Le parole sono finestre...o muri

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view post Posted on 21/5/2018, 14:59
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isshonome
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Giornata calda e movimentata quella di oggi. Issho, dopo qualche ora di lavoro, penso' di prendersi un'oretta di relax e andare a stravagare in qualche localino nei pressi della struttura ministeriale. Decise di prender la pausa non solo per divagare con la mente da qualsiasi cosa fosse collegata a modulistica commerciale o internazionale, ma anche per ristorarsi in qualche modo visto che era solito saltare la colazione di prima mattina per ridursi a ``morto di fame`` verso il pranzo. Passo' per i corridoi ministeriali con passo lesto e accompagnato, cadenzato, dal proprio bambu' equipaggiato. Salutava con sguardi muti ma ben mimati i vari colleghi incontrati nella frenesia di quella struttura, per arrivare all'Atrium, avvertire della propria assenza momentanea e dirigersi subito fuori. Era stato consigliato da vari volantini rilasciati a inizio giornata da un giovane ragazzo nei pressi del Ministero, per provare quello che era un ristorantino da pochi coperti, circa 20, poco conosciuto ma a quanto pare trattante cucina giapponese con buona materia prima e una formula all you can eat...almeno, questa era la pubblicita' letta sul foglio plastificato. A dir il vero, gia' il fatto che fosse li' vicino al posto di lavoro era un punto a favore del locale, che si mostrava con poca gente al suo interno gia' intenta a mangiare. Si chiamava ``Asuka``, infissi in vetro mostravano due camerieri in divisa nera portare piatti a commensali seduti in comode poltrone rosse su tavolini da due. Si sviluppava per orizzontale il locale, dove al centro vi era lo spazio dedicato ai sushi-man intenti a far spettacolari opere di riso e pesce crudo. Locale tutto nuovo, ben sponsorizzato fra insegne e poster dentro e fuori il locale, atto a catturare l'attenzione dei giovani con quei colori brillanti e vivaci, principalmente bianco, rosso e le loro sfumature leggermente piu' profonde. Deciso e, soprattutto, affamato, volle entrarvici, chiedendo un tavolo e il menu' alla carta. Fu fortunato nell'essere anche vicino a un rullo in continuo movimento che lasciava esibire varie portate, piu' antipasti fritti e piccola cucina, di intrattenimento per aspettare il proprio ordine che, fino ad'ora, si era limitato a dell'acqua naturale e allo studio delle portate.



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view post Posted on 21/5/2018, 19:07
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Venticinque gradi. Temperatura insolitamente calda per una giornata di maggio inglese. Drinky pensò che forse fosse causato dall’Anticiclone delle Azzorre o dell’Anticiclone Subtropicale Africano, in fondo gli omini addetti al servizio meteo nominavano sempre uno dei due come causa di precipitazioni, di caldo, di freddo. Ma poi, che cos’è un anticiclone?
La sua mente in quel periodo si muoveva ad una velocità estrema, toccava un pensiero per poi sfociare in un altro senza che ci fossero collegamenti o riferimenti. Era un fiume in piena, non si poteva fermare, e i pensieri come l’acqua non erano mai gli stessi ma si trasformavano, erano in divenire. A volte le capitava di ripensare alla festa, a Lia, a quello che era successo…ma la sua mente non le permetteva di fermarsi troppo sopra quel pensiero. Forse era un semplice meccanismo di difesa.
No, Drinky era inspiegabilmente su di giri, si sentiva “sul filo del rasoio”, nell’aspettativa continua di qualcosa di minaccioso. Aveva addirittura la sensazione che i suoi sensi si fossero acuiti, come se il mondo avesse cominciato a lanciarle segnali che continuassero ad iperstimolarla. Dormiva poco e male, si dimenticava di mangiare ed era piena di energie ma in maniera poco entusiastica.
Iperarousal l’aveva definito la Murphy. Le aveva spiegato come esso fosse attribuibile all’influenza della formazione reticolare attivante sul sistema nervoso autonomo e sull’intera corteccia cerebrale, e si connotasse come una variabile continua sulla quale i diversi individui possono variare.
*Eh certo. Più chiaro di così!*
Non aveva capito bene cosa le stesse accadendo, avrebbe voluto scoprirlo ma una vocina interna le diceva di stare ferma, di non andare troppo in profondità, di non rischiare di farsi ancora del male.
Per quel motivo la rossa aveva scelto di uscire in modo da non dover stare ad ascoltare solo i suoi pensieri che sembravano volerle governare la mente con quelle voci assordanti. La sveglia sul suo telefono squillò: doveva mangiare. Aveva dovuto impostarsi tre sveglie al giorno che l’aiutassero a ricordarsi di mangiare qualcosa per non svenire perché la fame ormai non faceva più parte di lei. Motivo in più per uscire dato che mangiare completamente da sola non le piaceva neanche un po’. La prima cosa che le venne in mente, fu di dirigersi verso un nuovo ristorantino giapponese che aveva notato il weekend prima dopo essersi fatta un giro per la zona di Covent Garden - generalmente non sarebbe mai andata a mangiare in un ristorante da sola, senza nessuno con cui parlare, ma quel giorno avrebbe fatto di tutto per non dover stare con se stessa e basta. Era meglio con sé in mezzo agli altri.

Uscì di casa per potersi concedere una sigaretta, il vizio si era incrementato in quei giorni e il numero di sigarette fumate era imbarazzante. Si era ripromessa di non fumare più dentro casa perché detestava l’odore di fumo che rimaneva per giorni imprigionato nei tessuti e nei muri, quindi ne approfittò per fare due passi dirigendosi all’angolo con Webber Street, esattamente sotto il passaggio sopraelevato della ferrovia - era il posto migliore in assoluto per smaterializzarsi senza essere disturbati ed era vicino casa. Lanciò un’occhiata alle sue spalle per essere certa che non ci fosse nessuno…quello stato di “iperarousal” l’aveva resa estremamente attenta a tutto. A volte le sembrava che qualcuno la stesse seguendo e fosse pronto ad aggredirla. Dopo aver constatato di essere tutta sola, si smaterializzò.

Si trovava davanti al ristorante Asuka ed era esattamente come se lo ricordava: minimal, elegante ma con una comunicazione davvero catchy. Era davvero piccolo e questo nella sua mente era, in qualche strano modo, sinonimo di qualità. E poi il sushi era il sushi…il nettare degli dei praticamente.
*Ti ricordo la salmonella e l’anisakis.*
I posti occupati erano pochi e, una volta dentro, non poté non notare una figura familiare seduta affianco al rullo che imperterrito faceva girare uramaki, nighiri, zuppette di miso servite in ciotole davvero piccole ed altre pietanze asiatiche.
Asiatiche come l’uomo che stava lì, intento probabilmente ad attendere l’ordinazione. Gli si avvicinò cauta, non sicura che lui si ricordasse di lei e sorridendogli esclamò:
Maestro Miyag…
*Scusa, mi è partito naturale!*
Si schiarì la voce, consapevole della gaffe appena commessa.
Issho. Piacere di ritrovarla! Non so se si ricorda di me, ci siamo conosciuti alla festa di Vath Remar poco tempo fa.
Sperava tantissimo che l’uomo la invitasse a sedersi insieme a lui, evitandole un pasto in solitaria.

 
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view post Posted on 21/5/2018, 21:49
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Mrs. Anser, vuol restare ancora li' in piedi a fissarmi o mi delizia della sua compagnia per il pasto? Avrebbe sorriso, senza alzare lo sguardo dal menu' ancora sotto studio ma delineando un sorriso sincero e rispettoso verso quella che in futuro poteva divenire una collega al ministero. A dire il vero, sono un fan di Miyaghi-san...in qualche modo ci sono cresciuto. E sempre a dir il vero, stavo giust'appunto ancora decidendo cosa prendere. Mi hanno parlato bene del mangiare di questo posto, ma grande e' l'indecisione, ragazza mia. Issho riconobbe la signorina dalla voce e i modi di porsi alla gente, mentre la invitava ora con la mano destra a sedere. Dalla festa l'aveva fissata per bene, sempre li, nel suo mondo ben nascosto all'occhio di un ordinario di tutti i giorni. La voce rispettosa, calda e temente di esser invasiva ma, contrariamente, il giapponese non aspettava altro. Cibo e discussioni, erano il binomio perfetto nel suo mondo utopico e la ragazza sarebbe stata un'ottima compagna di conversazione dopo la festa passata. C'e' da stupirsi di come il mondo possa esser piccolo. Ritrovarsi in un localino come questo, piccolo, quasi sconosciuto, in un giorno settimanale in una grande Londra...e' una bella coincidenza. Disse ironico, senza lasciare mai il suo caratterizzante sorriso e pronunciando maggiormente gli occhi a mandorla. La cameriera si avvicino' rapida e cordiale al tavolo, pronta a prender l'ordinazione. Oh, signorina-san, un ramen di Pesce. Pasto unico grazie... Avrebbe atteso l'ordinazione della ragazza, mentre chiudeva il proprio menu' e incrociava le braccia sopra il tavolino. Scelse un piatto tradizionale non solo della cucina Giapponese, ma di Hokkaido nella sua variante del pesce. Regione rurale atta principalmente alla pesca, alla sua prosecuzione e tradizione dopo Okinawa. Terra di origine dell'asiatico, che si sarebbe lasciato a un semplice pensiero ad'alta voce. A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame. Sorrise e con il suo occhio ceruleo abile, avrebbe fissato gli occhi di lei con fare paternale. Cosa mi racconta di interessante, Drinky-san?



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view post Posted on 22/5/2018, 09:25
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L’uomo l’aveva invitata a sedersi ed era riuscito a pronunciare il suo nome senza distogliere quegli occhi cerulei senza alzare lo sguardo dal menù, come se avesse captato chi fosse solo grazie alla sua presenza. Le stava sorridendo e la conferma che anche lui avesse visto Karate Kid tranquillizzò Drinky, che in un certo senso avrebbe sempre voluto avere anche lei un guru nella sua vita. Magari se nel suo passato si fosse presentato un Maestro Miyagi le avrebbe evitato di compiere molte scelte non propriamente sagge. Issho era riuscita a farla sentire sicura in meno di una manciata di secondi con il suo fare accomodante e gentile: la rossa aveva smesso, temporaneamente, di tenere alta la guardia.
Con una mano la stava invitando a prendere posto insieme a lui, per dividere un pasto e fare quattro chiacchiere.
*Grazie grazie grazie grazie!*
Davvero posso sedermi? Grazie infinite! In quelle parole cercò di inserire tutta la sua più sincera gratitudine. La compagnia del ministeriale le avrebbe permesso di staccare un po’ la spina e di togliere la voce a quei pensieri che l’assillavano. Poi qualsiasi cibo è più buono se condiviso.
Issho notò come fosse stata grande la coincidenza che li aveva portati entrambi nello stesso posto, alla stessa ora, in una città che conta più o meno otto milioni di abitanti. Era davvero una coincidenza oppure no? Il pensiero di Drinky era ben lontano dall’essere fatalista, anzi, credeva che ognuno fosse artefice del proprio destino, eppure in quel periodo dopo tutti gli incontri che aveva fatto si era ritrovata a mettere in dubbio questo suo caposaldo.
Una strana coincidenza davvero ritrovarsi qui, nel cuore di Londra, a mangiare insieme. Ma le dirò, la cosa non mi dispiace affatto.
Gli disse sorridendo mentre spostava verso di sé la sedia per potersi accomodare insieme a lui.
La cameriera si era avvicinata a loro senza che lei potesse ancora prendere visione del menù, ma non voleva ritardarla nel suo lavoro né tanto meno bloccare l’ordine di Issho, quindi pensò a quello che prendeva di solito e ordinò velocemente.
Buongiorno. Se ce l’avete io prenderei una porzione di sashimi misto e una di unagi nigiri! Grazie mille.
Issho aveva detto una cosa estremamente vera, quanto a volte fosse difficile fare la scelta giusta perché o si è preda dei morsi della coscienza o da quelli della fame, e questa massima poteva essere applicata a molti altri argomenti oltre il cibo. Proprio la fame, infatti, aveva governato la sua vita per un buon periodo di tempo portandola ad errare e la coscienza invece, d’altra parte, l’aveva bloccata tante, troppe volte. Avrebbero mai potuto coesistere le due cose compensandosi?
Ha ragione Issho, e credo che ciò che ha appena detto sia applicabile anche a contesti non gastronomici!
Sentiva lo sguardo dell’uomo che la scrutava ma ciò non la metteva a disagio, le provocava piuttosto la reazione inversa: per quanto l'avesse conosciuto di sfuggita e non ci avesse passato molto tempo, si sentiva tranquilla in sua presenza.
Di interessante poco o niente, sono in attesa di avere un colloquio al Ministero per un lavoro e cerco di riempire in maniera costruttiva il tempo che mi separa da quel giorno. Ma lei piuttosto? Sa, ho sentito il discorso che ha fatto a Vath quando lui ha espresso la sua volontà di diventare Ministro e devo dirle che l’ho davvero apprezzato…e che mi trova d’accordo.
Non aveva ancora deciso se appoggiare l’ormai amico Serpeverde o meno, ma era convinta che chiunque fosse salito al potere avrebbe dovuto farlo con umiltà e circondandosi di consiglieri, di persone che l’aiutassero a rendere il potere non autocentrato ma condiviso.

 
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view post Posted on 22/5/2018, 11:48
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Le avance di compagnia furono ben accettate dall'amica vent'anni, come minimo, piu' giovane. Si consumarono i convenevoli in un paio di minuti fra ordinazioni e affermazioni circa le precedenti fatte dall'orientale e sembravano trovarsi gia' d'accordo su diverse cose. Non appena la cameriera avesse lasciato i due commensali per andare a ufficializzare l'ordine nelle cucine, Issho avrebbe preso a risponder alla ragazza che ora sembrava aver mollato l'armatura tesa e ``nervosa`` della quale era cinta precedentemente, per esser oramai in sintonia con l'orientale. Oh, certamente Drinky-san. E' applicabile a tutto. La coscienza e' uno strumento di precisione di una sensibilita' estrema, non ti impedisce di commettere peccati pero' sfortunatamente ti nega il piacere di goderteli, ci fa scoprire a denunciare o accusare di noi stessi e, in mancanza di testimoni, si pronuncia contro noi stessi. La fame invece e' una costante dalla quale dipende quella stessa coscienza...e' ben debole quest'ultima quando le ``budella`` urlano ed e' a quel punto che vedi la vera natura dell'uomo, quando ha fame, litiga, ha paura o sta male. Da qui, prima lo ``stomaco``, poi la morale cosciente....non e' un caso. Sorrise a 32 denti, mentre si levava dalle proprie spalle quello che era il grande giaccone bianco che gli impediva una seduta piu' comoda. Afferrandolo, lo pose sullo schienale della sedia, lasciando che la parte finale strisciasse a terra per via dell'eccessiva lunghezza. Ovviamente parafrasa il discorso anche con fame di cultura, di sapere e di cambiamento. Vedrai che tornera' tutto. Lancio' uno dei suoi spunti di riflessione dopo l'alzata da parte della donna. Non perdeva mai occasione per aiutare qualcuno a sviluppare un concetto che nella societa' odierna e attuale era sempre esempio attuabile, sano e puro. Nel suo modo di veder, era un'ottimo aiuto per ``sopravvivere`` a una societa' che di etica e morale, nonche' di pensiero, cominciava a perderne le impronte, preferendo la superficialita' del quotidiano a un'approfondita analisi del tutto. Se le cose inerenti al ministero devono accadere figliuola, accadranno...non avere fretta. Sosto' una manciata di secondi per riprender fiato per poi esplicare con la sua voce rauca e profonda, dall'inglese scolastico ben appreso. Piu' che una questione d'esser d'accordo o meno, cara Mrs. Anser, e' una questione di dire: Vi ci rispecchiate voi giovani in quelle parole? In quel modo di agire e pensare prettamente di stampo generazionale piu' vecchio. Insomma, i consiglieri e le belle parole sono uno strumento riguardante le vecchie usanze di questo mondo oramai evolvente in maniera dannatamente veloce. Voi giovani, non preferireste altri mezzi? Non li possedete? Quali sarebbero? Son tante le questioni. Non voglio dire che le mie affermazioni possano essere sempre e solamente giuste, sane e eticamente e moralmente adeguate, ma non riesco a capire perche' delle volte l'ingenuita' del giovane porti a pensar in modo piu' diretto e poco calcolato. Proprio nelle ultime ore ho messo sotto test il giovane Remar e ne e' scaturito qualcosa di poco studiato e troppo casuale. Sorrise, mentre lanciava domande, retoriche o meno dipendeva dalla volonta' della ragazza di rispondere. L'umilta', l'onesta', la coerenza e la sapienza non bastano la' dove e' richiesto studio, analisi e psicoanalisi del male della societa'. Non puoi somministrare una cura se non hai una diagnosi. Non puoi fare una diagnosi se non hai un referto. Non puoi avere un referto se non hai fatto l'esperienza per ottenerlo. Dunque, non puoi salvare un mondo che nella sua profondita' materiale e concettuale non hai ancora vissuto a fondo. Se ci si concentrasse su questo, sai quanti discorsi ne verrebbero fuori? Infiniti, a cominciare dal fatto che lo studio di qualcosa di male, porta lo stesso studioso al male, perche' questo affascina e il fascino e' deleterio, delle volte, alla psiche. Dunque urge divenir forte con i propri principi e modi di agire. Si fermo' di botto. Fissando l'esterno del locale. Un via-vai di gente per le strade nei pressi di Asuka lo avevano momentaneamente portato con i piedi per terra, realizzando che era pur sempre un momento ristorativo e che come tale si sarebbe dovuto mantener leggero e poco pressante con concetti e ideologie. Quando dico di ponderare i passi, mi riferisco a questo... avere quell'onesta' intellettuale di dire cosa si e' capaci o no al momento di fare e riconoscere come, dove e contro cosa agire. Sospiro', senza mai fermar il sorriso appena piu' velato sulla sua bocca per stuzzicare successivamente la futura collega. Cosa contro agiresti tu? Una domanda molto aperta e dalle mille sfaccettature che avrebbero aiutato il giapponese a delineare la natura della ragazza. Dobbiam pur aspettare il pasto! Rise, come un bambino.



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view post Posted on 22/5/2018, 14:43
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Issho approfondì ulteriormente il binomio coscienza - fame, e Drinky non poté che annuire concordando con le sue considerazioni. Un binomio in cui i due elementi che lo costituivano non andavano necessariamente ad annullarsi a vicenda ma anzi, potevano coesistere se indirizzati correttamente. Questo fu il pensiero che la rossa formulò mentalmente allo spunto lanciatole dal ministeriale. L’uomo non può essere “solo pancia” o “solo mente” perché nel momento in cui una delle due parti vince, automaticamente lo sbaglio arriva…ma riuscendo a dare un percorso a queste due caratteristiche, quello che era distruzione sarebbe potuto diventare creazione, le pulsioni potevano farsi stimoli. Molto facile a livello teorico ma più difficile nel metterlo in pratica perché richiedeva sicuramente un’alta dose di impegno ed esercizio, sia nell’ambito introspettivo che prettamente intellettivo.
L’uomo le sorrideva mentre le lanciava un altro ragionamento da fare, prima domandandole se fosse un fatto generazionale l’ingenuità - che spesso si tramutava in impellenza - e il procedere in maniera così diretta e spedita e poi spostando l’attenzione su quale fosse il pensiero personal di Drinky nei confronti della situazione attuale. Era vero che molti giovani, in quel periodo, tendevano a prendere le cose un po’ troppo di petto, talvolta sopravvalutandosi e non riuscendo a comprendere i propri limiti. Magari era davvero il modo di pensare corrente o magari il contesto sociale in cui erano cresciuti, impediva loro di capire che la sensazione di onnipotenza a volte è un vano delirio e che, spesso, l’attrazione per determinate cose tende a dare alla testa.
Sinceramente non so esattamente contro cosa agirei. E facendo riferimento ciò che ha detto in precedenza, non le so dire nemmeno se noi giovani ci rispecchiamo tutti in un modo di “agire" così rapido e reazionario. Penso che tanto faccia anche il background da cui ognuno di noi parte e le influenze che, volenti o nolenti, subiamo fin da bambini e vanno a sviluppare quello che poi noi crediamo essere un nostro pensiero personale…ma per come la vedo io non lo è. Diventa solo una sommatoria delle esperienze che abbiamo vissuto, delle persone con cui abbiamo interagito e delle scelte che abbiamo fatto. Ed è per quello che non saprei, appunto, contro cosa agirei. Al momento vedo una grande confusione generale, vedo un popolo che probabilmente non sa perfettamente quello che vuole e per cui ogni ultimo problema che compare, diventa il problema esistenziale. Prima degli attentati compiuti da Shinretsu nessuno si era lamentato della sicurezza ma ora invece si lamentano, come prima si lamentavano delle tasse, prima ancora della guerra…è sempre tutto molto mutabile e non tutto si può prevenire. Non condivido in pieno il comportamento attuale del Ministero nello scegliere di non esporsi a riguardo ma non mi sento nemmeno capace di esprimere un giudizio pienamente critico perché io, quello che so, lo so attraverso determinati mezzi di comunicazione quali La Gazzetta del Profeta e dunque mezzi filtrati.
Ci pensò un po’ su per paura di stare andando troppo fuori tema. La domanda posta da Issho era, in realtà, leggibile su più piani differenti ma il fulcro le sembrò comunque essere quello politico. Ripensò al discorso di Vath e alla sua volontà di voler salire al potere. Si rendeva veramente conto di cosa ciò comportasse? Avere sulle spalle una nazione intera a ventisette anni non era cosa da poco e, per di più, avere in carico un popolo che aveva da poco subito un colpo come quello avvenuto al Club dei Duellanti rendeva il tutto ancora più difficile.
Forse so contro cosa agirei. Io non condivido la struttura attuale del Ministero, il fatto che esista un massimo esponente e che sia costruito in maniera piramidale. Se potessi decentrerei il potere e lo spartirei equamente tra più persone proprio per evitare che esso acciechi colui che lo detiene. Sono abbastanza convinta del fatto che anche l’uomo più moralmente stabile e con le migliori intenzioni, possa cadere vittima di quello che avere potere comporta. Siamo esseri umani, non divinità, e alcuni lati di noi saranno sempre molto deboli…quindi credo che, spartendo la cosa, si potrebbe riuscire a contenere in parte anche questa eventualità.
Aveva senso quello che aveva appena detto? Nella sua mente sì. Era bello trovarsi con qualcuno che la stimolasse cerebralmente e che le permettesse di mettere a frutto tutti gli studi compiuti nell’ambito della filosofia, per quanto li avesse sempre e solo utilizzati per se stessa senza mai proiettarli in altri contesti.
Adesso, se mi permette, rigirerei la domanda invece. Contro cosa agirebbe lei? E pensa davvero che sia qualcosa verso cui andare contro o basterebbe semplicemente trasformare le cose?
Gli sorrise con gli occhi che sprizzavano curiosità. Quell’uomo le dava l’impressione di essere una persona molto saggia e attenta a ciò che capitava intorno a sé, uno con le antenne sempre alzate a captare ogni segnale di cambiamento, quindi la sua opinione a riguardo le sarebbe davvero interessata e le avrebbe sicuramente dato ulteriori spunti di riflessione.

 
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Ooooh....abbiamo un animo rivoluzionario qui con noi. Si limito' ad affermare ironicamente nei confronti della donna, dei suoi discorsi giusti, utopici ma decisamente controcorrente alle establishment che erano oramai forti in un territorio, se non in tutto il mondo, attuale come quello inglese. In qualche modo la sua risposta, secca, ingenua ma originale lo aveva incuriosito oltremisura. Il modo di porsi al mondo, alla questione, per quanto fosse conosciuta solo tramite notizie di giornale che potevano essere a favore o meno contro il sistema, la metteva allo stesso livello di informazione che poteva possedere un individuo come Issho. Di una cosa sono sicuro al momento...Hai un bella formazione alle spalle. Parlo di educazione e cultura, ovviamente. Sorrise amorevolmente, come solito, come per riconoscere il valore e il significato vero dietro quelle sue affermazioni circa il ministero, la sua struttura e quello che poteva esser male. Era pronto a rispondere alla domanda ultima fatta dalla signorina Anser, se non che' giunse la cameriera con gli ordini dei due ``colleghi``. Il brodo, il pesce, con i loro noodles all'interno, fumavano dinanzi al posto del giapponese che, con vorace gola e voglia, prese le bacchette dalla loro ``custodia``, le divise, le impugno' e comincio' a fagocitare il proprio piatto mentre ancora caldo. Sembrava essersi perso nel mondo della leccornia, non guardava in faccia a nessuno dopo il grido di: Itadakimasu! O per lo meno, era quello che ci si poteva aspettare osservandolo per bene a risucchiare tutto d'un colpo la propria pasta. Voglia scusare la foga....stavo letteralmente morendo. Aggiunse una volta finita la prima boccata, per riprender fiato. Fini' in una manciata di secondi di ``aspirare`` quegli spaghetti come se fossero nettare degli dei, lasciandosi il brodo e i tranci di pesce per un secondo momento, visto che volle ora risponder alla domanda della donna. Andare contro...trasformare... Vedi ragazza mia, le due cose vanno di pari passo. Se vai contro qualcosa, la trasformi sostanzialmente perche' non ben accetta cosi' com'e'. Ed e' vero anche che se vuoi trasformare qualcosa devi necessariamente andargli contro, confutarla, riesaminarla. Poso' le bacchette di fianco al proprio vassoio, per prendere un bicchiere d'acqua, berlo d'un fiato completo, e riempirselo nuovamente insieme a quello della signorina. Meno una persona conosce dei lavori delle istituzioni sociali nella sua società, più deve aver fiducia in coloro che detengono il potere in essa; e più egli ha fiducia in coloro che detengono tale potere, più si rende vulnerabile di diventare la loro vittima. Si limito' a rammentar il giapponese, riprendendo subito dopo. Non le rispondero' direttamente, perche' e' chiaro che i ministeriali non son qui a dar risposte fuori dal proprio contesto, ad andare contro un sistema in solitaria, ad influenzare un istituzione in piedi da anni, secoli. Cosi' come non saro' qui a intrattenerti circa i possibili mali, le loro declinazioni e le loro mutazioni. Pero', sulla base della mia affermazione, provi a concentrar il pensiero sulla societa' generale, piu' che a un grosso palazzo magico con gente che vi lavora dentro. Pensi alla gente piu' che all'istituzione. Cosa si porta avanti? Cosa muove tutto? Cosa c'e' di male, fondamentalmente, nel tutto? A questo bisogna puntar il focus meditativo. Sorrise, tornando a mangiar dal proprio piatto e proferendo ultime parole con la bocca piena: una riFoluSione finaliSSata semplicemente a traFFFFormare le politiche e istituzioni uffiSiali per migliorare le condizioni materiali...Alzo' il capo, pulendosi col tovagliolo la bocca per concludere.... Ha poche probabilità di successo


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Animo rivoluzionario? Non sapeva bene se considerarsi davvero una rivoluzionaria…la sua vita le aveva insegnato ad essere ponderata nei giudizi fatti nei confronti delle altre persone e a criticare prima se stessa e poi gli altri. La sensazione di aver appena detto qualcosa di ipocrita si insinuò nella sua mente. Aveva criticato la formazione del Ministero, ma il vero ministero erano i cittadini, tutti quanti, tutti coloro che avevano permesso che così venisse costituito. La società odierna era cambiata e se prima, in passato, la rivoluzione era qualcosa che vedeva un riscontro da parte del popolo unito ad una partecipazione attiva, al momento si trattava solo di poche piccole fiamme in un oceano. Che i veri rivoluzionari fossero tutti morti? Tutti legati ad un passato che non si sarebbe più voluto ripresentare?
Quando Issho le disse che poteva vantare una buona educazione e formazione alle spalle, non poté nascondere un sincero sorriso di apprezzamento. Negli anni l’immagine che aveva dato di sé era quella della festaiola, di quella che se ne frega del giudizio degli altri e che non perde tempo a pensare, ad acculturarsi. Invece, essere apprezzata anche per la propria testa, era qualcosa che le dava una grande soddisfazione, per quanto spesso preferisse non imbastire discorsi troppo profondi con le persone onde evitare ipotetici scontri e rancori. Mentalmente ringraziò la sua famiglia che fin da piccola l’aveva spinta a leggere, a pensare sulle cose e ad ascoltare la propria natura curiosa, continuando a cercare risposte alle domande che la sua mente le suggeriva. Un grazie particolare poi volò a sua sorella June, la quale l’aveva sempre spronata a interiorizzare tutte le nozioni che imparava, usandole come basi per costruirci un pensiero proprio. Il tempo passato con il ministeriale si faceva sempre più stimolante e tutta l’energia mentale che prima veniva dirottata su ansia e agitazione, ora era incanalata in quella conversazione. La distrazione creata da quel momento le fece addirittura tornare l’appetito, pronto a essere soddisfatto dalle portate appena giunte al tavolo.
Oh…itadikimsss…mmmh. Beh, buon appetito anche a lei!
Ci aveva provato a ricambiare l’augurio dell’orientale, se lo ricordava dal suo viaggio in Giappone quindi era certa del significato, ma la sua cultura inerente alla lingua asiatica si limitava alle portate di cibo più famose.
La fame le era davvero finalmente tornata perché in quel momento nulla le sembrava più attraente e invitante del piatto che aveva di fronte. Vedendo come Issho si fosse fiondato sul cibo, non si fece problemi a cominciare anche lei afferrando con le bacchette un pezzo di unagi nigiri e portandoselo alla bocca. Era l’apoteosi. Il connubio tra il riso e il pesce che aveva quel gusto agrodolce e leggermente affumicato, la mandava in estasi. Poi prese un boccone di sashimi, il salmone era meno saporito della prima pietanza però più rinfrescante, tenero e avvolgente.
*Potrei scriverci un’ode al sushi…ma perché non posso vivere solo di questo?*
Non si preoccupi! Esclamò dopo aver inghiottito il boccone, in riferimento alle scuse che il ministeriale le aveva posto.
Capisco perfettamente, a me sembrava di non mangiare da una settimana. Concluse sorridendo - un buon piatto di sushi avrebbe potuto mettere d’accordo chiunque, portava gioia, portava benessere. Ma quanto buono è il sushi?!
*Forse alla Murphy devo parlare di questo amore per il sushi…mi sembra di stare riversando le mie emozioni in questo riso con il pesce.*
Le sue elucubrazioni riguardanti l’amore per quel cibo orientale furono bloccate dal discorso che Issho portò a galla: egli le spiegò come l’andare contro fosse di per sé un atto di trasformazione e di come, per cambiare qualcosa, fosse necessario prima conoscerlo, capirlo, impararne il funzionamento. Poi le considerazioni si spostarono su quanto la non conoscenza delle istituzioni e di come fossero composte, rendesse tutti vittime dirette di quel sistema, lo stesso sistema a cui ci si era affidati per ignoranza o semplice pigrizia. Drinky osservava attentamente l’uomo mentre le poneva domande sulla società, e su cosa secondo lei, si muovesse il tutto, su quale fosse il male fondamentale in quel preciso periodo storico.
L’inerzia. Vede, potrei sbagliarmi e non pretendo di avere alcuna risposta, ma a me sembra che tutti noi stiamo andando avanti ad inerzia con qualche sporadica accelerata dettata dalla paura. Gli ideali si sono ridotti, si sono semplificati, hanno permesso all’individualità di pervadere tutto quanto, compresi gli aspetti della nostra vita quotidiana. Spesso ci dimentichiamo che facciamo parte di una società, che siamo animali sociali e che è nel nostro interesse avere degli ideali e muoverci per essi. Invece a me pare che ci sia una decadenza di ideali. Siamo tutti concentrati nel nostro piccolo mondo, come se fossimo tutti delle isolette e ci ponessimo domande solo nel momento in cui arriva uno tsunami che ci distrugge, finché le cose lentamente non tornano allo status originario. Ed è un loop che non finisce. Non ci rendiamo conto che, troppe volte, il male più grande della società siamo noi, coloro che la costituiscono.
Da una parte poteva essere considerata una fortuna il non aver più nulla contro cui combattere, che non ci fossero più guerre in Inghilterra, che si fosse sviluppata più tolleranza (o menefreghismo?)…ma veramente ci si poteva solo adattare?
Sa, io mi ritengo fortunata personalmente. Ho la benedizione di avere i genitori ancora in vita e ho ancor più fortuna nell’aver imparato ad apprezzarli, specie dopo tutto quello che abbiamo affrontato insieme. Ho una casa, ho degli amici, ho esattamente ciò che una persona potrebbe desiderare…
*Ok non proprio tutto, tutto, tutto…ma questo è un altro discorso.*
Però sento di voler essere parte di questo meccanismo più grande, ed è il motivo per cui ho fatto richiesta di lavoro per il Ministero. La consapevolezza di essere fortunata rispetto a tantissime altre persone mi ha fatto venire voglia di rendermi utile, per come posso, e voglio capire come funzionano le cose…ma per capirlo devo entrarci dentro.
Pensò che forse il suo discorso potesse sembrare sconclusionato e che avesse saltato dei passaggi nell’esporlo, passaggi che la sua mente aveva fatto troppo velocemente. Rimaneva comunque aperta ad ogni critica, specie se avesse potuto arricchirla e farne tesoro. Guardò la zuppa di pesce: doveva essere davvero buona per come Issho ci si fosse fiondato e vederlo mangiare con così tanto gusto era un piacere. Aggrappandosi all’ultima frase pronunciata dal ministeriale, l’unica cosa che le venne in mente di dire, prima di dedicarsi nuovamente al sushi, fu:
Infatti non credo che la rivoluzione vada fatta verso il Ministero stesso…la rivoluzione, a parer mio, andrebbe fatta nella testa delle persone. Anche solo piantando il seme della consapevolezza; lo considererei già un grande passo avanti.
E si infilò in bocca un pezzo di sushi.
*Libidine*
Mentre masticava, sorrise al ministeriale in attesa che commentasse le sue affermazioni, curiosa di sentire le considerazioni che avrebbe fatto a riguardo.
 
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view post Posted on 25/5/2018, 15:35
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La giovane signorina Anser dette modo all'orientale di giudicarla, in minima parte, molto riflessiva e attenta ora con le parole. Se all'inizio aveva intrapreso il discorso con una certa ``fretta`` ingenua, nata forse dalla famosa giovinezza che si decantava nei primi discorsi, ora mostrava argomentazioni piu' profonde e armoniose. Aveva preso a mangiare pure lei e a giudicar dai propri tratti in volto, sembrava aver preso di buon gusto sia il mangiare che i complimenti precedenti di Issho intento nel mentre, rispettoso, ad aspettare la collega finir il pasto con i gomiti poggiati sul tavolo, rispondendo alle ultime sue affermazioni. Molto acuta. Sicuramente incide il campo di crescita e interazione di un individuo con l'ambiente circostante per maturare la propria ideologia, psiche e umanita'. Ripenso' alle parole esplicate al rosso Mr. Aka, quando similmente affrontarono il tema. Come ho avuto modo gia' di dir a un altro collega, forse suo stesso futuro collega se entrera' a far parte degli uffici di incidenti e catastrofi magiche, uno dei primi passi di educazione e definizione di una persona e' la famiglia stessa. Non a caso mi porti tu stessa l'esempio dei tuoi. Prese un'altra boccata d'aria e continuo' ad argomentare. Rifletti...si dice tante volte: ``L'uomo dovrebbe vivere nel mondo come una grande famiglia``. Ti sei mai chiesta perche'? Antropologicamente parlando, la famiglia e' l'area in cui l'individuo si adatta o non si adatta a vivere in societa', nella quale costruisce la sua ostilita' o integrazione nel sistema sociale. Questo potrebbe esser un ulteriore concetto di partenza per una buona politica....Una famiglia sana e' normalmente conflittuale perche', anche se oggi e' composta da pochissime unita' per un fattore economico piu' che altro, resta pur sempre un esperimento di convivenza tra esseri diversi, per eta', sesso e storie personali. Se vuoi studiare una societa', guidarla con leggi, seguirla con tutto il bene possibile, comincia con lo studiare le famiglie dove crescono i futuri cittadini di quella societa'. In altre parole, se vuoi arrivare alla radice del problema, puo' aiutare procedere a ritroso da molto lontano. Non puoi arrivare al vertice se non conosci la base, ne studi il tessuto...se non fai famiglia. Ecco, comincia a veder il mondo come una famiglia allargata, ti meraviglierai nel notare cose che fino ad'ora erano palesi ma non visibili. Riprese identicamente le stesse parole usate al tempo nel suo ufficio col rosso capelluto che non gliela racconto' giusta, per poi continuare a fissare dritto negli occhi di lei, in cerca di motivazioni forti, di sentimenti inconfutabili e emergenti dalla sua volonta' di voler portar il cambiamento in qualche modo in meglio della societa'. Mi piace vederti motivata e volenterosa. Rispetti e rispecchi esattamente quello che chiedono i tuoi occhi, la fame che vogliono nutrire....ti esprimi molto con questi, stai attenta a come gestirli. Certe cose vorresti tu stessa tenerle nascoste, no? Butto' li' la domanda retorica che non pote' risparmiarsi dal non fare. Un'abile osservatore capisce subito le vere e pure azioni e sentimenti di una persona da anche pochi tratti somatici, dai loro spasmi, movimenti, colorazioni e alterazioni. Drinki era una di quelle ragazze che, forse per natura troppo buona o ingenua, forse per nascondere qualcosa o forse innocentemente non sapeva di farsi notare cosi, non riusciva a nascondere tutto al meglio. Per lo meno, queste era la conclusione alla quale giunse Issho, tenendo a mente anche le occhiate buttate alla festa in casa Remar alla vista della propria discepola quando giunsero in fase iniziale gli ospiti e le relative presentazioni. Non volle indugiare ancora e prese a completare il suo discorso. Ti do un consiglio per questo tuo arduo obiettivo, sano e eticamente e moralmente giusto. Centomila persone insieme vogliono quello che, individualmente, non vorrebbero mai. Dunque, nella tua analisi dello impiantare il seme della consapevolezza, comincia dal piu' piccolo e stai attenta al tipo di persone che selezioni: tutte le persone conoscono il prezzo delle cose ma soltanto alcune ne conoscono il vero valore. E aiutati con gente con i tuoi stessi ideali...circondati di persone che ti diano un motivo per sorridere, perche' sara' un ottimo modo per non gettare mai la spugna con tutto il marcio che si ritrova nel nostro vivere quotidiano. Sorrise, bevendo un'ulteriore goccio d'acqua dal proprio boccale.

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view post Posted on 27/5/2018, 16:14
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Issho utilizzò il suo riferimento alla famiglia per esporre una riflessione sulla società e su come essa influenzasse gli individui che la costituivano. Era un discorso inattaccabile e corretto, perché ognuno è il frutto di ciò che ha alle spalle…solo come si poteva fare per “riabilitare” gli individui che in passato erano cresciuti in una famiglia disfunzionale? O coloro che proprio non avevano una famiglia?
Questo pensiero non poté non sfiorare i ricordi legati ad Hogwarts.
*Ecco perché dividono in Casate! Per insegnarci a “stare in famiglia” e a rapportarci l’un l’altro non pensando solo ed esclusivamente a noi stessi, ma costringendoci a dover pensare per la collettività.*
Si era infatti spesso domandata il motivo della scuola nel voler dare ai propri studenti dei colori per differenziarli, dei colori che a volte erano motivo di faide infondate, lotte e atti di bullismo. A Drinky l’essere catalogata non era mai piaciuto, non apprezzava sapere che era una Serpeverde e che per quel motivo sarebbe stata diversa da una Grifondoro piuttosto che da una Corvonero o da una Tassorosso - aveva sempre pensato che sarebbe stato più educativo togliere le casate e permettere ad ognuno di essere sé stesso e non Mago X appartenente a Casata Y. L’unica giustificazione che si era data, a riguardo, era che la scelta fosse stata compiuta in parte per una questione logistica, per permettere al personale di poter gestire meglio il numero degli studenti, e dall’altra per rendere più interessante il Quidditch. Non l’aveva mai considerato dal punto di vista sociale, invece in quel momento doveva ricredersi. Che fosse stato proprio per abituare gli studenti, fin da piccoli, a crescere in una comunità? Sarebbe stato troppo difficile buttare un undicenne insieme ad un numero importante di altri maghi e pretendere che si sentisse parte di qualcosa, ma abbassando il numero dei componenti sarebbe stato più semplice. In più venivano messe insieme persone che avevano caratteristiche simili, per quanto la rossa non si fosse mai sentita di appartenere pienamente a nessuna delle quattro Case. Considerava troppo semplicistico ridurre le caratteristiche di un essere umano in quattro categorie ben distinte. Dopo questa breve riflessione, tornò a riflettere sui punti esposti dal ministeriale e su come lui la invitasse a guardare sempre alle radici delle persone che facevano parte della loro società.
Sono d’accordo con lei nel dire che per capire gli elementi che fanno parte della società - e quindi la società stessa - si debba guardare alle loro origini. Tante volte mi guardo intorno e vedo come ci sia spesso una certo pensiero retrogrado e chiuso, soprattutto in alcuni tipi di famiglia…
Evidenziò volutamente la parola “tipi” per riferirsi alle famiglie purosangue di vecchio stampo, coloro che credevano nella supremazia solo perché discendenti da famiglie di soli maghi. Per quanto lei stessa provenisse da una famiglia purosangue, quel tipo di pensiero non era ciò che le era stato insegnato e ne fu davvero felice: non avrebbe mai potuto condividere certi ideali né tantomeno appoggiarli.
Mi creda, non voglio accusare nessuno in particolare e non penso che esista una singola categoria con cui potersela prendere, però credo che alcuni elementi della società dovrebbero aprire solo un pochino il proprio modo di vedere e percepire il mondo e sé stessi in relazione con esso e con gli altri. Dicono sempre che la storia insegni…il punto è che la storia insegna a chi la studia.
Probabilmente trovare una soluzione ad un problema del genere, in quel momento, le sarebbe stato impossibile. Doveva entrare ancora di più nel meccanismo prima di riuscire a capire come poter contribuire per farlo funzionare meglio…o per limitarne il più possibile i danni. Guardò gli occhi di quell’azzurro splendido che Issho le aveva posato addosso, scrutandola, quasi fosse intento a leggerle dentro. Il ministeriale si complimentò nel vederla volenterosa e motivata, il che fu un piacere da sentirsi dire, invitandola però a fare attenzione a come i suoi di occhi parlassero e facessero intendere più di quanto lei non volesse, sottolineando il loro fallimentare tentativo di nascondere determinate cose.
*Vorrei tenere nascoste delle cose, io? Ahaha, se escludiamo cose tipo il fatto che mi sono innamorata di una Veela, che sono in terapia da anni e che ancora ho un’identità frammentata e non so chi sono, non ho proprio nulla da nascondere!*
Capì che Issho si stesse riferendo a qualcosa in particolare ma non riuscì a cogliere in maniera chiara a quale evidenza si riferisse.
Diciamo che sto affrontando un periodo particolare…in realtà la mia vita è sempre stata costellata da periodi particolari, ora che ci penso. Sorrise imbarazzata. Avrebbe voluto chiedere al giapponese il perché di quella domanda retorica lanciatale addosso ma allo stesso tempo temeva l’eventuale approfondimento che ne sarebbe scaturito, dunque si infilò un altro pezzo di sushi in bocca e cominciò a masticarlo velocemente, sperando che l’entusiasmo mostrato verso il cibo nascondesse la difficoltà nella quale quella parentesi l’aveva messa.
Ascoltò il ministeriale che all’inizio del discorso decretò come il volere di un gruppo di persone potesse essere in disarmonia con il volere del singolo. Era l’effetto branco di pecore? La pose davanti ad una riflessione necessaria perché quante volte la massa influenzava la psiche dei singoli, nel momento in cui si sentivano parte di qualcosa? Si tornava sempre sullo stesso discorso, su come ognuno fosse tenuto ad imparare a stare con gli altri e rapportarcisi riuscendo a pensare collettivamente senza però perdere i propri ideali, la propria morale, le proprie convinzioni. Non a caso in psicologia spesso saltava fuori il discorso inerente alla psicosi collettiva, dovuta proprio al fatto che all’interno di un gruppo più o meno organizzato di individui, la personalità cosciente svanisse e i sentimenti e le idee di tutte le unità si orientassero verso la medesima direzione, formando così un’anima collettiva dominata dall’emotività, dall’irrazionalità e da un certo primitivismo. Generalmente questo fenomeno si presentava a seguito di eventi capaci di scuotere gli animi in maniera violenta, come gli attentati terroristici. Come quello accaduto al Club dei Duellanti.
La fine del discorso di Issho, invece, era un consiglio: tenersi vicini i simili, coloro che portavano benessere e non tossicità. Un consiglio che avrebbe sicuramente seguito volentieri…doveva solo capire chi portasse bene e chi no.
Più passava il tempo con l’uomo più si incuriosiva nei suoi riguardi.
La ringrazio dei consigli comunque…consigli che cercherò di seguire assolutamente. Ma lei piuttosto? Posso chiederle come mai ha scelto di venire qui in Inghilterra e di entrare a far parte del Ministero? Ovviamente se non vuole rispondere non si preoccupi. In tal caso potremmo parlare del tempo o commentare la bontà di questo pasto.
Tornata a casa avrebbe aperto lo smartphone e su TripAdvisor avrebbe lasciato cinque pallini a quel piccolo ristorante.
 
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view post Posted on 29/5/2018, 13:23
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I minuti con la signorina Anser passavano tranquilli, rapidi e molto curiosi. Dall'una e dall'altra parte si approfondiva un tema, prima la famiglia, poi la societa', i limiti di questa, la scarsa veduta di taluni individui con vecchia concezione e ideologia...Tutti discorsi che avrebbero potuto richiedere svariati incontri per approfondirli fino alla radice. Particolare? I particolari fanno la percezione, come i dettagli, e la perfezione della percezione non e' un dettaglio. Questi compongono la storia della nostra vita, Mrs. Anser, solamente chi ci fa domande su questi riesce a sentire cosa chiede il cuore. I dettagli, potremmo dire, sono un modo di amare davvero. Sorrise, lasciando li' una risposta riflessiva che la ragazza avrebbe potuto portare a casa quella giornata. Non volle calcare la mano e approfondire, non era giusto in quel momento e in quel contesto. Si sarebbe solo divertito a veder quel poco imbarazzo, creato dalla situazione, nella collega che divorava con fretta il proprio sushi. Issho sapeva che scandagliare una persona dai dettagli era una delle strade predilette per identificare una persona nella psiche e nel comportamento. A maggior ragione avrebbe voluto che la ragazza si sapesse gestire in futuro, visto che cio' che diceva e esprimeva, implicitamente, potevano esser soggette, in bene o male, all'opinione di un qualsiasi individuo poco poco piu' attento a tutto cio'. Ooooooh....come sono arrivato qui in Inghilterra? Socchiuse gli occhi e si gratto' un attimo il capo con la mano sinistra, per rimettersi subito a braccia conserte una volta trovate le parole. Diciamo che sono stato un' attivista politico e una persona attenta alla politica in Giappone. Avevo una base di studi inglesi molto solida, da autodidatta, e volendo poter portare un giorno in casa mia un concetto di politica piu' unificante, giusta e esemplare, avevo bisogno di far esperienza all'estero. Ovviamente, come detto, sapendo l'inglese per il meglio delle mie capacita', ho fatto tappa qui in Inghilterra. Sorrise, facendo un riassunto piu' che possibile striminzito per non perdersi in ore e ore di storie sulla sua vita. Si, potevo partecipare esternamente alla vita politica inglese, magica, ma, sai...ero un ottimo studente, un ottimo oratore e diplomatico. Sarei stato sprecato a osservar il tutto da semplice cittadino della comunita'. Ho gia' esperienza come tale, quindi era necessario entrare attivamente dentro il meccanismo, per capirne funzionamenti, problemi, ideologie, patologie. Cerco' di mantenere stampato nella sua espressione facciale, il solito sorriso che lo caratterizzava. Chiamiamolo un mio ``dettaglio`` quello di esser dentro a un istituzione come il ministero e aspettarsi di imparare il funzionamento. Una persona fondamentalmente sicura non si angustierà se dettagli o questioni minori si riveleranno contro le aspettative. Ma, alla fine, i particolari sono importanti, il modo giusto e quello sbagliato di agire si trovano nelle piccole cose. Non trascurare mai i dettagli. Sono sempre pronti a raccontarti la verità. Avrebbe cercato di lanciare un consiglio alla cara ragazza, dandole una chiave di lettura sul come approcciarsi allo studio di una persona con le precedenti affermazioni. Ragazza, dimmi un po, la palla in mano a te, obiettivi se e quando entrerai al ministero? A cosa aspiri e cosa pretendi fondamentalmente? Qual'e' il tuo fine ? Si sarebbe in ultimo messo a domandare.

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Edited by danygel94 - 4/6/2018, 13:05
 
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view post Posted on 3/6/2018, 11:12
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Già, i particolari e i dettagli compongono la storia della nostra vita e coloro che ci fanno domande a riguardo, solo coloro in grado di leggerci dentro. Eppure era da tanto che nessuno si interessava veramente ai dettagli della sua vita. Forse perché lei stessa cercava di sviare quando sentiva che qualcuno si avvicinava troppo, come un meccanismo di difesa primordiale che le permettesse di non far entrare nessuno - eccetto la sua terapeuta. Certe cose le considerava troppo dolorose per condividerle, e ancora nessuno le aveva fatto le domande giuste che le permettessero di abbassare le difese, permettendole di far uscire quello che aveva dentro. Ma il discorso sui dettagli era corretto; lei stessa quando era attratta da qualcuno, era attratta principalmente dai dettagli che potevano essere fisici e/o caratteriali. Probabilmente Issho era una di quelle persone che si concentrava molto sulle particolarità di chi aveva davanti, studiandone movimenti, sguardi, modo di parlare, con un approccio analitico. Lui stesso le aveva fatto delle considerazioni sul suo sguardo e su come esso esprimesse più di quanto Drinky volesse, cosa che poteva essere pericolosa in determinati contesti.
Il discorso poi virò sulla storia personale del ministeriale, su come lui fosse già politicamente attivo in Giappone e sui motivi che lo avevano spinto a scegliere l’Inghilterra come territorio in cui ampliare il proprio bagaglio di esperienze per poter portare in Giappone un altro tipo di politica.
Sono molto diverse le cose in Giappone rispetto a qui? Intendo politicamente parlando…
Lei stessa aveva fatto un viaggio nella terra del sol levante ma il filtro dovuto allo sguardo da turista non le avevano permesso di interrogarsi e capire quale fosse la situazione politica attuale. Issho poi aveva spiegato che proprio il suo essere diplomatico, acculturato e in grado di sapersi esprimere con gli altri, lo aveva spinto giustamente a prendere parte alla vita politica del Ministero dall’interno. Le sembrava di trovarsi davanti ad un individuo che voleva fare la differenza e che, probabilmente, ci sarebbe anche riuscito secondo lei. Tornò sul discorso dei dettagli, consigliandole di prestarvi sempre molta attenzione in quanto essi sarebbero stati in grado di dimostrare la verità…avrebbe sicuramente dovuto allenarsi in questo. Generalmente, appunto, i dettagli l’attiravano solo quando si parlava di ipotetici partner o quando con qualcuno andava ad affrontare discorsi inerenti alla sofferenza dell’interlocutore, quando qualcuno si confidava con lei riusciva a prestare attenzione a tutto, spesso anticipando la reazione dell’altro. Neuroni specchio li aveva chiamati la sua terapeuta, neuroni intimamente collegati alla comprensione delle emozioni altrui e di conseguenza, con l’empatia, asserendo che in lei erano molto sviluppati. Il discorso di Issho si concluse con una domanda diretta, nella quale chiedeva quali fossero gli obiettivi che si era prefissata in caso fosse riuscita ad entrare al Ministero, quali fossero le sue aspirazioni e quale fosse il suo fine.
La volontà di lavorare all’interno di un’istituzione quale il Ministero della Magia non era stata propriamente una vocazione o una chiamata, quanto più il frutto di una riflessione che era nata a seguito di determinati avvenimenti uniti ai suoi bisogni personali. Per anni aveva lavorato con i babbani ma il suo moto interiore la stava guidando a volersi riavvicinare al mondo magico, cercando un’alternativa che le permettesse comunque di mantenere un rapporto con i non maghi. Voleva poter aiutare entrambe le parti, aveva bisogno di sentirsi utile.
Diciamo che non ho obiettivi personali inerenti alla carriera, ma sento il bisogno di dare una mano. Ho scelto il Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici proprio perché riguardano strettamente entrambe le parti che costituiscono la nostra società: babbani e maghi. Per anni ho vissuto a stretto contatto con i babbani e attualmente vivo con uno di loro, solo che dopo quello che è successo al Club dei Duellanti ho iniziato a riflettere…avrei voluto esserci, avrei voluto poter dare una mano. Quindi direi che il mio obiettivo principale sia quello di rendermi utile oltre che, come già detto, entrare dentro al meccanismo per potermi fare un’idea di come funzioni, di cosa ci sia che non va e cosa possa essere migliorato.
Bevve un sorso d’acqua e si preparò a proseguire il discorso.
Piccoli passi. Voglio andare per gradi e credo che col tempo le mie aspirazioni si amplieranno… Non credo che da sola sarò in grado di fare la differenza, per natura sono più rivolta al lavoro di squadra piuttosto che a quello individuale. Ma se una differenza è possibile farla, voglio essere partecipe e fare il mio compito.
Sorrise al ministeriale. Non sapeva se lui avrebbe approvato o meno il suo discorso, però aveva preferito essere sincera piuttosto che gettarsi su discorsi pomposi atti a dare un’immagine di sé fasulla.
E poi, detto tra noi, i lavori più dinamici mi fanno sentire viva. La noia è una mia grande nemica, invece credo che un lavoro del genere mi terrebbe sempre cerebralmente attiva, ricordandomi costantemente come mai io lo stia facendo…un po’ come una spinta interiore.

 
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view post Posted on 4/6/2018, 12:32
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Attese qualche minuto mentre teneva l'udito vigile sulle parole della ragazza, ricche di volonta' di far cose, di cambiarle, in positivo si intende, e entrare nei meccanismi ministeriali per capire dove si dovesse intervenire per migliorar il sistema. A sotto voce, avvicinandosi molto vicino a lei, avrebbe solamente detto: La noia e' mortale. Meglio vivere un giorno da spericolato che 100 da annoiato. Sorrise in maniera piu' evidente, riprendendo la postura originale mentre cercava altre parole per rispondere al primo quesito della donna e alle sue affermazioni circa il cosa prefiggersi come obiettivo nella vita lavorativa. Se le cose sono diverse? Vediamo un po'....in tanti mi hanno chiesto e ho sempre cercato di riassumerla in questo modo. Sospiro', bevendo anch'esso un ultimo bicchiere d'acqua per poi riprendere subito dopo con il suo tono rauco e profondo. Sono un fanatico della giustizia, cosi' come sono fanatico della sua attuazione. In Giappone abbiamo quel senso del rispetto di tutte le cose volto a far funzionare per il meglio la societa' e questo, ovviamente, si applica anche a questo concetto di giustizia, cieca, motivata e punitiva nell'equita' del reato commesso. Da pochi articoli letti dalla gazzetta del profeta, dal quale c'e' da scindere vero e falso, nel quotidiano si legge di un'istituzione che non completamente e' capace di portare giustizia. Io questo non lo credo...agli inglesi manca il rispetto. Quel rispetto che si mantiene vivo nelle azioni dettagliate e non superficiali, nella flessibilità' della pena e non nella sua durezza, cieca si ma non fredda. Manca il trattamento del crimine come fenomeno umano, quindi con dietro una storia, un tratto psicologico e una logica. Mi pare che qui si ragioni a numeri e gradi, senza conoscere il tessuto sociale. Sorrise, ritenendo molto profondo il senso del rispetto come movente del tutto. Se l'aria si era fatta leggermente frizzantina con quelle parole, avrebbe subito stemperato: Poi almeno questo e' cio' che il mio occhio, forse miope, vede. Tieni presente ragazza mia che son da relativamente poco in queste terre. Pero, modestamente parlando, credo non sia del tutto privo di fondamento la mia visione. Alzo' la mano, facendo segno alla cameriera di portar il conto, nel mentre avrebbe concluso il suo monologo. Non si lascio' sfuggire il dettaglio dell'indole di lei riposto nella salvaguardia di babbani e maghi. Parole nobile le sue, Drinki-san. Il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica il successo. La cooperazione si basa sulla profonda convinzione che nessuno riesca ad arrivare alla meta se non ci arrivano tutti....e in quel TUTTI ci siamo noi maghi e i cari nostri fratelli babbani. Tanti son convinti che ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo. Forse potrebbe esser il tuo motto questo...applicato al tuo futuro ufficio potrebbe anche portar ottimi risultati. Ritengo che il ministero possa ottenere il miglior risultato quando ogni suo componente interno, i vari uffici, fa ciò che e' meglio per se. Il ministero non e' una cosa sola, e' un tutto, un simbolo, che risponde ai vari uffici che rispondono a loro volta ai singoli cittadini. Lavorare in maniera indipendente ma con una visione comune, una visione di squadra. L'abilita' di dirigere ogni realizzazione individuale verso un obiettivo organizzato e condiviso fra tutti. Questo e' il carburante che permette a persone comuni di ottenere risultati non comuni. Sorrise, mentre soggiunse la cameriera per lasciare il conto a tavola. Issho rapidamente lascio' la quota di entrambi i consumatori alla lavoratrice, con mancia annessa, che si allontano' subito dopo. Offre il piu' vecchio. Ulteriore sorriso.

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view post Posted on 7/6/2018, 16:43
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Annuì con la testa alla considerazione che Issho fece riguardo alla noia, mentre deglutiva l’ultimo boccone di sushi. Lei e la noia erano nemiche giurate da tanti, tantissimi anni…forse da sempre ed era una noia non intesa come il semplice “non sapere cosa fare” ma si estendeva anche al mondo delle relazioni, lavorativo, interpersonale, andando a toccare tutti i settori della sua vita. Il ministeriale proseguì spiegandole le differenze che aveva trovato tra il Giappone e l’Inghilterra, esponendo il suo punto di vista sul popolo britannico e su come esso fosse irrispettoso. Quel discorso apriva un altro grande dubbio che, da sempre, attanagliava la mente di Drinky: come si può definire e applicare la giustizia? La giustizia dev’essere equa, non deve preferire nessuno, dev’essere cieca. Questo è quello che insegnano, ma a livello teorico è tutto facilissimo. Trasporlo al pratico, invece, lo è meno.
Ad esempio: se una madre di tre figli, senza lavoro, viene beccata in un supermercato a sottrarre un qualsiasi alimento per sfamare la sua famiglia, dovrebbe avere lo stesso trattamento che dovrebbe ricevere una persona che taccheggia non tanto per un bisogno economico, quanto per il gusto di farlo? Quale delle due cose è sbagliata? Rubare o infrangere la legge solo per sentire il rilascio di un po’ di adrenalina? Diventava dunque difficile trovare un equilibrio tra le due cose che, per quanto designassero lo stesso reato, descrivevano a monte cause differenti. La rossa avrebbe sicuramente punito il secondo e assolto la prima, però come avrebbe reagito il popolo? Sicuramente ci sarebbe stato chi avrebbe gridato alla differenza, chi si sarebbe opposto per il trattamento diverso. Dunque, a rigor di logica, entrambi dovrebbero essere stati puniti in maniera perfettamente identica. Ma loro, in quanto individui, non sono identici.
Concordo perfettamente con quello che dice. Io sono dell’idea che si debba sempre capire e approfondire prima di infliggere un qualsiasi tipo di pena. Si parla sempre e comunque di esseri umani, e la maggior parte di loro agisce con cognizione di causa. Credo che sia importante partire proprio da quello prima di accusare chiunque, cercando di capire il perché e solo dopo soffermandosi sul come e sul quando.
Notò che Issho aveva richiesto il conto e subito infilò la mano dentro alla borsa, la quale era appesa alla sedia, alla ricerca del portafoglio per poter pagare la sua parte. Rimase ad ascoltare la lode che l’uomo le aveva rivolto, definendo le sue parole come “nobili”. Era bello vedere che qualcuno apprezzasse il suo modo di pensare, la sua idea di condivisione e cooperazione con tutti coloro che abitavano il mondo, smettendo di ragionare sempre in modo categorico o elitario. Issho usò una parola meravigliosa: “fratelli”. Lo stesso modo in cui lei considerava i babbani, come dei fratelli che a volte avresti voluto ammazzare, altre volte di cui non capivi i comportamenti, le ragioni o le paure, ma pur sempre fratelli. Le suggerì di far diventare il concetto di cooperazione e lavoro di squadra un suo motto, cosa che Drinky prese seriamente in considerazione…sempre ammesso che fosse riuscita ad entrare al Ministero.
E di nuovo mi trova d’accordo. Penso solo che il problema che si pone sia quello di trovare un obiettivo comune, qualcosa che spinga la gente a lavorare insieme e a capire quanto possa essere soddisfacente e redditizio collaborare.
Con una mossa agile, Issho aveva lasciato una buona quantità di sterline alla cameriera, esclamando che sarebbe stato lui ad offrire. La cosa mise un po’ a disagio l’ex Serpeverde, non voleva approfittarsi della gentilezza dell’uomo: già le aveva fatto un favore immenso a farle compagnia per il pranzo, ma addirittura offrirglielo?
No ma guardi che non è un problema! Ne è davvero sicuro? Sappia che se è così allora dovremo presto organizzare una seconda mangiata insieme, in modo che possa offrire io!
Gli sorrise di rimando tenendo il portafoglio ancora tra le mani. Era stato davvero piacevole poter entrare a contatto con una persona del genere, qualcuno che l’attivasse così tanto mentalmente e che le desse spunti di riflessione, distraendola temporaneamente dal marasma emotivo di cui si sentiva vittima. Avrebbe voluto domandargli altro, ad esempio qualche informazione su Lia visto che, alla festa, aveva captato che tra i due ci fosse una conoscenza, ma temeva troppo le risposte che avrebbe potuto sentire.
Rincontrare quell’uomo sul posto di lavoro era un motivo positivo che andava a sommarsi nella lista dei “pro” del lavorare al Ministero - sicuramente avrebbe voluto rivederlo, sia per la sicurezza che sentiva quando era in sua presenza, che per poter fare un’altra chiacchierata stimolante.
 
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view post Posted on 8/6/2018, 19:21
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Dipendente Ministeriale ☯ C.M.I. ☯ 44 anni ☯ Giapponese
PS: 169 ☯ PC: 115 ☯ PM: 115 ☯ EXP: 25.5


Certamente. Quella e' una mia definizione di giustizia. Non confondiamo la giustizia, atto a rendere definitivamente condannata una persona per un torto fatto, con lo studio e la comprensione del soggetto in questione. E' giusto quello che dici tu, Drinki-san. Non a caso dobbiamo stare in terza fila a studiar quel male, crimine, individuo. Non a caso dobbiamo rimandarci a usi e costumi sociali e a regolamenti e situazioni nazionali. Quando parlo di giustizia, parlo dell'ultima tappa di questo processo. Li', dati alla mano, cade cieca, univoca, severa la pena che, se il processo precedente e' stato portato perfettamente avanti, senza fretta e senza trascurare i famosi dettagli, garantisce una giustizia perfetta e assoluta. Si limito' a chiudere quella parentesi della ragazza facendo percepire il suo ideale posto come caposaldo nella propria vocazione ministeriale. La strega nel frattempo sembrava esser andata nell'imbarazzo per via dell'uscita del giapponese di voler saldar il conto per tutti e due. Decise, alla sua replica di partecipare alla spesa, di riportar equilibrio in quell'atmosfera eccitata: Organizzare una seconda mangiata? Sa...penso che dopo aver scoperto questo posto, ogni giorno potra' trovarmi qui a ora di pranzo. Quando vorra', un coperto per lei sara' sempre trovato a circa la solita ora. Si alzo' da tavola, re-indossando l'enorme cappotto bianco precedentemente posto sullo schienale della seduta e riprese il proprio bastone di bambu' posto di fianco al coperto. Drinky-san, proprio alla base di quel suo concetto di collaborazione, sono sicuro che ci rivedremo dentro l'istituzione. Fino ad allora si tenga caparbia e motivata a portar in maniera significativa il proprio contributo nel settore. Mi faccia sapere come e' andata una volta dentro, facendomi visita in ufficio. Faro' attendere per lei una tazza di te' fumante e tanti bei discorsi al limite del tollerabile e tedioso. Sorrise, come oramai si rese noto aver per vizio, per avvicinarsi alla ragazza salutandola ponendole la mano destra sulla spalla destra, pronunciando un sorriso piu' marcato e avanzando al di fuori del locale concludendo: Una buona giornata fanciulla. Il piacere e' stato mio. Sarebbe sparito subito dopo nella confusione di una vita sociale inglese in pieno rientro lavorativo



simbolo2issho


 
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14 replies since 21/5/2018, 14:59   209 views
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