Alla ricerca del prezioso oggetto , Continua: Cosa bolle in pentola?

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view post Posted on 20/4/2018, 17:16
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Gli abiti babbani che avrebbe dovuto sfoggiare in quell’occasione non sarebbero mai potuti andare incontro ai raffinati gusti del Prefetto, ormai abituato ad indossare le comode ma eleganti vesti da mago o la prestigiosa uniforme scolastica. Impacciato in quei jeans forse un po’ troppo larghi e con addosso quell’anonima felpa, Mike avanzava lungo i Giardini del Giubileo con circospezione e con ben nascosto un sacchetto di sonanti monete.
Arrivare in quel punto dai quartieri magici di Londra non era stato di certo agevole ma, superate le molteplici difficoltà iniziali, il Serpeverde era convinto di essersi mischiato in maniera piuttosto credibile nell’intricato scenario metropolitano della zona. Quanto sarebbe dovuta durare quella farsa?
Nella sua vanagloria Mike sentiva quegli abiti metaforicamente molto stretti, come se un qualcosa gli impedisse di respirare appieno. Per quanto non fosse di origine purosangue, da quando aveva ricevuto la lettera per Hogwarts le sue interazioni con il mondo non magico erano iniziate a diminuire fin quasi ad azzerarsi, se si escludeva qualche rara riunione con i parenti più prossimi del ramo materno.
Nonostante quel primo disagio fosse piuttosto forte nell’animo del Prefetto, l’obiettivo che si era prefissato era ben più importante di un semplice ed apparente fastidio.

Nel terminare la passeggiata, il Serpeverde avrebbe potuto chiaramente notare le ombre del tardo pomeriggio allungarsi sui primi alberi del parco mentre, guardingo, si accingeva ad attraversare la famosa The Queen's Walk, fino a giungere ai piedi dell’imponente ruota panoramica. Se non fosse stato così preso dal suo intento, Mike avrebbe potuto apprezzare con maggior calma lo scenario che gli si sarebbe aperto davanti; l’atmosfera calda data dai monumenti, antichi e moderni, sembrava mischiarsi perfettamente con il tranquillo scorrere del fiume, rendendo l’ambiente decisamente godibile e rassicurante.
Era tuttavia quello il luogo scelto dal rigattiere come proprio quartier generale?
In cuor suo l’adepto trovava quantomeno bizzarra l’idea che un mago, per quanto caduto in disgrazia, utilizzasse proprio quella zona così turistica e piena di babbani per lo svolgimento dei propri affari; non possedeva un minimo di orgoglio magico da difendere? O si trattava solamente di una questione economica? Certo, in mezzo a quel trambusto, l’anonimato sarebbe stato garantito a tutti i potenziali clienti con un minimo di cultura babbana nel travestimento.

Facendo buon viso allo scenario che sembrava circondarlo, il Prefetto, per quanto spoglio del suo prestigioso riconoscimento, avrebbe approfittato di uno degli ultimi gruppi di turisti per avvicinarsi all’attrazione. Dov’era posizionata quella malridotta cabina? E come fare per raggiungerla?
Poche transenne lo stavano separando dalla meta ma, puntando sulla discrezione e sul fattore sorpresa, Mike si sarebbe armato di un briciolo di pazienza per affrontare la coda davanti alla struttura senza nemmeno accarezzare l’idea di farsi largo a suon di bacchetta.
Certo, se ci fosse stata l’occasione, nell’attesa avrebbe provato a dare qualche occhiata qua e là alle varie cabine, giusto per controllare la situazione generale del luogo che lo stava ospitando.
Arrivato in prossimità della cassa, il giovane avrebbe cercato di mostrarsi tranquillo nel chiedere il biglietto, fingendosi un normale turista.

Salve, se fosse possibile vorrei avere uno di quei biglietti per salire velocemente sulla ruota panoramica. Un volantino visto in precedenza sembrava confermare quell’eventualità; se si fosse presentata l’occasione, Mike avrebbe chiesto la tariffa più veloce per saltare l’eventuale coda. Ne era quasi certo; delle trenta sterline che era riuscito a portarsi dietro, frutto di qualche sporadica mancia accumulata negli anni o della generosità di sua madre, gliene sarebbero rimaste gran poche in tasca.

Mike T. Minotaus
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Le ombre della sera si apprestavano a fare il loro trionfale ingresso sulla scia del tramonto. Il cielo di Londra, tinto di un arancione intenso, faceva da sfondo alle ultime battute di una giornata come tante altre: i turisti passeggiavano con aria sognante, gettando sguardi languidi in direzione del Tamigi; i lavoratori si affrettavano dietro un taxi o verso l'entrata della metropolitana; e gli artisti di strada strimpellavano, allegri, le ultime note di una melodia a volte conosciuta, a volte di loro invenzione. Sulla scena, nella sua imponente bellezza, svettava una delle attrazioni turistiche più conosciute della città, quello che molti consideravano una tappa imprescindibile nel tour della metropoli inglese: il London Eye.

Mike aveva probabilmente scelto il momento meno propizio per svolgere le proprie faccende. La fascia oraria del tardo pomeriggio attraeva chiunque volesse godersi la migliore delle viste panoramiche su Londra. Dunque, quando giunse in prossimità dell'attrazione, dovette constatare di non essere poi molto diverso dagli altri. Sebbene a muoverlo fossero intenti ben diversi dal turismo, ad accomunarlo a quell'infinita serpentina di visitatori c'era la scelta di un orario tra i più ambiti. Sarebbe bastato armarsi di pazienza e avanzare a passo d'uomo per ottenere esattamente ciò che si aspettava. Nel pressi della biglietteria, trovò una donna di mezza età con un viso smilzo incorniciato da un carrè di capelli grigi, chiarissimi occhi azzurri e l'espressione professionale di chi sa fare il proprio mestiere. La donna lo salutò cordialmente quando fu il suo turno.


«Il Fast Track, dunque? Certamente! Il costo è di 28 sterline.» Gli porse il biglietto, facendolo passare attraverso la piccola apertura nel vetro. «Il Fast Track le permette di saltare la coda. Le basterà individuare la corsia preferenziale. Inoltre, è prevista la possibilità di entrare al cinema per un'esperienza in 4D: può scegliere liberamente se prima o dopo il giro panoramico.»

Una volta che le prime formalità fossero state affrontate, Mike non avrebbe dovuto far altro che seguire le indicazioni della donna. La corsia preferenziale, dovuta al sovrapprezzo del biglietto acquistato, gli avrebbe consentito di accedere al London Eye senza le lunghe attese del caso. A quel punto, non avrebbe fatto alcuna fatica ad individuare la cabina di cui il giovane Sensk Ama gli aveva parlato. Si distingueva nettamente dalle altre per aspetto: sembrava che il tempo e la pioggia l'avessero consumata e che, nei mesi, avessero dimenticato di operare qualsiasi opera di manutenzione su di essa. Ciononostante, almeno agli occhi di un mago, non appariva pericolante come per un babbano. Quando fosse giunto il momento, le porte scorrevoli si sarebbero aperte davanti agli occhi di Mike, rivelando l'ambiente spoglio di una cabina come tante altre. Dov'era il rigattiere? Che le indicazioni del bidello fossero sbagliate?

«Se vuole aspettare la prossima cabina, va benissimo,» gli avrebbe detto con fare confidenziale uno degli addetti alla fase di imbarco. Pareva avesse giusto qualche anno in più del Serpeverde. «E' sicura quanto le altre e offre la stessa identica esperienza, ma la gente la evita perché sembra possa cadere da un momento all'altro. In realtà, è tutta una questione di burocrazia.»

La scelta era semplice. Fidarsi dell'acuto Sensk Ama oppure no? Del resto, cosa sarebbe potuto accadere nel peggiore dei casi? Tutt'al più, Mike avrebbe impiegato mezz'ora della propria vita a gettare uno sguardo diverso su Londra e la sua metropolitana estensione. O forse no?




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E così, l’opzione che gli avrebbe consentito di non perdere l’intera serata in una inutile colonna tra schiere di turisti aveva un nome: Fast Track. Nell’apprendere quelle informazioni, Mike avrebbe abbozzato un sorriso nei confronti della donna impegnata allo sportello e, in breve tempo, si sarebbe ritrovato ben più leggero nel portafoglio ma con in mano il prezioso biglietto.
Dopo qualche iniziale difficoltà di adattamento a quell’ambiente così affollato e prettamente babbano, con il disbrigo di quella commissione si sarebbe metaforicamente chiusa la prima parte del suo obiettivo; ora avrebbe dovuto solamente incamminarsi lungo la corsia a lui riservata e, nel compiere quei pochi passi, una nuova sensazione si sarebbe impadronita ben presto del Prefetto. Cos’era quella tensione positiva che sembrava pervaderlo? Una nuova energia avrebbe scacciato ben presto le tossine di quella lunga giornata, trascorsa ad Hogwarts tra lezioni e poco produttive ore di studio.
La giornata stava così volgendo al termine e l’attesa stava finalmente per finire; questo non avrebbe tuttavia impedito al Serpeverde di muoversi con la dovuta cautela. Il recupero della pentola era estremamente importante per continuare a progredire lungo il tortuoso percorso che lo avrebbe portato ad una nuova concezione dell’arte pozionistica.
L’incontro con il bidello aveva aperto la sua mente a nuove prospettive e nuove opportunità ma ora, tutto sarebbe dipeso da lui.

Con lo sguardo ancora intento a cogliere gli aspetti principali di quell’attrazione, Mike avrebbe potuto facilmente notare la sgangherata cabina in mezzo alla modernità ostentata da tutte le altre. Possibile che l’opera di camuffamento di un semplice rigattiere fosse riuscita a passare inosservata per così tanto tempo?
Che vi fosse una sorta di compiacenza con qualche addetto del Ministero? Certo, nei loschi affari di un commerciante potevano rimanere invischiate le personalità più diverse e lui, in un certo senso, ne era una prova. Apparentemente insospettabile, il giovane Serpeverde si era spinto fin lì su suggerimento del bidello e ora, mentre la cabina prescelta iniziava a fermarsi poco distante da lui, attendeva scrupolosamente un segnale.
No, Sensk Ama non avrebbe potuto mentirgli e fargli perdere così una serata inutilmente; la posta in gioco era molto alta per entrambi e sarebbe stato sciocco non dare vita a quella sinergia che avrebbe portato indubbi vantaggi ad entrambi. Mike si sarebbe così messo in attesa e, nel momento in cui le porte della fatiscente cabila si fossero aperte, ne avrebbe studiato la struttura e l’interno.

*Sì, non ci sono dubbi…* all’improvviso, una voce avrebbe catturato completamente la sua attenzione. Chi era quel signore? E soprattutto, come faceva a sapere di quel luogo? Preso quasi in controtempo, Mike avrebbe cercato di affidarsi all’istinto e alla prima sensazione che l’uomo gli aveva lasciato.
La ringrazio della spiegazione, ma sono qui per affari e non ho molto tempo di aspettare la prossima, avrebbe provato a spiegare con tono fermo. Lo sguardo sarebbe inevitabilmente caduto sui lineamenti dell’addetto, intento a scrutarne ogni singolo movimento o dettaglio. Immagino che il Ministero abbia tagliato i fondi… poi, con un gesto improvviso e inaspettato, Mike avrebbe sorpreso anche se stesso, allungando la mano destra nell’atto di presentarsi a quell’autentico sconosciuto. Mike Minotaus.
Un’azione non propriamente nelle corde del Prefetto ma, con quei pochi gesti, contava di riuscire a far piena luce sulla vicenda. Attendendo l’eventuale risposta dell’addetto, il giovane avrebbe appoggiato una prima mano sul meccanismo di apertura delle porte, pronto a salire sulla giostra qualora il tempo di attesa per l’ingresso dei nuovi visitatori fosse terminato.

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«John Smith, piacere mio!» Il ragazzo strinse la mano di Mike dopo un attimo di esitazione. Aveva l'espressione confusa e un sorriso istupidito sul volto: evidentemente non gli capitava spesso di essere trattato con un simile riguardo, benché facesse del suo meglio per instaurare un contatto umano con i clienti. Aveva un debole per le persone e le interazioni sociali. «Le auguro... Beh, le auguro un buon giro!»

Nel momento stesso in cui Mike si fosse arrischiato a oltrepassare la soglia della cabina, il velo della magia gli avrebbe svelato la realtà delle cose nella più mirabolante delle maniere. Non soltanto la cabina era di gran lunga più ampia di quanto non apparisse all'esterno, ma era colma di oggetti di più varia fattura. Un enorme calderone di rame, una scacchiera magica d'oro e gemme preziose, un tappeto persiano sulle tonalità del viola scosso da un insolito tremolio - che fosse volante? - e, ancora, una clessidra ricolma di piccoli cristalli erano soltanto alcuni degli oggetti che gli occhi del Serpeverde avrebbero potuto scorgere, non senza una certa meraviglia. Non aveva nulla da invidiare a Magie Sinister, né all'Ars Arcana e neppure a Safarà. Se possibile, ricordava una commistione eccentrica di tutti e tre gli ambienti e godeva della fascinazione dovuta alla posizione del London Eye. L'arancione del tramonto ricopriva ogni cosa, impreziosendo perfino i materiali all'apparenza più comuni.

«Buonasera!» La voce bassa e roca del rigattiere avrebbe accolto Mike della stessa nota balsamica di cui era saturo l'ambiente, inondato dai raggi del sole. Quando avesse posato lo sguardo su di lui, il giovane Serpeverde avrebbe scorto la sagoma di un uomo distinto, alto più di un metro e ottanta, vestito elegantemente ma senza ostentazione. Sul viso dai lineamenti squadrati, avrebbe trovato un sorriso ad accoglierlo. «C'è qualcosa che posso fare per lei?»




Scadenza prevista: 21 Maggio
 
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Con lo sciogliersi della stretta di mano, Mike si sarebbe probabilmente ravveduto sull’effettiva opportunità di quel gesto. Una voce istintiva, più forte e probabilmente anche più profonda della ragione, aveva preso il sopravvento facendogli compiere repentinamente quel cenno; ma quanto ne sapeva dell’uomo che gli stava difronte? Era davvero lui il suo obiettivo?
Certo, con il senno di poi il Serpeverde avrebbe agito in maniera diversa, eppure anche quell’episodio non si era rivelato del tutto inopportuno.
John Smith non era la figura che stava ricercando ma, quel breve confronto gli aveva comunque fornito un’informazione non del tutto trascurabile; anche lui, nella sua figura di addetto, vedeva la cabina per quel che era. Vecchia e rovinata dal tempo, ma pur sempre funzionante.
Se non fosse stato così pressato dallo scorrere del tempo e da quella missione di recupero, Mike si sarebbe soffermato maggiormente, almeno per un ulteriore istante, su quel bizzarro aspetto della vicenda. In effetti l’Adepto di Salazar si sarebbe aspettato un meccanismo più discreto ed efficace per occultare ai più, in particolar modo ai babbani, la sede di quei numerosi traffici commerciali. Non sarebbe stato meglio un incantesimo dissimulante o un qualcosa di molto simile?
Le alternative magiche non sarebbero certamente mancate e così, alla forte adrenalina e alla grande determinazione del momento si sarebbe mischiata anche un minimo di curiosità nei confronti della figura del rigattiere. Un ultimo passo e tutto, con ogni probabilità, si sarebbe risolto.

Varcata la sottile linea della cabina, il Serpeverde si sarebbe trovato verosimilmente confuso da quanto gli stavano trasmettevano i suoi occhi castani; che fosse davvero quella l’essenza del meccanismo difensivo nel quale era appena incappato? Ancora disorientato dal repentino cambiamento, Mike avrebbe ben presto iniziato a cogliere la complessità di quanto era stato messo in atto dal mago. Complice una generosa dose di eccentricità, l’intero ambiente sembrava basarsi su una grande quanto ben riuscita illusione.
Ben più ampia e illuminata di quanto ci si possa aspettare, la sede del rigattiere appariva agli occhi del Prefetto in tutta la sua stravaganza. Qua e là, alcuni dei pezzi pregiati di quell’esposizione stavano già iniziando a catturare l’attenzione del giovane Serpeverde ma, dopo quel primo momento di incertezza, nella sua mente tornò ad essere fortemente impresso l’obiettivo di quella missione. In altre occasioni si sarebbe certamente preso del tempo per approfondire le caratteristiche ora di quel prezioso ora di quel cristallo ma, in quel momento, avrebbe dovuto dar prova di tutta la sua abilità negoziale per tornare vincitore ad Hogwarts.
A passi lenti si sarebbe così addentrato in quello spazio, fino a sentire l’inziale parola di benvenuto del rigattiere. A quel punto, avrebbe provato a riorganizzare qualche idea e ad agire di conseguenza.

Buonasera a lei, avrebbe quindi risposto con un pizzico di lusinga nel timbro di voce. Lo sguardo sarebbe andato ad incrociare la figura del mago, più alto e slanciato rispetto al normale, per poi indirizzarsi sul volto. Sarebbe riuscito, con quel semplice gesto, a coglierne l’essenza? In fin dei conti, la prima impressione era sempre di fondamentale importanza e quel contatto avrebbe potuto essere il preludio ad un grande affare.
Sì, credo proprio che potrebbe essermi di grande aiuto con la sua esperienza. Un ultimo passo deciso, prima di fermarsi in prossimità dell’uomo. Per quanto fosse lì solamente da qualche secondo, già iniziava ad apprezzare la discrezione di quel posto se confrontata con negozi del tutto simili posti a Londra o a Diagon Alley. La trattativa aveva bisogno del massimo riserbo e così, mentre il tono di voce iniziava ad abbassarsi, Mike avrebbe iniziato a spiegare le proprie ragioni. Mi piacerebbe completare un piccolo progetto in ambito pozionistico ma per farlo, necessito di un oggetto piuttosto particolare… ed è proprio per questo che motivo che mi trovo qui, dinanzi a lei. Un lieve e velato complimento avrebbe probabilmente bendisposto il suo interlocutore ma, per provocare una ulteriore presa sulla coscienza dell’uomo, Mike avrebbe provato a compiere un leggero movimento con il braccio sinistro verso il sacchetto che portava con sé; il richiamo a qualche moneta sonante avrebbe potuto fare il resto.

Lo sguardo dello studente si sarebbe concentrato ancora una volta sui lineamenti dell’uomo e, cercando di dissimulare il trasporto emotivo di quel momento, avrebbe subito aggiunto con una nota di curiosità nella voce:
Conosce per caso lo strumento principale per la creazione del biofilm?

Mike T. Minotaus
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«Oh, la pentola di Perkin! Scelta interessante...»

Lo sguardo del rigattiere, che non aveva perso alcuno dei gesti e delle reazioni di Mike, vagò senza meta per il negozio. Sembrava che un ricordo l'avesse colto d'improvviso e che avesse deciso di sviscerarne le trame. L'espressione, tuttavia, rimase immutata: sorrideva ancora con lo stesso freddo calore che aveva usato per accoglierlo. Benché gli occhi fossero puntati sulla Londra oltre la vetrata della cabina, era evidente che non ne stesse scorgendo veramente le fattezze. Che avesse trovato il modo di operare un collegamento immediato, riconducendo la richiesta di Mike - uno studente di Hogwarts - al bidello dall'aria arcigna? Per farlo, avrebbe dovuto conoscerne l'impiego. Era così? Quando tornò a dedicare la propria attenzione al giovane, nessuna risposta pervenne in tal senso. L'uomo, che era rimasto per tutto il tempo poggiato a un bancone espositivo, si scostò e mosse qualche passo in direzione opposta all'entrata.

«Mi segua, la prego.» Così dicendo, avrebbe invitato Mike con un gesto della mano a seguirlo e l'avrebbe condotto più in profondità nella cabina, in un ambiente altrettanto denso. Pochi istanti dopo, il Prefetto avrebbe avuto il piacere di posare lo sguardo proprio sull'oggetto che l'aveva spinto fin lì. «Per rispondere alla sua domanda, non solo conosco lo strumento necessario alla preparazione del biofilm, ma ne sono in possesso.» Si trattava di un oggetto dall'aspetto quantomai particolare: di vetro spesso, aveva il coperchio suddiviso in due comparti uguali, separati da un piano poroso di un materiale che pareva ceramica. Era evidente a colpo d'occhio, dunque, per quale ragione un calderone - che fosse in peltro, rame, argento oppure oro - non potesse condurre al risultato auspicato da Sensk Ama. Il rigattiere lo lasciò in esposizione sulla superficie vitrea dell'ennesimo bancone, l'attenzione tutta rivolta a Mike. «Lei è un cliente nuovo, oltreché decisamente più giovane della media che conosce questo posto e lo frequenta di consuetudine. Potrei dire che, salvo qualche avventore spavaldo che non si cura dell'aspetto della cabina e si ritrova qui per caso a fare un giro senz'altro stravagante sul London Eye, lei sia un'eccezione bella e buona. Ho una clientela fidata e ricordo ciascuno dei membri che la compongono.» Parlava con tono pacato, ricordando i modi di un insegnante dotato, e si esprimeva con una sicurezza che non conosceva tentennamenti. «Chiunque l'abbia indirizzata da me, tuttavia, non si è curato di darle una fondamentale informazione: i galeoni, nel mio mestiere, non servono ad ottenere nessuno degli oggetti in vendita.»

Era evidente, a questo punto, che il gesto di Mike non fosse sfuggito all'attenzione del mago e che, al di là del collegamento con Sensk Ama, avesse compreso di trovarsi di fronte ad un giovane non pienamente consapevole del modo in cui gestiva i suoi affari. Non si fece scoraggiare, né parlò con la pretesa di mettere in ridicolo l'interlocutore. Cortese oltre ogni misura, si limitò ad illustrare un'evidenza sfuggita al controllo del ragazzo e a sottolineare con garbo il fatto che non imputasse a lui quella mancanza.

«Per anacronistico che possa sembrarle, io mi avvalgo della più antica delle monete di scambio: il baratto.» Il sorriso sul suo volto si ampliò. «Per avere la pentola di Perkin, dunque, ciò che deve fare è recuperare un oggetto che desidero e consegnarmelo. In tal modo, questa sarà sua,» con un gesto della mano indicò il recipiente in vetro alla sua destra, «e il conto potrà considerarsi saldato. Ma, mi dica, è disposto a sottostare a questa condizione un po' vintage




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Difficile stabilire se con quel primo contatto Mike fosse riuscito ad entrare nelle simpatie dell’esperto mago; ai modi garbati ma allo stesso tempo sicuri del Serpeverde, il negoziante sembrava rispondere con quell’aria formale ma dalla quale traspariva una forte esperienza e un buona dose di stravaganza.
Avrebbe forse dovuto rinunciare alle apparenze e alle eccessive buone maniere in favore di una più spicciola concretezza?
La risposta diretta dell’uomo sembrava indurlo verso quella direzione ma, in fondo, che male avrebbe potuto fare un minimo di stile e di eleganza nel cercare di portare avanti quell’importante trattativa?
Arrivati a quel punto così cruciale, la tensione nel giovane Prefetto avrebbe potuto iniziare creargli più di qualche grattacapo e così, mentre il rigattiere decise di fargli strada verso un angolo della cabina, Mike avrebbe cercato di stemperare quello stato di agitazione rilassando la muscolatura del corpo. Qualche breve passo e una respirazione profonda ma regolare avrebbero potuto aiutarlo in tal senso, mascherando così il suo vero stato emotivo.

Terminato quel rapido momento, gli occhi del Prefetto sarebbero stati attratti, quasi magneticamente, dall’oggetto che più di tutti spiccava in quel contesto; sì, la pentola di Perkin!
Dall’aspetto vagamente singolare, Mike si sarebbe preso qualche istante per osservare i dettagli di quel prezioso manufatto così importante per i suoi futuri piani. Man mano che ne scrutava i particolari, nel Prefetto sarebbe cresciuto di pari passo l’entusiasmo e la frenesia; finalmente si ritrovava a pochi passi dall’oggetto che lo avrebbe spinto verso un nuovo stadio nella nobile arte pozionistica.
Il traguardo sembrava così vicino, eppure… l’illusione non durò che un istante.
Dopo aver pregustato la lauta ricompensa, la spiegazione che l’uomo aveva in serbo per lui ebbe l’effetto di smorzare parte di quell’eccitazione che in precedenza lo aveva investito con la forza di una burrasca.
Cosa fare? Il Serpeverde difficilmente tollerava di trovarsi così, in un palese difetto informativo. Perché non era stato avvisato di quell’inghippo? E perché non venivano accettati i più tradizionali metodi di pagamento? Doveva prendere qualche secondo e, nel frattempo, ragionare sulle eventuali alternative.
Esattamente, mi ritengo un nuovo cliente. Avrebbe provato a rispondere composto. Come le stavo dicendo, non è stato facile trovarla. Le informazioni erano frammentarie ed è stato un lungo percorso…
I piani razionali e ben architettati richiedevano sempre un cospicuo quantitativo di tempo, un bene prezioso che, in quel frangente, si stava ormai esaurendo.
E se avesse provato ad incantare il rigattiere? Uno scenario stravolgente che difficilmente avrebbe trovato un concreto riscontro. Certo, con il raggiungimento della maggiore età il giovane Adepto aveva guadagnato anche una certa autonomia ma, se accidentalmente vi fosse stata un’esplosione all’interno della cabila, come giustificarne il gesto?
Il rischio era troppo elevato e forse, se la richiesta fosse rimasta nel limite della ragionevolezza, Mike avrebbe acconsentito a portare avanti quell’ulteriore missione, anche se il tempo sembrava diventare sempre più stingente.

E sia, ammetto di trovare piuttosto singolare la vostra richiesta; in un certo senso, anche i Galeoni riescono a muovere il mondo e l'intera economia. Ad ogni buon conto, se queste sono le condizioni… seppur non del tutto convinto di quella soluzione, il Serpeverde avrebbe provato ad adeguarsi, in prima battuta.
Sa dirmi di cosa si tratterebbe?

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«Lei è giovane o, forse, semplicemente diverso. Però, posso dirle che l'esperienza ha smentito le sue parole in un periodo in cui tratteggiavano alla perfezione il mio stesso modo di pensare: i galeoni non sono che uno strumento attraverso il quale si esprime la ricchezza, uno tra i tanti se mi consente la precisazione.» Sorrideva tra una frase a l'altra, cortese, e gesticolava appena nei momenti in cui riteneva di dover apporre particolare enfasi a un passaggio. «La ricchezza, d'altro canto, ha un modo tutto suo di estrinsecarsi e non di rado predilige le forme più atipiche se deve esprimersi nella sua assoluta pienezza. Prendiamo la pentola di Perkin: per quanto particolare sia il suo aspetto, se dovessimo basarci esclusivamente su quello, le attribuiremmo un valore monetario ben diverso da quello che merita in base alle sue potenzialità.» Raggiunse il bancone per depositare delicatamente la mano sinistra sul coperchio di vetro. «Forzare i meccanismi della pozionistica per portarli al livello successivo, creando armi della dimensione di una pillola, vale molto di più del tintinnio di una manciata di monete: potrebbe assicurarle una vittoria insperata, salvarle la vita o...» Gli occhi del rigattiere si spostarono sulla figura di Mike. «... perfino toglierla al malcapitato di turno. E se c'è una cosa che non ha prezzo, mi creda, sono le possibilità. Ma immagino che abbia una vaga idea di cosa intendo, se la incuriosisce la natura del suo prezzo.»

La posa del rigattiere si fece appena più rigida nell'approcciare la fase delle trattative. Si congedò con un rapido inchino, oltrepassò il punto in cui avevano interloquito e raggiunse l'angolo opposto della cabina. Dando le spalle a Mike perché non potesse vederlo, estrasse dalla tasca interna della giacca un libriccino dalla copertina scura, lo consultò rapidamente e, infine, lo ripose al sicuro. Quando fece ritorno per fronteggiare il ragazzo, nulla era mutato nel suo atteggiamento rispetto alla primissima fase della loro conoscenza.

«Un ricordo è il prezzo che chiedo,» disse con aria solenne, lasciando a Mike il tempo di assimilare l'informazione, prima di proseguire. «Nel quartiere di Chinatown, si trova un locale dall'aria semplice e accattivante: è pressoché impossibile non notarlo per chi si aggira per le strade a un'ora come questa, vicina al momento della cena. Dalla piastra rovente, si sprigionano gli odori più intensi di cui l'Oriente possa farsi vanto. Ciononostante, si tratta di un piccolo paradiso gastronomico nella miriade di locali offerti da una città come Londra e da un quartiere come Chinatown: l'insegna recita Xin Xin Guo e si trova all'angolo tra Gerrard Street e Macclesfield Street.» La pausa che seguì fu utile al rigattiere per decidere quali informazioni cedere al ragazzo affinché avesse successo. Come sempre, optò per il minimo indispensabile. «Il proprietario, che troverai immancabilmente oltre la piastra fumante, è un uomo di una certa età, serio e profondamente accorto. Se dovessi decidere di fermarti per cena, non ti sarebbe difficile notare che porta una catenina al collo. Ecco, quella catenina regge un ciondolo e, in esso, è contenuto il ricordo di cui hai bisogno per ultimare l'affare. Portamelo e la pentola di Perkin sarà tua.»

L'uomo inclinò leggermente il capo, curioso. Molti prima di Mike avevano fallito nell'impresa. Altri, inorriditi dalla prospettiva di fare razzia della preziosa intimità di un ricordo, avevano desistito. Incrociando lo sguardo del Serpeverde, il rigattiere si chiese quale delle due categorie si sarebbe disposta ad accogliere il giovane cliente. Addirittura, nell'attesa, vagliò la prospettiva di un terzo schieramento, tutto inedito. Mike era giovane e la gioventù si accompagnava spesso a un velo di spregiudicatezza. Sarebbe stato quello il caso? E, se sì, sarebbe bastata ad assicurargli il successo? Ma, soprattutto, che uso ne avrebbe fatto il Prefetto?

«Dunque,» esordì dopo qualche istante, allungando la mano nello spazio che lo separava da Mike, «affare fatto?»



A meno che tu non senta la necessità di chiedere altre informazioni al rigattiere o sollevare eventuali obiezioni, puoi descrivere il tuo avvicinamento a Chinatown già col prossimo post.

Scadenza prevista: 12 Giugno


Edited by Master Adepto - 6/6/2018, 16:01
 
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Un effetto spiazzamento, ma al contrario.
Possibile che la componente monetaria fosse stata del tutto ignorata dallo stravagante rigattiere?
Il mondo ipotizzato e raccontato dal mago sembrava ben diverso da quello reale, nel quale il giovane Serpeverde era vissuto per ben diciassette anni; sarebbe stato possibile raggiungere un accordo senza stravolgere gran parte delle leggi economiche moderne?
L’esperienza aveva insegnato a Mike che la ricchezza aveva come unica rappresentazione possibile la moneta e che, al contrario, il valore di un bene poteva oscillare in base alla rarità e al pregio insito nello stesso. La pentola di Perkin, che ancora sostava dinanzi a lui, ostentava indubbiamente un enorme potenziale e un sicuro fascino sul Prefetto; era un bene prezioso, dalle mille possibilità, ed era più che probabile che la trattativa sarebbe andata avanti ancora a lungo prima di risolversi.
Cercando di non trasferire nella propria espressione tutte le perplessità del caso, Mike avrebbe inizialmente continuato ad ascoltare le parole dell’uomo per poi dedicarsi, una volta rimasto solo, ad attente riflessioni. Doveva uscire velocemente da quella situazione e, qualora la condizione da rispettare fosse risultata ai suoi occhi eccessivamente gravosa, avrebbe dovuto mantenere ancor di più la calma se voleva avere anche solo una possibilità di continuare la trattativa. Ce l’avrebbe fatta?

La risposta a quel groviglio di pensieri sarebbe giunta, con il solito tono formale, dal rigattiere. Gli sarebbe bastato un solo istante per disorientare ancor di più il giovane Serpeverde.

Un ciondolo? In cambio della pentola…? Avrebbe probabilmente pronunciato lì per lì.
Stando a quel primo racconto, tuttavia, la questione sarebbe stata decisamente più complessa e pericolosa. Ad una prima analisi, le possibilità di intraprendere con successo quell’ennesima avventura sarebbero state decisamente risicate.
Se anche Mike fosse riuscito a trovare l’ennesimo locale in tempi non eccessivamente lunghi, impossessarsi del ciondolo indossato dal titolare nel bel mezzo di un affollato servizio serale, sarebbe stato un ben altro paio di maniche. Nel costatare la difficoltà insita nella richiesta, Mike avrebbe cercato di alleviare la tensione mordendosi leggermente la parte destra del labbro inferiore. Un lungo respiro e un’attenta riflessione avrebbero seguito quel gesto irrequieto.
Quanto margine di manovra gli sarebbe rimasto in quella trattativa? Restio a compiere un’eventuale azione illegale dinanzi a un gran numero di testimoni, Mike avrebbe cercato di prendere tempo nella speranza di sondare ulteriormente il terreno.

Stento davvero a comprendere la sua richiesta. Qui, nel bel mezzo di questa sua bottega, avrebbe fatto riferimento alla mercanzia esposta allargando le braccia, si trovano oggetti dall’indubbio valore intrinseco o con una storia interessante alle spalle. Possibile che l’unica cosa che le interessi sia il furto del ricordo di un vecchio cinese? Mike avrebbe cercato di sottolineare con enfasi quelle ultime parole.
Non era solo l’ipotesi di avventurarsi in quel luogo così distante dal suo stile di vita a donargli una certa nausea, ma anche l’incapacità di elaborare lì, su due piedi, un ipotetico quanto completo piano che non prevedesse l’uso della magia dinanzi a così tante persone.

Ero sicuro che un uomo della sua classe nascondesse ben altri interessi… Ne è sicuro? Dopo quell’ulteriore parentesi, Mike avrebbe cercato di cogliere eventuali cenni che potessero aprire uno spiraglio per un’eventuale controfferta.
Lo sguardo sarebbe poi caduto, ancora una volta, sulla preziosa mercanzia che lo aveva spinto fin lì, sul London Eye. Perché non aveva approfittato di quella precedente esitazione, mentre il rigattiere si trovava ancora di spalle? Se la trattativa non si fosse mossa da quel punto di stallo, il Prefetto avrebbe potuto riprendere, come ultima soluzione, una vecchia strategia che già in precedenza aveva esaminato ma poi scartato. Se un’azione illegale doveva essere per forza compiuta, non sarebbe stato necessario recarsi così distante da quella cabina per impossessarsi dell’oggetto di Perkin. Aveva con sé la propria bacchetta, ma l’avrebbe tenuta come soluzione più estrema; l’ultima cosa che avrebbe voluto era un eventuale incidente visibile anche al di fuori di quella cabina.
Cercando di tenere a bada l’insofferenza crescente, Mike avrebbe atteso un nuovo quanto ipotetico riscontro da parte del rigattiere; era ormai giunto il momento delle decisioni finali e le carte rimastegli in mano non erano poi molte.


Mike T. Minotaus
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Una risata si liberò dal petto del rigattiere. Aveva un suono composto e, tuttavia, non c'erano dubbi sulla sua natura: era divertito dalle parole di Mike, quali che fossero le ragioni. La mano che aveva teso al giovane si ritirò con lentezza studiata, incontrando presto la fidata compagna. Un paio di istanti dopo, le dita dell'uomo stringevano una bacchetta di legno scurissimo, dalla cui elsa partivano una serie di spirali che arrivavano fin sulla punta. Il rigattiere sventolò rapidamente l'arma e la pentola di Perkin fece presto a librarsi fino al soffitto e a sparire apparentemente nel nulla. In realtà, non aveva fatto altro che oltrepassare una delle tante barriere magiche di cui era disseminata la cabina al fine di proteggere i migliori dei suoi averi. Soddisfatto, l'uomo la ripose nella manica della camicia.

«Ne sono sicuro,» disse infine, confermando le supposizioni di Mike.

Lo oltrepassò ancora, stavolta diretto nella porzione di cabina sulla quale si affacciavano le porte d'ingresso. Nel tempo impiegato tra spiegazioni e contrattazioni, il giro panoramico era andato avanti e avevano raggiunto la sommità del London Eye. Oltre la vetrata, la città si estendeva bellissima nel suo vestito color pesca. Con occhio critico, il rigattiere seguì brevemente il tragitto di un battello sul Tamigi. Poi, estrasse ancora una volta la bacchetta e si limitò ad una rapida frustata col polso. Uno scrigno intarsiato di rubini lo raggiunse e si limitò a librare a poca distanza dall'uomo. Questi ne estrasse una pasticca, poi rispedì il forziere nel punto dal quale era venuto.


«Un pasticca di Distillato della Morte Vivente, creata con la pentola di Perkin,» spiegò, tenendola tra il pollice e l'indice per mostrarla a Mike dalla distanza. «Se dovessi accettare, te ne farò dono. Consideralo un incentivo a far bene, oltreché uno strumento in grado di aiutarti nella missione. Ma è mio dovere invitarti alla cautela, laddove decidessi di utilizzarla.» Per un breve istante, i modi del rigattiere si fecero duri, mentre aggiungeva: «Quanto alle mie ragioni, rimarranno mie.»

Benché non avesse sancito l'ultimatum, era evidente dai toni utilizzati che quella fosse l'ultima occasione rimasta per stringere un accordo.




Scadenza prevista: 24 Giugno
 
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In un primo momento il Serpeverde avrebbe avuto la sensazione di aver forzato un po’ troppo la mano nei confronti del rigattiere; certo, i loro interessi erano contrapposti ma gli usi avrebbero voluto che la trattativa trovasse il proprio equilibrio in un clima forse più cordiale e collaborativo di quello che si era venuto a creare all’interno della cabina.
Era tutta colpa sua? Dal suo punto di vista, Mike continuava a bollare come pericolosa la richiesta pervenuta dall’altra parte ma, giunto a quel punto, cos’altro avrebbe potuto fare per impadronirsi dell’oggetto a lui così tanto caro?
Cercando di rimanere quasi impassibile, il giovane avrebbe osservato la pentola di Perkin librarsi nell’aria fino a svanire nel nulla; una delle ultime carte metaforicamente presenti nella sua mano era stata appena neutralizzata con quella mossa a sorpresa.
Lo sguardo soddisfatto dell’uomo si sarebbe scontrato con il grande conflitto tutto interno al Prefetto; possibile che il suo interlocutore abbia voluto mettere al riparo la pregiata mercanzia proprio in quel momento? Si poteva tutto ricondurre a quella mancata stretta di mano?
Le obiezioni potevano essere molte ma, se una delle leggi non scritte del commercio recita che è il venditore a fare il prezzo di un bene tanto utile quanto prezioso, a Mike non sarebbe rimasta che una soluzione.

Bene, se questa è la sua unica richiesta… Voleva la pentola, l’avrebbe voluta in quello stesso istante ma, complice un’indecisione, l’ipotesi del furto non sembrava più realizzabile.
Tutto si stava ormai incanalando verso un’unica strada: avrebbe dovuto giocarsi l’ultima possibilità nella vicina Chinatown.

Non posso ritenermi un amante di quella zona ma, per questa sera, temo dovrò fare un’eccezione. Avrebbe puntualizzato, abbozzando un’espressione falsamente accondiscendente ma che nascondeva in realtà la frustrazione del momento.
Dal punto più alto della ruota panoramica, il quartiere etnico indicato dal mago era ben visibile oltre il lento scorrere del Tamigi e, come se non bastasse quell’ultimo pensiero, il Serpeverde avrebbe dovuto sopportare l’ennesima dimostrazione di opulenza dell’uomo; perché uno scrigno stava ondeggiando verso la loro posizione? Cos’aveva ancora in mente?
Il piccolo segreto aveva in realtà la forma di una pasticca che, dopo una breve spiegazione, fu in grado di intercettare tutta l’attenzione dello studente. E così, dinanzi a lui, vi era una prima applicazione del biofilm. Abbandonando per qualche istante il disagio provocato dal trovarsi in quella situazione di palese difetto, Mike avrebbe osservato con coinvolgimento e attenzione la piccola pillola.
Le implicazioni che sarebbero potute nascere con una scrupolosa disamina del biofilm erano molte e, per quanto la Mors Aparentis non fosse, a suo modo di vedere, l’esempio più indicato, il beneficio di un assorbimento transcutaneo avrebbe potuto aprire nel Serpeverde orizzonti davvero inimmaginabili.

Mi recherò in quel quartiere. Avrebbe affermato a quel punto, facendo scorrere lo sguardo sul viso del rigattiere. L’accordo poteva definirsi concluso? Spero che quel paradiso gastronomico non deluda le aspettative. Ormai, non vi era più scelta.

Nell’attendere la conclusione del giro panoramico, Mike avrebbe cercato di sfruttare quei pochi momenti per gustarsi un breve scorcio della Londra al tramonto. In altri contesti avrebbe apprezzato i colori caldi e ancora accesi della sera ma, in quel particolare momento, la tensione accumulata nel corso di quell’incontro era restia ad abbandonare il suo corpo.

Ci rivedremo presto. Poche parole, pronunciate con una fierezza che non avrebbe lasciato nulla al caso.
Ben presto Mike si sarebbe lasciato tutto alle spalle, compreso il London Eye. Ora sembrava possedere qualche certezza in più, compresa la consapevolezza che, quasi certamente, avrebbe dovuto far uso di tutta la sua astuzia per uscire indenne dal quartiere babbano.




L’aria della sera stava accarezzando dolcemente i capelli dell’inquieto Serpeverde che, proprio in quel momento, stava terminando di attraversare il Waterloo Bridge in direzione nord ovest. Più di un’attenta riflessione l’avrebbe accompagnato lungo l’insolita passeggiata serale.
L’incontro con il rigattiere era stato lungo e per certi versi duro; era stato difficile giungere ad un vero e proprio accordo ma, quando si era ritrovato lì vicino il prodotto della pentola di Perkin, la grande ambizione aveva spronato Mike a compiere la scelta. Se quell’ultimo sforzo fosse stato in grado di condurlo verso il prezioso strumento, sarebbe stato inutile e forse improduttivo tergiversare ulteriormente. Certo, sulla nuova missione pendeva più di un’incognita e, se da un lato il fine avrebbe potuto giustificare i mezzi, dall’altro vi era la possibilità concreta di finire dinanzi alla corte del Wizengamot qualora fosse stato scoperto a compiere magie in presenza di babbani.
Recuperare un ciondolo poteva risultare una missione impervia ma, per prima cosa, Mike avrebbe dovuto farsi strada lungo il quartiere etnico della città, tra ristoranti dall’aria indiana, messicana e orientale.
Ancora abbigliato con quegli abiti babbini, nessuno avrebbe presumibilmente fatto caso al suo incedere veloce e deciso, tipico di chi ha le idee chiare ma poco tempo a disposizione. Man mano che il giovane si fosse avvicinato alla famosa Leicester Square, da svariati locali si sarebbero verosimilmente sollevati gli odori più diversi e disparati, come se l’intera cucina etnica del mondo avesse trovato una sintesi perfetta tra quelle vie. Cibi speziati dai sapori lontani avrebbero spesso lasciato uno spazio alla rivisitazione in chiave londinese di alcuni elementi che, non sempre avrebbero generato un combinazione tale da attirare il delicato olfatto del Serpeverde. Era lì, in quel contesto, che Mike avrebbe potuto scorgere l’insegna di Xin Xin Guo? L'ora della cena non sarebbe tardata ad arrivare...


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Distillato della Morte Vivente (?)

Come suggerito in calce al masteraggio precedente, ho ipotizzato non vi siano difficoltà per Mike ad uscire dal London Eye e ad avvicinarsi al quartiere di Chinatown. Confido di aver agito correttamente.

 
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view post Posted on 27/6/2018, 11:31
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Un rapido scambio di convenevoli, una consegna non troppo cerimoniosa della pillola di Distillato della Morte Vivente e un cenno di assenso per congedo bastarono a decretare la fine dell'incontro tra i due. Nel più assoluto silenzio, dunque, eccezion fatta per gli stridori dovuti al funzionamento della grande ruota panoramica, Mike poté lasciarsi alle spalle l'ennesimo scenario di un'avventura iniziata non troppo tempo prima. Quant'era lontana la sera in cui aveva incrociato per la prima volta il giovane e ambizioso Sensk Ama? E quanto lontano era ancora disposto a spingersi per ottenere ciò che si era prefissato di fare proprio?

Se di puntualità il rigattiere era stato prodigo nello spazio chiuso della cabina, nessuna mancanza avrebbe potuto essergli imputata neppure con riguardo alle indicazioni. Attraversato il caotico e variopinto quartiere londinese, all'incrocio designato tra Gerrard Street e Macclesfield Street, gli occhi del Prefetto verde-argento avrebbero trovato esattamente ciò che cercavano. L'insegna al neon riluceva all'angolo della strada e, su di essa, pochi ideogrammi cinesi si stagliavano contro il bianco perlaceo dello sfondo. Per buona pace degli inglesi, nel margine in basso a sinistra, una traduzione avrebbe reso in tutto più chiaro:
Xin Xin Guo.

A Mike sarebbe bastato muovere qualche passo fino all'entrata per non vedere disattese le sue aspettative. Le porte scorrevoli del locale erano aperte, dunque non avrebbe faticato a scorgere l'interno. L'ambiente non era dei più spaziosi, ma era gestito in modo tale da rendere il fermo confortevole. Pochi alti sgabelli stavano allineati per consentire ai clienti di poggiarsi a un ripiano di legno e, lì, consumare un pasto dai colori vivaci. Un frigorifero era addossato alla parete di sinistra, colmo delle più varie bevande babbane. Una manciata di collaboratori, tra camerieri e fattorini, si alternavano per garantire un servizio celere ed efficiente in fatto di pulizia e consegne. Su tutto, faceva bella mostra un'enorme piastra rovente dalla quale si sollevavano i profumi più intensi d'oriente in un miscuglio di terra e mare da far invidia perfino alle località turistiche del mediterraneo. Un unico uomo stava lì a presiederla, a sguardo chino, concentratissimo: indossava una giacca bianca da cuoco e una fascia sulla fronte per ragioni igieniche; aveva, inoltre, un grembiule di cotone legato in vita e se ne serviva di tanto in tanto per pulirsi le mani.

Se Mike avesse deciso di fermarsi per cena - e per dare seguito ai suoi propositi -, avrebbe potuto ammirare la precisione e destrezza con cui maneggiava le materie prime, coadiuvato dalla fedelissima spatola. Tra le sedute a disposizione, vi erano uno sgabello addossato al muro di destra e un altro che consentiva di fronteggiare il re della piastra. Gli altri rimanevano occupati da avventori, alcuni dei quali già chini sui piatti di cibo.

Nel cielo della sera, la brezza fece oscillare la lanterna cinese - tonda, rossa, frangiata di giallo - adiacente l'insegna.




Ti sei mosso bene, Mike. Ti suggerisco, inoltre, di aggiungere la pillola di Distillato della Morte Vivente in inventario. ^_^

Scadenza prevista: 3 Luglio
 
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view post Posted on 3/7/2018, 22:17
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Giunto in prossimità del luogo designato, gli occhi curiosi del Serpeverde si sarebbero soffermati, nel bel mezzo di quel viale pedonale, ad osservare l’incrocio indicato dal rigattiere. Là dove Macclesfield Street si univa alla più prestigiosa Gerrard Street, si potevano chiaramente notare i colori tipici di un locale dalla cucina prettamente orientale. Nella realizzazione della parte esterna del ristorante nulla sembrava essere stato lasciato al caso; il colore sgargiante della parete che dava sulla strada rappresentava appieno i colori della bandiera cinese e, anche la preziosa insegna sembrava voler ribadire lo stesso concetto. In un contesto ben diverso, Mike avrebbe anche potuto apprezzare il forte accostamento di colori così accesi e vivaci ma, in quell’occasione, il suo animo era focalizzato su qualcosa di ben più importante che una semplice cena in una località vagamente suggestiva.
Man mano che si avvicinava all’ingresso, Mike avrebbe cercato di tenere il tipico contegno di un turista in cerca di un posto nel quale consumare un veloce pasto, senza dare troppo nell’occhio. Dietro quella maschera, il suo cuore avrebbe continuato a battere intensamente spinto dall’adrenalina del momento. Cos’avrebbe trovato all’interno del locale? A quale sfida sarebbe andato incontro?
Un ciondolo, un semplice ciondolo contenente chissà quale ricordo sarebbe valso al Serpeverde la preziosa pentola, con tutte le implicazioni del caso.

Con addosso quella variegata combinazione di sentimenti e sensazioni, Mike avrebbe varcato la porta del locale andando oltre le porte scorrevoli. Pochi attimi e subito il suo olfatto sarebbe stato letteralmente travolto da una lunga serie di odori; di quella variegata mescolanza avrebbero fatto parte aromi conosciuti ed apprezzati così come qualche esalazione proveniente da ingredienti forti e decisi, forse non sempre graditi al giovane studente.
Pizzicandosi leggermente il naso, già in prima battuta il Prefetto avrebbe cercato di discernere quanto di positivo avrebbe potuto trovare in quel posto; non aveva fatto tutta quella strada per consumare un lauto pasto ma, certamente, era giusto e doveroso osservare con attenzione i vari particolari del locale prima di approcciare ad un’attenta e meticolosa strategia.
Ai suoi occhi quel luogo si presentava come un tipico locale turistico, ben agghindato e confortevole, ma destinato a non rimanere impresso molto a lungo nella mente dei vari commensali, a meno che nel cliente non vi fosse una certa inclinazione per quei gusti, forti e decisi, tipicamente orientali.
Mentre era ancora intento ad osservare la disposizione dei vari sgabelli e dell’eventuale clientela presente nel locale, l’attenzione del Serpeverde sarebbe stata completamente catturata dall’elemento forse più caratteristico del posto. Una piastra sembrava fare bella mostra di sé e lì, ad accudirla da vicino, si stagliava imponente la figura di un uomo.
Sì, doveva essere il famoso Xin Xin Guo.
Deciso a togliersi fin da subito quel dubbio, Mike avrebbe cercato di avanzare risoluto, provando a simulare un’espressione vagamente interessata a quanto stava avvenendo dinanzi a lui.

Buonasera buon uomo, è lei il proprietario del locale? Avrebbe provato ad abbozzare la conversazione con tono gentile e pacato, accennando ad un inchino. Lo sguardo indagatore sarebbe invece corso a cercare la catenina o il famoso monile tra gli accessori dell’uomo, prima di abbassarsi sulle pietanze che stavano continuando la loro cottura.
Noto una grande cura e maestria nella lavorazione degli ingredienti… mi piacerebbe fermarmi in questo locale qualora via sia un posto tranquillo e non affollato a cui sedersi. Una prima richiesta e un piccolo elogio sarebbero usciti dalla sua bocca per iniziare a rompere il ghiaccio.
In netto contrasto con l’apparente calma, all’interno del suo corpo tutti gli organi sensoriali si sarebbero ben presto attivati e allertati. Era giunto il momento delle prime scelte e, qualora gli fosse stato indicato un posto tranquillo e relativamente appartato dal quale studiare la situazione, Mike avrebbe verosimilmente accettato di fermarsi nel locale.
Il tempo di fingere interesse verso un’eventuale ordinazione, sarebbe sicuramente giunto in seguito.

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L'uomo oltre la piastra alzò lo sguardo su Mike, incuriosito da un tono di voce che gli risultava estraneo e da un approccio tanto diretto. Gli occhi osservarono il giovane che aveva di fronte con cipiglio serio, indagandone l'animo. Allungò il braccio che muoveva la spatola per indicare lo sgabello vuoto rimasto davanti a lui. Poi, tornò a dedicarsi agli ingredienti che aveva esposto al calore della piattaforma rovente. A quanto pareva, quel gesto era quanto di più vicino a una risposta il Serpeverde potesse aspettarsi.

A capo chino, l'attenzione del cuoco tornò a focalizzarsi sulla piastra. A contatto con la superficie bruciante, le materie prime rilasciavano i propri succhi sicché uno sfrigolio appetitoso ne accompagnava la cottura. Senza difficoltà, la spatola procedeva a rimestarli, rivoltarli e, infine, li depositava su un piatto alla destra dell'uomo - e, quindi, alla sinistra dei clienti che sedevano dirimpetto - perché il primo cameriere libero procedesse al servizio. Benché la struttura del locale consentisse agli avventori di affacciarsi su una parte fondamentale della cucina, la piastra era di tali dimensioni che il cuoco non avrebbe potuto procedere alla consegna nemmeno se non fosse stato preso dalla gestione della cottura; né, ovviamente, c'erano speranze che i clienti avessero più successo.

Nonostante ciò, la distanza era sufficiente per consentire a Mike di studiare la persona che aveva di fronte. Si trattava di un uomo forte, benché non particolarmente corpulento, e la sveltezza alla quale procedeva avrebbe generato negli osservatori l'impressione che praticasse una qualche forma di arte marziale. Danzava e muoveva gli ingredienti per impiattare il miglior risultato possibile. E aveva un'espressione decisa sul volto dai lineamenti affilati: quand'era concentrato, le due fessure che aveva per occhi parevano ingabbiare l'oggetto d'interesse per piegarlo al suo volere. Sotto la spessa giacca bianca di cotone, era possibile intravedere il profilo delle spalle, leggermente ingobbite dall'età. I capelli erano brizzolati e la pelle intarsiata di un reticolo sottile di rughe. Una catenella d'argento gli cingeva il collo ed era appena visibile nel punto in cui s'intersecavano le clavicole: stare di fronte a una piastra rovente significava soffrire il caldo. Dunque, per quanto abituato fosse al rigore, il cuoco si era concesso di non agganciare il bottone in cima per garantirsi un certo sollievo. Lì, quando si chinava per recuperare un ingrediente pronto per essere servito e mangiato, la luce della lanterna sopra le loro teste faceva brillare il metallo prezioso di cui era fatta la collana.


«Scusi,» proruppe la voce sottile di una cameriera, mentre tentava di disporre una tovaglietta di carta sul ripiano di fronte a Mike e di posizionare un set di stoviglie abbinate: un piattino, un paio di bacchette e un bicchiere dal profilo tozzo. «Menù,» gli disse infine con un'inflessione marcatamente orientale, prima di lasciarlo alle sue scelte.

Sulla carta, le pietanze a disposizione dei clienti erano state sottoposte a una netta bipartizione. In alto, stavano gli ingredienti da richiedere direttamente alla piastra; in basso, quelli che sarebbero usciti dalla cucina sita nel retro del locale. Si trattava di un menù come tanti altri se ne vedevano in giro, fatto di antipasti, primi e secondi. Mike non aveva che l'imbarazzo della scelta. Il cliente alla sua destra, servito una manciata di minuti prima, inserì una discreta quantità di spaghetti alla piastra in bocca e mugugnò, soddisfatto.

Pareva si mangiasse bene, almeno.



Non mi sono dilungato ad elencare quali piatti vengano serviti per non ridurre la quest a una lezione di cucina orientale, però ti lascio un link che ti faciliti nell'eventuale scelta: click
Preciso, inoltre, che il locale accetta un pagamento anche in galeoni. Come avrai intuito, il cuoco che hai di fronte è un mago e, benché cucini come un babbano, serve una clientela mista, un po' come avviene all'Himiko's Taste. Quindi, se anche fossi rimasto a corto di pecunia babbana, non preoccuparti: puoi usare i galeoni con cui speravi di acquistare la pentola di Perkin.

Scadenza prevista: 14 Luglio
 
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view post Posted on 13/7/2018, 13:06
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Al contrario di quanto accaduto nel corso dei precedenti incontri che l’avevano spinto lungo quell’avventura, l’addetto alla piastra apparve agli occhi del Prefetto come un uomo brusco e concreto; non una parola era volata nel locale per salutare il suo ingresso e nessuna spiegazione era stata data sulla cucina che, lì, trovava tutta la propria espressione. Possibile che le sue parole fossero cadute nel vuoto?
Preso in parte in contropiede da quel comportamento, Mike non si sarebbe perso d’animo ma, al contrario, avrebbe cercato di cogliere quanti più dettagli possibili da quel primo incontro.
Lo sgabello vuoto indicato dal cuoco si trovava proprio di fronte alla piastra, in una posizione tanto privilegiata quanto centrale. Quanto margine di manovra avrebbe avuto da quel punto?
Facendo buon viso a quanto la sorte era stata in grado di concedergli, il Serpeverde avrebbe accettato di buon grado l’invito a sedersi, cercando allo stesso tempo di trarre un tornaconto anche dai più piccoli e insignificanti aspetti di quel luogo.
La disposizione degli spazi e la presenza di altri avventori, unitamente a quell’iniziale difficoltà nel creare un minimo di coinvolgimento con il signor Guo, lo avrebbero fatto desistere da un’azione diretta quanto avventata.
Il giovane avrebbe così optato per una strategia a più ampio respiro, in grado di creare gradualmente le condizioni necessarie affinché, con un po’ di fortuna, la sottrazione del prezioso oggetto potesse realizzarsi con un rischio del tutto contenuto.
Avvicinandosi alla postazione indicata, Mike vi avrebbe preso posto e, senza indugio, si sarebbe subito concentrato sulla figura che gli stava davanti. Agile e deciso, l’esperto cuoco sembrava destreggiarsi con ottimi risultati in ogni richiesta culinaria ma, a catturare la sua attenzione sarebbe stato senza alcun dubbio il ciondolo argenteo che si intravedeva sotto l’elegante veste bianca.
Prezioso e allo stesso tempo luccicante, il ragazzo avrebbe cercato di coglierne le forme e le particolarità, come se da quel pregiato monile dipendesse in parte anche il suo destino.
Perché quell’oggetto era stato richiesto in maniera così insistente dal rigattiere? Ne esistevano altre copie? Domande dubbi legittimi che, molto probabilmente, sarebbero rimaste senza risposta.
A portarlo nuovamente alla realtà del momento ci avrebbe pensato una graziosa cameriera che, adeguandosi al curioso standard del locale, apparecchiò il tavolo e gli concesse una copia del menù pronunciando la bellezza di ben due vocaboli; una sorta di primato in quanto a cortesia.

Oh, la ringrazio. Proferì in risposta, concedendo alla lavoratrice di una semplice e veloce occhiata. Non era di certo sua intenzione quella di gustarsi una cena abbondante e prelibata ma, visto che il destino lo aveva portato fin lì, tanto valeva approfittarne per un veloce boccone.
L’occhio critico e attento del Prefetto sarebbe corso lungo la carta fino a selezionare quanto vi fosse di appetitoso e stuzzicante per il suo palato, tendendo in ogni caso a scartare i cibi eccessivamente speziati e forti.

Dunque, sono già pronto per ordinare i primi due piatti. Gradirei una porzione di Ravioli alla Griglia e una Zuppa con Pollo e Fughi. Antipasto e primo piatto, al momento, sarebbero bastati.
In quel momento, tuttavia, Mike avrebbe inoltre cercato di avvantaggiarsi in tutto quel movimento di sedie e piatti; ora che il posto era stato preso, ci sarebbe verosimilmente voluto qualche tempo affinché i primi piatti uscissero dalla cucina. Perché non approfittarne per compiere un giro completo del locale? Una semplice scusa avrebbe potuto fare al caso suo.

Prima però, potrebbe indicarmi come raggiungere il bagno? Il tono affabile e gentile, avrebbe raggiunto la cameriera prima che quest’ultima si allontanasse definitivamente dal suo tavolo.
Qualora fosse riuscito ad allontanarsi da occhi indiscreti, Mike avrebbe perfino provato a raggiungere la fedele bacchetta di Prugnolo, ben celata tra i rozzi abiti babbani che stava indossando. Quanto sarebbe finalmente terminata quella lunga serata? E quando avrebbe potuto mettere le mano sulla preziosa pentola? Due semplici intenti, in cima alla lista dei desideri, che certamente lo avrebbero tenuto occupato ancora per un po’.

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