Witchcraft and Wizardry, Wizard Store - Privata

« Older   Newer »
  Share  
Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 16/6/2018, 13:17






Elijah Sullivan


🐍17 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


Iw4cx25

Per un po' la Trasfigurazione sembrò essere dimenticata ed il discorso si incanalò sui gatti. Lo sapeva che Stefan era un rompiscatole per mangiare e, se non avesse smesso di miagolare in quel modo, sarebbe uscito nella tempesta. Poco lontano c'era un Supermarket babbano, dove aveva comprato già altre volte degli stuzzichini per il gatto. Si sarebbe inzuppato peggio di un biscotto in una tazza di latte, ma se serviva si sarebbe immolato volentieri. Non lo faceva solo per Stefan, ma anche per se stesso. Sapeva che quando attaccava a miagolare in quel modo non c'era via d'uscita.
Le parole di Amber lo convinsero che fosse l'unica soluzione possibile al momento. Se lei non aveva nemmeno un croccantino per fargli sollazzare il palato allora doveva farsi anima e coraggio e buttarsi sotto al diluvio. Pochi minuti e il problema sarebbe stato risolto.
- Beata te - il dito del ragazzo andò a toccare leggermente il nasetto rosa caramella del gatto nero - Stefan mangia in continuaz…
Girò leggermente il busto verso la Tassorosso e l'ultima parola gli restò incastrata in gola. Ma cosa stava facendo ? Perché puntava la bacchetta su Stefan? Non gli era mai sembrata una ragazza violenta, ma molto spesso l'apparenza inganna. Il Serpeverde aveva già allertato i sensi, ma...
«Non gli faccio niente, ma aspetta»
Le pupille di Elijah si dilatarono e quel che restava visibile delle sue iridi chiarissime iniziò a tremolare. Ma che aveva in mente? Non riusciva a capire. Quell'incantesimo lo lasciò di sale, non aveva quell'effetto vero? No, perchè se faceva quello che la formula lasciava intendere. Non perse di vista la bacchetta di Amber e insieme a questa il suo gatto nero. Stefan lanciò un miagolio prolungato e poi si voltò verso il suo padrone con aria di sfida.
- Voglio una cesta come quella lì - il muso si voltò un instante verso quella che aveva occupato la gatta della Tassorosso fino pochi minuti prima.
- Ah, si? Ti faccio notare che dormi sul mio letto - la risposta del Serpeverde arrivò prontamente.
- Quello è tuo, non mio. Poi quei croccantini al fegat ….miaaaaaaaoooooooo
Elijah sollevò gli occhi al cielo - Mi pareva strano che non volessi mangiare - quel gatto era fatto a sua immagine e somiglianza, c'era poco da dire.
I due continuarono a fissarsi. Gli occhi felini verde smeraldo che cercavano di incutere timore al suo padrone. Due fessure verticali che, pur essendo nere come l'ebano, brillavano a tratti come se racchiudessero un'anima che scalpitava. Non si era mai fermato a pensare a cosa passasse per la testa a Stefan, in fondo era solo un gatto. Il Serpeverde rilassò infine i muscoli del viso, decisamente tesi fino a quel momento.
No, Stefan non era solo un gatto, era il suo gatto e Elijah sapeva che da quel momento non lo avrebbe più guardato con gli stessi occhi. Era una sciocchezza quella che era appena successa su quel bancone. Nessuno aveva vinto la Coppa Tre Maghi, nessuno aveva avuto un encomio speciale dal Preside Peverell, nessuno aveva superato il M.A.G.O. con il massimo dei voti in tutte le materie. No, niente del genere, ma … miseriaccia !!! Il suo gatto aveva appena parlato con lui ed era una cosa stratosferica!!
Si voltò verso Amber con un'espressione indecifrabile. Per quanto stesse facendo violenza su se stesso per farsi vedere del tutto impassibile, gli angoli della sua bocca si tirarono appena appena in direzione delle sue piccole orecchie. Non stava ridendo, no, ma la situazione era decisamente grottesca. Il Serpeverde ancora non lo sapeva, ma aveva bisogno di quelle cose più dell'aria che respirava.
Puntò il dito sul muso del gatto - No...ma...l'hai sentito?
Sapeva che era stato davvero lui a fare quella richiesta, ma la sua razionalità aveva difficoltà ad accettarlo sebbene fosse un Purosangue e fosse cresciuto a pane e Magia.
- E' brutto se dico che lo preferisco quando miagola? - il sopracciglio sinistro si sollevò come suo solito. Com'era possibile che quella cosa l'avesse toccato così tanto. Non voleva pronunciare quel "verbo", ma forse era davvero così? No, non lo era! Sì, accidenti, lo era eccome. Ehì, no! Era solo un gatto, solo un gatto!!
- E va bene - i suoi occhi chiarissimi tornarono sulle fessure indagatrici di Stefan - ti comprerò una cesta come quella, ok? Ma quei croccantini al fegato puzzano troppo, mi rifiuto di tenerli in stanza ai Dormitori.
Quando aveva avuto l'infelice idea di fare quell'acquisto, il sublime aroma aveva invaso la stanza come colla sulle pareti. Si era accorto che il gatto aveva gradito quella porcheria immonda, ma il suo olfatto ne era rimasto oltraggiato. Per questa ragione - validissima - i croccantini al fegato erano spariti misteriosamente, sostituiti da quelli alle vitamine che, se tenuti chiusi ben, puzzavano il giusto.




 
Top
view post Posted on 19/6/2018, 13:55
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,506
Location:
Hyperversum

Status:



Se qualcuno avesse rivolto la bacchetta contro Eve esattamente come lei aveva fatto contro Stefan, probabilmente avrebbe estratto la propria in difesa della gatta. Eppure in quel frangente non si mise minimamente nei panni di Elijah. Era fin troppo consapevole che non avrebbe mai fatto del male ad un gatto, da credere di poter tranquillizzare con quel solo pensiero il suo proprietario. Per fortuna l'incidente diplomatico venne scongiurato - nonostante la prima occhiataccia di Sullivan, più che lecita. Incuriosita anche più di Amber, la gatta grigia puntò gli occhietti color smeraldo - simili a quelli del compagno felino del Serpeverde - direttamente sull'altra accoppiata. In verità la Tassorosso aveva eseguito l'homovox solo a beneficio del ragazzo, certa che qualunque cosa avrebbe poi potuto dire Stefan non avesse minimamente a che vedere con lei, ma sbagliava. A parte il cibo, che sembrava essere il comune denominatore nel dar voce ai gatti - ancora ricordava quando Eve si era offerta di cacciare una disgustosa cavalletta per farla felice - l'ospite a quattro zampe dichiarò anche di volere una cuccia come quella della gatta. L'ombra di un sorriso divertito rallegrò lo sguardo fin troppo serio della ragazza, prima che un lungo miagolio di protesta tornasse a riempire l'atmosfera. Non si sbilanciò in quei primi momenti di intesa e strani sguardi tra gatto e padrone, andando invece a riprendere in mano le gemme da ripulire e posizionare. «Dovrei dire che lo abbiamo sentito tutti» Rispose, mantenendo un tono tanto pacifico quanto divertito. «... e, no, non è brutto. Ma dovresti ritenerti comunque fortunato, quando lo provo con lei » indicò Eve, ancora seduta composta e sospettosa. « Il novanta percento delle volte mi chiede se voglio cenare con una cavalletta o un ragno.» Annuì abbassando la mano fino ad accarezzare la schiena della gatta.

Non che Amber avesse gran timore degli insetti, ma tra vederli muoversi per i fatti loro e mangiarli la differenza era abissale. Tenne per sé quello che invece Eve le diceva nel restante dieci percento dei casi, perché perfino lei si stupiva della sensibilità che poteva dimostrare una gatta di appena cinque anni. Per lei, evidentemente, Amber era un libro aperto. «Comunque... » Riprese il discorso per evitare che quel momento di divertimento venisse brutalmente ucciso dai suoi pensieri, sempre in agguato. «... la trovi al Serraglio. Forse gli ci vorrà un po' per sentirsi comodo, ma in cinque anni lei non se ne è mai lamentata.» Concluse alzando appena le spalle. Sì, avrebbe potuto duplicare la cesta di Eve in al massimo un paio di minuti, ma Amber non era quel genere di persona. Era nata con la magia tanto da apprezzarla ed usarla quasi incessantemente da quando aveva compiuto diciassette anni, ma non viveva al solo scopo di fare favori tutto il tempo. In verità non sapeva nemmeno perché continuava a riflettere su quel punto. Posizionò un'ametista nella piccola vetrinetta sotto il bancone e scavò poi a fondo nello scatolone per estrarre l'ultimo sacchettino: Diamanti. In quella semi oscurità dettata dalle nuvole nere che ancora coprivano il cielo di Londra e dal fatto che Amber non avesse ancora acceso le luci, le gemme sembravano risplendere di luce propria, forse incantate da qualche strano sortilegio. Generalmente lei non si accorgeva mai di quando fosse il momento di accendere un lume, piuttosto sforzava involontariamente la vista fino a ché non capiva di non riuscire più a leggere nulla, ed allora qualche semplice incantesimo l'aiutava. Ed in tutti quegli anni ancora non aveva imparato. Anche se sarebbe stato più semplice ammettere di amare la penombra, quello stadio poco luminoso che non l'esponeva in piena luce ma ancora non lasciava che le ombre la inghiottissero. Doveva però immaginare che non fosse così per tutti. Agitò la bacchetta verso il candelabro sospeso sopra il bancone e poi verso le torce flottanti sparse per il Wizard. *Ardesco*. Impartì l'ordine quasi distrattamente ed in un "pop" le fiammelle iniziarono ad ardere ed illuminare l'ambiente. Un nuovo tuono squarciò il silenzio. Lo sguardo chiaro tornò ad indagare la pioggia oltre le finestre, e la mano sinistra riaccompagnò una ciocca bionda al proprio posto. La manica scese quel tanto che bastava a mostrare i trattini ed il punto tatuati all'interno del polso, per poi tornare a coprirlo.


XefTJ90

 
Top
Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 26/6/2018, 14:06






Elijah Sullivan


🐍17 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


Iw4cx25

Doveva ammettere che la parentesi felina l'aveva divertito e anche parecchio. Quell'incantesimo era pazzesco e, una volta tornato al castello, si sarebbe andato a documentare su come impararlo. Molto volte Stefan passava ore a miagolare senza costrutto. Dandogli momentaneamente la parola, avrebbe evitato questa tortura sia a lui che al suo gatto. Gli avrebbe detto quello che voleva e Elijah avrebbe provveduto. Sì, ne avrebbero guadagnato entrambi. Magari avrebbe anche imparato ad associare un tipo di miagolio ad un certo tipo di richiesta. Ehi, sì! Avrebbe fatto in quel modo.
Alla dichiarazione di Amber su cavallette e ragni, il Serpeverde storse visibilmente la bocca. E lui che credeva che Stefan fosse l'unico a deliziarsi con quelle porcherie. Il suo gatto però era un sadico - e chissà come mai - e, prima di mangiarli, li torturava. Sua madre gli avrebbe detto che non è educato giocare con il cibo, ma Elijah si divertiva da morire ad osservare quelle corride improvvisate. Il grosso ragno che correva da tutte le parti, totalmente isterizzato, e Stefan che gli saltava intorno. Lo toccava appena con la zampetta per fargli cambiare rotta e poi lo rincorreva di nuovo. Questo cerimoniale durava finchè il gatto non si annoiava, spiaccicava il ragno contro il pavimento e poi si leccava la parte inferiore della zampa - ragno compreso - con devozione totale.
Abbiamo già parlato delle cose disgustose che i due gatti avevano in comune, ma forse quelle di Stefan andavano oltre.
- Le cavallette mi mancano all'appello, ma sarebbero un lusso - accarezzò piano a testa del felino che iniziò a fare maliziosamente le fusa - Lui ha una predilezione per i ratti e i pipistrelli. Quest'ultimi erano una scoperta recente, da quando era diventato Prefetto. Ogni volta che aveva la ronda notturna fuori dal castello, portava dietro il gatto e lì era nato il grande amore per i topi alati. La prima volta che ne aveva visto uno, Stefan era letteralmente impazzito e gli era corso dietro senza curarsi minimamente dei richiami di Elijah. Era arrivato dritto sotto al Platano Picchiatore e il suo padrone non aveva potuto procedere oltre. Era rimasto immobile mentre il Platano faceva frusciare lento i suoi rami, attendendo con ansia il momento per sferrare il suo attacco. Quando arrivò l'ora X, la pianta colpì il pipistrello con forza, scaraventandolo contro una delle querce poco distanti. Stefan si lanciò contro la sua vittima e il Platano, ormai appagato, lo ignorò completamente. Elijah doveva solo acchiapparlo e poi l'avrebbe scuoiato.

Beh, no! Non sarebbe andato a Diagon Alley solo per comprare una cuccia a Stefan. Era conscio del fatto che, entrando lì, gli sarebbe venuta voglia di comprare un'altra bestia ed era una cosa da evitare. Quel negozio babbano dove aveva comprato i croccantini per Stefan, aveva ogni minimo accessorio per far felice il suo amico a quattro zampe. L'ultima volta che c'era stato, si ricordava di aver visto una collezione di piccole cucce imbottite per gatto. Una di queste era nera come Stefan, ma con tutte orme feline di color rosso. Ok! Deciso! Gli avrebbe comprato quella lì e l'avrebbe sistemata sotto al suo letto a baldacchino.
- Ne ho vista una in un negozio babbano qui vicino. Credo che la comprerò tornando al castello. Grazie comunque, terrò presente per la prossima volta.

Quando le fiammelle presero ad ardere, una luce rassicurante si diffuse in tutto il negozio. Il grigiore che proveniva dall'esterno e che sembrava avvolgere tutto, scomparve come risucchiato da quei fuochi tremolanti. Era un'atmosfera tranquilla che ricordava moltissimo le luci del Castello di Hogwarts. In quel momento era un po' come essere a casa, nessun temporale sarebbe mai entrato tra quelle quattro mura.
Elijah - aiutato dalla luce che ora illuminava il locale - non potè non notare lo strano tatuaggio sul polso della Tassorosso. Non ne aveva mai visto uno uguale e ne ignorava il significato. Lei lo coprì quasi subito, ma ormai il Serpeverde l'aveva visto - Bello il tuo tatuaggio, anche io stavo pensando di farne uno, ma non ho ancora scelto il soggetto. Avevo pensato ad un serpente, mi piacciono molto.
Avrebbe voluto chiederle se aveva un significato particolare, ma non voleva invadere troppo la sfera privata della ragazza. Non sarebbe stato affatto giusto.




 
Top
view post Posted on 26/6/2018, 15:57
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,506
Location:
Hyperversum

Status:



Cavallette, ragni, pipistrelli, gatti e cuccette, niente di tutto quello aveva a che fare con lo scopo reale di quel pomeriggio, eppure la conversazione si era arenata lì in modo naturale. Amber non aveva fatto nulla per deviare ed in effetti aveva forse dato inizio al tutto con il suo incantesimo, ma sentiva come fosse giunto il momento di tornare sui libri per entrambi. Abbassò con cura il secondo scatolone ormai vuoto, liberando il bancone da un ingombro non indifferente. «Allora quella fortunata sono indubbiamente io» Alluse ancora per dare il colpo di coda a quella conversazione. Che Sullivan avesse poi deciso di non prendere l'esatta riproduzione della cuccia di Eve anche per Stefan, sarebbe stato un problema suo. Lei aveva contribuito anche abbastanza con la spiegazione e l'uso della sua memoria. Dal canto suo, invece, la gatta grigia assunse sempre di più l'aspetto di un soprammobile. Calma e pacata, si acciambellò sul legno duro senza fare una piega, forse grazie al suo intimo non ritenere l'altro gatto una minaccia. Non rispose quindi, ma si limitò ad uno sguardo che avrebbe assolto sufficientemente il compito del "non ringraziarmi, non serve". Erano tante le cose che la mettevano microscopicamente in difficoltà, ed i ringraziamenti svettavano su quasi tutte, appena dopo i complimenti. Fortunatamente non era abbastanza socievole da doversi trovare ad affrontare entrambe le cose assieme, o forse non le sapeva affrontare proprio per quella ragione. Dilemmi che non avrebbero trovato tanto presto una soluzione, anche perché lei non l'avrebbe cercata.

Già pronta a riaprire l'argomento: "trasfigurazione", Amber allungò la mano in cerca del libro del secondo anno, ma non appena Elijah nominò il tatuaggio, il gesto subì una brusca virata. «Ah» lieve, quasi sussurrata, l'esclamazione venne seguita da un meccanico afferrarsi il polso con la mano libera. L'espressione si fece chiaramente più malinconica. Lo sguardo andò a coprire la superficie occupata dai trattini ed il significato che quelli avevano riempì la sua memoria e per un solo istante velò le sue iridi. C'erano troppe persone che ancora non sapevano della sua esistenza, ma ricordava chiaramente quando - poche settimane prima - John era quasi esploso dopo la scoperta. Ovviamente la spiegazione che lei gli aveva dato non era stata minimamente veritiera ma era comunque passata in secondo piano rispetto a tutto quanto accaduto dopo. Un vago sorriso amaro le incorniciò il volto, prima che un'espressione ben più dura incontrasse lo sguardo del Serpeverde. Liberò il proprio polso e proseguì nell'intento iniziale, porgendo il libro a Sullivan. «Già.. ma direi che ora il libro necessiti di tutta la tua concentrazione » Nemmeno ad Eloise aveva spiegato il significato di quei trattini e non solo per una questione di rigidità mentale, ma perché lo stesso motivo cambiava di volta in volta. Era stato un promemoria, un dolce ricordo, un monito, un'accusa, un marchio e una condanna. Ed il ciclo sembrava pronto a ripetersi all'infinito. Più volte si era chiesta se non avesse commesso un errore quel giorno di quasi un anno prima, eppure sempre più spesso la risposta non era netta, e men che meno rassicurante.«Aprilo a caso e parliamo dell'argomento che troverai. Non serve solo la pratica e, per inciso...» puntò nuovamente il dito verso il ragazzo, facendogli poi compiere un movimento circolare abbastanza eloquente. «... qui dentro non sono ammessi incantesimi da parte dei clienti, quindi per la pratica ti dovrai arrangiare diversamente. E ne dovrai fare molta» Non era proprio quella la regola ufficiale, ma sarebbe bastata a farle tenere stretto quel lavoro. Risoluta, tornò ad accomodarsi un po' meglio sullo sgabello. Qualcosa nel suo umore era cambiato, la serietà già mostrata aveva subito un'oscillazione verso l'oscurità e la malinconia, qualcosa che comunque si addiceva fin troppo bene al suo aspetto delicato e distante.


XefTJ90

 
Top
Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 3/7/2018, 12:27






Elijah Sullivan


🐍17 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


Iw4cx25

Il desiderio di Amber di tornare ad occuparsi di Trasfigurazione, venne accolto dal Serpeverde con entusiasmo. In fondo era lui che le aveva chiesto di aiutarlo e se doveva farlo non era proprio il caso di perdere tempo in chiacchiere inutili. Per conversare ci sarebbe stato tempo, magari in un altro momento. In quella tappa della sua vita aveva imparato a non escludere più nulla a priori.
Annuì in assoluto silenzio e si posizionò davanti al libro della Tassorosso. Aprire a caso. La sorte era sempre qualcosa che oscillava al cinquanta per cento da ogni lato, dovevi essere bravo ad acchiapparla nel momento giusto. Sfiorò la copertina del libro con la punta delle dita, portò il pollice tra i fogli e poi aprì velocemente il libro. Strinse gli occhi e fece un sorrisetto deliziato. All'inizio della pagina troneggiava la scritta "Engorgio". Ironia della sorte, era proprio uno di quelli che sapeva eseguire abbastanza bene. E perché mai tutto ciò? Ebbene si, era l'incantesimo che usava per prendere sistematicamente in giro il suo gatto ai Dormitori.
Stefan aveva un debole per i ratti ed Elijah utilizzava oggetti piccoli o pietre del giardino per trasformale in topi. Ah, si! Quello era un altro incantesimo di Trasfigurazione che aveva imparato ad eseguire piuttosto bene. Doveva ammettere che non era sempre stato così. La prima volta, il risultato era stata una cosa informe. Una palla di carta con la faccia da ratto, talmente disgustosa che lo stesso Serpeverde aveva fatto un'espressione schifata. Sorvoliamo sulla reazione di Stefan che, per avere una degna distanza di sicurezza dalla creatura mitologica mezzo topo e mezzo palletta di carta, si era infilato sotto al letto di Colin e lì era rimasto per ben tre ore. Quello era stato solo il primo tentativo. In seguito i topi erano cominciati ad uscire senza difficoltà con grande gioia del gatto. Gioia che era durata poco perché il suo padrone aveva pensato bene di engorgiare uno di quei ratti e portarlo ai confini dell'arresto cardiaco. Sembravano un gatto inseguito da un castoro ed il Serpeverde, da vero sadico che era, era rimasto sul suo letto a godersi la scena per un tempo indefinito. Alla fine mosso a pietà, aveva riportato il ratto alle sue dimensioni originali, per buona pace di tutti, soprattutto di Stefan.
- Engorgio - dichiarò ad alta voce, anche se sapeva benissimo che la Tassorosso aveva sicuramente già letto.
- Questo però so farlo abbastanza bene, vero Stefan? - le dita raggiusero il gatto tra le orecchie, gratificandolo con la sua carezza preferita. Fece un sorrisetto maligno all'indirizzo del felino e poi fece scivolare lo sguardo su Amber - Uhm, forse è il caso che scelga un'altra cosa.
Richiuse il libro, aprendolo di nuovo. Il volto di Elijah si trasfigurò - è proprio il caso di dirlo - in una smorfia. La scritta "Papiliofors" troneggiava all'inizio del capitolo, in tutto il suo orrore. Non ricordava nemmeno quante ore aveva passato su quella pagina per cercare di recuperare quell'unico compito che rischiava di compromettere la sua carriera scolastica. Certo, la pagina del libro di Amber aveva un aspetto ben diverso dalla sua. Il Serpeverde aveva tappezzato quella pagina con una miriade di serpenti, teschi e croci di cimitero, tutto rigorosamente nero.
- E' un incubo… - le parole uscirono in un filo di voce.
Da un certo punto di vista, non sarebbe stato male impararlo bene. Quando sarebbe arrivato il giorno dell'esame, era garantito che il professor Channing sarebbe andato a mettere il dito nella piaga, chiedendogli di trasfigurare le maledettissime farfalle.
- Mi insegneresti a farlo bene?... per favore - un sospiro di rassegnazione.





 
Top
view post Posted on 5/7/2018, 08:28
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,506
Location:
Hyperversum

Status:



Sapeva di essersi in parte contraddetta, dichiarare che non avrebbe accettato sfoggi di magia dentro il Wizard ed al contempo esprimere come la pratica fosse una parte non trascurabile di Trasfigurazione, non poteva che creare un certo contrasto, eppure nella sua mente tutto aveva senso. Erano molte - in verità - le cose a cui lei dava un senso e che spesso non coincidevano con le idee altrui, ma quello non era (per fortuna) l'argomento della discussione. Sullivan era ancora in tempo per rinforzare il suo metodo di studio, ma era davvero il caso di iniziare a lavorarci. Recuperare davvero una "S" avrebbe richiesto del tempo e parecchia dedizione. Benché la studentessa diligente che in parte albergava in lei, fremesse all'idea di esporsi davvero come Tutor, il lato più normale di Amber continuò a contrastare il suo opposto. Negata la spiegazione implicita forse naturale che sarebbe seguita alla richiesta di informazioni sul suo tatuaggio, i nervi si rilassarono un po'. Elijah non era stato il primo a chiederle spiegazioni, tutto sommato ad Hogwarts non si era mai affannata per nasconderlo, ed ancora di più rappresentava solo uno tra tutti quelli che non avevano ricevuto una risposta esaustiva. Con cautela la ragazza aprì l'ennesimo scatolone, lasciando al momentaneo compagno di studi - più o meno - il suo stesso libro per quella che forse si sarebbe rivelata una buona idea. Con la coda dell'occhio sbirciò la parola scritta in grassetto all'inizio della pagina aperta, anche al contrario sembrava ben leggibile. Lasciò comunque che fosse il Serpeverde a parlare e distolse lo sguardo, per concentrarsi sul contenuto del quadrato di cartone: Cinturoni. *Era ora, di questi ne avevamo davvero bisogno* commentò tra se e sé. Non le piaceva dover arrivare a temere di non avere abbastanza scorte e con gli ultimi saldi il negozio aveva decisamente visto andare a ruba cinturoni e diademi! Non mancò di osservare l'interazione successiva tra Stefan ed il suo proprietario, che lasciava presupporre come il micio fosse stato un possibile oggetto proprio dell'Engorgio. Non se ne scandalizzò, non avrebbe potuto... soprattutto perché ricordava ancora benissimo le settimane che Fergus aveva passato a lanciarle occhiatacce dopo i test con il "diminuendo". Trattenne un sorriso divertito, quell'episodio non era stato particolarmente gradito dal suo Gufo, ma era passato talmente tanto tempo che la ragazza avrebbe solo potuto ridere di quando il volatile aveva arruffato le penne ed aveva schioccato il becco, infastidito dai suoi dieci centimetri d'altezza. «Se ne sei sicuro scegli una nuova pagina..» Indicò appena il libro. I primi incantesimi li conosceva alla perfezione e sospettava che ai G.U.F.O. le domande sarebbero state decisamente più complesse ed avrebbero richiesto dei ragionamenti ben più articolati.

Amber si era sempre sforzata di negare il fatto di credere - o sarebbe stato meglio dire "sperare" - nel destino; in un qualcuno o qualcosa da incolpare quando prendeva una decisione sbagliata, o quando qualcosa non andava propriamente come avrebbe dovuto. E forse quello mise il suo zampino nella ricerca di Sullivan, che pescò poco casualmente proprio l'incantesimo che sembrava riuscirgli peggio. Aggrappandosi ad un briciolo di sarcasmo che ogni tanto riemergeva, dipinse un ghigno accennato sul suo volto. «La fortuna non sembra dalla tua par-...» Anticipando di un soffio l'affermazione del Serpeverde - inutile dire che Amber non riusciva a perdere mai troppo di vista i suoi libri - non terminò la frase. La rassegnazione che emanava quella nuova espressione sul volto di Sullivan le ricordò quanto seri fossero davvero i suoi intenti, e con altrettanta serietà il suo sorriso scomparve, sostituito da un'innata determinazione. No, non gli avrebbe comunque permesso di sventolare la propria bacchetta all'interno del negozio, ma avrebbe trovato comunque un modo per aiutarlo. Se lui non avesse opposto resistenza, Amber avrebbe allungato la mano libera verso il libro e lo avrebbe riportato nella pila dall'altra parte del bancone. «Ci proverò, ma credo che tu debba fare prima piazza pulita di quello che questo incantesimo ti ricorda.» Anche quella non era che una semplice conseguenza logica, eppure le costò più del previsto seguire quella via. Mantenne lo sguardo in direzione di Elijah. «Sai già che il Papiliofors non ha bisogno né di gesti articolati, né di strani accenti innaturali.» e nel caso in cui non ne fosse stato sicuro, Amber lo avrebbe ribadito. «Il problema sono le farfalle, le detestavi anche prima? Perché hai preso "S"?»


XefTJ90

 
Top
Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 11/7/2018, 14:20






Elijah Sullivan


🐍17 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


Iw4cx25

Lo sguardo del Serpeverde era fisso sulla pagina del libro. I suoi occhi erano concentrati sulle farfalle disegnate su quella pagina di cui aveva imparato ogni segno di punteggiatura. Nonostante questo, non era bastato per andare oltre una promozione senza infamia e senza lode.
- Io le farfalle le odio - confessò senza farsi alcuno scrupolo su quelli che potessero essere i gusti della Tassorosso. Viaggiava in sincerità estrema, era più forte di lui. Non era un suo problema se poi le sue affermazioni andavano contro il volere del popolo sovrano. Lui aveva le sue idee e se le teneva strette, sempre e comunque. Idea modificabili lungo la strada, cosa che però partiva da sue considerazioni personali.
- E, sì, non dipende dalla bocciatura al compito di Trasfigurazione. Non mi sono mai piaciute, non amo le cose troppo colorate e non ho una predilezione per gli insetti - guardò bene Amber, in modo che il suo pensiero le risultasse piuttosto chiaro - li reputo degli animali brutti e insulsi, tranne per delle rare eccezioni.
Si strinse nelle spalle. Forse Amber aveva ragione, probabilmente era proprio quello il punto. Se era così, a posto, era una battaglia persa in partenza. Non che Elijah fosse un vigliacco che scappava senza combattere, ma era consapevole che non sarebbe mai riuscito a farsi piacere le farfalle, era più forte di lui.
Parlare degli insetti lo riportò con la mente a Gerusalemme, e lì ne avevano viste di tutte le forme e, soprattutto, dimensioni.
Già quella sottospecie di scorpioni giurassici che si erano ritrovati davanti non erano stati un bel vedere. Loro però erano riusciti anche a migliorarsi e a godere della presenza piuttosto ingombrante di un'interna squadra di Acromantule. Al solo pensiero gli veniva il voltastomaco. Meglio non pensarci, in effetti.
- Fare piazza pulita... - ripetè a voce alta mentre i suoi occhi tornavano a scorrere sulle righe stampate.
- Non è semplice, ma ho fatto piazza pulita di diverse cose nella mia vita nell'ultimo periodo - si abbandonò ad un silenzio strano, intenso - devo riuscire a farlo in ogni campo. Quello dello studio non l'avevo considerato tra questi, ma forse devo ripartire da zero in ogni cosa.
Tutto questo discorso era molto facile sulla carta, ma il Serpeverde sapeva bene che non lo era nella realtà dei fatti. Lui aveva sempre seguito delle linee guida nello studio e l'idea di cambiarle non l'aveva mai sfiorato. Era davvero richiesto anche quello nel suo processo di cambiamento?
Aveva avuto un lunghissimo discorso con sua sorella Hannah su tutto questo. Sul suo crescere, sul suo scoprire, sul suo imparare ad accettare il mondo che lo circonda. Mai avrebbe immaginato che il suo modo di studiare potesse influenzare questo processo. Si sentiva strano, molto strano. Aveva compiuto gesti che mai avrebbe credo poter fare. Aveva avvicinato persone che mai avrebbe pensato di poter accettare. Invece era successo e stava bene, doveva ammetterlo. C'era però sempre il nero dentro e questo suo "cercare" lo aiutava. Più aggiungeva tasselli nel suo mondo, più riusciva ad aiutare se stesso. Non avrebbe lasciato nulla al caso, non avrebbe lasciato nulla di intentato. Tutto andava provato e scoperto, tutto andava vissuto.
- Non riesco però a farmi piacere le farfalle, immagino che possa essere un problema - ribadì con ancora più convinzione - Preferisco i gatti e i serpenti, sono più nella mia natura.
Non era certo che la cosa potesse essere risolta senza professare amore per le farfalle, ma se esisteva un modo per aggirare l'ostacolo lui l'avrebbe provato.




 
Top
view post Posted on 11/7/2018, 22:17
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,506
Location:
Hyperversum

Status:



Non si era mai trovata propriamente a suo agio nel ruolo della confidente. Da quando aveva iniziato a muovere i primi passi dentro le mura del Castello si era chiesta il perché in molti sentissero l'esigenza di rivelare i propri segreti più intimi a qualcuno di semi sconosciuto, o anche di conosciuto. Aveva sempre conservato gelosamente i suoi ricordi, le sue esperienze... ed i suoi traumi. Dopo anni di osservazioni mute, aveva selezionato con cura i pochi a cui rivelare qualcosa di più. Era anche vero che nel tempo molti angoli erano stati smussati, così come molti altri erano stati affilati e resi ancora più impossibili da affrontare. Parecchi pregiudizi che lei stessa aveva verso di sé, avevano trovato però altrettante smentite nei suoi stessi comportamenti istintivi. E così, anche quel giorno, l'idea di non essere propriamente la persona più adatta per aiutare Elijah, sembrò sbiadire ai lati della sua mente. Evanescente, quel pensiero prese voce, traducendo l'affermazione del Serpeverde in un amaro sorriso della Tassorosso. Aveva avuto ragione: a lui non piacevano le farfalle. Al contrario, Amber apprezzava la varietà di colore delle ali quasi intangibili di quegli insetti, così come aveva sperimentato diverse volte l'incantesimo solo per vedere fin dove avrebbe potuto spingersi la sua fantasia. Il sottile amore per l'eleganza - qualcosa doveva pur aver ereditato dalla linea di sangue degli Hydra - si faceva sentire sempre più spesso. Ciononostante trasformò quel dissenso in un dibattito. Ognuno aveva il diritto di pensarla come meglio credeva e, salvo per pochi ma cruciali argomenti, lei non era solita imporre la sua verità come "assoluta".

«Immaginavo.. » Rispose ricambiando in tranquillità lo sguardo che le era stato rivolto. Che a lui piacessero o meno, l'incantesimo non gli avrebbe permesso di generare un furetto o un gufo dalle biglie. Fu sul punto di tornare a rievocare le parole di Barrow, a lezione, ma ogni intenzione morì quando l'espressione ed il tono di Elijah subirono un cambiamento significativo. All'improvviso le farfalle non erano più il centro del discorso e la fragilità del momento venne recepita in pieno dalla bionda. Diede al ragazzo il suo spazio, decisa a riporre il cartone accanto a quelli ormai vuoti. Non gli avrebbe mai chiesto cose fosse successo, così come non sentiva alcuna urgenza di capire in quali esatti campi avesse fatto "piazza pulita", eppure avrebbe fatto leva sui concetti espressi per permettere anche a se stessa di lasciare andare un pensiero particolarmente pressante. Accennò un vago assenso sulla preferenza per gatti e serpenti, ma dopo poggiò entrambi i palmi sul bancone. Stava per regalargli una rara perla di quella che - dall'altro della sua "saggezza" - già considerava frutto della sua esperienza. «Ho capito una cosa, in questi anni.» osservò lentamente i libri ancora chiusi, l'espressione era quella di chi soppesa ogni parola prima di parlare.«... la magia non è nostra schiava, non è obbligata a rispondere al nostro volere solo perché scorre nel nostro sangue. Conoscere la formula di un incantesimo non ci garantirà mai di poterlo eseguire alla perfezione. » negò con il capo, «La magia è impegno, sacrificio, concentrazione, controllo e, solo dopo ... potere.» Il tono sincero non avrebbe tradito alcun dubbio. Rivolse finalmente lo sguardo sicuro verso Elijah. «Dovrai sfidare te stesso per farti piacere quelle farfalle quanto basta a permetterti di volere che delle piccole sfere ne assumano l'aspetto. Trova la giusta motivazione, quella la conosci solo tu. Ma se non vorrai farlo, stai sicuro che non lo farai. » E poi, un'ultima postilla. «Magari non ho capito mai niente, ma anche se con la magia sono nata e vissuta fin da piccola, ho imparato che darla per scontata è la cosa peggiore da fare.»


XefTJ90

 
Top
Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 22/7/2018, 17:05






Elijah Sullivan


🐍17 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


Iw4cx25

Ascoltò con attenzione il discorso della Tassorosso, con la stessa attenzione che metteva ogni volta che ascoltava qualcuno esporre il proprio pensiero.
- Non credo che esista qualcosa nella vita che non comporti impegno e sacrificio - a parte il denaro, non c'era mai stato nulla nella sua vita che non si fosse guadagnato con fatica. Ogni respiro era stato una fatica, ogni decisione che aveva preso. Elijah aveva sempre messo alla prova se stesso, spingendosi sempre al di là delle sue possibiltà.
- La vita é una sfida continua - era cosí che funzionava ed il Serpeverde l'aveva sempre saputo fin dalla tenera infanzia.
- Ho sempre sfidato me stesso, mi piace moltissimo spingermi al limite delle mi possibilità, riuscire a superarmi sempre. Non si può restare sempre uguali a se stessi, equivale ad accettare la mediocrità - le palpebre del giovane scesero appena a far congiungere le ciglia. Si sollevarono poi piano, gli occhi cercarono quelli della Tassorosso stringendosi appena.
- Rimettermi in piedi se cado in ginocchio é la mia specialità - il tono era tranquillo ma esasperatamente sincero - amo guardare il mio avversario dritto negli occhi - e ridergli in faccia, ma questa ultima frase non lo aggiunse.
La giusta motivazione, la sua motivazione, quella che solo lui conosceva. Anche quella era una sfida, molto piú difficile di un corpo a corpo, perché non dava motivazione immediata.
- Le cose che si fa fatica a conquistare sono quelle che mi danno piú soddisfazione.
Erano una sfida, una fatica e sempre una vittoria che il Serpeverde assaporava a pieno come se fosse un quadrato della sua cioccolata preferita.
- Io non ho mai dato nulla per scontato, non l'ho mai fatto e non comincerò adesso - il tono di voce era asciutto, ma affatto offeso o sgarbato. Sapeva i preconcetti che giravano per Hogwarts riguardo ai componenti della Casa a cui apparteneva. Proprio perché ne faceva parte, sapeva bene che certi pregi, o difetti, non erano un fattore limitante. Nessuno di loro si considerava arrivato, ma tutti combattevano ogni giorno per raggiungere il fine che si erano prefissati. Era quello l'orgoglio dei Serpeverde, la loro forza di volontà.
Si fece strada dentro di lui l'idea che Amber non avesse molta voglia di fare conversazione, e non solo per il fatto che dovessero concentrarsi sui consigli per farlo migliorare in Trasfigurazione. Per il Serpeverde quella era una grande qualità, anche lui non amava perdersi in chiacchiere se non era opportuno. Nonostante tutto non disdegnava delle piccole divagazioni amene tra una cosa e l'altra. Era decisamente schivo, ma spesso parlare gli fungeva da valvola di sfogo e accadeva senza che egli stesso se ne rendesse conto. Era così fin da piccolo, ogni volta che Hannah arrivava nella sua stanza per curargli le ferite sul viso inferte da sua madre. Elijah si chiudeva in un silenzio pesantissimo e sua sorella lo pungolava per costringerlo a buttare fuori i suoi malesseri. A lei non importava come avvenisse, l'importante era che accadesse. Sebbene a tre anni la sua dialettica non era delle migliori, aveva iniziato a parlare, imparando ad articolare le sue esternazioni man mano che passavano gli anni.
Gli occhi del Serpeverde guizzarono fuori dalla vetrina del negozio. A quanto pareva il temporale non aveva alcuna intenzione di concedere una tregua. Per lui non era un problema bagnarsi fino all'osso ma Stefan non gradiva affatto la cosa. Di solito rendeva il felino impermeabile e lui si concedeva il suo abbraccio con la natura senza farsi troppi problemi. Non era ancora ora di apertura, Elijah sperò che la pioggia diminuisse un poco con il passare dei minuti.




 
Top
view post Posted on 30/7/2018, 08:08
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,506
Location:
Hyperversum

Status:



Che la vita fosse una sfida costante era ormai lampante per Amber. Le sarebbe bastato dare appena uno sguardo alle montagne russe che avevano rappresentato la sua esistenza fino a quel momento. Tra picchi altissimi e discese ripide si erano messi in mezzo anche crolli qua e là, improvvisi ed imprevedibili. Annuì appena, preferendo concentrarsi sullo svuotamento totale dell'ultimo scatolone. Non aveva voglia di perdersi davvero a guardare indietro perché non era in grado di affrontare le macerie che tutti quei cedimenti avevano accumulato. Eppure prima o poi avrebbe dovuto andare in cerca di quei frammenti di sé che si erano persi lungo la via.. un giorno sì, ma non quel giorno. Non commentò l'affermazione sullo spingersi sempre al limite perché aveva iniziato a condividerla solo in quell'ultimo anno, prima aveva sempre creduto di poter "navigare" in acque più tranquille rimanendo sulla sua barchetta in un lago, senza provare nemmeno ad azzardare un passo nell'oceano. E invece in quell'oceano aveva finito con il tuffarsi vestita, ma non aveva ancora imparato a nuotare. Lo sguardo chiaro si spostò dal foglio di ricevuta, firmato poco prima, al volto di Elijah. "Accettare la mediocrità". Il solo udire quelle parole le ricordò un tempo non troppo lontano in cui qualcuno l'aveva accusata proprio di limitarsi ad accettare la mediocrità quando avrebbe potuto avere molto di più e pretendere da se stessa altrettanto. Sostenne lo sguardo nonostante l'espressione pensierosa. Le iridi passarono in rassegna quelle del Serpeverde, ma prima che la curiosità invadesse i suoi pensieri al punto di prevalere, tornò con lo sguardo al foglio che aveva ancora in mano, per poi riporlo con cura nel cassetto dei documenti, dando così per un attimo le spalle ad Elijah. Raggiungere un traguardo, seppur a fatica, era una che aveva così tanto sperato di poter fare di recente e sebbene alcuni percorsi l'avessero davvero portata alla meta sperata, altri... beh, decisamente no. Non solo si era trovata su un sentiero che mai avrebbe voluto percorrere, ma non aveva trovato alcun appiglio mentre scivolava inesorabilmente ai piedi della montagna dei suoi obbiettivi. «Ti fa... onore» Riuscì a dire, con un tono quasi biascicato e debole, come se non parlasse da giorni ed avesse la gola incredibilmente secca. Si aiuto con un lieve colpo di tosse, prima di tornare a rivolgere le sue attenzioni al ragazzo. Fuori pioveva ancora e non sembrava vi fosse il minimo accenno ad una schiarita. I contorni dei loro discorsi aveva assunto un accezione diversa da quella iniziale, sembrava sempre più lampante come la Trasfigurazione non fosse il centro della problematica. Non mancò di notare la determinazione con cui il Serpeverde aveva risposto ad una semplice affermazione, ricambiando con un'intera filosofia di vita. Dovette costringersi ad ignorare la vocina che le suggeriva di riportare entrambi sulla strada principale. Vedeva in lui una certa supponenza, forse qualcosa in comune con Black benché fosse distante anni luce sotto molti altri aspetti, ma proprio l'idea di guardare in volto l'avversario mentre ci si rialza glielo ricordò.

«Ascolta» il tono fermo e deciso, la mani di nuovo libere ed appoggiate al bancone. Avevano divagato abbastanza e lei iniziava a faticare a capire cosa davvero ci facesse Elijah ancora lì. Eccezion fatta per alcune Tiare, Amber si era dovuta tenere in equilibrio mentre da un lato incombeva l'inventario e dall'altro un ripasso che poco aveva a che fare con lo studio. Per il primo si era offerta lei, il secondo invece non l'aveva calcolato. «Non puoi sperimentare i tuoi incantesimi qui dentro e non credo sia il caso di farlo per le strade di Londra» Era ben consapevole di cosa stava per promettere, sebbene si trattasse di qualcosa di blando e forse nemmeno così accettabile. «E' Hogwarts il posto giusto» dato che non voleva vi fossero equivoci di alcun genere, aggiunse. «Lì puoi - e devi - esercitarti fino allo sfinimento e lì si può capire dove stai sbagliando» perché che gli piacesse o meno, la "S" era un chiaro segno del fatto che non stesse proprio facendo tutto così bene.


XefTJ90

 
Top
Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 2/8/2018, 09:05






Elijah Sullivan


🐍17 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


Iw4cx25

Stefan iniziava ad agitarsi, segno che il tempo stava cambiando. Dato che peggiorare era impossibile, Elijah ne dedusse che stava smettendo di piovere. Si concentrò sull'esterno e, sì, in effetti il frastuono dovuto al temporale era scomparso. Ottima cosa! Carezzò la schiena del suo gatto nero, non solo per tranquillizzarlo ma anche per comunicargli la sua intenzione di andar via a breve. Sapeva che in qualche modo avrebbe capito. Si avvicinò e gli mormorò qualcosa nel suo orecchio attento, poi sorrise soddisfatto. Stefan, voltandosi, puntò il muso contro il naso del Serpeverde, dove lo strofinò appena.
Elijah lo afferrò e se lo piazzò sulla spalla. Era quello il segnale vero e proprio, si sarebbero mossi a breve.
- Non l'avrei fatto qui in ogni caso - le fece notare con voce tranquilla, sebbene il suo vocione rimbombasse da una parete all'altra del negozio vuoto - ci sono troppi oggetti fragili e costosi.
L'idea di fare qualche errore di valutazione e mandare in frantumi l'esercito delle tiare non lo entusiasmava affatto. Ad essere sincero, preferiva comprarne una per sua sorella, se proprio doveva, e portargliela intera così sarebbe stato sicuro che se la sarebbe goduta. Fece un ghigno, non era il momento quello, ma discorso solo rimandato a tempi migliori. Stefan miagolò ansioso. A quel punto Elijah non sapeva se fosse per la voglia di riprendere la passeggiata o per andare a comprare la sua nuova cesta. Non era un problema, comunque, avrebbero fatto entrambe le cose.
- Si, si - lo apostrofò - stai buono per favore.
Una nuova carezza ed il Serpeverde si sollevò dallo sgabello. Recuperò la sua busta con il materiale da disegno e tornò a guardare Amber.
- A quanto pare il temporale ha deciso di darci una tregua - sentenziò voltando lo sguardo verso l'ingresso - direi che sia il caso che ne approfitti per tornare indietro. Immagino che tu abbia molto da fare e ti abbia fatto perdere già parecchio tempo.
Osservò l'orologio, a breve la Tassorosso sarebbe stata sommersa dai clienti e non era certo se avesse terminato di mettere a posto tutta la merce. Non voleva crearle problemi, soprattutto perché era stata estremamente gentile nei suoi confronti.
- Seguirò i tuoi consigli e ti terrò aggiornata sui miei progressi, soprattutto sulle farfalle - era sicuro che l'avrebbe messa al corrente e che - soprattutto - l'avrebbe fatto a modo suo.
- Ti ringrazio molto per la pazienza - le disse prima di allontanarsi dal bancone con il suo gatto nero sulla spalla destra.
Arrivato all'ingresso, si voltò a guardarla da sopra l'altra spalla - E' stato un piacere rivederti, Amber - senza aggiungere altro, aprì la porta del negozio e sparì nel caos metropolitano.


Amberina è stato un piacere e un onore :flower:

 
Top
25 replies since 18/5/2018, 11:08   567 views
  Share