Il primo anno venne sfogliato in fretta e furia, senza troppe cerimonie. Aveva già ripassato i concetti basilari e, con il senno di poi, era anche riuscita ad aggiungere un tocco personale alle nozioni apprese. In fondo, era quello che i docenti maggiormente chiedevano. Sfogliò un'altra pagina.
*Si tratta di un incanto dalle lontane origini. Il suo primo esecutore fu un mago irlandese Horus O'Clok. In effetti, questo incantesimo è stato tramandato nei secoli proprio dalla famiglia O’Clok. Esso consente di trasformare il cuculo in un bellissimo, ed utilissimo, orologio a cucù. * Lesse mentalmente, ricordava bene i pomeriggi passati a ricercare le vere origini di O'Clock e come questi avesse avuto una delle più grandi idee del secolo - ai suoi tempi. Per puro orgoglio non era andata a chiedere a Nonno Hydra se effettivamente avesse mai incontrato un discendente di quella famiglia, ma d'altro canto con Constantine parlava così poco che non c'era da meravigliarsene. Il timore reverenziale che quel vecchio le incuteva era tutt'altro che semplice da spiegare, e quasi impossibile da ignorare. Lo sguardo attento si fermò su un angolino di quella pagina, dove un appunto spiccava su tutti. "Chiedere a Barrow" c'era scritto. Non ricordava più cosa volesse chiedere all'ex-docente, ma certamente doveva trattarsi di qualcosa a cui lei stessa aveva trovato risposta negli anni. Non era raro che, a volte anche a metà anno, un docente lasciasse Hogwarts e venisse sostituito da un supplente temporaneo, fin tanto che non si trovava un degno sostituto. Era toccato a Christopher Channing il ruolo di docente di Trasfigurazione, e benché lei non lo avesse mai incontrato, era sicura che avrebbe avuto a che fare con lui ai G.U.F.O., che di certo non erano un buon terreno per un primo incontro. Proprio tra il quarto ed il quinto anno, Amber aveva avuto modo di toccare con mano quanto fosse fragile il filo che legava un docente alla sua cattedra. "Largo ai giovani" sembrava gridare ora il corpo docenti.
*... e largo agli Auror!* avrebbe aggiunto lei, incapace di comprendere se fosse una nota positiva o meno. Dopo quanto accaduto, di sicuro Hogwarts necessitava di una protezione extra, ma per quanto la rassicurasse, l'incubo tragicomico di trovarsi Killian tra i corridoi in veste di docente vinceva su tutto, terrorizzandola.
*Non accadrà mai*, si rassicurò scuotendo appena il capo. Prima di mettersi d'impegno nella lettura dei suoi appunti, si era sentita sufficientemente sicura di poter tenere tutto sotto controllo, ma così non era stato e l'essere così assorta in quei pensieri le aveva fatto perdere di vista il portone principale, inconsciamente aperto poco prima, e lo scampanellio lieve che precedeva l'arrivo di un cliente. Un cliente che non avrebbe dovuto essere lì. Un cliente che era entrato perché lei aveva lasciato la testa nell'appartamento di Londra, e non se l'era portata via mentre andava a lavoro!
All'udire una voce che non apparteneva alla solita del corriere, Amber trasalì. «
Il negozio è chius-» iniziò una risposta automatica che non portò a termine. Chiuse il quaderno ed ignorando per un attimo il cliente, puntò il proprio sguardo verso la porta la cui serratura era sbloccata in modo evidente. Avrebbe voluto chiedere "come sei entrato?" ma già sapeva la risposta, era meglio evitare di ammettere la propria colpa così apertamente. Si ricompose quindi l'istante successivo, alzandosi dallo sgabello. La fortuna di essere appena più alta della media londinese le dava il vantaggio di poter risultare sufficientemente alta anche da dietro il bancone, un valore aggiunto che la faceva sentire ancora più sicura. Ingoiò il rospo, aveva commesso lei un errore, ma avrebbe trovato il modo di mandare via il ragazzo per farlo tornare a negozio aperto. Non le servì più di un'occhiata per comprendere chi avesse davanti. Non solo era già stato un cliente, ma era anche un recente acquisto dello staff scolastico, un Prefetto Serpeverde. Ed aveva un gatto sulle spalle. «
Sullivan» Un cognome, un saluto. Con ancora gli appunti in mano, ed un'espressione meno sorpresa e più professionale, la Tassorosso si preparò a comunicare quanto appena accennato poco prima. I mezzi termini non era propriamente il suo campo, doveva ammetterlo.«
Mi dispiace, ma come dicevo il negozio dovrebbe essere chiuso, non facciamo orario continuato quind- » ed avrebbe proseguito chiedendogli di tornare due ore e mezza dopo, ma anche in quel caso la frase non trovò una conclusione, perché la porta si aprì ancora ed il faccione bonario del mago-corriere comparve sul più bello.
*Morgana* Dietro di lui, ben cinque pacchi avvolti in fogli di cartone anonimi e grandi quanto uno zaino bello capiente. E meno male che la proprietaria l'aveva rassicurata che si sarebbe trattato di poca roba. "Mai crederle al cento per cento" si appuntò mentalmente. «
Consegna per il Wizard, già saldata, lascio tutto qui fuori ma mi serve una firma» Ignaro del processo che avrebbe innescato, il buon Galfry attendeva Amber sull'uscio, con una piuma d'oca in mano e la pergamena da firmare. Non solo lei non poteva ignorare la consegna, ma avrebbe anche dovuto portare dentro le cinque scatole prima che queste attirassero troppo l'attenzione. Se ne avesse perso il contenuto sarebbe stata licenziata, come minimo. Lo sguardo passava dal Prefetto al corriere. Forse avrebbe potuto farsi aiutare dal primo, a portar dentro tutto, non era il caso di usare incanti di levitazione, non c'era la certezza di come avrebbero reagito i preziosi all'interno della scatole. Amber si era sempre chiesta perché la donna non usasse i gufo come normali postini, ma effettivamente con tutto quel carico ce ne sarebbero voluti parecchi. E forse non era nemmeno affar suo chiederselo. Avrebbero dovuto portare tutto a mano. Si mosse oltre il bancone, ignorando per un attimo proprio il cliente inatteso, per andare a firmare il dovuto. Non avrebbe mai apertamente chiesto di essere aiutata, ma le avrebbe sicuramente fatto comodo disporre di due braccia in più. Altrimenti Sullivan avrebbe potuto benissimo recepire il messaggio iniziale e schivare l'incombenza al volo per ripresentarsi più tardi.