro, troppo impegnato a seminare il topo che lo inseguiva le arrivò contro, rimbalzando all’indietro e dando una sgraziata sederata sul selciato. Rowena avrebbe tranquillamente potuto afferrarlo ma non lo fece, si limitò ad osservarlo mentre si lamentava con il volto imbronciato per poi vedere quella paura del topo per un istante dimenticata riaffiorare in un rapidissimo istante. Si sollevò il bimbetto e cercò riparo dietro la figura di Rowena, attaccando le manine alla sottana dell’abito.

-Merlino…-

biascicò tra se e se Rowena, maldicendo se stessa e quella voglia di uscire di casa, ritrovandosi ad agire per potersi liberare del moccioso, così, sollevata una gamba, andò a schiacciare il topo che con uno “squeak” fermò i suoi movimenti tornando ad essere un pupazzo inanimato.

-Ecco finito…-

mostrò al marmocchio un sorriso rassicurante per poi muovere i propri passi, lasciandolo alle prese con i suoi giochi infantili. Inutile dire che gli occhi nocciola andarono a cercare l’artefice di quel contrattempo e il rosso con gli occhiali, venne letteralmente incenerito dallo sguardo di Rowena.
 
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view post Posted on 14/4/2018, 13:49
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Aiden Weiss

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L’effetto richiesto dai bambini fu ottenuto e l’altro gruppetto prese a sparpagliarsi, colto alla sprovvista da quell’improvvisa pioggia di topolini. Mentre i ragazzini accanto a lui ridevano come dei matti, Aiden dovette darsi un contegno, lo sapeva, altrimenti avrebbe attirato l’attenzione su di sé per via delle sue forti risate. Perciò si coprì la bocca con la mano libera, mentre quella armata cercò quanto meno di occultare il suo coinvolgimento in tutto quello scherzo. Un risolino divertito fuoriuscì dalle sue labbra, ma fu molto trattenuto, quasi impercettibile, specialmente per via dei denti che tentavano di tenere le labbra sigillate.
Una figura femminile si palesò lungo la sua visuale, slanciata ed elegante, la cui bellezza sembrò quasi stonare con il gesto che ella aveva appena compiuto. Il suo piede era andato ad impattarsi contro il topolino finito, sancendone la fine con un sonoro quanto fedele SQUICK, per poi cercare di rassicurare il bambino che era finito contro di lei e dietro la quale aveva cercato riparo.
Per quanto lo scherzo fosse stato divertente, l’Auror si sentì responsabile e provò un breve senso di colpa. Breve perché si sentì addosso lo sguardo della donna e il rossore dell’imbarazzo non tardò ad arrivare.
Mentre i bambini erano troppo occupati a ridere senza fine, Aiden si ritrovò inconsapevolmente a fissare la donna con stupore, mentre un dito andò ad indicare il bambino al lui più prossimo. Una volta compiuto lo scarica-barile, il rosso si sentì in dovere di porgerle delle scuse per l’inconveniente, così prese ad avvicinarsi con passo leggero e calmo.
«Mi perdoni, Miss. I bambini volevano sono giocare. Dopotutto erano solo dei miseri topolini finiti e non cose come petardi o Caccabombe. Ad ogni modo mi dispiace se hanno interrotto la sua passeggiata.» Aggiunse, infine, un piccolo sorriso rassicurante, come a voler smorzare la tensione.
Ovviamente sperò che la donna capisse che era stato solo un gioco e che non c’era nulla di male per un adulto venire coinvolto di tanto in tanto, giusto per farsi due risate.
Gli occhi blu scrutarono attentamente la figura dinanzi a lui attraverso le lenti scure. Un campanello d’allarme prese a suonare nella sua testa mentre realizzò, un secondo dopo l’altro, che ella non era altro che la stessa donna che aveva tenuto la raccolta firme proprio lì ad Hogsmeade giorni fa contro il Ministero. Sentì di dover restare in guardia con lei e di doverla tenere d’occhio, magari provare a conversare del più e del meno tanto da capire perché provasse tanta sfiducia nel Ministero.
«Spero che non se la sia presa troppo per un semplice scherzo, anche se l’occhiataccia di prima fa pensare al contrario... Le chiedo ancora scusa.»
Partì comunque con cautela, non volendo iniziare subito con il terzo grado. Doveva fare in modo da non farla insospettire, perciò avrebbe pazientato.

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Mi pare doveroso fornire un'accurata descrizione di quella che è stata la reazione di Aiden :ihih:
 
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view post Posted on 14/4/2018, 17:59
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Dopo aver fulminato il rosso avrebbe dovuto proseguire per la sua strada, arraffare il suo gelato e sedersi su di una panchina all’ombra di un olmo o passeggiare sulla High Street senza meta. Invece, non fece nulla di tutto questo: Rowena si fermò a pochi metri di distanza dall’uomo che da dietro gli occhiali scuri pareva fissarla, osservando le sue movenze leggermente perplessa mentre lui, sollevato l’avambraccio scaricò mollemente la colpa di quanto appena avvenuto al moccioso più prossimo.
Un cenno di diniego del capo, seguito da un sospiro infastidito per quel gesto infantile, prima di tornare a camminare diretta verso la propria meta. La cosa sembrava finita li, una scena bizzarra di un pomeriggio bizzarro ma ecco che una voce maschile la fece rallentare di nuovo e di nuovo, voltare il capo in direzione dell’uomo che si era fatto più vicino.

-Si si, va bene…-

lo avrebbe abbandonato li in mezzo alla strada se lui non avesse ancora continuato a ciarlare, obbligandola così a fermarsi. Un respiro capace di gonfiarle visibilmente il petto prima di parlare, come se stesse cercando la forza interiore per non avadakadrizzalo sul posto.

-Ultimamente gli scherzi mi hanno creato qualche contrattempo non proprio piacevole…-

borbottò, sollevando la destra che venne portata verso il proprio braccio sinistro, stringendo il gomito di quest’ultimo e spostando quindi il peso della sua intera figura sulla gamba destra. L’osservò a lungo, incurante di quanto la cosa potesse infastidirlo, ponderando sul da farsi, allungando lo sguardo sul negozzietto e sul banco dei gelati che non era troppo distante da loro per poi tornare sul suo interlocutore.

-Senti facciamo così, offrimi un gelato e facciamo come se non fosse successo nulla mhm?-

Si prese la libertà di dare del tu, concedendogli un sorriso affabile, uno sfarfallare di ciglia ed eccola che scendeva in campo nel suo gioco preferito.
 
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view post Posted on 20/4/2018, 15:24
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Che l’avesse fatta grossa era certo, ma anche lo sguardo della donna era stato piuttosto chiaro: se avesse potuto - pensò l’Auror - e se solo avesse voluto probabilmente lo avrebbe mandato al diavolo a suon di fatture nel suo tonico deretano!
Tuttavia la donna dai capelli scuri e lunghi, la cui bellezza era innegabile e che le rendeva giustizia, si dimostrò piuttosto benevola nei suoi confronti. Non che il rosso avesse voluto che ella lo maltrattasse, non era mai stato incline a certi giochi violenti, ma la cosa lo lasciò perplesso, anche se non lo diede a vedere.
La sorpresa venne improvvisamente palesata a seguito della frase della donna. Non si era aspettato una simile, seppur semplice, proposta così da lasciar correre l’episodio - o incidente - di prima. Sbatté più volte le palpebre dietro le lenti scure, finché non si convinse a sorriderle a sua volta, in modo cordiale. Lo sfarfallamento delle ciglia che ella gli regalò, come per convincerlo, per poco non lo mandò in brodo di giuggiole, ma si impose di rimanere composto e dignitoso, sotto un rigido autocontrollo.
Cedette alla proposta più per pura gentilezza e cortesia, che per desiderio di assecondare una tale bellezza femminile. Quella donna era Venere in carne e ossa, un tentazione per ogni uomo, ma Aiden avrebbe resistito. Doveva resistere!
«Direi che è una buona proposta, Miss. Un gelato per dimenticare.» mormorò. Poi, colto in fallo nel non essersi comportato da bravo gentleman, fece un piccolo inchino con il capo, porgendole i propri ossequi così come le allungò in seguito la mano. «Mi permetta di presentarmi. Weiss. Aiden Weiss. Al vostro servizio, Miss…?» E con ciò si aspettò di ricevere un nome in cambio, o anche solo il cognome, sebbene non avrebbe faticato di certo a scoprirlo per altre vie, considerato che Rhaegar le aveva parlato a viso aperto. Tuttavia, Aiden si mostrò completamente ignaro davanti alla donna, un perfetto sconosciuto.
«Immagino di potervi dare del tu. Perciò... fai strada, io ti seguo.»

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view post Posted on 25/4/2018, 22:38
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Weiss, quel cognome non era del tutto sconosciuto e il ricordo di un ex concasato nonché compagno di squadra riemerse rapidamente dai cassetti della memoria, ricordava anche di qualche piccolo avvicinamento pieno di malizia ma privo d’interesse, le ricordava di quella partita in cui le aveva afferrato la mazza per disarcionare un giocatore dei grifondoro e nonostante la cosa al momento l’avesse divertita, aveva poi fatto una bella ramanzina a Richard riguardo al gesto avventato e all’interruzione del proprio gioco.

-Abyss. Rowena Abyss.-

andò ad allungare anche lei la mano in direzione dell’uomo, stringendola in una presa salda ed energica, sperando di trovarsi lo stesso dall’altra parte: aveva sempre odiato quelle strette di mano viscide e fiacche, le attribuiva a persone deboli e fiacche, pressoché inutili e poco importava lo status di sangue di questi ultimi, li schifava a prescindere.

-Immagini bene…andiamo ora.-

Al momento di sciogliere la presa e le presentazioni annuí, allungando poi il passo in direzione del locale, le mani ciondolanti lungo i fianchi che accompagnavano il suo passo, il tutto in un rigoroso silenzio, dopotutto non le interessava parlare, lei voleva il suo gelato e liberarsi del rosso quanto prima. Così, se lui non avesse emesso verbo durante il tragitto si sarebbe fatta bellamente i fatti suoi e raggiunta la vetrina di gelati che dava sulla strada avrebbe aspettato diligentemente il suo turno, spostando il peso del corpo prima sul piede destro e poi sul sinistro per osservare oltre la piccola ressa che gusto scegliere anche se poi sarebbe rimasta sicuramente sul classico.
 
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view post Posted on 26/4/2018, 22:17
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La presa che la donna adottò per stringergli la mano fu decisamente energica, il che lo portò a fare altrettanto, aggiungendo un sorriso divertito d’accompagnamento. Tuttavia, quando udì il nome della donna, i lineamenti facciali di Weiss si distesero in uno sguardo neutro ed imperscrutabile. «Abyss...» ripeté più che altro a sé stesso, come per cercare il giusto imput per ricordare quel cognome così familiare.
Mentre ritraeva la mano dopo che la donna ebbe decretato che fosse più che sufficiente, Aiden si passò meccanicamente la mano sulla barba con fare pensoso. Poi qualche ricordo venne a galla, impetuoso, investendolo all’improvviso e riportandolo indietro nel tempo, durante il suo quinto anno, nel giorno della sua ultima partita di Quiddich. Grifondoro aveva giocato contro Serpeverde e l’immagine di suo fratello Richard in sella sua scopa e un ghigno maligno stampato sulla faccia era rimasta marchiata a fuoco nella sua mente. Rowena Abyss era stata compagna di Casata e di squadra di suo fratello, finalmente ricordò e ciò gli lasciò un senso di amaro in bocca.
«Rowena… Ah sì. Ora ricordo. Sono il fratello di Richard, un tuo Concasato, se non erro.»
Per lo meno ora aveva un nome.
Senza aggiungere altro, sprofondando in una spirale di pensieri e ragionamenti, l’Auror prese a seguirla lungo il viale principale con le mani nelle tasche dei jeans, il passo svelto e deciso, tanto dall’esserle quasi con il fiato sul collo.
«Toglimi una curiosità… Giochi ancora a Quiddich?» domandò una volta giunti davanti alla vetrina che interessava a Rowena. Osservò con sguardo poco interessato il gelato, volendo più che altro concedersi qualche rapida occhiata sulla Strega al suo fianco. Sebbene non fosse particolarmente invogliato dal gelato, Aiden decise che si sarebbe concesso un gusto piuttosto semplice, forse addirittura banale, ma che lui adorava alla follia, il cocco.
«Prima le donzelle.» fece con un flebile sorriso in direzione di Rowena. Non si sarebbe mai permesso di ordinare prima di lei, infangando così le buone maniere e la cavalleria.

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Rowenona Nazionale, eccoti il mio nuovo PV. Digli ciao! :ihih: (Thoros di Myr)
 
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view post Posted on 1/5/2018, 18:25
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Aveva già collegato il rosso all’ex concasato perciò si limitò a scrollare le spalle, accompagnando il tutto con un debole sorriso, ritrovandosi a dire

-Non sbagli. Richard era molto intraprendente all’epoca, mi farebbe piacere rivederlo…-

Il fratello di Aiden era una di quelle conoscenze che all’epoca non aveva particolarmente approfondito, non come Von Kraus almeno, tuttavia il tempo avrebbe potuto rivelare piacevoli sorprese.
Il suo turno per ordinare era oramai prossimo, la figura corpulenta davanti a loro stava pagando il proprio cono dando tempo ai due di scambiarsi qualche rapida battuta.

-Si ma non come vorrei. Scrivo per la gazzetta, mi occupo anche della rubrica del Quidditch oltre ad altri articoli e tu? Di cosa si occupa il nostro Aiden Weiss?-

disse avanzando di un passo verso la vetrina. Davanti a lei si apriva uno scenario che avrebbe preso per la gola chiunque, difatti oltre ai classici gusti vi erano alcuni particolari come il gelato alle api frizzole, quello alla burro birra o al whiskey incendiario. Cose che certamente le sarebbero piaciute, ma in quel momento desiderava qualcosa di semplice e comune. Un cenno di assenso verso Aiden, per poi ordinare un cono a due gusti, cioccolato e crema. Una volta stretto in mano, si scostò dando la possibilità al rosso di ordinare ricordando però, prima di dare una poderosa leccata al suo cono

-Ricordati che devi pagare anche il mio…-

voltandosi e senza attenderlo, avanzando verso una panchina all’ombra.
 
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view post Posted on 8/5/2018, 12:56
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Le parole della Abyss lo lasciarono interdetto. Richard intraprendente? Se era quello il modo in cui i Serpeverde si vedevano tra loro allora avevano un’opinione troppo alta di sé, questo secondo il modesto parere di Aiden. Inarcò un sopracciglio, non condividendo le parole della sua quasi coetanea. «Sappiamo entrambi che Richard è un coglione!» Senza troppi giri parole e senza risparmiarsi della sua dose di sincerità, l’Auror andò dritto al sodo. Richard aveva sempre nutrito per il fratello minore un’insensata quanto ingiustificata gelosia, accusandolo di avergli rubato la sua razione d’amore e affetto dei genitori, cosa assolutamente infondata. Il rosso si chiese se Rowena ne fosse a conoscenza, se Richard in un qualche modo avesse cercato la complicità e sostegno della propria Concasata confidandosi con lei.
«Comunque sia, Richard al momento si trova in Cina per un progetto della Gringott. Va’ e viene quando gli pare. Ma suppongo che farebbe piacere anche a lui rivederti.» aggiunse, con tanto di un sorrisetto divertito. Richard aveva sempre nutrito una cotta pazzesca per la Abyss e non aveva mai fatto nulla per nasconderlo, almeno con i suoi fratelli. Che Rowena poi lo sapesse o meno poco importava, la frase gli era uscita naturale.
Osservò ancora una volta i gusti dei gelati, mentre ascoltava in remoto silenzio la risposta di Rowena, i lineamenti rilassati, come se non volesse lasciar trasparire quanto già sapeva. Oh Rowena cara, se se solo sapessi... pensò tra sé. «La Gazzetta? Uhm, è un peccato che non rientri nelle mie abitudini leggerlo, ma immagino che ci siano notizie succulente. Potresti aggiornarmi, in fondo... chi meglio di una giornalista potrebbe raccontare fatti di attualità?» Che non leggesse il Profeta non era una menzogna, era vero, Aiden non lo leggeva per resistere meglio alla tentazione di fiondarsi in redazione e strozzare a mani nude il Direttore, quel Bagley. La domanda di Rowena poi non lo stupì affatto, in un certo senso si era aspettato che ricambiasse l’interesse, così scrollò le spalle. «Sono stati via per molti anni...» cominciò a dire, partendo da fatti realmente accaduti e quindi assolutamente veritieri. «Perciò sono alle prese con la ricerca di un impiego. Non che il mio curriculum sia scadente, ma… ancora non so se dedicarmi alle creature magiche come mia sorella oppure tentare una carriera da atleta.»
Infine scelse il proprio gelato: un semplice - e all’apparenza infelice - cono al cocco. Pagò per entrambi, da bravo Cavaliere, senza proferir parola in seguito alla battuta di Rowena. Dopotutto glielo avrebbe offerto ugualmente visto che il bon ton esigeva il proprio prezzo da un uomo come Weiss, forgiato e modellato secondo il livello d’istruzione che la sua famiglia aveva sempre seguito e rispettato con doveroso impegno.
Si voltò, notandola raggiungere una panchina all’ombra senza averlo nemmeno atteso. Aiden non si stupì, Rowena era rimasta una Serpeverde anche a distanza di anni. La raggiunse e si sedette accanto a lei, una gamba accavallata sull’altra, leccando con estrema calma il proprio gelato.
«Sai se la Nazionale Irlandese ha aperto dei provini? Non mi dispiacerebbe tentare...»

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-Coglione?-

lo guardò, dapprima perplessa per ridacchiare tra sé e sé scuotendo il capo in un cenno di diniego. Non aveva mai visto Richard sotto quel punto di vista, certo, in sua presenza faceva lo spaccone, cercando d’impressionarla in qualche modo come se dovesse mostrarle il proprio valore per chissà quale astrusa ragione ma Rowena, non l’avrebbe mai appellato in modo così dispregiativo.

-Come sei severo con tuo fratello…-

si chiese il perché di quell’affermazione e fece il possibile per tornare indietro nel tempo, ai corridoi della scuola cercando di ricordare le parole di Richard verso Aiden, rimembrando infine lo scellerato episodio della partita di Quidditch. Rowena, riportando quel ricordo a galla sembrò quasi illuminarsi, con il volto che assunse un espressione furbetta, osservando il suo rosso interlocutore di sbieco, ma evitando di dire qualsiasi cosa, afferrando quindi la palla al balzo per cambiare repentinamente discorso.

-Mi occupo principalmente del quidditch, ma se vuoi essere aggiornato compra la gazzetta, così il mio capo può pagarmi lo stipendio!-

disse infine per poi continuare il cerimoniale che la portò ad ordinare il proprio gelato e avanzare verso la panchina all’ombra. Lì si accomodò, sollevò leggermente la gonna della tunica per accomodarsi meglio, scoprendo una parte della coscia, accavallando le gambe una sull’altra e portando il braccio destro verso lo schienale della panchina, appoggiandoci quindi il gomito e lasciando la mano libera ciondolante. Prese a leccare il proprio cono con gusto, roteando la lingua attorno al gelato in modo da evitare che questo sciogliendosi, sgocciolasse sul proprio abito. Osservò lui avvicinarsi, e dovette ammettere a se stessa che si trovava davanti ad un ragazzo piacente e che avrebbe volentieri invitato tra le sue lenzuola, se solo avesse imparato a stare zitto. Lo trovava spocchioso e particolarmente infantile, un vero e proprio grifagna per questo il gioco con lui si poteva rivelare particolarmente divertente.
Lo vide accomodarsi e dire qualcosa riguardo alle selezioni della nazionale irlandese. Povero caro, pensò Rowena, non aveva la minima idea di come funzionasse quel mondo duro dello sport preferito dei maghi. Si prese quindi il proprio tempo, dando una poderosa leccata prima di dire qualsiasi cosa.

-Aiden, prima di pensare di poter entrare nella nazionale irlandese dovresti giocare per una squadra di lega, ma-

si fermò, per poter recuperare un po’ di gelato tra le labbra, passando poi la lingua su queste assicurandosi di spostare lo sguardo sul rosso nel farlo.

-prima di tutto sei fuori dal giro da troppo tempo, quanti anni hai? Ventisei, ventisette? Ti troveresti a competere con ragazzini che hanno più voglia di giocare di te e campioni che ti ribalterebbero dalla scopa nel giro di un battito d’ali di boccino. Inoltre, pensavo che dopo la mazzata che ti ha dato Richard avessi capito che il quidditch non fosse cosa per te…-

disse, nascondendo un sorriso beffardo dietro al proprio cono ma sostando con gli occhi nocciola sul suo volto in attesa di una reazione. Se tutto quello che aveva visto finora era giusto, probabilmente, quella frecciatina velenosa quanto il morso di una vipera, lo avrebbe turbato. O forse no, forse Aiden avrebbe mostrato quella maturità che gli sembrava mancare.
 
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view post Posted on 9/5/2018, 12:59
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Aiden Weiss

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«Può darsi...» mormorò, per poi sospirare profondamente. Leccò il proprio gelato con aria distratta, come se realmente non gliene importasse granché, in fin dei conti era Rowena la cosa più interessante al momento, ma non poteva nemmeno correre troppo o sarebbe stato beccato a studiarla. «Ma chissene frega infondo, no?» aggiunse con una scrollata di spalle. Richard era l’ultimo dei propri pensieri e liquidare la questione era la cosa migliore. «Pensavo ti pagassero per il numero di articoli, mica per ogni giornale venduto. Ma se mi dici quando uscirà il tuo prossimo articolo magari potrei acquistare la Gazzetta, giusto per farti un favore.» Nessun velo di malizia trasparì dalla sua voce, solo genuina cortesia. Per una volta avrebbe anche potuto farlo se questo l’avrebbe fatta contenta, in fondo - per quanto Aiden fosse totalmente negato nei rapporti interpersonali con le donne - non poteva fare a meno di mostrarsi gentile nei loro confronti.
Ora che erano all’ombra, Aiden poté togliersi gli occhiali da sole, infilandoli nel taschino della camicia e rivelando così i suoi occhi di un blu profondo. Tornò a fissarla e il respiro gli si bloccò in gola, restando completamente basito dalla scena che gli palesò dinanzi. Rigido come la statua di un Gargoyle, fissò la figura della donna al suo fianco, la quale aveva assunto una posizione piuttosto particolare, con tanto di coscia parzialmente scoperta e leccando il gelato con una certa voracità. Cercò di non fissarle la lingua, lo faceva sentire decisamente a disagio e poi non sarebbe stata buona educazione fissarla mentre mangiava. Così tornò a fissare il proprio gelato, nell’esatto momento in cui ella si leccò le labbra. Non devo cedere… Devo restare concentrato… Non mi farò controllare dai miei stessi impulsi... pensò tra sé, promettendosi di non perdere il proprio autocontrollo.
Le parole uscite dalle labbra di Rowena lo ferirono nell’orgoglio, ma Aiden sapeva fin troppo bene che ella aveva ragione, dopotutto non era sua reale intenzione cimentarsi con lo sport, e fu quello ad impedire al fulvo di perdere totalmente le staffe. L’incendio che minacciava di abbattersi su Rowena per quel colpo basso venne in un primo momento smorzato dal gesto meccanico di Aiden: si portò il proprio gelato alla bocca lo leccò con una certa prepotenza, sporcandosi appena la barba. Fu come affogare i propri dispiaceri in un certo senso.
Il suo sguardo tornò sulla donna, ma non lasciò trasparire alcuna malizia, cosa che rimase solo ed esclusivamente nella sua testa. Oh, cara Rowena, potresti stupirti della potenza delle mie mazzate se decidessi di dartene una.... Sorrise con gentilezza e semplicemente incassò il colpo, nonostante l’orgoglio ne risentisse parecchio. «E’ vero, forse non dovrei provarci e conservare le mie energie per altri settori lavorativi.» Diede qualche altra leccata al suo cono e poi prese a mordicchiare la cialda.

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Leggenda:
Pensato
«Parlato»
Il resto narrato.


Edited by Aiden Weiss - 9/5/2018, 17:46
 
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LA MANGIAMORTE

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Non seppe se Aiden avesse davvero creduto a quanto detto riguardo la gazzetta, ma gli sorrise scrollando le spalle lasciando trapelare nell’aria un

-Questo vuol dire che ci dovremmo sentire ancora…-

bofonchiò, andando a dare una nuova leccata al gelato. Questo stava lentamente finendo e presto le sarebbe toccato mordere la croccante cialda.
L’osservò togliersi gli occhiali, notando oltre agli occhi color del mare anche la cicatrice che Richard gli aveva lasciato sul volto. Quel segno gli dava una parvenza di uomo vissuto e non rovinava il viso piacente del giovane uomo, anzi, lo rendeva più interessante, confermando il pensiero che averlo tra le lenzuola sarebbe stato davvero piacevole. Tuttavia, non poté far a meno di percepire un lieve imbarazzo quando lui distolse lo sguardo da lei, concentrando tutte le sue energie e attenzioni sul cono che teneva tra le mani, incurante persino di sporcarsi la barba. Affondando un sardonico sorriso dietro ad un morso dato al cornetto, ascoltò il suo dire, una reazione inaspettata: si era immaginata infatti il rosso fumare dalle orecchie, ma non accadde, lui dimostroò un aplomb che Rowena non pensava potesse possedere. Si prese il suo tempo per rispondere e studiare nella testa la prossima mossa
Decise così di spostare il proprio peso verso di lui, dando una lieve spinta al proprio corpo con il piede che toccava terra e scivolando sulla panchina metallica per avvicinarsi pericolosamente. Scavallò quindi le gambe, accostando il proprio ginocchio al suo, piegandosi leggermente verso di lui, mostrando senza remore la scollatura e permettendosi di allungare una mano verso la sua barba, andando a toccare con il dito indice laddove si era sporcato di gelato. SE lui non si fosse ritirato, Rowena avrebbe raccolto con il dito quelle gocce di gelato per poi portarlo alle proprie labbra, infilando il dito in bocca e succhiandolo piano, osservando Aiden dritto nelle palle degli occhi nel compiere quel gesto estremamente malizioso.
Una volta che ebbe le labbra libere, o se lui si fosse spostato evitando il contatto, parlò:

-Eh si, dovresti conservare le energie per molte altre cose…ti serviranno-

detto ciò, arretrò dallo stargli così vicino, tornando a rilassare la schiena alla panchina, sollevando il viso verso l’alto e perdersi nel cielo azzurro.

-Qualche idea su che strada intraprendere?-
 
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Aiden Weiss

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«O anche vederci… Per una birra, magari. E non preoccuparti, il tuo stipendio non ne risentirà minimamente.» Il fulvo la buttò lì, addentrandosi sempre di più in un gioco pericoloso. Accendere l’interesse di Rowena nei suoi confronti era vitale se voleva avere accesso a determinati tipi di informazioni, cosa che fino adesso la donna si era ben tenuta restia a cedere. Parlare dei suoi articoli pareva essere una zona calda priva di accessi, ma probabilmente perché non si fidava ancora di lui. Come darle torto in fondo?
Rowena era una Serpeverde, questo Aiden lo ricordava benissimo, proprio per tale motivo doveva giocarsi bene le proprie carte e tra queste la più valida era quella di fingersi il tipico maschio succube della bellezza mozzafiato di Rowena, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei e che ne avrebbe soddisfatto ogni tipo di desiderio. Un uomo senza cervello in un certo senso e non sarebbe stato così difficile recitare una simile parte dato che la maggior parte degli uomini è effettivamente priva di quoziente intellettivo. Far credere a Rowena che fosse la padrona indiscussa era il piano principale, celando la sua vera natura di Auror che attendeva un passo falso della sua preda e la preda in questione altri non era che Rowena stessa.
Chi avrebbe vinto davvero quel gioco di maschere e inganni?
Con la coda dell’occhio la vide avvicinarsi a lui, percependone addirittura il movimento e il calore stesso, talmente vicina che lo portò inevitabilmente a congelarsi sul posto come una statua di ghiaccio. Era stato colto impreparato, i muscoli si erano talmente irrigiditi che non gli diedero modo di scattare di lato, lì dove c’era il vuoto, facendolo finire con il culo per terra. Sarebbe stato certamente preferibile, ma se fosse accaduto lei si sarebbe fatta beffe di lui. No, forse era stato sia un bene che un male essere rimasto fermo, mentre ella gli ripuliva la barba dalle gocce di gelato al cocco e se lo portava alle labbra.
Gli occhi di Aiden erano esterrefatti di fronte ad una tale scena, mentre Rowena si dilettava con gesti assolutamente provocanti, in cerca di un pretesto per farlo vacillare, per trovare una falla e penetrare attraverso la sua spessa armatura. Ma ci sarebbe riuscita?
L’Auror gonfiò i muscoli, quelli del collo e delle braccia erano ben visibili, nel disperato tentativo di mantenere il proprio autocontrollo, di non cedere in alcun modo a quegli impulsi che Daphne per prima aveva saputo risvegliare. Gli occhi si dilatarono e così anche le narici. Altre reazioni sembrò non averne, come se il freno che si era imposto avesse funzionato, nonostante il ricordo di Rowena in intimo si fece ben vivido nella propria mente.
Il dolore che l’abbandono di Daphne gli aveva provocato si fece vivo nel proprio petto, minacciando di ucciderlo sul colpo. Aveva fatto di tutto per non pensare alla Strega americana che gli aveva fatto provare i primi palpiti d’amore, che aveva desiderato con tutto sé stesso e che avrebbe volentieri voluto sposare se solo la loro relazione non fosse stata troncata a seguito dei fallimenti di entrambi. Troppo scostanti, troppi impegnati dai rispettivi doveri, sempre più lontani dagli occhi tanto che ben presto persino il cuore sembrò sortire lo stesso effetto, svuotandosi completamente dei sentimenti che avevano provato fin dal loro primo incontro. Le litigate e le incomprensioni non erano mancate ma Aiden, in cuor suo, aveva sempre sperato di risolvere, di affrontare assieme a lei e di assaporare la tanto meritata pace.
Alla fine la tempesta si era abbattuta, tutto era giunto alla conclusione, quella amara ed infruttuosa, che lo aveva trascinato in una spirale piena di malinconia e dolore. Emergere da tutta quella travagliata sofferenza era stata ardua, tanto da prosciugarlo, come un fiume ormai a secco di acqua. L’aveva cercata e pianta, con il cuore ormai talmente ridotto a brandelli che sarebbe stato difficile riassemblarlo; eppure ancora un filamento sottile teneva legati i due pezzi di cuore infranto, forse nella speranza di trovare un giorno una donna migliore? Era flebile la fiamma della Speranza nell’Auror, ormai freddo e chiuso all’amore.
Quel giorno non era di certo quello, Rowena non era di certo la donna migliore per lui e sicuramente non si sarebbe abbandonato ai propri istinti pur di alleviare il proprio dolore. Avrebbe resistito, lo sapeva, perché doveva farlo o non sarebbe più stato un uomo d’onore. La promessa era tutto per lui e non l’avrebbe infranta, non finché era possibile, non finché non gli sarebbe stato ordinato di farlo per un bene superiore.
Nel proprio masochismo, Aiden provocò Rowena a seguito della sua battuta. «Illuminami, sono un povero allocco!» Lo disse con una naturalezza che avrebbe potuto convincerla oppure fatta ridere dal divertimento. Quanti uomini potevano, se ella avesse mai davvero riso, vantarsi di aver fatto ridire una donna come Rowena?
«Dopo lo sport ci sono le Creature Magiche. Mi sono sempre piaciute, forse potrei sfruttare i miei muscoli e resistenza con dei Draghi, ma anche degli Ippogrifi non sarebbe male.»

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view post Posted on 13/5/2018, 21:43
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Aveva accantonato la questione riguardante al vedersi per una birra al momento, impegnata com’era a cercare di metterlo in imbarazzo anche se, proprio quando le chiese quella sorta d’appuntamento, sorrise affabile. La cosa la divertiva, Aiden era probabilmente una persona agli antipodi rispetto alla sua, ma, nonostante non lo trovasse particolarmente interessante, era comunque piacente e solleticava i bassi istinti a cui Rowena piaceva lasciarsi andare.
La reazione che lui ebbe poi, quando lei simulò un gesto che ricordava ben altro, la divertí. Lo vide quasi andare in apnea, congelandosi sul posto quando le proprie dite sfiorarono la sua barba, gonfiando i muscoli del collo e delle braccia come se stesse trattenendo il fiato immergendosi in un gioco che non sapeva gestire, allargando le narici in cerca di nuova aria che potesse aiutarlo e tutto questo, le diede da pensare che l’ex grifondoro, nonostante quell’ostentata sicurezza, avesse come punto debole proprio il sesso femminile e la sua incapacità a gestirlo, e la cosa allietava parecchio la sua sete di potere.
Reclinò il viso verso di lui, dando l’ultimo boccone al cono che croccante le si disfò tra i denti, girandosi poi verso di lui e congiungendo le mani sullo schienale della panca, per poterlo osservare dritto in volto e ascoltare quella battuta che sapeva d'ingenuità e che la portò a sorridergli di rimando. Era un sorriso sincero ma leggermente sprezzante.

-Vuoi davvero che t’illumini ora Aiden?-

provò a portare la mano sul suo petto, ad altezza del cuore cercando proprio il battito di quest’ultimo, solo per capire quanto e se fosse accelerato. Lanciandogli un’occhiata languida e divertita, appoggiò il viso sul braccio sinistro che rimaneva fermo sullo schienale della panca, in una posizione comoda e contemplativa. L’idea era quello di toccarlo come fa un artista davanti ad una bella statua. Aiden per Rowena, non differiva molto da ciò.

-Mi hai chiesto di rivederci ma non sono una donna a cui piacciono gli appuntamenti, potrei mostrarti come utilizzare le tue energie proprio ora…-

Ancora, si fece vicina, con quella mano che se non venne spostata o fermata, andò a percorrere la trama del suo abito scendendo pericolosamente e fermandosi, per il semplice fatto che erano fin troppo esposti al pubblico, ad altezza del suo ombelico, più o meno dove iniziavano i pantaloni di lui, compiendo con il dito indice piccoli cerchi concentrici

-Penso però che questo non sia il luogo ideale, o mi sbaglio?-

soffiò infine. Non continuò, il suo discorso su di un ipotetico lavoro, la cosa non le interessava per nulla.
 
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Aiden Weiss

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Si passò la lingua tra i denti quando finì la cialda del gelato, togliendosi le briciole che erano rimaste incastrate tra di essi, mentre lo sguardo rimase fisso su Rowena. La donna aveva sorriso a seguito della sua battuta, ma Aiden non seppe dire, con assoluta certezza, se l’avesse fatto per puro divertimento o per altri motivi. Non che se ne curò più di tanto, anche perché nemmeno ebbe tempo di pensarci troppo su che la mano di lei corse sul suo petto, all’altezza del cuore, in una maniera del tutto inaspettata. Voleva forse assicurarsi che il cuore dell’Auror fosse in tachicardia?
Non avrebbe certamente faticato a constatare quanto il ritmo cardiaco fosse accelerato, magari non del tutto impazzito per via dell’autocontrollo, ma sicuramente non era regolare. Il contatto della mano di lei aveva poi contribuito a far battere più veloce il cuore rispetto a prima. Sarebbe stata soddisfatta lo stesso? O avrebbe preferito farlo morire di crepacuore a causa della sua bellezza?
L’aria contemplativa che lei assunse lo divertì, tanto che gli sfuggì una risatina, ma questa sembrò spegnersi quando percepì le dita di lei soffermarsi all’altezza dell’ombelico e suggerire un desiderio di voler proseguire ma mitigato dal fatto che fossero in un luogo pubblico e quindi poco consono. In tutta risposta, non volendo nemmeno rischiare che la mano di Rowena iniziasse a vagare all’altezza delle tasche dei jeans tanto da avvertire la presenza del Distintivo, Aiden le afferrò la mano e se la portò lentamente alle labbra, baciandola con estrema lentezza e dolcezza.
«Oh Rowena...» sussurrò con sensualità mentre le labbra ancora sfioravano la morbida pelle della mano della Strega. «Deve per forza essere un appuntamento? Sappiamo entrambi che ci sono molti modi per vedersi, ma se non gradisci gli appuntamenti potremmo trovare alternative, degli attimi fuggenti da condividere in determinate circostanze. Non trovi?»
Le lasciò la mano, qualora lei avesse voluto interrompere quel contatto, per poi sporgersi verso il suo orecchio. Con la mano sinistra, dopo averla appoggiata allo schienale della panchina, le scostò appena i capelli così da poterla stuzzicare meglio con i suoi toni suadenti. «Perché sprecare tutte le energie subito quando si può avviare un gioco più delizioso? O ti piace avere tutto e subito?» Ghignò e poi, quasi a tradimento, le mordicchiò piano l’orecchio.
Il gioco si faceva più intenso e pericoloso, Aiden lo realizzò di mano in mano, ma ormai non poteva mollare la spugna di getto, doveva trovare l’equilibrio perfetto per mantenere vivo l’interesse di Rowena. Era l’unico modo per tenerla d’occhio senza doverla seguire di soppiatto e rischiare di essere scoperti, anche se il gioco della seduzione che era stato avviato era di notevole pericolosità. Doveva temporeggiare, non arrivare al sodo subito e rischiare di perdere di vista Rowena, anche se prendere tempo avrebbe potuto comportare una perdita d’interesse della donna. Aiden non poteva prevedere le conseguenze, ipotizzava i rischi, ma poteva solamente tentare e sperare in bene.
«Ti assicuro, mia cara, che non ne rimarrai delusa dai miei giochetti.» Concorde con lei, Aiden si alzò all’improvviso dalla panchina e la guardò con aria furba, rimettendosi gli occhiali. «Facciamo così, dato che questo non è il luogo più adatto: inizi a correre verso la piccola macchia boschiva che si trova a Nord di Hogsmeade, è vicina tutto sommato, nulla di impossibile insomma. Ti concedo due minuti di vantaggio perché hai la gonna, poi ti verrò dietro. Niente imbrogli, niente magia. Se arrivi prima di me vedrò di soddisfare le tue aspettative, se perdi… dovrò dimezzare la cosa. Che ne dici?» E si mise le mani sui fianchi, in attesa di una risposta. «Sono in ogni caso piuttosto generoso!»

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