Cheers with the Green Man, Privata.

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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Cheers with the Green Man
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Aiden Weiss

Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Irlandese
PS: 196 ☘ PC: 142 ☘ PM: 145 ☘ EXP: 29.5


"Quando la Ruota incomincia a girare
comincino i fuochi di Beltane a bruciare.”




Beltane era il tempo del latte e del miele, il tempo migliore per sbocciare e fiorire, desiderio e soddisfazione; si celebrava l’amore, l’attrazione, il corteggiamento, l’unione, e tutti quei piccoli e grandi desideri istintivi che chiamiamo “febbri” o “amori” primaverili. Detto anche Fuoco Luminoso o Caldemaggio è il giorno con cui incomincia la fase estiva delle attività legate alla terra e una volta era il momento in cui il bestiame veniva portato ai pascoli dopo lo svernamento e la benedizione dei falò accesi a Beltane. Tradizionalmente si saltava attraverso i falò di Beltane per predire l’altezza del raccolto dai salti effettuati, ma Aiden non ritenne saggio né opportuno far saltare i propri ospiti attraverso i falò, perciò aveva studiato una variante più appropriata e più sicura.
L’Auror aveva programmato tutto con estrema cura, iniziando i lavori di allestimento già dalla sera precedente, avvalendosi del prezioso aiuto di Samuel, Lena e Ophelia. Solo verso metà pomeriggio, quando mancavano ancora diverse ore dall’inizio della festa, la radura poté definirsi pronta, le uniche note mancanti a rendere tutto perfetto e magico erano le luci che sarebbero state accese con il sopraggiungere dell’Oscurità.

Mentre Samuel si assicurava che il buon vecchio Séan O’Kelly, il Maggiordomo dei Weiss, preparasse dei gustosissimi manicaretti per deliziare i palati degli ospiti, Aiden venne catapultato in quella che fu una guerra tinteggiata di verde nel bagno, sotto le esperte mani delle sorelle minori. A petto nudo e a piedi scalzi, avvalendosi soltanto di un paio di pantaloni di lino bianco, l’Auror rimase fermo come una statua mentre le mani delle sorelle distribuivano in maniera omogenea la vernice verde sul suo corpo tonico e scolpito. L’idea era di presentarsi agli ospiti come il famoso Uomo Verde, così da invogliarli a scoprire meglio l'origine e la tradizione dei festeggiamenti in onore di Beltane, un periodo assai particolare e importante per i Celti e per i loro discendenti ancora in vita, così come per chi ancora credeva nei Druidi e negli Dei Antichi.
Quando il lavoro più brigoso e lungo venne concluso, Lena abbandonò Aiden completamente nelle mani di Ophelia, mentre ella si accingeva a prepararsi nell’affiancare il fratello nelle vesti della Dea Fanciulla. Aiden prese un pennello sottile con la tintura nera e prese a disegnarti dei simboli druidici, rune e triskeli, nei punti in cui riusciva a farcela senza problema, mentre Ophelia si premurò di fare altrettanto nelle altre zone coperte di verde. I tatuaggi[*] di Aiden erano stati coperti e, per pura fortuna, non avrebbero rovinato un simile capolavoro.
Il fulvo si diede una rapida occhiata allo specchio quando ultimò l’ultimo simbolo, una runa protettiva nota come Algiz, sorridendo soddisfatto. Sia i capelli che la barba, vennero risparmiati dalla tintura verde ed erano state lasciate crescere in maniera quasi selvaggia. A renderlo assolutamente perfetto e degna rappresentazione dell’Uomo Verde, furono le corna da cervo che Ophelia si premurò di sistemargli sulla testa, fissandole con un incantesimo. Dal canto suo, Aiden ricorse al Fuocondro affinché non avvertisse freddo con l’arrivo della notte.
Ecco, l’Uomo Verde era pronto!

Séan O’Kelly non ebbe bisogno di ordini o eventuali istruzioni, l’anziano uomo sapeva esattamente cosa fare. Tutto impettito e vestito a punti, il Maggiordomo si piazzò accanto al tavolo con il buffet, le mani dietro la schiena e scoccando occhiate torve alle due Magonò che aveva portato al proprio seguito per farsi aiutare con il rinfresco, in quel momento intente a sistemare i tavoli, ma che secondo il suo esperto parere ci stavano mettendo troppo. Dando un’occhiata al proprio orologio da taschino, l’anziano uomo decretò che non mancava molto all’arrivo degli ospiti e perciò sospirò sconsolato. Con uno schiocco di dita catturò l’attenzione delle due donne e le spedì in cucina, al resto ci avrebbe pensato lui, gli sarebbe bastato un colpo di bacchetta eppure…

Lancillotto rizzò le orecchie quando il suo infallibile naso percepì un l’aroma di gustose prelibatezze, al che spiccò un balzo e scese dal divano quando notò che la porta del retro della casa e stata lasciata aperta. Samuel si era dimenticato di chiuderla così da impedire al cucciolo di cane di uscire e dare il peggio di sé, facendo uscire di testa il buon Séan con un Caos disumano. Rapido come una saetta il cucciolo dal muso biscottoso fece il suo trionfale ingresso nella zona della festa, abbaiando come un ossesso, diretto verso il buffet, pronto a divorare quelle prelibatezze che sapeva di non poter avere. Eppure come poteva resistere ad un simile richiamo? Come poteva starsene buono in casa mentre l’aria era intrisa da un simile profumo?
Fu Samuel, complice di aver peccato di quella distrazione, a salvare la situazione e i nervi del Maggiordomo: con un colpo di bacchetta il cucciolo venne letteralmente bloccato sul posto e il buffet fu salvo. Una goccia di sudore freddo solcò una tempia del vecchio Mago, mentre Sam si affrettava a recuperare il cane e a portarlo con sé nell’accogliere i musicisti che avrebbero reso festosa e frizzantina quella serata con ottima musica irlandese.
Con un gesto della mano il fratello del padrone di casa indicò ai musicisti il loro personale spazio, un basso ma spazioso palco in legno.

Aiden uscì di casa e batté per terra il proprio bastone, decorato con fiori e pendenti, per poi dedicarsi ad un rapido giro di controllo della radura. L’area del buffet e dei musicisti, così come i tavoli, erano pronti con un tempismo impeccabile. Già le prime note del band presero a riempire la radura, cullandola con una fantastica melodia, tra strumenti a fiato, a percussioni e a corda.
Il fulvo batté nuovamente il bastone a terra e le luci che pendevano dai rami degli alberi come tante liane presero ad illuminarsi. Poi estrasse la bacchetta dalla fondina che teneva appesa sulla coscia destra e la puntò contro la pila di cocci di legno al centro della radura, lì dove sarebbe nato un ardente falò. «Lacarnum Inflamare!» L’incanto venne pronunciato con orgoglio e sicurezza e una fiamma apparve tra i cocci, iniziando a bruciarli, finché non crebbe a mano a mano che la legna bruciava.

«Sam, tu pensa al cesto delle maschere. Ophelia, tu al Palo di Maggio!» Quelle ultime istruzioni vennero dette in fretta e furia, perché ormai era ora e lui e Lena dovevano assolutamente andare ad accogliere gli ospiti sul limitare del bosco, lì dove il sentiero nasceva, assicurandosi di accendere le lanterne che avevano appeso sui rami così da rendere il passaggio sicuro ed agevole.
Sua sorella Lena apparve al suo fianco, vestita con un lungo abito bianco che toccava il suolo, i piedi scalzi come suo fratello e una ghirlanda di fiori dalle mille sfumature ad adornarle il capo. Era bellissima, una vera Dea, che avrebbe fatto impazzire il suo fidanzato se solo fosse stato presente e avrebbe reso fiera la loro madre. Prese la sorella per mano e si avviarono lungo il sentiero, seguiti a ruota da Lancillotto, che era stato liberato dall’incantesimo, saltelli felici e acuti versi emozionati. Era un gran giocherellone e infatti spesso e volentieri cercava di addentare il bastone di Aiden, volendoglielo sfilare di mano.

L’Uomo Verde e la Dea Fanciulla apparvero all’improvviso sul sentiero e sfociarono fuori dalla boscaglia, palesandosi a chiunque fosse giunto nello spiazzo aperto che anticipava l’inizio del bosco.
Con un caloroso sorriso, la figura maschile avrebbe rivolto agli ospiti un chiaro messaggio di benvenuto: «Cuir fáilte roimh an lá ceiliúradh seo, idir cairde agus nádúr féin! Siate i benvenuti in questo giorno di festa, tra amici e la Natura stessa!» Lo disse sia nella lingua gaelica sia in inglese.
Erano davvero tutti più che benvenuti.






[*]: Quelli riportati in scheda, non quelli visibili nel PV.

Descrizione del luogo della festa:

- Casa di Aiden e relativi interni: Vi rimando direttamente al topic dell’abitazione click. Potete accedere ad una qualsiasi parte della casa, tranne la camera da letto di Aiden per ovvi motivi (chiusa a chiave).
- Il sentiero che conduce alla Tana della Volpe: Immerso completamente nella natura, è sia un sentiero battuto dall’uomo che dagli animali, segnato - comunemente - da alcune teste di volpe che Aiden ha scavato nel legno di alcuni alberi. Per la festa sono state aggiunte delle lanterne magiche per rendere il passaggio sicuro e ben illuminato, tenendo lontani anche gli animali. Queste lanterne sono fatte con uno speciale materiale ignifugo e impermeabile. Ricordano molto le lanterne orientali.
- Luci calanti dagli alberi: Sembrano delle liane luminose, pendenti dai rami degli alberi attorno alla casa di Aiden e che circondano l’intera area della radura, conferendone un’atmosfera magica e mistica. Sono di una tonalità dorata.
- Falò: E’ al centro della radura e non è grandissimo. E’ comunque circondato da un piccolo muretto di pietre. Poco distante dal falò vi è una cassetta con altra legna per alimentare il fuoco.
- Buffet e tavoli: A destra dell’abitazione vi sarà un lungo tavolo stracolmo di cibi e bevande (alcolici compresi) di ogni sorta. Séan O’Kelly, il Maggiordomo dei Weiss, si occuperà di farvi avere qualsiasi cosa desideriate. Sono presenti anche due Magonò come cameriere. Tavoli e sedie si presentano completamente in legno, alla moda boscaiola, con dei fiori come centrotavola.
- Cestino contenente delle maschere: Ancora non vi sarà reso noto il loro scopo, ma lo troverete su un tavolino non molto distante dal Falò. Le maschere sono in legno e raffigurano svariati animali.
- Musicisti: A sinistra, dalla parte opposta all’area ristoro, troverete un palco basso ma spazioso dove suoneranno una band irlandese, con musiche tipiche dell’Éire.
- Palo di Maggio: Tra la casa e il palco dei musicisti è possibile notare un lungo palo conficcato nel terreno ed ergersi verso le fronde degli alberi. Sulla cima vi è una ghirlanda fatta da svariati fiori, mentre una moltitudine di nastri colorati ne toccano il terreno.


Essendo una semplice role, con tanti players e considerato che tutti hanno i loro impegni, non siete obbligati a rispettare un preciso ordine. Divertitevi e basta!
Aiden accoglie i primi invitati all'inizio del sentiero, per chi arrivasse più tardi può avvalersi della mappa che ha ricevuto via gufo.
Happy Beltane a tutti! :flower:



Edited by Aiden Weiss - 5/5/2018, 18:46
 
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Beltane era stata di gran lunga una delle festività preferite in assoluto da Oliver fino all'età di dieci anni. Esplosioni di luce, scintillii di fuoco, voragini e turbini di candele e lanterne, in un tripudio di danze tribali e tradizioni senza tempo, tutto quello e tanto altro ancora restavano ricordi indelebili nel suo cuore e nella sua mente. Fino a quando suo zio Albert non si era ferito, ogni anno la sua famiglia festeggiava quel rituale primaverile con estrema partecipazione emotiva. Un incontro dal grande valore, custode di un potenziale di eredità e cultura popolare senza eguali, Beltane era quello e anche più: Irlandese di origine, di nascita e di crescita, Oliver non avrebbe potuto di certo negare di esserne all'oscuro. Semplicemente, il corso degli eventi per lui aveva preso una piega differente, suo zio ne era stato vittima e non più desideroso di viverne i festeggiamenti in prima persona e di conseguenza, lui che viveva a stretto contatto con il fratello di suo padre e i suoi rispettivi figli, nella stessa casa, si era adeguato senza troppi preamboli. Tanto bastava, tuttavia, per sorprendersi con un vero e proprio interesse e divertimento all'invito di Aiden Weiss. Che il Mago vantasse la sua stessa terra natia era un dato di fatto, Oliver aveva avuto modo di entrarne a conoscenza; che lo avesse preso in simpatia, non era altresì un mistero, poiché lo stesso Caposcuola nutriva quell'affetto genuino e sempre più crescente nei riguardi dell'Auror; che fosse tuttavia confuso da essere stato chiamato a sua volta alla ricorrenza di Beltane nella dimora della Volpe, era pur sempre evidente sul volto dello studente. Autore di una maledizione fin troppo tangibile sul capo del Mago, Oliver non si aspettava affatto di essere ancora nei pensieri più speciali dell'altro. Se fosse stato al suo posto, avrebbe allontanato quanto più possibile il Veggente e le sue visioni nefaste: la sola presenza del Caposcuola avrebbe significato il perdono diretto da parte di Aiden nei suoi confronti. D'altronde il patto era stato nitido fin dalla sua originale stesura: la conoscenza del Futuro, in qualsiasi forma e in qualsiasi modo potesse presentarsi, non avrebbe condotto Aiden ad un giudizio d'accusa verso il giovane Irlandese. Artefice o meno che fosse, di quel destino non ancora del tutto delineato, Oliver era solo un tramite, solo un messaggero. Lui che era Viaggiatore del Tempo, non per scelta, non avrebbe potuto subirne le conseguenze associate. Così a sua volta, anche se leggermente imbarazzato - da quando non si vedevano? Era tutto cambiato? Aiden avrebbe ancora avuto stima e affetto nei suoi confronti? - il ragazzo accettò di buon grado l'invito, confermando rapidamente la sua partecipazione. Un paio di regali di cortesia a fare da contorno, come prescritto dall'ormai innato galateo della sua persona; una giacca sportiva, una camicia giovanile, un paio di pantaloni scuri in abbinamento e un paio di mocassini ai piedi, Oliver era pronto. Giunse con dieci minuti di ritardo al luogo dell'appuntamento, solo perché si era distratto ad osservare le stravaganti teste di volpe impigliate e intagliate nel legno lungo tutto il percorso. Macabro, per alcuni versi; simbolico, sotto altri aspetti. Quel giorno la mente era libera, non più gremite di volti sconosciuti, di enigmi da risolvere o da chissà quale altro mistero; il Dono placato, il cuore pure, le occhiaie tuttavia evidenti su quel volto altrimenti allegro e del tutto spensierato, finalmente Oliver risalì il pendio per giungere alla villa del Mago. Da lontano la prima impressione fu di puro stile, ne rimase sorpreso ed elettrizzato insieme; si sistemò le pieghe della camicia, mentre sollevava la mano sinistra in segno di saluto. «La Tana della Volpe, vero? Noto una certa classe e lo ammetto, mi piace!» Avvicinatosi maggiormente, avrebbe salutato con gentilezza prima la donna misteriosa, chiedendole elegantemente la mano in un bacio senza contatto, come da prassi. «Enchanté» avrebbe detto, le vecchie maniere restie ad abbandonarlo. Le avrebbe affidato una scatola di piccole dimensioni, intagliata in legno con arabeschi orientali apparentemente in superficie. «Il migliore Idromele in circolazione. Secondo mio cugino, il che potrebbe essere vero così come esageratamente falso. Ma più di una persona lo conferma, spero possa piacervi.» Sorrise, la seconda scatola rivolta verso Aiden. «Il total green è tornato di moda? Spero che questo possa abbinarsi per bene.» Sorrise, un occhiolino a fare da contorno. Senza farsi vedere dalla donna accanto, Oliver avrebbe sillabato un'unica parola: Grazie. L'altro avrebbe di sicuro capito.
Tutta la natura si rinnova, l’albero della vita è intrecciato in una rete a spirale.
Ci incontriamo nel momento della fioritura, per danzare la danza della vita.


» Idromele Olimpo
Con polvere d'oro e belladonna trattata. Fa sentire dei in terra, con un recupero di 10 punti salute. Non adatto a chi ha scarso autocontrollo.

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» Amuleto Propiziatorio click
In onore di Odino, dio supremo dell'antica religione nordica.
+ 2 Mana +2 Salute +1 Corpo
Si narra che Odino si appese a testa in giù su un ramo dell’Albero della Vita, posto sopra la Fonte della Saggezza, per imparare a scrutare il futuro.


La parola Valknut, di origine norrena, deriva da “valr” che significa “guerrieri uccisi” e “knut” che vuol dire “nodo”. Il simbolo che la parola rappresenta consiste in tre triangoli intrecciati e appare in molti oggetti antichi appartenuti ai germani. Il Valknut è conosciuto anche come nodo di Odino, il padre degli dei nella mitologia norrena, e ricorda il Triskell Irlandese. Secondo gli studiosi i tre triangoli rappresentano l’inferno, il paradiso e la terra. Le nove punte dei triangoli, invece, rappresentano i nove mondi dell’antica mitologia norrena.


La teoria più accreditata è che servisse per proteggere lo spirito dei valorosi in modo che essi potessero raggiungere indisturbati il Valhalla per allenarsi nelle arti della guerra fino al giorno del Ragnarok. Per i Norreni, infatti, sarebbe arrivato una sorta di “giudizio universale”, appunto il Ragnarok, durante il quale le forze dell’ordine avrebbero combattuto contro le forze del caos per distruggere questo mondo.


 
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Ayumo Vanille

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Come aveva precedentemente scritto al mittente delle due lettere che le erano giunte nell’ultimo periodo, per lei erano state entrambe delle vere sorprese.
Infine aveva deciso di accettare l’invito per quella festa e proprio per quel motivo aveva incaricato la propria civetta di recapitare ad Aiden la sua risposta, poco dopo si era attivata per organizzarsi al meglio per la serata dell’evento.
Durante quelle settimane che l’avevano separata dalla serata della festa, il tempo sembrava essere impazzato e questo le aveva causato non pochi problemi per quanto concerneva l’abbigliamento, infine aveva preferito lasciare la questione riguardante l’outfit tra le ultime da affrontare, così da essere un poco più certa del tempo che ci sarebbe stato.
Alla fine nei pochi giorni precedenti a quella serata il tempo sembrava essersi stabilizzato, regalando a tutti gli ospiti di quella manifestazione una serata primaverile, persino quasi estiva.
Beltane rientrava tra una delle feste maggiormente celebrate dalla sua famiglia, seppur negli ultimi anni le era risultato impossibile festeggiarla a causa del periodo in cui si svolgeva, purtroppo non le era permesso rientrare a casa e per questo – da quando aveva iniziato gli studi – aveva dovuto abbandonare quell’usanza.
Sìve e Owen si erano sempre impegnati nell’organizzazione delle feste che nei suoi ricordi apparivano ricche di cibo, caratterizzate da un grande falò nel giardino della loro villa, attorno al quale lei e suo fratello erano soliti sedersi per ascoltare le storie del folklore irlandese, narrate solitamente dalla loro stessa madre o da una delle due nonne.
Si ricordava esattamente come si sentiva quando le venivano narrate quelle fiabe, rimaneva spesso con la bocca spalancata dalla meraviglia che provava.
Sapeva che quell’amore per la tradizione discendeva da sua madre, la quale le aveva insegnato ad amare la propria patria ad onorarla e rispettarla.
Inoltre l’ultima volta che aveva avuto l’opportunità di tornare in Irlanda, aveva potuto scoprire un ulteriore usanza appartenente alla sua famiglia e seppur non ne aveva potuto comprendere ogni singolo dettaglio aveva sin da subito provato la strana sensazione che fosse vitale per lei intraprendere quel percorso che sua madre le aveva prospettato.
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Completò di sistemare i propri capelli di fronte allo specchio, raccolse lo zainetto di cuoio dentro al quale custodiva pochi ma importanti oggetti, ed infine prese con sé le leccornie che era passata a ritirare ed il piccolo regalino per il proprietario di casa, con cui intendeva scusarsi per averlo fatto attendere tanto per ricevere una sua risposta.
Una volta arrivata ad Hogsmeade seguì le indicazioni che le erano state inviate per raggiungere la casa del giovane, si trovava un poco distante dalla piccola cittadina, ma non ci impiegò troppo tempo per arrivare alla meta.
Oltre a ciò, una volta imboccata la via della casa si lasciò trasportare dalle lanterne appese agli alberi e dalle liane luminose che scendevano dagli alberi.
Il dettaglio che le saltò all’occhio rispetto agli altri fu quello delle teste di volpe intagliate nei tronchi di alberi, erano finemente lavorate e spettacolari per lei.
L’atmosfera che si poteva sentire nell’aria le ricordava esattamente quella che Sìve le aveva trasmesso in passato, quando le aveva raccontato di miti e leggende appartenenti alla loto terra.
Fu talmente tanto rapita da quello che la circondava che più volte si soffermò a guardare i fini dettagli, questo le fece perdere qualche minuto ed arrivò leggermente in ritardo rispetto all’orario che le era stato indicato sull’invito.
Una volta giunta nelle vicinanze dell’abitazione poté scorgere la presenza di tre figure, una le fu abbastanza chiara nonostante la distanza, era quella del Caposcuola Grifondoro, Oliver Brior, invece per quanto riguardò le altre due dovette avvicinarsi un poco per metterle meglio a fuoco, in una riconobbe il padrone di casa, Aiden Weiss, mentre quella che gli si stagliava al fianco era femminile, ma la Tassorosso non sapeva esattamente chi fosse.
Si apprestò a velocizzare il passo, così da non farsi attendere ulteriormente.
Una volta avvicinatasi si soffermò a guardare attentamente il vestiario del proprietario di quella piccola dimora, il giovane era completamente pitturato di verde e un apio di corna erano facilmente visibili sopra la sua testa, da quello che ricordava le sembravano appartenere ad un cervo, ma avrebbe chiesto conferma più tardi.
Dopo quella prima occhiata, distolse lo sguardo per posarlo alla donzella che stava al fianco dell’uomo, lei all’interno dei suoi abiti risultava splendente e sublime.
Mentre gli occhi davano un’ultima fugace occhiata alla ragazza, le orecchie captarono distintamente la frase di benvenuto, la quale era pronunciata in irlandese.
Decise di rispondere anche lei utilizzando la loro lingua natia, infondo al loro primo incontro gli era capitato di scambiarsi qualche frase e dopo la sua ultima visita in Irlanda aveva rispolverato quella lingua.

« Go raibh maith agat as an cuireadh, is onóir é a bheith anseo. Grazie per l'invito, è un onore essere qui. »

Aveva deciso di tradurla dato che non sapeva se Oliver potesse comprenderla o meno.
Dopo aver pronunciato le ultime parole, la giovane fece un leggero inchino e poi tornò a rivolgersi al proprietario.

« Ho deciso di portare un paio di prelibatezze, sono un piccolo regalo per scusarmi concretamente di averti fatto attendere per una mia risposta.
Inoltre spero che una buona scelta di the sia abbastanza per guadagnarmi la tua grazia. »


Dopo aver scambiato qualche battuta con Aiden, Ayumo si sarebbe voltata verso la giovane per presentarsi.

« E’ un piacere fare la sua conoscenza, sono Ayumo Vanille, una studentessa della casata di Tassorosso. »

Conclusasi quella breve presentazione, decise di salutare il giovane Grifondoro che non distava molto da lei, era da parecchio che non lo vedeva, se si escludevano le – ormai non rare – visite in Infermeria, dove il ragazzo si era diretto più volte per essere curato e certamente Ayumo non si sarebbe risparmiata di fare qualche domanda indagatoria per comprendere meglio quali fossero state le cause che lo avevano condotto su quei lettini sin troppo spesso.
Si voltò verso di lui prima di mettersi a parlare, attendendo – nell’eventualità – la conclusione di qualsiasi precedente chiacchierata.

« Oliver, è un piacere incontrarti qui.
Non sapevo fossi invitato anche tu a quest’evento. »

» Caprese al Limone
» Torta Panna e Fragole
» Torta di Mousse ai Lamponi e Cioccolato Bianco
» Confezione di Tè da 6 Gusti
Studentessa Tassorroso - 17 Anni

Off-Topic: Oliver sono andata a rileggermi le nostre Role e non mi sembra che Ayumo conosca il fatto che tu sia di Cork, se mi ricordo male o mi sono persa qualche Post dimmelo che sistemo il tutto :3
 
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view post Posted on 15/5/2018, 17:02
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entropia.

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«Guarda che non è affatto come pensi. Puoi e devi assolutamente credermi.» Si avviò in direzione del punto di accesso alla torre di divinazione per discenderne la scalinata. Procedeva all’indietro, gli occhi puntati su Astaroth, che la fissava attraverso l’uscio dischiuso. «Mi hai istruita bene, ma gestirne due contemporaneamente…» La bocca seguitò ad arricciarsi, assecondando un impulso semplice. Accostò la mano alla pietra del muro che faceva angolo, nel punto in cui sarebbe sparita per raggiungere Aiden a Hogsmeade. L’ultima battuta di quell'ennesimo scambio verbale non aveva ancora trovato espressione e lo sapevano entrambe. «Avevamo detto dai tre in su, no?» Rise, spensierata. «Ci vediamo domani a lezione!»

* * *


Attraversò il castello con la placidità riscoperta in tempi recenti e più gai. Immersa nel campo delle proprie riflessioni, Nieve lasciò vagare lo sguardo sulle ambientazioni di sempre senza provare il minimo interesse. Nelle cornici spesse dei quadri, i personaggi a olio si apprestavano a una notte di riposo e scambiavano rapidi convenevoli per congedarsi dai vicini. Lungo i corridoi, studenti e insegnanti si concedevano il lusso di una passeggiata quieta, ora che gli impegni avevano smesso di incalzarli col favore della notte. In giardino, le coppiette osservavano il cielo in un tripudio di frivola melensaggine. La Grifondoro trattenne a stento il riso nel cogliere uno scambio di battute particolarmente allusivo al di là di un florido cespuglio; e il pensiero corse inevitabilmente a Rupert, che aveva costretto alla segretezza dell’ufficio vuoto al terzo piano.
Quando Astaroth le aveva chiesto la ragione dietro tanto riserbo – entrambe stavano stese tra il divanetto e la poltrona del salottino al primo piano dell’ufficio, sorseggiando il liquido asprigno scelto per l'occasione –, Nieve si era limitata a fare spallucce e ad abbozzare una giustificazione poco convinta. Infine, aveva tratto una conclusione che aveva stupito entrambe. Non le importava di Rupert, non abbastanza da affrontare il giudizio del corpo studentesco e, soprattutto, il peso delle aspettative dell’altro. Era un giovane vivace, simpatico e discretamente brillante; sapeva divertirla e ribattere al suo sarcasmo; conosceva il modo di sollecitarne la più viva curiosità ed era perfino in grado di spingerla là dove l’istinto si faceva ferinità e la mente perdeva di fronte all’impeto sensoriale. Tuttavia, Nieve non fremeva all’idea di vederlo – non oltre le soglie di una sessualità adolescenziale sufficientemente in subbuglio – e non provava il desiderio di trascorrere il tempo il sua compagnia. “Mi piace quanto basta a tenermi nell’ufficio vuoto, ma non abbastanza da farmi uscire,” aveva detto ad Astaroth, ma non ne aveva cercato l’approvazione.
Si strinse appena nelle spalle quando la brezza primaverile della sera soggiunse a carezzarle la schiena scoperta; poi, incrociò le braccia al petto per preservare il calore corporeo, mentre un brivido strisciava lungo la sua spina dorsale. Forte delle sue origini, Nieve aveva deciso di evitarsi l’ingombro del mantello e, adesso, ne subiva le conseguenze. *Mi sono rammollita! A Borgarbyggð vivevo come una selvaggia e, ora, faccio la signorina Matamè!* La battuta della nonna, assimilata durante un afoso pomeriggio di Agosto, la colse di sorpresa e le strappò una risata, mentre approcciava al sentiero che conduceva a casa di Aiden.

«Per tutti i fiordi d’Islanda!» L’imprecazione lasciò le labbra di Nieve di malagrazia all’apparizione delle due figure. Intenta com’era a rievocare la spiegazione della nonna circa l’identità della Matamè, aveva lasciato che la situazione la cogliesse impreparata. «Aiden, maledetto pazzo! Mi è preso un colpo!» Nel parlare, aveva portato la mano al petto senza rendersi conto dei toni utilizzati. Non c’era ostilità nelle parole di Nieve, solo una certa, tramortita irruenza che, in fondo, le era piuttosto congeniale. «Ciao… Scusami…» aggiunse per correggere il tiro, sorridendo con furfantesco imbarazzo. «Scusatemi entrambi! Ero sovrappensiero e ho pensato ad un agguato. Sono l’unica ad essermi infartuata? Giusto per capire la proporzione del mio disagio sociale!» Lo sguardo si posò sull’accompagnatrice dell’Auror. Infine, la sedicenne le porse la mano. «Sono Nieve. Piacere di conoscerti! E scusami ancora per prima. Giuro che, di solito, sono più garbata di così… Non troppo, eh, ma abbastanza da non sembrare una che è cresciuta in mezzo ai lupi.» Riciclare le parole che le aveva rivolto Thalia poco tempo prima, in occasione dell’addestramento per l’Esercito del Mezzogiorno, la spinse a mordersi il labbro inferiore. Involontariamente, quel gesto diede al suo sorriso un taglio ancor più impudente. «Che, poi, sarei anche quello a dirla tutta, ma questa è un’altra storia. Piuttosto, state entrambi benissi- Beh, tu non hai proprio una bella cera, Aidy, ma, verdognolo a parte, sei un gran bel manzo.»

Non avrebbe dovuto bere quel calice di vino elfico prima di abbandonare lo studio di Astaroth, decisamente.


Rigos inopportuna arrivata a destinazione. :bello:
Scusa ancora per il ritardo, Borby! :flower:
 
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La prima persona che vide fu Oliver, il quale aveva agitato la mano nella sua direzione in segno di saluto oltre che per annunciare il proprio arrivo. Aiden ricambiò con lo stesso entusiasmo, sfoggiando un radioso sorriso, mentre sua sorella Lena si univa al saluto, tanto per rimanere in sincronia con lui.
«Oliver, ben arrivato! Permettimi di presentarti mia sorella minore, Lena. Lena, lui è Oliver Brior, un caro amico e brillante studente!»
Lena arrossì violentemente a seguito del gesto galante e cortese di Oliver, tanto che guardò suo fratello con aria divertita. «Grifondoro, persumo. E’ il tuo pupillo, quasi certamente, non è così, fratellone?» Dopo aver stuzzicato Aiden, che accusò il colpo con un sorriso complice, Lena ringraziò cortesemente Oliver per quei magnifici doni. Gli occhi di Aiden infatti erano diventati luminosi quando udì la parola “Idromele”, ma si diede un contegno, di alcol ce ne sarebbe stato in abbondanza per un esercito. «Sei davvero gentile, Oliver. Sono lieta di fare la tua conoscenza. Sei ovviamente più che benvenuto!»
Dal canto suo, l’Auror accettò grato e stupido il dono che il Caposcuola di Grifondoro aveva deciso di concedergli. Accarezzò la superficie dell’oggetto contenuto nella scatola quando la sua curiosità vinse e aveva deciso di onorare il dono con una prima occhiata. «Sei veramente pieno di sorprese, mio giovane amico. Vedrò di onorare il tuo dono indossandolo a festa avanzata, non voglio sporcarlo di verde.» E ridacchiò, mentre mise una mano sulla spalla del giovane in segno di ringraziamento.
Poi fu la volta di Ayumo, la ragazza che ricordava essere di Dublino e che aveva incontrato quell’estate che aveva preceduto il suo colloquio da Auror. Ne era passato di tempo da allora e il fulvo notò con grande stupore quanto era cambiata nell’aspetto, trovandola senza dubbio più matura rispetto al primo incontro e dai lineamenti molto più aggraziati.
Rispose al saluto della ragazza con un inchino del capo in segno di rispetto e allargando le braccia in un chiaro segno di benvenuto. Lena invece rispose alla stretta di mano con un sorriso gentile. «Lena Weiss. Piacere di conoscerti Ayumo.»

«Ovviamente sei la benvenuta e non dovevi disturbarti, davvero. Ma quali scuse! Sciocchezze, sciocchezze! Non devi assolutamente preoccuparti, la scuola ha la sua priorità e non posso di certo biasimarti se sei stata molto occupata.» Agitò le mani facendo intendere ad Ayumo che non doveva davvero preoccuparsi per averlo fatto attendere con la risposta, dopotutto anche lui ci aveva messo molto nel farsi vivo. Lasciò comunque a Lena l’ingrato compito di raccogliere i regali dei ragazzi mentre lui si accingeva ad accoglierli come si deve.
L’arrivo di Nieve e la sua relativa sorpresa nel vederlo verde e cornuto fece ridacchiare l’Auror in modo malizioso, mentre sua sorella nascondeva con estrema grazia la propria reazione dietro la mano. Non biasimò la giovane Grifondoro, a differenza di Oliver e Ayumo che - sicuramente - avevano già avuto a che fare con simili rievocazioni di una tale Festività Celtica, l’argentea fanciulla ne era totalmente estranea ma non per questo l’avrebbe privata di risposte ad eventuali domande legittime e curiose su Beltane e quel suo travestimento. Si crogiolò dunque nel più totale divertimento per essere stato appena definito “maledetto pazzo”, gonfiando il petto con un certo orgoglio, sentendosi come un pavone mentre apriva la coda ed esibiva la sua famosa ruota; il tutto mentre si reggeva al bastone e con una mano sul fianco, sorridendo raggiante, consapevole del fatto che Nieve aveva reagito davvero in maniera genuina e per nulla offensiva.
«Se avessi voluto tenderti un agguato... Credimi, non te ne saresti nemmeno accorta in tempo!» esclamò con un ghigno beffardo, mentre ammirava con noncuranza il bastone. Ed era vero! Se Aiden avesse davvero voluto tendere un agguato alla povera Nieve, non si sarebbe fatto individuare con così tanta facilità, ma avrebbe agito alle sue spalle, cogliendola totalmente alla sprovvista tanto dal strapparle un urlo di puro terrore, mentre se la caricava in spalla come un sacco di patate e la trascinava via. Sarebbe stato peggio di uno di quei film dell’orrore Babbani.
Sua sorella, dal canto suo, scosse la testa guardandolo mentre si stava godendo quel suo novello titolo da Spaventatore Seriale, per poi avanzare verso Nieve e stringerle la mano con tanto di presentazione. «Lena, piacere. Sono la sorella di questo brutto Scimmione Verde!» E, a tradimento, senza nemmeno degnare Aiden di uno sguardo, gli assestò uno schiaffo sullo stomaco con il dorso della mano, ponendo quindi fine alla sua vanteria.
Lancillotto, che fino a quel momento era rimasto dietro ai cespugli ad annusare i vari odori dei tipici abitanti del bosco, fece il suo teatrale ingresso, correndo come un pazzo in mezzo a loro e abbaiando come un ossesso, felice ed entusiasta di poter ricevere attenzioni da così tante nuove persone. Per poco non travolse Lena nel disperato tentativo di raggiungere a razzo la cara Ayumo, talmente satura di odori di cibo, che fu impossibile per il cucciolo ignorarla. Prese ad annusarla e a girarle attorno come una trottola, troppo euforico per potersi calmare. Di tanto in tanto si sporse anche per annusare le scarpe di Oliver, ma Ayumo sembrava la sua principale attrazione.
«Lancillotto!» sbottò Aiden, lanciando un acuto fischio di richiamo al cucciolo. Puntò il dito verso il terreno, così che il cane capisse bene il comando. «A cuccia! Subito!» Nel giro di pochi secondi, Lancilotto abbassò il posteriore tanto da sedersi di fronte ad Ayumo, guardandola e scodinzolando, ma rimase dov’era senza trasgredire l’ordine del proprio padrone. «Non ti è saltato addosso vero? Mi dispiace, spero davvero non ti abbia sporcata. Deve aver sentito una moltitudine di buoni odori addosso a te e la cosa lo ha esaltato. Ancora scusa, è un tale selvaggio a volte!» Il fulvo si scusò con la sua ospite, volendosi assicurare che il cane non le avesse dato troppo fastidio o peggio ancora sporcata.
Tutto sembrò essere tornato sotto controllo, tant'è che Aiden ebbe modo di udire Nieve scandire una battuta che Aiden percepì come maliziosa, che impudente, forse perché ormai aveva capito com'era fatta la ragazza - neppure sospettò che avesse già dato il via ai festeggiamenti in anticipo! - e ci aveva fatto il callo. In tutta risposta il fulvo irlandese arrossì in un primo momento, colto alla sprovvista, ma poi ghignò. «Grazie, faccio palestra tutti i giorni!» Aggiunse un occhiolino palesemente scherzoso, infondo Nieve era come una sorellina per lui, non si sarebbe mai permesso di trattarla in altri modi. Ovviamente non poté negare che perfino lei stava diventando sempre più matura nell'aspetto e nella propria mente osò davvero concordare che stava davvero sbocciando bene.
«Lei mi piace, fratellone. E piacerà pure ad Ophie.» mormorò Lena mentre lo fissava con un sorriso divertito e malizioso. A quanto pare sua sorella aveva trovato un valido elemento per fare squadra assieme ad Ophelia nel stuzzicarlo e metterlo in imbarazzo, Aiden riconobbe che Nieve era la candidata perfetta per unirsi alle sue sorelle in quel loro strano Club.
Uno strano quesito balenò alla mente dell’Auror prima che invitasse gli ospiti a seguirlo: le sue sorelle sarebbe riuscite a coinvolgere anche Ayumo nel loro circolo vizioso tanto dal mandarlo fuori di testa oppure avrebbe avuto un piccolo sollievo?
Con una scrollata di spalle, mosse la mano e invitò tutti a seguirlo, mentre Lancillotto sembrò voler restare nei paraggi di Ayumo, sebbene di tanto in tanto avanzava sia verso Oliver che Nieve così da poter scroccare qualche carezza all’insaputa del padrone. Era furbo il piccoletto!
Mentre risalivano il sentiero, Aiden mise una mano sulla spalla di Oliver e gliela strinse in maniera gioviale, come un fratello maggiore che voleva scherzare con il minore. «Quindi tuo zio si è arrostito per benino con i fuochi di Beltane, eh?» Offrì al Caposcuola un sorriso carico di mistero e divertimento, celando una sorpresa dietro di esso. Non poteva minimamente immaginare cosa aveva organizzato al posto della normale ricorrenza in cui si doveva saltare attraverso il fuoco, ma era certo che ognuno dei ragazzi avrebbe apprezzato, piuttosto che rischiare di bruciarsi le amorevoli natiche.
«Per fortuna che Sam è un Medimago!» sospirò Lena, divertita, mentre restava con le ragazze ma si permise comunque di fare quel piccolo intervento tra i due. «Allora ragazze, come procedono gli studi? Avete già deciso cosa fare una volta che avrete finito la vostra carriera scolastica?»

Non impiegarono molto ad arrivare alla Tana della Volpe.

Le luci che pendevano dagli alberi introdussero quella magica atmosfera che regnava nella radura, mentre la musica si era già potuta udire in maniera flebile e poco distinta già da diversi metri prima del loro definitivo arrivo a destinazione. Ora però era chiara e forte, permettendo agli ospiti di tuffarsi nel vivo della festa, con quel ritmo così incalzante e gioviale. Impossibile resistervi.
Samuel e Ophelia si erano già tuffati in un ballo di coppia, un reel non troppo complesso e che era tipico dell’Irlanda. Anche le due Magonò addette al rinfresco insieme al prode Séan si erano tuffate a ballare, saltellando qua e là in maniera maldestra, le gonne leggermente sollevate per non inciamparvi, mentre tentavano di seguire i passi dei due fratelli Weiss.

Dall'altro capo della radura, lì dove sorgeva il rinfresco, Séan osservava con vivido rimprovero le due donne, le braccia serrate sul petto, i baffetti irrigiditi e rivolti verso l’alto in maniera del tutto stizzita e pestando ritmicamente un piede sul terreno. Era chiaro che non approvasse i modi delle due donne, ma si stava anche impegnando nel mantenere un comportamento dignitoso e controllato affinché non esplodesse dal riprenderle pubblicamente davanti agli ospiti e ai musicisti.
Non appena Séan vide arrivare Aiden e Lena assieme agli ospiti, scattò immediatamente sull’attenti e tutto impettito andò a farfugliare dei rapidi ordini alle due Magonò, le quali si precipitarono a raggiungere le loro postazioni e ad abbozzare un inchino di benvenuto.
Aiden batté più volte le palpebre, confuso e perplesso, intuendo quanto il vecchio Maggiordomo doveva averci messo del suo in tutta quella storia o non si sarebbe spiegato quell’inchino di benvenuto. «Ma lasciale divertire, brutto guastafeste!» esclamò all’improvviso, muovendo una mano con fare noncurante, palesando quanto effettivamente tutta quell’etichetta stonasse con i toni della festa.
Séan arrossì mentre le due donne ridacchiarono tra loro. Aveva ferito l’orgoglio del buon O’Kelly ma che si premurò di lenire con qualche parola di circostanza ai propri ospiti: «Séan si premurerà di servirvi qualsiasi cosa desideriate. Non vi farà mancare davvero nulla, ha uno zelo invidiabile!» Ovviamente quel “qualsiasi cosa” comprendeva anche gli alcolici, semmai gli avessero chiesti.
Quando aveva chiesto a Séan, in via del tutto privata, di occuparsi del rinfresco era stato categorico. «Dai loro qualsiasi cosa ti chiedano!»
«Ma Signore, non vorrà mica dar loro sostanza alcoliche.»
«Se le vogliono dagliele!»
«E se dovessero chiedermi sostanze illegali o stupefacenti?»
«Risponderai che non le abbiamo! Ma se vogliono gli alcolici, daglieli!»
«Ma Signore…!»
«Non hanno mica undici anni, avanti! E a che età credi abbia iniziato a bere?»
«Diciotto?»
«Quattordici! Ne avevo quattordici! Chi credi si sia scolato tutto quel Whiskey Incendiario nel salottino privato del nonno? Io, Sam e Richard!»
Dopo quella frase Séan era sbiancato e aveva rischiato un collasso, se non addirittura un infarto, ma questa era un’altra storia...
«Sentitevi liberi di andare dove volete, tranne nel bosco da soli. Siete comunque sotto la mia tutela e se vi succede qualcosa poi Peverell mi impicca con le mie budella.» E questo Aiden voleva evitarlo ad ogni cosa. Un così avvenente Auror che moriva per via di un macabro strangolamento? Giammai!






Ho riscontrato problemi con la musica, purtroppo non mi prende alcun code musicale perciò, ahimè, tocca mettermi il link in maniera del tutto grezza e farvela ascoltare a parte. Che sfiga! In compenso nuova grafica per i PNG Weiss!
Irish Soundrack
Grazie Olly e Ayumotta per i pensierini ma non c'era bisogno :fru: E Nievottola ubriacatella già in partenza mi mancava :ihih:

Descrizione del luogo della festa:

- Casa di Aiden e relativi interni: Vi rimando direttamente al topic dell’abitazione click. Potete accedere ad una qualsiasi parte della casa, tranne la camera da letto di Aiden per ovvi motivi (chiusa a chiave).
- Il sentiero che conduce alla Tana della Volpe: Immerso completamente nella natura, è sia un sentiero battuto dall’uomo che dagli animali, segnato - comunemente - da alcune teste di volpe che Aiden ha scavato nel legno di alcuni alberi. Per la festa sono state aggiunte delle lanterne magiche per rendere il passaggio sicuro e ben illuminato, tenendo lontani anche gli animali. Queste lanterne sono fatte con uno speciale materiale ignifugo e impermeabile. Ricordano molto le lanterne orientali.
- Luci calanti dagli alberi: Sembrano delle liane luminose, pendenti dai rami degli alberi attorno alla casa di Aiden e che circondano l’intera area della radura, conferendone un’atmosfera magica e mistica. Sono di una tonalità dorata.
- Falò: E’ al centro della radura e non è grandissimo. E’ comunque circondato da un piccolo muretto di pietre. Poco distante dal falò vi è una cassetta con altra legna per alimentare il fuoco.
- Buffet e tavoli: A destra dell’abitazione vi sarà un lungo tavolo stracolmo di cibi e bevande (alcolici compresi) di ogni sorta. Séan O’Kelly, il Maggiordomo dei Weiss, si occuperà di farvi avere qualsiasi cosa desideriate. Sono presenti anche due Magonò come cameriere. Tavoli e sedie si presentano completamente in legno, alla moda boscaiola, con dei fiori come centrotavola.
- Cestino contenente delle maschere: Ancora non vi sarà reso noto il loro scopo, ma lo troverete su un tavolino non molto distante dal Falò. Le maschere sono in legno e raffigurano svariati animali.
- Musicisti: A sinistra, dalla parte opposta all’area ristoro, troverete un palco basso ma spazioso dove suoneranno una band irlandese, con musiche tipiche dell’Éire.
- Palo di Maggio: Tra la casa e il palco dei musicisti è possibile notare un lungo palo conficcato nel terreno ed ergersi verso le fronde degli alberi. Sulla cima vi è una ghirlanda fatta da svariati fiori, mentre una moltitudine di nastri colorati ne toccano il terreno.
 
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view post Posted on 24/5/2018, 14:56
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entropia.

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«Quindi, anche tu saresti un selvaggio?» Nieve rivolse un'occhiata complice a Lancillotto, prima di chinarsi e regalargli un buffetto. Saggiò con le dita la morbidezza del pelo e seguì con l'indice il profilo affusolato del muso. «Saprò a chi rivolgermi in caso di bisogno, allora,» concluse con aria da cospiratrice.
A quel punto, lasciò che Lena ed Aiden li guidassero tutti in direzione della Tana. Nieve, che non aveva mancato di rivolgere un saluto a Oliver e Ayumo, affiancò la sorella del padrone di casa. Lungo il tragitto, la vista delle decorazioni la riportò con la mente al ballo in cui aveva conosciuto Aiden; e non poté fare a meno di chiedersi se l'Auror avesse avuto modo di introdursi al Caposcuola Grifondoro e all'aiuto-infermiera in quella stessa occasione o se, invece, altre circostanze ne avessero favorito l'amicizia. Nonostante le similitudini circa la disposizione delle luci e il percorso immerso nel verde, rifletté poco dopo, era tuttavia evidente che le ricorrenze attingessero a due registri diametralmente opposti: laddove al ballo la delicatezza e l'eleganza l'avevano fatta da padrone, nei pressi della Tana della Volpe l'aria era satura di energia.
«Vedo che ci vai giù pesante con i convenevoli, eh?» Il commento di Nieve, sollecitato dalla domanda di Lena, fu accompagnato da una breve risata. Per un attimo, la sfiorò il timore di veder travisato il proprio sarcasmo – era pur sempre la sorella di Aiden, il permalosetto! – e, tuttavia, il vino elfico le concesse il beneficio della calma. Si sarebbe spiegata con pacatezza, se Lena avesse frainteso, e tutto sarebbe tornato nei ranghi. «Comunque, non mi appartiene troppo l'idea del programmare e del progettare,» rispose, riciclando le spiegazioni che aveva riservato a Grimilde e Julian non troppo tempo prima. «Preferisco vivere il momento senza affannarmi a elaborare piani più o meno articolati per il futuro.» Nel pronunciare quelle parole, una domanda svettò sulle altre, che l'alcol in circolo si stava impegnando a frenare: quant'era plausibile che l'influenza di Astaroth fosse intervenuta ad esaltare anche quel lato scanzonato del suo io, cancellando ogni traccia di eccesso schematico? «So cosa mi piace e cosa no. Lo ritengo un buon punto di partenza.»

Quando le prime note li raggiunsero dalla distanza, dapprima, e lo scenario imbastito dalla famiglia Weiss si palesò nella sua bellezza, dopo, Nieve s'impose tacere. L'aveva sfiorata l'idea di informarsi circa la natura dei festeggiamenti, specie dopo aver rischiato l'infarto nei pressi della radura. Non conosceva le origini di Aiden – non era sicura che ne avessero parlato e, se del caso, era probabile che l'informazione le fosse del tutto sfuggita –, ma non le fu difficile supporre che ogni cosa orbitasse attorno alla tradizione. L'immagine dell'illustrazione sull'invito si sovrappose alle danze che stavano prendendo le mosse a pochi metri da lei, dunque lo sguardo di Nieve si posò su uno dei giovani ballerini (Samuel).
«Interessante,» fece con voce sommessa senza rendersi conto di aver proferito a voce alta l'apprezzamento. Forse, dopotutto, aveva trovato qualcuno in grado di spiegarle le origini dei festeggiamenti. Cercò lo sguardo di Lena. «Avete fatto un ottimo lavoro,» si congratulò, sincera. «Quantomeno con le decorazioni! Ti farò sapere a breve cosa ne penso del buffet!»
Con quella scusa, si congedò brevemente dalla sorella di Aiden e approcciò il tavolo con le vivande. Una morsa di blando disagio la colse alla prospettiva di attingere al cibo al cospetto degli altri, sicché si vide costretta a rivolgersi al vecchio Séan. L'unico modo per sconfiggere i propri demoni portava i colori di una bevanda asprigna, riscoperta in tempi recenti. «Potrei avere un calice di vino elfico?» chiese.
Quando fosse stata servita, Nieve avrebbe rivolto la sua attenzione nuovamente alla pista da ballo, lo sguardo alla ricerca dello sconosciuto dai lunghi capelli rossi (Samuel) e la mente sgombra dal pensiero di Rupert. Le sarebbe stato impossibile sfuggire all'eco delle lezioni di Astaroth e trattenere un sorriso: «La prima regola è divertirsi!»
 
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view post Posted on 5/6/2018, 19:52
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Interazione con: Aiden



Killian Resween ♢ 25 anni ♢ Ispettore Auror


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Beltane.



Killian non ne sapeva poi molto, a dir la verità. Non più di quanto appreso occasionalmente e in maniera sicuramente frammentata e insoddisfacente. Eppure il mago aveva sempre custodito ed alimentato una profonda curiosità per le tradizioni e le usanze che non gli appartenevano ed era stato questo sentimento così genuino e forse anche un po’ bambinesco ad averlo spinto ad accettare senza tante storie l’invito di Aiden. Non si era sorpreso di quella lettera recapitata nel proprio ufficio: aveva sempre mostrato interesse per le origini irlandesi del collega ed era logico che lui se ne fosse ricordato includendolo nella lista degli invitati. O forse, molto più semplicemente, l’aveva fatto perché lo considerava un amico oltre che un Auror. Quell’ipotesi, conoscendo l’animo socievole ed espansivo del rosso, sembrava essere la più accreditabile anche se il secondo gufo ricevuto da parte sua aveva riguardato l’ambito lavorativo. La questione che Aiden si era sentito in dovere di sollevare aveva turbato il Resween per due motivi. Prima di tutto perché tirava in gioco un caso piuttosto delicato, quello della famiglia Vanille, di cui si stava occupando Midnight. Ma in realtà non era un problema vero e proprio: poteva mantenere un occhio vigile al riguardo, ma osare qualcosa di più non lo riteneva affatto opportuno e quindi il proposito di godersi la Festa nei panni di Killian e non in quelli dell’Ispettore Resween era ancora in piedi. La seconda contorta riflessione che aveva colto l’uomo era stata più o meno questa: sarebbe stata presente una studentessa e questo implicava che ci sarebbe potuto essere un secondo studente, magari un terzo, un quarto e così via. L’idea di ritrovarsi incastrato in un Ballo Studentesco non previsto l’aveva quasi convinto a trovare una scusa per non presentarsi ma poi si era accusato di essere diventato troppo paranoico e aveva realizzato di non poter mai fare una cosa del genere ad Aiden, che ci metteva del suo meglio.

E quindi eccolo lì. Poco lontano dalla Tana della Volte, appena tornato in forma umana. Amigdala lo scrutava con i suoi occhi scuri dall’alto di un ramo robusto, palesemente soddisfatta di aver fatto da guida al suo padrone per trovare il posto dato che lei ci era già stata per consegnare la sua risposta positiva all’invito all’evento. Controllò brevemente che la trasfigurazione fosse andata a buon fine e constatò con una punta di compiacimento che anche quella volta gli abiti non avevano subito danni e che non era rimasta nemmeno una piuma: era davvero migliorato.

“Tornerò presto, non ti allontanare troppo”, si raccomandò con fare paterno e apprensivo verso il Falco impegnato ancora a squadrarlo dalla testa ai piedi, privandolo come sempre dell’approvazione per il suo aspetto umano.

Affatto convinto che Amigdala gli avrebbe dato retta, si diresse verso il punto in cui sentiva provenire un chiacchiericcio allegro e della musica incalzante, poco lontano dall’abitazione che intravedeva tra i fitti alberi. La prima cosa che i suoi occhi nuvolosi notarono una volta raggiunto il margine del grande spiazzo verde fu il grande falò al centro della radura, prima ancora di tutti gli altri addobbi e degli invitati stessi. Lo osservò affascinato, coscio del suo ruolo cruciale. Poi si decise ad appurare la questione critica e si sollevò un minimo: erano sì presenti dei ragazzi (e fortunatamente nessuno di questi era Lei), ma non erano i soli. Contò qualche adulto e soprattutto delle teste rosse, probabilmente parenti del padrone di casa. La situazione non era tragica come aveva creduto.
Rimpiangendo la vista da Falco, il mago cercò con lo sguardo Aiden scambiandolo per un attimo con il tizio che si stava già esibendo nelle danze. Rilevato l’errore, trovò il suo obiettivo poco dopo e a stento trattenne una sonora e scioccata risata per l’insolito colore outfit che stava sfoggiando. A quel punto, attese di intercettare la sua attenzione senza sbracciarsi o fare alcunché di anche lontanamente eclatante. Avrebbe semplicemente sollevato una mano in segno di saluto qualora gli occhi cerulei del rosso si fossero posati sulla figura scura intenzionata a rimanere in disparte. Almeno fino a quando non fosse stato sicuro che il colorito verdognolo del collega non era contagioso.


SchedaOutfit



// In ritardissimo e senza scusanti. Hai il mio permesso per linciarmi :flower:
 
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view post Posted on 9/6/2018, 16:12
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Ayumo Vanille

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Una volta cedute le piccole delizie che si era portata dietro, la ragazza avrebbe seguito il padrone di casa per giungere al cuore stesso della festa.
Si era preoccupata che la sorella di Aiden non fosse sovraccaricata di oggetti, non sarebbe stato gentile lasciarla lì piena di regali e se così fosse stato l’avrebbe aiutata nel compito di portarli alle loro postazioni.
Dopo di lei ed Oliver era giunta anche una nuova ragazza, fu abbastanza comico vederla approcciarsi con la figura di Aiden, le fece nascere un piccolo sorriso sulle labbra e in qualche occasione quasi le scappò una live risata, per sua fortuna però riuscì a trattenersi.
Ayumo osservò la giovane allontanarsi affianco a quella che si era presentata come Lena, le aveva rivolto un piccolo saluto cordiale, non sapeva nemmeno se Nieve si ricordasse di lei, in fondo le poche occasioni che avevano avuto per incontrarsi erano state all’interno dell’Infermeria e quel luogo non era certamente ricordato per le fantastiche conoscenze che si facevano al suo interno, ma piuttosto per le “torture” che i giovani dovevano subire per rimettersi in forma.
Una volta conclusosi il rituale delle presentazioni, Ayumo avrebbe seguito il fulvo, curiosa di vedere come il giovane aveva organizzato quella festa e soprattutto desiderosa di conoscere quello che si sarebbe svolto all’interno della serata.
Non fece in tempo a muovere qualche passo che venne quasi travolta da un cagnolino, la Tassorosso rimase sorpresa da tutte le feste che questo le faceva, non ricollegando immediatamente di essere probabilmente quella più interessante per l’olfatto dell’animale.
Nonostante il primo momento di sbigottimento, fu ben felice di fare le coccole a Lancillotto, il cane aveva ubbidito quasi subito agli ordini di Aiden mettendosi a sedere di fronte a lei
La coda di quest’ultimo aveva, però, continuato a muoversi in quel moto quasi perpetuo da destra a sinistra e viceversa.
Dopo aver dato la prima dose di carezze al cane, la giovane rispose serenamente al giovane padrone di casa.

« Non preoccuparti, mi ha colto di sorpresa, ma non ha fatto nulla.
Comprendo appieno, alla fine ho portato una moltitudine di delizie che se fossi stata io al suo posto avrei probabilmente reagito nella stessa identica maniera.
Non serve che ti scusi, davvero. »


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Dopo aver tranquillizzato Aiden, la giovane avrebbe proseguito con la passeggiata, giungendo vicino al Buffet, qui avrebbe osservato le prelibatezze esposte, preferendo prendersi un bicchiere di idromele aromatico, lasciando per dopo le varie leccornie dolci.
Avrebbe chiesto gentilmente il bicchiere e una volta ricevuto si sarebbe spostata lì di lato per osservare il falò, le erano sempre piaciuti sin da quando era bambina, il fuoco che danzava sopra i ceppi di legno e il continuo bruciare di quest’ultimi l’avevano sempre rapita.
Inoltre trovava fantastico, soprattutto nelle serate estive, potersi sedere al fianco di essi a fare quattro chiacchiere, mentre il calore lambiva la pelle e teneva lontana l’umidità della terra.
Lasciò vagare gli occhi sui presenti e solo allora notò una nuova figura, era un giovane che se ne stava in disparte rispetto a tutti gli altri, alla fine anche lei aveva deciso di rimanere da parte, preferendo osservare gli altri convitati che si divertivano piuttosto che prenderne direttamente parte.
Le piaceva chiacchierare e partecipare a quelle feste, ma in mezzo a delle persone sconosciute era ben disposta a cedere loro il passo, rimanendo arretrata a godersi la gioiosità semplicemente rimirandola.
Se ce ne fosse stata l’occasione avrebbe approfondito la conoscenza con qualsiasi persona lì presente, inoltre le sarebbe piaciuto nuovamente vezzeggiare Lancillotto.

» Caprese al Limone
» Torta Panna e Fragole
» Torta di Mousse ai Lamponi e Cioccolato Bianco
» Confezione di Tè da 6 Gusti
Studentessa Tassorroso - 17 Anni
 
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view post Posted on 19/6/2018, 17:00
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Si lasciò cullare dal tepore dell'amicizia, della conoscenza, della familiare sensazione di essere al posto giusto, al momento opportuno. Non avrebbe potuto negare una certa affinità nei riguardi del proprietario di casa e già il solo invito a quella festa d'eccezione aveva riscaldato il cuore del Caposcuola in modo intenso, sicuramente piacevole. Rivolse dunque un sorriso gentile, carico di affetto, al giovane Auror, arrivando a chiedersi tacitamente se tutto quello sarebbe giunto al termine, prima o poi. Non aveva dimenticato il passato, non avrebbe potuto, e se tutti gli altri erano semplici ospiti per intrecci tranquilli in quella splendida abitazione, così caratteristica per la natura che la circondava, per Oliver il discorso assumeva una piega assolutamente diversa. Il suo approcciarsi all'altro Irlandese non eguagliava alcuna prassi, alcuna norma, alcun aspetto banale. Aveva previsto l'Oscurità nel futuro del Combattente, né più né meno di quanto potesse negare anche a se stesso. Se la stima persisteva ancora nel tempo, sarebbe giunto il giorno della realizzazione di quella misteriosa profezia e a quel punto il Veggente si disse curioso di scoprire quale sarebbe stata la reazione effettiva di Aiden. Come un bambino, tra sé e sé, mentre avanzava nella conoscenza della sorella dell'amico, si pose una semplice ed intensa domanda: gli avrebbe ancora voluto bene? Strinse la mano della Strega, sorpreso di quella riflessione così intangibile ai restanti presenti, eppure così vivida nel suo animo. Si era ripromesso di non legarsi troppo alla serie di vittime che incontrava tra le memorie del tempo, del suo tempo: già Thalia, sua preziosa amica, ne era stata condizionata; attingeva così a quel dramma lo stesso Aiden, a suo rischio e pericolo, così come a quelli del più giovane dei due. «Il piacere è tutto mio e sì, confermo di essere un orgoglioso Grifondoro.» Non era mai stato sicuro circa l'appartenenza a quella nobile Casata da parte anche di Aiden Weiss; l'aveva supposto, l'aveva immaginato, forse ne aveva avuto anche sentore dall'altro in prima linea, ma l'informazione calzava diretta al momento. Non sapeva molto circa il Passato dell'Auror, eppure aveva visto parte integrante del suo Futuro: non poté fare a meno di cogliere una scintilla d'ironia in quella visione d'insieme. Convenevoli a parte, dopo un apprezzato complimento nei confronti di entrambi i fratelli della Tana così peculiare, Oliver fu lieto di scorgere un volto ancora familiare. Il sorriso che si dipinse a fior di labbra divenne prontamente luminoso, ad accogliere un'amicizia poco cresciuta, e tuttavia già realizzata nel suo cuore. «Ayumo, è bello ritrovarti!» Sincero nel commento, non poté che sorprendersi a sua volta: quanti della sua stessa terra natia abitavano quella festa, quella sera precisa? C'era da fare un sondaggio, a ben vedere. «Sembra che siano riuniti tutti gli Irlandesi del villaggio, faccio parte della stessa schiera.» Inclinò il capo in un cenno di conferma, aggiungendo subito dopo: «Cork, al Sud dell'Irlanda.» Rimase sospesa per un attimo la domanda indiretta del Caposcuola circa la città, il paese, la terra in generale da cui la stessa Tassorosso faceva capolino. Quasi si infastidì di scoprire che il nome del cane dell'Auror, tra l'altro, fosse identico a quello che avrebbe voluto dare al suo Fwooper: cambio di programma, si disse, continuando il percorso.

Parlare era sempre stato il suo forte, quella che più di un familiare definiva, in Oliver, come una dote e al contempo un difetto di grande portata. Loquace di natura, attento conoscitore tuttavia di pausa, interventi adatti e capacità di risollevare una qualsiasi forma di conversazione, il ragazzo si lasciò stupire dalle decorazioni che alleggerivano l'atmosfera della casa in modo caratteristico. Non era propriamente affezionato alla festività di Beltane, non come un tradizionale irlandese, a riprova del fatto che le sue memorie - incendio, sedere bruciacchiato di suo zio, imprecazioni di sorta - custodissero ancora un sentore negativo di quel giorno tuttavia speciale. Si era ripromesso di divertirsi, quella sera, soltanto per puro piacere personale, ma ancor più per interesse a rispondere affermativamente ad un invito da parte di Aiden. Scoprire che altri studenti da lui conosciuti erano nei paraggi, il Prefetto della sua Casata in prima linea, lo riempì di una sensazione di curiosità malcelata. Come faceva l'Auror ad aver stretto relazioni con tutti loro? Salutò Nieve non appena avesse avuto la possibilità di incrociare il suo sguardo, sollevando così la mano destra e promettendosi di ritrovarla di lì a breve. Si concentrò sull'armonia musicale che percepiva da un punto poco distante e fu verso l'interno dell'abitazione che rivolse lo sguardo, prima di cercare con più attenzione.
«Se ricordo bene, siamo entrambi appassionati di musica. Ti va di scoprire chi stia suonando e soprattutto cosa?» Guardò Ayumo con un altro sorriso gentile. «Suoni ancora il flauto? Lo spartito tornò utile? Sai, a breve dovremmo avere una nuova collezione di musica classica, posso avvisarti quando arriva.»
Tutta la natura si rinnova, l’albero della vita è intrecciato in una rete a spirale.
Ci incontriamo nel momento della fioritura, per danzare la danza della vita.
 
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view post Posted on 20/6/2018, 19:37
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Irlandese
PS: 196 ☘ PC: 142 ☘ PM: 145 ☘ EXP: 29.5


"Quando la Ruota incomincia a girare
comincino i fuochi di Beltane a bruciare.”





Gli occhi di ghiaccio del giovane esemplare di Pastore Australiano si posarono su Nieve a seguito della sua battuta e in un certo senso fu come se avesse capito il contenuto del discorso, al che scodinzolò con estremo entusiasmo se non addirittura con orgoglio; infatti sembrò gonfiare il petto, anche se il risultato che il cucciolo ottenne fu quello di voluminizzare maggiormente il proprio manto dalle svariate sfumature tipiche della propria razza, di uno sgargiante blue merle. Si accucciò sulle zampe anteriori in una posa assolutamente giocosa, per poi leccarle le dita, sebbene una o due volte riuscì a mordicchiarle senza alcuna prepotenza o voglia di farle male, in fondo era il suo modo di giocare.
I suoi occhi attenti scattarono su Ayumo e notò che non si era allontanata troppo, questo lo fece scodinzolare a mulinello, al settimo cielo nell’avere ben tre nuove persone con cui giocare. Fissò anche Oliver e notò che aveva delle invitati scarpe da mordicchiare e lui adorava le scarpe, le amava alla follia. Sì, senza dubbio avrebbe avuto modo di sgranocchiarle un poco una volta arrivati a casa, giusto un morsetto o due mentre si godeva qualche carezza o, semplicemente, si sarebbe accontentato di distruggerne i lacci. Adorava anche i lacci la bestiola…
Persino Lena sembrò divertita dal commento che Nieve rivolse a lei e ridacchiò con gusto, dietro la mano, con una certa eleganza. «Credo sia un marchio di fabbrica di noi, Weiss.» rispose con aria allegra. «Come moltre altre cose...» E a quel punto lanciò un silente sguardo alquanto significativo nella direzione di suo fratello, senza nasconderlo alle due giovani fanciulle che stava conducendo a destinazione; anzi, forse fu addirittura voluto. Avrebbero potuto intendere qualsiasi cosa con quello sguardo, ma se conoscevano un minimo Aiden avrebbero certamente capito che si stava riferendo alla buona educazione, oltre che alla genuina gentilezza, ma c’era sempre dell’altro, ovviamente, e che gli ospiti forse avrebbe avuto modo di scoprire nel corso della serata se non in un futuro prossimo. Certo, Aiden a volte era timido e non sapeva come affrontare certi dialoghi, ma stava migliorando dopo un anno dal suo ritorno. Lena, invece, aveva il dono della delicatezza femminile, ma era pur sempre diretta.
Ella sembrò, nonostante tutto, soddisfatta dalla risposta di Nieve. Anche lei, come suo fratello, non pretendeva che le persone si sforzassero al fine di saziare la sua curiosità, si faceva bastare quel poco che riusciva ad ottenere, a meno che non fosse per una cosa importante, ovviamente. «Sai, ero più o meno nella tua stessa situazione anni fa, ma poi è arrivata la consapevolezza e ho scoperto cosa volevo.» Le sorrise gentilmente.

Lo sguardo di Aiden, attento e vigile come doveva essere un bravo Auror, venne attirato a seguito di una fragorosa risata provenire da un punto indefinito ai margini della radura, in disparte. Aguzzò la vista e riconobbe senza troppa fatica le fattezze di Killian, il che lo fece sorridere. Quando vide il collega salutarlo silenziosamente con la mano, Aiden prese momentaneamente congedo dagli ospiti attorno a lui per raggiungere il caro Resween, assestandogli una poderosa pacca sulla spalla una volta che gli fu dinanzi. «Ma guarda chi è arrivato! Benvenuto alla festa, vecchio mio!» Sfoggiò il miglior sorriso dopo aver esclamato in tono gioviale. «Forza, vieni Resween, poche storie! Stasera puoi permetterti di bere, non sei in servizio!»
Senza troppe cerimonie, Weiss mise un braccio attorno alle spalle del suo partner preferito e tentò di trascinarlo verso il cuore pulsante della festa. Con un cenno del capo indicò a Killian la figura di suo fratello maggiore che stava ancora ballando con sua sorella Ophelia a diversi passi da loro. «E se alzerai troppo il gomito non dovrai preoccuparti, mio fratello ti rimetterà in sesto, è un bravo Medimago. Ovviamente se non alza il gomito anche lui!» aggiunse, ridacchiando per la battuta. Avrebbe riso più forte, conscio del fatto che conosceva bene suo fratello Samuel e che avrebbe quasi certamente bevuto come una spugna tanto da dimenticarsi il proprio nome di battesimo, ma si contenne, non volendo allarmare Killian. Era una festa dopotutto, tanto valeva che se la godesse per quello che era, anche se il mattino dopo avrebbe dovuto pagare il dazio.

Samuel e Ophelia, tra un passo e una giravolta, avevano notato l’indomita figura verde del fratello arrivare con gli ospiti al seguito. Fu il primogenito della famiglia Weiss a spronare sua sorella a condurre il ballo sempre più vicino alla zona in cui stanziavano gli ospiti così da poterli accogliere.
«Sam! Cazzo! Se continui a farmi volteggiare così mi farai vomitare o peggio ancora mi spedirai nel caldo abbraccio del falò!» La voce secca di Ophelia sembrò spezzare la musica, ma questa - fortunatamente - non accennò a fermarsi. La più giovane dei Weiss tentò di allontanare suo fratello maggiore premendogli una mano sul torace mentre l’altra se la portò alla bocca, nel disperato tentativo di impedire di compiere l’atto di quanto aveva già annunciato.
Samuel si fermò per guardarla, studiarla con il tipico sguardo attento di un vero Medimago, per poi sorriderle, portandosi le mani nelle tasche dei jeans. «Vedrai che con una Pozione passa t---!» Ma non fece in tempo a ultimare la frase che Ophelia gli assestò un calcio nello stinco, facendolo gemere di dolore. «Ma che ho detto?» sbottò irritato, seguendola mentre zoppicava per il dolore.
«Ho brutti, bruttissimi ricordi delle tue Pozioni. Oh Sam, non te la prendere, ma le tue Pozioni sono peggio dello sterco di Ippogrifo!» Con le mani sui fianchi, il naso leggermente alzato verso l’alto, la giovane Allevatrice di Ippogrifi si avvicinò agli ospiti.
Fu piacevolmente colpita dagli outfits delle due ragazze - Nieve era riuscita a scorgerla in tempo mentre si accingeva ad avvicinarsi alla zona buffet -, tant’è che si ritrovò ad annuire in un tacito segno di apprezzamento, mentre si umettava le labbra coperte da un sottile strato di rossetto color pesca, in perfetta sintonia con il resto del proprio abbigliamento. Ophelia infatti amava in maniera quasi viscerale la moda e l’ordine in sé. Rimase colpita anche da Oliver, in particolare dai suoi magnetici e misteriosi occhi verdi, e al quale rivolse un sorriso gentile. Non che fosse civetta - e qui i suoi fratelli avrebbero potuto dispensare una serie infinite di commenti - ma era molto sensibile in fatto di uomini e infatti aveva avuto una serie di tira e molla con il suo attuale ragazzo, Micheal, detto anche l’Idiota.
«Quindi abbiamo due magnifiche colombelle e un valente giovanotto? Sono Ophelia, lieta di fare la vostra conoscenza.» disse in tono gentile da brava ex Adepta di Tosca Tassorosso, guardando Oliver e Ayumo, per poi cercare con lo sguardo anche Nieve.
Proprio mentre cercava l’argentea fanciulla di Grifondoro, Ophelia vide arrivare Aiden in compagnia di un giovane uomo, su per giù della stessa età della giovane Weiss, con l’aspetto da cattivo ragazzo - ma forse tanto cattivo non lo era! - e quindi da duro. Per poco non svenne alla vista e dovette sventolarsi il viso con la mano per quell’improvvisa sensazione di caldo. «Rapiscimi!» squittì senza controllo, per poi tapparsi la bocca e correre dentro casa così da potersi dare un contegno senza che la figura di Killian la destabilizzasse ulteriormente.
Lena alzò gli occhi al cielo e sospirò profondamente. «Va bene che è primavera, ma vacci piano, Ophy!» esclamò, seguendola dentro e lasciando gli ospiti nelle mani di Sam. Doveva calmare sua sorella e subito, prima che facesse pesanti figuracce.
Samuel, che dal canto suo, arrivò giusto in tempo dopo essersi ripreso dal calcio di sua sorella. Fissò gli ospiti con un primo, ma labile, disagio per la scenata iniziale di Ophelia, grattandosi distrattamente i lunghi capelli rossi. «Oh, non dovete badarci molto ad Ophelia. Vede Ippog---!!!» Sam si diede uno schiaffo a mano aperta sulla faccia, conscio di essere stato ad un passo dal dire una cavolata senza precedente. Se solo avesse ultimato la frase, probabilmente avrebbe messo in cattiva luce sua sorella e poi sarebbe stato guai, grossissimi guai per lui.
«Ad ogni modo, sono Samuel. Il fratello maggiore di Aiden. Piacere di conoscervi.» Si presentò, allungando la mano verso Ayumo e infine Oliver. «Allora, vi piace Beltane?»






Ho scoperto come sbloccare la musica, che a quanto pare è stata bloccata dall'impostazione di Chrome. Se seguite le istruzioni di Francis in questa discussione dovrebbe ritornare come in origine. Ora so che la mia musichina non era mai scomparsa :wat:
E mentre io recupero Killino, fate la conoscenza degli altri due fratelli di Aiden :fru:
Bravo Killino che con il suo fascino destabilizza Ophelia :*-*: Molto piratesco!

E ora divertitevi e curiosate in giro :*-*: Al prossimo giro arriva una sorpresina.

Descrizione del luogo della festa:

- Casa di Aiden e relativi interni: Vi rimando direttamente al topic dell’abitazione click. Potete accedere ad una qualsiasi parte della casa, tranne la camera da letto di Aiden per ovvi motivi (chiusa a chiave).
- Il sentiero che conduce alla Tana della Volpe: Immerso completamente nella natura, è sia un sentiero battuto dall’uomo che dagli animali, segnato - comunemente - da alcune teste di volpe che Aiden ha scavato nel legno di alcuni alberi. Per la festa sono state aggiunte delle lanterne magiche per rendere il passaggio sicuro e ben illuminato, tenendo lontani anche gli animali. Queste lanterne sono fatte con uno speciale materiale ignifugo e impermeabile. Ricordano molto le lanterne orientali.
- Luci calanti dagli alberi: Sembrano delle liane luminose, pendenti dai rami degli alberi attorno alla casa di Aiden e che circondano l’intera area della radura, conferendone un’atmosfera magica e mistica. Sono di una tonalità dorata.
- Falò: E’ al centro della radura e non è grandissimo. E’ comunque circondato da un piccolo muretto di pietre. Poco distante dal falò vi è una cassetta con altra legna per alimentare il fuoco.
- Buffet e tavoli: A destra dell’abitazione vi sarà un lungo tavolo stracolmo di cibi e bevande (alcolici compresi) di ogni sorta. Séan O’Kelly, il Maggiordomo dei Weiss, si occuperà di farvi avere qualsiasi cosa desideriate. Sono presenti anche due Magonò come cameriere. Tavoli e sedie si presentano completamente in legno, alla moda boscaiola, con dei fiori come centrotavola.
- Cestino contenente delle maschere: Ancora non vi sarà reso noto il loro scopo, ma lo troverete su un tavolino non molto distante dal Falò. Le maschere sono in legno e raffigurano svariati animali.
- Musicisti: A sinistra, dalla parte opposta all’area ristoro, troverete un palco basso ma spazioso dove suoneranno una band irlandese, con musiche tipiche dell’Éire.
- Palo di Maggio: Tra la casa e il palco dei musicisti è possibile notare un lungo palo conficcato nel terreno ed ergersi verso le fronde degli alberi. Sulla cima vi è una ghirlanda fatta da svariati fiori, mentre una moltitudine di nastri colorati ne toccano il terreno.


Edited by Aiden Weiss - 8/7/2018, 18:24
 
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view post Posted on 9/7/2018, 10:46
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Ayumo Vanille

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Furono accompagnati dal padrone di casa verso il luogo in cui la festa si stava svolgendo, durante il tragitto la Tassorosso non perse l’occasione per scambiare qualche parola con Oliver.
Il Caposcuola dei Grifondoro era una vecchia conoscenza, si erano incontrati per caso durante le bancarelle invernali, mentre era alla ricerca di qualcosa di particolare, si erano scontrati per colpa sua principalmente, stava camminando in maniera distratta in mezzo alla gente e per la sfortuna di Oliver era stato lui il giovane contro cui si era imbattuta.
Avevano poi avuto l’occasione di conoscersi meglio scambiando quattro chiacchiere da Mielandia e si erano incontrati un’altra volta sul posto di lavoro di Oliver, dall’Evviva lo Zufolo.
Dove la giovane era più o meno fuggita dopo aver suonato per il giovane.
Dall’ora non si erano mai più incontrati per chiacchierare, era quinti stata una piacevole scoperta vedere che il giovane era stato invitato da Aiden alla festa, aveva compreso la motivazione solamente quando Oliver rivelò la propria provenienza, anche lui era Irlandese.
Alla scoperta della città di nascita di Oliver, la Tassorosso decise di rispondergli rivelando quale era la sua.

« Io invece sono di poco fuori Dublino, per la precisione di Glencree, abbiamo la casa che è praticamente immersa in una foresta. »

L’idea di avere qualcuno di conosciuto presente alla festa la rassicurò molto, le era capitato spesso negli ultimi anni aveva preso l’abitudine di frequentare i Balli di Fine Anno solamente per osservare le altre persone, non aveva stretto molte amicizie e quindi molto del tempo lo passava osservando gli altri partecipanti divertirsi.
Non era una situazione che le dispiaceva, perché in fondo la causa principale della propria solitudine era lei stessa, ma l’idea di non essere completamente in mezzo ad estranei la tranquillizzava.
Una volta giunta vicino alla zona dei balli, osservò il fratello e la sorella di Aiden esibirsi, erano molto bravi nonostante le minacce della giovane nei confronti di lui.
Una volta fermatasi la ragazza si presentò loro, era Ophelia, l’adepta di Tassorosso si presentò di rimando cercando anche di far scemare l’imbarazzo che l’aveva colta nel sentirsi chiamare colombella.

« Ayumo Vanille, è un piacere anche per me fare la tua conoscenza. »

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Una volta fatte le dovute presentazione, seguì la giovane con lo sguardo sino a quando non notò che andava incontro al padrone di casa e all’uomo misterioso che aveva precedentemente scorto.
Fu inevitabile che la scenetta creò dell’ilarità nell’aria, Ayumo si fece scappare una lieve risata nonostante avesse cercato di trattenerla, probabilmente aveva anche fatto delle facce imbarazzanti per evitare di mettersi a ridere sguaiatamente, ma non se ne preoccupò.
Ultimo, ma non ultimo anche il giovane che stava ballando si era diretto verso di loro, anche in questo caso ci fu uno scambio di convenevoli e una ennesima scenetta alquanto divertente, difatti il ragazzo si schiaffò una mano in faccia per evitare di concludere la frase che stava pronunciando e per poi completare la propria presentazione.
Fu invitabile per lei farsi sfuggire anche in questo caso una piccola risata, ma si ricompose quasi immediatamente, nonostante fosse ben visibile sul volto un sorriso notevole.

« Come ho detto precedentemente ad Ophelia, sono Ayumo Vanille.
Bene, finalmente ho scoperto chi è il fratello maggiore di Aiden che lo ha spinto a scegliere la carriera da Medimago.
Mi ha parlato di te la prima volta che ci siamo incontrati, è un piacere fare la tua conoscenza. »


Concluse la propria frase e lasciò il tempo al Caposcuola Grifondoro per fare le dovute presentazioni.

» Caprese al Limone
» Torta Panna e Fragole
» Torta di Mousse ai Lamponi e Cioccolato Bianco
» Confezione di Tè da 6 Gusti
Studentessa Tassorroso - 17 Anni
 
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view post Posted on 21/7/2018, 21:29
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Interazione con: Aiden, avvistato Oliver



Killian Resween ♢ 25 anni ♢ Ispettore Auror


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Il cenno con la mano che aveva rivolto al padrone di casa fu recepito immediatamente da Aiden che sembrò oltremodo felice di vedere il collega alla festa, anche se in ritardo. Era intenzione del Resween rimanere in disparte per tutta la durata dell’evento poiché la deformazione professionale lo obbligava quasi ad assumere il consueto ruolo di sorvegliante, ma era evidente che Aiden non glielo avrebbe mai permesso. Questo infatti si mosse subito nella sua direzione e gli lasciò appena il tempo di ricambiare il saluto prima di acciuffarlo e trascinarlo via dai confini del campo in cui si era auto-relegato.
Anche se visibilmente contrariato da quel rovescio improvviso (ma inevitabile) di piani, un sorrisetto soddisfatto si fece strada tra la rada barba del giovane quando il rosso gli ricordo che non essendo in servizio poteva usufruire del fornito bar che aveva già adocchiato. Uno sguardo curioso venne rivolto al più grande dei fratelli Weiss, incentivato dalle parole di Aiden che lo informarono della sua professione di Medimago: somigliava molto all’Auror, così come gli altri Weiss. Avrebbe accennato un saluto e forse addirittura una breve presentazione rivolta all’uomo se solo uno squittio non avesse calamitato l’attenzione del venticinquenne e probabilmente anche quella del resto degli invitati. La ragazza che fino a poco prima aveva dato spettacolo nelle danze con il fratello di Aiden si era lasciata sfuggire una stramba richiesta che – udite, udite – aveva tutta l’aria di essere indirizzata ad uno scettico Killian. I buoni propositi di mantenere un profilo basso erano così andati bellamente a farsi benedire, ma dove aveva sbagliato stavolta? Credeva di aver scelto un vestiario piuttosto contenuto anche se prettamente babbano, inoltre non aveva nemmeno calcato troppo la mano con il carboncino sugli occhi. Persino il suo volto non era la ferramenta che solitamente si divertiva a sfoggiare, ridimensionando i piercing solo ai due bottoni ai lobi delle orecchie e un anellino scuro al sopracciglio destro.
Dopo aver osservato con espressione leggermente sbigottita la rapida fuga che aveva seguito la supplica della ragazza, decise di addossare tutta la colpa a terze parti:

“Vedo che il tasso alcolico qui ha già raggiunto quote di non ritorno”

La più che giustificata sorpresa iniziale venne ben presto abbandonata in favore di una scaltra compostezza che non celava tuttavia un sorriso furbo e il tono divertito del mago. Magari era davvero il caso di accettare i consigli spassionati dell’uomo in verde e lasciare che le bevande rendessero anche lui meno consapevole di quello che accadeva. Credendo che Aiden lo stesse conducendo al punto di ristoro, lo seguì senza perdersi in ulteriori chiacchiere ma quando le nubi nei suoi occhi grigi individuarono una figura a lui ben nota seduta poco distante non poté fare a meno di arrestarsi.

"Ehi, ma quello non è Oliver?"

Il grifondoro era insieme ad una ragazza e al fratello di Aiden e al Resween non servì più di uno sguardo per riconoscerlo nonostante fosse cresciuto molto da quando aveva fatto la sua conoscenza diverso tempo prima. Lo aveva rivisto qualche volta nei banchetti di quell’associazione per gli Elfi Domestici in cui gli capitava di fare donazioni, ma non c’era mai stata occasione per scambiare più di qualche convenevole. Eppure aveva un aneddoto divertente da raccontargli in merito al baccello di pugnacio che il giovane giornalista gli aveva regalato per un Natale e che lui aveva avuto la malaugurata idea di tenere sulla scrivania. Chissà che quella non fosse la volta buona per ringraziarlo del pensiero gentile che aveva avuto nei suoi riguardi e per rendere noto il suo non- pollice verde che aveva avuto come conseguenza il quasi accecamento di un dipendete ministeriale.

Felice di vedere un'altra faccia conosciuta, decise di virare per raggiungere quel gruppetto.

SchedaOutfit
 
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view post Posted on 25/8/2018, 17:06
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Irlandese
PS: 196 ☘ PC: 142 ☘ PM: 145 ☘ EXP: 29.5


"Quando la Ruota incomincia a girare
comincino i fuochi di Beltane a bruciare.”





Lo sguardo austero e vissuto del buon vecchio Séan scrutarono per pochi istanti la figura slanciata e giovane della Grifondoro dai particolari capelli argentati. La ritenne fin troppo giovane per poter anche solo considerare l’idea di bagnarsi appena le labbra con una bevanda alcolica e il vino elfico non faceva di certo eccezione. Eppure il Maggiordomo si ritrovò a sospirare mestamente, dopo aver dato un rapido sguardo alla schiena di Aiden, intento a scortare la figura di un altro invitato, e ricordandosi le precise direttive che gli erano state impartite dal padroncino. Versò dunque in un calice dell’ottimo vino elfico e lo porse garbatamente alla fanciulla, con tanto di piccolo inchino per rendere omaggio al tanto rispettabile bon-ton.
Se solo le cose non fossero cambiate, se fossero rimaste immutate come ai suoi tempi, probabilmente Séan si sarebbe opposto con veemenza, ma era solo un Maggiordomo dopotutto e non poteva fare altro che ubbidire, tristemente e in silenzio. La sua vita era sempre stata all’insegna del dovere, come anche i Weiss, anche se in modo diverso ma era pur sempre un dovere.

Le sopracciglia di Aiden si incurvarono in un’espressione severa e tacitamente di rimprovero verso la sua stessa sorella che aveva squittito come un topo impazzito, per poi correre dentro casa come uno dei razzi Jungle[1] che lui e Samuel avevano accesso dentro il Maniero durante la loro giovinezza, quando ancora erano dei bambini vispi e brufolosi. Non si sarebbe mai sognato di vedere sua sorella, la più rassomigliante dei cinque fratelli alla loro stessa madre per alcuni aspetti peculiari del carattere, comportarsi come la più facile delle donne. Un comportamento che il fulvo disapprovava da sempre e che non lo avrebbe di certo fermato dal fare una bella ramanzina a sua sorella una volta rimasti da soli, poiché rimasti orfani di padre toccava a lui e al resto dei fratelli maschi provvedere che le femmine non si comportassero in modo poco consono ed indecoroso. Anche se ciò era un modo di fare prettamente all'antica, ad Aiden importava poco e niente: era stato educato in tal senso e niente e nessuno gli avrebbe impedito di applicare quanto gli era stato insegnato.
Serrò la mascella, facendola scricchiolare pericolosamente, mentre i denti stridettero a tal punto da essere in procinto di rompersi o così parve sembrare. I suoi lineamenti però parvero rilassarsi nel momento stesso in cui Lena gli lanciò una rapida occhiata d’intesa, mirata a far capire al fratello che ci avrebbe pensato lei e che lui non avrebbe dovuto da sfoggio del proprio lato iracondo davanti agli ospiti.
Le parole di Killian sembrarono riportarlo alla realtà, strappandogli un piccolo sussulto di sorpresa, mentre la mente si placò da quella che sarebbe potuta essere una tempesta pronta ad abbattersi all'improvviso, rivelandosi alla vista dei propri commensali e che non avrebbe apportato alcun beneficio, non se era lui il padrone di casa. Concesse al proprio collega e amico un sorriso rilassato e divertito, apprezzando quella battuta e ritenendola dolce quanto il miele appena fatto. Non avrebbe mai pensato che Killian fosse capace di simili battute ma dovette dargli atto che si era davvero superato.
Il fulvo si sporse verso l’orecchio di Resween e gli sussurrò in tono provocatorio, sghignazzando come una volpe idiota. «E abbiamo appena iniziato! Mi aspetto di trovarvi tutti sotto ai tavoli ubriachi persi, invocando il nome delle vostre mammine tra una frase senza senso e l’altra.»
Lo sguardo poi sembrò soffermarsi su Oliver quando udì il nome del Caposcuola di Grifondoro uscire dalle labbra del collega. Dedusse quindi che lo conosceva e questo suscitò un moto di curiosità in Aiden, domandandosi sul come e il quando i due si fossero conosciuti e in quali circostanze. «Vedo che conosci Oliver Brior. Sì, è proprio lui. Un bravo ragazzo con uno spirito nobile e gentile. Entrambi ci prodighiamo per il benestare degli Elfi Domestici e dovresti unirti alla ciurma, Resween. Gli Elfi non meritano forse il tuo fascino da Ispettore tenebroso?» Con fare giocherellone, Weiss assestò una piccola gomitata sul fianco dell’amico, volendolo stuzzicare un poco, come al solito. Poi lasciò che Killian facesse quanto si sentiva di fare, in tutta tranquillità, lasciandolo immergersi nelle prime onde della festa.

Sam non era estraneo alle abitudini e vizi del fratello minore, anzi, conosceva perfettamente ogni sfaccettatura del carattere di Aiden e quindi non era una novità che vi fossero menzogne o mezze verità disseminate in giro, come tante piccole mine vaganti in un vasto campo fiorito. Perciò non manifestò in alcun modo la propria sorpresa dinanzi alle parole di Ayumo, semplicemente si chiese come mai Aiden avesse scelto di mentire ad una ragazza così giovane circa il proprio mestiere ma si trattava comunque di una scelta del fratello e pertanto Samuel se la fece bastare. Aiden aveva le proprie ragioni per mentire a qualcuno, non faceva mai nulla senza una particolare ragione, ma l’ex Corvonero non si immerse in profonde riflessioni, piuttosto cercò di mostrarsi presente e attivo, sorridendo alla giovane.
«Ne ha di strada da fare quel pasticcione!» ridacchiò. «Ma sì, il mio fratellino non poteva di certo abbandonarmi.»

L’aitante Auror Irlandese individuò Nieve vicino alla zona rinfresco, con un Séan che stava magistralmente celando il proprio turbamento dopo averle servito quello che agli occhi del rosso pareva essere un calice di vino.
Stringendo il proprio bastone nella mano destra e sfoggiando un sorriso divertito, Aiden si avvicinò a lei e ammiccò il calice con un movimento del capo. «Mi dica, miss Rigos, è una piacevole annata quella che sta sorseggiando?» Si portò la mano libera sul fianco e assunse, di conseguenza, una postura alquanto dilettevole. Il sorriso però non durò molto che i lineamenti del viso dell’Auror sembrarono farsi più rilassati e neutri. «Sono felice che tu sia venuta nonostante la tua improvvisa diserzione alla nostra lezione di ballo avvenuta al nostro ultimo incontro. Immagino anche che avrai modo di spiegarmi come mai non ti sei fatta viva alla Festa di Natale, nonostante ti stessi aspettando oltre che cercata in lungo e in largo. E, piccola parentesi a tal proposito, eri proprio una splendida Reginetta dei Ghiacci!» Con fare provocante, sentendosi in vena di stuzzicare anche lei oltre che Killian, Aiden aggiunse un occhiolino complice a conclusione della battuta. «Oh Nieve, ho così tante cose da dirti. Ma prima riuniamoci agli altri, c’è una piccola sorpresa da scoperchiare!»
La prima novità della serata sarebbe stata dunque rivelata.
Aiden sperò con tutto il cuore che gli ospiti sarebbero stati più che deliziati ed entusiasti a partecipare, così come alle altre due attività che aveva programmato per quella festa e per onorare Beltane. Facendo risuonare il bastone contro il suolo, il rosso si diresse verso il falò, precisamente dove vi era un cestino contenente quelle che sembravano delle maschere di legno, finemente lavorate e dipinte, rappresentando diverse figure animali. Alzò una mano per attirare maggiormente l’attenzione degli ospiti.
«Posso avere la vostra gentile attenzione? Prego, avvicinatevi, c’è una sorpresa che vorrei condividere con tutti voi.» esclamò con voce alta.






In accordo con Nieve e Oliver ho preferito rispondere io per conferire maggiori spunti narrativi a tutti quanti sia da questo mio post che da quello precedente. La sorpresa che avevo annunciato di rivelare la faccio slittare al mio prossimo post così da metterci ancora più pathos :bello:

[1]: Vedesi Welcome to the Jungle, Contest di Giugno, nella mia raccolta di Frammenti.


Descrizione del luogo della festa:
- Casa di Aiden e relativi interni: Vi rimando direttamente al topic dell’abitazione click. Potete accedere ad una qualsiasi parte della casa, tranne la camera da letto di Aiden per ovvi motivi (chiusa a chiave).
- Il sentiero che conduce alla Tana della Volpe: Immerso completamente nella natura, è sia un sentiero battuto dall’uomo che dagli animali, segnato - comunemente - da alcune teste di volpe che Aiden ha scavato nel legno di alcuni alberi. Per la festa sono state aggiunte delle lanterne magiche per rendere il passaggio sicuro e ben illuminato, tenendo lontani anche gli animali. Queste lanterne sono fatte con uno speciale materiale ignifugo e impermeabile. Ricordano molto le lanterne orientali.
- Luci calanti dagli alberi: Sembrano delle liane luminose, pendenti dai rami degli alberi attorno alla casa di Aiden e che circondano l’intera area della radura, conferendone un’atmosfera magica e mistica. Sono di una tonalità dorata.
- Falò: E’ al centro della radura e non è grandissimo. E’ comunque circondato da un piccolo muretto di pietre. Poco distante dal falò vi è una cassetta con altra legna per alimentare il fuoco.
- Buffet e tavoli: A destra dell’abitazione vi sarà un lungo tavolo stracolmo di cibi e bevande (alcolici compresi) di ogni sorta. Séan O’Kelly, il Maggiordomo dei Weiss, si occuperà di farvi avere qualsiasi cosa desideriate. Sono presenti anche due Magonò come cameriere. Tavoli e sedie si presentano completamente in legno, alla moda boscaiola, con dei fiori come centrotavola.
- Cestino contenente delle maschere: Ancora non vi sarà reso noto il loro scopo, ma lo troverete su un tavolino non molto distante dal Falò. Le maschere sono in legno e raffigurano svariati animali.
- Musicisti: A sinistra, dalla parte opposta all’area ristoro, troverete un palco basso ma spazioso dove suoneranno una band irlandese, con musiche tipiche dell’Éire.
- Palo di Maggio: Tra la casa e il palco dei musicisti è possibile notare un lungo palo conficcato nel terreno ed ergersi verso le fronde degli alberi. Sulla cima vi è una ghirlanda fatta da svariati fiori, mentre una moltitudine di nastri colorati ne toccano il terreno.


Edited by Aiden Weiss - 25/8/2018, 19:20
 
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view post Posted on 12/9/2018, 17:38
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entropia.

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Nieve accostò il bicchiere alla bocca e attinse al suo contenuto. Con espressione intenta, indusse le papille gustative ad un'analisi accurata delle proprietà organolettiche della bevanda, dopodiché mandò giù il boccone e annuì seccamente. Gli occhi scrutarono la superficie color borgogna del vino elfico con una perizia che decisamente non le apparteneva, non ancora almeno. Pertanto, sorrise prima di rivolgersi ad Aiden.

«Discreta, Aidy. Devo dire che il mio raffinatissimo palato è abituato a ben altro. Ma non starò certo qui a farti la predica. So bene che sei un campagnolaccio e campagnuolo dev'essere ciò che ci offri. Le mie aspettative sono pienamente soddisfatte.»

Gli sorrise senza alcun rimorso, mentre il vino saliva a colorarle gli zigomi alti e scendeva a scaldarle la schiena. Da qualche minuto, il soffio del vento di Maggio aveva smesso di infastidirla. In un certo senso, ne cercava le carezze come si attendono le attenzioni di uno spasimante: col giusto grado di vanitosa aspettativa e, insieme, con il superbo distacco di chi non ricambia. Com'è che si era definita quella stessa sera al cospetto di Astaroth nel rivendicare la propria sfrontata, riscoperta intraprendenza? Ah sì! Una balordaccia della peggior specie!

Riservò all'uomo un'espressione fintamente colpevole. «Al ballo delle Alpi volevo solo morire, se proprio ci tieni a saperlo,» gli confesso con candore. «Sentir pronunciare il mio nome mi ha quasi spinta a lanciarmi oltre il cocuzzolo della montagna e a fare a gara con la mongolfiera e il Babbo Natalino nel volo dell'angelo.» Rise, accostando le labbra tumide al vetro fresco del bicchiere. «Ma ti ringrazio per la bugia. Mi sfuggono ancora così tanto i meccanismi sociali che fatico a capire perché, con tutte le belle ragazze in circolazione, abbiano votato l'unica vestita da montanara. Come direbbe il Midnight, de gustibus...»

In realtà, Nieve non aveva mai sentito il docente usare quell'espressione. Era stata Thalia a pronunciarla, un giorno come un altro che il giardino aveva fatto da sfondo al loro pomeriggio: mentre la Tassorosso se ne stava accomodata con grazia tra le radici di una quercia e con lo sguardo perso in un libro, Nieve si era dedicata alle più assurde fantasticherie. Una nuvola a forma di farfalla l'aveva spinta a pensare al professore di Trasfigurazione, strappandole un singulto mezzo soffocato, quando l'amica aveva deciso di condividere con lei un passo che non aveva incontrato il suo favore. "E dicevano che fosse un capolavoro... Ah, de gustibus!"
Dopo averle chiesto una spiegazione a fronte aggrottata, Nieve non aveva perso tempo a lanciare l'ennesima provocazione: senza prendersi la briga di nascondere oltre il rosso e l'oro della sciarpa il ghigno insorto sulle labbra, aveva dato a Thalia della mezzanottina. Era stata sul punto di saggiare molto da vicino la consistenza del libro, dopo quell'uscita.

Ridacchiò come spesso accadeva quando si concedeva di rivivere la scena. «Allora, andiamo. Avremo tutto il tempo per i pettegolezzi.»

Seguì Aiden in direzione del falò.


Sono vergognosissima, lo so. :fix:
 
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view post Posted on 8/11/2018, 11:16
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«Immagino sia un posto allora meraviglioso, Ayumo. La sola possibilità di vivere immersi nella natura, soprattutto in un bosco o una foresta, è per me come un sogno ad occhi aperti. Casa mia è più o meno nel verde, c'è un parco perlopiù, ma a pochi chilometri si raggiunge una distesa infinita di alberi, davvero molto bello. E il fiume Lee, poi, è un gioiello straordinario, dovresti passare a Cork, ti piacerebbe! Meno caotica di Dublino, molto più paesaggistica.» Si appuntò mentalmente di spedire una cartolina alla Tassorosso dalla sua città alla prima successiva occasione, aggiungendo per il momento un sorriso gentile alle sue ultime parole; apprezzava il suo paese natio, quel villaggio a tratti mistico, a tratti ancora fiabesco come un tempo ancora leggermente acerbo, più di quanto potesse lasciar intendere. Lo spirito di nazionalismo, forse di vero e proprio patriottismo, era così forte in Oliver da averlo spinto, anni addietro, a tergiversare con lo stesso Docente di Storia della Magia, ad Hogwarts, circa l'origine preziosa della coltivazione da tè anche in Irlanda, portando a sé esempi e paragoni con Scozia, India ed Oriente in generale. Come fossero finiti a conversare di tè, partendo dall'argomento più classico di una lezione, Mago Merlino e la sua storia, per Oliver risultava ancora un curioso mistero. In ogni caso, mentre la sinfonia più allegra della serata si espandeva in una danza quasi tribale tutto intorno, la presenza di nuovi invitati, di altri ospiti e degli stessi familiari di Aiden fu per il Caposcuola una sorpresa ben gradita. Sollevò la mano di Ophelia non appena possibile, offrendole un bacio leggiadro, senza sfiorare la bocca sulla pelle dell'altra; un apprezzamento alla sua persona e un sorriso luminoso conclusero l'incontro con la sorella dell'amico; quando fu la volta del fratello dell'Auror, la somiglianza tra Samuel e Aiden non poté che spiccare nettamente all'attenzione del Grifondoro. «Per me è davvero un piacere conoscervi. Sono Oliver, Oliver-»

Cadono.
Cadono ancora, cadono insieme. Uno, due, tre, il monolite si espande, converge su se stesso, si esprime in potenza distruttiva, in caos, in disordine, in estasi. C'è confusione, sovrana, imperterrita, mentre avanza a dismisura di ogni valore, a frenare ogni impeto, ad ostacolo eccelso. Cadono. Cadono ancora, cadono tutti. Il maggiore, il minore, il più grande, il più piccolo. Si abbatte sull'intera stirpe la macchia più unta, più sporca, più tetra: come un velo, come la notte, come al tramonto stravolto di scarlatto, di porpora, di nero, si è ormai disciolta quell'Ombra primordiale. Un paziente in difficoltà in una sala d'attesa, un'ala trasfigurata in malo modo gli spunta dalla schiena, è finito, perché non c'è Medimago, non c'è salvezza; una creatura che piange, un cucciolo strappato all'affetto della madre, senza più calore, ormai muore dal freddo, lamenta il disagio di una vita già recisa; infine un grido nell'aria, un'eco profonda, il cielo muta in notte, è già notte, è già notte. Ripetono, ripetono tutti. Cadono, cadono tutti. Cadono ancora. La pietra si sgretola tra le mani, le dita sfiorano quelle dell'altro, infine riverso al suolo si nota il marchio d'onore, lo stemma di un Auror, l'Aquila indomita, ormai senza più possibilità di volare. Morte, Ombra, Caos. Scivola via. Esplode. Sorge il Gigante di Roccia, è vivo, è vivo, è vivo. Respira.


«Non ora
Il palmo della mano destra del Veggente era ancora aperto, ad accogliere fino ad un attimo prima la mano di Samuel, il fratello maggiore di Aiden; un gesto tra i più semplici, se solo non avesse stretto con più forza del dovuto. Lo abbandonò pochi secondi dopo, imperterrito, come se scottatosi all'improvviso, mentre la Visione lo liberava dalla morsa del Tempo; riprese a respirare e si accorse ad una rapida occhiata di essere rimasto in percezione astrale, come lontano da tutto e da tutti, per poco, per fortuna. Non riuscì a capacitarsene, non avrebbe mai sperato di sentire il proprio peso attivarsi in un contesto ludico: ma non c'erano misure né confini, lo sapeva bene, fin dal principio. «Chiedo scusa.» Non aggiunse spiegazioni, accennò ad un altro sorriso, forse forzato, eppure ritenuto necessario. Sospirò, pallido più di quanto non fosse stato. Osservò Ayumo al suo fianco e finalmente con la coda dell'occhio riuscì a visualizzare abbastanza nitidamente un altro volto familiare. «Sir Resween, è proprio lei?» Era ancora forte la sensazione di calore alla fronte, al cuore, alle mani tremanti nascoste in tasca, ma già si disperdeva al padroneggiare di una realtà senza simboliche anticipazioni di un Futuro non ancora delineatosi. La voce di Aiden attirò come una salvezza la sua attenzione, ancora una volta. Doveva andare via da lì, prima che fosse troppo tardi. La famiglia di Aiden, così intensa per la Visione che pesava sul suo capo, era per lui come miele per la maledizione che allo stesso modo minacciava tutto se stesso.
Tutta la natura si rinnova, l’albero della vita è intrecciato in una rete a spirale.
Ci incontriamo nel momento della fioritura, per danzare la danza della vita.
 
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