Tracce Fresche., Privata.

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view post Posted on 9/6/2018, 17:36
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

uHPuTIE
Era così strano tornare a casa dopo quello che era successo a Brandon, tornava a case come se non fosse successo nulla, eppure di cose ne erano accadute in quel periodo, non poteva neppure più definirsi essere umano, come se dover fuggire dall'Italia non fosse stato abbastanza.
In quel periodo trovava pace in un laghetto all'interno del bosco, ci andava con Otto e lui si godeva i movimenti della natura mentre il Ghiottone cacciava. Le passeggiate nella natura si facevano sempre più presenti nella sua vita, adesso sentiva un legame particolare con essa, così aveva deciso di esplorare più a fondo la fitta foresta alle spalle della sua baita cercando di conoscere ogni piccolo centimetro, ogni tanto aveva anche trovato qualche carcassa di animale. Aveva scoperto di avere un particolare apprezzamento verso la carne, l'odore del sangue gli faceva venire un brivido lungo la schiena, come un desiderio di caccia sempre crescente che non osava scemare.
Era via da qualche ora ma una folata di vento gli fece passare sotto il naso un odore che suonava vagamente familiare, proveniva da casa sua, probabilmente aveva visite anche se ancora non riusciva a riconoscere le persone solo dall'odore riusciva invece a percepirne la familiarità, si stava ancora abituando alla sua nuova forma.
Ci mise meno del solito per fare la strada, stava imparando anche a camminare nei terreni scoscesi dei boschi che adesso conosceva per bene. Uscito dai boschi si avviò verso casa sua con Otto alle spalle, dal posto da cui era uscito non riusciva a vedere chi o cosa vi fosse di fronte casa sua, eppure aveva risentito l'odore familiare, questa volta più forte, forse era il primo conoscente che vedeva dopo il fattaccio.
Si fermò un istante per accendersi una sigaretta, uno dei pochi legami rimasti della sua "vita passata".


PS: 192 ◆ PC: 135 ◆ PM: 139



 
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view post Posted on 22/6/2018, 11:06
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Molti luoghi ha la tua anima, ivi alberga natura magnanima. Di coraggio e lealtà fanne bandiera, di Grifondoro potrai essere fiera!

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Juliet Little
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7byhxs7

Il rischio più grande è non rischiare mai



Un sorriso aleggiava sulle labbra della giovane Grifona mentre puliva il bancone del locale in cui lavorava da ormai quattro anni. Madame era sempre stata gentile con lei -forse c'era pure lo zampino del suo garante, il caposcuola Brior, nonché suo amico e compagno di squadra-, o forse perché aveva tenuto duro rispetto alle altre cameriere che il locale Madama Piediburro aveva accolto e poi lasciato andare. Aveva tenuto duro perché per lei contava molto il fatto di poter lavorare per non pesare sugli altri. Ovviamente lungo il percorso aveva trovato mille insidie, ma con buona lena e con la passione in ciò in cui più credeva era riuscita a non perdersi. L'ultima assunta, nonché sua concasata, sembrava promettere bene, ma non si sarebbe sbilanciata questa volta. Nella sua agenda -mentale- aveva intenzione di parlarci, primo per conoscerla meglio e come secondo punto, forse il più importante, per invogliarla a non mollare alla prima difficoltà che le si sarebbe presentata dinanzi. Mentre puliva il bancone il suo sguardo scuro si sarebbe spostato per perlustrare il locale e per vedere se i clienti avessero bisogno dei suoi servigi. Per qualche attimo i suoi occhi, per una strana ragione, si fermarono a fissare un tavolo vuoto un po' distante dalla porta ma che puntava sulla porta. Il suo stomaco brontolò, ma non era fame, ma qualcosa di più viscerale, che arrivava da una strana sensazione a cui cercava di dare un nome. La sua gemella le raccontava che la sensazione di stretta allo stomaco -quello che stava avendo ora- aveva origine da un sentimento, come nostalgia e/o infatuazione. Quel tavolo era la chiave di quel sentimento e se lo ricordava, come se fosse stato solo ieri, chi si fosse seduto lì. Per un attimo si perse nei ricordi di quella giornata così ventosa e piovosa e si chiese se fosse cambiato. Se fosse diventato ciò che voleva diventare e se fosse riuscito a chiudere la porta del passato. Scosse la testa bruna per tornare con i piedi per terra e per finire il lavoro. Strinse la labbra a formare una linea orizzontale e si chiese cosa le avesse preso quel giorno quando aveva mandato una lettera a lui. Per vie traverse era riuscita ad ottenere -non era stato difficile a dire il vero- l'indirizzo della casa in cui aveva preso alloggio. Così, per qualche strana ragione a lei ignota, aveva scritto quella lettera e l'aveva inviata. Aveva aspettato con ansia la sua risposta, ma non l'aveva ancora ricevuta. Forse si era dimenticato di lei o forse essendo ancora un studentessa e lui ormai un adulto aveva troncato la cosa per non mettersi in guai. Ma il suo carattere le impediva di non andarci piano e di fare ciò che voleva -rispettando i vari cliché-. Ma essendo Grifondoro ed essendo la personificazione del "mettersi in guai" avrebbe fatto ciò che il cuore le comandava e poi era proprio vero il detto babbano "chi tace acconsente" . «Madame potrei finire prima per favore? Ho alcune commissioni personali da sbrigare... » avrebbe detto raccontando solo una piccola parte di verità. Madame, sapendo che lei non l'aveva abbandonata in momenti più difficili, acconsentì alla sua richiesta. Si sarebbe fiondata in retrobottega per vestirsi e uscire per la sua "commissione urgente". La sua gemella le aveva insegnato i rudimenti per incontrare i ragazzi e per essere ammirata come una femmina alpha. Ma lei, essendo timida fino all'osso, aveva abortito tutte quelle regolette da strapazzo e quando si incontrava con i ragazzi diventata balbuziente e con la faccia che prendeva tonalità diverse del rosso. Non era stata brava con il sesso opposto e forse per quel motivo, l'essere alquanto imbranata, era riuscita a perdere il suo ragazzo -o forse non era stata lei ad allontanarsi?- già al primo anno di scuola. Una gonna nera lunga fino al polpaccio avrebbe fasciato la linea dei fianchi stretti e una magliettina rossa avrebbe fasciato il petto. *Vedi che qualche cosa hai imparato* si era fatta sentire la coscienza a cui aveva dato il nome della sua gemella Claire. *Cos? NO! Non è come pensi te... Fa caldo...* avrebbe risposto Juliet nella mente. Ma il viso le sarebbe stato nemico perché confermò le parole della coscienza. Non si era fatta bella per nessuno lei, ma un po' di femminilità avrebbe voluto mostrare per non essere ancora considerata piccola. Perdiana aveva quindici anni ormai ed era tempo di buttare nel cesso la bambina che era stata una volta. I capelli sarebbero stati lasciati sciolti e avrebbe preso in mano la tracolla al cui interno vi era un regalo. Chissà se sarebbe stato contento di quella visita inaspettata da parte di quella ragazzina che cercava di cambiare. Dopo vari giri e dopo varie indicazioni -se vi era un italiano significava che tutta la cittadina ne veniva a conoscenza- riuscì a trovare l'ubicazione. Man mano che si avvicinava il suo cuore batteva e la stretta allo stomaco cresceva. Non si sarebbe dovuta vestire così e se poi l'avesse liquidata senza tante cerimonie? Forse se ne sarebbe stata alquanto scottata e non si sarebbe data pace per lungo tempo. La porta della casa era lì e lei era lì davanti a dondolarsi sulle sue gambette. Respirava con foga come se avesse fatto una maratona. Dopo vari combattimenti con il cuore che stava per impazzire avrebbe preso il percorso che l'avrebbe portata verso l'ignoto suonando il campanello. Ma nessuno venne ad aprire. «C'è nessuno? Signor Pisciottu è in casa?» avrebbe chiesto guardando all'interno della casa. Un movimento strano venne dal boschetto dietro casa. Con un po' di titubanza salì dal sentiero che portava al boschetto *Qui si mette male Juliet, meglio tornare indietro* *Ormai sono qui e non ci sarà verso di farmi tornare indietro. Ricordati in che casa sono stata smistata*. Ma se avesse parlato la sua voce sarebbe uscita gracchiante come se fosse cosciente che stava per mettersi in guai. Il sentiero era in ombra e la luce filtrava poco tra i fogliami. Cammina cammina e guardandosi attorno al luogo per impedire qualcosa di inaspettato e quando ritornò con lo sguardo dinanzi a lei quasi si scontrò con qualcosa di duro, ma allo stesso tempo morbido. «E sta attento a dove mette le sue zampa... » il suo tono si perse nel vento constatando che si era scontrata con una persona che aveva qualcosa di familiare. Lo sguardo del giovane era quello che più l'attirava. E in un attimo si rese conto di chi aveva davanti, chi fosse quella persona: «Mauri...zio?» La sua voce uscì quasi contenta. Ma c'era qualcosa in lui che era cambiato e non parliamo del fisico -molto aitante-, ma di qualcosa nello sguardo che la inchiodava lì, sembrava che avesse vissuto qualcosa che lo aveva toccato nel profondo. La sua mano destra si sarebbe avvicinata piano per toccare la guancia del giovane -non sapeva per quale motivo si fosse azzardata a fare quel gesto-. Poco dopo avrebbe riportato la mano in basso e avrebbe sorriso in direzione del giovane «È cambiato molto.... dall'ultima volta che c'eravamo visti....» prese a dire la giovane rosso-oro e prima che potesse impedirlo e perché non c'era nessuno nei paraggi -intendesi i suoi "superiori"- gli avrebbe sfilato la sigaretta dalle mani e se la sarebbe portata alla sua bocca per poter aspirare quel fumo -sia chiaro che lei non amava il fumo- così nocivo per lei. «I vecchietti non fumano e poi il fumo è nocivo» avrebbe detto per non tossire. La sua faccia era rossa, la sentiva bruciare all'altezza degli zigomi e questo significava che se ne stava vergognando per quel comportamento così ambiguo e così non suo. Ma doveva fare qualcosa. Il suo sguardo scuro non si sarebbe spostato dal viso del giovane. Doveva ammettere a se stessa che era ancora intrigante e che ora aveva anche un'aura misteriosa che lo avvolgeva. «Allora come sta il lupo solitario?»
Così sarebbe iniziata la sua traversata verso la perdizione...




Sia chiaro che Juliet non sa niente della tua trasformazione. L'ha detto solo per rompere il ghiaccio :flower:


Edited by Juliet Little - 22/6/2018, 13:42
 
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view post Posted on 25/6/2018, 23:45
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Piano piano l'odore era sempre più forte e Maurizio quasi senza rendersene conto accelerò il passo sino ad aggirare la casa quasi correndo. Proprio quello gli fu quasi fatale, riuscì a fermarsi ad un istante dalla figura che emanava l'odore che aveva sentito prima, una volta che la vide quasi non vi furono dubbi, era molto più grande dell'ultima volta che l'aveva vista, ma era sicuramente lei, Juliet. La grifondoro che aveva conosciuto quando era appena arrivato a Londra. Dopo un primo momento di smarrimento ricordò anche della sua lettera che aveva ricevuto qualche tempo prima, non aveva mai avuto il tempo di risponderle e dopo gli eventi di Brandon aveva dimenticato parecchie cose, tra cui la festa di Aiden, al quale avrebbe dovuto inviare delle scuse.
Non ebbe nemmeno il tempo di salutarla che lei fece un gesto che lo stupì, gli toccò la guancia in un gesto che forse non si sarebbe mai aspettato. Sicuramente era passato del tempo e lei non era più la bambina di una volta, ma il tempo passava per entrambi.
Come se non fosse bastata la carezza qualche istante dopo gli sfilò la sigaretta dalle dita e ne prese un tiro, era divertente essere diventato una marionetta tra le mani di una ragazzina. Ovviamente era probabilmente una delle prime (e se fosse stata una persona saggia una delle ultime) volte che si avvicinava al tabacco e l'effetto era più o meno sempre quello, forse lei l'aveva retto un po' meglio degli altri che aveva visto. Evidentemente ci teneva a fare bella figura con lui, ma forse per stupidità o per mancanza di malizia nei confronti di una giovane come lei, non aveva ancora ben intuito il fine della ragazza.
"Sicuramente meglio di te dopo quella, vieni, entra e ricordami perché sei qui."
Disse sorridendo e indicando la sigaretta per poi metterle una mano dietro la schiena e spingerla verso la porta di casa. Un'altra cosa che Maurizio stava notando è che era diventato più fisico, più primordiale, come se cercasse il contatto fisico per mantenere la sua umanità, quante cose erano cambiate.

PS: 193 ◆ PC: 135 ◆ PM: 139



 
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view post Posted on 3/2/2019, 12:38
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1e7EU9A

Il rischio più grande è non rischiare mai



Poteva percepire a pelle che quello che stava facendo in quel momento non poteva rispecchiare in alcun modo il suo carattere.
Un comportamento che poteva portare a fraintendimenti.
Ma voleva mostrare al mondo quando fosse diventata grande e piena di segreti come poche.
Ora era lei la misteriosa.
Dopo aver tirato un paio di tiri alla sigaretta rubata ammise quasi con candore:
«Non è la prima volta che fumo, ma lo faccio solo quando è dura da sopportare» avrebbe detto cercando allo stesso tempo di dire tutto e niente rimanendo sul vago.
Per un folle istante Juliet volle tornare indietro sui suoi passi per ricominciare.
Ricominciare cosa esattamente e da dove?
Non lo sapeva nemmeno lei cosa.
E se fosse questo che era stato disegnato per lei? E se fosse suo destino vivere i cambiamenti?
Alcune volte si sentiva ancora quella ragazzina così insicura e che si chiudeva a riccio perché nel momento stesso che lui le aveva toccato la schiena con quella sua mano così gigante si sarebbe sentita piccola e quasi in soggezione e senza accorgersene si sarebbe spostata da quel tocco che sembrava aprire orizzonti sconosciuti.
A volte aveva paura. Nonostante fosse forte e Grifondoro non era pronta e aveva paura.
Paura di cambiare in peggio.

«Così! Per vedere come stavi» avrebbe risposto alla domanda implicita che lui giustamente le aveva posto, facendo spallucce parlando in quella lingua che avevano in comune.
Se lei era cambiata in quell'arco di tempo, doveva esserlo pure lui.
Diverso.
Poi quando le aveva toccato la schiena aveva sentito qualcosa che si avvicina ad un non detto come se ci fosse un mistero che lui stesso voleva tenere nascosto.

«Prima di entrare vorrei mettere in chiaro una cosa: nonostante il mio comportamento possa portare a certi fraintendimenti, non ho nessun fine» avrebbe detto dandogli la schiena e con lo sguardo fisso in avanti come per sfuggire alla verità dei fatti, così ancora oscura per certi versi.
C'erano stati troppi cambiamenti in lei e voleva soltanto che ci fosse qualcuno che riuscisse a capire e a comprendere quanto fosse fragile e volubile. Voleva essere compresa senza essere giudicata come facevano gli altri che spesso la denigravano.
Maurizio sembrava possedere i requisiti che lei stava cercando




Yeah I drive myself crazy. 'Cause I can't escape the gravity.




Mi scuso tantissimo per questo ritardoooooooo :flower:
 
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